31/01/11

Statistiche sui 60 maschili italiani agli Europei Indoor

Due protagonisti dei 60 indoor: Pavoni e Tilli,
con Mennea e Simionato
Questo è un articolo dedicato a tutti coloro cui piacciono i numeri e la velocità. Riguarda cioè le statistiche relative alle prestazioni degli azzurri ai Campionati Europei Indoor sui 60 metri. Una storia lunghissima, che parte dalla prima edizione dei Giochi Europei (così vennero chiamate le prime quattro manifestazioni continentali) e che vide al via il leggendario Pasquale Giannattasio. Da allora gli italiani sono stati presenti in altre 24 edizioni con un wall-of-honour davvero di tutto rispettabile: 1 oro, 4 argenti e 2 bronzi. Partiamo da qui: l'unico oro fin'ora vinto porta la firma di Stefano Tilli che vinse l'edizione del 1983 a Budapest. 6"63 per conquistare l'unico oro azzurro. Quella fu anche la prima medaglia italiana in questa specialità, cui seguì l'anno dopo l'argento di Antonio Ullo a Goteborg con 6"68. A Lievin '87 ci fu la prima delle due doppiette italiane sui 60 metri: Pierfrancesco Pavoni secondo con 6"58, davanti a Ullo (bronzo) e il suo 6"61 a pari merito con il ceco Frantisek. Edizione vinta dal polacco Marian Woronin che corse l'impressionante crono di 6"51. Nel '90 a Glasgow Pierfrancesco Pavoni bissò l'argento di 3 anni prima correndo ancora una volta sotto i 6"60 (6"59) e a soli 3 centesimi da sua maestà Linford Christie. Sono poi dovuti passare 19 anni da allora prima di vedere un altro italiano sul podio: e gli italiani, a Torino '09, furono addirittura 2: Fabio Cerutti secondo dietro all'immarcabile inglese Dwain Chambers (6"46) con 6"56, tempo uguale al centesimo del terzo arrivato, il siciliano Emanuele Di Gregorio. Qui gli honours italiani: ma la storia parla anche di 5 quarti posti o medaglie di legno (due di P.F. Pavoni, ed una a testa tra Stefano Tilli, Ezio Madonia e Antonio Ullo). Diamo uno sguardo complessivo alle partecipazioni.
Messe tutte insieme, i caps italiani nei 60 metri agli Euroindoor ammontano a 112. La classifica dei caps (con almeno un minimo di 3 di presenze-gara):
  1. 17 - Pierfrancesco Pavoni (82-85-87-88-89-90)
  2. 16 - Antonio Ullo (84-85-86-87-88-89)
  3. 09 - Giovanni Grazioli (78-79-82-83)
  4. 08 - Stefano Tilli (83-96-00)
  5. 07 - Francesco Scuderi (98-00-02)
  6. 06 - Fabio Cerutti (07-09) - Gianfranco Lazzer (80-82-83)
  7. 05 - Ezio Madonia (89-92) - Andrea Rabino (00-02)
  8. 04 - Simone Collio (05-09) - Vincenzo Guerini (73-79) - Mario Longo (92-96)
  9. 03 - Emanuele Di Gregorio (09)
Come è già intuibile vedere dalla classifica qui sopra, P.F. Pavoni ed Antonio Ullo sono anche quelli con più edizioni di Euroindoor nel proprio carnet: 6 a testa. Staccato Giovanni Grazioli, fermatosi a 4, e triregni di Stefano Tilli, Gianfranco Lazzer, Francesco Scuderi. Quest'anno potrebbero raggiungere la quota anche Simone Collio e Fabio Cerutti. Scuderi è ancora in attività, ma non penso abbia al momento le possibilità di tornare su quei tempi. 
Antonio Ullo detiene il primato di edizioni consecutive di Euroindoor cui ha partecipato: 6, dal 1984 al 1989. 5 le finali conquistate dallo stesso Ullo, così come 5 sono state quelle conquistate da PF Pavoni. Staccatissimi gli altri: con 2 finali al momento ci sono il solo Stefano Tilli e Fabio Cerutti, che potrebbe (in teoria) staccare il romano proprio a Parigi. Vedremo. Tutti gli altri italiani che hanno raggiunto la finale, ci sono riusciti una sola volta. Ma quante sono appunto le finali complessive conquistate dagli azzurri in 45 anni di Euroindoor? 23. 23 finali su 49 partecipazioni di italiani (quindi contando la sola presenza iniziale ai blocchi di partenza): ottima media/finale (cioè la percentuale di possibilità di accedere alla finale): quasi il 50% (46,93%). In soldoni, un italiano su due schierato sui 60 metri agli Euroindoor arriva solitamente in finale. Ben 41 volte (sempre su 49) gli italiani hanno corso il penultimo turno (83,67%), mentre solo in 8 casi l'italiano schierato è uscito inopinatamente in batteria (Claudio Cialdi nel '70, Simone Collio nel '09, Vincenzo Guerini nel '78, Gianfranco Lazzer nel '82, Luca Levorato nel '96, Mario Longo nel '96, Alessandro Orlandi nel '94, Franco Zucchini nel '79).
Detto dell'unico oro, dei quattro argenti, dei due bronzi, e dei 5 quarti posti, si contano anche 4 quinti posti, 5 sesti posti, nessun settimo, e due ottavi. La posizione media degli italiani che raggiungono la finale è così 4,39. Cioè una posizione tra il quarto e il quinto posto. Ma questa è pura teoria. 
Stefano Tilli è l'atleta più longevo, avendo corso due edizioni di Euroindoor a 18 anni di distanza l'una dall'altra (quella del 1983 e quella del 2000). Per quanto riguarda le prestazioni cronometriche, quella che segue è la top-ten dei risultati cronometrici ottenuti dalle frecce azzurre nelle 49 partecipazioni:
  1. 6"56 - Fabio Cerutti (2/F - Torino '09)
  2. 6"56 - Emanuele Di Gregorio (3/F - Torino '09)
  3. 6"58 - Pierfrancesco Pavoni (2/F - Lievin '87)
  4. 6"58 - Pierfrancesco Pavoni (1-I/SF - Glasgow '90)
  5. 6"59 - Pierfrancesco Pavoni (2/F - Glasgow '90)
  6. 6"59 - Stefano Tilli (4/F - Gand '00)
  7. 6"59 - Antonio Ullo (3-I/SF - Lievin '87) 
  8. 6"59 - Pierfranco Pavoni (1-II/SF - Lievin '87)
  9. 6"60 - Fabio Cerutti (2-II/SF - Torino '09)
  10. 6"60 - Francesco Scuderi (2-IV/B - Valencia '98)
  11. 6"60 - Emanuele Di Gregorio (1-II/B - Torino '09)
Quindi, gli italiani sono andati 8 volte sotto i 6"60 agli Euroindoor (3 Pavoni). Ma anche 30 volte sotto i 6"65, e 60 sotto i 6"70. Ora, a Parigi '11 è già sicuro della partecipazione Di Gregorio, che potrà implementare le statistiche di cui sopra. Gli altri due potrebbero/dovrebbero essere Cerutti (che è un animale da indoor) e Collio, che forse a livello indoor deve ancora dimostrare per intero il suo valore (nonostante il sontuoso record italiano di 6"55 in coabitazione con Pavoni). Ci divertiremo.

Ukhov spaventa il mondo: 2,38 e tenta il record del mondo dell'alto a 2,44... fallito per un nulla

Ivan Ukhov in action
Dopo anni di silenzio, qualche cosa sembra svegliarsi nel salto in alto mondiale. Dopo le grandi prestazioni degli anni '90, la specialità aveva subito un sospetto salto al ribasso e ormai da una decina di anni a questa parte le medaglie si erano conquistate con misure attorno a 2,30 o poco sopra. Una volta a 2,30 si entrava in gara... Pensate: l'ultima volta che un uomo ha superato i 2,40 all'aperto è stato il russo Vyacheslav Voronin nel 2000 a Londra. Quasi 11 anni da allora in cui l'uomo, stranamente, è regredito dopo aver raggiunto misure siderali con i magnifici 7: Javier Sotomajor, Igor Paklin, Patrick Sjoberg, Sorin Matei, Rudolf Povarnitsine, Charles Austin e appunto l'ultimo epigono di questa casta di saltatori estinti,Voronin. Ma se volete, posso essere anche più drastico: tolto il 2,40 di Voronin del 2000, per trovare un altro over-2,40 all'aperto bisogna ritornare al 1995 (quasi 16 anni fa). Facendo i conti: l'uomo, all'aperto è salito 24 volte sopra i 2,40. Per quanto riguarda la specialità indoor, 11 volte l'uomo è salito sopra quella barriera umana. In questo club fanno parte i soli già citati Sotomajor, Sjoberg, mentre entrano il talentuoso Carlo Thranhardt, Hollis Conway, Stefan Holm e... Ivan Ukhov! Qui proprio gli ultimi due sono riusciti a rompere il digiuno quindicinale (dal 1994, ultimo anno d'elite di Sotomajor) di prestazioni sopra i 2,40: Holm saltò i 2,40 nel 2005 a Madrid, mentre Ukhov due anni fa ad Atene. 
Ora Ivan Ukhov torna a far parlare di sè, candidandosi ad essere la star della specialità per il 2011. Così al meeting di Hustopece, in Cechia, salta alla misura siderale di 2,38. Poi nella sorpresa più generale chiede direttamente di posare l'asticella a 2,44, cioè quello che sarebbe stato il nuovo record del mondo (Sotomajor si fermò a 2,43). Ukhov, che ha vinto la diamond league nel 2010, ha saltato alla prima 2,24, 2,30 e 2,34. 2,38 alla seconda. Poi i 2,44 dove alla seconda prova sembrava quasi fatta. "Sapevo di essere in un'ottima forma. Avevo la sensazione di poterlo fare, così ho chiesto subito la misura. Penso possa accadere nell'immediato futuro, devo solo lavorare su alcuni piccoli aspetti", queste le sue dichiarazioni post-gara. E le prossime gare? Il 3 febbraio sarà a Mosca, dove gareggerà anche il 6. 

E sono 5 pass per Parigi 2011: Giorgia Benecchi nell'asta... e ora per lei viene il difficile

Giorgia Benecchi in una foto Cus Parma
Lo ammetto, per un attimo pensavo che al sito ufficiale della Fidal se lo fossero scordati o non l'avessero notato (del resto avevano parlato di altri risultati del medesimo meeting pochi post prima). Me lo sono covato stanotte e stamattina, godendo della relativa giornata di ferie, l'avrei sparato fuori. Invece il pool di giornalisti e blogger della Fidal mi ha bruciato nella nottata: amen. Fidal: 1 - Andycop: 0. Mi pagano ogni tanto per star sveglio di notte, ma purtroppo non per scrivere di atletica. Me Tapino. Parlo così a ruota libera del quinto pass per Parigi 2011, conquistato a sorpresa da Giorgia Benecchi (Esercito) ad Aosta nel salto con l'asta, oltrepassando il limite di 4,35 posto dalla fedeiussione... ehm, federazione. Il sito Fidal ci dice che era un'ex ginnasta nazionale: è vero, confermo (se volete, a questo link un video di Youtube su una sua partecipazione ai Giochi giovanili europei di ginnastica del 2003). L'anno scorso la Benecchi, citando sempre il sito Fidal, ottenne la miglior prestazione italiana indoor promesse con 4,36. Siamo così, aggiornando il conto, a 5 possibili biglietti per Parigi, Europei Indoor, anche se quest'ultimo in percentuale è quello con meno possibilità di presentarsi al terminal di Malpensa (in termini di partecipazione). O meglio, vista la clausola compromissoria della Fidal, che si arroga la facoltà di scegliere chi deve e non deve andare a Parigi anche in costanza di minimo ottenuto, visti i tristi precedenti, alla Benecchi è quasi certo che la setta dei poeti estinti della Fidal le chiederà: a- di ripetere la misura (se non di ottenere 5 centimetri in più). b- di vincere i campionati italiani, o al limite-al limite, di arrivare seconda dietro alla Giordano-Bruno (che in potenza ha qualche chance in più di passare le qualificazioni a Parigi... sulla carta). c- di rimanere in attesa fino all'ultimo. Ora, capite che è questo è l'atteggiamento messo in campo dalla Fidasics da tempo immemore e che si è incancrenito nell'ultimo periodo di vacche stitiche. La Fidal, assediata ormai da anni nel proprio bunker da rompipalle (CONI, Giornali, Bragagna, Bloggers, vecchi ruderi dirigenziali dell'atletica che non riescono proprio a darsi pace a fare qualcos'altro e tornano indomiti sempre all'attacco, tesserati, Master, corridori su strada) ormai adotta la politica che chi deve presenziare ad una manifestazione internazionale DEVE garantire il passaggio di almeno un turno. Questione di immagine. Leggendaria la presa per i fondelli a Jacques Riparelli che lui stesso rese noto l'anno scorso con una struggente lettera aperta, dopo aver esaudito tutte le richieste per convolare a Doha, mondiali indoor. Lui si limitò a criticare con molta modestia la cosa, altri avrebbero preso a cazzotti qualcuno. La classe si vede anche in queste piccole cose. Della Benecchi, penso, non si sapranno mai i retroscena, ma spero davvero che non le chiedano la luna. 
Così nella aberrazione della situazione (che umilia le giovani leve, che dovrebbero fare esperienza) chiedono solitamente agli atleti border-line, emergenti, che non hanno (ancora) un passato glorioso, di confermare continuamente la loro bontà: e così facendo spremono fino alle ossa i poveri atleti che, dovessero mai riuscire nelle 12 fatiche richieste dalla Federazione per garantirsi il viaggio per l'appuntamento internazionale, nella maggior parte delle circostanze arrivano ad essere gattini spompati e intirizziti, quando invece dovrebbero essere delle jene. 
Mancanza di programmazione, lungimiranza, fiducia, logiche politiche: anche questo fa di una Federazione da 170.000 tesserati (ma circa 40.000 sono tesseramenti "naif") un baraccone. 
Ora, secondo il mio inutile punto di vista, il discorso è che chi ottiene il minimo deve conoscere i propri programmi. Oggi ho ottenuto il minimo e adesso ho un mese e mezzo per arrivare al top della forma per Parigi. Ma non è e non sarà assolutamente così per la Benecchi (penso che per Schembri, Levorato, Di Gregorio e La Mantia, gli altri che ad oggi hanno ottenuto il minimo, non gli venga chiesto nulla): si richiederanno "prove" che la distrarranno da una sana programmazione all'evento. Distrazioni mortali. Ma vaglielo spiegare tu alla Fidal che nello sport avere degli obiettivi a lungo termine può coadiuvare le prestazioni. Spero tanto di sbagliarmi, ma la storia e le leggende circa la cecità federale sono arcinote. 

30/01/11

Terzo e quarto pass per Parigi 2011: tocca a Simona La Mantia e Emanuele Di Gregorio

Di Gregorio a Torino '09: in primo piano l'oro Chambers
Dopo Manuela Levorato e Fabrizio Schembri, è la volta di Simona La Mantia e Emanuele Di Gregorio. La prima sulla magica pedana di Ancona ottiene il terzo pass per Parigi, campionati europei indoor. 14,33 l'ottima misura ottenuta per ottenere il terzo lasciapassare per la Francia, e che rappresenta la seconda prestazione mondiale dell'anno, dopo il record tedesco di 14,45 di Katja Demut. La siciliana aveva già partecipato all'edizione 2005 dei Campionati Europei indoor, dove giunse 8^ con 14,06 dopo una qualificazione a 13,96. Se fosse convocata (non temo che possano mettere in dubbio l'argento di Barcellona, ma con questa federazione tutto è possibile) sarebbe la 7^ partecipazione di un'italiana nel salto triplo agli Europei Indoor. Solo in tre circostanze, su 6 ad oggi, le italiane sono arrivate in finale (una a testa Magdelin Martinez, Simona La Mantia e  Barbara Lah, nel 1998) con l'argento europeo della italo-cubana proprio nell'edizione di Madrid 2005 con 14,54.
Emanuele Di Gregorio ha invece cercato ti tirar fuori subito le castagne dal fuoco in batteria, ad Ancona, nella gara a corollario dei campionati italiani di prove multiple. 6"67, esattamente come quanto richiesto dalla Federazione per andare a Parigi. Nei prossimi giorni produrrò la statistica sui 60 metri maschili degli italiani agli Europei Indoor, che sono tanti. Sale così a quattro il numero di italiani che hanno ottenuto il minimo per Parigi, che, continuo a ripetere, non è condizione unica per volare Air France: naturalmente ci sono tecnici federali che vogliono avere l'ultima parola. In finale Di Gregorio ha corso in 6"73, mentre Riparelli, secondo, continua a stallare attorno ai 6"74, 6"75. Il tempo di Di Gregorio è attualmente al terzo posto in Europa, dopo il 6"66 del francese Jimmy Vicaut (segnalato a suo tempo) e del britannico Mark Lewis Francis. Di Gregorio ha un bronzo conquistato a Torino '09 da difendere, non dimentichiamolo. 

Altri due record master: Annalisa Gambelli nei 60 F45 e Antonio Maino nel peso M60

Il weekend Master si sta rivelando particolarmente foriero di record italiani. Detto del sensazionale record di Mara Cerini (1970) a Magglingen sugli 800 F40 (qui l'articolo) e di Daniela Ferrian (1961) sui 60 F50 (qui l'articolo), ecco che ne arrivano altri due di grande spessore. Il primo è quello di Annalisa Gambelli (1963) che ha battuto il famosissimo 8"55 ex-aequo detenuto contemporaneamente da Rosa Marchi e Marinella Signori nel combattutissimo Campionato Italiano del 2009. Il suo di 8"47 abbassa quel limite di 8 centesimi, cioè soli 5 punti centesimali in più in AGC rispetto al record italiano F50 ottenuto ieri dalla Ferrian di 8"66 (92,48 vs 92,43). Questa la cronologia recente del record:
  • 8"70 - Umbertina Contini - Ancona 20/02/99
  • 8"55 - Rosa Marchi/Marinella Signori - Ancona 28/02/09
  • 8"47 - Annalisa Gambelli - Ancona 30/01/11
Ad onor di cronaca esiste anche un 8"3 manuale stabilito da Lucia Pierobon a Nova Gorica nel 2008, che di conseguenza rimane accanto ai tempi fatti segnare elettricamente fino a quando qualcuna di loro non scenderà sotto gli 8"30. La Gambelli, infine, 8"50 in finale: quindi due volte in una giornata sotto il precedente record. Meritato. 
Da Schio, poi, arriva il secondo record consecutivo di Antonio Maino nel lancio del peso M60. Pochi giorni fa avevo parlato del primo record (qui l'articolo): oggi, grazie alla notizia fornita da Rosa Marchi in un articolo su fidalveneto.it, ha spostato il limite nazionale da 13,53 a 13,71. E' il nono record italiano dall'inizio dell'anno tra i master. 

Daniela Ferrian e il record italiano ritrovato: 8"66 sui 60 F50

L'impianto di Aosta
Daniela Ferrian, è un'ex azzurra della velocità (storicamente potremmo porla tra le prime cinque sprinter italiane di sempre (magari al quarto posto), dopo il trio delle meraviglie, Levorato, Masullo e Bottiglieri. L'ingresso nel mondo master lo possiamo far risalire al 2009, allorché (ricordo bene) vidi in una gara in piemonte, fra i risultati, il suo nome (e cognome) e mi domandai se fosse stata proprio lei a ritornare in pista. Naturalmente era lei. Era il 18 di ottobre del 2009 e il suo esordio (a me noto) sulla gara ibrida dei 150 le portò in dote il record italiano dei 150 F45: 21"17. Da allora le sporadiche apparizioni le hanno portato nel corso del 2010 altri tre record italiani, due sui 200 e un altro sui 150, tutti poi battuti da Giuseppina Perlino. 4 record nel corso di meno di un anno erano davvero un bel biglietto da visita per una new entry. Nata nel 1961, quest'anno per lei è l'ingresso nella categoria F50, quindi occhio ai tempi! Ebbene, alla prima uscita, ieri ad Aosta arriva subito il monster-time di 8"66, cioè 24 centesimi in meno del tempo che Silvana Zucchi otteneva nel 2003. Tradotto in AGC il tempo equivale ad un sontuoso 92,43%, cioè traducibile come un 7"49 da parte di un'atleta di 22/23 anni. E così Daniela Ferrian. che si era vista togliere dalle mani i 4 record stabiliti fin'ora da quando era iniziata la sua seconda giovinezza sportiva, ne è tornata in possesso di un altro che sarà davvero difficile battere. Pensate solo che il record F45 è fissato a 8"55, cioè soli 11 centesimi in meno! Il suo 8"66 rappresenta quindi una prestazione di grandissimo spessore. Nelle prossime ore il report di tutti i risultati dei master. 

Mara Cerini disintegra il record degli 800 F40: 8" in meno!!

Una foto dal meeting di Magglingen
Dopo che meno di una settimana fa era caduto il record degli 800 F45 per mano (e grazie alle gambe, soprattutto) di Barbara Martinelli, ieri pomeriggio a Magglingen (presente!), miglioramento fotonico per gli 800 F40, stavolta grazie alla milanese Mara Cerini (1971) che ha chiuso i 4 giri (e un pezzetto, visto che la pista elvetica è lunga circa 186 metri) nell'incredibile tempo di 2'12"80 (qui il link ai risultati)Il vecchio record era detenuto dalla mia concittadina capriolese (ma anche lei immigrata come me) Laura Avigo, che nel 2008 a Genova aveva corso in esattamente 8 secondi in più, 2'20"80! La curiosità mi ha portato a verificare il record europeo (che comunque Mara non avrebbe potuto scrivere, visto che i record europei e mondiali si basano sulla data di nascita e non sull'anno). Ma il record (europeo e mondiale) è assolutamente fuori portata: 2'01"59, della russa Yekaterina Podkopayeva, stabilito nel 1994 a Grenoble, in Francia. Riflessione sulla dimensione statistica del record: il tempo corso dalla Cerini equivale ad un 87,67% AGC, che trasmigrato nel tempo ad una ragazza di 22 anni diventa 2'09"21. Il precedente record della Avigo era fissato invece a 83,48%. Non è la prima volta che registro dei record F40 con percentuali inferiori a quelli delle corrispondenti specialità nelle altre categoria, e la ragione è sociologica (se mi passate questa analisi) ed è legata alla maternità. Statisticamente l'età alla maternità si sta alzando, coinvolgendo donne sempre più oltre i 35 anni e più verso i 40. Chiaro che poi il lavoro di mamma (il più bello mai visto sulla faccia della terra) coinvolga, fra le altre, anche le atlete, che iniziano pertanto a trovare tempo per sè stesse non solo dopo la maternità, ma anche dopo che i figli sono diventati minimamente autosufficienti. In generale, eh! Mica sempre! Questo avviene solitamente dopo i 40 e più verso i 45, dove l'atletica master italiana al femminile risulta la più intraprendente ed entusiastica. 

28/01/11

Nicola Ciotti: 2,22 e record M35 eguagliato

Nicola Ciotti
Quest'anno diversi atleti top dell'atletica italiana entrano nel mondo M35 (nati quindi nel 1976). Grande attesa quindi in primis sui fratelli dell'alto Ciotti (ma non dimentichiamo nemmeno i triplisti Fabrizio Donato e Magdelin Martinez): quindi in molte specialità ci si aspetta un riscrittura dei record M35 italiani. Ormai la longevità atletica si sta spostando sempre più in avanti, favorita anche dalla mancanza di valide alternative giovani. Ne dà già notizia Corbelli su Atleticanet, che riprendo a mia volta. Nicola Ciotti, al meeting in Cechia di Trinec (qui il link ai risultati) ha valicato l'asticella a 2,22, che eguaglia l'ormai ultradecennale primato di Luca Toso che a Genova nel 1999 riuscì a oltrepassare la stessa misura. 5° record over-35 battuto o eguagliato nel 2011 dagli over-35 italiani (uno anche mondiale e naturalmente europeo, con Elisa Neviani). Il record mondiale ed europeo indoor di un M35 è il 2,30 di Dragutin Topic (ve lo ricordate? Campione Europeo a Spalato '90!) saltato due anni fa a Novi Sad, in Serbia. 

Il fallimento di Rams-Arese II nei numeri... su Atleticanet

La 4x100 di Barcellona... un argento vinto o un oro perso?
Mentre sulla rivista periodica "Atletica" il faraone della seconda dinastia sulla via del tramonto, Arese II ostenta una sicurezza ed entusiasmo (artificiale) che non sarebbe il caso di esibire in questi periodi di decadenza spinta, figlia della presa in giro collettiva sul giudizio di Barcellona '10 (mirabolante evidentemente, nonostante il 17° posto in Europa nel medagliere... ma quante nazioni ci sono nel vecchio continente? 30?). Sull'argomento avevo già speso qualche riga un paio di settimane fa con il titolo indiziario "la mistificazione dei numeri: come la Fidal crea un mondo che non c'è" che criticava (e sbugiardava) la notizia tendenziosa di un'ipotetica crescita dei tesserati iscritti alla Fidal nel 2010. Cifre da capogiro, un successo senza precedenti purtroppo non corroborati dalle prestazioni degli atleti di élite e da ciò che si vede quotidianamente su piste di allenamento e in gara: verrebbe da riassumere così il senso dell'articolo made-in-Fidasics. Avevo dimostrato come in realtà gli aumenti dei numeri dipendessero esclusivamente dagli esordienti (un numero gonfiato con meccanismi quasi ridicoli di tesseramento) e dai master. Aggiotaggio? E pensate: nel citato articolo del sito ufficiale della Fidal, venivano citati soltanto gli incrementi positivi, mentre quelli negativi erano stati tutti occultati, in un panorama davvero da Egitto Mubarakiano (che sta imbavagliando tutti i siti internet impedendo che vengano inviati gli sms dai cellulari). Su Atleticanet viene fatta invece un'analisi puntuale sui numeri che attestano senza dubbio alcuno, come l'atletica in Italia stia lentamente morendo. Qui l'articolo di Corbelli dal titolo "La Fidal ha dato i numeri... del 2010". Due dati su tutti: gli esordienti, nonostante un esercito di 37000 tesserati, producono una riduzione nel numero di tesserati sulla categoria successiva, i ragazzi. Paradossale!! Cioè, vista in altro modo: all'aumentare della base di tesserati tra gli esordienti, diminuiscono i tesserati in valore assoluto delle categorie superiori! Un enigma, evidentemente, ma dalla soluzione facile: i tesserati tra gli esordienti sono finti-tesserati, quelli che fanno i plessi scolastici solo per partecipare ai surrogati dei giochi della gioventù. Non sono ragazzini che abbracciano l'atletica, ma ragazzini che praticano altri sport e che per un giorno, uno solo, vengono coinvolti nella corsa campestre della scuola, o nel lancio del vortex della fase zonale di qualche manifestazione. Punto. Per la Fidal tutti tesserati: e i numeri crescono esponenzialmente (fortunatamente questi tesserati devono pagare quasi nulla, essendo il peso delle tasse quasi integralmente sul mondo master). Come giustamente rileva Corbelli, tutto fumo. Il dato totale dell'atletica italiana, purgato da questa demenzialità artificiale, non è 172.000, ma bensì 135.000. Rispetto al 2000, anno con il quale la Fidal fa le proprie valutazioni, un 16,2% in più. Ma anche qui cade l'asino. In realtà ragazzi, cadetti, allievi, junior, promesse e senior nello stesso periodo hanno visto un calo dell'11,7% e tutto il surplus lo costituiscono la fiumana incessante di master che ogni anno, nonostante la gestione umiliante degli ultimi mesi (cancellata la finale dei c.d.s., campionati di società stuprati da regole prive di senso, tasse di partecipazione alle gare, soprattutto su strada) ha visto una crescita stupefacente. Addirittura quasi il 48%!! Dati interessanti per quanto riguarda il peso delle singole categorie: i master/amatori hanno ormai raggiunto il 60% del totale, ma ricevono lo 0% delle risorse (e delle iniziative). Crollo delle categorie dai senior agli allievi, sprofondate al 17,3% totali contro il 22% del 2000. Ma c'è ancora qualcuno che ha voglia di credere a Rams-Arese II nascosto nel suo bunker? Ancora due anni di patimenti, purtroppo (e mistificazioni della realtà). Sembra di vedere un'altra storia tanto in voga in questo periodo.

Manuela Levorato: 7"31 e sono 3 volte sotto il minimo

L'impianto di Chemnitz
Ieri sera a Chemnitz, in Sassonia, altro colpo di Manuela Levorato sui 60 metri, che sancisce una volta di più il diritto della padovana ad essere sui blocchi dei Campionati Europei Indoor di Parigi. 7"31 in batteria e 7"35 in finale, dove è giunta terza battuta dalla ghanese Anim Vida e dall'irlandese Ailis McSweeny, rispettivamente con 7"30 e 7"34. E dire che dopo le batterie la "manu" aveva il miglior tempo, dopo aver regolato la stessa McSweeny. Due volte annichilita (sia in batteria che in finale) la russa Mariya Bolikova (coscritta della Levorato) e che nel seeding 2011 ha già corso in 7"30 a Omsk e possibile avversaria proprio dell'italiana a Parigi. Il resto del meeting ha visto la vittoria di un altro africano nei 60: Egwero Ogho-Oghene che ha siglato un buon 6"64. In ottica Parigi 2011 si è messo in luce il francese Jimmi Vicaut con 6"66, e il tedesco Christian Blum con 6"67. Gli altri sprinter tedeschi: Martin Keller 6"71 e Thobias Unger 6"74. Nei 1500 il keniano di turno, Nixon Chepseba spara un mostruoso 3'35"78, ma sorprende il 4° (dopo un paio di altri africani): il ventenne francese Jamale Arras, cui il tempo di 3'41"42, regala una visibilità internazionale. Sarà quasi sicuramente presente a Parigi. Nei 60hs Petr Svoboda migliora di un centesimo il già suo miglior tempo mondiale dell'anno, spostandolo da 7"56 a 7"55 (7"57 in batteria). Ma non dimentichiamo anche l'olandese Gregory Sedoc (trentenne) 7"67. Il solito Renaud Lavillenie vince la gara di salto con l'asta a 5,80, provando poi vanamente 6,03. 6° il trentanovenne Tim Lobinger, con 5,30. Nel lungo Nils Winter "corto", con un modesto per lui 7,75 che lo relega al terzo posto, battuto dal connazionale Alyn Camara (7,86). Un altro tedesco, Ralf Bartels vince la gara di lancio del peso con 20,24 (in tre sopra i 20). L'elvetica Lisa Urech vince i 60hs con 8"06. Arriva anche il record tedesco indoor: è quello siglato da Katja Demut nel triplo, dove ha vinto la gara con 14,45. Un'avversaria di Chiara Rosa oltrepassa i 18 metri: è Christina Schwanitz che ha gettato il peso fino a 18,05. Qui il link ai risultati.   

27/01/11

Verso Parigi 2011: i 60 femminili agli Euroindoor premiano Marisa Masullo e Rita Bottiglieri

Marisa Masullo
Dopo che ieri sera mi sono attardato a disquisire della storia del triplo maschile italiano agli Europei Indoor (una sorta di tributo a Fabrizio Schembri e al suo minimo ottenuto), stessa cosa facciamo oggi con i 60 femminili, stavolta per rendere omaggio alla seconda atleta italiana ad aver ottenuto il lasciapassare per Parigi '11, Manuela Levorato (pazzesco... solo due atleti azzurri col minimo a 3 settimane dalla deadline!). Nella storia delle 31 edizioni di questa manifestazione (cui si aggiungono le 4 prodromiche definite allora "Giochi Europei"), si contano 42 presenze di atlete italiane, dato comprensivo di tutti i turni sostenuti dalle diverse atlete nel corso di ogni edizione. Le 42 presenze, spremute di tutti i turni, si trasformano in 26 partecipazioni (quest'ultime sono il dato che la Fidal considera a tutti gli effetti valido per indicare il numero di maglie azzurre, ma sapete che su questo dato non sono assolutamente d'accordo: se la Nazionale di calcio annovera tra le presenze ogni turno passato, perchè nell'atletica sia chi si ferma in batteria che chi supera 4 turni deve avere un solo caps? E' la legge del merito che suffraga questa necessità di soppesare in maniera diversa la qualità della partecipazione ad una grande manifestazione: quindi un turno, un caps. Tre turni, tre caps). Le atlete italiane che hanno partecipato a questa specialità nei 45 anni della manifestazione sono state 13, e capeggia la classifica delle presenze Marisa Masullo con 7 caps, davanti a Rita Bottiglieri e Cecilia Molinari con 5, quindi Manuela Levorato e Anita Pistone con 4. Per quanto riguarda il dato riferito alle sole edizioni (avulso dai turni passati) capeggiano questa particolare classifica con 4 partecipazioni Marisa Masullo (presente alle edizioni '78, '80, '83 e '90) e Cecilia Molinari ('70, '71, 73', '75). Manuela Levorato, se fosse convocata dopo il minimo ottenuto un paio di settimane fa, salirebbe a 3 presenze, dopo quella di Valencia '98 e Gand '00. Marisa Masullo è riuscita a partecipare a due edizioni di Europei a distanza di ben 13 anni (Milano '78 e Glasgow '90). Se Manuela Levorato dovesse essere sui blocchi dell'impianto indoor di Parigi, supererebbe questo record, visto che tra l'edizione del '98 a Valencia e quelli di quest'anno intercorrerebbero ben 14 stagioni. Tra le presenze "strane" (nel senso che praticavano un'altra specialità) nella storia dei 60 femminili agli europei troviamo la triplista Antonella Capriotti (nel 1982 a Milano) e quello dell'ostacolista Carla Tuzzi nel 1996 a Stoccolma. 
L'aspetto tecnico: dicevamo, 26 partecipazioni. 13 qualificazioni a semifinali o direttamente alla finale, e 13 uscite al primo turno. 50% di "passabilità", se così la vogliamo chiamare. Due medaglie vinte, il bronzo di Marisa Masullo a Budapest 1983 dove la milanese giunse terza con quello che è tutt'ora il record italiano di 7"19 e l'altro bronzo di Rita Bottiglieri nel 1977 a San Sebastian con 7"34. Solo 5 le finali conquistate (sempre su 26), quindi poco meno del 20% delle atlete azzurre schierate sui 60 è arrivato a giocarsi un europeo. Ma ciò significa anche che chi arriva in finale ha il 40% di possibilità di vincere una medaglia. Rita Bottiglieri è giunta anche 5^ nel '75 a Katowice (l'unica ad arrivare due volte in una finale), mentre le altre due finaliste, sono state Anita Pistone e Maria Aurora Salvagno nell'ultima edizione di Torino '09. Stranamente nessuna finale per Manuela Levorato, che proprio nel suo periodo migliore (dal 2001 al 2005) non partecipò ad alcuna edizione di questa manifestazione. Nelle sue due partecipazioni si è infatti fermata sempre in semifinale. 
I tempi: chiaramente il miglior tempo ottenuto durante gli Euroindoor è il record italiano di 7"19 della Masullo. Anche il secondo tempo gli appartiene, ottenuto sempre nella performante edizione dell'83 (7"23 in batteria, poi si andava direttamente in finale). I successivi quattro tempi sono tutti ad appannaggio di Manuela Levorato, nelle quattro volate che l'hanno vista protagonista nelle due partecipazioni: 7"26, due volte 7"27 e un 7"29. Al terzo posto Anita Pistone con 7"32, nella semifinale di Torino '09. 

26/01/11

Verso Parigi 2011: Il triplo italiano agli Euroindoor

Parlando del minimo ottenuto da Schembri, mi è venuta da fare questa riflessione statistica sul salto triplo italiano agli Euroindoor. Ebbene, iniziamo dal fatto che se potessimo contare le presenze ai campionati europei indoor degli atleti italiani raccoglieremmo 29 caps (tra qualificazioni e finali). Le 29 presenze si riducono di fatto a 24 partecipazioni (ma secondo me, il fatto di passare le qualificazioni attribuirebbe due presenze, non una nell'overall di maglie azzurre). Nel club azzurro dei presenti agli euroindoor del salto triplo si trovano solo 9 atleti, nonostante la storia dei campionati continentali indoor sia ormai ultra quarantennale. Dario Badinelli vanta 7 presenze, ed è l'atleta italiano con più presente nel salto triplo. 4 gettoni (e 5 caps) per la leggenda di Mexico-68 Giuseppe Gentile (ma tenete presente che le prime edizioni fino al 1968 non erano considerati ancora Campionati Europei), così come Roberto Mazzuccato. A 3 presenze (e 6 caps) si ferma Fabrizio Donato. 2 Paolo Piapan, e a 1 Alessandro Ussi, Paolo Camossi, Salvatore Morello e Daniele Greco. Fabrizio Schembri, che la settimana scorsa ha ottenuto con 16,93 il lasciapassare per Parigi '11 (teorico... perchè poi la Fidal vuol sempre avere l'ultima parola) potrebbe essere quindi il decimo atleta italiano a cimentarsi in questa specialità ad un campionato europeo indoor. Per quanto riguarda i risultati, l'apogeo della specialità è stato raggiunto da Fabrizio Donato nell'edizione 2009, quella torinese, dove sulla magica pedana del Lingotto (erano lì, no?) riuscì a stampare un bestiale 17,59. Per trovare un'altra medaglia bisogna tornare invece all'edizione 2000 di Gand, in Belgio, quando Paolo Camossi riuscì invece a giungere terzo con 17,05. Statisticamente si contano 16 piazzamenti tra il 4° e l'8° posto (fino cioè a quella posizione che le Federazioni ritengono "significativa" per un'ipotetico campionato a squadre). Due quarti posti (Donato a Vienna '02 e Gentile nell'edizione del '66 di Dortmund), tre quinti: Badinelli nel 1989 a L'Aja, in quella che rimane la sua miglior prestazione in un Europeo. Ancora Giuseppe Gentile a Madrid nell'annata d'oro 1968, e Paolo Piapan a Milano nel '78 (l'edizione passata alla storia per la presenza sulla pedana dell'alto dell'Angelo Biondo). Roberto Mazzuccato ha ottenuto due settimi e due ottavi posti, mentre è significativo come Dario Badinelli fosse arrivato ben sei volte tra i primi 8 in una finale continentale. Se è chiaro che non è stato il triplista più vincente, di sicuro il bresciano è stato quello più longevo ad alti livelli. Lo stesso Fabrizio Donato, che quest'anno fa-35, nonostante sia stato l'atleta con più anni di attività ad alto livello, porta nel proprio carnet un numero inferiore di finali. Proprio sulla longevità in questa particolare manifestazione si può disquisire: Dario Badinelli, tra la prima e l'ultima edizione di Euroindoor cui ha partecipato, ha lasciato intercorrere 8 anni (dal 1983 al 1990). Fabrizio Donato, partecipando sia all'edizione 2000 sia a quella del 2009, ha già coperto un arco temporale di 10 anni. Partecipando anche quest'anno arriverebbe a 12 anni... sulla breccia. Sempre Dario Badinelli è stato l'atleta che ha collezionato più presenze consecutive ad un Europeo (4, dal 1983 al 1986). 
Dicevamo 24 partecipazioni (e 29 caps): su 24 partecipazioni, tenendo presente che in molti campionati si è svolta la finale diretta, solo in 3 casi non vi è stato accesso alla finale dal turno preliminare: la prima vittima illustre fu proprio Giuseppe Gentile a Praga '67 (fuori con 15,51). Poi è toccato in tempi recenti a Salvatore Morello (nel 2005, fuori con 15,82) e l'estroso Daniele Greco, vittima ormai di inciampi illustri (15,76 a Torino 2009). Quindi: in 8 circostanze gli italiani hanno fatte le qualificazioni, ed in 3 sono usciti dalla porta di servizio. 
Le misure: sarà un caso, ma le uniche due circostanze in cui un italiano ha superato la fettuccia dei 17 metri ha conquistato una medaglia europea (l'oro di Donato e il bronzo di Camossi). Nella lista all-time dei campionati troviamo poi il 16,90 sempre di Donato che gli valse il quarto posto a Vienna '02 e quindi il 16,86 in qualificazione di Camossi a Gand '00, l'edizione che lo vide sul podio col citato 17,05. Badinelli si è fermato al 5° posto di questa classifica avulsa con il 16,67 di Madrid. Qualcuno dovrebbe scrivere la storia di Dario Badinelli: un atleta che per molti versi si è fermato alle soglie del paradiso. Una longevità sportiva senza precedenti, ad alti livelli in cui è mancato sempre quel pizzico di fortuna che lo portasse a vincere una madaglia prestigiosa. Riflessione: su 29 caps (tra qualificazioni e finali) solo 11 sono prestazioni sopra i 16,50, che rappresenta una soglia di visibilità minima. C'è da dire che nei suoi 6 caps, Donato non è mai andato sotto questa soglia, così come Camossi, che però ha partecipato ad una sola edizione di Campionati Europei. In 7 non hanno invece raggiunto la soglia dei 16 metri (ed infatti in questa "fossa" si trovano ovviamente i 3 unici eliminati della storia del triplo italiano agli Euroindoor). 

Chi ha il minimo per gli Euroindoor di Parigi? Per ora in due

Fabrizio Schembri, uno dei due atleti italiani per ora a Parigi
Mancano tre settimane per ottenere il minimo per gli Euroindoor di Parigi 2011, ma al momento solo due atleti (Manuela Levorato e Fabrizio Schembri) sono gli azzurri che hanno ottenuto il limite per volare in Francia. Nelle prossime settimane i migliori atleti italiani inizieranno a girare per l'Europa in cerca di manifestazioni che diano il pass per l'Europeo (in Italia, l'unico impianto degno sarà oberato da impegni istituzionali). Si è infatti ancor in attesa dei balzi di Howe, dei salti di Gibilisco, delle volate del CoDiCe (Collio, Di Gregorio e Cerutti), del doppio-giro di Vistalli, e ancora Cusma, Obrist, Rosa, Di Martino, Donato... aspettiamo e teniamo aggiornato il tabellino degli eletti, che per ora, tristemente, è fermo a due.
  • 60 metri: tra le donne la prima ad aver staccato il biglietto è stata Manuela Levorato con il suo 7"32 (minimo a 7"33), che è anche l'11° tempo europeo dell'anno (davanti addirittura 3 ucraine dopo la famosa riunione di Sumy dove hanno fatto registrare l'arcinoto 7"14 e un 7"23). Altre italiane al momento molto lontane: la prima è Doris Tomasini con 7"57 ed è quindi difficile pensare ad un secondo pass per questa specialità a meno che la Federazione si inventi qualche cosa per non vedere i musi lunghi di Di Mulo & c. pascolare per le hall degli alberghi parigini alla disperata ricerca di un'altra velocista. Al maschile il migliore sin'ora è stato Jacques Riparelli con il suo 6"72 di Udine, a 5 centesimi dal limite di 6"67 fissato dalla Fidasics. Ma qui il discorso è più fluido, visto che i tre drake dei 60 indoor non hanno ancora aperto il pacco: i due medagliati di Torino '09 (l'argento Fabio Cerutti e il bronzo Emanuele Di Gregorio) e soprattutto Simone Collio. 6"67 non è certo un risultato facile, ma chiaramente nelle corde di ognuno dei tre moschettieri, vista la stagione 2010. Nel frattempo segnalo il redivivo Stefano Dacastello con 6"79.
  • 400 metri: L'unica in grado di poter ambire al minimo fissato dai luminari, sembra essere naturalmente Marta Milani. Il minimo è 53"00, lei ha corso questo fine settimana in 53"61 ad Ancona. Questo risultato è anche il 18° al mondo mentre sto scrivendo, e 13° in Europa. Ma nelle 12 davanti a lei ci sono ben 8 russe (!!) quindi al conto bisognerebbe toglierne almeno 5 per pensare in ottica Campionato Europeo (il massimo di atleti per nazione dovrebbe essere sempre 3). Con 52"6/52"7 è ipotizzabile addirittura pensare alla finale. Siamo sicuri che la Federazione anche con 53"6 la voglia tenere fuori? Vediamo dove si colloca l'intelligenza dei selezionatori... Dietro di lei Bazzoni e Spacca sopra i 54" non sembrano poter valere l'attuale limite. Grenot non pervenuta per la stagione indoor: vedremo agli italiani se non farà la sua comparsa. Tra gli uomini il limite è 47"00. Tempo assai impegnativo (come tutti gli altri del resto). Per ora nessuno si è avvicinato nemmeno lontanamente ad esso, ed un solo atleta, Haliti, è sceso sotto i 48". Ma è anche vero che non sono scesi ancora i big: Andrea Barberi, Claudio Licciardello e soprattutto Marco Vistalli. Poi ci sono tutti quegli atleti come Fontana, Galvan (non si era sottoposto ad un'operazione?). Diciamo che il più forte del 2010 è al momento quello cui bisognerebbe puntare, visto lo stato di forma, anche se la sua condotta di gara trasposta al coperto potrebbe risultare troppo rischiosa (parte in maniera molto accorta, per distribuire in maniera molto equilibrata). 
  • 800 metri: Tra le donne ci si aspetta sempre Elisa Cusma, ma senza disdegnare il ruolo che si è ritagliata Daniela Reina a livello internazionale (minimo 2'02"80). Aspettiamo il loro esordio. Specialità che sta invece passando un brutto momento tra gli uomini. Finiti i tempi di D'Urso, Benvenuti, Longo et alii che in questa meravigliosa specialità dal fascino anglosassone dettavano legge in Europa. Tra giovani acerbi e false promesse siamo molto retrocessi nel seeding continentale. L'unico che potrebbe ambire all'1'48"30 (più che tempo da finale, sembra un tempo da medaglia che, pensate, al mondo attualmente non ha ancora ottenuto nessuno!!) fissato dalla Fidasics, potrebbe essere Lukas Rifesser o Christian Obrist (che predilige però i 1500). 
  • 1500 metri: la grande sorpresa l'ha fatta il mantovano Marco Najibe Salami, con il suo 3'44"94, che è il nono tempo mondiale del 2011 nonchè il 4° in Europa. Chiaro: mancano in tanti all'appello. Ma il minimo è 3'42"10, che non è certo facile. Di sicuro gli italiani assoluti, che saranno la vera prova che deciderà la comitiva per Parigi, vedranno la sfida Salami vs Christian Obrist, che di manifestazioni internazionali ha ormai un lungo elenco nel proprio carnet: peccato che gli manchi sempre quel quid di personalità in più in gara per scrivere in una grande manifestazione il proprio nome. Tra le donne, a meno che la Cusma voglia cimentarsi in questa specialità, non si vede proprio nessuno all'orizzonte. Altra specialità estinta sotto la dinastia di Rams-Arese II. 
  • 3000 metri: tra le donne, per un lungo periodo ci si è salvati con la tenacia di  Sylvia Weissteiner, che va per i 32 anni e ha passato un 2010 non esaltante. Rimane come specialista delle specialità medie in pista solo Elisa Romagnolo, che però dopo il grande 2009, ha subito anch'essa una flessione nel 2010. Rimane Federica Dal Ri (l'anno scorso 9'05 con il minimo a 9'03") su cui sperare in una convocazione. E dire che tra le donne in questa specialità nel passato si è portato a casa un ricco bottino (due ori ed un argento con la Possamai, e il bronzo con la Weissteiner nel 2007). Tra gli uomini stesso discorso: solo 4 anni fa Cosimo Caliandro vinceva a Birmingham l'oro che faceva il paio con quello di Gennaro Di Napoli di 15 anni prima. Purtroppo fu solo l'apice di una carriera che sembrava dover prendere il volo. Ora su chi si punta? Ancora su Meucci e Lalli, che sembrano gli unici due fondisti di una certa caratura internazionale (in subordine La Rosa)? Ma non verranno già impiegati per i mondiali di cross? 
  • 60hs: il livello tra gli uomini si è livellato... peccato che lo abbia fatto verso il basso. Ora i migliori veleggiano tra i 7"8 e i 7"9, ed è difficile pensare che qualcuno quest'anno possa correre in 7"72. Per ora il poliziotto Emanuele Abate ha corso in 7"83. Solo lui e Giorgio Berdini (7"98) sono scesi quest'anno sotto gli 8". Aspettiamo comunque le prossime tre settimane. Donne: Giulia Pennella (1989) è sicuramente un cavallo di razza con il suo 8"38 (8"15 il minimo) ma è ancora lontana dai vertici internazionali. Aspettiamo il ritorno di Micol Cattaneo, praticamente ferma da un paio di stagioni, ma sulla via del completo recupero. Si dovrà però guardare da colei che al momento ha la leadership della specialità, Marzia Caravelli (per ora ferma a 8"46).
  • alto: la Federazione ha chiesto alle donne di saltare 1,92 per andare a Parigi. Alessia Trost per ora si è fermata a 1,86 che è una gran misura, ma non ancora sufficiente per vidimare il biglietto al check-in. Antonietta Di Martino? Aspettiamo ancora lei per dire la nostra a livello internazionale. Tra gli uomini quest'anno è proprio dura: 2,27 sembra essere nelle possibilità del solo Marco Fassinotti e Filippo Campioli (2,28 l'anno scorso). Gli altri (gli storici saltatori che hanno caratterizzato la specialità nella prima decade del XXI secolo... gli ultratrentenni Andrea Bettinelli, i fratelli Ciotti, Talotti) nel 2010 non sono mai riusciti a oltrepassare i 2,25. 
  • asta: un solo nome: Giuseppe Gibilisco, a coprire un vuoto pneumatico che solo il figlio di Gianni Stecchi potrebbe ovviare nell'immediato futuro. Si cimenterà Gibilisco nella indoor season? Tra le donne l'impressione è di molte ottime interpreti cui manca la stellina. Anna Giordano Bruno nel frattempo ha mancato di un niente il minimo (4,30 contro 4,35) e sembra solo questione di tempo per vederla oltre quel limite (20° risultato al mondo al momento, ma solo 17^ in Europa!). 
  • lungo: l'eterno salvatore della Patria sarà Andrew Howe (bisogna capire se questi saranno i sui programmi). Per ora però si è messo in luce Stefano Tremigliozzi, 7,75 e 19° risultato al mondo e 11° in Europa. Tra le donne cenni di risveglio anche se il minimo (6,55) sembra davvero un affronto alla logica delle cose. La migliore è per ora Tania Vicenzino con 6,28. Un pò troppo lontana..
  • triplo: Fabrizio Schembri è il secondo atleta italiano che nel corso del 2011 ha ottenuto il minimo per Parigi. Solo due? Sì, solo due. Il minimo era fissato a 16,80 e Fabrizio ha piazzato un ottimo 16,93, che è la seconda prestazione mondiale dell'anno, dietro al marziano francese Teddy Tamgho. Obiettivo finale quasi certificato: esserci non può più essere il suo obiettivo. E si è in attesa di Fabrizio Donato, mentre Daniele Greco sembra ad andare a corrente alternata. Tra le donne naturalmente si è in attesa che ritorni la medaglia d'argento di Barcellona Simona La Mantia, mentre Magdelin Martinez (da quest'anno... F35) nel 2010 è stata sotto i 14 metri. Avrà un sussulto di orgoglio?
  • peso: solo tra le donne ci sono le uniche possibilità di partecipazione a Parigi: 17,44 l'esordio di Chiara Rosa (ma 18,00 il minimo). Unica pretendente attuale a partecipare agli euroindoor. Tra gli uomini ottenere quasi 20 metri (19,90 per la precisione) sembra una professione di fede. 

25/01/11

Il top-20 Agc della settimana

AGC
GARA
RESULT
cat
no
ATLETA
LOCALITA'
DATA
98,72
60
7"16
M45
1964
LONGO MARIO
NAPOLI
22/01/2011
93,65
60
7"20
M40
1969
CHIAPPERINI PAOLO
CASAL DEL MARMO
23/01/2011
93,22
60
8"35
M60
1950
ROSELLA GIANCARLO
CASAL DEL MARMO
23/01/2011
91,55
60
8"00
M50
1959
SISTI ENRICO
CASAL DEL MARMO
23/01/2011
91,52
60
7"78
M45
1963
MORELLI GIULIO
ANCONA
23/01/2011
91,10
60
8"77
M65
1946
MALLARDI GIULIO
ANCONA
23/01/2011
90,98
ALTO
1,80
M50
1950
MASTROLORENZI MARCO
RIETI
22/01/2011
90,91
60
8"08
M50
1960
NERONI VITTORIO
CASAL DEL MARMO
23/01/2011
90,39
60
7"82
M45
1964
DE FEO ALFONSO
CASAL DEL MARMO
23/01/2011
90,28
60
9"69
F55
1952
MICHELETTI ANNA
CASAL DEL MARMO
23/01/2011
90,13
60
8"24
M50
1957
MASI ROBERTO
ANCONA
23/01/2011
89,68
60
8"68
M60
1950
GASPARINETTI FRANCO
ANCONA
23/01/2011
89,64
60
7"49
M40
1971
CICCHETTI LUIGI
NAPOLI
22/01/2011
89,62
60
7"66
M40
1968
ACCIACCAFERRI PIERLUIGI
ANCONA
23/01/2011
89,36
60
7"91
M45
1964
VANZO LUIGI
UDINE
23/01/2011
89,11
60
7"99
M45
1963
TIFI ALESSANDRO
ANCONA
23/01/2011
88,96
60
8"52
M55
1954
BASILE GIOVANNI
NAPOLI
22/01/2011
88,55
60
7"87
M45
1966
MINICHIELLO CIRIACO
ANCONA
23/01/2011
88,16
Marcia 5 KM
20'45"60
M35
1976
MAGLIULO VINCENZO
NAPOLI
22/01/2011
87,46
ASTA
4,80
M40
1970
BEFANI GIACOMO
ANCONA
23/01/2011