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13/09/10

La settimana master: Marcello Benvenuti, Genny Di Napoli e Stefano Parma in pista

Difficile definire quale sia stato il "campo della settimana", quello cioè dove si sono raccolti il maggior numero di risultati in chiave master, vista la contemporanea presenza di numerosi over-35 in tutta Italia. Di sicuro una massiccia invasione di master italiani si è avuta a Bellinzona, al tradizionale meeting internazionale master, valido anche come campionati nazionali elvetici. Di sicuro ai Campionati provinciali milanesi dell'Arena vi era una nutrita rappresentanza di questo mondo, ma un pò in tutte le sedi si sono avute decine di presenze di "spessore". Parto con la notizia che Dario Rappo, M60, segnalato la settimana scorsa a Rodengo Saiano perchè impegnato nel miglio sotto le stelle, aveva stabilito la miglior prestazione italiana di oltre 8 secondi: 5'19"03 contro il 5'27"65 ottenuto da Francesco Cipolla a Susa l'anno scorso. Nella stessa riunione Silvia Casella (1972) ha invece abbassato il suo stesso record del miglio di un paio di secondo portandolo a 4'56"92. 182° e 183° record italiani master dell'anno.
Tra le notizie di primo piano, il 1500 corso da due all-timer nazionali di sempre come Genny Di Napoli (1968) e Stefano Parma (1967) nel ventennale di celebrazione del record proprio di Di Napoli sui 1500 tenutosi a Peschiera Borromeo vicino a Milano. Di Napoli, evidentemente ancora in splendida forma, ha fermato i cronometri in 4'10"1 (89,37%), anche se "solo" quarta prestazione in Italia della settimana tra gli over-35. Il record italiano M40 è comunque lo stratosferico 3'54"29 di Giorgio Gennari Litta stabilito nel 2007 a Ponzano. Meglio di Di Napoli, in termini prcentuali hanno fatto meglio il sempre più in forma Pierangelo Avigo (1961) che a Villafranca di Verona ha chiuso anch'esso i 1500 in 4'16"32: ben 93,16%, che nel mezzofondo sono un punteggio stratosferico. Nella stessa gara e stessa categoria, ma "pagando" l'anno in meno sulla carta di identità, troviamo il 4'15"64 di Marco Biondani (1962) che gli ha portato in dote un 92,55%. Giusto per completare il podio-virtuale-AGC della settimana nel mezzofondo, segnalo l'esplosione di tale Giovanni Latini (1967, quindi M40) che negli 800 a Livorno ha corso in 2'00"79 (90,48%): pane per i denti di Stefano Avigo e Francesco D'Agostino!
Voliamo adesso fino a Bellinzona: piccola invasione del Canton Ticino, come dicevamo. Tre top-master nazionali (tra i tanti) al via: Waltraud Egger (1950) Ingeborg Zorzi (1948) e Graziano Morotti (1951). La Egger ha chiuso i 1500 in 5'40"47, che vuol dire 93,09%, ovvero il miglior risultato di una master in Italia nella scorsa settimana. La Zorzi ha saltato 1,23 nell'alto (86,62%), mentre Morotti ha ottenuto il miglior risultato nazionale in percentuale tra tutti i master italiani in assoluto: ha infatti fermato i cronometri a 22'57"60 sui 5 km di marcia, ovvero un roboante 96,75%. A Bellinzona si sono rivisti anche i velocisti Massimo Clementoni (1959, dopo l'ottimo europeo) e Giancarlo D'Oro (1962, dopo il protratto infortunio). Dario Rappo (1948) era invece presente sugli 800, che ha terminato in 2'25"36. Silvano Giovara (1942) 1,38 nell'alto che gli valgono 85,59%, che è il secondo salto della settimana per punteggio. Poi lunga teoria di lanciatori sugli scudi, che trovate tutti nell'allegato file con i migliori risultati della settimana. Da segnalare l'unico che è riuscito a oltrepassare la barriera dell'80%: il veterano (gli atleti over-70 per noi) Virginio Colombo (1927) con il suo 29,92 nel disco ha totalizzato 85,96%. Nella velocità femminile Susanna Tellini (1967) regola Marinella Signori (1963): 13"50 a 13"55. La Mantovana poi si imporrà anche nel lungo con 4,72.
A Milano naturalmente il risultato di Barbara Lah (1972) nel triplo (12,73, 91,12%) è la miglior prestazione tra le donne. Riflettori anche per Giuseppina Perlino (1965) che mostra un ottimo stato di forma correndo il "giro" in 62"66 (88,31%). Personali per Maria Sgromo (1975, ma non mi sembra abbia mai partecipato come master ad una manifestazione "dedicata" ad essi) su 200 e 400: 26"70 e 58"92. Mara Cerini scende a 59"49 (87,27%).
A prescindere dalle sedi, vi segnalo un'altra gara del primatista italiano di salto in alto, Marcello Benvenuti (1964) 1,90 e 91,09% a Modena in attesa che Marco Segatel torni a suoi livelli che lo hanno reso imbattibile, per uno scontro epocale. A Rieti vittoria (storica?) di Paola Tiselli (1973) contro Patrizia Spuri (1973) sugli 800: 2'16"35 a 2'16"88. Poi nello stesso giorno (o avrò letto male?) la Tiselli parte e vince pure i 1500 in 4'52"75. Sempre a Rieti Paolo Chiapperini batte dopo una lunga rincorsa Max Scarponi (un pò sottotono rispetto ai fasti ungheresi), mentre Carla Forcellini (1959) arriva a 3,00. Nello sfogliare i dati proprio di questa gara quasi mi si blocca la mascella: tale Francesca Marchetti, classe 1959, proprio come la romana, secondo il SIGMA avrebbe battuto proprio la Forcellini nel salto con l'asta, valicando l'asticella a 3,10. Apriti cielo! Sarebbe un evento da leggenda sporitva, vista l'imbattibilità internazionale pluriennale. Mi sono dovuto riservare una telefonata al CT Claudio Rapaccioni, che ha parzialmente chiarito la situazione: dovrebbe infatti trattarsi di una ragazza quasi omonima che erroneamente è stata inserita nel sistema. Attendiamo le rettifiche!
A Formia nel decennale di festeggiamento dell'Easyspeed 2000, 400 da sogno "intercategoriale": Max Poeta (1972), Campione Europeo indoor ad Ancona, Edgardo Barcella (1970) Campione Mondiale a Riccione 2007, ed Enrico Saraceni (campione un pò di tutto da anni): 52"30 per Enrico (92,12%), 52"00 per Barcella (88,81) e 51,27 per Poeta (88,74). Ma, mi si permetta, la sorpresa viene dalla seconda serie, dove tale Stefano Aceto (1968) corre in 51"57. Un terzo incomodo per il 2011 proprio per Barcella e Scarponi.
Ivrea vede al via Daniela Ferrian (ormai a tutti gli effetti un'atleta recuperata all'attività agonistica), ma anche, sui 200, il ritorno di Maria Costanza Moroni su una specialità non propria.
In allegato i migliori risultati dei master nell'ultima settimana e il contributo nel nostro amico Beno.

30/08/10

Rieti: Carter sull'olimpo degli sprinter - Rudisha l'imperatore degli 800

(foto Iaaf) - Il tempo di Nesta Carter ottenuto a Rieti è un diamante che scompone la luce di mille considerazioni: la prima è un interrogativo: abbiamo trovato il quarto giocatore al banco del poker? Bolt, Gay e Powell stavano giocando la loro partita da un paio di anni e non si aspettavano che al banco si potesse sedere un altro giocatore. Quindi hanno alzato lo sguardo dalle proprie carte... e si sono dovuti spostare per fargli un pò di posto al nuovo venuto. Ora Nesta Carter nel giro di tre settimane è entrato nell'empireo dei velocisti assisi (era più bello usare un passivante tipo assisisi) sull'Olimpo del Dio Kronos. Il suo 9"78, oltre che ad essere il miglior tempo dell'anno al mondo al pari di quello corso da Tyson a Londra (anche se in condizioni disperate per i muscoli serici degli sprinter) è pur sempre la 16^ prestazione all-time, delle 21 "lecite" corse sotto i 9"80 dall'essere umano nella sua storia. Solo quattro uomini erano fin'ora scesi nella città di Dite, negli inferi sotto la barriera del 9"80 (regolare): Usain Bolt (che vanta 6 prestazioni sotto tale limite), Asafa Powell (7 gare, al momento epigono di Virgilio nell'accompagnare la truppa all'inferno della velocità), Tyson Gay (6 anche per lui) e Maurice Greene (una sola volta, con 9"79). Nesta si issa così al quarto posto all-time, proprio davanti a Mo Greene. Prestazione incredibile, ma nemmeno tanto impossibile, visto che solo pochi giorni prima Carter correva in 9"85 a Bruxelles. Aggiungeteci il "fattore-Rieti" e il gioco è fatto. Della gara sorprende (e non poco) anche il 21enne americano Ryan Bailey, sceso fino a 9"88, a soli 4 centesimi dal suo omonimo (per cognome), il canadese Donovan (9"84), e 17° nelle liste all-time della gara più attesa dell'atletica leggera (80° tempo di sempre per lui). Gara dei 100, quella di Rieti, davvero da finale mondiale: se pensate che in 5 sono arrivati sotto i 10"00 e due i 10"00 (netti) li hanno proprio corsi! Ora la Jamaica fa proprio paura: con tre atleti sotto i 9"80 e un'altra manciata sotto i 10", pensare di correre sotto i 37" nella quadriga della staffetta veloce non è assolutamente un azzardo: anzi, il difficile è solo sapere quando avverrà. Nella stessa gara il Francese Christophe Lemaitre piazza altre due ciliegine sotto i 10": 9"98 in batteria e 9"97 in finale. Quindi, in quella speciale classifica avulsa degli esseri meno dotati (i bianchi), lui decide di scappare via, con 3 caps sotto la barriera dei 10"00. Sarà difficile ora andarlo a prendere... Detto della grandissima condizione del duo italiano Collio-Di Gregorio (ancora 10"24 e 10"20), più di qualche domanda sorge spontanea nel vedere le condizioni di Maurizio Checcucci: 10"45. Per la serie: trovarsi il più veloce motore di sempre in una staffetta nazionale (la seconda e la terza frazione presentate a Barcellona) e cercare di ingolfarlo con scelte inopinate. Tutto questo con tutto il rispetto possibile dell'atleta: chi avrebbe rinunciato ad un posto nella staffetta, avendo il 7° tempo della stagione tra i velocisti italiani? Il coach (chiamasi Di Mulo) passa per essere il salvatore della patria, mentre qualcuno con un minimo di granu salis lo additerebbe come colui che in un colpo solo ci ha fatto perdere l'oro e il primo sub-38" di una staffetta nazionale. Ma visto che in Italia l'atletica è un'opinione da 5 o 6 anni a questa parte, Di Mulo continuerà ad arrecare danni nonostante il materiale a disposizione. Amen. Torniamo alle cose serie: nei 200 si rivede il mio beniamino, Wallace Spearmon: 19"85. 55° tempo di sempre al mondo (Spearmon vanta un 19"65 corso nel 2006), 19 volte sotto i 20" per l'americano, penso dietro solo a Franckie Fredericks (23 volte) e Michael Johnson (20) per quantità. L'uomo è sceso sotto i 20" netti 188 volte, giusto per avere una pietra di paragone. Nella sua scia l'ostacolista americano Angelo Taylor spara un gran 20"23, anche se sorprende molto di più lo svizzero Marc Schneeberger giunto terzo con 20"42. Una lezione per gli italiani che schieravano il medagliato della 4x100 Roberto Donati (che ha chiuso in un non sensazionale 20"89: ma questo è il meglio al momento nello stivale): non la si vuol proprio capire che i 200 sono una specialità più "aperta" che i 100... Negli 800 chiaramente David Rudisha: si è scritto e detto tutto negli ultimi giorni. Due record mondiali in meno di una settimana. L'1'41"01 ha (questo sì) del sensazionale, e probabilmente si merita a questo punto lo "scavalco" anche nel ranking ideale degli 800 di Paul Kipketer (cosa dice ilo nostro amico Davide-Darians?). L'invasione dei tempi all-time si sta completando in brevissimo: 3 dei migliori 5 sono ormai di Rudisha. E addirittura 5 su 11 (l'11° è un 1'42"04), lasciandone 4 a Kipketer, uno a Seb Coe e uno al talento di Joachim Cruz. Probabilmente ora gli mancano i titoli, che è la cosa più difficile: sparare tempi a sensazione è un granpregio: vincere Olimpiadi e Mondiali è un altro bel paio di maniche. Fino ad adesso solo questi 4 sono scesi sotto il muro dell'1'42" con 9 prestazioni totali. Straordinaria gara gli 800. Nei 3000 metri segnalo (parafrasando Ken Stone) il secondo posto di Bernard Lagat, classe 1974 (M35, ebbene sì). Tempo: 7'29"00, miglior prestazione mondiale di categoria. Ah... pure suo personale. Adesso chi la batte? Nei 110hs il tank David Oliver centra due barriere in quello che sarebbe potuto essere un tempo da favola: ma i record non sono mai facili. Le condizioni, visti i 100, erano di sicuro quelle ottimali. Così Oliver termina in 13"01, cioè il suo ottavo tempo di sempre... non male comunque, no? Nel salto in lungo, dopo un medioevo di oscurità durato più di un anno, torna alla ribalta Sebastian Bayer, ma con un salto non certo leggendario: 8,06. Rimane invece storico il sorpasso del triplista Fabrizio Donato ai due esponenti azzurri a Barcellona, Andrew Howe ed Emanuele Formichetti: 7,89 per Donato, 7,68 per Howe e 7,56 per Formichetti (ma Formichetti era a Barcellona? Non me lo ricordo e non ho voglia di verificare). Ma non era meglio se l'italo-americano si fosse fermato per un pò? Boh... forse sarebbe il tempo per ognuno di farsi i fatti propri e non commentare più le prestazioni di Howe. Se da uno ti aspetti 8,90, ogni valutazione che non sia vicina a questo risultato sarà negativa. Meglio quindi non aspettarsi più nulla e aspettare che ci sorprenda... a sorpresa. Tra le donne, non tanti fulmini a ciel sereno. Sherone Simpson vince i 100 con 11"11, tempo discreto ma non eccelso. Nei 400 Libania Grenot si conferma comunque su alti livelli: 51"20 (mi permettete di dire che finalmente ho fatto meno di lei questo fine settimana?), ma mi sorprende di più la sconfitta della Milani (che ha ricevuto la sfiga più grande che potesse mai accaderle, cioè l'imprimatur di Arese quale esempio vivente da seguire. Le converrebbe fare a questo punto qualche rito voodoo per togliersi di dosso questo incredibile malocchio: avrà qualche bambolina per casa?): detto-fatto, la Milani sconfitta dalla Spacca, 52"80 a 52"87. Scherzi a parte, questa Maria Enrica Spacca è davvero tosta: agli Europei era quella che più (mi) aveva impressionato nella staffetta, fatti i debiti distinguo sulle diverse potenzialità messe in campo. Nell'asta la bravissima (non solo) Fabiana Murer valica l'asticella a 4,74 mentre l'Isimbayeva annuncia il suo ritorno alle competizioni. Il mondo le si è avvicinato, dovrà faticare per tornare in vetta.

14/09/09

Record stratosferici... o clamorosi errori. La settimana dei master

Questa è la settimana che adduce alla madre di tutte le battaglie: i campionati di società master, nella splendida cornice dello Stadio Ridolfi di Firenze (qui a sinistra). L'anno scorso ci furono i famosi fuochi d'artificio della classifica finale, con titoli assegnati poi revocati, poi attribuiti ad altri. Speriamo che quest'anno non vada nello stesso modo. Nel frattempo arrivano alla sgocciolata i risultati del fine settimana, con alcune clamorose notizie. Preliminarmente una piccola polemica: ma possibile che ogni comitato Fidal provinciale abbia i suoi modi e soprattutto i suoi tempi per inserire i risultati e renderli pubblici? Ancor'oggi non so nè dove nè quando Mario Longo ha stabilito il record europeo M45 dei 100 (so dove guardare, ma non c'è nulla). Se non fosse per Facebook avremmo le notizie a settimane di distanza, anche perchè è proprio dello statistico verificare il dato prima di pubblicarlo. Ma poi, mi dico, con 'sto benedetto sistema Sigma è mai possibile che qualcuno lo inserisca come file html (quelli che si aprono immediatamente), qualcuno come foglio in pdf, e qualcun'altro (come per il sito della Fidal Piemonte) come un file compresso, che si apre in maniera temporanea? Non c'è omogeneità, tempestività, correttezza nel fornire il dato. Ma siamo nel 2009 e questi aspetti devono essere al primo posto per qualsiasi Associazione che oggi come oggi deve fare dell'informazione il primo aspetto della propria attività. Senza pubblicità (purtroppo) non c'è vita. Su questo un giorno scriverò qualche cosa...
Così dilunghiamoci amabilmente su quello che è successo nell'ultimo fine settimana, sottolineando immediatamente un paio di risultati che se confermati sarebbero qualcosa di fantascientifico. Il primo arriva dal Meeting Internazionale Master di Bellinzona (a proposito, io ed Ettore Brolo avremmo un progetto sui meeting master e rimando anche questo ad un altro articolo). Dalla località ticinese si apprende il risultato di Isolano Motta (nella foto tratta dal sito del rrcm sulla pista dell'Arena Civica di Milano) M70, presidente della Road Runners Club di Milano, che il referto gara darebbe autore di un incredibile 17'52"24 sui 5000. Perchè incredibile? Perchè il record italiano apparterrebbe (o apparteneva) a sua maestà Luciano Acquarone, uno dei master più vincenti della storia dell'atletica italiana master. 18'34"72 il tempo di Acquarone, contro il 17'52"24 di Motta. 42" secondi ad Acquarone sarebbero un'eternità anche per l'Enterprise e i viaggi a Curvatura: addirittura, visto che il tempo di Acquarone risulta essere ad un solo secondo da quello mondiale, un abbassamento del limite stabilito da un essere umano M70 sui 5000 sul Pianeta Terra di ben 41". C'era qualche cosa che non andava: così mi sono inserito abusivamente sul sito del Road Runners con una domanda provocatoria, e dopo qualche ora è arrivata la voce dello stesso Isolano: "Un presidente va sempre rispettato, anche all'estero. Grazie alle mie conoscenze presso la Federazione Svizzera mi è stato attribuito un tempo niente male. Purtroppo non è così, il sangue mi pulsava nel cervello e col caldo ho chiuso per ultimo col tempo di 24'50"17 (tempo elettrico), attribuito ad un certo Schellenberg Georg, il quale avrà imprecato perchè il mio inserimento avrà fatto slittare tutti gli altri tempi. Bisogna sempre gareggiare i tempi poi arrivano, così si deceva. Nel passato i velocisti fortunati incontravano un errore dello starter e venivano graziati con bei record. Altre volte i quattrocentisti nelle gare autunnali, coi nebbioni milanesi e campi non illuminati, tagliavano le curve e si vedevano accreditati di bei tempi. -Alla prossima - Isolano". Arcano risolto? Speriamo. Il secondo risultato degno di nota arriva dalla misteriosa e miracolosa pista di Rieti, che è il Triangolo delle Bermuda all'italiana: succedono sempre cose fisicamente inesplicabili, soprattutto sul rettilineo finale. L'ultima apparizione riguarda un atleta che correva in una serie qualsiasi della manifestazione, tale Ivo Martini M55, classe 1951. Fin qui nulla di strano, se non che nei 200 metri avrebbe corso in 23"04. Ora, la traslitterazione del risultato nel mio canonico AGC porterebbe l'atleta tesserato per la PAM Mondovì (da Mondovì a Rieti per un 200 di una gara provinciale sembra un bel viaggetto) ad un incredibile 102,76, cioè un risultato che equivarrebbe più o meno alle magie di Usain Bolt (intorno ai 19"20). Ma la cosa proprio strana è anche che Ivo era fin prima di Rieti un corridore di gare su strada e campestri... Il tempo avrebbe polverizzato il 23"36 del nientepopodimenoche Bill Collins. Qualcuno sa spiegare l'ennesimo mistero della pista sul Triangolo delle Bermuda? Spero che l'ironia venga letta come tale, e non per dare il là a polemiche: la pista è di 400 metri, come più volte assicurato e rimisurato. Difettano soprattutto i controstarter.
Tolti questi due risultati "dubbi", vediamo i risultati terreni a cominciare dal quasi record sui 1500 metri M50 di Luigi Ferrari (nella foto di Manuel Manfredini su Fb) che ha corso in 4'20"83: il record è fissato a 4'20"2 (Antonio Trabucco nel lontano 1998)... Lo possiamo considerare il record elettrico? Stagione comunque fenomenale quella di Ferrari, già al record negli 800. Altro record sfiorato quello di Luciano Occhialini nel lancio del peso M70: 13,63 e il record di Carmelo Rado lì a fare l'occhiolino a 13,77. Per il resto da Bellizona Mauro Graziano si porta a casa un dignitoso 23"06 (92,36 agc) dopo essere arrivato in pista una mezz'oretta prima della gara dopo una serie di "sfortunati eventi" che lo hanno portato a lambire anche il Lago Lacrimoso. Nel fine settimana anche il doble 400 in solitaria di Edgardo Barcella: 50"76 a Brescia (il secondo a circa 8") e dopo due giorni 50"64 in Canton Ticino (il secondo a 2"), che lo fanno il secondo più veloce M35 del 2009. Tra le donne, nella velocità emerge Maria Grazia Sangermano F60, che con 15"77 ottiene 88,28 agc. Unica donna sopra il 90% è stata la solita F50 Maria Lorenzoni, che sui 1500 di Brescia sigla 5'05"46. Ancora lontana Waltraud Egger con il suo 4'53"89 del 2002. Negli ostacoli Frederic Peroni ferma i cronometri in 59"28 sui 400hs, mentre Alessandro Cipriani corre i 300hs in 45"13 in una sfida intersessuale e intercategoria...le (?) che lo vedeva opposto alla migliore atleta Master eletta dalla Iaaf nel 2008, la fuoriclasse elevetica Christine Muller, uno dei miglior ostacolisti italiani di sempre in chiave Master, l'M60 Antonio Montaruli e la bi-recordwoman italiana (200hs e 400hs) Emanuela Baggiolini. Vittoria per quest'ultima in 43"30 (sarà record italiano pure questo?), ma l'esperimento è sicuramente riproponibile soprattutto quando i valori sono molto omogenei. Marco Segatel è alle prese con i postumi di un lungo infortunio e in terra elvetica si ferma a 1,75 nel salto in alto. Doppio 1,95 di Francesco Arduini (M35) sempre nell'alto. in giro per l'Italia. Seguono i risultati più significati dei master nell'ultimo weekend... Per gli altri risultati aspettiamo fiduciosi.

22/07/09

La prima del Duca: un'edizione straordinaria

Ecco il primo intervento del Duca, a caldo. Si era pianificato un intervento sui Regionali Lombardi, ma come non intevenire su un argomento di così sconttante attualità come l'incredibile 10"06 di Simone Collio e tutte le polemiche che ne sono nate? Tra l'altro leggevo un intervento di Vittori su Noivelocisti decisamente duro e critico sulle dichiarazioni dello stesso Collio fatte sul suo blog... Ma qui l'intervento del Duca...


"Voglio subito inaugurare le “Edizioni straordinarie del Duca”, vale a dire interventi improvvisi su argomenti che non possono non essere commentati a caldo.

Lo confesso, non ho saputo resistere dal scrivere qualcosa sul 10,06 di Collio a Rieti.Ora il problema è ovviamente molto articolato poiché, in tale risultato, ci sono una serie di elementi concomitanti che andrebbero di per se approfonditi, singolarmente, per pagine intere. Voglio, quindi, fare solo alcune considerazioni partendo da una premessa.

L’atletica è sicuramente uno sport oggettivo, vale a dire le prestazioni dei singoli atleti non possono risentire di nessuna influenza dall’esterno. Ci sono solo due fattori che contano, l’essere umano ed il cronometro; se le gambe ti sostengono i risultati arrivano, altrimenti non c’è nulla da fare.

Mi scuseranno ovviamente coloro che praticano specialità non di corsa, lanci e salti, ma il discorso anche qui non cambia, in quanto al posto del cronometro c’è un metro piuttosto che un’asticella, ma nessun soggetto estraneo potrà mettere in discussione la prestazione. Tra l’altro questo è uno dei motivi per cui ho sempre ritenuto la marcia una specialità che andrebbe non considerata nell’ambito dell’atletica, ma come sport a se stante, in quanto l’elemento soggettivo del giudice ha una rilevanza straordinaria.

Ora, se questa oggettività si perde, la natura stessa di questo sport muore e nulla ha più senso perché venendo meno le certezze, vengono meno gli stimoli, la voglia di sacrificarsi, la resistenza alle scorciatoie e così via. I riscontri cronometrici devono, quindi, essere la base certa delle gare di corsa nell’atletica; non esiste che ci possano essere sbagli, specialmente se da tali riscontri dipende un record o un minimo per una partecipazione ad una manifestazione importante.

Siamo nel 2009, siamo circondati e travolti dalla tecnologia piu’ avanzata, serve solo un po’di attenzione e buon senso, onde evitare che l’imperizia umana possa creare un danno, perché di danno si deve parlare quando si creano false illusioni e pericolose invidie.

Ovviamente io non ho niente contro Collio, ottimo atleta che seguo da oltre un decennio, avendolo tra l’altro visto correre decine di volte nel suo periodo antecedente il trasferimento a Rieti, ma bisogna essere realisti per rispetto innanzitutto dell’atleta stesso che fa la prestazione discutibile e ovviamente degli altri.

Oltretutto se i risultati sospetti avvengono sempre sulle stesse piste, che si abbia il coraggio di dichiarare i risultati ottenuti su tali piste non idonei ai fini statistici. Peraltro cio’ avviene già con il meeting di Donnas, piu’ o meno dichiaratamente, tant’è vero che nessun atleta di grandissimo livello si sogna di parteciparvi per ottenere record o minimi vari.

Cio’ non vuol dire, chiaramente, che i risultati ottenuti su determinate piste siano tutti inficiati da qualche irregolarità, ma troppo spesso si verificano casi suscettibili di dubbi profondi, risultati che poi, mai piu’ vengono ripetuti.

Mi auguro quindi che quest’ ultimo caso eclatante possa dare lo spunto per una maggiore chiarezza nell’esclusivo interesse di tutti, atleti ed appassionati.

Il Duca".

04/02/09

"Giraforte" e diversi spunti di riflessione sui master

Riportiamo la mail del nostro amico "Giraforte", di fatto diventato nostro referente dei lanci dal Lazio e sud Italia. Non solo il racconto di un fatto (positivo per i master) ma anche diversi spunti di riflessione per il movimento dei master italiani.

Giudici di buon senso a Rieti

Il giorno 1° febbraio ho lanciato il martello a Rieti, circa 37 metri, naturalmente attrezzo da 7,260. C'era da fare i furbetti ma io ho fatto aprire il regolamento per verificare che i master non gareggiassero con gli attrezzi dei senior in quanto i giudici reatini, gente di buon senso, non si erano posti il problema che dovessi lanciare un attrezzo di peso superiore rispetto alla mia categoria.
Chissà se non sia proprio tra i giudici che si debba cercare consensi per portare avanti le nostre rimostranze... Perchè non un circuito di gare più serio come per tutte le altre categorie e non quattro gare all'anno per grazia ricevuta? Di impianti liberi e di giudici a spasso ce ne sono molti ma la risposta che mi sento dire ogni volta è che (per i master) ci sono gli italiani e i Mondiali (classici business turistici per chi vuole cercare momenti di gloria). Il problema secondo me è da ricercare anche tra di noi: dove stanno i master che l'estate vestono la maglia dell'Italia e tra pochi giorni saranno tutti pimpanti a sfoggiare le scarpette nuove ad Ancona? Spenti i riflettori torneranno ad accompagnare le mogli al supermercato o racconteranno al bar che hanno uno stiramento? Sapere in cuor proprio che quella maglia azzurra la può acquistare chiunque, significa essere più tifosi che atleti. Ma dico: siamo ancora alle figurine Panini a giocare a pari e dispari o facciamo l'atletica leggera? Perchè rimanere attaccati alla rete dei campi sportivi a guardare quelli che lanciano con gli attrezzi della propria categoria pensando: "perchè io no??". Perchè il nostro mondo sia più stimolante deve cambiare la concezione nel merito, devono entrare più ex atleti per i master con riunioni insieme agli amatori,, dove dovrebbero essere fissati almeno dei minimi di partecipazione giusti: ne gioverebbe di più anche la categoria amatori che sarebbe stimolata a migliorare. La vita decouberteniana non va bene per i lanciatori e per chi vuole esprimere la propria grinta, quando si va in campo c'è sempre un motivo per cui ci si mette in gioco soprattutto da Master, non mi sembra che ci sia qualcuno che dica "faccio l'atletica hobbistica". Ccerchiamo anche tra di noi di capire dove andare a parare se vogliamo fare l'atletica come obiettivo della nostra passione. Ci sarebbe ancora molto da dire ma mi sono rotto... preferisco andarmi ad allenare visto che domenica prossima si gareggerà a Tarquinia, naturalmente con il martelle da sette, e sarò anche lì uno dei pochi sopravvisuti in pedana. Se può far piacere comunico che ieri ho ricevuto comunque grandi complimenti e ringraziamenti per la partecipazione dal Sig. Milardi della CA.RI.RI. ed ho gareggiato in un campo meraviglioso come quello di Rieti in una mattinata piena di sole. La mia battaglia la faccio in pedana, credo che riuscirò a trasmettere il messaggio a molti.
Ciao, giraforte.