31/03/12

Italiani Master - F55: tripletta per la Lorenzoni

Maria Lorenzoni
La categoria F55 rappresenta un pò la categoria spartiacque tra le donne, un pò quella che è rappresentata dagli M70 tra gli uomini, ovvero quella in cui l'aspetto partecipativo si assottiglia. Questo è quello che è successo per sommi casi. Lorenza Nolli fa doppietta 60-lungo, rispettivamente con 9"38 e 4,07, cioè soli 3 centimetri dal proprio record italiano. 11 gli scudetti per la mantovana, che aveva ottenuto la medesima doppietta l'anno scorso. Doppietta anche per Daniela Stelori: 200 e 400, con i tempi di 32"48 e 1'14"10.   Sei i titoli italiani per la Stelori, tutti indoor, tutti su 200 e 400 e tutti sempre vinti in accoppiata. Tripletta netta invece per la bresciana Maria Lorenzoni: 800, 1500 e 3000. 2'45"23, 5'27"73 e 11'25"34 tutti in solitaria. Per lei sono addirittura 13 i titoli italiani indoor (i primi gli arrivarono nel 2003), ma è anche la prima volta che vince gli 800 e la prima volta che gli riesce la tripletta. MVP per me. Alto ad appannaggio di  Giuseppina Grassi (1,20) e sette titoli indoor (6 nell'alto e 1 nel lungo: il primo addirittura nel 1992!). Lancio del peso con annesso record italiano per mano di Paola Melotti. 10,69, ovvero 15 cm in più del lancio vincente di Giuliana Amici del 2011. 5° scudetto indoor per la Melotti. Questa la cronologia del record:

  • 10,49 - Ada Turci - Torino - 07/03/1981
  • 10,54 - Giuliana Amici - Ancona - 05/03/2011
  • 10,69 - Paola Melotti - Ancona - 10/03/2011
Ed infine ennesimo sigillo per la Signora della Marcia italiana, Natalia Marcenco, sui 3 km: 16'58"82 ed in saccoccia e 7° titolo italiano indoor. 

Italiani Master, M55 nel nome di Hubert Hulk Indra: 5 record italiani

Hubert Indra - foto Fidal
Gran gara nei 60 M55, vinta per un solo centesimo da Giovanni Mocchi su Gabriele Carniato: 7"92 a 7"93 ma anche 7"96 per Giorgio Tiberi. In 3 sotto gli 8" e soli 13 centesimi dal record italiano di Antonio Rossi. Secondo titolo consecutivo nella categoria sui 60 per Mocchi. Clamorosa vittoria invece per Angelo Mauri sui 200, al primo titolo italiano personale, figlia di una grande evoluzione tecnica avvenuta quest'inverno, in seguito al passaggio sotto la guida della Barbara Martinelli versione-tecnico. Ancora una volta, gara vinta per pochi centimetri, ma purtroppo persa ancora per pochissimo da Carniato: 26"07 a 26"11, che si ritrova così con due argenti, ma due ori lontani... 5 centesimi complessivi. Nota statistica: solo in 4 circostanze questo titolo in questa categoria è stato vinto correndo sotto i 26", e in tutte quelle circostanze il vincitore è stato Vincenzo Felicetti. Quello di Mauri è stato il 7° tempo necessario per vincere nella categoria M55 (su 28 edizioni). Sui 400 torna protagonista Mauri (anche se cronologicamente la gara si è svolta il giorno precedente) che stavolta di centesimo perisce, dopo aver di centesimo colpito. Diciamo qualche cosa in più di qualche centesimo (58"14 a 58"88), ma la gara è stato un grande duello fino all'ultimo rettilineo tra lui stesso e Pietro Ligorio, che si ritrova così con il secondo titolo italiano indoor di carriera, dopo quello vinto nel 2007 da M50. Ma allora vinse con 58"28, stavolta, a 5 anni di distanza, è andato pure più forte. Ma le gare M55 hanno avuto la caratteristica di esser state tutte estremamente combattute: negli 800 Vincenzo Andreoli è riuscito a sorpassare Rinaldo Gadaldi per soli 17 centesimi. 2'19"74 per il primo e 2'19"91 per il secondo, che probabilmente partiva come favorito, dopo aver vinto gli 800 da M55 nelle ultime due stagioni, sia all'aperto che al chiuso. Andreoli, per parte sua, conquista il proprio 6° titolo italiano (4° indoor) al primo anno di categoria, ma l'ultimo risaliva al 2008. Andreoli non potrà far nulla (giungerà secondo) invece contro Giovanni Pedrini, che nel vincere il titolo sui 1500 accarezzerà anche il record italiano di Konrad Geiser, risalente al 2006. 4'37"37 il tempo necessario per scudettarsi, mentre il record sui 1500 M55 rimane traballante a 4'36"25. La doppietta per Pedrini giunge con i 3000, corsi sul piede del 9'52"13 (8° titolo italiano, ma il primo vinto addirittura nel 1993, 20 stagioni fa). Renzo Capecchi si intasca invece sia i 60hs (10"33) che il salto in lungo con 5,17 e 3° titolo italiano vinto in sole due stagioni. Dalla pedana dell'alto arriva il clamorissimo record italiano di Hubert Indra, sintomo di una forma debordante. 1,75, che supera il record ottenuto... da lui stesso il giorno prima nelle prove multiple (1,66). Il miglioramento rispetto ai precedenti record è quasi imbarazzante: 15 centimetri! 92,48% in termini di AGC, ovvero una prestazione parificabile ad un 2,27. Qui la cronologia recente del record:
  • 1,57 - Giuseppe Di Natale - 15/02/2003
  • 1,57 - Prampolini Natale - 26/02/2005
  • 1,57 - Molinaris Piercarlo - 03/03/2007
  • 1,57 - Paolo Marconi - 19/02/2010
  • 1,60 - Claudio Gallana - 05/03/2011
  • 1,66 - Hubert Indra - 09/03/2012
  • 1,75 - Hubert Indra - 10/03/2012
E che gara quella dell'alto! Anche il secondo, Paolo Gaetani, ottiene un grandissimo 1,69 (con il quale avrebbe vinto tutte le gare M55 sul territorio italiano da quando esistono i master, tranne... questa) e terzo posto con Claudio Gallana, che migliora il suo vecchio risultato che gli era allora valso il record italiano (1,63). Lo strapotere di Indra invade come uno tsunami anche il salto con l'asta: 3,80 e record italiano migliorato di 35 centimetri: cancellato Galdino Rossi ed un record che risaliva al 1997, vecchio quindi di 15 anni. Impresa nell'impresa: il record di Rossi era il più vecchio record dell'asta indoor ancora in vigore tra tutte le categorie ed il secondo considerando anche le gare all'aperto, cioè il 3,55 sempre suo stabilito sempre nel 1997 e sempre come M55. Ovvero, death-measure-walking, misura-morta-che-cammina: se Indra infatti sarà in queste condizioni di forma anche alla prima gara all'aperto, anche il più vecchio record dell'asta ogni-categoria cadrà sotto i propri salti. Naturalmente il triplete di Hulk Indra, avverrà con le prove multiple, suo ambiente naturale, dove spazzerà via il suo terzo record italiano: 3901 a 3436 del record ottenuto da Ercole Sesini nel 2010. E... sfiorato il record europeo dell'olandese Glenn Gentle (3936 punti del 2007). Durante le 5 prove, Indra si prende lo sfizio di battere, già che c'era, anche il record dei 60hs: 9"49 contro il 9"73 di Tullio Hrovatin del 2007 (oltre al già citato record nel salto in alto). Devastante. Il conteggio dei titoli italiani di Indra si perde a questo punto nella storia: di sicuro quelli indoor sono (dovrebbero essere) 26... Il salto triplo se ne va anch'esso in Alto Adige, dopo il 10,73 di Alexander Ebner (7° scudetto indoor). Il vulcanico Michelangelo Bellantoni fa suo il lancio del peso con 12,18 (3° titolo indoor) ed infine nella marcia, il migliore risulta Giovanni Pettorino: 15'15"19, primo titolo italiano master in carriera. Sull'MVP penso non ci siano molti dubbi... Hubert.

29/03/12

Italiani Paralimpici indoor: piovuti record a grappoli!

Chiedo scusa a marco, ma per fare questo articolo bisognava avere un minimo di cognizione di causa. Avrei dovuto infatti già scrivere qualcosa sui primi (smentitemi!) campionati italiani paralimpici indoor (qui tutti i risultati), che si sono tenuti, guarda un pò, ad Ancona. Contemporaneamente, nell'attigua pista outdoor, invece, si sono tenuti i campionati nazionali di lanci invernali. Bella scorpacciata di risultati, quindi, che vanno interpretati per categoria di disabilità. A tal proposito, guardate cosa vi regalo: le categorie di questi sport, individuate su wikipedia. Clikkate qui, riducete le pagine, e affiancatele durante la lettura, cosa capirete che razza di prestazioni hanno fatto questi ragazzi. Mi sembra necessario, preliminarmente, sottolineare come l'atletica paralimpica sia in una fase di letterale esplosione, spinta da una ragnatela di persone che ne hanno fatto un gioiosa macchina da guerra, ricca di entusiasmo. E' in questo clima che di solito le organizzazioni di persone hanno successo. Non so se ne usciranno campioni olimpici, ma di sicuro l'ambiente di serenità che sono riusciti a creare glielo invidio. 
Bando alle ciance, e sotto con i risultati, che iniziano con la prestazione di Davide Della Palma, categoria T46 (vi rimando alla spiegazione delle categorie), che ha stampato un clamoroso 4'13"26 sui 1500, tempo che ha un suo spessore a livello atletico assoluto. Ora, avrebbe dell'incredibile il tempo del secondo, del quale non conosco la nazionalità. Si chiama Ahmed Ennammouri, della categoria T37. Comunque sia, 'sto ragazzo dalle chiari origini magrebine, ha corso i 1500 in 4'49"32, cioè oltre due minuti in meno del precedente (o attuale... è da verificare appunto la nazionalità) record italiano. Pazzesco. Un attimo... nella distinta dei risultati, il record italiano viene attribuito a Fabrizio Minerba, stessa categoria, che ha concluso la stessa gara in 6'11"89, comunque 40" in meno del record attualmente tabellato. 
Sfiora invece il suo stesso record, il T54 (dovrebbe essere sulle wheels!) Giorgio Lugarà: 4'58"27 contro il 4'55"32 stabilito l'anno scorso sempre sulla medesima pista di Ancona.
Clamoroso triplete per Elisabetta Stefanini (T12): 60, 200, 400 con annessi record italiani: tre su tre. Nei 60 metri 8"31 e 11 centesimi in meno rispetto al suo record. Sui 200 esibizione clamorosa : 27"36 e miglioramento del suo stesso record italiano ottenuto nel 2009 (27"52). Tempone! Punta della nazionale italiana paralimpica, anche se ammetto che non so come il risultato o le potenzialità di un risultato del genere possano essere in un ranking... olimpico. Presumo molto in alto... ergo, ricordate il suo nome. Di lei, poi, bisogna ricordare anche l'ennesimo record nazionale, ma stavolta sui 400: 1'03"55 (era 1'03"97), sintomo di uno stato di grazia clamoroso. Me tapino che non conosco le liste mondiali dell'anno...
Sui 200 T11, altro record italiano martellato: Alessio Carosi scende, primo della categoria, sotto i 30" e sigla un 28"87, che è 3"5 secondi inferiore al precedente primato. Record italico anche sui 200 T37, ad opera di Cristian Bonaccina: il miglioramento è su sè stesso: dal 32"56 del 2011 al 31"50 dell'edizione attuale. Un secondo piallato come burro. Il T36 Biagio Carrubba, non è da meno e migliora anch'esso il giù proprio record italiano dei 200, spostandolo da 41"68 a 40"70. Ad adesso siamo già a 4 record nazionali, ma naturalmente non è finita qui, era giusto per fare un inventario. 
Altro triplete di titoli con annessi record per Oxana CorsoT37. Il miglioramento sui 200 è abissale: 1"2. Un'eternità sprintisticamente parlando: da 35"29 a 34"09. Sui 60 il miglioramento è di 20 centesimi: 10"07 contro i 10"27. Ma la cosa pazzesca è sui 400: 1'21"57. Soffermiamoci un attimo... 13" in meno!!! Due anni fa sulla stessa pista corse in 1'34"65!!
Dal punto di vista "assoluto", desta una certa impressione il 24"73 (indoor) sui 200 di Riccardo Scendoni, il cui peso specifico prestativo è dato dal precedente detentore: Roberto La Barbera, che nel 2004 era stato in grado di correre a Genova in 24"83. Sarà poi in grado di correre in 7"75 i 60, ovvero soli 3 centesimi in più del primato nazionale. Ancor meglio cronometricamente parlando, il tempo sempre sui 200 di Samuele Gobbi, che è comunque un atleta da 52" sui 400 e da meno di 23"5 sui 200 all'aperto: in questa circostanza 24"53 (ma il suo stesso record indoor è 23"79...).
Dovrebbe essere record anche per il già citato Cristian Bonaccina: 400 corsi in 1'14"46, con il precedente record di Christian Mazzolari collocato a 1'14"57. Stranamente il Sigma non ha segnalato la cosa... pensavo fosse automatico (a questo link trovate i risultati dei 400). 54"63 per il solido Samuele Gobbi (T46). 57"03 per Ousmane Ndong (T46) e 1'06"16 per Emanuele Muratorio (T38): record italiano, dovrebbe essere, visto che lo stesso atleta aveva 1'07"42. A questo punto ho perso il conteggio dei record italiani, ma già adesso si può fare una riflessione: i record a pioggia, sono solitamente il sintomo di grandissima vitalità di un movimento: un pò come è avvenuto tra i master negli ultimi 3/4 anni, dal dopo Riccione '07 (mondiali) in poi, dove c'è stata probabilmente una rivoluzione culturale nel considerare il mondo master.
Sugli 800 show di Annalisa Minetti (T11): 2'26"56 e una spalata di secondi in meno rispetto al suo precedente record italiano di 2'32"46. La cantante, nata nel '76, sarebbe anche F35 nelle categorie master, e sarebbe arrivata seconda ai recenti campionati italiani di categoria... dico solo questo. Ora, non vorrei essere il selezionatore della nazionale paralimpica per Londra, che dovrà scegliere un numero limitatissimo di atleti rispetto a coloro che hanno il minimo (c'è infatti una sorta di numero chiuso). Regolamento che va assolutamente cambiato: al limite si alzino i minimi, ma chi lo ottenga, possa parteciparvi senza limitazioni. 2'30"94 per Michele Di Cosimo nei T11 maschili, e anche questo è record italiano. A livello cronometrico, pazzesco 2'03"60 per Davide Della Palma (classe 1990 e T46).  Nel lungo bellissimo duello tra Lorenzo Fabio Ricci e Alessio Carosi, concluso 5,02 a 4,78 per il primo che equivale anche al nuovo record italiano F11.

Lanci... finita in pista? Macchè... inizia la raffica di risultati sulle pedane. Purtroppo non conosco i limiti olimpici (ignoranza orizzontale e verticale quindi). Maurino Perrone (F32) vince di esperienza la clavetta con 16,77 (ma, dicono, sottotono rispetto ai clamorosi risultati ottenuti in allenamento). Carmen Acunto (F55) è sui propri livelli "estivi", visto che raggiunge la distanza di 18,10 nel disco. Nella stessa gara sfiorano le M.P.I. anche Aurora Noè (10,38), e Giovanna Distefano (5,75). Ermelinda Rosso, F56, sempre nel disco sfiora la sua migliore prestazione italiana: 15,00 contro il 15,28 lanciato solo un mese fa a Ragusa. Gara tiratissima nel giavellotto F34: in 4 nello spazio di 53 centimetri, e alloro al capo di Fabrizio Basili con 10,90.
Nel peso F11 e F12, altri record... sfiorati. Lorella Berardo 5,41 (e primato a soli 39 cm), mentre Elena Favaretto 6,99 (vs 7,13). Soli 10 cm per Francesco D'anna (F34) dal primato (ma con titolo nazionale!): 5,85. Il titolo italiano di Maria Criscione (F34) giunge a soli 9 cm dal record italiano (3,61 a 3,70). 

28/03/12

Italiani Master: le F50 - MVP a Gianna Lanzini

Sandra Dini - foto Wikipedia
Le M50 si sono dimostrate una categoria incredibilmente viva. Tre record italiani sono il biglietto da visita di una categoria che vanta tra le proprie fila atlete che hanno fatto grande l'atletica italiana assoluta come Daniela Ferrian e Sandra Dini. Proprio Daniela Ferrian non lascia spazio a dubbi sui 60, dominandoli dall'alto dei suoi 8"84, unica donna sotto i 9". Terzo titolo nazionale in due anni per la portacolori della Vittorio Alfieri di Asti, che ha vinto scudetti esclusivamente al coperto. Il vero clou però lo si ha sui 200, dove proprio la Ferrian se la vede con la toscana Gianna Lanzini. Sul rettilineo finale la Ferrian sembra davanti, ma di pochissimo, con la Lanzini che scendendo dalla sesta corsia, sembra avere una velocità un millimetro più veloce. E' in rimonta! Ad un tratto, la crisi tecnica porta la Ferrian a squilibrarsi in avanti e quindi a cadere rovinosamente sulla pista: proprio nel momento in cui le due sono gomito a gomito. Dramma! La Lanzini vola a quel punto indisturbata al traguardo, stabilendo anche il nuovo record italiano con 28"53, tre soli centesimi in meno del tempo stabilito dalla Ferrian agli italiani dell'anno scorso. Questa la cronologia recente del record:
  • 29"72 - Silvana Zucchi - 08/02/2003 - Torino
  • 28"56 - Daniela Ferrian - 06/03/2011 - Ancona
  • 28"53 - Gianna Lanzini - 11/03/2012 - Ancona
Per qualche minuto invece la Ferrian rimane esanime sulla pista... Poi finalmente i cenni della ripresa e il sospiro di sollievo generale. Comunque, stando all'almanacco Fidal, la Ferrian vanta la bellezza di 51 presenze in maglia azzurra e ottava italiana di sempre per caps (dietro a Dorio, Possamai, Capriotti, Masullo, Maffeis, Simeoni ed Erica Rossi). Ma anche la Lanzini ha il suo piccolo scrigno di azzurro, costituito da 3 maglie azzurre tra il 1982 e il 1985. Insomma, una sfida tra Grandi. La Lanzini poi vince agevolmente i 400 nel tempo di 1'06"55 e si prenderà il lusso di vincere pure l'oro nella staffetta 4x200 (3 ori quindi), con l'Assi Giglio Rosso di Firenze (le altre erano Daniela Aldrovandi, Lucia Samuelli e Susanna Giannoni) con un altro record italiano: 2'02"47, ovvero 2" in meno del precedente primato del Cus Romatletica. 
Doppietta clamorosa di Elena Fustella su 800-1500. Mentre sull'ottocento la gara è più combattuta (vittoria in 2'33"87), l'impresa la stabilisce in solitaria sui 1500: 5'10"90 e nuovo record italiano di categoria. Lo spessore dei record master vengono dati solitamente da due parametri: l'AGC e gli atleti che precedono nella cronologia dei record, e che magari hanno fatto la storia del masterismo nazionale. Ebbene, questa è la cronologia dei record italiani:
  • 5'12"68 - Egger Waltraud - 14/03/2004 - Sindelfingen
  • 5'11"46 - Maria Lorenzoni - 15/02/2009 - Ancona
  • 5'11"29 - Maria Lorenzoni - 28/02/2009 - Ancona 
  • 5'10"90 - Elena Fustella - 10/03/2012 - Ancona
Ergo, meglio della Lorenzoni e della Egger, due totem. E sono così sei i titoli italiani conquistati dalla Fustella, cinque dei quali indoor. Il titolo sui 3000 rimane a Lecco, con la vittoria di Carmen Piani, con 11'15"43. 11"40 sui 60hs di Francesca Ricci, al terzo titolo italiano (ma i primi due nel lancio del peso!). Sfida stratosferica nel salto in alto, dove Francesca Juri, grande protagonista del 2011 con i record del triplo (sia indoor che outdoor), che del salto in alto outdoor (con 1,45), ha superato la leggenda vivente del salto in alto Sandra Dini. Per dire... la Dini trova posto anche nell'enciclopedia virtuale Wikipedia (qui il link sulla vita sportiva della Dini). 28 presenze nella nazionale assoluta e in pratica la più forte italiana nel salto in alto negli anni '70-'80 dietro a... una tale Sara Simeoni... la conoscete?? 1,92 di personale per la Dini che battè proprio la Simeoni nel 1981 ad un campionato italiano assoluto, l'anno successivo alla conquista di Olimpia da parte della veronese. Ad Ancona sarà però la Juri ad imporsi nell'alto per 3 cm: 1,38 a 1,35. Record italiano a 1,42 di Chiara Passigato rimasto  comunque imbattuto. 13° scudetto per la Juri, che si imporrà anche nel triplo con 9,26. Comunque: sono sempre più convinto che sono meritevoli gli atleti che hanno avuto passati sportivi così importanti e che hanno avuto la forza e l'abnegazione di continuare l'attività anche da master. Certo... sono convinto che ci voglia un pò più di coraggio rispetto a chi quel passato non l'ha avuto, perchè è umano fare paragoni. Ma è molto più triste dover rinunciare ad una cosa che piace infinitamente per... orgoglio. 10+ a Sandra Dini e tutti i super-atleti del nostro recente passato sportivo nazionale che si buttano nella mischia... o meglio, che sfidano sè stessi, perchè alla fine mai come nei master la vera sfida è innanzi tutto con i propri limiti, prima ancora che con gli altri atleti.
Paola De Santis si impone nel lungo con un ottimo 4,45, battendo anche la campionessa uscente Graziella Santini. Primo titolo per la De Santis. Anna Magagni vince il peso con 9,98, e il conteggio dei titoli italiani qui si perde. Personalmente sono a 23, ma il dato è sicuramente per difetto. Mi manca un aggiornamento, e chissà quando avverrà.
Infine titolo nella marcia a Ciantar Lequio Doninique con 17'15"47. Secondo titolo italiano dopo quello del 2010 sulla stessa distanza, ma da F45.
L'MVP a Gianna Lanzini che la spunta su Elena Fustella di pochissimo.

25/03/12

Sudafricani veloci a Potchefstroom: Magakwe 20"38 con -1,3

Sudafricani particolarmente performanti in una riunione nel nord del Sudafrica, a Potchefstroom. Addirittura 3 minimi-A (20"55) per Londra sui 200 maschili: Simon Magakwe (qui a sinistra insieme a Bolt) stabilisce la seconda prestazione mondiale dell'anno, dopo la tuonata di Spearmon: 20"38, ma vanta sulla stessa pista un 20"23 risalente al 2010. Fu 7° all'universiade di Shenzen, l'anno scorso, sui 100 metri, uscendo in batteria poi a Daegu sempre sui 100. Questo il risultato dei 200 che porterebbe 3 sudafricani dritti-dritti a Londra:

1.Simon MAGAKWERSA8620.381168WL
2.Thuso MPUANGRSA8420.501150PB
3.Lebogang MOENGRSA8920.511148PB
4.Roscoe ENGELRSA8920.761110SB


Brutto esordio sui 400 invece di LJ Van Zyl, che l'anno scorso sui 400 era riuscito addirittura a scendere sotto i 45": oggi invece un interlocutorio 46"50, ovvero un solo secondo delle sue gare migliori sugli ostacoli. 

1.Willem DE BEERRSA8845.811125SB
2.Shane VICTORRSA8946.391088SB
3.Ruan GREYLINGRSA9346.411087PB
4.LJ VAN ZYLRSA8546.501081SB


Si rivede anche Mbulaeni Mulaudzi, argento olimpico ad Atene '04, e soprattutto campione del mondo a Berlino del '09. Per 11 centesimoinon ha però ottenuto il minino B per Londra (è 1'46"30), 

1.Mbulaeni MULAUDZIRSA801:46.411130SB
2.Thapelo MADIBARSA931:46.921115PB
3.Daniel NGHIPANDULWANAM891:48.241077SB


Due giavellottisti cechi sopra gli 80 metri: 

1.Vítězslav VESELÝCZE8381.721111SB
2.Jakub VADLEJCHCZE9080.401092SB


Sorprendente una semi-sconosciuta sprinter sudafricana, scesa fino a 22"89, miglior prestazione mondiale dell'anno. Nel suo palmares soltanto un'anonima batteria sui 400 di Pechino '08.

1.Tsholofelo SELEMELA-THIPERSA8622.891152WL, PB
2.Justine PALFRAMANRSA9323.221123PB
3.Tjipekapora HERUNGANAM8823.551095SB


Ragazza del '90 a 51"66 sui 400. 

1.Rorisang RAMONNYERSA9051.611145PB
2.Sonja VAN DER MERWERSA9253.661075


Ritorna alle gare Caster Semenya, anche se al piccolo trotto: 2'03"60, che ancora non vale il minimo per Londra, ma si dubita che non ci riesca (2'01"30 il B). 

Esordio-bomba del Principe Spearmon: 19"95 sui 200 al

Il principe
Mai visto un esordio del genere... a Marzo. Ma quest'anno The Prince Wallace Spearmon c'è davvero. Dopo aver collocato sulle proprie mensole invernali il personale sui 60 (6"66) e una serie di prove convincenti, frutto di una condizione sempre più performante, all'UTA Bobby Lane Invitation di Arlington, esplode la "prima" bomba sportiva del 2012 outdoor dello sprint: 19"95 sui 200 con 1,8 di vento a favore e 24^ volta sotto i 20". Il PB è solo tre decimi sotto (il 19"65 stabilito in un meeting a... Daegu nel 2006). Gli States, soverchiati dall'ondata giallo-verde, sta finalmente trovando i primi antidoti: di Walter Il Mago Dix non si ancora nulla, ma sulla sua solidità ci si può contare ad occhi chiusi. Pensare poi ad una staffetta con Tyson Gay, lo stesso Spearmon, e uno tra... Demps e Gatlin (io punto sul primo, dopo il 6"52 indoor). Sulla scia di Spearmon, si è inserito il "nuovo" Jeremy Wariner, (coetaneo di The Prince: sono entrambi del 1984) con un ulteriore miglioramento del 20"66 ventoso d'esordio: 20"53, e decimo tempo personale di sempre sul mezzo giro di pista, il migliore delle ultime tre stagioni. Stai a vedere che ci vediamo un'Olimpiade con Jeremy di nuovo là davanti, a sgomitare con LeShawn e Kirani (se si riprende dopo la scoppola ai mondiali indoor). Qui sotto il risultato dei 200:

1 Spearmon, Wallace            Saucony                  19.95   1.8  1       
2 Wariner, Jeremy              Adidas                   20.53   1.8  1       
3 Connaughton, Jared           Canada                   20.54   1.8  1       
4 Hubbard, Jamil               unattached               20.77   1.8  2       
5 Boyd, Marcus                 Michael Johnson          20.89   1.8  2 

Doc Patton, al secolo Dervis, master de facto (è del 1977) compagno di allenamenti di Wallace TP Spearmon, per parte sua sciabola la miglior prestazione mondiale sui 100 metri: 10"04 con 1,1 di vento a favore e vicinissimo a quella barriera dei 10" che ha già sfondato in 7 circostanze, fino ad issarsi ad un 9"89 stabilito nel pre-Pechino 2008. 

1 Patton, Doc                  Nike                     10.04   1.1  1       
2 Silmon, Charles              Tcu                      10.22   1.5  5      
3 Isles, Carlin                unattached               10.24   1.1  1      
4 Gray, Cordero                unattached               10.25   1.1  1      
5 Edgar, Tyrone                unattached               10.30   1.1  1

World Lead anche nei 200 femminili, e primo sub-23" del 2012 per LeShauntea Moore: 22"94 con 1,3 di vento a favore.


1 Moore, La Shauntea           Nike                     22.94   1.3  1        
2 Hodge, Virgil                Unat-Tcu                 23.50   1.3  1        
3 Corinealdi, Chaniqua         Tcu                      23.73   1.2  2


24/03/12

Italiani Master: gli M50 - MVP ad Agosta

Il podio del salto in alto: Mastrolorenzi-Segatel-Manfredini
Con il 2012 si presentano nuove clamorose sfida, come quella nei 60 metri, tra Ferido Fornesi, reduce da un infortunio quasi invalidante e Massimo Clementoni, che dopo esser partito in sordina nelle prime gare indoor del 2012, sfodera una condizione che lascia ben sperare per i mondiali finlandesi che si svolgeranno la settimana prossima. Fornesi parte meglio, ma verso la fine della run la carrozzeria, all'altezza del polpaccio sinistro (mi sembra) inizia a sfaldarsi, costringendolo a gestire l'emergenza come meglio può. Ma non sta andando piano... da dietro rientra come un Tomahawk Max Clementoni, col quale irrompe sul traguardo in un singulto di quasi contemporaneità. 7"62 entrambi, ma titolo che vola in Toscana, e, che ci crediate o meno, è il primo scudetto di Ferido al coperto, nonostante il blasone che lo aveva portato, nel 2008, al titolo continentale dei 100 metri. Eravamo a Lubiana. All'aperto, stando al mio data-base (ancora da terminare) l'ultimo titolo conquistato risale al 2007 (100 metri) mentre in totale i titoli individuali salgono a 3 (due sui 100 e uno sui 60). Per essere tassonomici, quest'anno Fornesi aveva già corso in 7"59. Rimangono invece 6 i titoli individuali del novarese. Cambiamo pagina, passiamo ai 200, che hanno visto la vittoria del fuoriclasse triumplino Ettore Ruggeri, che, per chi non lo sapesse, nel 2005 a San Sebastian, all'età di 47 anni, era stato in grado di correre le semifinali sui 400 dei Mondiali Master in 52"02. Dovrebbe trattarsi del 17° titolo italiano per il bresciano, l'ottavo indoor, il terzo sui 200 al coperto. Inoltre Ettore risulta anche uno dei "veterani" tra i master (quasi un paradosso) attualmente in attività, in considerazione del fatto che il primo titolo vinto (i 400) risale addirittura al 1993, ovvero venti stagioni agonistiche fa, quando militava tra gli M35. 24"67 il suo tempo per cingersi la corona d'alloro, che addirittura è inferiore al tempo corso a Cosenza per vincere il titolo outdoor (24"83). C'è da dire che il titolo, poi, viene vinto nell'ultimo anno di categoria, che non è mai facile. Posto d'onore per Maurizio Ceola, unico a scendere con Ruggeri sotto i 25": 24"92
Nei 400 e negli 800 esplode un nuovo talento: e per fortuna che siamo a 50 anni! Spot per chi fa sempre fatica a rimettersi le chiodate. Si chiama Giovanni Agosta, ma probabilmente per i proprio avversari era già più dell'outsider. A Palermo, nel giugno dell'anno scorso (era M45), corse i 400 in 53"73; tempone! Stranamente a Cosenza si arenò in 1'03" e spicci, probabilmente vittima di un infortunio o qualche incidente di percorso, visto che il suo peggior tempo dell'anno era stato fino a quel momento un 54"84. Ad Ancona il favorito d'obbligo, Ettore Ruggeri, si vede così superare per un paio di dita, da Agosta: 55"70 a 55"73. Pensate che tra gli M50 italiani nella storia dei mondiali indoor e degli europei indoor, ci sono solo tre risultati migliori di quelle stabiliti da Agosta&Ruggeri ad Ancona: e tutti e tre appartengono a Vincenzo Felicetti. Marco Morigi, a Gand l'anno scorso, vinse il bronzo continentale al coperto con 56"08: insomma, una gran gara quella vista sulla pista marchigiana. La mattina successiva, Agosta dopo il primo titolo italiano di sempre, piazza pure il secondo: negli 800 infatti arriva davanti alla ciurma in 2'15"31, ma tra i sorpassati ci sono pure pezzi da 90 come Luigi Ferrari (4°). Il passaggio a 1'11" ha infatti mescolato tutti i valori in campo, aumentando vorticosamente le variabili indipendente a favore degli atleti più elastici e con una velocità di base più elevata. Insomma, la gara di Agosta, che da quando ci sono di lui rilevamenti statistici (dal 2009) nei 10 800 corsi, ha sempre fatto meglio del 2'15"3 di Ancona. Era insomma uno spauracchio da tener in considerazione.
I 1500 hanno visto la vittoria di Pierangelo Avigo, nel giorno del trittico-Avigo sui 1500. Penso che sia di dominio comune, no? I tre fratelli Avigo, infatti, hanno vinto nello stesso giorno i 1500 in tre categorie diverse e per due anni consecutivi, visto che la stesse accadde l'anno scorso. 33° titolo di famiglia, e per Pierangelo dovrebbe trattarsi del quarto scudetto personale (il primo lo vinse del 2000). 4'37"29 il crono, per una gara che è diventata trafficata sul finale, con il secondo (Matteo Picco) appiccicato ad Avigo in 4'37"79 e il terzo (Marco Moracas) a 4'38"93. Avigo verrà però battuto sui 3000 da Marco Cacciamani, al primo scudetto indoor: 9'24"26 a 9'26"84. Gara velocissima, tanto che il record italiano non è rimasto nemmeno tanto lontano: è il 9'18"80 di Pier Mariano Penone, stabilito nel 2007.
Il bergamasco Massimo Birolini conquista i 60hs con 9"05: primo titolo italiano nel proprio carnet.
Gara mastodontica nell'alto: due degli hall-of-famer di sempre del masterismo italiano... contro. Marco Segatel, probabilmente il miglior altista italiano master di sempre (secondo il mio data-base 14 trionfi internazionali su 14 partecipazioni, tra mondiali, europei, indoor ed outdoor), ed Emmanuel Manfredini, che invece ha iniziato ad avere un spessore internazionale da qualche stagione (4 ori, di cui 3 continentali e uno agli EMG dal 2009 in poi). Non so francamente se siano mai confrontati prima nella medesima categoria. E la gara chiaramente non tradisce le aspettative: a 1,72 il possibile outsider (Marco Mastrolorenzi) lascia la compagnia, ed inizia il duello. Segatel al primo e Manfredini al secondo. A quel punto Segatel passa l'1,75, che rischia di essere la misura finale dell'emiliano, che però riesce a superare al terzo: è a questo punto in testa. Si passa a 1,78. Manfredini lo passa al secondo e... match point. Ma il lombardo passa la misura alla terza e si passa a 1,81. Entrambi alla prima! 1,84, ovvero, si sale nell'attico del record italiano. Ma qui finisce la gara... e vittoria per numero di errori a Segatel. 16° titolo italiano per Segatel (ma probabilmente sono di più), e praticamente almeno un titolo italiano vinto consecutivamente dal 2000 ad oggi, fatta eccezione per il 2010.
Nell'asta Stefano Peli con tre soli salti uccide la gara: 3,20, 3,30 e 3,40 alla prima. Sette titoli tricolore nel proprio pedigree. Franco Menotti si conquista il 14 scudetto (almeno, ma la stima è per difetto) nel salto in lungo: 5,73. Secondo Gianfranco Ciceri (5,48), che si rifarà col titolo nel triplo: 12,61 e quindi più di un metro oltre al posto d'onore di Mauro Cavallaro (11,46). Anche qui siamo di fronte al 16° titolo, con le solite lacune statistiche. Edmund Lanziner insacca il 4° titolo indoor consecutivo nel peso con 12,78, e nella marcia il bresciano Andrea Naso raggiunge il 5° scudetto con 13'48"84.
MVP a Giovanni Agosta.

23/03/12

Indoor: ma che fine ha fatto Padova? Qui qualche notizia...

Potessi raccogliere tutte le affermazioni "federali" sulle strutture indoor, potemmo farci una puntata di Zelig Circus. La più grande panzana mai raccontata sarebbe quella del riutilizzo della pista di Torino, utilizzata per gli Europei del 2009 e ora probabilmente rintracciabile su ebay come legna da caminetto. Soldi buttati, visto che sembra che fosse stata ristrutturata. O comunque, in assenza di ristrutturazione, considerato che era quella un tempo utilizzata a Genova (raccontano i ben informati), sempre di soldi buttati si sarebbe trattato, visto che un trasporto e un montaggio (e poi smontaggio) si è di fatto consumato. E' così nel frattempo è spuntata la nuova idea di Padova, una palazzetto costruito con denaro pubblico dei cittadini e che aspetta da ormai molti mesi solo la sistemazione finale. Mercoledì 21 è giusto uscito un articolo sul Mattino di Padova che parla proprio del palazzetto e del suo futuro. Miracolo. In realtà proprio-proprio miracolo non è, visto che desumendo dal contenuto dell'articolista, la famosa pista che era in dirittura d'arrivo, in realtà non c'è ancora. Altra notizia, non molto buona: l'Assessore allo Sport, stando al Mattino, si è recato negli scorsi giorni ad Ancona a vedere la pista... ovvero, siamo ancora in alto mare se siamo ancora alla fase del visionare le piste. Altra nota negativa: il Palaindoor è ancora in fase di ultimazione: mancano gli spogliatoi e i locali tecnici (cioè?). L'articolo finisce con un bel complimento alla struttura di Ancona: "Ad onor del vero la struttura di Ancona è molto bella per quanto riguarda la pista, molto meno per tribune e servizi. A differenza di quella che si sta costruendo a Padova". Ai posteri l'ardua sentenza. 

22/03/12

Primi missili sui 100: Webb 10"05 e Spearmon 10"06 - Chambers va allenarsi con Asafa

L'altro giorno si era a Istanbul a parlare di indoor, che praticamente nelle stesse ore, negli States si scheggiava nelle gare di sprint. Con una brezzolina di 4,9 m/s infatti Ameer Webb, vincitore dei campionati NCAA indoor sui 200 con 20"57 dopo aver stabilito la WL in batteria con 20"39, ha corso in 10"05. Eccoci di fronte all'ennesimo fenomeno Stars&Stripes che si trasforma in Clark Kent o Superman tra football e atletica. Resta solo da capire quale sia lo sport dove è Superman e quale quello dove rimane l'impacciato Clark Kent... Nel frattempo (qualcuno l'ha scritto?) uno dei tanti giocatori di football che quest'anno ha deciso di giocarsi la carta olimpica, Jeff Demps (un mio pallino da ormai un annetto) agli NCAA indoor ha piallato un 6"52 in batteria che lo avrebbe portato dritto-dritto sul podio mondiale di Istanbul. 6"56 poi in finale: quasi mai sopra i 6"60 nelle 6/7 apparizioni del 2012 sui 60. Tornando ai 100 wind-assisted, arriva il 10"06 di Wallace The Prince Spearmon con 2,8 a Fort Worth (Texas): curioso l'approccio all'annata olimpica del Principe. Sembra aver posto il Focus sulla velocità breve, per poi esplodere un 200 da storia dell'arte, da parte di chi, tecnicamente, è il Fidia della tecnica di corsa nello sprint. A questo punto giusto aggiornare il dato fornito un paio di giorni fa su Jeremy Wariner: il suo 20"66, ottenuto sempre a Fort Worth, è infatti viziato da un vento che, detto alla Monetti, era "generoso": 2,8. Tempo che non sarà vergato negli annales della storia atletica, quindi. 

Rimanendo nello sprint mondiale, sulle pagine di The Telegraph, arriva la notizia della partenza per la Jamaica di Dwain Chambers: si sta già allenando in ottica Londra 2012 con Asafa Powell, Nesta Carter e Michael Frater. Il contatto col tecnico di Asafa, Steven Francis, sarebbe avvenuto durante i Mondiali di Istanbul, dove Chambers ha conquistato la medaglia di bronzo. Chambers solitamente si allena a Lee Valley, con i Coaches Dan Pfaff e Stuart McMillan, ma nonostante questo, quest'anno non è riuscito a replicare le accelerazioni che l'hanno proiettato a correre i 60 fino a 6"42 nel 2009. Chambers si allenò già in Jamaica per sei mesi anche nel 2006, alla corte di... Glenn Mills, ovvero l'attuale coach di Usain Bolt. Stando al proprio agente, per Dwain le cose sarebbero dure giù in Jamaica, visto che il primo allenamento viene eseguito alla mattina molto presto, e il secondo nel tardo pomeriggio. 

20/03/12

Italiani Master: le F45 pirotecniche, tra Martinelli, Zanni e Avigo

Categoria letteralmente pirotecnica, quella delle F45, tanto che individuare una MVP risulta impresa non da poco. Record italiani, sfide d'altri tempi, prestazioni da podi mondiali: si è visto davvero di tutto in questa categoria. A partire dai 60 metri che se non altro hanno dimostrato quanto sia fallace il sistema Sigma ma soprattutto il fatto di non prevedere finali quando vi siano più serie. Di fatto le prime tre della classifica finale, piazzate in tre serie diverse, quasi che fossero batterie. Peccato non vi sia stata la finale... quindi titolo al miglior tempo, quasi i campionati italiani fossero diventati una gara esclusivamente a-cronometro, e non donna-vs-donna e uomo-vs-uomo. Così parte la prima serie e Daniela Sellitto ci butta dentro un 8"39 che vale già il podio. Non vince i 60 dal 2009, potrebbe essere la volta buona: potrebbe essere l'ottavo titolo italiano, il terzo sui 60. Diventa quindi una gara di sci e mette pressione sulle proprie competitors con i numeri di pettorale più alti. Chi la segue si mette sui blocchi non solo pensando alla propria gara, ma anche a quello che è successo prima. Non proprio il massimo. Ai cancelletti di partenza si presenta così Marta Roccamo. Discesa solitaria e... 8"46! Seconda! Aveva vinto le edizioni 2010 (come F40) e 2011 (come F45). Niente sorpasso quindi. E' quindi il tempo della terza serie, quella sulla carta più forte, che presenta, tra le altre, Marinella Signori, Annalisa Gambelli e Giuseppina Perlino, tornata all'attività dopo un breve periodo sabbatico. Signori sciabola un 8"49 amaro, visto che la relega al terzo posto complessivo. La Gambelli 8"62 e quarta totale e Perlino 8"76 al quinto posto. Peccato davvero non aver visto la sfida diretta: ancora qualcuno che non è convinto che sarebbero necessarie le finali?
I 200 restituiscono un pò di giustizia allo spettacolo, mettendo le migliori nella medesima serie: Marta Roccamo è indemoniata e probabilmente un pò scottata dall'inaspettata sconfitta del giorno precedente, e non lascia nulla all'immaginazione agonistica: titolo in saccoccia con 27"67. 15° titolo indoor per lei, tra 60 e 200. Quello dei 200 lo vince consecutivamente dal 2005, con la sola parentesi del 2009. Seconda arriva Annalisa Gambelli con 28"16, rimandando la prima vittoria ad un campionato italiano che le sfugge sempre per pochissimo, diventando protagonista di numerosi e continui podi.
Chi ha poi assistito ai 400, ha potuto ammirare l'incredibile talento di Barbara Martinelli. Mirabolante. Due le serie dei 400 e lei inserita in quella più debole, non avendo tempo di accredito. Corsa armonica ma potente, precisa. Le avversarie, non certo per colpa loro, rimangono già risucchiate dopo pochi metri e ai 200 si sente già odore di santità: 29"11 dice il display. Il record italiano è l'1'03"40 di Rosa Marchi stabilito nel 2009, pur se non dalla miglior Marchi di sempre, essendo in quel periodo ancora in guerra contro i propri tendini. 33"3 nel secondo giro? Lo farà? Una ottocentista? Niente, non c'è traccia di crisi, nel terzo rettilineo e nemmeno nel quarto. Record certo: 1'00"16, ovvero 30" i secondi 200, ovvero record italiano abbassato di un'eternità sportiva, ovvero una pagina indimenticabile dello sport italiano master. Meglio addirittura del record italiano outdoor di Elena Montini, anch'esso corso nel 2009: 1'01"50. Tradotto in AGC 93,80%, cioè l'equivalente di un tempo di 50"74, ovvero come il record italiano assoluto di Libania Grenot. Elucubrazioni, eh... non prendetemi per pazzo. A 47 anni correre in un minuto i 400, non è cosa da poco. A proposito: il record europeo è il 59"40 della francese Dolores Hachotte, risalente ai mondiali indoor di Clermont del 2008, mentre quello mondiale è il pazzesco 56"99 dall'australiana Marie Kay stabilito sempre ai mondiali di Clermont. Questa la cronologia recente del record italiano:

  • 1'04"04 - 08/03/2008, Ancona - Elena Montini
  • 1'03"83 - 28/02/2009, Ancona - Elena Montini 
  • 1'03"40 - 25/03/2009, Ancona - Rosa Marchi
  • 1'00"16 - 10/03/2012, Ancona - Barbara Martinelli
Gli 800 della mattina successiva, saranno per lei una passeggiata solitaria chiusa in 2'23"49, e peccato che sia mancata la sfida diretta con Laura Avigo, l'altra vedette nazionale del mezzofondo F45, rimasta "solo" per 1500 e 3000. Passeggiata naturalmente si fa per dire... meno di 3" dal suo stesso record italiano. Sarebbe un sacrilegio non segnalare i due posti d'onore di Perlina Fusi sia sui 400 che negli 800: prima delle umane al traguardo. 
La citata Laura Avigo esordisce invece nelle F45, mettendo in cascina subito un paio di titoli italiani: appunto quelli dei 1500 e dei 3000. 5'05"23 e 10'40"51 i crono che le hanno permesso di arrivare al 10° e all'11° titolo italiano master indoor. Quello dei 1500 lo vince quasi ininterrottamente dal 2005 (unico neo nel 2009), mentre quello dei 3000 è il secondo dopo quello conquistato da F40 nel 2007. 
Si passa poi a parlare dell'altra contendente al titolo di MVP, ovvero Rossella Zanni, autrice di una tripletta di titoli senza precedenti. Dopo essersi più o meno intascata lo scudetto nei 60hs abbastanza agevolmente (10"43), i propri magli perforanti si vedono tra il salto in lungo e prove multiple. Già al primo salto del lungo infatti la modenese sceglie la pista n° 1 del terminal di Ancona, decolla e dopo un volo continentale atterra a 5,12, nuovo clamoroso record italiano F45, che toglie a quella Susanna Tellini che per onorare cotanta prestazione della Zanni, pareggia il proprio precedente record di 4,95 arrivando... terza! Infatti tra lei (mantovana) e la Zanni (modenese) non ci sta solo il Po, ma Daniela Sellitto, che al secondo salto si insabbia a 4,99. Probabilmente una delle gare più emozionanti di tutta la tre-giorni anconetana. La Zanni, giusto dirlo, al 5° atterra nuovamente oltre i 5 metri: 5,05. Di fatto la prima donna italiana over-45 a superare i 5 metri, e per ben due volte: risultato che è anche superiore al record outdoor di Carla Forcellini (4,98). In una sola gara, 5 prestazioni superiori o uguali al precedente record italiano (il 5,12 e il 5,05 della Zanni, il 4,99 della Sellitto e due 4,95 della Tellini). Qui la cronologia recente del record:
  • 4,88 - 08/02/2004 - Genova - Carla Forcellini
  • 4,94 - 29/01/2011 - Padova - Susanna Tellini
  • 4,95 - 05/03/2011 - Ancona - Susanna Tellini
  • 5,12 - 10/03/2012 - Ancona - Rossella Zanni
14° titolo italiano indoor per la Zanni, cui aggiungerà il 15° nelle prove multiple con un'altra super prestazione. Infatti nel pentathlon eccoci di fronte ad un nuovo record italiano migliorato di una manciata di punti: 12 per la precisione, ovvero un sospiro. 3594 contro il precedente di 3582. Percorso praticamente simile al precedente record per tre prove su 5: stessa misura nell'alto (1,45), stessa negli 800 (2'53"6 vs 2'53"9), 30 cm in meno di peso, 15 centesimi in più negli hs e probabilmente il fattore discriminante: i quasi 20 cm in più nel salto in lungo. Sono 6 i record italiani attualmente detenuti dalla Zanni. 17 le volte invece in cui dal 2006 ha migliorato, pareggiato record italiani. Mica male. 
Quinto titolo italiano indoor per Tiziana Piconese nel salto in alto: 1,50 per aggiudicarselo. Susanna Tellini si rifa del titolo perso nel lungo, con quello del triplo: 10,22 contro il 9,75 di Tiziana Piconese. 7° alloro nazionale individuale per la mantovana in una gara al coperto, ma il primo nel triplo. Nell'asta fa piacere vedere qualcun'altro che non sia Carla Forcellini a misure sopra i 3,00 mt: a riuscirci Lorena Marano, che si inerpica proprio a 3,00 mt. Quinto titolo italiano nel peso indoor per Antonella Bevilacqua, terzo consecutivo: 9,46, cioè solo 14 centimetri in più di Maria Letizia Bartolozzi, seconda. Infine titolo nella marcia ad Adriana Napolitano, che vinse il suo primo alloro master a Cosenza, una manciata di mesi fa.
Orbene... l'MVP? Bè, diamolo alla quantità: tre titoli e due record italiani, quindi Rossella Zanni, anche se Barbara Martinelli in qualsiasi altra categoria avrebbe meritato il medesimo (piccolo) riconoscimento. 

18/03/12

Jeremy Wariner e la voglia di "ritornare": 20"66 sui 200

Prime gare all'aperto, quando ancora si sente la eco delle gare indoor, segnatamente i mondiali indoor di Istanbul. Tra i tre top quartermiler che si contenderanno Oljmpia (Kirani ha preso legnate ai mondiali, mentre LeShawn si è esibito in un 500 non proprio indimenticabile a New York) mancava il sole Jeremy Wariner, le cui azioni erano crollate nelle ultime stagioni: prima l'ascesa incontrollabile di Merritt (con qualche aiutino di troppo), poi il serio infortunio al ginocchio destro nel 2009, la frattura al piede dell'anno scorso, poi la nascita dell'altro contendente, Kirani James. Ora i tre ci sono, e probabilmente uno di questi sarà si cingerà l'alloro sul capo. Ora, mentre si riflette su quello che potrebbe essere la finale olimpica, si muovono le prime pedine sulla scacchiera. Mosse d'apertura in attesa di muovere alfieri, torri, cavalli... Jeremy Wariner inizia con un 200 al TCU Invitational, dove sciabola un solido 20"66, cioè un tempo più veloce del debutto dell'anno scorso. Seconda gara dell'anno, dopo il 20"91 indoor di febbraio.... "La gente sta vedendo che sto tornando piano piano. Il tempo è davvero veloce per il periodo" ha detto Jeremy al termine della gara. Questo potrebbe essere un anno indimenticabile per Wariner, visto che la moglie è in attesa di un figlio che in maniera assai discutibile, con poco senso dell'humor, chiameranno "Turbo". Turbo Wariner... mah. Le aspettative di Wariner sono chiaramente per il secondo oro olimpico della propria carriera, dopo Atene '04 e cancellare l'onta dell'argento di Pechino '08. "Se sta bene, potrebbe essere il favorito" ha detto Clayde Hart, il suo coach. Obiettivo anche per lui conquistare un paio di ori olimpici (compreso quello della staffetta). 

Pistorius già nel sogno: 45"20 e minimo olimpico

Oscar Pistorius non ha finito di stupire. E di far parlare di sè, per tutti i dubbi e le certezze che portano le sue prestazioni. Dopo il 45"07 di Lignano Sabbiadoro dell'anno passato, ecco che nella riunione di Gauteng North, in Sud Africa, riscrive la propria personalissima lista all-time, inserendo un incredibile 45"20Minimo Olimpico. Il minimo "A" è infatti 45"30. Su di lui pende ancora il giudizio del comitato olimpico sudafricano. Quante parole sono state spese su di lui: c'è chi giura sull'aiuto che gli darebbero i blades, altri (proprio nelle scorse settimane leggevo un articolo di questo genere) che invece spergiurano come le lame rotanti non diano alcun tipo di favore. Di sicuro, come mi diceva qualcun'altro, non esistono normative sulle altezze di quelle lame, e così Oscar può modificare la propria altezza a piacimento, che in 400 potrebbe significare "trampolare" nel momento di crisi collettiva dell'ultimo rettilineo. Di sicuro c'è lo sdoganamento di un intero mondo, quello dei disabili motori, che ha fatto passi da gigante. Pensare alla base statistica su cui è nato il fenomeno-Pistorius (un fenomeno su una popolazione di atleti comunque limitatissima) lascia pensare che tra le varie ipotesi future potrebbe esserci un mondo in cui i "diversamente abili" potrebbero essere pure più abili dei normodotati.

La Maratona di Milano su Sportitalia

Pubblico il successivo comunicato stampa che mi è stato inviato da Sportitalia, e relativo alla trasmissione in diretta della Maratona di Milano e ad una serie di trasmissioni sempre sul medesimo canale, che "lanceranno la gara". Spazio in più al mondo dell'atletica, anche se per il momento per quella su strada, che volenti o nolenti, richiama molte più persone e appassionati. Speriamo nel futuro che sull'emittente si possa vedere anche molta più atletica in pista!

Milano,15 Marzo 2012: Sancito l’accordo con RCS Sport per la trasmissione in esclusiva della Barclays Milano City Marathon 2012 e 2013 sui canali Sportitalia. Alla base dell’accordo la volontà di RCS Sport e Sportitalia di valorizzare la Maratona di Milano garantendo oltre alla trasmissione in diretta della gara, visibilità a tutte le iniziative preparatorie e collaterali legate all’evento. Sportitalia supporterà la Barclay Milano City Marathon con servizi e aggiornamenti su Sportitalia24, approfondimenti con ospiti in Speciali dedicati di avvicinamento all’evento su Sportitalia 2. La corsa è un fenomeno in continua crescita che coinvolge fortemente le città interessate negli eventi. Sportitalia ha deciso di puntare su questa disciplina in grado di coinvolgere e appassionare pubblici eterogenei. “Sportitalia ha intenzione di valorizzare al massimo la Maratona di Milano - commenta Bruno Bogarelli, Amministratore Unico Interactive Group - “Seguiremo tutte le attività preparatorie e collaterali dell’evento in modo da far appassionare il pubblico a questo evento.” 

Programmazione Sportitalia

- diretta Domenica 15 Aprile su Sportitalia2;
- collegamenti live su Sportitalia24 precedenti e successivi alla diretta; 
- programmi di avvicinamento ogni Domenica mattina ore 11:30 su Sportitalia2; 
- news e aggiornamenti su Sportitalia24.