31/08/10

Il Duca: bordate su Di Mulo, coach della velocità della nazionale italiana

C'era una volta un sport oggettivo - Il Duca

Ho sempre considerato l’atletica il più bello sport del mondo per la perfetta fusione di due elementi, per me, fondamentali: l’armonia dei movimenti e l’oggettività delle prestazioni. Dalla corsa ai lanci per finire coi salti, ogni disciplina è contrassegnata da queste due caratteristiche essenziali ed è per questo, mi scuseranno gli appassionati, che ho sempre considerato la marcia una specialità al di fuori dell’atletica leggera, in quanto si è costretti a fare movimenti controllati e poco armoniosi, ma soprattutto perché si è soggetti alla valutazione di molteplici giudici, sparsi lungo il percorso, che giudicano lo stile di marcia, con occhi sempre totalmente diversi. Ma, a parte questa eccezione, per ogni altra disciplina vige la legge del cronometro, del metro o dell’asticella da saltare e non possono esserci alternative, non ci possono essere raccomandazioni, il più forte prevale e riceve le giuste gratificazioni in funzione dei risultati oggettivamente ottenuti, laddove per gratificazioni si intendono le medaglie, ma anche e soprattutto le convocazioni per le più importanti manifestazioni internazionali, l’onore di vestire la maglia azzurra e, per le specialità di corsa veloce, la possibilità di far parte delle staffette
E già, questa è la bellezza dell’atletica, ma nella federazione delle banane puo’ succedere di tutto..
Nello stracitato film di Woody Allen l’ormai famoso Castrado, nel suo primo discorso da nuovo dittatore dello stato libero delle bananas, immaginario staterello del centro america, dichiarò al popolo festante che da quel momento la lingua ufficiale sarebbe stato lo svedese…”.
Ma veniamo ai fatti ed andiamo con ordine per raccontare ed evidenziare questa ennesima buffonata all’italiana, questa solita mistificazione della realtà ed esaltazione di personaggi di dubbio valore umano. Noi di Webatletica, già alcuni mesi fa, avevamo subodorato che qualcosa di strano stava accadendo nell’ambito delle staffette italiane e, per primi, avevamo evidenziato una notizia riportata su un trafiletto, dalla Gazzetta, in merito all’esclusione di Fabio Cerutti dalla staffetta azzurra di velocità. In un primo momento, dopo una iniziale serie di informazioni raccolte, avevamo creduto che tale clamorosa esclusione di uno dei tre più forti velocisti italiani fosse dovuta, in qualche misura, a dissidi interni con qualche suo compagno di squadra. Successivamente, però, avevamo avuto modo di appurare come tale sensazione fosse inesatta e che Cerutti si fosse, di fatto, autoescluso perché con il suo allenatore aveva deciso di non partecipare ad una serie di raduni federali organizzati ad hoc per amalgamare la squadra e, di fatto, provare la scienza del cambio… Avevamo, quindi, archiviato la questione, convinti certamente della totale buona fede degli atleti coinvolti, ma con la consapevolezza che qualcosa di strano ci fosse comunque sotto.
Ed i fatti ci hanno puntualmente dato ragione.
Prima, una strana convocazione per la Coppa Europa di Manuela Grillo per la staffetta femminile. "Strana" perché in quel momento aveva il 19° tempo in Italia sui 100 mt, ma chissà, poteva essere interpretato come un premio alla carriera e poi, di fatto, non era stata titolare nella prova effettiva.
Ma ecco il delirio, il misfatto si compie nel corso degli Europei, un delitto quasi perfetto perché nessuno se ne accorge, a parte ovviamente i diretti interessati. La peggiore spedizione italiana ad un campionato europeo di atletica viene etichettata, da ogni parte, come un grandissimo risultato tecnico ed il fiore all’occhiello di questa mistificazione della realtà diventa l’argento della staffetta 4x100 maschile ottenuto grazie al profeta del cambio, lo scienziato del passaggio del testimone: il prof. Filippo Di Mulo da Catania.
Immagino che ormai Arese abbia appeso foto del prof. in ogni luogo che frequenta e pare che, persino nella sua macchina, abbia messo un’immaginetta del profeta con scritto “non correre pensa a me”. Che poi… professore di cosa? Sicuramente non di psicologia perchè quando insegnavano tale materia lui sicuramente sarà sempre stato assente, un po’ come devono aver fatto Tomasicchio e Riparelli che, pur non avendo saltato un raduno federale, come concordato, sono stati accantonati nella composizione della staffetta, per far posto a due atleti, a cui rivolgiamo tutta la nostra stima, ma che erano andati meno forti di loro, per tutto l’anno. Quindi l’unica spiegazione è che andavano ai raduni, ma non partecipavano alle lezioni e quindi non sono stati promossi o, forse, sono due capoccioni e non si sono applicati… chissà? Ed allora, se qualcuno ancora non avesse colto bene il senso, vediamo il vero autentico misfatto di cui nessuno ha parlato: la 4 x 100 femminile. Composizione squadra che ha fatto le semifinali:
Jessica Paoletta, Tiziana Maria Grasso, Giulia Arcioni, Audrey Alloh.
Tempo ottenuto in batteria 44”15, seste. Tempo utile per qualificarsi 43”90. Fuori.
Ma analizziamo le partecipanti
  • Jessica Paoletta, tempo dell’anno in Italia 11”52
  • Giulia Arcioni, tempo dell’anno 11”58
  • Audrey Alloh, tempo dell’anno 11”69
  • Tiziana Maria Grasso 34° tempo dell’anno 12”10 a Catania, con vento +1,9
Lo so, non ci si può credere ed è per questo che ho voluto riportare le classifiche ufficiali in modo tale che possano giustamente risentirsi tutte quelle atlete che il cronometro ha oggettivamente segnalato come più veloci della Grasso. Vorrei, tra tutte, citare subito la Giovanetti, la Draisci e la Salvagno che non hanno avuto il giusto premio per la loro ottima stagione, prima di arrivare all’apoteosi dell’obbrobrio, dell’insensibilità e dell’ arroganza più totale. Prof. Di Mulo, ci spieghi dunque, se ha coraggio, ma non è certo una dote di Castrado e dei suoi sgherri piu’ fidati, l’esclusione della Levorato. Sinceramente pensavo che Manuela si fosse fatta male durante la non brillante batteria ed invece... stava benissimo, salvo essere incappata in una prestazione non esaltante, figlia sicuramente della tensione, della voglia di strafare e di voler mettersi in mostra dopo anni atleticamente travagliati. Sappiamo per certo che la Levorato aveva aderito al programma federale e partecipato a tutti i raduni imposti dal guru dei cambi, con evidenti sacrifici considerato i suoi fondamentali doveri di mamma. La partecipazione alla staffetta, oltre ad essere un diritto per lei che è stata, oltre ad esserlo attualmente, la più forte velocista italiana di tutti i tempi, sarebbe stata una garanzia certa di finale e soprattutto il minimo premio per tutto quello che ci ha regalato negli anni, oltre che per l’impegno profuso da quando ha ripreso ad allenarsi.
Metterla da parte come un calzino bucato è stato un atto spregevole ed è per questo che la mia disistima per il Prof. Di Mulo è infinita, per non parlare del fatto, non facciamo finta di dimenticarlo che, grazie a lui, abbiamo perso un oro certo nella staffetta maschile e ci siamo fatti deridere pubblicamente per questo, da un certo sig. Le Maitre, sulle televisioni francesi.
Ma questa è la punta dell’iceberg dell’arroganza della federazione e dei suoi uomini; ci sono tantissime situazioni che potrei raccontare, ma non posso essere il solo a farlo. Ha ragione il mio amico Riccardo, la colpa non è solo di Arese, ma anche e soprattutto di quelli che potrebbero contestarlo e non lo fanno perché, in fin dei conti, va bene cosi’…. Se tante piccolissime voci come la nostra si levassero, allora veramente qualcosa potrebbe cambiare e la federazione delle banane tornare ad essere una vera federazione del piu’ bello sport oggettivo del mondo.

IL DUCA

Preparatevi: domattina il Duca sparerà una cannonata inaudita

Dopo aver appreso l'ultimo oracolo del Duca, opinionista di Webatletica, preceduto da una sua manifestazione terrena, per quanto eterea (un sms) mi sembra necessario anticipare e lanciare quella che sarà una bomba del Duca, e che verrà pubblicata nella prima mattinata di domattina, proprio su Webatletica. Mai la sua ars retorica aveva raggiunto questi livelli eccelsi di logica evidenza, e vi assicuro che appena letto il suo intervento, ho strabuzzato gli occhi. Davvero questa Federazione (la Fidal) ci sta prendendo tutti in giro, e ci sta facendo credere che le pantegane sono in realtà levrieri? Ve ne convincerete dopo aver letto il trattato di logica del nostro dignotario di Corte. Il caso di specie, ve lo assicuro, è davvero scandaloso, tanto che mi sto convincendo ad aprire un gruppo su facebook per creare un gruppo di pressione e rimuovere questo tecnico osannato dal novero della Fidal (anche se probabilmente sarebbe da rimuovere tutta la Fidal, giunti a questo punto imo della parabola discendente dell'atletica italiana).

30/08/10

Rieti: Carter sull'olimpo degli sprinter - Rudisha l'imperatore degli 800

(foto Iaaf) - Il tempo di Nesta Carter ottenuto a Rieti è un diamante che scompone la luce di mille considerazioni: la prima è un interrogativo: abbiamo trovato il quarto giocatore al banco del poker? Bolt, Gay e Powell stavano giocando la loro partita da un paio di anni e non si aspettavano che al banco si potesse sedere un altro giocatore. Quindi hanno alzato lo sguardo dalle proprie carte... e si sono dovuti spostare per fargli un pò di posto al nuovo venuto. Ora Nesta Carter nel giro di tre settimane è entrato nell'empireo dei velocisti assisi (era più bello usare un passivante tipo assisisi) sull'Olimpo del Dio Kronos. Il suo 9"78, oltre che ad essere il miglior tempo dell'anno al mondo al pari di quello corso da Tyson a Londra (anche se in condizioni disperate per i muscoli serici degli sprinter) è pur sempre la 16^ prestazione all-time, delle 21 "lecite" corse sotto i 9"80 dall'essere umano nella sua storia. Solo quattro uomini erano fin'ora scesi nella città di Dite, negli inferi sotto la barriera del 9"80 (regolare): Usain Bolt (che vanta 6 prestazioni sotto tale limite), Asafa Powell (7 gare, al momento epigono di Virgilio nell'accompagnare la truppa all'inferno della velocità), Tyson Gay (6 anche per lui) e Maurice Greene (una sola volta, con 9"79). Nesta si issa così al quarto posto all-time, proprio davanti a Mo Greene. Prestazione incredibile, ma nemmeno tanto impossibile, visto che solo pochi giorni prima Carter correva in 9"85 a Bruxelles. Aggiungeteci il "fattore-Rieti" e il gioco è fatto. Della gara sorprende (e non poco) anche il 21enne americano Ryan Bailey, sceso fino a 9"88, a soli 4 centesimi dal suo omonimo (per cognome), il canadese Donovan (9"84), e 17° nelle liste all-time della gara più attesa dell'atletica leggera (80° tempo di sempre per lui). Gara dei 100, quella di Rieti, davvero da finale mondiale: se pensate che in 5 sono arrivati sotto i 10"00 e due i 10"00 (netti) li hanno proprio corsi! Ora la Jamaica fa proprio paura: con tre atleti sotto i 9"80 e un'altra manciata sotto i 10", pensare di correre sotto i 37" nella quadriga della staffetta veloce non è assolutamente un azzardo: anzi, il difficile è solo sapere quando avverrà. Nella stessa gara il Francese Christophe Lemaitre piazza altre due ciliegine sotto i 10": 9"98 in batteria e 9"97 in finale. Quindi, in quella speciale classifica avulsa degli esseri meno dotati (i bianchi), lui decide di scappare via, con 3 caps sotto la barriera dei 10"00. Sarà difficile ora andarlo a prendere... Detto della grandissima condizione del duo italiano Collio-Di Gregorio (ancora 10"24 e 10"20), più di qualche domanda sorge spontanea nel vedere le condizioni di Maurizio Checcucci: 10"45. Per la serie: trovarsi il più veloce motore di sempre in una staffetta nazionale (la seconda e la terza frazione presentate a Barcellona) e cercare di ingolfarlo con scelte inopinate. Tutto questo con tutto il rispetto possibile dell'atleta: chi avrebbe rinunciato ad un posto nella staffetta, avendo il 7° tempo della stagione tra i velocisti italiani? Il coach (chiamasi Di Mulo) passa per essere il salvatore della patria, mentre qualcuno con un minimo di granu salis lo additerebbe come colui che in un colpo solo ci ha fatto perdere l'oro e il primo sub-38" di una staffetta nazionale. Ma visto che in Italia l'atletica è un'opinione da 5 o 6 anni a questa parte, Di Mulo continuerà ad arrecare danni nonostante il materiale a disposizione. Amen. Torniamo alle cose serie: nei 200 si rivede il mio beniamino, Wallace Spearmon: 19"85. 55° tempo di sempre al mondo (Spearmon vanta un 19"65 corso nel 2006), 19 volte sotto i 20" per l'americano, penso dietro solo a Franckie Fredericks (23 volte) e Michael Johnson (20) per quantità. L'uomo è sceso sotto i 20" netti 188 volte, giusto per avere una pietra di paragone. Nella sua scia l'ostacolista americano Angelo Taylor spara un gran 20"23, anche se sorprende molto di più lo svizzero Marc Schneeberger giunto terzo con 20"42. Una lezione per gli italiani che schieravano il medagliato della 4x100 Roberto Donati (che ha chiuso in un non sensazionale 20"89: ma questo è il meglio al momento nello stivale): non la si vuol proprio capire che i 200 sono una specialità più "aperta" che i 100... Negli 800 chiaramente David Rudisha: si è scritto e detto tutto negli ultimi giorni. Due record mondiali in meno di una settimana. L'1'41"01 ha (questo sì) del sensazionale, e probabilmente si merita a questo punto lo "scavalco" anche nel ranking ideale degli 800 di Paul Kipketer (cosa dice ilo nostro amico Davide-Darians?). L'invasione dei tempi all-time si sta completando in brevissimo: 3 dei migliori 5 sono ormai di Rudisha. E addirittura 5 su 11 (l'11° è un 1'42"04), lasciandone 4 a Kipketer, uno a Seb Coe e uno al talento di Joachim Cruz. Probabilmente ora gli mancano i titoli, che è la cosa più difficile: sparare tempi a sensazione è un granpregio: vincere Olimpiadi e Mondiali è un altro bel paio di maniche. Fino ad adesso solo questi 4 sono scesi sotto il muro dell'1'42" con 9 prestazioni totali. Straordinaria gara gli 800. Nei 3000 metri segnalo (parafrasando Ken Stone) il secondo posto di Bernard Lagat, classe 1974 (M35, ebbene sì). Tempo: 7'29"00, miglior prestazione mondiale di categoria. Ah... pure suo personale. Adesso chi la batte? Nei 110hs il tank David Oliver centra due barriere in quello che sarebbe potuto essere un tempo da favola: ma i record non sono mai facili. Le condizioni, visti i 100, erano di sicuro quelle ottimali. Così Oliver termina in 13"01, cioè il suo ottavo tempo di sempre... non male comunque, no? Nel salto in lungo, dopo un medioevo di oscurità durato più di un anno, torna alla ribalta Sebastian Bayer, ma con un salto non certo leggendario: 8,06. Rimane invece storico il sorpasso del triplista Fabrizio Donato ai due esponenti azzurri a Barcellona, Andrew Howe ed Emanuele Formichetti: 7,89 per Donato, 7,68 per Howe e 7,56 per Formichetti (ma Formichetti era a Barcellona? Non me lo ricordo e non ho voglia di verificare). Ma non era meglio se l'italo-americano si fosse fermato per un pò? Boh... forse sarebbe il tempo per ognuno di farsi i fatti propri e non commentare più le prestazioni di Howe. Se da uno ti aspetti 8,90, ogni valutazione che non sia vicina a questo risultato sarà negativa. Meglio quindi non aspettarsi più nulla e aspettare che ci sorprenda... a sorpresa. Tra le donne, non tanti fulmini a ciel sereno. Sherone Simpson vince i 100 con 11"11, tempo discreto ma non eccelso. Nei 400 Libania Grenot si conferma comunque su alti livelli: 51"20 (mi permettete di dire che finalmente ho fatto meno di lei questo fine settimana?), ma mi sorprende di più la sconfitta della Milani (che ha ricevuto la sfiga più grande che potesse mai accaderle, cioè l'imprimatur di Arese quale esempio vivente da seguire. Le converrebbe fare a questo punto qualche rito voodoo per togliersi di dosso questo incredibile malocchio: avrà qualche bambolina per casa?): detto-fatto, la Milani sconfitta dalla Spacca, 52"80 a 52"87. Scherzi a parte, questa Maria Enrica Spacca è davvero tosta: agli Europei era quella che più (mi) aveva impressionato nella staffetta, fatti i debiti distinguo sulle diverse potenzialità messe in campo. Nell'asta la bravissima (non solo) Fabiana Murer valica l'asticella a 4,74 mentre l'Isimbayeva annuncia il suo ritorno alle competizioni. Il mondo le si è avvicinato, dovrà faticare per tornare in vetta.

Mondiali Master di corsa in Montagna: il silenzio sugli innocenti

Siamo un sito che parla essenzialmente di pista: del resto chi vi scrive ha calcato tartan e sportflex per quasi 30 anni non superando mai il giro di pista e lì si è concentrata la sua attenzione... almeno inizialmente. Ora invece ho saputo che si sono tenuti i Campionati Mondiali Master di corsa in Montagna e mi piangeva il cuore vedere diversi master sobbarcarsi il viaggio fino in Polonia a Korbielow, senza poter avere poi uno straccio di riconoscimento per un titolo mondiale o una medaglia (riconoscimento come una citazione eterea come un nome sulla rete) o anche solo per aver partecipato con la maglia azzurra della nazionale italiana. Mi sono preso la briga di contarli quindi i nostri master che si sono lanciati alla volta dell'Est Europeo (la EVAA evidentemente vuole proprio spostare l'asse del masterismo del vecchio continente vero la Russia...): 46 intrepidi (con 8 squadre nelle classifiche a punti). Medagliere come al solito importante: 5 ori, 7 argenti e 1 bronzo. 13 medaglie, un bottino davvero pesante. Questo almeno stando ai risultati "ufficiosi". Nel novero del penta-oro, due medaglie individuali e tre di squadra. Sugli scudi il mietitore di allori Bruno Baggia (vittorioso tra gli M75) e noto anche sulle piste in quanto plurimedagliato azzurro. Si hanno tracce di lui già a partire da Buffalo-1995 (mondiali outdoor master) ma soprattutto è noto per una fantastica tripletta dorata a Eskisltuna 2005 (Europei indoor): 1500, 3000 e cross. Oro tra gli M65 anche per Bruno Innocente (era presente ai mondiali master di Roma 1985 sui 10000!), mentre gli altri 3 allori sono arrivati dalle staffette W40, W55 ed M35. Gli argenti sono arrivati da parte di Angelo Cerello giunto proprio dietro a Baggia negli M75. Altra doppietta tra gli M65 con il posto d'onore di Graziano De Crignis. Gli altri argenti sono stati conquistati da Laura Ursella tra le W40 (già seconda in Spagna agli Europei master di corsa in montagna), Fabrizio Triulzi tra gli M35, il grande Davide Milesi tra gli M45, e Fabio Ciaponi tra gli M50 ed infine la staffetta M60. Infine bronzo solitario per Nino Menghi tra gli M70. A questo link i risultati di Korbielow. Ora, la riflessione è la solita: il sito della Fidal purtroppo non ha dedicato nemmeno una riga a questa fetta di tesserati (per di più master). A dire il vero ancora nessuno (dopo una veloce ricerca su internet ha dedicato nulla in Italia alla corsa in montagna dei master). Glielo dedichiamo noi con queste poche righe. La nostra proposta rimane attiva: che la Fidal si impegni a svincolare i master almeno virtualmente con un sito dedicato a loro, così come in Spagna, Francia, Inghilterra...

28/08/10

Perlino record sui 200 W45 - Rosolen spara il disco in orbita: altro record W45

(La "Peppa" Perlino a Chiasso, dal suo profilo facebook) - La notizia ha quasi una settimana: e ho avuto pure il privilegio di assistervi direttamente. Colpevole due volte. Non mi ricordo bene con chi stessi parlando prima delle serie femminili dei 200 a Chiasso, mentre aspettavo di essere sparato a mia volta nel tourbillon della mia cmpetizione (forse lo stesso Luigi Papetti con il quale avevo affrontato il viaggio verso la Svizzera meridionale?). Ebbene, chiunque esso fosse stato, nel momento in cui la terza serie del mezzo giro di pista al femminile andava in onda, mi ero permesso di dire: "Fa il record italiano". Risposta: "ma no, è tornata oggi (o ieri) dalle ferie!". Comunque sia: partono, e vedo che Giuseppina Perlino va, va, va e ai 130 mi sento di dire "lo fa...". Detto-fatto: 27"66, nuovo record italiano W45 sui 200 con vento -0,4. E così ancora una volta la velocità W45 si dimostra il vero settore in fermento: cinque volte migliorati i record di 100 e 200. L'unico record rimasto in vita "datato" è quello manuale dei 100 (12"9 di Umbertina Contini corso nel 1998). Sui 200 ricordo che il record manuale è il 27"6 di Daniela Ferrian ottenuto solo un mese fa a Villanova. Il miglior tempo elettrico era invece della stessa Ferrian con 28"30 del giugno di quest'anno a Mondovì. 178° record italiano del 2010. Il 179° me l'ha invece segnalato il nostro corrispondente dall'Emilia Romagna nonchè forumista Beno. Prestazione che risale a luglio, ma di cui ho preso visione solo or-ora. Mara Rosolen ha infatti lanciato il dischetto da 1 kg a 44,30 il giorno 22 luglio a Bologna. Il record nella specialità era a soli 9 metri sotto, cioè il 35,17 di Antonella Meregalli lanciato nel maggio di quest'anno a Mariano Comense. Record tra l'altro "storico" perchè migliorava un record, quello di Rossella Bardi, che aveva quasi 11 anni di vita. Seguono i risultati di Chiasso e Trento, meeting Marzola:
  • Chiasso: stupenda giornata dai colori radiosi in Ticino: ottima per divertirsi in compagnia. In questo contesto il Sindaco volante di Chiuro, in provincia di Sondrio Tiziano Maffezzini (1966) corre in 12"29 (85,29%) i 100 e 25"61 i 200 (83,79%). Luigi Papetti (1964) si dimostra un pizzico più 100ista che 200ista: 26"18 (83,18%) contro il 12"72 (84,03%), rigorosamente senza chiodate naturalmente! Il miglior velocista della sessione svizzera si dimostra però Aldo Del Rio (1946): 28"07 e un controvalore AGC di 87,75%. Negli 800 ottimo il 2'18"92 di Franco Valsecchi (1959): 84,42% che nel mezzofondo vuol dire andare. Master elvetici sugli scudi nei 3000: Davide Gambonini (1968) del GAB corre in 9'35"78 (82,08%), mentre Luca Foglia dela Vitus Locarno (1962) in 9'59"09 (82,63%). Nel lungo era presente il rumeno della Virtus Castenedolo Gabriel Gui, fermatosi però a soli 6,26 (quest'anno 7,09 a Nembro) con un solo salto all'attivo: probabile qualche piccolo inconveniente. Nel giavellotto Massimo Bricchi (1968) ottiene addirittura il suo stagionale con 53,56 (aveva secondo il sito della Fidal-Lombardia 50,20: oltre 3 metri di miglioramento. 63,43% di AGC, ma nei lanci si sa che oltre il 60% si è di fronte ad una grande prestazione. Tra le donne, come detto, spicca il record della Peppa Perlino, che frullato nell'AGC fornisce un controvalore di 86,91%. 79,23% nei 3000 con 10'57"28 per la ticinese Jeannette Bragagnolo (1971). Ma soprattutto vedevamo schierata nel salto in lungo la bi-campionessa mondiale indoor Flavia Borgonovo (1973) che ancora una volta è atterrata vicina ai 5,60, sintomo di una gran condizione. A Chiasso 5,57 (78,78%) all'ultima prova: meglio aveva fatto solo a Nyiregyhaza e Cernusco con 5,60 e 5,61.
  • Trento, Meeting Marzola - ieri si è disputato anche l'atteso meeting Marzola, quello al centro della nostra attenzione nei giorni scorsi. Alla fine buona partecipazione di over-35, con su tutti il 400 di Barbara Ferrarini (1967): 1'01"59 e 87,95%. Nella stessa gara 1'08"16 per Mirella Giusti (1960): 85,33%. 86,06% per Andrea Truzzi (1964) nei 100 con 12"42. 57"73 nei 400 per Roberto Cito (1963) e 84,03%: secondo la banca dati Fidal-Lombardia dovrebbe essere il suo miglior tempo del 2010, avendo nel carnet un 57"86 corso a Rovellasca a luglio. Torna a calcare le piste Cesare Lazzarini (1973): sugli 800 2'02"48 e 84,37%: era un pò che non sentivo parlare di lui. Più spessore (stando al convertitore universale) però ha il tempo di Manfred Premstaller (1962): il suo 2'10"21 e quindi 87,76%. 84,79% per Walter Endrizzi (1968) sui 3000 con 9'17"41. Qui Gabriel Gui (1975) dopo i problemi di Chiasso trovo un buon feeling con la pedana: 6,89 e 80,91%. Fabio Caldon (1975 anche lui) nel giavellotto supera la fettuccia ideale dei 60 metri: 60,96 (64,59%). Arriva addirittura una vittoria di una over-35 nei 1500 femminili: Maria Vittoria Fontanesi (1974) si impone infatti in 4'18"76 (una bordata da 92,00% AGC, il miglior risultato master di agosto a mia conoscenza) davanti alla nuova Eleonora Berlanda (1976, prossima "master") che ha finito le sue fatiche in 4'19"74. Terza un'altra master: Mara Cerini in 4'35"83 (88,28%).
  • Bologna. Nel file allegato preparato da Beno, i migliori risultati degli over-35 al meeting Fidalestate del 22 luglio con il record della Rosolen.

Europei Master, capitolo-14: i video

(i finalisti dei 400 M40 della doppietta italiana Scarponi-Barcella) - Ancora poco e questa sofferenza dei Campionati Europei Master sarà finita. Manca all'appello quella che ho definito la "Coppa Europa" a punti per quanto riguarda le donne, il listone delle prestazioni e dei commenti su tutti gli italiani presenti a Nyiregyhaza (opera prima ed immane... quando mai l'ho iniziata!?) e poi una bella pagina finale con il riassunto di tutto. ciò che sono stati i Campionati Europei: stavo pensando di fare addirittura un pdf a futura memoria da scaricare. Ah! Poi ci sarà anche l'intervista ad un personaggio dell'atletica mondiale, che si racconterà e ci racconterà della sua patria. Quelli che seguono invece sono una 50ina di video che sono stati registrati durante gli Europei Ungheresi. Gli autori... sono vari (alcuni li ho trovati sulla rete, la maggior parte provengono dalla mia telecamera). Nel totale c'è una netta predominanza delle riprese eseguite da Maurizio Pistillo cui ho affidato il mio gioiellino: la prossima volta gli affiancheremo un commentatore per animare il sottofondo... Se conoscete altri video degli Europei sparsi sulla rete e disponibili, comunicatemelo che li inserisco nel listone qui sotto: Buona visione!

26/08/10

Europei Master, capitolo-13: Il CT Claudio Rapaccioni intervistato da Webatletica

(il CT Claudio Rapaccioni, argento agli Europei Master nei 400hs tra gli M55) - Durante i Campionati Europei a Nyregyaza, ho avuto il piacere di parlare a lungo con Claudio Rapaccioni, CT delle Nazionale italiana Master. Abbiamo confrontato le nostre idee, i nostri dubbi, misurato il nostro entusiasmo, lamentato qualche piccolo screzio: da qui è nata l'idea di una piccola intervista per il nostro sito (dopo gli interventi in diretta radio su Webatletica Radio Show, cui ha sempre accettato di partecipare di buon grado e che a settembre dovrebbe tornare on-line). Non mi nascondo e l'ho già detto pubblicamente, raccogliendo tra l'altro molti consensi: Claudio è il miglior CT possibile per il mondo master, tanto che quando ancora non era stata ratificata la sua carica, avevamo pensato di aprire un gruppo su facebook per sostenerla. Mi assumo tutta la responabilità di questa affermazione. Preferisco le persone schiette, un pò timide, ma quel che più importa: oneste. Il mio fiuto (che come sapete è professionalmente deformato dalla mia attività lavorativa) ha fatto il resto. E saggiamente la Fidal ne è stata concorde nominandolo Commissario Tecnico. La strada è ancora lunga, caro Claudio, tante cose bisogna ancora fare per dare stabilità al mondo master e renderlo solido anche agli occhi di chi non ne fa parte: cerchiamo di essere propositivi. Tutti. Quella che segue è la bellissima intervista che mi ha rilasciato Claudio, dove parliamo un pò di tutto: ma quel che più importa, di Noi master, del mondo cui apparteniamo e per il quale tanta passione ci mettiamo ogni giorno. Seguiranno prossimamente altre interviste ad altri personaggi master europei (ed italiani) per capire dove sta andando il masterismo internazionale. Bè, parafrasando il mio amico Ken Stone, stay tuned!!
  1. Innanzi tutto, un giudizio da CT sulla spedizione italiana master in Ungheria in generale. Com'è andata la nazionale azzurra? E’ sempre difficile dare un giudizio complessivo alla fine di ogni campionato, sicuramente la spedizione italiana ha espresso un tasso tecnico ottimo considerando gli atleti italiani che hanno partecipato a Nyiregyhaza ed alla concorrenza sempre maggiore da parte delle altre nazioni che come noi stanno crescendo ogni edizione. Volevo fare i nomi che non leggeremo mai nel medagliere perchè non hanno ottenuto il tempo minimo richiesto nella medal standard: Carla Sessa 2° posto nei 100 hs e Roberto Amici 3° posto nella 5 km di marcia.
  2. La Spagna è molto cresciuta negli ultimi anni. L'Italia com'è messa tendenzialmente, in prospettiva di Gand? E’ una domanda su cui ci sarebbe da scrivere molto ed io cercherò di sintetizzare il contenuto. La Spagna è riuscita nel discorso del dopo-assoluto, nel senso che gli atleti continuano anche dopo l’attività assoluta ed i frutti della loro scelta si vedono soprattutto nel mezzofondo dove qualche anno fa sono ripartiti da zero dai giovani ed ora alcuni di loro proseguono nel mondo Master; noi in Italia abbiamo ancora qualche problema di comunicazioni con gli ex atleti di vertice con la speranza di trovare il giusto approccio con il mondo Master, per le indoor di Gand sono fiducioso perchè i nostri atleti al coperto si sono sempre comportati egregiamente con risultati sempre sorprendenti.
  3. Quali sono stati i nostri punti di forza? Quali invece i settori che non hanno funzionato a dovere? Sicuramente la velocità è da sempre il nostro punto di forza insieme alle staffette però in Ungheria ho notato che quasi tutti i settori hanno fatto registrare dei buoni risultati. Forse siamo mancati nei lanci (nelle categorie più giovani) e nelle gare di fondo forse anche per i pochi iscritti; un elogio anche alla Marcia che come sempre hanno saputo distinguersi.
  4. Chi ti ha emozionato di più in questi campionati Europei? Quali sono stati gli italiani che ti hanno più impressionato? L’emozione maggiore anche per questi campionati l’ho vissuta quando hanno corso tutte le staffette e che come sempre alla fine sono distrutto. Mentre mi hanno impressionato Paolo Chiapperini per la sua determinazione in ogni sua gara portando a casa degli ottimi risultati, Domenico Furia che dopo l’errore nella finale dei 100 metri ha saputo reagire da grande nei 200 metri con una bellissima finale: peccato per il 2° posto, e la Flavia Borgonovo per la sua semplicità e tranquillità con cui affronta le gare.
  5. quali invece atleti di altri paesi ti hanno invece impressionato? Sicuramente direte che ho scoperto l’acqua calda ma sono sempre loro Guido Muller per la sua armonia di corsa che non cambia mai anche se gli anni aumentano; Peter Stevens e Darren Scott per la loro grinta che metteno in campo ad ogni gara che non dà scampo agli avversari. Al femminile la Hill Irie che a 41 anni le ho visto saltare con l’asta ben 3m85 e la spagnola Emilia Paunica nella velocità, dove ha vinto le due finali con la determinatezza di una grande atleta.
  6. Come hai visto il clima della nazionale italiana in Ungheria? Si può iniziare a parlare di "squadra"? Devo essere sincero ho rivisto la voglia di fare gruppo tra gli atleti come qualche anno fa ed anche un approccio migliore con i responsabili della Federazione.
  7. A livello organizzativo com'è andata Nyiregyhaza 2010? Ci sono degli appunti da fare? Come già riferito con la mia relazione ai vertici della FIDAL, nell’ottica generale credo che l’organizzazione sotto il profilo tecnico abbia rispettato le aspettative degli atleti. Molto efficiente il campo centrale con la possibilità di riscaldamento per gli atleti in un piccolo impianto (2 corsie) a 200 metri, mentre il secondo campo, a 4 Km, dove si sono svolti la maggior parte dei lanci, i 5 km di marcia e alcune gare di corsa lunghe, è risultato non idoneo per la sua struttura nonostante le attrezzature nuove (pista e gabbie dei lanci). Buona la parte riguardante l’informatica (SIGMA) sempre precisa ed attenta anche nel rispetto degli orari programmati e l’emissione dei risultati. Anche il TIC ha funzionato in maniera esemplare dal ritiro accredito alla conferma giornaliera delle gare. Anche il gruppo giudici è stato ben gestito anche se molti di loro abbastanza giovani e con poca esperienza.
  8. Perchè il fallimento della categoria M e W30? Era successo così anche per i 35 quando furono introdotti, se ti ricordi? Saranno riproposti anche nel futuro? Credo che la non validità come titolo europeo già sia un freno per i partecipanti e poi ci sono ancora troppi atleti trentenni che si sentono assoluti e che partecipano alle gare internazionali mentre quando furono inseriti gli M35 venne detto solo pochi mesi prima che erano validi come campionato europeo per cui solo la prima edizione ebbe pochi iscritti. Sicuramente saranno riproposti con la speranza di rivedere le modalità di partecipazione.
  9. Cosa bisognerebbe fare secondo te per incentivare il proselitismo tra gli atleti senior? Stiamo lavorando nell’ottica di trovare le modalità giuste per portare un messaggio adeguato a questi atleti , sarà affrontata e discussa ad inizio settembre.
  10. E' possibile pensare a progetti ad ampio respiro internazionale tra i master? Ho sempre pensato ha progetti internazionali per i Master e come sopra anche questi saranno discussi a settembre.
  11. Concludiamo con te... Come hai vissuto la tua prima medaglia internazionale? Emozionante? Ti viene voglia di vincerne altre?? Ancora adesso mi emoziono al solo pensiero, ho partecipato a tanti finali sia negli ostacoli che nella velocità ed in questi 15 anni mi sono sempre accontentato di arrivare in finale. Questa volta arrivare in finale ed avere il miglior tempo delle batteria mi ha messo tanta carica ma anche tanta paura. Quanto gli altri si erano nascosti nelle batterie? Seguire l’inglese che era il più forte e tentare di vincere il titolo europeo? E se poi mi fossi inchiodato all’ultimo ostacolo e addio medaglia? Sono partito ed ho fatto una gara giudiziosa è arrivata la mia prima medaglia d’argento e chissà se dovrò aspettare ancora altri 15 anni?

25/08/10

Le prossime gare master: Bellinzona chiude oggi le iscrizioni

(a destra lo stadio di Bellinzona) - Per fortuna c'è la vicina Svizzera (qui al nord) a sopperire alla completa mancanza di gare agostane in Italia. Volevo segnalare alcune cose: entro stasera termina la possibilità di iscriversi al meeting internazionale master di Bellinzona (che si terrà sabato 11 settembre in Ticino) che varrà anche come Campionato Svizzero Master: bell'occasione per vedere lo Stato dell'Unione (elvetica) di stampo master e il nostro amico Pino Pilotto all'opera nella metà del programma tecnico. Previste quasi tutte le specialita. Le iscrizioni vanno inviate via mail all'indirizzo infosab@sab-bellinzona.ch. Meeting al quale partecipo praticamente da 5 anni: non dico nulla perchè cade nello stesso giorno dei regionali master ad Aosta. A questo link invece l'orario delle gare sempre di Bellinzona. Vi ricordate che parlavamo di Novara e del Meeting Master del 5 settembre? Ebbene mi ha scritto Chiara Ansaldi assicurandomi che il cronometraggio sarà elettrico: quindi altra grande opportunità di gareggiare per i master. Vi ricordo altresì che il 4 e l'11 settembre ci saranno anche i Campionati della Val D'Aosta Master Open (di cui abbiamo già parlato ampiamente: qui il link alla notizia con l'intervento del referente Alessandro Cipriani). Oggi termina anche la possibilità di iscriversi al meeting di Marzola, aperto ai master, che si terrà sabato 28 a Trento.

24/08/10

Barcellona 2010 - Il Duca e laFederazione delle Banane

Ha aspettato che le acque "chetassero" per poter dire la sua sui campionati Europei 2010 di Barcellona. E' il Duca, che con la sua solita graffiante sagacia commenta l'ipocrisia serpeggiante e "di regime" che ha ammantato il peggior europeo (medaglie alla mano... ma anche una delle peggiori spedizioni come punti per atleti selezionati!) della nazionale Italiana. Incredibilmente si è fatta passare come sfavillante e memorabile una trasferta dove il "nuovo" dell'atletica italiana non si è proprio visto da nessuna parte, ma si sono visti i soliti volti noti, quelli che per intenderci tengono a galla la baracca da parecchio tempo (e non certo per le scelte di Arese & c.). Un coro unanime di complimenti alla spedizione, un abbaglio collettivo che ha colpito anche detrattori storici come Atleticanet e lo stesso Bragagna. Per fortuna rimane Webatletica e qualche altro sparuto internauta che dà a tutto la giusta dimensione delle cose. Sotto l'articolo del Duca.

E’ sempre molto da presuntuosi dire “io l’avevo detto” ma così è stato. Proprio un anno fa, da questo sito, all’indomani della storica spedizione di Berlino quando, dopo le zeru medaglie, si erano levati da più parti cori di protesta e richieste di dimissioni per il simpatico faccione piemontese che fece finta di niente, salvo qualche scarno comunicato da parte del sito ufficiale in cui si evidenziavano, con un certo sdegno, le incomprensibili critiche arrivate, da qualche fonte isolata, a minare il prestigio della federazione. L’avevo detto, la Fidal stava avviandosi a diventare una sorta di piccolo stato dittatoriale male organizzato, in cui il capo, eletto in barba ai principi base dello statuto federale, gestiva a suo piacimento tutto il movimento, permettendosi, come tutti i dittatori che si rispettino, di manipolare l’informazione relativa. Ed il silenzio era proseguito dopo i mondiali indoor di Doha, laddove ancora il bottino della nostra spedizione era stato pari a zero, salvo delle tenui voci che evidenziavano come l’obiettivo fondamentale dell’anno dovessero essere gli Europei di Barcellona. Allora, noi tanti aderenti ai GAC (Gufi Anti Castrado), ci eravamo preoccupati, pensando che chissà quale risultato clamoroso avrebbe ottenuto la nostra nutritissima spedizione in Spagna, con la conseguenza inevitabile di far riempire la bocca ad Arese e farlo presentare tronfio e festante a celebrare il suo antico mandato. Quel che è successo ormai è stranoto: diciassettesimi nel medagliere, 4 argenti e 2 bronzi, una assoluta miseria per una nazione che vanta oltre 60 milioni di abitanti. La peggior spedizione agli Europei di tutti i tempi, un trionfo per i GAC, l’ennesima illusione che Castrado potesse dare finalmente le dimissioni dopo 6 anni di danni e sfraceli. Ma invece il delirio, la follia…
Qualsiasi organo di informazione, questa volta, come d’incanto, ha commentato la spedizione in maniera positiva: da Bragagna ai siti di atletica, passando per i quotidiani sportivi e, neanche a dirlo, il sito ufficiale del regime. Si è parlato di partecipazione più che positiva, di aria nuova, di coesione di gruppo, di giovani promettenti, di importanti piazzamenti…
Il messaggio da trasmettere, a tutti i costi, è stato: la rinascita dell’atletica italiana è cominciata, tutto va finalmente bene e non potrà che andare meglio. Addirittura il grande Bragagna che continuo a stimare, tiene famiglia. Probabilmente anch’io nei suoi panni mi comporterei nello stesso modo,.. il Nostro ha infatti cominciato a sciorinare dati per evidenziare come, a livello di piazzamenti, fossimo al 7°/8° posto che equivale a dire che l’Italia, ai mondiali di calcio, ha si fatto ribrezzo, ma in fin dei conti c’è arrivata e siamo quindi nei primi 32 del mondo!
Un anno fa, quando parlai di stato delle banane, evocando il famoso film di Woody Allen, volli essere provocatorio, non credendo sino in fondo che la Fidal fosse in una condizione di totale regime. Purtroppo i fatti mi hanno dato ragione oltre ogni più pessimistica previsione e siamo arrivati addirittura alla censura che tarpa le ali ad ogni più piccolo dissenso che possa trasparire a livello pubblico. Cito l’episodio accaduto durante l’intervista a Barberi nel dopo gara della sua semifinale dei 400. Intervistato dalla Caporali, Andrea che aveva ottenuto un grande tempo, pur se eliminato, aveva cominciato una sottile polemica dicendo che era tornato ad ottimi livelli dopo un paio di anni in cui era stato abbandonato da quasi tutti. Poi, interrotto nella sua disquisizione dall’inizio di un’altra gara, al ritorno del collegamento, nel prosieguo dell’intervista, dopo 2 minuti, ha completamente modificato il tiro, ringraziando la Federazione e la sua Società per l’apporto che gli avevano sempre dato negli ultimi tempi. Chissà cosa sarà mai successo in quei 2 minuti????
E giusto per citare un altro clamoroso episodio, totalmente girato a favore di Castrado, è incredibile come nessuno abbia evidenziato che l’argento della staffetta 4x100, fiore all’occhiello della spedizione, sia stato in realtà, al di là dell’ottimo tempo, una sconfitta evitabilissima, anche perché, da che mondo e mondo, chi arriva primo è campione e viene ricordato e segnato sugli albo d’oro, mentre gli albi d’argento non mi risulta proprio che esistano.
Abbiamo perso una medaglia d’oro di 7 centesimi schierando due frazionisti che avevano il 6° e il 7° tempo in Italia dell’anno sui 100. Ora, togliamo Besozzi, ma c’erano sempre davanti Cerutti e Tomasicchio la cui somma di tempi valeva circa 40 centesimi meglio di Donati e Checcucci.
Ma Cerutti ha fatto le sue scelte e non ha voluto andare ai raduni ad imparare gli ottimi cambi impartiti dal Prof. Di Mulo. Perfetto, abbiamo personalmente avuto modo di appurare che così è stato, senza alcun tipo di astio o rivalità tra i vari velocisti italiani, ma una piccola domanda mi sorge spontanea. Come mai Donati che ha corso in 10”43 con +1,3 di vento è stato preferito a Tomasicchio che ha fatto 10”25 con +0,3 e ha partecipato a tutti raduni possibili e immaginabili?
..chissà, probabilmente non si sarà applicato nell’apprendere scienza del cambio.
Per concludere voglio citare l’unica voce di dissenso letta nelle ultime settimane, oltre alla nostra, di un mio vecchio amico di pista, ormai dedicatosi a tempo pieno all’allenamento. Dalle pagine del sito di una prestigiosa società bergamasca leggo che lui, presente a Barcellona, si chiede se non sia il caso che vada a farsi un esame della vista dopo aver letto e sentito i vari commenti in merito. Non andare Riccardo, ci vedi benissimo e grazie veramente per la grande passione che sempre ci metti in questo sport; forse grazie a persone come te, un giorno, si potrà sconfiggere lo stato delle banane e vedere realmente la rinascita dell’atletica in Italia.

IL DUCA

23/08/10

Meeting di Marzola aperto ai master! Iscriveti in fretta!

(l'arrivo dei 400 al Meeting di Marzola... non so di quale anno) - Mi sembrava che questo nome non mi suonasse nuovo: e infatti! Proprio l'anno scorso, in questi giorni, intervenimmo sull'inopinata esclusione di un master del Meeting di Marzola (qui il link a quell'articolo). Pubblicammo la sua lettera indignata (ma non considerateci un sindacato dei master!), anche perchè col suo tempo di iscrizione sui 100 (11"92) risultava avere una prestazione migliore di diversi altri atleti, senior e allievi. Proprio sulla scorta di quella esclusione, mi sembrò opportuno dover spiegare la norma pubblicamente, anche perchè io stesso, qualche giorno prima, stavo per essere vittima ad Erba della stessa esclusione. La Fidal, bontà sua (non so se sull'onda del nostro disappunto) proprio quest'anno ha cercato di rendere la norma ancor più intellegebile e priva di qualsiasi spazio di interpretabilità. I master sono infatti da considerare "assoluti" a tutti gli effetti: non esiste esclusione di sorta nei loro confronti, se non espressamente sancita dal dispositivo della gara o attraverso l'imposizione di... minimi. Chiarita questa cosa, quest'anno si era ripresentato quasi incredibilmente il problema sempre nello stesso meeting, ma probabilmente lo spazio temporale che ci separa dal meeting e una grande dose di buon senso da parte degli organizzatori (ho mandato personalmente una mail all'oganizzazione, che allego a questo articolo) ha sanato quella che sarebbe potuta essere una decisione iniqua e sopratutto illegittima. Grazie quindi all'Atletica Trento e grazie al G.S. Marzola per questo "regalo" al mondo master. Non so in quanti over-35 parteciperanno, visto che ormai siamo agli sgoccioli delle iscrizioni (terminano infatti il 25, mercoledì), ma per tutti coloro che abitano nelle zone limitrofe o sono in ferie da quelle parti potrebbe essere una bella occasione per partecipare ad un gran bel meeting.
  • il dispositivo
  • la mia lettera alle società organizzatrici segue qui sotto:

Salve
sono Andrea Benatti, gestore del sito dedicato all'Atletica Master www.webatletica.it
in seguito ad una segnalazione, ci è giunta l'informazione che al meeting del 28 c.m. di Marzola non potranno partecipare i Master. Dopo aver preso visione del regolamento presente nella brochure che recita:

"...organizza sabato 28 agosto 2010 la gara nazionale denominata “33° Trofeo Marzola 80” per le categorie assolute maschili e femminili (A/J/P/S), possono partecipare tutti gli atleti in regola con il tesseramento 2010".

Mi chiedevo per quale motivo non sia possibile ai master iscriversi con la procedura on-line (ho provato personalmente alle ore 21:55 del 22/08/2010, io che sono tesserato come M35), considerati gli attuali CHIARI regolamenti in materia?

Per conoscenza, il regolamento 2010 sulle norme dell'Attività 2010 prodotto dalla Fidal, al punto "6" (Partecipazione degli atleti master all'attività assoluta individuale su pista), articolo 6.1 recita testualmente:

"Gli atleti Masters tesserati per società affiliate con adesione All/Jun/Pro/Sen/Mas possono partecipare, oltre che alle gare riservate alla propria categoria, anche a tutta l’Attività Assoluta Individuale e di Società, concorrendo all’assegnazione dei vari titoli nazionali, regionali e provinciali, nel rispetto degli specifici regolamenti delle varie manifestazioni".

Tale dottrina regolamentare è stata ulteriormente chiarificata per il 2010 dopo proprio che nel 2009 vi erano state diverse incomprensioni (segnalate anche da questo sito) sulla partecipazione dei master all'attività assoluta, benchè già allora il solo prendere visione della norma non avrebbe lasciato spazio ad interpretazioni restrittive. Ma tant'è: l'intervento del legislatore sembrava aver sanato qualsiasi spazio d'interpretazione.

Ciò premesso, solo vietando espressamente l'iscrizione ai master si sarebbe potuto negare loro di partecipare.
L'aver invece NON inserito questo "dettaglio" imporrebbe agli organizzatori di accettare le iscrizioni a tutti coloro che sono regolarmente tesserati, master e non master.

Allo stato attuale risulta (mi sembra...) pertanto illegittima la mancata iscrizione dei master al predetto Meeting.
O chiedo gentilmente, quanto meno, quali sono le ragioni e i riferimenti normativi per giustificare questa decisione: potrebbe essere motivo di una mia crescita personale di conoscenze.

Mi permetto: probabilmente imporre dei minimi sarebbe una soluzione più equa per "tagliare" fette di tesserati per rendere più scorrevole il meeting, anche se purtroppo dovrebbero farne le spese molti allievi e diversi senior.

Con la presente si chiede gentilmente di ripianare questo piccolo refuso (se, naturalmente, acclarato)
Ringrazio vivamente per l'attenzione e mi scuso per il disturbo arrecatovi.

Andrea Benatti

22/08/10

Europei master 2012 a rischio: devastate le 3 città organizzatrici

Con una traduzione ereditata da Google Translate, cercando di comprendere più o meno il significato di quanto scritto in tedesco (da me ignorato nella maniera più assoluta), riporto quanto presente sull'Annette Seite tedesco, il maggior sito dei master teutonici e relativo alla devastazione dovuta al maltempo delle tre città del "triangolo" che dovranno ospitare i prossimi campionati Europei Master nel 2012. Le tre città deputate ad ospitare con una nuova formula gli Europei sono Zittau (Germania), Bogatynia (Polonia) e Hradek (Cechia), tutte vicinissime territorilamente e ubicate nel punto di incrocio dei 3 paesi europei.

"Questa è l'Apocalisse!" - Morte e distruzione nell'alluvione-lampo accaduta nel triangolo che ospiterà gli Europei del 2012 (fonte Annette Seite)

Almeno 10 morti e diverse devastazioni sono il triste bilancio della drammatica alluvione-lampo che ha colpito il centro europa sabato scorso. Ancora domenica lo Stadio Weinau di Zittau era completamente sotto l'acqua. Colpiti anche gli edifici amministrativi dove avranno sede i prossimi Campionati Europei Master. Nello zoo di Zittau sono annegati decine di animali. Nella regione colpita, il portavoce del ministero degli Interni della Sassonia ha dichiarato di essere di fronte "alle peggiori alluvioni degli ultimi 100 anni". Ancora più drammatica che in Germania, la situazione a Bogatynia, in Polonia. La cittadina di 18000 abitanti, dove si terranno tra due anni alcuni degli eventi dei Campionati Europei Mastert, è quasi completamente allagata dal fiume Miedzianka. Centinaia di persone sono state evacuate e la città risulta tagliata fuori dal mondo esterno. Non è chiara la situazione nella miniera di carbone locale: i media polacchi hanno riferito che l'intera infrastruttura è stata distrutta. Il Sindaco Andrzej Grzmielewicz ("Questa è l'Apocalisse!") ha chiesto aiuti urgenti. La città risulta essere infatti ridotta ad un campo di battaglia. Molti dei 18.000 abitanti hanno dovuto fare a meno dell'elettricità, i ponti sono stati distrutti, alcune case crollate. La popolazione ha bisogno di acqua potabile e pane, ha dichiarato alla televisione polacca. A Hradek, terza città del triangolo, seda ceca dei campionati Europei Master, è stato dichiarato lo stato d'emergenza. Domenica pomeriggio la città è stata visitata dal presidente ceco Vaclav Klaus, si cerca con urgenza di ritornare alla normalità, chiedendo inizialmente di accogliere i bambini vittime nei distretti colpiti, dai campi di vacanza. Nel triangolo, si sono contati a causa delle inondazioni negli ultimi giorni almeno dieci morti. La pioggia ha fatto almeno tre morti solo in Repubblica Ceca. Le persone sono annegate nel nord-ovest del paese a causa delle alluvioni improvvise, secondo la polizia e le autorità ceche. I media riportato anche di una quarta vittima, (in seguito confermato dalla polizia). Tre persone erano ancora disperse in mattinata, tra cui un uomo visto in mezzo al fiume in piena.
Il presidente della EVAA Dieter Massin nella sua prima reazione ha dichiarato di essere "profondamente colpito dagli eventi terribili accaduti nel triangolo. Il mio pensiero e la mia amicizia vanno oggi alle persone colpite". Cosa sarà dei Campionati Europei del 2012, Massin al momento ha rifiutato di commentare: "Alla luce delle ore drammatiche, e le conseguenze per il popolo di Bogytania, Hradek e Zittau, non è ancora il momento di parlare". (Foto: © MDR / Kutschke, 2010/08/09)

21/08/10

Correre sotto i 50" i 400 dopo i 50 anni: la leggenda di Douglas Kalembo

(a sinistra il fotophinish del 400 di Kalembo dal sito Masterstrack: 49"86) - Il tempo è tiranno, si sa. Preso dalle mie fobie e dai continui aggiornamenti sui Campionati Europei di Nyiregyhaza (me ne mancano ancora 4 o 5 prima di completare l'opera, purtroppo... prima che la si possa dichiarare incompiuta) avevo tralasciato alcune notizie incredibilmente succose apprese come sempre da Ken Stone ed il suo sito Masterstrack. Non perdiamo tempo in ciance: sto parlando di Douglas Kalembo, classe 1960. Quest'anno ne avevamo già discusso, in quanto si era reso autore di una prestazione-monstre sui 400 a giugno (avvicinandosi paurosamente alla soglia dei 50", ma senza infrangerla: 50"02), ma considerata la sua data di nascita (risulta infatti essere nato nel 1960: avrebbe potuto avere 49 o 50 anni a seconda del giorno di nascita... si sa, nei master i record si considerano sulla data e non sull'anno) non si capiva come considerare quell'iniziale tempo fenomenale. Record M45 o record M50? Ne nacque un'accesa discussione internazionale, dove alla fine lo stesso Douglas inviò il .jpg della sua patente americana (lui in realtà è originario dello Zambia, per il quale partecipò alle Olimpiadi di Seul nel 1988). In ogni caso era un record mondiale: o dei 45 (abbassando il leggendario 50"23 risalente addirittura al 1994 dell'americano Fred Sowerby) o dei 50 (l'altrettanto corposo 51"39 dello stesso Sowerby, stabilito nel '99). Mentre si discuteva sulla sua data di nascita (poi accertata essere a luglio), succede l'imponderabile. Douglas Kalembo infrange la barriera dei 50 secondi sul giro di pista ai Georgia Games il 18 luglio: 49"77 (qui di seguito il referto della gara). Aspettate a dire "ooohhh"! Nel frattempo si è accertato che è ancora 49enne per una manciata di giorni (la data precisa di nascita è infatti il 24 luglio). Che lo si voglia o meno, il primo uomo della storia a scendere sotto la barriera dei 50" dopo i 45 anni (il più anziano, ricorda Stone, sarebbe dovuto essere lo stesso americano Fred Sowerby, che poco prima di compiere i 45 anni avrebbe corso in 49"89 proprio nel 1994). Kalembo, a quel punto , diventa l'uomo più "maturo" a riuscire in questa impresa (a 49 anni e 360 giorni circa). Ma il bello dello sport è che la "storia" la si può scrivere mettendoci del proprio, cercando di forzare gli eventi per riscriverli a proprio piacimento. E Kalembo cosa fa? Il 24 luglio festeggia il suo 50imo compleanno mangiando semolino e rinunciando alla torta piena di trigliceridi, perchè così il giorno successivo possa farsi un bel regalo. Come? Su un bel giro di pista naturalmente. Si presenta così all'Atlanta Meet, e dopo un bel giro della morte... scrive uno dei pezzi più nutrienti della storia master: 49"86 sui 400 dopo i 50 anni. Record del mondo migliorato di un secondo e mezzo, ma soprattutto primo uomo dopo i 50 anni a correre sotto i 50". Il segno delle capacità dell'uomo è stato spostato ben oltre, in avanti, un pò come ha fatto Merlene Ottey quest'anno (anche lei, guarda-caso, del 1960 è diventata una splendida 50enne). A tutto questo Kalembo ci aggiunge un pizzico (piccolino, eh...) di sana castroneria a stelle-e-strisce. Intervistato da Ken Stone, Kalembo parla della sua gara, lanciando un proclama davvero sensazionale (almeno dal mio punto di vista): "il mio obiettivo quest'anno è correre in 47"". Per la miseria, apriti cielo! Ma che sta dicendo? Rileggo un paio di volte l'affermazione, ma è proprio così: c'è scritto 47"! Favoloso il suo race-plan: "dovevo correre la prima parte di gara in 22", quindi tenere 25" o 26" nella seconda parte". Per curiosità mi vado a scartabellare i record del mondo M50 dei 200: 22"53 di Everard Samuels. Kalembo avrebbe così inteso passare in un tempo nettamente inferiore al record mondiale di categoria di passaggio su un 400! Pazzesco. E come mai non c'è riuscito? "Non mi sentivo bene. Avevo avuto la febbre perchè ero rimasto troppo in un bagno di ghiaccio (?) giovedì. C'era poi tanto caldo. Ero sorpreso con me stesso perchè mi sentivo davvero male". Qui il video della sua gara sui 400 chiusi in 49"86. A parte questo modo di fare istrionico, ma che racconta anche un mondo tutto diverso di approcciare gli avvenimenti sportivi (una positività che qui in Italia non è mai esistita: esportiamo a tonnellate "scuse" pre-gara o post-gara... pure durante la gara talvolta: che palle!!) Douglas Kalembo è entrato a spallate da giocatore dell'NFL nella storia del mondo master. Gli sono bastate 3 gare corse a cavallo del suo 50imo anno di vita. Adesso aspettiamolo nei prossimi appuntamenti e poi magari a Sacramento 2011. Rimane solo il piccolo cruccio di non aver visto (l'anno scorso c'era arrivato praticamente ad un centimetro) Enrico Saraceni poter infrangere il record degli M45 ed essere così il primo uomo a scendere sotto i 50" nella categoria: avrebbe reso la vita a Douglas un pò più difficile. Ma la storia nei master non finisce mai, ci saranno altre opportunità: importante è spostare quel segno che Kalembo ha messo un pò più lontano, sia nei 45 che nei 50. Questo è lo sport, questa è la vita.

19/08/10

L'Africa scopre i master: campionati africani open

(una foto "sudata": lo stadio di Biskra) - A poco a poco il masterismo inizia a spopolare nel mondo intero. E' naturale: l'età media avanza, la necessità di fare sport aumenta e con questa per molti fare sport a "livelli agonistici". Mettersi in gioco anche dopo il periodo migliore della propria carriera agonistica. Il mondo master è generalmente un universo di atleti provenienti dai paesi più industrializzati. Il solo spostarsi per le grandi manifestazioni iinternazionali mpone spese non da tutti sostenibili. E' quindi "elitario" per due aspetti: coinvolge solo una certa parte del mondo, e di quella parte di mondo, coinvolge chi ha le possibilità economiche minime per consentirgli di viaggiare. Sicuramente l'abbattimento dei costi dei viaggi ha avvicinato il mondo e portato diverse schiere di atleti ad abbracciare l'attività internazionale. In questi pochi anni in cui ho praticato l'atletica over-35 mi sono sempre sentito dire che i titoli (mondiali, europei...) erano in realtà uno spaccato poco realisitico della realtà: nel mondo (o in Europa) mi si diceva, ci sono atleti molto più forti di quelli che partecipano a questi campionati. Col tempo mi sono ricreduto, e sono giunto alla conclusione che in realtà pochi sono gli atleti (fuori da quelli noti) che in qualche sperduto angolo del mondo conducono attività over-35 ad alti livelli: per questioni di carattere sociale inizialmente (pensate al Kenia: una popolazione così giovane, che partorisce atleti così precocemente, ve lo vedete organizzare attività per gli over-35?). O vi vedete in qualsiasi paese del secondo mondo o del terzo mondo, atleti in età da master competere in gare dove già l'esistenza della gara è un miracolo? Diciamo che si vedono atleti assoluti che "vanno lunghi", che protraggono l'attività assoluta, ma è davvero difficile pensare a contesti socializzanti in attività sportive "mature". Direi che è quasi impossibile attualmente. Rimangono così i paesi Europei, quelli nordamericani, quelli Australi, il Sudafrica, il Giappone e in parte il Sudamerica. Il resto rimane molto in ombra (la quasi totalità dell'Asia, se si escludono presenze sporadiche degli indiani e l'Africa in toto). Per tutte questa serie di riflessioni oggi sono tentato di credere che in definitiva sono pochi gli atleti "master" a noi sconosciuti. In questo contesto, e qui entriamo nel vivo della notizia, l'Africa inizia a mettere fuori la testa dal guscio. Raramente, come dicevo, si è sentito parlare di atleti africani che avessero partecipato all'attività istituzionale a loro dedicata (eccezion fatta per i Sudafricani). Così hanno deciso di organizzare il 30, 31 ottobre e il primo di novembre gli ottavi Campionati Africani Open Master di Atletica Leggera. Le gare si disputeranno in Algeria, a Biskra, città ricca di storia e ubicata all'interno del paese. La grossa novità sarà appunto l'apertura delle gare verso tutti gli atleti master del mondo, in un periodo magari utile per un piccola vacanza. Leggevo che prevedono un afflusso di circa 250 tra atleti e accompagnatori... se pensate ai numeri del masterismo europeo, capirete quale gap intercorra tra le due realtà. Per partecipare basterà compilare un form presente sul sito della EVAA o della WMA. Peccato non abbiano aperto un sito, un blog, o una pagina web dedicata... l'emancipazione parte anche da qui.

18/08/10

Il 4 e l'11 settembre Regionali Master Open ad Aosta e... altre riflessioni

L'istrionico Alessandro Cipriani (nella foto di Tom Phillips) - referente Master per la Val D'Aosta, mi ha fatto pervenire un'interessante proposta per tutti i master del Nord Italia (e non solo, per carità), e cioè la possibilità aperta a tutti gli over-35 di poter partecipare ai Campionati Regionali Master che si terranno il 4 e l'11 settembre ad Aosta. Originariamente le date erano naturalmente contigue (il 4 e il 5 di settembre), poi per non sovrapporre la seconda giornata dei regionali con il Meeting Master di Novara del 5 settembre, si è optato per spostare proprio la seconda giornata alla settimana successiva. E' noto come il Meeting piemontese sia infatti catalizzatore delle volontà di diversi atleti (soprattutto lanciatori), ma con un grosso problema (almeno, registrato nelle ultime edizioni): il cronometraggio. Non è infatti tollerabile nel 2010 che una manifestazione di atletica rimanga "inficiata" dall'assenza di cronometri ed anemometri. Guarda caso sono sempre i master a pagare l'indolenza di qualcuno. Le gare "manuali" non contano più nulla, diciamocelo in faccia senza tanti giri di parole. Soprattutto nella velocità, che in Italia tra i master va per la maggiore. Quindi, ora contatterò Chiara Ansaldi (a Nyiregyhaza mi ricordo come mi avesse detto di avere un ruolo all'interno della Fidal Piemonte) per poter fornire questa informazione sulla elettricità dei tempi novaresi. Tornando ad Aosta, in allegato trovate il dispositivo delle due giornate con le specialità tabellate. A mio parere davvero interessante (e riproponibile altrove), l'attribuzione di un solo titolo regionale per specialità. Quindi, non un dozzina di titoli ad esempio sui 100 metri (con una trentina di medaglie complessive), ma esclusivamente un primo, un secondo ed un terzo, scelti sulla base dei punteggi attribuiti dalle tabelle (presumo quelle Fidal). Un problema del mondo master (che ci crediate o meno), sono proprio le premiazioni. Anche e soprattutto a livello organizzativo. Di una sola gara, si potrebbe dover provvedere ad una ventina di "podi": se poi le gare sono una decina, i podi nel corso della giornata potrebbero essere circa 200. Di fatto, al termine della conclusione delle prime gare, l'attenzione degli speakers delle gare dei master, viene quasi totalmente dirottata sull'ora-pro-nobis della cerimonia di premiazione delle diverse gare, dimenticandosi l'aspetto più importante: quello agonistico. Giusto così ridimensionare il tutto ad una sola premiazione, ad un solo campione regionale master (a quel punto il titolo avrebbe pure molto più prestigio), quant'anche tutti si vogliano fregiare di titoli e riconoscimenti. Un passo davvero importante, per qualcuno impopolare, per molti necessario: stiamo pur sempre parlando di titoli regionali, non certo mondiali. Pensate un pò: io adotterei pure l'AGC, per dare ad ognuno, nel suo anno e non nella sua categoria, il giusto riscontro in termini di punteggio, visto che si tratta di sceglierne uno su tutti. Per concludere, visto che è un nostro cavallo di battaglia, se dev'esserci separazione tra categorie, l'unica proponibile potrebbe essere quella tra master e veterani (over e under-70), conisderate le sovrastime di qualsiasi strumento di conversione esistente ed applicate sopra i 70 anni di età. Mi sono dilungato oltre: vi rimando nuovamente all'allegato, promettendo che presto parleremo anche delle proposte di miglioramento del mondo master che i diversi referenti regionali hanno inoltrato alla Fidal. La trasparenza è sempre motivo di crescita.

17/08/10

Se Masterstrack traduce Andrea Benatti...

Io questo articolo (qui il link) lo vedrei più come un riconoscimento a Webatletica, più che al sottoscritto. Così intendetelo. Il sito americano Masterstrack.com di Ken Stone rappresenta senza tema di smentita alcuna, il faro nell'oceano in burrasca del mondo master. Se volete avere informazioni su quello che succede nell'universo degli over-35 e conoscete sufficientemente l'inglese, là troverete tutto ciò che vi serve e forse anche di più: un amico che vi fa un racconto quotidiano dell'atletica leggera come se fosse appoggiato ad un camino con la pipa. Nel tempo Masterstrack è diventato anche un catalizzatore di informazioni da tutto il mondo: essendo l'unico sito in inglese, uno dei pochi siti che intende parlare e discutere del mondo master, progressivamente molti soggetti (principalmente i singoli atleti) hanno inteso inviare direttamente a lui le informazioni relative alla storia in divenire di questo piccolo universo. Così mi sono messo in coda anch'io, e ammetto che spesso, di fronte a record mondiali o grandi prestazioni stabilite da atleti italiani master, ho di mia iniziativa iniziato a mandare piccoli link o notizie di ciò che avveniva qui in Italia, trovando quasi sempre un riscontro sul maggiore sito mondiale dei master gestito da Ken. Il paradosso è che nonostante l'evidente entusiasmo crescente di un intero movimento di migliaia di persone, non è corrisposto un uguale innalzamento degli standard qualitativi e quantitativi relativi all'informazione da parte dei soggetti istituzionali demandati. La WMA (la federazione mondiale di atletica master) è letteralmente ferma: il sito ufficiale riporta circa 7/8 news... all'anno! Una tomba. C'è l'annosa questione dei record (aggiornati raramente, privi di elementi fondamentali, spesso errati), o quella di un'area statistiche assolutamente assente. Un baraccone lo definiremmo qui in Italia. La EVAA invece, e qui bisogna essere onesti, dimostra un decisa maggiore vitalità: qualcuno evidentemente ci tiene. Ritengo comunque che il problema della pubblicità del mondo master (ciò che poi porta al proselitismo, all'affrancamento e all'emancipazione dell'atletica oltre i 35) risieda alla base, come al solito. Le stesse Federazioni Nazionali sono solitamente molto indolenti a seguire l'attività master dal punto di vista mediatico: come pretendere che siano poi quelle sovranazionali a fare informazione? Mi chiedo a tal proposito perchè la Fidal non apra un sito dedicato all'attività master, piuttosto che ridurre il tutto a qualche link dedicato sul sito princiapale, come del resto han fatto in Spagna (qui il sito) o in Francia (qui l'altro sito)? Rimangono così le iniziative private a creare il mondo dei master: quella di Ken Stone là in cima, l'Annette Seite dei Koop in Germania e in qualche piccolissimo modo noi di Webatletica qui in Italia. Proprio ieri ho così avuto pure l'onore di vedere il mio articolo tradotto sul sito di Masterstrack: ho solamente cercato in tutte le gare disputatesi a Nyiregyhaza i record mondiali ed europei (bastava cercare la voce WR o ER a fianco delle prestazioni). Purtroppo nessuno di "importante" ritiene di tracciare un consuntivo di ciò che avviene se non basandosi esclusivamente sul numero di partecipanti, tralasciando quasi completamente gli aspetti tecnici, cioè quelli che costituiscono il vero sale dall'atletica, cioè quelli che ci interessano. Mi sento di ringraziare pubblicamente Ken per l'onore che mi (ci) ha fatto, portando alla ribalta la nostra piccola realtà anche oltre Oceano (sono arrivati decine di contatti dagli USA e da tutto il mondo dopo l'articolo di ieri). Speriamo che le iniziative (per ora soprattutto private) aumentino, per aver un giorno più spazio per rivendicare le nostre necessità i crescita.