24/07/11

Pergine: Caravelli 13"01, Howe 20"47

(di Sasuke) Una bella edizione la quindicesima del Meeting internazionale città di Pergine. Manifestazione che ha beneficiato della presenza di molti degli atleti di maggiore interesse del piano nazionale italiano alla ricerca dei minimi imposti dalla federazione mondiale. Varie le gare di buon livello in una giornata purtroppo tutto furchè estiva in cui il freddo ha fatto da padrone e infastidita prima da un forte vento contrario e poi da pioggia intensa. Nei 100 metri uomini sono al via nelle batterie vari atleti di livello. Jacques Riparelli sciabola un 10"39 (con vittoria quasi imbarazzante sul secondo, capace di 11"61) che desta interesse visto il muro di vento (-2.1!) contro il quale è stato corso. Purtroppo l'atleta, come un po' da sua caratteristica, in finale riesce a migliorarsi poco (10"37, ma con vento nullo) e quindi manca ancora una volta il minimo A richiesto dalla Fidal. Minimo che, personalmente, ritengo che Jacques valesse anche ieri ma che la sfortuna gli ha finora negato. Meriterebbe sicuramente di andare a Daegu: 13 volte i 100 metri quest'anno, di cui 9 sotto 10"40 e 4 volte sotto i 10"30; Cerutti non è costante (solo 10"61 l'ultima uscita e mai tempi sotto i 10"30 se non a Le Chaux-de-Fonds) e Di Gregorio lo è ancora meno visto che fatica a scendere sotto i 10"40 e non ha più confermato il 10"22 di Hengelo. Ma si sa, l'ultima parola la ha la federazione. Poco convincente Michael Tumi, che corre solo la batteria (10"80 dopo aver preso parte il giorno precedente al meeting di Barcellona dove aveva chiuso terzo in 10"61; comprensibilmente il ragazzo non ha ancora recuperato i numerosi turni degli europei Under-23). Discorso analogo per Francesco Basciani (10"78 in batteria e niente finale). Va ricordato comunque che tutti i tempi sono appesantiti da vento contrario. Rosario La Mastra, che quest'anno ha corso in 10"37 (a Misterbianco) fa 10"80 in batteria e 10"59 in finale; iscritti e non partiti tanto Delmas Obou che Maurizio Checcucci. Vittoria all'atleta delle Barbados, Andrew Hinds (10"23). Gara che al femminile non ha destato molto interesse: vittoria alla giamaicana di turno, Aleen Bailey (11"40) seguita da Judy Ekeh (11.88) a pari merito con la prima italiana Giorgia Candiani.

Ottimi risultati arrivano poi dal giro di pista. Grande prima serie (non ad invito) che vede la lotta tra Elena Maria Bonfanti e Clelia Calcagno. Vittoria della prima sulla seconda che ricompensa entrambe con un nuovo primato personale. 53"61 per la Bonfanti (eguagliato) contro il 53"90 per la Calcagno, atleta di carattere in grande crescità. Dietro di loro molto bene Chiara Natali, anche lei al personale, capace di 54"14;  nelle due serie ad invito primato personale e terza piazza per Manuela Gentili (53"70) chiamata ad un ennesimo test dalla Fidal in vista mondiali di Daegu (l'atleta è in possesso del minimo B, corso varie volte, ed è 25esima al mondo). Primato personale per Manuela (che ha corso anche a Barcellona ieri, in un ottimo 56"72: merita il mondiale). Meno bene Eleonora Sirtoli, ferma a 54"50. Al maschile bella gara del campione italiano Marco Vistalli, capace di abbassare lo stagionale fino a 45"76; bene anche Luca Galletti (46"66), un po' meno Isalbet Juarez (46"70) mentre migliora leggermente Claudio Licciardello, comunque non ancora in grande condizione (47"16). Negli 800 metri ad invito ci sono praticamente tutti i migliori specialisti italiani del doppio giro di pista. Al femminile ancora lontana da tempi degli anni passati Daniela Reina (2'05"24) mentre dietro di lei si comportano bene le due master Elisabetta Artuso (2'05"71, e stagionale) e Maria Vittoria Fontanesi (2'06"51) in una gara in cui si sono comportate discretamente anche Serena Monachino, Cristina Grange ed Eleonora Berlanda. Al maschile vittoria all'africano di turno (Amine el Manaaoui, 1'46"63). Abbastanza bene Mario Scapini, miglior italiano vicino ai suoi limiti (1'47"34) su Lukas Rifesser (1'47"81) ed un meno brillante Giordano Benedetti (1'48"62). Innegabile crisi del mezzofondo italiano, incapace di produrre atleti da meno di 1'47 o 3'40 nei 1500. Poco entusiasmanti i 5000 metri uomini; dominio keniano (i primi 5) e pochissima Italia. Indietro sia il campione italiano Stefano La Rosa (13'49"91) che il giovane medagliato sui 10000 europei, Ahmed El Mazoury (13'56"41). Test richiesto dallo stesso La Rosa, evidentemente non in grande condizione. Va detto che la gara è stata corsa sotto una forte pioggia.

Bravissima Marzia Caravelli: l'atleta del Cus Cagliari riscrive ancora una volta il suo personale (13"01) guadagnando una posizione nelle liste italiane all-time ed avvicinando il record nazionale. Altra atleta che merita senza dubbio di esserci a Daegu. Bravo (e un po' sfortunato, vento -0.7) anche Emanuele Abate. Ennesimo sub 13"70 (13"69) che gli da la vittoria della gara. Solo quarto (14"14) Stefano Tedesco. Da segnalare anche il 14"36 di Hassane Fofana in seconda batteria, che fatica con gli ostacoli dei grandi ma che si difende benissimo. Due atleti di talento, che hanno gareggiato moltissimo (Marzia ha persino vinto due titoli, 100hs e 200, onorando al massimo i campionati italiani, sdegnati da taluni) che, lo ripeto, vanno portati ai mondiali. Getto del peso all'insegna dello spagnolo Borja Jimenez (20.01) che centra il personale davanti, tra gli altri, all'eterno Paolo del Soglio (18.54 per un ragazzone classe 1970!), a Orazio Cremona (18.07) e a due opachi Marco Dodoni (17.20) e Andrea Ricci (15.59). La stranezza è che Dodoni è accreditato di uno strano 19.25 (unico lancio sopra i 18 metri tralaltro!) fatto in Congo a Brezzaville... non si offende nessuno se permetto di dubitare su tale risultato?
Bel 7.99 nel salto in lungo per Jaroslav Dobrovodsky con il primo italiano in terza posizione, Alessio Guarini (7.47). In gara anche James Beckford, il fenomeno giamaicano, fermatosi a 7.41; al femminile bel 6.34 della campionessa in carica Tania Vicenzino, davanti ad Elisa Zanei (6.22) ma dietro a Brianna Glenn. L'americana vince con 6.54. Male Dariya Derkach (solo 6.08) mentre Elisa Demaria non è quella dell'anno scorso (5.75 contro un personale di 6.45). Bella prova quella di Alex Schwazer, che si impone con grinta in una 10 km corsa in solitaria (squalificato, prima di essere doppiato, Matteo Giupponi) vinta a suon di mondiale stagionale e personale, 38'50"28. Bene anche Andrew Howe che con 20"47 (vento +0.7) batte Paul Hession (20"67). A livello mondiale è un tempo che dice poco, ma questo lo si stabilirà al mondiale.

1 commento:

  1. intanto Fabio Cerutti corre da solo a Rivera (evitando lo scontro diretto per una possibile quarta frazione) in 10"39 (non pervenuti i dati del vento). questo il link: http://clienti.tio.ch/img_articoli/20110725_100957_110723SAR.pdf

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