28/05/12

C'era anche la Gentili: 40"00 sui 300hs e scusa il ritardo

M. Gentili su Raisport
Continuavo a maneggiarmi tra le mani questa cosa, e nel tourbillon che si è scatenato per il meeting di Gavardo, a momenti mi dimentico di pubblicare questa notizia. Come è ormai arcinoto, nella tempesta ostacolistica del secolo che sta imperversando sul nostro paese, non poteva mancare all'appello Manuela Gentili, cui il sito della Fidal Lombardia e quello nazionale ha dato il giusto lustro. 40"00 sui 300hs, e miglior prestazione italiana sulla distanza: una sorta di warm up pre-400hs nell'anno più importante di un'intera carriera, o almeno, quello in cui bisognerà cercare di raggiungere quel sogno che già un paio di ostacolisti azzurri hanno raggiunto: Olimpia. Nella gara del 23 maggio, a Vigevano, avviene l'attacco al record di Benedetta Ceccarelli (40"18) che viene portato a termine senza sbavature. Tra l'altro il 40"18 della Ceccarelli, rappresenterebbe un tempo che secondo il sito All-Athletics varrebbe in punti più del 54"79 che è il suo stesso record italiano-personale. Buoni auspici per la Gentili?! Sempre per capire quanto potrebbe valere il tempo della Gentili, la Ceccarelli nel 2007, anno in cui corse quel 40"18, chiuse la stagione con 56"26, cioè più o meno il tempo ottenuto dalla Gentili nel 2011. Insomma, diciamo che Manuela potrebbe già valere un tempo vicino ai 56", anche se prima... bisogna correrlo. A rendere la miglior prestazione italiana più densa di significati, c'è il lungo infortunio da stress che l'ha tenuta ferma, come si evince dalla rete: evidentemente non l'ha fermato neppure questo contrattempo. Nelle prossime ore il borsino degli azzurri... tempo permettendo.

Barberi come Drogba: gol e Champions League alle Fiamme Gialle

Fabio Cerutti nella 4x100 - foto di Joao Gloria
Stando ai racconti che si leggono sulla rete (ancora non riusciamo a mandare inviati sul campo-gara, specie in Portogallo), l'epilogo della Champions League di atletica leggera ha dell'impresa calcistica, così come viene interpretata dai "calcionari" stessi. Fiamme Gialle che vanno al riposo sul Real dopo la prima parte di gioco con un vantaggio considerevole di 7 punti (in pratica una gara intera). Riacciuffati nel secondo tempo, superati nei tempi supplementari, e battuti solo con l'ultimo calcio di rigore a disposizione di Didier Drogba-Barbieri, che da luogotenente del sodalizio laziale, si è incaricato di tirare l'ultimo calcio di rigore con l'ultima frazione, dell'ultima gara, della staffetta 4x400. A quel punto, le Fiamme Gialle erano sotto di due punti, e solo con la differenza vittorie e mettendosi in mezzo un'altra squadra tra sè e gli spagnoli del Playas De Castelleon, avrebbero potuto portare a casa la Coppa. Gli aneddoti si sprecano... Uno di questi sostiene che Barberi , prima della staffetta, sarebbe andato da Vizzoni, il Capitano Mio Capitano, al centro del campo ed evocando la semifinale Italia-Olanda degli Europei 2000, gli avrebbe fatto: "mò jè tiro er cucchiaio". E il Capitano gli avrebbe risposto: "O 'un fare bischerate... Ma che ttu sei tutto matto!!? Fai le tu cosine per bene sennò tu ti faccio girà con la traslocazione". Voci, nulla più. 

Seconda giornata, come dicevo, che ha vissuto sulle folate offensive degli spagnoli, a stento rintuzzate dalla difesa Gialloverde che ha rischiato di tracollare a metà pomeriggio... salvo poi resuscitare ad un pelo dal traguardo: anzi, a 40 metri dal linea di fotofinish. Del resto gli spagnoli avevano notoriamente investito sugli atleti della seconda giornata, con il tridente Casanas (nel disco), Bykhov (acquistato dal campionato russo ed impegnato nell'asta) e Mauri Castillo (negli 800 metri): un pò come Benzema, Ronaldo, Higuain. 24 punti assicurati. La genesi dei punteggi, con punti persi da qualche parte e guadagnati dall'altra per entrambe le squadre, porta ad una situazione pazzesca: 2 punti per gli spagnoli di vantaggio prima del rigore decisivo (la 4x400), ma 6 a 5 nelle vittorie per gli italiani, con l'imperativo di arrivare davanti, comunque e dovunque e sperare che qualcuno si mettesse di mezzo. Un solo risultato ammesso: come dire, vincere e sperare che non ci fosse il biscotto tra le altre società, che agevolasse gli spagnoli. 

La cronaca. Fraseggia a centro campo in buone condizioni Stefano Tedesco che con +1,9 corre un buon 13"88 sui 110hs, che in altri tempi sarebbe stato tacciato di miracoloso, ma che con l'avvento di Abate prima e Dal Molin poi, rischia adesso di passare nel capitolo "normale amministrazione". Alle sue spalle poi spingono virgulti in crescita esponenziale: che gli ostacoli siano diventati una specialità tutta italiana? + 8 sugli spagnoli. Sembra la fuga buona... ma il pomeriggio serberà ben altre sorprese. Sergio D'Orio ottiene un secondo posto (5,20) che vale un quasi-gol, ma sulla linea salva il russo Bykchov, tesserato per il Playas, che infila il 5,25 dopo che aveva rischiaro di uscire alla misura inferiore: +7. Nel disco Eduardo Albertazzi fa qualche cosa di sorprendente: 61,91, cioè un miglioramento di quasi 2 metri del suo PB, ma di fronte si trova il miglior Casanas dell'anno, che bombarda dalla pedana circolare a 67 metri e oltre, mettendosi tra sè e l'italiano altri due competitors: vantaggio che scende a +4. Gli italiani cominciano a sbandare vistosamente in difesa e manca ancora il mezzofondo, una sorta di spauracchio. Ecco infatti la specialità dove tradizionalmente la Spagna dell'ultimo decennio, ce le suona di santa ragione. Ed infatti arrivano schiaffi sia dei 3000 siepi che dagli 800: 4° Patrick Nasti sulle siepi con lo spagnolo Garcia secondo e vantaggio che scende a +2, e terzo Giordano Benedetti (1'50"00) sul duble lap con Castillo vincitore: tsunami e pareggio! 8 punti persi in 4 gare... Per fortuna si ritorna a giocare sulla fascia con Diego (nomen omen) Marani, che sciabola sui 200 un clamoroso 20"76 aiutato da un 2,4 di vento: che sia finalmente l'anno buono per lui? Vittoria prestigiosa, la sesta per le FFGG. Alle sue spalle spunta però ancora uno spagnolo, che non lasciano l'osso: +1 Fiamme Gialle. E' il turno dei 3000: catenaccio e contropiede? Forse... Yuri Floriani fa gara su Sanchez Enrique e lo infila di piatto, lasciando andare il turco che ormai era tagliato fuori nel discorso-coppa: vantaggio che sale a +2. Almanio Romano giunge 4° nel giavellotto (64,14) e perde il piccolissimo tesoretto vantato a quel punto, visto il secondo posto di Vila: si torna in parità e mancano solo due gare. Nel triplo, orfani del pilota in seconda, Fabrizio Donato, ci  si affida a Mauro Quattociocchi che non se la cava nemmeno tanto male: 15,99 ventoso, ma davanti a lui sono ben in... quattro! Vince Marian Oprea, turco di adozione, e chissà quanto poi si sarà ringraziato il russo Igor Spasovkhodskiy, che supera di un solo centimetro lo spagnolo Emilio Bellido: 16,56 a 16,55. Fiamme Gialle sotto di due con la sola 4x4 a decidere la Coppa. I rigori finali...
Prima il treno Tricca, Capotosti, Lorenzi, e alla fine Barberi-Drogba, incaricato dell'ultimo rigore sull'ultimo rettilineo, dell'ultima gara. Barberi con freddezza, si prenda la responsabilità e nonostante non si chiami Nino, non ha paura di tirare il calcio di rigore... ma insomma, lo mette dentro "cor cucchiaio" agli spagnoli, che vengono superati dai russi, che evidentemente non conoscevano il termine "biscotto". Vittoria, gol, Coppa e Fiamme Gialle sul trono d'Europa. E ora contro chi giocheranno l'intercontinentale? 

Segnalo infine il 13"08 di Giulia Pennella sui 100hs della versione femminile della Coppa. Peccato per il 2,1, sarebbe stato l'ennesimo risultato clamoroso di una stagione incredibile per l'ostacolismo azzurro. 

27/05/12

Brixia Meeting: la vetrina dell'atletica di domani

Attenzione che gli amici di Queenatletica crescono. Ecco il primo pezzo di uno di essi, Lorenzo Perini, nome certo sconosciuto per chi bazzica le piste atletiche italiche. Argomento, il Brixia meeting, uno degli appuntamenti più importanti dell'atletica giovanile. Lorenzo, inizia qui il suo percorso dell'atletica giovanile (speriamo continui!) che nelle mie giornate di sole 24 ore, ancora non riesco ad affrontare... Gran bell'articolo! 

Weekend intenso e ricco di soddisfazioni per i giovani allievi dell'atletica italiana, che in questi due giorni hanno dato il loro massimo contro avversari connazionali e non. Esperienza internazionale intrapresa per la prima volta dalla maggior parte di loro, permettendo a stranieri di condividere la pista di Bressanone con i nostri più giovani assoluti. E' comunque un vero peccato, però, che gli atleti classe '95-'96 quest'anno rischino di non avere nessuna opportunità di gareggiare con la divisa della nazionale: campionati mondiali allievi ed EYOF sono, ahimè, nello stesso anno e si presentano nel calendario FIDAL solo ogni due anni (il Brixia Meeting permette agli atleti di vestire solo la maglia della rappresentativa regionale). Ma andiamo ad analizzare le prestazioni in termini pratici: Sulla morbida pista trentina si sono visti correre i 100 metri maschili in 11.02 (-0.4), tempo discreto firmato dal '95 Marco Gianantoni che va ad abbassare il suo personale di 8 centesimi, lasciando dietro di se il tedesco Michael Rempfer (11.21). Al femminile buona la prestazione di Denise Rega nella stessa distanza, fermando il cronometro a 12.22, prestazione di un decimo al di sopra del suo personale. Finale al fotofinish per gli atleti delle barriere alte dei 110hs a 0.91cm, dove si sono visti arrivare tre atleti in appena quattro centesimi: la spunta l'allievio Tim Nowak con il tempo di 14.09, portandosi davanti allo sloveno Kramberger (14.10) e all'emiliano Alessandro Faragona (14.12). Abbastanza soddisfacente la prestazione di Virgina Morassuti nei 100hs, tagliando il traguardo in 14.09 (vanta un personale di 13.85). Un forte vento di -2.7 penalizza le aspettative di Pietro Pivotto nei 200m, lasciando riportato sul cronometro un comunque probante 22.07. Finisce la gara alle sue spalle il campione italiano indoor dei 60m, Jacopo Spanò (22.54). Per quanto riguarda il giro di pista, al maschile vediamo un Andrea Felotti in piena forma: una gara pulita e ben distribuita gli permette di vedere sul cronometro un ottimo 48.54, abbassando così il suo personale di più di un secondo e classificandosi così primo nelle liste italiane stagionali. A lasciare in molti a bocca aperta è l'allieva Irene Morelli: nella difficile specialità dei 400hs bisogna avere molta grinta e grandi riserve di energia (sia fisica che mentale) per intraprendere una gara così difficile. Ma Irene non sembra avere molte difficoltà e riesce ad aggiudicarsi il podio più alto col fantastico tempo (nonchè personale) di 1.01.66, chrono molto buono anche a livello assoluto. Non è comunque da meno il lombardo Luca Cacopardo nella stessa specialità, ma con le bariere da 0,84: 53.20 all'arrivo, tempo che gli conferisce il primo posto nelle graduatorie italiane allievi e una grande soddisfazione personale, andando ad abbassare notevolmente il suo precedente personale di 53.94. Nella distanza dei 1500 metri taglia per primo il traguardo Padovani Mattia col tempo di 4.05, mentre al femminile vince la tedesca Dietz con 4.39. La pista di Bressanone è rinomata per la sua efficacia nel campo dei salti, ed effettivamente i risultati non mancano: la pluricampionessa italiana Ottiavia Cestonaro conferma la sua superiorità sulle altre partecipanti, saltando in lungo 6.07 metri. Al maschile probante salto del veneto Harold Barruecos Millet, atterrando in 7.23 metri (-1.5). Ultima gara è stata quella della staffetta 4x100: al maschile primo posto molto combattuto, dove si è vista la formazione lombarda (composta da Ceriani-Pivotto-Felotti-Nicula) arrivare seconda 42.56 dietro alla staffetta del Baden wuertemmberg (42.53). Anche al femminile trionfa la staffetta tedesca con il tempo di 47.18, lasciandosi dietro la formazione veneta (47.38) e quella lombarda (47.40). Ma, al di là delle prestazioni, sono sicuro che tutti questi atleti hanno vissuto dei momenti molto speciali: indossare la maglia della propria regione, la voglia di mostrare a degli atleti di nazioni diverse le proprie capacità e la propria voglia di fare sono sicuramente degli elementi che contraddistinguono i giovani agonisti dagli altri. Il concetto può essere banale, ma alla loro età la posizione, il meteo, le condizioni mentali e fisiche passano in secondo luogo. L'importante è mettercela tutta.

Infantilismo della Fidal Lombardia: sul sito, nessuno spazio al meeting di Gavardo

Se andate sul sito della Fidal Lombardia, a tutt'ora, vi renderete conto come funzionino le cose quando uno ha torto marcio e non lo vuole ammettere. Si sta svolgendo il meeting nazionale di Gavardo, che vanta tra gli iscritti, solo per citarne alcuni: Riparelli, Tumi, Checcucci, Galbieri sui 100, Vistalli, Juarez, Galletti sui 400, un parterre de roi infinito sui 1500, i fratelli Ciotti e Lemmi nell'alto, e ancora Gloria Hooper, Judy Ekeh e Maria Enrica Spacca sui 200 femminili, la campionessa svizzera Irene Pusterla nel lungo femminile, contro Valeria Canella, addirittura l'esordio di Chiara Rosa nel getto del peso. Voglio dire... non se ne vedono molti di tale caratura in giro per l'Italia durante l'anno. E nonostante cotanto bendiddio, la Fidal Lombardia tramite il suo organo Ufficiale, ovvero il sito www.fidal-lombardia.it, ha inteso rimanere zitta sulla manifestazione parlando e introducendo tutti gli appuntamenti lombardi del fine settimana, tranne questo. Infantilismo allo stato brado: le ripiccucce dei bambini che punti sul vivo perchè gli è stato segnalato che non conoscevano i regolamenti, allora se la prendono facendo il musetto e girandosi dall'altra parte. Che teneri!
Ma pensate... sulla pagina che reclamizza la manifestazione del sito Fidal Nazionale, tra le categorie ammesse a partecipare ci sono anche i master, ovvero il nodo gordiano di tutta la vicenda: che errore clamoroso! Che lapsus! Spero adesso che il Vice Presidente Vicario della Fidal non chiami anche Arese per lavargli la testa come ha fatto con le società e il Comitato Provinciale Bresciano. Dovrebbe... 
Ora, se il problema è legato solo all'Ufficio Stampa e ai propri impegni, nulla da obiettare: ci mancherebbe, solo il sottoscritto è così pazzo da scrivere gratuitamente e quotidianamente per pura passione. Se invece l'ordine è partito dall'alto, siamo proprio ridotti male. Anzi, scusate: SONO proprio ridotti male. Così nella home page potrete trovare il preview della seconda fase dei c.d.s. allieve... oppure "l'ecotrail a villa Reale e Mezzofondo a Sondrio, due appuntamenti sull'orizzonte lombardo". Addirittura gli orari del meeting giovanile di Nova Milanese, ma nulla sul meeting di Gavardo. Continua inopinata la scivolata verso il basso del C.R.L. ormai allo sbando tecnico (visto che non conoscono i regolamenti), etica (se chiedono di risolvere tutto dietro le quinte), relazionale (visto come si comportano con le società lombarde).
Il comportamento (se non fosse da addebitare alla mole di lavoro degli addetti stampa, che bene o male sono pure in due) è pure platealmente anti-statutario, visto che la Fidal Lombardia deve diffondere e pubblicizzare l'atletica sul territorio, e non tacerne perchè se l'è presa. Un'occasione persa per esercitare le proprie funzioni. 
Ora, dirò una cosa destabilizzante che mi porterà qualche amicizia a dubitare di me. Ebbene, secondo me la società organizzatrice DOVEVA accettare i master nel nome del regolamento, infischiandosene delle minacce del vice Presidente della Fidal Lombardia. E' più importante la salvaguardia di una norma a tutti i costi o il poliziotto che ti vuole imporre quella sbagliata? 
Ha sempre ragione chi rispetta le norme, e sempre torto il censore che ti impone i proprio errori... secondo me.
E ora vediamo se sapranno tacere anche dei risultati. 

Champions League: le FFGG vanno all'intervallo in vantaggio

Bencosme De Leon - G. Colombo/Fidal
Non avevo voglia di scrivere nulla sulla Coppa Campioni di club: scrivo già troppo. Manifestazione che ho sempre ritenuto non essere mai davvero riuscita a decollare nel panorama atletico europeo: bisognerebbe trovare una formula più snella, accattivante, dinamica. Magari su un solo giorno, o magari itinerante, o magari che coinvolga più società in giro per l'Europa in più turni. L'atletica ha bisogno di nuove idee, salvando i contenuti, naturalmente (non è che si possono stravolgere i gesti tecnici, ma gli aspetti agonistici-organizzativi, penso proprio di sì: le idee di Nebiolo, criticato e criticabile, erano proprio di siffatta natura: quelle di Amine Diack, il Mugabe dell'atletica leggera, invece, cercano di entrare direttamente sulla pista di atletica e falsare 120 anni di storia con regole assurde nel nome dello sponsor di turno). Così da anni, si trascina questa due-giorni che un pò langue nel panorama continentale, che appare secondaria e trasandata oltreché stentare a prendere quota. Poi, per rompere gli equilibri, basta un piccolo magnate che sò, castigliano o asturiano, turco o russo, che abbia quattro soldi, la passione per l'atletica, un regolamento nazionale permissivo sul tesseramento degli atleti stranieri, e si vince la Coppa Campioni di atletica senza nemmeno dover aspettare i calci di rigore. Si sa di vincerla già prima che inizino le gare. E' sempre avvenuto così negli ultimi 30 anni. Pensate: se cercate sulla rete, sarà pure difficile trovare l'Albo D'Oro della Champions League in salsa atletica... come dire: non c'è contezza del passato, che nello sport ritengo valere come una bestemmia. Comunque, qui ho trovato un albo d'oro, se interessa (link all'albo d'oro). Quest'anno poi, la competizione, senza togliere nulla agli italiani, sembra un pò disertata dai grandi nomi: è l'anno olimpico, naturalmente. 

Ora, sulla attuale Coppa Campioni, per fortuna che esiste per una società come le Fiamme Gialle, che almeno una volta all'anno riesce a ricordarci perchè erano nati i gruppi sportivi militari. Oggi invece dobbiamo subire l'onta dei campionati di società "cotti e mangiati" imbastiti da una manipolo di consiglieri nazionali che contemporaneamente rivestono il ruolo di presidenti di società civili (o ne sono loro plenipotenziari), che si sono barricati nelle stanze della sede della Via Appia della Fidal a vomitare leggi e regolamenti che hanno ucciso l'atletica leggera italiana al solo fine di vincere uno scudettino che per quel che mi riguarda, vale un decimo di una vittoria in una serie A2 degli anni '90. Contenti loro... 

Ma ritorno alla prima riga di questo post: non volevo scriverne della Coppa Campioni, ma alla fine lo faccio. Infatti le squadre sono andate negli spogliatoi al termine del primo tempo proprio con le FFGG in vantaggio 2-0. Frutto di un bello e solido primo tempo. Palo di Simone Collio sui 100, dove corre in 10"25, secondo, ma con 3,4 di vento: non si può ancora parlare di minimi europei od olimpici, ma insomma, bisognava abbattere il muro dei 10"30 prima. Nel borsino atletico azzurro rimane per il momento stabile in ottica euro-olimpico. Gollonzo di Claudio Licciardello sul giro, ovvero il gol che soddisfa molto nella sostanza, ma non nell'azione corale che l'ha generato: 47"33, ovvero 1" in più dell'esordio e 2" in più da quanto si vorrebbe vederlo correre. Ma sul sito della Fidal leggo (ed è intuibile dai tempi dello sprint e degli ostacoli) come 3/4 metri di vento contro sul primo rettilineo, ovvero sulla rampa di lancio di un 400, possano compromettere la gittata della cannonata. Bel Gol in sforbiciata ostacolistica invece di Jose Bencosme De Leon: vittoria netta sui 400hs con 50"56, lui che aveva già avvicinato la soglia dei 50" pochi giorni fa. La vita da mediano "nato senza i piedi buoni, lavorare sui polmoni" di Andrea Lalli si materializza nel terzo posto sui 5000 con 14'09"06, mentre il fenomeno Leo Messi di giornata lo fa il giovane Gianmarco Tamberi: vittoria in serpentina nell'alto con 2,23. 3^ prestazione personale di sempre. Stefano DaCastello 7,87 ventoso nel lungo, terzo, mentre il 4° gol lo mette il Capitano, il Franco Baresi delle FFGG: Nicola Vizzoni. Non lasciava mai la difesa, ma quando come i flutti sulle bianche scogliere di Dover, saliva, qualche cosa succedeva là davanti: 76,17 nel martello, e minimo per Helsinki. In teoria serve l'A per andare a Olimpia, e ce l'avrebbe visto che la IAAF richiede le prestazioni dell'ultimo anno e mezzo. Ma la Fidal lo chiede probabilmente nel corso del 2012: ma anche se non lo ottenesse, si può lasciare a casa il Capitano? Svarione difensivo del giovane talento Daniele Secci: 17,08 e l'attacco avversario che aveva facile gioco con lui nel dribbling. Infine, azione corale sulla fascia: Rosichini apre su Collio, che dribbla il russo, passa a Marani che si defila sulla destra, cross al centro, testa di Cerutti e... gol! 39"59. Si va al riposo dopo 5 gol fatti, su 10 gare totali. 2 a zero, e siamo solo dopo il primo tempo: 7 punti di vantaggio su Spagnoli e russi. 

Tra le donne, invece, segnalo le seguenti cosine, come dicono in Toscana: Ilenia Draisci 11"65 sui 100 (ma con 2,6), seconda dietro alla fuori-range Ivet Lalova (11"26). 9'26"82 sui 3000 di Federica Dal Ri (quarta). 13,14 ventoso nel triplo per Cecilia Pacchetti. 3,90 nell'asta (terza) Giorgia Benecchi. Ed Esercito 5° a veleggiare a metà classifica. 

26/05/12

Ostrava: vanno tutti piano, tranne Abate

Bolt contrariato a Ostrava
Strano meeting in Repubblica Ceca, ad Ostrava. Ma esistono quei giorni in cui non piove o non c'è il vento contrario, o altre palesi manifestazioni meteorologiche che stranamente irretiscono i muscoli serici degli atleti (i millibar di pressione atmosferica? L'alternarsi delle maree? La luna in allineamento con Giove? I moti convettivi della terra? Un party collettivo con afterhours di tutti i partecipanti del meeting?). Ci vorrebbe per spiegare tecnicamente tutte queste manifestazioni empiriche, una frase di Stefano Tilli, come, che so... "er metro cubbo de aria era impenetrabbile". Impagabile. Fatto sta che guardando i risultati di Ostrava, o i cronometri erano tarati male, o effettivamente c'è stato un rallentamento generalizzato del mondo atletico. A partire da Usain Bolt, che nonostante abbia azionato tutti i serbatoi a disposizione (anche quelli supplementari) per spararsi verso la stratosfera, ha concluso con un tempo che non è "per lui normale" come ho letto da qualche parte, ma assolutamente "anormale": da batteria in una manifestazione con 4 turni affiancato nella circostanza dal samoano Sogelau Tuvalu. 10"04 con -0,8. di vento. E tutto questo nonostante avesse in precedenza dichiarato che ieri sera avrebbe corso in nove-e-settanta-e-qualche-cosa. Di sicuro, ad oggi, non è il Bolt del 2008. Ma spero di essere smentito prima di Londra, anche se le implicazioni di questa discesa negli inferi dell'angelo dello sprint, mette un sacco di pepe a quelle che saranno le singolar tenzoni che ci avvicineranno all'appuntamento olimpico. 

Guardando il risultato dei 100, si notano un paio di decimi di appesantimento generalizzato: il Gandalf dello Sprint, il centenario Kim Collins (fra poco, dopo lo scontro con qualche altro Mago della Terra di Mezzo, lo vedremo su qualche pista con la barba e i capelli bianchi) arriva infatti secondo con 10"19. Poi Doc Patton, 10"22; Lerone di Lernia Clarke 10"26... tutti atleti che nella prima parte della stagione avevano corso a ridosso dei 10"00 (e un pelo sotto). Un paio di decimi, appunto, di tara. Le elucubrazioni sullo strano meteo, poi si cristallizzano con il risultato sui 400 di Lebron-LeShawn Merritt: 45"13. Un secondo in più di quanto corso solo due settimane fa. Ma potrà mai essere, a questo punto, anche il trasferimento in massa in Europa degli sprinter americani e caraibici? Jet lag? Come dicevo, forse quest'ultimo non si è nemmeno tanto dannato l'anima: ci mancava infatti che gli opponessero i cadetti ostravensi (si dice così?). Nelle retrovie della sua gara, intanto, segnalo come Oscar Pistorius, dopo le cannonate di inizio anno (e un 45"-e-pochissimi), abbia avuto negli ultimi mesi un'involuzione preoccupante. Più di 2" di peggioramento, ma ci sono state uscite anche peggiori in Sudafrica. Solo 47"66 nella sua esibizione ceca. Mistero.

20"14 sui 200 del Principe Wallace, quindi nemmeno tanto fermato dalla peste bubbo-cronometrica che ha afflitto i 100 e i 400. Anzi, la peste, guardando il risultato dei 200 femminili (22"38 di VCB) probabilmente ha trovato qualche monatto immune che se n'è infischiato "der metro cubbo de impenetrabbile umiddittà" e ha portato le proprie avversarie al lazzaretto. 

E gli italiani? Bè, Emanuele Abate ogni gara che passa fa aumentare il proprio rendimento azionario. Leggendo il sito della Fidal, ha sbagliato, si è incartato in mezzo, ha cozzato, derapato, cappottato, scarrocciato, tamponato, colpo-di-frustato, e ne è uscito con un 13"38 (+2,2, ovvero il 4° tempo ventoso più veloce di sempre in Italia). Se non è forma questa?! Nella serie veloce ha potuto assistere all'esibizione dei 3 britannici che gli si vedrà come avversari ad Helsinki: Andrew Pozzi (13"36), Lawrence Clarke (13"42) e Andrew Turner (13"48). Naufragato in questo mar Ladji Doucourè. Diciamo che i tempi nel warm up pre-Europei sono molto simili, ma Abate è un animale da gara, e questa nuova dimensione internazionale sembra avergli dato molta solidità prestativa. Nella serie più forte clamoroso tempone di Dexter Faulk: 13"13 con 1,4. Il cavallo di Marzia Caravelli, invece, si imbizzarrisce davanti alla sesta siepe, e disarciona la fantina negli ostacoli successivi. Ritirata. Amen: evidentemente è talmente in forma che stanno cambiando anche le piccole dinamiche tecniche tarate come un Lorentz in un paio di anni di ostacolismo a cavallo dei 13", mettendole di fronte una serie di dati "nuovi" da dover inserire in un piccolo aggiustamento degli algoritmi. Meraviglioso il mondo degli ostacoli, se ci pensate: cambia la forma, l'età, le prestazioni fisiche, il meteo, ma la distanza fra gli ostacoli è sempre lì, granitica, fissa, stabile e non si adatta ai cambiamenti delle variabili indipendenti dalle quali ogni essere umano dipende. Quindi se si aumentano le proprie capacità fisiche... come cambia l'approccio con l'ostacolo, la ritmica, il passaggio? Gli ostacoli alti nell'atletica sono ingegneria moderna applicata, in un'analisi multifattoriale ad una sola variabile fissa: la distanza tra gli ostacoli. Libania Grenot, invece, al suo ritorno in Europa, probabilmente paga più di tante altre l'inabitudine a viaggiare per gareggiare: uso non consuetudinario in Italia, i cui indigeni sono più stanziali che nomadi (guai ad uscire!). 52"16 anonimo, un pò lontana da Sanya Richards, che dopo tutto ha peggiorato solo di 4/5 decimi i suoi migliori tempi annuali. Comunque sia, prendiamo il bicchiere mezzo pieno: l'anno scorso a 52"16 si poteva parlare della sua miglior prestazione annuale. Quest'anno, invece, della sua peggiore. 

E gli altri? Il polacco cacofonico Adam Kszczot (ho dovuto copia-incollarlo per non sbagliarne il nome), ha rispolverato la sua forma di inizio anno: 1'44"90. 5,90 di Renaud Lavillenie, miglior prestazione mondiale dell'anno nell'asta. Jan Zelezny ha invece trovato il suo erede nel giavellotto: si chiama Vítezslav Veselý: 85,67, ovvero un metro in più della leggenda Andreas Thorkildsen. Sugli 800 Pamela Jelimo schiaffeggia Caster Semenya: 1'58"49 a 2'00"80. Forma abbacinante della bulgara Vania Stambolova: 54"15 sui 400hs, e la principessa Lashinda Demus a boccheggiare oltre i 57": 57"43

25/05/12

Stasera Marzia, Manuele e Libania vs il Mondo a Ostrava. E Bolt sui 100

Bolt nella conferenza stampa di Ostrava
Stasera ad Ostrava i nostri migliori atleti italiani del momento, gli ostacolisti Marzia Caravelli e Manuele Abate, si presenteranno per dimostrare per la prima volta davanti al mondo la loro nuova dimensione internazionale. Purtroppo non seguirò l'evento in diretta... web per dannati impegni (professionali) quindi demando la comunità di amici ad aggiornare la nostra pagina facebook su quanto accadrà sulla pista ceca. Marzia sarà presente in seconda serie (quella più forte) (qui il link) e se la vedrà tra le altre, con la Top-hurdler Lolo Jones, la nostra inviata Queen Harrison (!!!), e l'inglese Tiffany Porter (ovvero l'unica europea che la precede nelle liste mondiali dell'anno). Manuele invece scenderà nell'Arena nella seconda serie (qui il link), quella meno nobile. Stranamente gli sono stati preferiti in prima serie 4 europei nonostante sia lui, Abate, il miglior europeo dell'anno sui 110hs e che del novero dei partenti abbia il terzo tempo (superato solo dagli americani Faulck e Wilson). Boh, chissà con criteri imbastiscono le serie. Sui 400 prima prova europea dell'anno per Libania Grenot (qui il link) che avrà il primo test "olimpico" contro la campionessa uscente, la britannica Christine Ohuruogu, ma soprattutto la predestinata Sanya Richard-Ross. E' tempo di iniziare a volare, che dite? 

Per il resto, è la serata di Usain Bolt, l'atleta più famoso del globo, cui hanno gettato come cristiani per sfamarsi, sprinters da seconda fila della griglia di partenza generale. Probabilmente il più accreditato tra gli avversari sarà il compatriota Lerone Di Lernia Clarke (per via dell'abbigliamento trash e parecchio vintage), che sembra essere stato catapultato sulle piste di atletica dal bob-a-4 giamaicano. Un occhio buttatelo su Doc Patton, ma anche sul sudafricano Simon Magakwe, uno degli sprinter più in forma di questa prima parte di stagione. Di Dwain Chambers bisogna capire se il treno che lo ha investito sia stato un Freccia Rossa o un Regionale delle Ferrovie Nord, soprattutto dopo le pessime prestazioni delle ultime tre settimane. 

Sui 200 il Principe Wallace Spearmon (altro mio prediletto) fondamentalmente correrà contro sè stesso. Non gli hanno trovato nemmeno un cristiano degno da gettargli giù nell'Arena. Anche se il sudafricano Thuso Mpuang è stato cronometrato con tempi "particolari". Ma che hanno fatto gli sprinter sudafricani quest'anno? Sui 400 il Lebron James dell'atletica, LeShawn Merritt, prosegue nelle sue prove cronometrate in solitaria in attesa che Kirani James evolva... ma mancano ormai poco più di due mesi per darsi una mossa!  Sugli 800 direi di gustarci il polacco cacofonico Adam Kszczot (per fortuna ha una "o" in fondo al nome), che nella stagione indoor, segnatamente a gennaio, andava come uno Shuttle Columbia, salvo poi esplodere nello stesso modo verso marzo. 
Mezzofondo che sarà ormai il solito campionato provinciale della Rift Valley: ma ancora non hanno capito il campione provinciale, visto che continuano a sfidarsi ogni tre giorni? Renaud Lavillenie sarà la vedette dell'asta, mentre nel peso ci sarà la Vuitton Cup degli sfidanti allo strapotere statunitense: si parte dal campione del mondo Storl, poi il canadese Armstrong, il polacco Majewski. Il circus alternativo del peso, insomma. Nel giavellotto invece quasi tutti i migliori: i soliti, dalla living legend Andreas Thorkildsen, alla stella cadente Tero Pitkamaki, al campione del mondo quasi-italiano Matthias De Zordo (che dovrebbe aiutarci ad accorciare lo spread).

Tra le donne passerella per VCB, cui non sembra essere stata prevista una contraerea capace di affrontare cotanto tank. Sfidone negli 800 tra Caster Semenya e Pamela Jelimo, mentre sui 400 si rivede in europa la principessa Lashinda Demus, che dovrà vedersela con la cubica Vania Stambolova, che sembra poter spaziare dai 400 agli hs. Spotakova vs Abakumova nel giavellotto.

Ora, una raccomandazione ai miei amici personali: mi informino via sms di quello che sta accadendo... 

24/05/12

Guerra tra la Fidal Lombardia e la Fidal Brescia... ma senza conoscere i regolamenti

Non voglio diventare sindacalista, ma insomma... il clima in Italia sta forse cambiando ed è giusto denunciare le storture del sistema. La mia idea generale è quella che il fulcro attorno al quale debba girare tutta una federazione sportiva siano... gli atleti.
Ma non solo un manipolo di eletti, come sta facendo la Fidal attuale: TUTTI, indifferentemente dalla loro categoria e specialità. Del resto è alla base di qualunque contratto... sociale: io ti dò e tu mi dai. Io ti concedo il mio tesseramento, e tu mi tratti di conseguenza. Io PAGO, e tu mi fornisci il servizio, e non, come nel caso dei master il disservizio.
Chiaramente questo avviene soprattutto per i master, che devono dare (pensate solo che razza di indotto...), e al contempo non devono permettersi di chiedere, secondo alcuni gerontocrati della Fidal e benchè rappresentino più della metà dei tesserati totali.
In quest'ottica di sfacelo generale (prima morale, poi pratico), il KGB, nemmeno tanto di nascosto, mi ha girato una mail che definire "incredibile" è dire poco. Mail che non è nemmeno tanto secretata, visto che è lo stesso estensore che chiede che venga diffusa. La firma in calce a questo scritto molto "particolare" è a nome del Vice Presidente della Fidal Lombardia, ed indirizzata a diverse personalità della Fidal Brescia.
Mail poi fatta girare dalla Fidal Brescia a tutte le società bresciane e in cui il citato vicepresidente (che secondo il Sito Fidal Lombardia bazzica negli stanzoni del CRL solo dal 1997: sono solo 15 anni, cosa volete... quasi un novellino là dentro) accusa la Fidal Brescia di essere un pò troppo di manica larga con i regolamenti delle manifestazioni, ma soprattutto con i master. Quando uno dice ad un altro che non rispetta i regolamenti, come si dice... che è un baro? Che truffa? Cosa intendeva dire con quella battuta? Per come l'ho letta io, ha tutti i connotati di un insulto.

Ora, che la Fidal Lombardia odi profondamente i master, è un dato di fatto. Quante prove negli ultimi anni (ho pure la prova provata... devono solo provocarmi un pò di più per tirarla fuori). 
Non sapevo, e questa è nuova, che ce l'avesse con quei pazzi del Comitato di Brescia, che davvero pazzi sono, vista la mole di gare che riescono ad organizzare ed il numero di atleti che gareggiano in esse. Criticare Brescia da parte del Comitato Regionale, è come tirarsi una martellata sui maroni e scusate il francesismo. Di solito, insegna la storia, queste martellate sui maroni così plateali nascondono però altre verità... Io mi lancio: sarà mai che da Brescia non arrivano i voti "buoni" per l'elezione del Consiglio Regionale, che come è noto, arrivano esclusivamente dalle grandi società milanesi (Qualcuno ce ne liberi!)? Da Brescia solo problemi? Potrebbe essere... chissà.

A proposito: ma pensate che razza di cricca si è creata in Lombardia! Qualcuno, tempo addietro, fece inserire nello statuto della Fidal (un coacervo di norme antidemocratiche) la possibilità/facoltà di partecipare alle riunioni dei Consigli Regionali, anche da parte dei Consiglieri Nazionali (chissà se con diritto di voto, ma penso proprio di sì...), che non hanno nessun tipo di consacrazione democratica da parte della base elettorale (in questo caso lombarda). Letteralmente imposti dal cielo! E così ci troviamo qui in Lombardia, per esempio, un vero e proprio presidio  in Consiglio a Milano del duo Angelotti&Castelli, Consiglieri Nazionali, i quali possono così entrare nel merito delle nostre sorti sportive/organizzative... stiamo parlando, in senso lato, del plenipotenziario della Camelot (e quindi per estensione, della siamese Riccardi) e del Cus Milano Pro Patria. Cioè, se non avete capito: le società milanesi, non solo catalizzano i voti di quello che sarà il consiglio, ma avranno anche l'aiutino di due ulteriori consiglieri nazionali di cui ne sono diretta espressione. Tirannia allo stato brado.
Io mi chiedo, affranto, chi svecchierà mai queste istituzioni in mano a personaggi che non riescono proprio a fare a meno di esserci sempre, ovunque e comunque. Possibile che non si riesca a fare a meno di loro? Ma non hanno un altro lavoro? Non hanno una famiglia? Non hanno un altro mondo dove sfogare quella che in tutti questi anni si è rivelata la loro incapacità di governare il mondo dell'atletica? Non vedete dove siamo finiti a forza di eleggere e farsi spedire persone che sembrano pensare esclusivamente al bene delle loro società d'origine?

Mi sono dilungato troppo... Torniamo al nostro  vicepresidente Vicario della Fidal Lombardia, che nella mail incriminata si definisce stanco (poverino... può sempre dimettersi, eh!) di assistere a questi continui cambi di regolamento, "molto spesso dalla Provincia di Brescia" il tutto perché un master ha avuto l'ardire di chiedere di partecipare al meeting di Gavardo di questo sabato, possedendone il minimo richiesto di partecipazione.
Il dirigente, evidentemente non conosce il regolamento (cosa di una gravità a mio parere assoluta) e addirittura arriva a minacciare il Comitato Provinciale di dirlo alla mamma, cioè alla Fidal Nazionale, se sabato ci saranno effettivamente in pista i master a Gavardo, in una gara in cui non solo vi era un minimo di partecipazione, ma che era aperto alle categorie assolute.
Siccome gli organizzatori non hanno messo nel volantino e nella proposta di organizzazione l'acronimo "MAS", dopo ALL, JUN, PRO, ASS, il Consigliere ha visto bene di fare un bel balzo nel passato, di dimenticarsi quello che è successo nel frattempo (comprese modifiche al regolamento promulgato dalla stessa Fidal di cui Lui ne è estensione ed espressione) e brandire la spada della velata minaccia contro tutto e tutti. Sibillino.

Allora, Signor Vice Presidente Vicario, le ricordo alcune cose, che forse avrebbe dovuto sapere, ma che comprendo non abbia tempo di approfondire pur essendosi assunto l'onere di una carica così prestigiosa oltreché la delega all'organizzazione delle gare (ancor più grave).
Forse Lei non sa che il mondo dell'atletica italiana è spartito dalle società. La discriminante sulla partecipazione alle gare, non è negli acronimi forniti dalle società organizzatrici, come lei ingenuamente ed erroneamente ritiene (mi domando nel caso in cui si fossero dimenticati la parolina JUN se avrebbe avuto la stessa arroganza contro la Fidal Brescia e gli organizzatori), ovvero sugli atleti, ma nel tipo di affiliazione, quindi sull'impegno collettivo delle società a livello di affiliazione. Questa è la ratio della norma. Se lo imprima a fuoco da qualche parte, magari vicino al monitor del suo pc prima di mandare le mail in giro per la Lombardia.
Se una società si è affiliata nelle categorie assolute, amen: purtroppo per Lei, tutti i tesserati di quella società, assoluti, POSSONO partecipare alle gare aperte agli assoluti (fatti salvi i minimi previsti per la partecipazione). Hanno pagato molto di più per l'affiliazione proprio per questo motivo: per partecipare alle gare, non per vedersi negata la partecipazione.
Non voglio farle perdere del tempo per andare a cercare il regolamento sulla partecipazione dei master all'attività assoluta... glielo trovo io: articolo 6, comma 1: all'attività Assoluta individuale e di società possono partecipare gli atleti Master di qualsiasi fascia d'età tesserati per società affiliate con adesione All/Jun/Pro/Sen/Mas concorrendo all'assegnazione... (omissis). Lo comprende questo articolo?
Per capire cosa volesse intendere il legislatore quando ha scritto questa norma (io mi ricordo anche le circostanze in cui nacque, ovvero quando ci lamentammo tutti insieme delle esclusioni inopinate di master non in base al tempo ottenuto, ma all'età e solo perchè, come in questo caso, ci si dimenticava di inserire la parola "master"... spregevole) basta leggere per absurdum quello che compare sulle norme di partecipazione degli atleti amatori all'attività assoluta: ovvero, che la loro partecipazione è ammessa solo in caso in cui la loro partecipazione "ne sia prevista la partecipazione". Si desume, come già argomentato in altre circostanze, che per non fare partecipare i master è necessario esplicarlo direttamente, non lasciarlo intendere fra le righe (come lei sembra sostenere).
Ergo, forse lei non lo sa, ma in Italia il diritto prevede che se per un comportamento una norma non vieta espressamente una cosa, questa è lecita. In questo caso, l'omissione dell'acronimo master, una dimenticanza della quale gli organizzatori non si dovrebbero nemmeno scusare, non può essere brandita da chichessia per dire "I MASTER NON DEVONO PARTECIPARE!" come grida a gran voce Lei.
Perché in questo caso lei starebbe apologizzando qualcuno a non fare ciò che il regolamento prevede, cioè che non vieta, cioè ad andare contro il regolamento, cioè a violare la legge, cioè a infrangere ciò che lei dovrebbe tutelare, cioè a vietare agli atleti di partecipare alle gare benché ne avessero tutto il diritto, cioè verrebbe meno allo spirito del suo mandato, ovvero favorire il diffondersi dell'atletica, cioè a creare i presupposti per cui Lei, Signor Vice Presidente Vicario della Fidal Lombardia, dovrebbe prendere atto di dimettersi.

Ora, ammesso e non concesso che Lei abbia anche ragione (e non ne ha assolutamente), e che vi sia stato un errore degli organizzatori a non inserire la parolina master nella richiesta e in tutte le scartoffie necessarie, riesce a spiegarci quale danno avrebbe creato alla manifestazione la partecipazioni dei master DOTATI DI MINIMO?
E mi spiega perchè anzichè essere contento che vi sia una diffusione più larga possibile dell'atletica in Lombardia (leggi: presenze-gara), persegue in maniera poliziesca scopi secondari come il rispetto pedissequo del (suo) regolamento che nulla toglie alla regolarità delle gare, tanto da minacciare in calce alla sua mail di avvisare la Fidal Nazionale che nel caso sabato saranno presenti master, la società organizzatrice non potrà organizzare gare nel 2013? Che gusto ci ha provato a fare il poliziotto? Me lo lasci dire, visto che ho un pò di esperienza nel campo: piuttosto di brandire il proprio effimero potere facendo tintinnare metaforiche manette, forse sarebbe il caso che col buon senso si risolvano questi problemi clamorosamente stupidi, e che lei lasci che gli atleti in Lombardia gareggino e si divertano.

Concludo: io non so chi sia lei: mi sono permesso di valutare esclusivamente l'abilità nella sua carica e i modi pubblici in cui svolge le sue funzioni. Per me deprecabili.

Aspetto adesso con un pò di rassegnazione che lei si dimetta, perchè evidentemente non ha capito non il regolamento, che potrà essere anche interpretabile (ma nemmeno tanto...) ma lo spirito che dovrebbe guidarla.

22/05/12

L'intervista a Marzia Caravelli: "ho accumulato rabbia e voglia di rivalsa..."

Ecco finalmente l'intervista a Marzia Caravelli sottopostale da Gianluca De Luca per Queenatletica. Bè, lo sapete... è una delle mie atlete preferite in circolazione, proprio per tutto quello che leggerete qui sotto. Essere tra le prime del mondo in una specialità tanto tecnica, e doverlo fare con una risorsa scarsa come il tempo vuol dire avere una "voglia" due volte superiore a quella normale. Quante delle atlete davanti a lei nel ranking mondiale... lavorano? Non penso molte. Poi uno squarcio su quello che è stato il suo ritorno all'atletica, il rifiuto del mondo delle società militari, la rivincita. E arriva così l'approccio "dilettantistico" nello spirito, giocoso, ma più professionale dei professionisti nella voglia di arrivare. Ecco qui la bella intervista a Marzia. 

A che età hai cominciato a praticare sport? E l'atletica? 

Ho iniziato a praticare sport da piccolissima: 4 anni, danza classica, e volevo diventare una ballerina, ma poi sono passata alla ginnastica ritmica, sport nel quale ho iniziato a confrontarmi con le gare, fino a che, troppo alta per questo sport, a 14 anni ho finalmente iniziato con l’atletica!!

Quante volte ti alleni in una settimana, e per quanto tempo? 

 Mi alleno tutti i giorni dal lunedì al sabato e da quest’anno spesso anche la domenica. La durata dell’allenamento è di circa 2 ore, 2 ore e mezzo, quelle serali lasciate libere dagli impegni lavorativi. Anche se ultimamente mi sto concedendo qualche minuto di più.

Ti alleni da sola o hai dei compagni d'allenamento? 

Mi alleno con un meraviglioso, insostituibile, supersonico gruppo di ragazzi!! Sono felice di questa domanda, perché i miei compagni di allenamento sono stati parte fondamentale dei miei risultati. Sanno rendere piacevole tutto il tempo che trascorriamo assieme al campo, e da quando mi alleno con loro, ossia da marzo del 2009 non c’è stato giorno in cui io non sapessi che avrei trovato una battuta, un sorriso, un sostegno, e una mano! Il gruppo è molto eterogeneo, e non condividiamo tutti gli stessi lavori, però la serenità e la spensieratezza che si è creata al campo sono stati il vero primo motivo per cui ho ripreso ad allenarmi da quando avevo deciso di smettere. Molti di loro sono stati fondamentali durante questi anni e lo sono tutt’oggi, che c'è ancora molto da pedalare! Senza di loro tante prove lunghe sarebbero risultate molto più lunghe, indigeste e difficili! Approfitto per ringraziare pubblicamente Alessandro, Alessio, Giorgio e Oscar (rigorosamente in ordine alfabetico!) per avermi aiutata, tirata e spinta (!) in un’infinità di prove. Devo un grazie particolare anche a Lucia -grande mediatrice- a Loredana e a Claudio, insuperabile fotografo! Poi Elena e Andrea, le mie mascotte, e Giampi, Cristiano, Sara, Luca, Agnese, Federica, Cosimo, tutto il gruppo “tapasci”, tutto il gruppo “gallinelle”: “...siete fantastici, grazie per la pazienza che avete tutti con me!” 

Qual è la vittoria alla quale sei più affezionata? 

Non ce n’è una in particolare… però, da qualche giorno a questa parte mi viene da dire quella delle qualificazioni di Montgeron! 

Hai appena realizzato il record italiano dei 100hs, appartenuto per 18 anni a Carla Tuzzi. Dopo questo exploit come cambiano i tuoi obiettivi e le tue aspettative? 

I miei obbiettivi non cambiano, perché il principale obiettivo stagionale era la qualificazione olimpica, che essendo fissata a 12”96 era inevitabilmente legata al record italiano. Averla conseguita presto mi permetterà di lavorare con serenità. Adesso mi aspetto ancora qualcosa da me stessa, ma preferisco che siano i fatti e non le parole a parlare. 

Quali sono le tue passioni “extra atletica”? 

Sebbene tra atletica e lavoro non mi avanzi molto tempo, posso dire di aver la fortuna di fare un lavoro che mi appassiona: la lingua dei segni mi strega. Oltre a questa mi affascinano tutte le lingue straniere, vorrei un giorno impararne molte altre. Amo il cibo e la cucina, soprattutto la parte che prevede di... mangiare!! Poi libri, musica, mare e amici… passioni semplici, ordinarie, ma che scaldano il cuore. 

Un consiglio ai ragazzi che volessero cominciare a frequentare la pista...

Beh, consiglierei di non avere fretta, di non voler bruciare le tappe a tutti costi per raggiungere grandi risultati subito; è importante seguire un percorso di crescita e rispettarlo. Non essere un campione da giovane non preclude di togliersi qualche bella soddisfazione col tempo, premesso che essere un campione non è obbligatorio! L’atletica deve essere un piacere prima di ogni altra cosa!

Ritornando all'ambito sportivo, quale credi che sia la tua qualità migliore? E il difetto più grande?

Credo che in pista la mia qualità migliore siano i piedi, mentre il difetto più grande il fatto che perdo velocemente la forza. Poi c’è questa cosa della testa dura che non so se vada messa tra le qualità o tra i difetti... 

Il rapporto col tuo allenatore sembra molto stretto ed intenso. Cosa ti ha dato in più, o di diverso rispetto alle precedenti esperienze con altri coach? 

Al mio allenatore -Marcello Ambrogi- devo praticamente tutto perché se non fosse stato per lui io sarei una ex atleta ormai da parecchi anni, e mi sarei persa tutto quello che è successo dal 2009 ad oggi (leggi: europei, mondiali, coppa Europa, record italiano e Olimpiadi, non è poco!).
Dopo che per anni mi sono sempre sentita dire che non c’era posto per me nei gruppi sportivi perché evidentemente non si vedevano in me qualità da sviluppare, dopo che alcune persone mi hanno trattato con la sufficienza di un atleta senza tempo da investire nell’atletica e senza particolari qualità, quando le valutazioni su di me si limitavano al rapporto risultato/età, senza alcun tipo di approfondimento, quando conciliare lavoro e atletica e mantenersi lontano da casa era diventato difficile, ho deciso di dare retta a tutte queste voci, e ho gettato la spugna, ho lasciato l’atletica e per mesi l’ho guardata solo in tv. 
Poi un giorno, una chiacchierata con lui, che da quando ci siamo conosciuti ha sempre sostenuto, una voce fuori dal coro, che io fossi un atleta con delle qualità… 
E’ riuscito prima di tutto a farmi ritrovare gli stimoli per tornare al campo, è riuscito a farmi capire che un atletica parallela ad una vita lavorativa era possibile se fatta con serenità, e senza angosce e assilli, ha saputo convincermi che il poco tempo che avevamo a disposizione sarebbe bastato. Lui che è un osteopata, che guarda la corsa e il corpo umano con occhi diversi ha saputo leggere le mie qualità e le mie debolezze, mi ha ripresa da zero, abbattuta e pure un po’ ingrassata, e senza fretta, ha fatto un lavoro nel tempo, ripartendo dalle basi, mi ha ricostruita muscolarmente, tecnicamente e mentalmente. 
Nel frattempo sono anche riuscita a diventare interprete di lingua dei segni e a fare un master post universitario, tutto questo perché con la serenità e l’empatia si può andare lontano! Lui ha la testa dura, ed io anche, a volte ci scontriamo ma non saremmo arrivati qui senza la determinazione. Io qualche volta ho vacillato, lui è sempre stato convinto di quello che avrei potuto fare. Voi non gli sareste altrettanto riconoscenti al posto mio?!? 

A differenza della maggior parte degli atleti d'élite italiani, tu non fai parte di un gruppo sportivo. Come concili l'allenamento di alto livello con i normali impegni quotidiani? 

Come ho detto prima sono i gruppi militari ad aver “non scelto” me… Con il mio allenatore, consapevoli dell’importanza del lavoro e della costruzione di un futuro, consapevoli del tempo di cui disponevamo, abbiamo impostato il lavoro sul tempo che avevamo a disposizione. Ci sono stati momenti in cui tenere i ritmi di lavoro/allenamento/tutto-il-resto, è stato particolarmente stancante, soprattutto se confrontato con le opportunità di molti altri atleti. Ho accumulato rabbia e voglia di rivalsa, e questa è stata tutta trasformata in energia sulla pista. Da quest’anno però ho la fortuna e il piacere di essere sponsorizzata e inserita in un progetto di sperimentazione delle Vibram Fivefingers, e questo mi ha permesso, adesso a pochi mesi dalle Olimpiadi, di allentare un po’ i ritmi a lavoro.

Ti dedichi a parecchie discipline diverse, dai 60hs ai 400 piani. Conti di strappare un altro record in qualche altra specialità? 

Volete sapere se farò mai un 400hs?!?!?! ……to be continued (con sorrisetto)

Un sogno da realizzare ed uno “impossibile”...

Ne ho appena realizzato uno che fino a poco tempo fa era davvero “impossibile”, ora sogno solo di portare avanti questa stagione così come è iniziata!

21/05/12

La Fidal Lombardia e la transumanza delle vacche

Dopo anni mi ripresento ai c.d.s. di Busto Arsizio in veste di simil-atleta-assoluto e mi ritrovo coinvolto mio malgrado in una transumanza di vacche, dove il sottoscritto, con centinaia di altri atleti, rivesto appunto il ruolo di... vacca. Giudici che dal verrocchio come al paio di Siena, chiamano a bassa voce (poverini, hanno anche loro la loro età) gli atleti, che disciplinatamente entrano nei canapi, e che quando si spostano per la pista, sotto la pioggia, vengono seguiti come pastori da centinaia di pecorelle: i poveri atleti delle serie inferiori (ovvero dalla seconda in poi). Una scena sconfortante, anche perchè la pecorella, o la vacca, la devo fare io per primo per acquisire semplicemente un'informazione stupida: in quale dannata serie devo correre e in quale corsia? In questo girovagare per la pista a ridosso del mio pastore vestito di bianco e bordato di blu, impreco sommessamente per la stupidità della cosa. Possibile? Nel 2012? Ad un certo punto mi viene pure da ridere, per il paradosso della cosa. Il giudice-pastore ogni tanto si ferma, legge un paio di serie, e poi se ne va borbottando con passo veloce a svolgere altri ruoli istituzionali. 
E gli altri?? Alla prossima!... e se ne va. I non-chiamati, razza minore, rimangono sgomenti, ignari del proprio destino. I superstiti della chiama si guardano negli occhi pensando "e se fossi tu il mio avversario?... mizzega, quanto è grosso quello...mi passa sopra le orecchie... e quello? Quelli piccini alla fine escono a velocità doppia...". I giudici, per la verità, sembrano godere di un insano sadismo: nella disorganizzazione ci si sguazza se tu dipendi da quella informazione. 
Tu dipendi da lui, e lui lo sa. E come cagnolini si va da lui a chiedere se per favore può leggere un'altra serie, una sola... "no, ragazzi!!! sciò! Via, via!! Leggo dopo le altre" che suona più come un "andate via cagnacci!". Mi monta una rabbia... pecorina. Montagne di energie mentali sprecate per almeno trenta minuti (sotto l'acqua) nel solo tentativo di conoscere la propria serie e la propria corsia. E non è che puoi nemmeno allontanarti dal giudice-pastore, nè? Perchè se ti fai l'allunghino proprio mentre decanta il tuo nomignolo, è fatta: ne scaturisce una cascata di eventi negativi, che passa inopinatamente anche per la reprimenda dei giudici che ti riprendono pure sul fatto che dovevi ascoltare quando loro stavano elencando i nomi. Insomma: o corri in 45"50 come Vistalli e sei sicuro di essere in prima serie, o sei in balia di quegli uomini bianchi con i bordini blu fino a quando spareranno la tua serie. Poi penso che nei 400 siamo solo un centinaio... chissà nei 100 in cui erano iscritti in 189 cosa sarà successo!
Sapete: la scena è la stessa cui assistevo da cadetto: è incredibile come in 25 anni non sia cambiato assolutamente nulla qui in Lombardia, e la prima semplice considerazione è che chi c'era 25 anni fa... è ancora lì. Le cose sono pure peggiorate: almeno una volta, quando si passava dall'addetto ai concorrenti, ti dicevano la serie e la corsia dopo aver esibito il tesserino. Oggi l'addetto ai concorrenti di Busto Arsizio ti dice solo che... ci sei. Scorre un lunghissimo elenco e ti dice: "ok". Ma come? Ma la conferma iscrizioni è stata già fatta! "No, ragazzi, la serie ve la dice il giudice di campo". Il giudice di campo??? Devo forse consegnargli il lasciapassare A29? O devo fare una domanda in carta intestata per sapere in che fottutissima corsia e serie dovrò correre? Rabbia. 
Tempo fa elencavo i nomi del consiglio regionale lombardo sottolineando come vi fossero personaggi che fanno davvero fatica ad abbandonare quel posto... che poi, badate bene, non è l'età che fa la differenza, ma proprio l'anzianità di cadrega. Purtroppo lo vediamo quotidianamente nella politica: quando ci si cadreghizza, si perde elasticità al cambiamento. Tutto rimane uguale e se qualcosa cambia, è per non cambiare (frase che rubo alle riminiscenze gattopardesche). Non ci sono idee, spinte al cambiamento (ma qui se non si cambia, si rischia di sparire!), entusiasmo: sembra una catena di montaggio di ovvietà. Ogni anno sempre uguale. 
In Lombardia non c'è alcuna forza propulsiva, mancano i grillini per così dire (ma qualcuno ne troviamo prima della fine dell'anno... qualcuno che non abbia interessi di società o personali per aiutare l'atletica a crescere). L'esempio di come dopo 50 anni di organizzazione di gare non si sia ancora arrivati a far passare l'idea di predisporre un semplice tabellone cui appendere i fogli con le batterie senza dover dipendere da un giudice infastidito che spesso diventa arrogante, sembra lontana anni luce ma ci dice una cosa: alla Fidal Lombardia non interessa l'atletica di base. 
Non interessa mettere a proprio agio TUTTI gli atleti, e non solo quelli delle prime serie o i giovani fenomeni. Se avesse pensato alla base, il C.R.L. si sarebbe fatto in quattro per trovare uno spazio per sbatterci dentro una pista indoor da anni. Macchè: nulla di nulla dal 1985. Milano non ha una pista indoor, benchè per l'Italia girino un paio di piste dismesse e a Milano e nell'hinterland vi siano miliardi di metri cubi di capannoni dismessi. Migliaia di tesserati, un budget consistente, ma nulla. 1+1 non fa due, ma le risorse vanno dirottate in altri progetti... la soddisfazione di pochi, in cambio dello sconforto dei più. 
E così, i problemi di un'intera organizzazione che non sa cambiare, su di noi ci piovono addosso come mezz'ora di acqua in pista, a pascolare attaccati ad un giudice che non vuol dirti in che fottutissima serie sei capitato.

P.S.: sembra il caso di segnalare, come i giudici, in fin dei conti, della disorganizzazione, siano delle vittime privilegiate. Sapessero ribellarsi anche loro, anzichè diventarne lo strumento... 

C.d.S. day II: Haliti 50"91 - Manenti 21"06 - Povegliano 76,63

Complice probabilmente il brutto tempo, seconda giornata molto ma molto più avara di risultati degni di nota, la seconda dei c.d.s. assoluti. I big si sono prosciugati praticamente nella prima giornata, lasciando i c.d.s. un pò sguarniti. O quando c'erano, visto che è tutto una formalità, hanno gestito le loro prestazioni. Questo passa il convento... e c'è chi è pure contento. Chissà chi si ricorda i c.d.s. di un tempo dove tutti, ma proprio tutti i migliori atleti azzurri scendevano in pista e davano il massimo. Vabbè... andata. Negli 800 una precisazione: Marta Milani chiude il suo 800 a Lodi in solitaria in 2'07"25. Sono stato contattato dal coach della stessa Milani che ci ha tenuto giustamente a precisare come le prestazioni di Marta dell'ultimo periodo siano state frutto di problemi di origine organica. Ecco spiegato l'arcano. Speriamo adesso siano risolti, perchè visto che per le altre tre caselle della 4x400 (che potrebbe davvero avere un ruolo di primo piano internazionale) c'è ormai la colonna sull'A4, sarebbe un buon viatico ritornare ad avere la bergamasca a ottimi livelli. Altra precisazione: ieri ho detto che erano anni che non vi erano 1500isti azzurri sotto i 3'40"... dimenticavo, come mi è stato fatto rilevare, Merihun Crespi. Proprio l'anno scorso 3'37"67 a Milano. Ecco i migliori risultati di giornata... sembrano copia-incollati dal sito della Fidal, ma insomma, quelli sono... potessi inventarmeli!!
  • 200: Migliore di giornata Davide Manenti: 21"06 a Torino, alla 5^ prestazione personale di sempre (fonte Sigma). Anche per lui uno spread prestativo cortissimo: una 20ina di risultati in 3 decimi. Alle sue spalle Michele Tricca (21"36), del quale si è sempre più ansiosi di vederlo all'opera sui 400.  21"24 di Davide Deimichei a Trento, ovvero nuovo primato personale limato di un centesimino. Personale anche per il 400ista Marco Lorenzi: 21"42. Per entrambi vento a +0,3. A Pescara 21"48 (0,1) per Mario Brigida,  21"55 per Alessandro Guazzi con 0,2 a Rieti. Nella selva di risultati aggrappati ai 21"5, arriva il 21"49 (1,1) di Alberto Boretti (1992) a Savona. Fabio Squillace, vince i 200 crawl a Busto Arsizio con un tempone: 21"31 (1,0), Lorenzo Angelini 21"53 (-0,1) a Macerata, e 21"59 per Filippo Bruschi a Campi Bisenzio. 
  • 800: Mahmadou Gueye fulmina Mario Scapini negli 800 sulla pista di Busto: 1'48"68 a 1'49"01
  • 5000: Maksym Obrubanskyy dopo l'ottimo 1500 corre pure sotto i 14" a Marano: 13'57"89, ma a Codroipo la settimana scorsa aveva già corso in 13'31". Il sito della Fidal ricorda a tal proposito che proprio quest'ultimo tempo gli ha garantito il minimo di partecipazione a Helsinki. 
  • 400hs: 50"91 per Eusebio Haliti ad Acquaviva delle Fonti. 4° tempo personale di sempre per l'italo-albanese a mezzo secondo dal PB. Bel tempo cattivo anche per Leonardo Capotosti51"26 a Pescara. 11° tempo personale di tempo, ma con una spread di risultati strettissimo: in pratica nel suo personalissimo ranking vanta ben 19 risultati in 34 centesimi (tra 51"17 e 51"51): nemmeno un centista avrebbe una tale regolarità. Giacomo Panizza a poco a poco torna verso il mondo dei 50": 51"54 nei c.d.s. lombardi. 
  • alto: 2,15 per Alberto Gasparin (classe 1993) a Gorizia. Record personale migliorato di un centimetro. 2,10 per Andrea Lemmi a Campi Bisenzio. 
  • lungo: Emanuele Formichetti si arena a 7,35 battuto dall'egiziano classe 1975 Hatem Mersal (uno che nel 1999 saltava 8,31) con 7,48... ma che ci fa qui? Stefano Tremigliozzi a Marano si sporge nella sabbia fino a 7,45 (ma anche un paio di 7,43). 7,21 per Camillo Kaborè a Busto, ma su soli due salti effettuati. 
  • peso: Daniele Secci oltrepassa la fettuccia dei 18: 18,05. 18,69 per Paolo Dal Soglio, in Veneto, che volenti o nolenti, a 42 anni è ancora il miglior lanciatore in circolazione. 
  • martello: altra fucilata di Lorenzo Povegliano a Gorizia, alla sua miglior stagione: 76,63. Terza prestazione personale di sempre: 5 delle sue 6 migliori prestazioni le ha ottenute proprio nel 2012. Di poco inferiore invece la contraerea di Nicola Vizzoni a Campi Bisenzio: 75,06
  • 200: Marzia Caravelli, ad Oristano, alla 1935^ gara in pochi mesi (bella l'atletica quando ci si diverte) si presenta sui 200, dove è pur sempre campionessa italiana uscente e piazza un 23"86 in solitudine con vento nullo. Ilenia Draisci sembra davvero essere in fase crescente: 24"14 con -0,1 a Rieti. Terza prestazione personale di sempre e a 9 cent dal PB. Dietro Giulia Arcioni, dopo il bel 400 del giorno precedente, 24"19. 24"31 per la sempre più solida Maria Benedicta Chigbolu sempre a Rieti con 0,7 a favore. A Lodi, Elena Maria Bonfanti dimostra di poter davvero ambire ad un posto al sole della 4x400: 24"14 con -0,6. Strana la vulnerabilità di Audrey Alloh sui 200: battuta a Campi Bisenzio da Irene Siragusa: 24"22 a 24"42 con 1,8 (ma si parla di condizioni al limite). Di sicuro ci si aspetta che scenda abbondantemente sotto i 24" con 11"48 appena corso. Meglio Gloria Hooper: 24"00 a Vicenza con 0,4: 3^ prestazione personale di sempre. 
  • 800: Marta Milani a poco a poco si sta riprendendo da ciò che deve essere stato un calo organico. 2'07"25 in solitudine a Lodi. Ormai per lei esiste solo questa specialità. Santiusti Caballero in scioltezza a Vicenza: 2'12"19
  • 5000: Federica Dal Ri a 16'13"97, 9^ prestazione personale di sempre. Ma impressiona forse un pizzico di più il 16'08"93 di Claudia Pinna, classe 1977 ad Orsitano. 
  • 400hs: specialità in grande sofferenza nel corso del 2012. Ancora poche prestazioni a-sensazione. Nonostante questo, piazza la pole-2012 Anna Laura Marone a Macerata con 58"59, cioè record personale migliorato di un paio di centesimi. In giornata si segnala il 59"65 di Benedetta Ceccarelli, il 60"21 di Elisa Scardanzan a Trento. 1'00"65 per Beatrice Mazza a Lodi. 
  • lungo: Darya Derkach, dopo il 12,81 nel triplo, riprende la sua lunga strada verso la gloria anche nel lungo: 6,03. Chissà cosa è successo a Torino: Eleonora D'Elicio dopo la bella triplata del sabato, vince la gara con 5,64. Terza un'inspiegabile Valeria Canella, che deve avere necessariamente dei problemi che non conosco: 5,55. 6,18 per Simona La Mantia a Palermo. 5,99 per l'allieva Ottavia Cestonaro a Vicenza. 
  • disco: misure-fotocopia per Laura Bordignon: 55,56 a Rieti, con cui riesce a domare Valentina Anniballi: 52.52

20/05/12

C.d.s: Trost, Haidane, Schembri e Pennella a Helsinki


Prima giornata di c.d.s. Come al solito pioggia di risultati, anche se non è più la "pioggia" di qualche anno fa, visto che le squadre militari sono state cancellate dalla conquista dello scudetto probabilmente per mano di quei consiglieri Federali che fanno anche i presidenti di Società (civili). Questo è il risultato: sarà un caso ma l'atletica italiana si è impoverita dal momento esatto in cui si è passati da un mondo dominato dalle squadre militari (imperfetto, vizioso, odioso, ma perfettibile, con i dovuti accorgimenti e con i dovuti indennizzi alle società di origine dei diversi atleti saccheggiati) ad un mondo malato e inopinatamente incurabile: quello della piccola avidità delle società civili che di fatto oggi usano atleti che paga lo Stato, cioè il contribuente, cioè Voi, cioè Noi, per ottenere il proprio tornaconto privato e privatistico. Ergo: nessuno che pensa più all'atletica generale, ma un mondo fatto ad uso e consumo di quegli stessi presidenti gerontocrati che dell'atletica di vertice non gliene può fregare proprio nulla. Purtroppo i conflitti di interesse sono pure tollerati dallo Statuto di questa Fidal, benchè ne abbia scoperti alcuni sui quali nessuno organo di controllo si è mai pronunciato. Ne parleremo in separata sede. Ieri comunque la prima giornata, che ha mostrato diversi bei risultati. Ho fatto il ranking dei migliori risultati (secondo il mio modestissimo parere) sia maschili che femminili. E un sunto dei migliori risultati nelle diverse sedi per specialità (più sotto). Ecco quindi quello che è successo.
  1. Haidane Abdellah: 1500 3'39"11 (Busto Arsizio)
  2. Lorenzo Valentini: 400 46"64 (Rieti)
  3. Fabrizio Schembri: triplo 16,97 (Busto Arsizio)
  4. Jacques Riparelli: 100 10"31 (Rieti)
  5. Lorenzo Perini: 110hs 14"12 (-0,2) (Busto Arsizio)
  6. Marco Vistalli: 400 46"50 (Busto Arsizio)
  7. Vito Incantalupo: 400 47"16 (Marano)
  8. Daniele Greco: 100 10"49 (-1,0) (Pescara)
  9. Manuele Abate: 100 10"52 (0,6) (Savona)
  10. Sergio D'Orio: asta 5,30 (Palermo)
  1. Alessia Trost: alto 1,92 (Gorizia)
  2. Giulia Pennella: 100hs 13"23 (1,4) (Rieti)
  3. Martina Amidei: 100 11"65 (Torino)
  4. Eleonora D'Elicio: triplo 13,53 (Torino)
  5. Giulia Arcioni: 400 53"97 (Rieti)
  6. Francesca Doveri: 100hs 13"34 (1,4) (Rieti)
  7. Barbara Lah: triplo 13,05 (Lodi)
  8. Julaika Nicoletti: peso 17,09 (Rieti)
  9. Silvia Salis: martello 66,68 (Savona)
  10. Flavia Battaglia: 400 54"57 (Rieti)
  • 100: Jacques Riparelli continua ad avere un ottimo standard prestativo, cui manca solo l'acuto che potrebbe aprirgli alcune porte che lui sa. 10"31 con 1,4 sulla magica pista di   Rieti. Daniele Greco a Pescara dimostra di non aver perso le proprie caratteristiche da sprinter puro: 10"49 con un vento in faccia di 1,0. Battuto nella circostanza uno dei velocisti più in vista di inizio stagione, Mario Brigida: 10"55. Se tanto mi dà tanto, Greco varrebbe già un tempo sotto i 10"40. A Rieti Alessandro Guazzi vince con 10"60 davanti a Valerio Rosichini che totalizza 10"62 (1,1 il vento). Manuele Abate, da solo, a Savona, dimostra di essere non solo un grandissimo ostacolista, ma anche un ottimo sprinter: 10"52 con 0,6 a favore. Sarebbe bello vederlo impegnato contro i nostri top-sprinter. Conoscendo la sua cattiveria da gara, chissà, correrebbe già vicino ai 10"40. Fabio Cerutti si presenta a Busto e si trova nell'ennesima brutta giornata da fine-settimana lombardo come ci stiamo abituando quest'anno: 10"47 con 0,8. Poi Julius Kyambadde 10"61 a Macerata. Davide Manenti 10"58 a Torino (con -0,3) e un Michele Tricca a 10"86. Michael Tumi, dopo l'infortunio, torna ad aprire la stagione con 10"55
  • 400: Lorenzo Valentini parte subito con la bomba da tre: 46"64 a Rieti davanti ad Andrea Barbieri, 47"15. Il personale di Valentini outdoor era di... 47"83! C'è da dire che indoor era comunque sceso a 46"88. Bella prova convincente di Vito Incantalupo a Marano: 47"16, e nuovo PB migliorato di 2 centesimi. 47"35 per Luca Galletti a Modena. 46"50 per Marco Vistalli ancora in versione-rodaggio, e chissà quanto impegnato. Sorprende il 47"05 di Daniele Raimondi (classe '92). In Italia sta esplodendo una generazione di 400isti davvero mica male. Personale di quasi un secondo. L'italo-albanese Eusebio Haliti a 47"45, sul giro di pista in Puglia. 
  • 1500: E' Abdellah Haidane che fa il colpaccio: 3'39"11 per il neo-italiano, che gli vale il minimo per i campionati Europei. Da quanti è che non si vedeva un sub-3'40" nei 1500 da parte di un italiano? Probabilmente almeno 3/4 anni ad opera di uno dei migliori Obrist. Maksym Obrubanskyy rappresenta invece una delle risorse dell'atletica italiana nel mezzofondo: 3'43"50 a Marano. Stefano Massimi (1992) migliora di un nulla il suo Pb (3'43"44) mentre lo ottiene il marocchino lo junior in attesa di nazionalità Yassine Rachik (1993): 3'43"49
  • 3000 siepi: Matteo Villani 8'45"55 a Modena, che è già un decimo meglio del miglior tempo del 2011 sulla medesima distanza. 
  • 110hs: a Rieti 13"98 ventoso (bella bora di +3,6) per Rahman Mahfuzur, che ammetto essere la prima volta che lo sento. Ragazzo classe '88. Nonostante il nome straniero, non compare alcuna nazionalità... sarà italiano di seconda generazione? Comunque: un altro ostacolista nel novero dei migliori. Samuele Devarti piazza un bel 14"18, con 1,0 di vento, che rappresenta il suo personale migliorato di 3 centesimi. Sorprende il nuovo record personale dello junior al primo anno Lorenzo Perini: 14"12 con -0,2 a Busto Arsizio, a soli 4 centesimi dal record italiano sugli hs a 106 di Fausto Frigerio. Nella sua scia migliora anche Hassane Fofane: 14"14
  • asta: a Palermo 5,30 per Sergio D'Orio mentre a Modena Matteo Rubbiani si arrampica fino a 5,20, misura di entrata, poi sbaglia a 5,40
  • triplo: Fabrizio Schembri, divenuto il terzo triplista in circolazione, tira fuori dal cilindro un 16,97 che lo rimette in gioco soprattutto per gli Europei finnici. Servivano 16,70. Il risultato sarebbe anche il minimo B per Londra, ma stanti i due minimi A ottenuti nella stagione indoor da Donato&Schembri... sarà necessario saltare più di 17,20 per fare il tris. 16,18 per Michele Boni a Vicenza. 
  • disco: 58,95 per Giovanni Faloci a Macerata. Lancio invece controllato a Pescara (55,82) di Nazzareno Di Marco, tanto che fa meglio di lui Fabio Cuberli (1988) a Gorizia: 56,38. Stando al sigma, personale migliorato di oltre 3 metri (vantava un 53,00). 56,01 per Marco Zitelli a Rieti (ma è lanciatore già da over-60). Altra misura nel mucchio: 55,85 di Federico Apolloni a Campi Bisenzio. 
  • giavellotto: prestazione non esaltante di Gianluca Tamberi con 60,22 (ragazzo che lanciava 78 metri solo nel 2010), ma che quest'anno è arrivato a 68. Chissà cos'è avvenuto sulla sua strada verso la notorietà per irretirlo a questo punto. 
  • 100: Gran crono di Martina Amidei a Torino: 11"65 con vento praticamente nullo. Personale di oltre un decimo. Anche Ilenia Draisci finalmente estrae le unghie: 11"70 a Rieti con +0,4 di vento: 12 centesimi dal personale. 11"94 per Jessica Paoletta, subito dietro di lei. Aurora Salvagno ancora un pò imbastita: 12"04 a Rieti in una delle poche serie con il vento contro. Marzia Caravelli si trova un monsone da 3,5 metri di vento contrario e finisce il suo 100 in 12"02. 11"74 per Gloria Hooper a Vicenza con +1,4. 
  • 400: Sparata di Giulia Arcioni a Rieti: 53"97, e considerando i risultati di questo primo scorcio di stagione, è probabilmente la 4^ italiana del seeding. Sua seconda prestazione personale di sempre, e seconda volta sotto i 54". Alle sue spalle Flavia Battaglia (1993) con 54"57. Altra limita di un paio di decimi al suo PB. Si rivede Tiziana Grasso: 54"27 a Modena, 6^ prestazione personale di sempre. 54"30 per Maria Chigbolu (seconda prestazione personale di sempre) e 54"97 per Clelia Calcagno. Per il momento un pò lontana dai suoi standard del giugno-luglio dell'anno scorso. Cenni di ripresa per Marta Milani da Lodi: 54"71 per lei, cioè un secondo in meno rispetto all'esordio. Fondo una luce in fondo al tunnel. 5 centesimi in meno della tenace Chiara Varisco (54"76). 54"02 per la Santiusti Caballero a Vicenza (abbiamo in serbo una bella sorpresa a tal proposito). 
  • 1500: a Modena Valentina Costanza 4'28"02
  • 100hs: Grande Giulia Pennella a Rieti: 13"23 con 1,4 a favore e minimo per i campionati Europei di Helsinki. 6 centesimi scartavetrati dal proprio record personale, la scalata al 7° posto delle liste all-time italiane (dalla 9^: superata Manuela Bosco e la leggendaria Ileana Ongar). Gli ostacoli in Italia oggi sono proprio la specialità più in vista tanto che in una serie ancillare, esplode anche la multiplista Francesca Doveri: 13"34 con 1,4 (ma magari era nella stessa serie e hanno optato per separare i due risultati nel referto). Sara Balduchelli 13"75 a Loci con 0,3. 
  • alto: grande Alessia Trost a Gorizia: 1,92 e nuovo record personale... nonchè primato italiano junior. Migliora anche l'1,91 indoor che aveva saltato a gennaio di quest'anno: ergo miglior prestazione ognitempi per lei. Di sicuro colpito il primo traguardo stagionale, ovvero il minimo per gli Europei di Helsinki (la Fidal aveva fissato lo standard proprio a 1,92). Avanzata anche nelle liste all-time: dal 12° posto (con 1,90) al 6° a pari merito con Sandra Dini (che gareggia ancora tra le master!), Daniela Galeotti ed Elena Meuti. 1,84 sia per Raffaella Lamera e Chiara Vitobello a Lodi. 
  • triplo: Ottima la prova di Eleonora D'Elicio a Torino: 13.53. Seconda prestazione personale di sempre, a 4 centimetri dal personale. Purtroppo servono i 14 metri per andare a Helsinki. Si rivede in pedana Darya Derkach, che ho letto sul sito della Fidal essere appena ritornata da un'operazione. Di già? A 18 anni? Speriamo non per questioni legate all'atletica. Comunque... 12,81 per ricominciare. Sorprende ancora la 40enne Barbara Lah: 13,05 con -0,5. 
  • peso: Julaika Nicoletti spara a 17,09, seconda prestazione personale di sempre, in un pedigree personale che vede le sue migliori tre prestazioni tutte ottenute nel 2012. Confermato così il suo target per gli Europei di Helsinki (è 16,70). 
  • martello: 57,84 per Elisa Magni, mentre 62,24 per l'altra Elisa, Palmieri, a Rieti. 66,48 a Silvia Salis a Savona.