30/10/10

Master 2011: monta la protesta contro la Fidal

(foto dal blog di Beppe Grillo) - Avevo assistito al discorso del Vice Presidente della Fidal Adriano Rossi, nel briefing pre-finale c.d.s. a Cagliari un mesetto fa. Non lo conoscevo, benchè fosse persona a me nota. Non ricordo bene le frasi esatte, ma ebbe grandi parole di compiacimento per questo mondo over-35, ricche di entusiasmo, piene di critica per chi non aveva avuto il coraggio di presentarsi a quella finale. Mi era piaciuto. Politica dell'affabulazione, oggi potrei definirla, visto quello che è successo negli ultimi giorni e di cui probabilmente era già a conoscenza. La Federazione Italiana di Atletica Leggera, o Fidasics, dopo le recenti modifiche silenziose allo Statuto (non rattificate, ma già in funzione, come il Lodo Arese, o la illegittima compatibilità compatibilizzata...) ha avuto un grande merito con i master: li ha finalmente riuniti. Almeno in questo urlo di rabbia che sorge spontaneo ovunque ci si giri dopo la pubblicazione dello scellerato calendario 2011. A poco a poco, instancabilmente, ha fatto in modo di avere un effetto collante su tutto un mondo che è sempre stato per sua natura "self", parcellizzato, autonomo. Del resto i latini lo dicevano: Gutta cavat lapidem, la goccia scava la pietra, e la Fidasics (tranne qualche lodevole eccezione) ha lavorato per riunire tutti dietro una sola bandiera. La Fidasics sembra davvero essere guidata da interessi che non coincidono con quelli della stragrande maggioranza dei propri tesserati: appunto, i master. Naturalmente ce la prendiamo col capo, perchè è la faccia (anzi il faccione) dell'attuale Fidal (Fidasics) ma non dobbiamo dimenticare tutta il mondo dell'atletica italiana che oggi conta (ma solo sulla carta), quella che con un plebiscito di stampo bulgaro co-gestisce la Fidal dal 2005. Un altro pezzo di muro che cade: il crollo morale della Fidal, che, guarda caso, accompagna la caduta morale del Paese in un perfetto parallelismo. Ci manca solo di scoprire che qualche fondo vada ad aiutare i viaggi di qualche consigliere in giro per il mondo a cassetta delle diverse Nazionali di Atletica. Ops, ma questo succede davvero!
Una cosa è certa: così di certo non va. I nostri consiglieri cosa stanno facendo per evitare l'umiliazione del mondo master? Lo chiedo pubblicamente: "Signor De Feo, Signor Migliorini, come mai è successo tutto questo? Ci avete provato a contrastare la cancellazione del mondo master?".

Allo stato delle cose, trovo solo un grande colpevole (non ho prove dei tramini, cricche, pressioni, e di tutto il resto): il Consiglio Federale della Fidal. Ma siamo solo alle indagini preliminari. Prima o poi i colpevoli li staniamo tutti. Consiglio comunque che si è dimostrato essere inutile, che ha rattificato decisioni già prese, senza alcuna voce che si alzasse a contrastare il polpettone amaro preparato (tranne una, sembrerebbe). Del resto erano già note tutte queste ipotesi di calendario e cancellazioni prima che fossero rattificate. I master pagano una cosa, probabilmente: la mancanza di una figura che faccia da trade-union tra la base e la Fidal. Che batta i pugni sul tavolo e che esiga il rispetto di un'intera categoria. Qualcuno che raccolga le esigenze e le necessità dell'eterogeneo mondo dei master, tesserati e società, e le esponga alla Fidal. Qualcosa che sembri un sindacato e che parli a nome di tutti, perchè se ci sono mille voci, sarà sempre più facile per chi comanda sbeffeggiare ed umiliare migliaia di tesserati. Le idee non devono essere mercanteggiate e messe sul piatto di una partita politica tra consiglieri o altri soggetti. Le idee devono essere sic et simpliciter portate avanti dalla base, per mettere l'intera Fidal di fronte a scelte che ne determineranno il futuro (e l'eventuale rielezione o bocciatura). Così funziona nelle democrazie, anche se lo Statuto attuale della Fidal è tutto fuorchè qualcosa di democratico (pensate solo al peso in voti delle società civili che lottano per la Serie Oro... in barba al numero di tesserati, che dovrebbe essere invece il vero discriminante per deteriminare il peso democratico in seno ad una federazione). E ora? Ora i master sono un pò incazzati: sono già state previste un paio di riunioni  nelle prossime settimane (non carbonare, perchè non c'è nulla da nascondere) in cui i responsabili delle società master cercheranno di trovarsi per organizzare la resistenza. Di sicuro sta montando la protesta urbi et orbi, che posso ipotizzare porterà ad iniziative clamorose per ottenere non l'America, ma il rispetto dovuto a chi paga più degli altri tesserati, chi paga di più nelle iscrizioni alle gare, chi paga di più di ingresso ai campi.
Pensatela come volete: il trattamento riservato ai master in questo calendario 2011 sembra davvero poco accidentale, e molto ma molto premeditato. Una sorta di bastonata per far vedere chi ce l'ha più duro: di fatto, se ci pensate, due c.d.s. tolti, gli italiani buttati là con disprezzo in un periodo impossibile a tutti, gli italiani pentalanci aboliti. Che schifo.

Acquisiremo i verbali dell'ultimo consiglio federale. Voglio vedere chi ha votato per l'abolizione dei c.d.s. master, chi ha votato per l'abolizione degli italiani pentalanci master, chi ha approvato le date degli italiani individuali master. Poi, una volta stanati, ne voglio pubblicare i nomi, ad uno ad uno, per far vedere a tutti chi vuole che il mondo master venga cancellato. Dopo ognuno potrà trarre le propie conclusioni.
Vorrei sbagliarmi, ma ritengo che oggi vi siano meccanismi perversi di clientelismo politico che oggi contraddistinguono la Fidal. Sono la gerontocrazia di personaggi che probabilmente dovrebbero mettersi da parte a giocare con altri gingilli, piuttosto che con il divertimento di un intera schiera di persone (che paga) per fare i propri interessi societari, personali, carrieristici. Non c'è una sola incompatibilità in seno a questo Fidal, ma un'incompatibilità e tante incompetenze. A tutto questo si è arrivati probabilmente per ripicche infantili e per la scarso spessore morale di molti dei suoi adepti. C'è ancora qualcuno che sostiene questo mandato?

27/10/10

La Fidal sputa sui Master - Italiani a Cosenza a 5 giorni dai Mondiali negli USA!

(lo stadio di Cosenza... ma la pista non c'è, è in un campo-scuola a ridosso della struttura) - Siamo al punto zero, quello dove la Fidal e Arese hanno deciso di prendere in giro i master e tutto il mondo over-35 in un colpo solo. Ci hanno sputato addosso, lo posso affermare candidamente e vorrei tanto che qualcuno potesse trovare degli aspetti positivi in una vicenda che mette finalmente a nudo la vera natura di questa Federazione. 70000 atleti messi in un angolino, umiliati, sbeffeggiati. Questa è la considerazione di questo sconsiderato regno di Arese II nei confronti del bancomat della Fidal, il mondo master. Se non l'avete ancora saputo, infatti, i prossimi campionati italiani Master Individuali si svolgeranno a Cosenza, in Calabria, dal 29 al 31 luglio. Leggetevi la notizia sul sito della Fidal qui. Una pazzia di cui mi piacerebbe conoscere tanto i mandanti, visto che gli esecutori sono arcinoti (il Consiglio Federale della Fidal capitanato da Generale Arese II). Stavolta sono dalla parte di Corbelli: puzza tutto di ripicca qui. Uno sberleffo. Una beffa. Lo avevamo scritto più volte, che i Campionati Italiani avrebbero dovuto possedere determinati standard per accontantare tutti: una grande città, facilmente raggiungibile da tutti, con almeno due piste di atletica, in un periodo facilmente accessibile alle tasche e alle possibilità di tutti. E invece?? Cosenza, piccola città del sud, in pieno periodo estivo (addirittura a fine luglio!), periodo turistico, con una sola pista di atletica (da 6 corsie), difficilmente raggiungibile (l'aeroporto più vicino è a Lamezia Terme, a 70 km di distanza). E soprattutto: a 5 giorni dai Mondiali, quando è arcinoto che il massimo evento master non si terrà in Svizzera, ma in California, dall'altra parte del mondo. La catastrofe annunciata. Parlateci di Cosenza per qualche altra manifestazione, per carità: gli organizzatori sono sicuramente lodevoli, ma come si fa ad organizzare un Campionato italiano a fine luglio?? E chi potrà prendersi tutte quelle ferie? E soprattutto chi potrà farsi le ferie con la propria famiglia, dopo? Bisogna partire direttamente da Cosenza per andare a Sacramento? Una provocazione bella e buona. Sapete, non è poi per nulla finita qui: gli Italiani Indoor infatti si svolgeranno ad Ancona a soli 14 giorni dagli Europei Indoor. Si vuole proprio tentare di farci smettere in massa o di non andare a vincere medaglie all'estero, perchè poi evidentemente il confronto con l'atletica di vertice in Italia sarebbe impietoso (per l'atletica assoluta). Il gioco di questa Fidal è chiaro, e ha altri più blasonati precursori nostrani: far vedere che l'atletica italiana sia molto meglio dello schifo che in realtà è. Apparire e non essere. E i master in questo contesto sono una corda stonata, perchè vincono molto di più, sono molti di più, e hanno il potere economico dei tesseramenti e delle iscrizioni alle gare. E su tutto questo pende ancora un inquietante interrogativo: che fine faranno i c.d.s. master? E alla fine, chi dobbiamo ringraziare di tutto questo? Aspettiamo adesso aggiornamenti e ravvedimenti.

26/10/10

PAZZESCO! L'esito delle gare master in futuro lo stabiliranno i giudici!

(un giudice a Nyiregyhaza) - Ci è sfuggita. A tutti. La rivoluzione strisciante dei giudici: la conquista del palcoscenico da parte di chi è sempre stato dietro le quinte. Per ora è solo un'ipotesi, non avendo visto alcun documento ufficiale, ma solo tanti gli indizi. Quindi prendiamo tutto per ipotesi, e gettiamoci in questa trovata (sospettata) essere geniale. Ora, se andate sul sito della Federazione Europea Master, la EVAA, l'ultima news risalente a qualche giorno fa intitola "Great Moment for EVAA". Durante il Gala della più prestigiosa EA (European Athletics, la federazione europea di Atletica assoluta), il presidente di quest'ultima avrebbe premiato due rappresentanti della EVAA (Kurt Kaschke e Nicola Maggio), per il progetto "Safety Officer". Diciamo che potremmo tradurre "giudice di salvataggio". Lo stesso articolo sostiene che già l'anno scorso i giudici interessati sarebbero stati educati a questo modo di "giudicare" sulla scena di gare veterane e Nyiregyhaza avrebbe coinciso con l'inizio del progetto. Ebbene, amici, mi sembra una gran cazzata, se il risultato della campagna è quello che si è visto in Ungheria e se l'effetto di questa figura è proprio quello che racconto in seguito. Infatti questi "Safety Officer" erano probabilmente coloro che intervenivano all'interno delle gare stesse per valutare lo stato di salute degli atleti master, e quindi decidere delle sorti delle loro gare. Se così fosse, posso affermare senza tema di smentita che saremmo di fronte ad un'incredibile atto scellerato da parte della EVAA, con il danneggiamento sistematico di molti atleti (piuttosto che aiutarli). Ora, finalmente, capisco che tutto aveva una matrice "giuridica" e non era frutto di una pazzia improvvisa. Premeditazione. Pura e semplice. Quindi ce l'hanno fatta alla fine: i giudici diventano protagonisti delle gare di atletica (per ora master) con la scusa di apportare un intervento volto a garantire la salute degli atleti. Invadono un campo che mai avrebbe dovuto essere loro, entrando nella sacralità del gesto sportivo, deformandolo, vietandolo, sporcandolo. Si vuole trasformare il mondo dell'atletica in pista (master) come una gara di marcia (ricordate questa parola, "marcia"). Ora, per chi non ci fosse stato in Ungheria, molti hanno assistito sgomenti a scene in cui alcuni giudici posizionati in pista, fermavano anche in malo modo alcuni atleti rei di non andare abbastanza veloci (magari perchè ritenevano l'atleta troppo affaticato) e probabilmente giustificando tale azione appunto come azione di salvataggio. Safety Office o piuttosto la necessità di far finire prima le gare di mezzofondo delle categorie più elevate? Se andate a vedervi i risultati di queste gare, noterete una serie impressionante di DNF (do not finish) e DQ (squalificati). Sì, forse il caldo, ma... Il massimo dell'aberrazione è stato raggiunto nei 10000 W60: 1 atleta al traguardo, 5 squalificate, 2 non giunte al traguardo. Mi sono chiesto per giorni che diavolo fosse successo in questa gara per vedere 5 squalifiche. Una guerra? Se le sono date di santa ragione per 10000 metri queste violente sessantenni? E alla fine è rimasta una solo highlander? No, nulla di tutto questo. Il risultato sportivo è stato (probabilmente) stuprato dai giudici, così come hanno squalificato decine di atleti over-60 per tutta la manifestazione, perchè a loro giudizio non potevano terminare la gara. Signori, se così fosse, saremmo di fronte ad una vera e propria aberrazione del sistema, il paradiso del giudice frustrato (quanti GGG ambirebbero a regole del genere anche qui in Italia!!).
Piuttosto, come convenuto col Duca che ho consultato, non è che ci troviamo di fronte a due errori da parte della EVAA? Uno consecutivo all'altro. Mi spiego: se l'intento della Federazione Europea è avere atleti nel vero senso del termine, elevare la qualità, probabilmente avrebbero dovuto essere "chiari" e trasparenti sin dall'inizio: perchè consentire le iscrizioni ai recenti Europei ungheresi di moltissimi atleti che si sarebbe già saputo sarebbero stati squalificati? Un esempio per tutti: le siepi agli over-70. E' chiaro che costoro non sarebbero mai arrivati al traguardo senza toccare l'ostacolo con le mani! E se l'avessero scavalcato senza mani, di sicuro avrebbero rischiato del proprio e sarebbero comunque stati immediatamente squalificati dai solerti giudici-invasori. Ed infatti... presi, e sbattuti fuori dalla gara. E chi li ripaga adesso del viaggio, dell'albergo, delle iscrizioni? Se tutto quello che scrivo è vero (in merito al Safety Officer) ci troveremmo davvero di fronte ad atti di ipocrisia strisciante: da una parte li si accetta, perchè il successo di una manifestazione master risiede innanzi tutto sui numeri degli iscritti. Poi li si squalifica inventandosi la figura del giudice-demiurgo, panacea ai complessi di inferiorità.
Pensate, solo per farvi qualche esempio: atleti e atlete fermati durante gli 800, o persone che durante un 10000 sono state fermate e tenute in presenza del giudice affinchè costui valutasse lo stato di salute dell'atleta pe rpoi farlo ripartire. Poveri noi... Secondo le mie fonti probabilmente costoro sarebbero medici... bene. Ma le visite mediche di abilità alla pratica sportiva non valgono più nulla? Perchè non vengono avvisate le federazioni su questi metodi e che tali metodi vengano pubblicizzati agli atleti? Ma ve lo vedete se qualcuno del genere intervenisse su un 200 a fermare qualcuno per verificare il suo stato di salute? Questo è il modo migliore per renderlo un gioco dove anche l'arbitro vuole fare gol. Chissà chi l'ha pensata e su quali statistiche si è basata (quandi infortuni o peggio ancora, quanti decessi ci sono stati nelle precedenti edizioni) per suffragare un tale mostro giuridico. Ora, ripeto, siamo sempre nel campo delle ipotesi, perchè magari il Safety Officer non c'entrava nulla con queste decisioni assurde, ma a pensar male... Tra gli artefici del progetto rientra anche un italiano, Nicola Maggio, che sembra aver avuto un passato nella marcia. Sarà un caso che la figura prospettata sia molto simile al giudice che proprio in questa specialità decide a sua discrezione e su sue valutazioni personali, l'esito delle manifestazioni? Speriamo di no. Ma la volete sapere un'altra aberrazione prodotta dagli ultimi campionati europei? Il medal standard, cioè i "minimi" a medaglia (se sali sul podio, ma non hai ottenuto il minimo richiesto, la medaglia te la danno solo virtualmente). In Italia, anni fa e l'avevamo pure scritto, si era già pensato di introdurlo per i campionati italiani. Ma chi l'aveva pensato, aveva avuto l'intelligenza di porre un paletto a questo strumento qualitativo: il numero di iscritti. Cioè, se i partecipanti fossero stati meno di 3 (come le medaglie da attribuire) è giusto che ce le si sudi, non debbono essere un regalo che arriva con la semplice iscrizione. Ma se sono più di 3, scusate, la gara c'è! E se una gara è tattica? E se uno cade e si rialza? E se... invece tanti atleti a Nyiregyhaza si sono visti regalare una medaglia che non valeva nulla (perchè sopra il medal standard) solo per farsi immortalare sul podio. La beffa, secondo me, è arrivata giusto ieri quando la EVAA ha deciso di premiare il portoghese M85, Adriano Gomes, col premio "Fair Play" perchè avrebbe restituito la propria medaglia virtuale dopo la cerimonia. Hanno preso come fair play un gesto di uno che non ha voluto prendere in giro sè stesso, altrochè. La EVAA è quindi qui. Pericolosa. Ora, spero tanto di sbagliarmi su tutto quello che c'è scritto qui sopra

24/10/10

I record italiani master del 2010: forte calo rispetto al 2009

(Elisabetta Artuso, autrice di un notevole 2'06"98 nella stagione indoor, record F35 degli 800) - Mi lancio in questa avventura di fare uno stato dell'unione, relativa ai record italiani master di questa stagione. Uno sguardo d'insieme, non certo particolareggiato, perchè mi ci vorrebbero un anno per parlare di tutto. Ho una banca dati sui record italiani abbastanza aggiornata (anche con l'aiuto indispensabile delle liste dei record di Giusy LaCava) che mi permette di fare alcune considerazioni: poi ognuno può fare le proprie. Quest'anno ho contato la bellezza di 216 record italiani battuti o eguagliati, tra outdoor ed indoor (certo, mancano ancora due mesi alla fine dell'anno... ma potranno essere battutti, nel caso, solo quelli no-stadia, come si suol dire in questo mondo). Non male, ma... Nello specifico 167 nella stagione open air, e 49 indoor. Le donne sono state molto più performanti degli uomini: 133 record italiani sono stati infatti ottenuti dalle donne (61,58%) mentre solo 83 dagli uomini (38,42%). Siccome si parla ancora di grandi numeri (con il passare delle stagioni, teorizzo senza nemmeno tanta fatica una diminuzione progressiva dei record) si può già definire una tendenza: sempre più donne scoprono lo sport over-35. Tra di loro lo sport è in netta espansione. Altro dato: la classifica per gruppi di specialità, vede in testa il solito cavallo di battaglia dei master italiani, cioè la velocità, con 61 record (dai 60 ai 400), al secondo posto troviamo i lanci con 47 record, 42 da fondo e mezzofondo (dai 500 ai 10000), 29 dai salti, 16 dagli ostacoli, 9 dalle prove multiple, 7 dalla corsa su strada (10 km, mezza maratona e maratona), 5 dalla marcia. Se invece prendiamo le categorie, c'è un dato sensazionale, che proverò a spiegare: sono i 37 record ottenuti dalle F45 il 17,12%!) che distanziano i 23 delle F50, i 16 delle F80, i 14 delle F60, e solo quinta la prima categoria maschile, gli M40, con 13 record abbattuti o uguagliati nel corso del 2010. La ragione che trovo la vedo sostanzialmente nella "presa" del mondo master sulle ex-atlete che tornano a praticare attività agostica generalmente dopo il periodo di maternità (tra i 30 e i 40). Evidentemente serviva un effetto-traino, il vedere che altre ex-atlete sono tornate a rimettersi in gioco: faccio un nome su tutti, il primo che mi viene in mente: Daniela Ferrian, una delle top-5 velociste italiane di sempre. E' molto importante la crescita nelle categorie più giovani dei master, per osservare  migliorare la qualità dei risultati nelle categorie superiori nel corso degli anni. Come avrete notato, la seconda categoria più "attiva" sono state le F50, che probabilmente avvalorano la mia originaria tesi. L'analisi fa crollare i record battuti tra le F55 a 4 (si è in attesa dell'arrivo dell'ondata di F50), per poi riesplodere tra le F60 (probabilmente il periodo del pensionamento, ma anche del passaggio della Contini in tale categoria!). I grandi numeri di record battuti tra le F75 e F80 sono dati essenzialmente dall'alleggerimento dei pesi nei lanci over-70.
Tra gli uomini, si nota molta più uniformità, sintomo di una maggiore maturità del settore. Bisogna infatti ragionare sul fatto, che le ragioni delle  piogge di record, in parte sono dovute ad un fenomeno dato dalla bravura degli atleti, dall'altra ad un livello tecnico (medio) non eccezionale. Così tra le categorie dalla M35 alla M55, i numeri sono praticamente uguali (7 o 8 record per categoria), esclusi gli M40, che hanno totalizzato 13 migliori prestazioni italiane master. Come per le donne, a 60 anni si registra un picco di 11 primati (sarà per i pensionamenti?) per poi ridiscendere gradualmente (esclusi gli M90 praticamente rappresentati da Ugo Sansonetti).
Guardando al 2009, però, si nota una tendenza in atto che all'apparenza potrebbe sembrare preoccupante. Pensate: nel 2009, le migliori prestazioni italiane battute o eguagliate erano la bellezza di 293! Rispetto all'anno scorso c'è stato quindi un calo del 27%. In realtà, come già accennavo in precedenza, probabilmente questo è un dato molto importante e segna, nel 2010, il valicamento della soglia di "maturità". Intendo dire cioè che il fatto che si ottengano sempre meno record è segno di un innalzamento dei valori medi del movimento, il fatto che per ottenere nuove migliori prestazioni è necessario avere standard superiori rispetto al passato. Sulle 26 categorie del mondo master, i 293 primati significavano una media di 11,26 record per categoria, che sono calati a 8,30 quest'anno. Vediamo l'anno prossimo cosa succederà: è l'anno dei mondiali, vi saranno prestazioni più elevate? Staremo a vedere, anche se la lontananza della location (Sacramento) potrebbe scoraggiare più di qualcuno.

21/10/10

Master Europei dell'anno: Nicole Alexis e Emilio De la Camara... e l'Italia?

Da quando abbiamo aperto questo sito ho avuto sempre questa idea ben in mente: è inutile fornirvi informazioni facilmente recuperabili ovunque. Certo, sui master è un pò più difficile scovare notizie, o comunque bisogna crearle ex novo dopo un'accurata ricerca. Per questo è meglio (forse) fare informazione sì, ma nel contempo porsi dei dubbi, chiedersi il perchè delle cose che riguardano questo piccolo mondo (ma tanto prezioso per molti). Ora, quando ero a Nyiregyhaza, ai Campionati Europei Master, avevo sentito distrattamente parlare di una spaccatura all'interno della camera dei bottoni dell'atletica europea master. Alcune nazioni, in palese disaccordo con l'attuale politica del presidente federale Dieter Massin (tedesco), avrebbero chi disertato, chi storto il naso, chi contrastato il suo operato e le sue decisioni. Ebbene di queste nazioni, due sarebbero tra le più importanti del panorama europeo master: la Francia e la Spagna. Proprio quei due paesi sembravano essere i più incazzati, ma non chiedetemi perchè: non sono entrato nei luoghi in cui si prendevano decisioni. C'era questa voce: da qui (forse) la mancata presenza di un responsabile della federazione di atletica spagnola in Ungheria. Ebbene, sarà un caso, ma quest'anno i master europei dell'anno sono stati nominati (proprio un paio di giorni fa) una francese ed uno spagnolo. Sarà un incredibile caso del destino? Un caso del destino come i due australiani master mondiali dell'anno... australiani come il presidente della WMA? Ma non è che alla fine, perdonatemi questa dietrologia figlia dei tempi che corrono, i premi fanno parte tutti di un'astuta trama "politica"? O forse i contrappesi di decisioni e (piccoli) giochi di potere interni a questi orgasnismi? Pensateci: nel mondo master ci sono talmente tante categorie e atleti che vincono decine di medaglie e ottengono record, che un premio di "migliore" è una professione di fede assoluta. Basta sparare nel mucchio, che, credetemi, non sbaglierete nella scelta e nessuno avrà nulla da eccepire. Del resto Nicole Alexis e Emilio De la Camera sono super atleti, su questo non ci piove. Ma come loro, se ne sono distinti tanti nel 2010! Allora seguitemi in questo dubbio angosciante, che segue a ruota la riflessione di prima: ma l'Italia a livello internazionale, che peso ha? Possibile che non si vinca mai un premio, che sarebbe una vetrina importante per tutto il movimento? Possibile che, nonostante si sia il terzo paese per importanza "sportiva" nel panorama europeo master (dopo Germania e Inghilterra e non al 17° posto come l'atletica assoluta attuale azzurra!) si sia così periferici ai centri di decisione della politica europea? La prematura scomparsa di Cesare Beccalli (penultimo presidente della WMA) purtroppo ci ha messo all'angolo togliendoci una sorta di Nebiolo in chiave Master. Allora sono andato sul sito della EVAA (la federazione master europea) e ho notato come nel consiglio europeo ci siano tre tedeschi (con la presidenza), un polacco (il vicepresidente), un francese e un finlandese. L'unico italiano (Nicola Maggio) è inserito nel Technical Board of Manager, in qualità di "indoor manager". Notate poi un'altra incongruenza: nessun inglese. Eppure l'Inghilterra è il secondo paese per importanza!! Sembrano del tutto disinteressati alla res europeas. E infatti, nessun premio nemmeno a loro da tempo. Ora, magari sto leggendo troppi libri con trame complicate, ma visto com'è abituato a pensare l'uomo, ritengo di non essere andato così lontano dalla realtà. L'Italia Master è "leggera" politicamente e premi vanno agli altri: può essere un valore di scambio il fatto che il verbo del Sigma si diffonda per l'Europa (in Ungheria erano entusiasti)? Sentivo dirigenti italiani vantarsi di questa cosa. Non lo so: a noi master italiani di certo non è tornato nulla in termini pratici da questo Sigma, a parte notare che ancora una volta i premiati sono quelli degli altri paesi. La Evaa poi attribuisce anche il premio fair-play, che gioco-forza premia aspetti prettamente politici! Col premio Fair-Play, si premiano dei dirigenti, a cadenza biennale... per cosa? Si vedono una volta ogni biennio, ma come diavolo faranno a scegliere il più "dandy"? Perchè non hanno ruttato in tavola durante la cena di gala? Perchè hanno fatto una partita a polo, e hanno aspettato il fantino avversario disarcionato? Secondo me è solo un (piccolo) peso da mettere nello scacchiere dei giochi di forza, tipico dell'essere umano (certo che in Italia saremmo molto più sottili: non faremmo queste cose così pacchiane!). Ebbene, quest'anno è andato in Finlandia, mentre l'anno scorso finì ancora in Francia. Fatevi comunque voi la vostra idea: dico solo che in Italia non arriva mai nulla, e non mi sembra che il masterismo italiano sia allo stato pionerstico. Per quanto riguarda i due nuovi "Master Europei dell'Anno 2010", vediamo il loro honour:
  • Nicole Alexis (Francia, W50): ha vinto l'oro continentale in Ungheria su 100 e 200 rispettivamente in 12"96 e 26"74. Ha poi vinto anche la 4x100.
  • Emilio De la Camara (Spagna, M65): 4 ori vinti a Niyregyhaza. 1500, 5000, 10000 e 2000 siepi. 
I precedenti vincitori del premio:
  • 2008: Chrisitine Muller (SVI) - Wolfgang Ritte (GER)
  • 2009: Gitte Karlsroj (DAN) - Guido Muller (GER)
  • 2010: Nicole Alexis (FRA) - Emilio De la Camara (SPA)

    19/10/10

    La Fidal e le riflessioni di Giugurta

    "Era proprio questo l'aspetto deteriore del governo romano: i magistrati restavano in carica un solo anno, la qual cosa significava che non era mai possibile corrompere qualcuno con la sicurezza che il suo potere sarebbe durato abbastanza da risultare di qualche utilità. Ogni anno bisognava corromperne un altro. E di regola bisognava corromperne più di uno". Sono i pensieri che probabilmente assillavano Giugurta, re numidico, nel suo confino in una ricca villa al di fuori del pomerium romano (i confini dell'urbe) in attesa del processo per corruzione che lo vedeva imputato ed intentatogli dal Senatus populsque romano dopo le diverse corruzioni che caratterizzarono il suo regno. Frase tratta dal libro "I giorni del potere" di Coleen  McCollough. Sapete... con questo non voglio paragonare nulla a nessuno, ci mancherebbe, ma solo evidenziare il grosso limite che si può porre al potere, per salvaguardare le società, le organizzazioni, le unioni di uomini: la sua durata. Più lunga è la sua durata e più è deleterio, ma a prescindere dai risultati tangibili che esso può o meno ottenere, proprio sulla democraticità dell'intera struttura. In una organizzazione basata sulla condivisione delle scelte e dei principi, conditio sine qua è il fatto che nessuno debba ritenersi insostituibile. Può arrivare la peggiore persona al posto sbagliato: non c'è problema! Il sistema, terminato il suo mandato, farà in modo di auto-migliorarsi, di cercare persone migliori, che individuino soluzioni migliori. I gruppi, le organizzazioni di persone sono organismi con l'istinto di sopravvivenza. Non vogliono morire. Così si cresce: due passi sì, uno no. Non tre passi in avanti e poi l'agonia. E le regole devono essere rispettate, da tutti. Altro parolone: la moralità. C'è oggi moralità nelle scelte di questa organizzazione dell'atletica? La Fidal sin dall'inizio del mandato di Arese I, è nata sotto la fastidiosa spada di Damocle dell'ineleggibilità del Presidente per ovvi motivi di conflitto di interesse, pure chiariti in maniera lapalissiana dal Santo Statuto. Nessuno ufficialmente sembra aver voluto eccepire sull'anomalia su cui si regge questo governo dell'atletica! Ma visto che siamo in periodo di nonsensi morali, non solo ad Arese I è seguito Arese II. Quel che più fa paura è l'Arese III. che verrà (sembra) utilizzando una codicillo inventato chissà da chi per l'elezione ad un terzo mandato in deroga al comma precedente. Il legislatore prima fa, e subito dopo disfa. Già, perchè ormai questa voce di un terzo mandato sembra sempre più prender forma. Vi lascio ad un cristallino articolo del Signor Lorenzo Zippel, dirigente dell'Easy Speed 2000, che sottolinea questa incredibile discrasia e i diversi mali (morali) che hanno colpito questo malato terminale chiamato atletica. Qui il link diretto al suo articolo poi riportato in calce.


    ATTENZIONE

    Al presidente e segretario del CONI, ai presidenti e consiglieri regionali FIDAL, che hanno a cuore l'atletica, non ovviamente FIDAL Lombardia e Piemonte, a coloro che gestiscono siti, presidenti di società intellettualmente onesti che non usano atleti come carne da macello, a tutti gli atleti master che sono fulgidi esempi da imitare, e a tutti i miei affezionati lettori che sono con Easy Speed 2000 la linfa che mi aiuta a proseguire queste battaglie. Attenzione, Arese e i suoi sostenitori stanno preparando un colpo mortale per l'atletica italiana.
    Un pò di tempo fa scrissi un articolo “Rio 2016“ che in modo ironico illustrava le urla di gioia di Arese nell'apprendere che le Olimpiadi 2016 si sarebbero svolte a Rio, capitale delle scuole di samba, divertimenti vari, e che quindi avrebbero potuto parteciparvi totalmente spesati dalla FIDAL (ovviamente sono i soldi prelevati dalle tasche degli italiani). Mi è stato comunicato, da varie persone operanti in FIDAL, che realmente stanno maneggiando per far eleggere Arese per il terzo mandato.
    Per chi non lo sapesse scrivo che cosa prevede lo statuto federale.

    Articolo 36 Requisiti eleggibilità comma 3

    “Non è immediatamente rieleggibile a presidente federale chi ha ricoperto la carica per due mandati consecutivi, salvo quanto disposto al successivo comma 4 “.

    Comma 4

    “Per l'elezione successiva a due o più mandati consecutivi il presidente uscente candidato è confermato qualora raggiunga una maggioranza di almeno il 55% dei voti validamente espressi”.

    Da non credere !!! Questo comma 4 sembra essere stato scritto per Arese e i suoi sostenitori se consideriamo che è una elezione bulgara con un unico candidato. Mi sembra tutto un aspetto ridicolo e sconcertante. Con tutto il male che Arese ha fatto all'atletica italiana e alla FIDAL stessa, mi sembra, che se andasse in porto un simile progetto, sarebbe una tragi-commedia assurda. Tutte le persone, dalle più importanti alle più umili, non possono accettare supinamente un simile scenario; si spera poi che non vengano spesi, come sempre, i soldi più per i dirigenti che per gli atleti, considerando poi le attrazioni di Rio. Tutti voi avete ben presente i danni creati alla FIDAL stessa e all'atletica italiana dal Sig. Arese e i suoi sostenitori che possiamo brevemente riassumere in questo modo: Arese ha distrutto quasi tutti quei gruppi giovanili (tranne alcuni gestiti unicamente da privati) che avrebbero potuto essere le nuove forze senior. Se avete sotto occhio lo statuto federale, articolo 32, Diritto di voto, vedrete che allenando allievi promesse, junior, con minor costi nei campionati societari, si possono raccogliere voti e soldi molto più facilmente. Tutti (quelli ovviamente a cui fa comodo), Arese in testa, hanno fatto finta di non vedere che la maggioranza dei giovani sono stati spremuti, creando anche gravi danni fisici, facendoli gareggiare in tante specialità pur di portare a casa punti. Una vera vergogna.
    Le stesse tabelle FIDAL indicano quanti giovani iniziano l'attività e dopo poco tempo smettono. Perché non si fanno i campionati societari di specializzazione validi come punteggi come ora, per esempio velocità, fondo, salti, lanci, master? Tutti si stanno specializzando al massimo, noi invece operiamo in modo inverso. Con questo sistema (specializzazione) certo molte società perderebbero voti e potere per eleggere i propri amiconi.
    Arese punta, con notevole somme dilapidate, quasi sempre sui soliti nomi, anche se colpiti da notevoli problemi fisici (il caso Howe è emblematico). Certi giornali sportivi di importanza nazionale lo stanno imitando intervistando questi atleti (vedi “Gazzetta dello Sport“) prima delle competizioni mondiali, europee, descrivendoli quasi come favoriti, per poi, visti i ridicoli risultati, ignorarli completamente o giustificarli. Perché non agisce come la normalità parlandone solo a gare ultimate?
    Arese, in un'intervista afferma di puntare solo su “ stelline” a cui spera di far avere presto il passaporto. Comportamento oltraggioso per quegli italiani che si sacrificano allenandosi giornalmente.
    Arese, non si rende conto (o penso faccia finta di non vedere) che in tutto il mondo, atleticamente preparato, vengono attivati lunghi periodi collegiali di allenamenti intensivi. Tutti sanno che solo il duro lavoro (in tutti i settori anche nello sport ) dà risultati importanti.
    Arese o non comprende questo concetto o non ha gli attributi per farsi ubbidire.
    Arese, uno degli aspetti più importanti, non si è reso conto (o come in realtà è, ha fatto finta di non vedere) che manchiamo di impianti degni di questo nome. Collocati un pò in tutta Italia e non come al solito in certe regioni da lui protette. Impianti con strutture materiali in ordine, costruite da industrie operanti in tutto il territorio nazionale e almeno in Europa. Strutture igienico sanitarie degne di questo nome. Attualmente se venisse un funzionario ASL a controllare dovrebbe far chiudere una buona parte delle già poche strutture esistenti. Arese perché non controlla quei pochi impianti fatti, costi, ubicazione, materiale di supporto acquistato? Legga sul nostro sito l'articolo del 18.09.2010 intitolato “Tante vie per imparare…CPO Formia” vedrà due foto di impianti fatti a Clusone e Urgnano e che fine hanno fatto. Leggendo, forse, si farà una cultura.
    Arese, perché usate i master solo per rimpinguare le vostre casse federali (soldi che chissà come saranno usati) e poi li abbandonate? Arese perché non vuol vedere e rendersi conto che solo i master, con la loro passione, i loro sacrifici, i loro allenamenti, i titoli mondiali, europei che conquistano, sono l'unico veicolo pubblicitario per la gioventù e l'unico esempio da seguire?
    Arese, altro aspetto da non sottovalutare (altri lo spiegheranno meglio con l'aiuto di documentazione) è la continua annuale distribuzione di fondi per i più disparati scopi. Elettori, perché avete eletto questa persona per due mandati, disconoscendo in toto l'articolo “Conflitti di interesse” ben presente nello statuto? Elettori, vi siete quindi trovati come guida una persona che pensa unicamente a i propri interessi Asics e della FIDAL se ne frega.
    Cari lettori se riflettete su questi capoversi abbastanza concisi non potete fare altro che rendervi conto del male che questo uomo e i suoi scudieri hanno fatto con la convivenza di tante persone, e aspetto anche più grave, dall'ente che governa tutto lo sport e anche certi giornali una volta molto più critici e imparziali.
    Come può la “Gazzetta dello Sport” scrivere che l'atletica si sta risvegliando per avere raggiunto agli ultimi campionati europei il 17° (diciassettesimo) posto nella classifica medaglie; facendo così, non fa bene all'atletica e inganna i lettori.
    Attenzione non si può supinamente accettare la realizzazione del programma di questo Signore.
    Noi ci batteremo con tutto il nostro fiato e le nostre possibilità contro la rielezione di questo Signore. Non proponiamo candidati poiché non li conosciamo così profondamente, ma riteniamo che dovremmo tutti cercare nel mondo dei master, dove ci sono atleti che hanno dato e che danno ancora a questo sport molto senza reconditi scopi. (Dato che il Signor Migliorini, responsabile dei master, si sta occupando di altri problemi che non quelli specifici del mondo master).
    Cari lettori che siete distribuiti in tutto il territorio nazionale, fate vostro questo nostro messaggio" Attenzione”. Scrivete sui siti e chi ha la possibilità attivi giornali e televisioni locali. Alcune regioni sono apertamente contrarie al modo di operare di questo Signore, altre sono state, al momento del voto, conquistate da promesse ovviamente mai mantenute.
    Non sottovalutate Arese, Egli ha tessuto una ragnatela molto avvolgente e dobbiamo cominciare molto presto, con costanza, capacità e un numero sempre maggiore di proteste per smontarla pezzo per pezzo. Noi non vogliamo essere alla testa di questo gruppo, ma farne solo parte, magari spronando tutti poiché, credetemi, in modo estremamente chiaro e sincero, possiamo affermare che il momento è estremamente grave e che i suoi sostenitori sono pronti a tutto pur di raggiungere certi obbiettivi.
    È un argomento che rientrerà spesso nei miei scritti, vi terremo informati di ogni avvenimento.
    Ringrazio tutti per la collaborazione e in particolar modo coloro che mi hanno (con toni evidentemente preoccupati) informato di quanto stanno preparando.

    Un caro saluto a tutti

    Dott. Ing. Lorenzo Zippel

    18/10/10

    Master dell'anno per la WMA: due australiani... come il presidente

    Ci saranno due australiani a Montecarlo per essere premiati come i migliori master del 2010: Marie Kay  (W50) e Peter Crombie (M65). La cerimonia avverrà il 21 novembre all'annuale Gala della IAAF che si terrà proprio nel piccolo principato. Ogni commissione continentale aveva fatto le proprie proposte con in propri atleti, quindi un'ulteriore commissione istituita proprio per il premio della WMA, ha poi scelto i due "aussie". E' la prima volta che nella settennale storia del premio vengono premiati due atleti della stessa nazione di provenienza. Ulteriore coincidenza (ma guarda un pò...) è che il presidente della WMA, Stan Perkins, è australiano pure lui! E' la quarta volta che un australiano diviene master dell'anno WMA nella settennale storia del premio, dopo Andrew Jamieson nel 2007 e Jeanette Flynn nel 2004. Ora, sapete bene cosa pensi della WMA (la famosa gestione dei record, unica espressione tangibile di quella organizzazione, dà lo spessore della serietà con cui viene seguito il mondo master) e non è proprio quella istituzione così viva e che si spacca la schiena per rendere vivo e migliore questo mondo: non ci sono idee! Mi sarei aspettato, ad esempio (ma qui insieme alla EVAA) qualche presa di posizione sugli istituiti Giochi Europei Master, che nel 2008 si tennero a Malmoe (che per l'atletica furono un vero e proprio tonfo, con pochissimi atleti partecipanti) e che quest'anno si svolgeranno invece a Lignano Sabbiadoro: quella manifestazione era da osteggiare sin da subito! Era da far capire al mondo master che l'inopinata creazione di manifestazioni alternative (chiedetevi il motivo...), non avrebbe portato ad altro che ad uno svilimento delle manifestazioni già esistenti (soprattutto se coincidenti con le manifestazioni continentali e mondiali). Quindi, l'anno prossimo molti parteciperanno a quella cosa lì a Lignano (ma campioni di COSA si diventa poi?) e siccome il master deve fare i conti con il portafogli, probabilmente diventerà un altro ago della bilancia delle scelte e probabilmente un ritardo nella corsa verso la solidificazione  dell'intero movimento. Torniamo al premio e scusate la digressione, ma che la dice lunga su alcuni aspetti della WMA. Naturalmente i premiati, la Kay e Crombie, hanno meritato l'award perchè da una parte sono stati dei super atleti, dall'altra per cause "politiche". Infatti è francamente difficile fare scelte in un panorama che vede almeno una cinquantina di atleti "papabili" al mondo. Per questo, arrivati nella commissione finale, la scelta dei migliori diventa solo una questione "politica" e non più certo legata al merito. Così la vedo (distorta) io. La Kay (W50) quest'anno ha ottenuto il record del mondo nel pentathlon indoor e il record mondiale nel salto in lungo, vincendo 5 ori proprio a Kamloops (mondiali indoor) nel pentathlon, lungo, 200, 400 e alto. Se per la Kay, insomma, il premio di migliore master dell'anno al femminile ci può anche stare, su Crombie (M65) ho qualche dubbio in più. A Kamloops (mondiali indoor) unica occasione dove tutti i master mondiali avevano potuto affrontarsi, aveva vinto i 60 e i 200. Sicuramente un grande atleta... ma quanti hanno fatto quest'anno meglio di lui nel 2010!?! Pensate solo che in quell'occasione dei mondiali indoor ci furono atleti che conquistarono anche 7 ori! Mentre Crombie, oltre alle due iridi, non ha ottenuto record mondiali nel corso della stagione indoor  2010 (e non ne ha ottenuti nemmeno durante la stagione outdoor), contrariamente a (molti) altri. Allora avrebbe avuto senso premiare anche Enrico Saraceni o Flavia Borgonovo. Perchè Crombie? L'unica cosa che mi viene in mente è che è Australiano... comunque, magari nella nomination si scopriranno cose che non so sull'atleta australiano. Staremo a vedere. 

    I vicitori del premio
    • 2010: Peter Crombie (Aus) - Marie Kay (Aus)
    • 2009: Guido Muller (Ger) - Rita Hanscome (Usa)
    • 2008: Wolfgang Ritte (Ger) - Christine Mueller (Svi)
    • 2007: Andrew Jamieson (Aus) - Phil Raschker (Usa)
    • 2006: Bill Collins (Usa) - Melitta Czerwenka-Nagel (Ger)
    • 2005: Earl Fee (Can) - Rietje Dijkman (Ola)
    • 2004: Guido Muller (Ger) - Jeanette Flynn (Aus)

    16/10/10

    Invidio il... pentalanci

    (nella foto di Mik Bellantoni, Valsecchi e Moiraghi a Macerata) - C'è all'interno del mondo master, una nicchia di atleti abbastanza corposa, che si è ritagliato degli spazi e dei tempi ben precisi, suscitando, lo confesso, un pizzico di quel vizio capitale che va sotto il nome di "invidia". Ci vuole poco, del resto, per soddisfare noi atleti che facciamo sport per pura passione distruttiva: un circuito di gare appositamente dedicato a noi. E poi una finale. Poi naturalmente c'è quel clima che si crea soltanto durante le prove "multiple": probabilmente dato dal fatto che non si creano le elite della prestazione in un attimo: gli avversari si "vivono" per diverse ore, si condividono gli "stessi spazi e gli stessi tempi," come dicevo qui sopra. Poi sotto la spinta (e parlando di lanciatori non può che essere poderosa!) di Michelangelo Bellantoni (che ha aperto anche un sito dedicato al Pentalanci), quegli spazi e tempi si sono dilatati, creando quello che in uno degli sport più nobili, il rugby, si chiama terzo tempo. Finite le gare del circuito del Pentalanci, si assiste alla degustazione dei cibi tipici delle città di provenienza dei vari lanciatori: tutti contribuiscono, portando chi del vino (ho udito di viaggi in treno con taniche da 5 litri di rosso), chi dei salumi, chi torte... Un mondo che unisce il grandissimo agonismo (ogni prestazione "monstre" è comunque sottolineata da tutto il resto del Circus), al piacere della compagnia. Non capiremo tutto questo se non avremo, anche noi non-lanciatori, un nostro Grand Prix. Ne parleremo. Adesso vi lascio con due race-report sul Campionato Italiano di Pentalanci che si è svolto sabato scorso a Macerata: il primo è del nostro inviato Alessandro Tifi, il secondo di Alessandro Valsecchi.

    Il race-report di Alessandro Tifi

    Sabato 9 ottobre, a Macerata, si è tenuto uno degli ultimi atti della stagione agonistica master 2010: il campionato italiano di pentathlon lanci, valido peraltro anche per l’assegnazione del titolo del gran prix (9 date durante il corso dell’anno, compresa la finale). Oltre che della bella giornata, i partecipanti hanno potuto usufruire, praticamente inaugurandola, della nuova pista di atletica, anzi a dire il vero della nuova pedana per il giavellotto (approntata per l’occasione), dato che i lavori per la pista sono in fase di completamento. Prima di dare un'occhiata ai risultati, mi fa piacere sottolineare il clima di “cameratismo” che si respira in queste competizioni (sembra quasi di essere nel corso di una gara di decathlon) , dove ognuno è pronto a consigliare ed incitare il proprio amico/avversario, tra un lancio e l’altro. Certo, specie in alcune categorie, la lotta non è serratissima ed il numero dei partecipanti non è elevato, ma come si dice: ad aver torto sono gli assenti!
    Negli M35 vince Alessandro Valsecchi su Longo per soli 43 punti. Primo negli M40 Francesco Acquasanta ottimo nel disco con 42,14. Giuseppe Rossano vince gli M45, ma è da segnalare il suo 11,88 di peso ed il 43,68 di Enrico De Bernardis nel giavellotto. Gli M50 sono appannaggio di Michelangelo Bellantoni, e chissà se si è autofotografato nel suo 12,01 getto del peso! Ottimi anche Paolo Fadelli  sempre nel peso con 11,90 e Alessandro D’Alberto 44,22 nel martello. Tra gli M55 vince Xhavit Derhemi (40,01 di disco , 11,94 di peso , 13,61 martello mc): nella categoria spiccano tutti nel martello m.c. (non e’ che paga di più?) Angelo Moiraghi 14,05, Sandro Sangermano 13,26, Gabriele Ferramondo  14,12 e Gianni Lolli nel peso con 11,12. M60 vince Francesco Cacciatori (41,80 di giavellotto e 14,22 martello mc), si distinguono nel disco Bettucci Francesco con un ottimo 41,67 e Sagoni Roberto con 45,06. Negli M65 vince Giorgio Schiavoni (35,04 di martello), migliori risultati Vincenzo Cappella  37,44 di giavellotto, Giuseppe Di Stefano 13,34 martello mc. Vince gli M70 Franco Bechi (34,68 di disco, 10,16 di peso, 40,05 di martello e 17,44 di martello mc), Umberto Benevenia ottiene 11,39 nel peso. Gli M75 non possono non essere terra di conquista di Carmelo Rado (42,04 di disco, 10,76 di peso, 37,32 di martello, 15,97 di martello mc), si distingue Renzo Reggiani con 34,68 di martello e 12,64 di martello mc. Negli M80 vince l’unico partecipante e (scusate la digressione), mio capitano, Silvano Pierucci. Un solo partecipante anche tra gli M90 (arrivaci un pò!) Giuseppe Rovelli, classe 1918, che oltre a completare tutti e cinque le gare si permette anche un eccellente 21,68 di martello.
    Quindi le “donzelle”. F35 vince Elisa Assirelli.  F40 prima Maria Elisa Bartolozzi (37,00 di martello), ottimo il 36,72 di martello ed il 12,08 di martello mc, da parte di Santa Sapienza. Paola Melotti vince le F45 (37,09 di martello, 10,32 di peso) buon 10,37 di Anna Magagni nel peso. Rosanna Grufi primeggia nelle F55 suoi i 10,40 nel martello mc. F60 prima Elvia Di Giulio.La mattatrice delle F65 è Brunella Del Giudice (8,22 nel peso, 33,52 nel martello, 11,57 nel martello mc), nella categoria ottimi i risultati di Fancello Maria Luisa (25,53 disco, 8,22 peso, 26,89 martello). Maria Luisa Mazzotta vince, da unica partecipante, nelle F70, cosi come Maria Luigia Belletti nelle F75. Nelle F80 lotta serrata: soli 27 punti il distacco tra le due in gara. Vince Nives Fozzer su Anna Flaibani. Nelle F95 Gabre Gabric, ed anche qui non ci sono parole, ma soltanto tanto di cappello, dovendo cercare un aggettivo da abbinare a questi personaggi, non ne troverei uno adatto !
    Cinque gare di lanci una di seguito all’altra, comportano un elevato dispendio di energie, fisiche e nervose, ed a tal scopo (ma non solo!), la società organizzatrice ha ben pensato, come da tradizione, di allestire nelle tribune dello stadio, un lauto banchetto!

    Il race-report maschile di Alessandro Valsecchi

    MM35
    Vittoria abbastanza a sorpresa del capriolo Valsecchi su Longo dell’Atl. Villafranca, dopo un recupero di 200 punti grazie ad una buona prova di Martello del primo ed una decisamente sottotono nel disco per il secondo. Longo si aggiudica però il gran prix. Sfida destinata a ripetersi l’anno prossimo. Miglior prestazione singola (Longo nel peso 12.76 per 681 punti)

    MM40
    Vittoria netta e con un punteggio (3136) decisamente ottimo per Acquasanta della Rocco Scotellaro di Matera. Il secondo posto se lo aggiudica il siciliano residente a Roma che gareggia per la Calvesi della val d’Aosta, Tortorici per soli 8 punti su Gaetano Marchese della Libertas Catania (2549 a 2541). A Tortorici il gran prix. Miglior prestazione singola il 42.14 di Acquasanta nel disco (796 punti)

    MM45
    Vittoria decisa di Rossano (3241) del cus bari su De Bernardis (3065) della pol Roma XIII. Il pistoiese Giorgio Carezzi supera nell’ultima gara il ravennate Benedetti per il gradino più basso del podio. Benedetti si aggiudica però il gran prix. Migliori prestazioni singole per Rossano nel peso con 11.88 e 43.68 nel martello per de Bernardis (entrambi a 745 punti)

    MM50
    Il leader incontrastato del gruppo di Pentatleti Michelangelo Bellantoni della Sandro Calvesi si aggiudica il primo posto con il punteggio di 3078. Alle sue spalle Fadelli della pol. Libertas Sacile e Innocenti dell’atl. Pistoia Bellantoni vince anche il gran prix e fa la miglior prestazione singola nel peso con 12.03 per 734 punti.

    MM55
    Vince Angelo Moiraghi dell’atl. Rovellasca (3060) su Sangermano della pol. Roma XIII e Amici dell’Edera Forlì che si dividono il 2 e 3 posto con solo 4 punti di differenza. Dehremi Xhavit (fuori gara nel camp. It.) vince il gran prix e fa registrare un’ottima prestazione da 3476 punti. E con 800 punti nel peso grazie agli 11.94 metri.

    MM60
    Roberto Sagoni della Giovanni Scavo Atletica si aggiudica il gran prix nonostante una prova sottotono in quel di Macerata a causa di 3 nulli nel martello con maniglia. Vince Cacciatori del cus Roma con 3239 punti su Bettucci della squadra ospitante SEF Macerata e su Rezio Gianoli. Miglior prestazione proprio per Sagoni con 826 punti per i 45.06 nel disco.

    MM65
    Vince Giorgio Schiavoni dell’Acquadela Bologna su Cappella della SEF Macerata e sul compagno di squadra Pocaterra. Vince il gran prix Di Stefano della pol. Marathon Biancavilla, anche lui incappato in 3 nulli nel disco. Per lui anche la miglior prestazione con 728 punti con 13.34 nel martello con maniglia.

    MM70
    Franco Bechi dell’Assi giglio rosso di Firenze si aggiudica il titolo con 3863 punti, il gran prix e la miglior prestazione con 1017 punti grazie ai 17.44 nel martellone. Lo seguono Umberto Benevenia della Calvesi con Francesco Guarino del Cus Roma.

    MM75
    La miglior prestazione tra tutte le categorie con 4446 punti per Carmelo Rado della San Marco di Venezia; si aggiudica senza problemi anche il gran prix e la miglior prestazione nel disco con 42 metri e 1086 punti!!

    MM80
    Silvano Pierucci della Sef Macerata vince in solitaria il titolo con 2480 punti. Nessuno ha coperto le 3 gare necessarie per l’assegnazione del gran prix.

    MM90
    Il solito Giuseppe Rovelli con 3211 punti si porta a casa il titolo e il gran prix

    15/10/10

    Claudio Rapaccioni sugli italiani di mezza maratona e sul Pentalanci di Macerata

    Quello che segue è l'intervento "tecnico" del CT Claudio Rapaccioni, presente al Campionato Italiano Master di Maratonina ad Agropoli.

    Essendo presente ad Agropoli come responsabile tecnico Master insieme al rappresentante della FIDAL il consigliere federale Pierluigi Migliorini volevo fare una valutazione tecnica sui campionati italiani Master di mezza maratona svoltasi ad Agropoli. Iniziamo dal percorso risultato suggestivo ed apprezzato dagli atleti; partenza dal lungomare per poi entrare nella parte archeologica per concludere nuovamente sul lungomare. La partecipazione è stata da record sono stati ben 2279 gli atleti che hanno portato a termine la mezza maratona buona anche la parte organizzativa che ha supportato gli atleti dal ritiro pettorali alla premiazione. A livello tecnico comincerei dalle categorie femminili dove la Vanacore (1h18’45”) è stata la prima master a tagliare il traguardo e la seconda assoluta della mezza, 5° posto assoluto per la Vinci (F45) che con 1h22’15” vince la sua categoria con un vantaggio di soli 52” sulla Zofrea. Entrambe hanno preceduto la Comero prima delle F40 con 1h23’44”. Per le categoria F50 vittoria della brava Lorenzoni che seguita a mietere titoli italiani oltre la pista ed il cross, una atleta davvero di ottimo livello, seguita da un’altra atleta di valore eccelso la Moras (F55) che rifila ben 8’ alla seconda classificata. Nelle categorie rimanente vittorie con risultato leggermente sotto le aspettative per Ciotti (F60) Di Carlo (F65) e Pomponi (F70). La squadra femminile da battere era la Atletica 85 Faenza che ha riconfermato la sua supremazia nelle gare no-stadia. In campo maschile ottima prestazione del piemontese Calderone (M40) che con 1h08’52” precede il trentacinquenne Bonvino (1h09”01) classificandosi al 4° e 5° posto assoluto. Nella categoria M55 s’impone Gallo con il tempo di 1h16’27” e ancora un atleta di grande prestigio nella M60 è Di Marco con 1h18’15” ad aggiudicarsi il titolo. Nella classifica maschile sono i padroni di casa a primeggiare con l’Atletica Isauria Valle dell’Irno davanti all’Atletica Avis Perugia ben classificata anche nel settore femminile.
    Per i Campionati Italiani Pentathlon di lanci Master devo riportare i complimenti dai tanti atleti presenti a Macerata che mi hanno contattato, ringraziamo il Comitato organizzatore nella veste di Bruno Dezi che anche avendo chiesto di svolgere la manifestazione in una sola giornata di gare è stata in grado di fronteggiare il programma orario ed il Comitato Regionale delle Marche nella veste del presidente Luigi Serresi, in veste anche di rappresentante federale, per il supporto alla manifestazione valevole anche come Gran Prix di lanci.


    Claudio Rapaccioni

    13/10/10

    Fidal Friuli: il malessere del Presidente

    Una nostra comune amicizia mi ha girato il grido di dolore (lo vogliamo chiamare così?) del presidente della Fidal del Friuli-Venezia-Giulia. Una serie di argomenti che spesso compaiono sul nostro sito (lo leggerete) e che parlano di un clima davvero da ultima spiaggia nel mondo atletico friulano: mal comune, mezzo gaudio verrebbe da dire. Non conosco l'atto scatenante (o i fatti scatenanti) ma leggendo tra le righe la lettera del Sig. Germano Pettarin, si capisce fin troppo bene che debbano essere accadute le solite liti che vedono protagonisti da una parte chi pratica l'atletica (atleti, accompagnatori e tecnici), dall'altra il GGG. Siamo ancora qui, purtroppo. Molte frasi sono condivisibili, anche se nella discussione qualche dubbio ci viene spontaneo. Gli "scontri", ormai siamo esperti del fenomeno, nascono quasi sempre non nella rigida applicazione delle norme che regolano lo svolgimento delle gare (principio insindacabile in uno sport come l'atletica e che sembra da tutti condivisa) ma in tutti gli aspetti collaterali, che vanno dalle iscrizioni, agli orari delle gare, agli spazi comuni nella pista e fuori da essa... cavolate, passatemi il termine. Su questi, (quasi) ogni gara diventa terreno di battaglia. Giustamente il Presidente, come io stesso chiedevo in un precedente articolo, chiede cum granu salis di valutare con meno rigidità questi aspetti e di concentrarsi su quello che è il fine di tutte le rotelline che dovrebbero girare attorno all'atletica VERA: far disputare le gare, non impedirne la partecipazione o renderne comunque difficile la fattualità. Dietro il banco degli imputati vengono messi (mi sembra di capire) tutti: GGG e accompagnatori, tecnici, genitori. Rimangono fuori solo i ragazzini per i quali quelle gare rappresentano un momento delicato per abbracciare lo sport. Stranamente (come sottolineava il nostro amico seganalatore) sembra si faccia un distinguo tra i giovani atleti e quelli meno giovani, come se quella categoria rientrasse anch'essa nel balailamme creatosi. Vi lascio alla lettera.
     

    Lettera aperta del Presidente FIDAL FVG
    All’Atletica della nostra Regione

    Carissimi amici,
    ho voluto aspettare un po’ di tempo prima di rivolgermi alla Vostra attenzione per lasciare che delusione, preoccupazione e fastidio decantassero, lasciando spazio – per quanto possibile – a lucidità di ragionamento e terzietà di giudizio.
    Io non ci sto più.
    Con frequenza sempre maggiore si assiste sui nostri campi di gara ad episodi deplorevoli; indici di maleducazione, mancanza di rispetto, rigidità di comportamento e giustizialismo inopportuno e becero.
    Non ci sto più.
    Non sono più disponibile ad assistere o ad ascoltare la cronaca di episodi disdicevoli dove i giudici vengono apostrofati a male parole o dove gli atleti, e tra essi i più giovani, vengono sacrificati sull’altare di un arcigno anacronistico braccio di ferro tra i giudici, i tecnici e gli accompagnatori.
    Non ci sto più.
    Non posso tollerare che si finga di non sapere che l’attività dei giudici è volontariato puro. Vengono aggredite ed offese persone, sempre più spesso anche in età, che donano il loro tempo al nostro movimento. Durante i fine settimana e spesso durante la settimana queste persone sottraggono lunghe ore al proprio tempo libero, alle proprie famiglie ed al proprio lavoro per soddisfare l’amore per l’Atletica Leggera, regalandoci la loro attività. E queste persone invece di essere ringraziate vengono offese ed aggredite? Bell’esempio diamo ai nostri ragazzi: mancanza di rispetto e maleducazione.
    Non ci sto più.
    Non posso permettere che si trattino tutti gli atleti allo stesso modo. Un esordiente, un ragazzo ed un cadetto è profondamente diverso da un allievo, uno junior od un assoluto. I bambini sono diversi dagli adolescenti e tutti sono diversi dagli adulti. Una manifestazione regionale dedicata ai cadetti non è una Olimpiade e non è nemmeno un Campionato italiano.
    Le normative vanno interpretate “cum grano salis”, facendo grande attenzione a coloro cui le norme vengono applicate. Nostro obiettivo dovrebbe essere educare i nostri ragazzi, crescerli nel rispetto degli altri e delle Istituzioni, farne cittadini esemplari ed atleti dediti. Ogni cieca applicazione della norma è errata perché se è vero che la giustizia è cieca, è altrettanto vero che la bilancia che impugna è sempre in equilibrio. Se accompagnatori o tecnici ritardano od hanno altri imprevisti ed i ragazzi arrivano in ritardo alla spunta, magari di concorsi, bisogna valutare con attenzione la situazione e non va penalizzato il ragazzo o la ragazza, con il rischio di allontanarlo dal meraviglioso mondo dell’Atletica Leggera.
    Le colpe dei padri non vanno fatte scontare ai figli e l’educazione passa attraverso insegnamento e coinvolgimento, non tramite comportamenti imperativi ed apodittici. E non si può nemmeno costringere i responsabili a “dare il buon esempio” per un malinteso senso di autorità violata. Ricordiamo, tutti, che l’autorità è frutto della statura morale e del rispetto, non certo dell’autoritarismo o della imposizione.
    Non ci sto più.
    Non posso sopportare che mi si chieda di fare il giustiziere od il boia.
    Sempre più numerose le lamentele, le segnalazioni, le richieste di intervento o di punizione esemplare. Il mio, il nostro compito non è punire; è lavorare al fine di mettere in condizione gli atleti (tutti, più o meno giovani) di gareggiare. La nostra finalità è far gareggiare, non impedire che le sfide con il metro ed il cronometro si svolgano.
    Si respira un’aria pesante, conflittuale, giustizialista. L’obiettivo della nostra organizzazione non è la burocratica lettura dei regolamenti, ma la ragionevole applicazione degli stessi. Non mi importa chi ha ragione, mi interessa il risultato di chi ha gareggiato.
    Non ci sto più.
    Dobbiamo lavorare per l’Atletica non per la burocrazia. Non sono disposto ad assistere alle gare e ad applaudire gli atleti mentre giudici, tecnici ed accompagnatori si guardano in cagnesco, pronti a scrivere al Comitato Regionale per qualunque difetto si sia riscontrato.
    Siamo tutti volontari innamorati dell’Atletica; nessuno può dimenticarlo. Siamo tutti poco preparati: studiamo assieme. Siamo tutti poco disponibili: conosciamoci meglio. Siamo tutti troppo impegnati: riduciamo con lucidità gli impegni facendo meno manifestazioni ma più rilevanti.
    Siamo tutti volontari che amano l’Atletica: non spegniamo l’entusiasmo dei nostri atleti con la saccenza dei nostri comportamenti. Non voglio rischiare che l’Atletica somigli ad altri sport dove genitori ululano infamie agli arbitri ed incitano i figli a comportamenti antisportivi e dove tecnici e dirigenti, quasi padri padroni, trattano gli atleti come mezzi, non come unico obiettivo.
    Io non ci sto più, spero che anche Voi non ci stiate.
    Grazie.


    Trieste, 6 ottobre 2010 Il Presidente del CR FVG


    avv. Guido Germano Pettarin

    12/10/10

    Ale-Tifi a ruota libera: riflessioni sui prossimi c.d.s. e l'analisi dei C.d.s. di Cagliari

    Non ci/mi toccate i Cds master! (di Alessandro Tifi)

    (foto dal Sito dell'Atletica Calvesi: Giancarlo D'Oro guida la seconda serie dei 200 a Cagliari) - Dopo aver “giocato” con qualche numero dei cds di Cagliari (tutte le analisi seguono questo pezzo, al link, n.d.r.), pensavo che per un pò non sarei tornato sull’argomento . E invece eccomi qui. Al rientro dal campionato italiano pentathlon lanci di Macerata (rientro si fa per dire, si sono svolti a 500 metri da casa mia!), ho riflettuto su alcune “voci” che hanno circolato. Premetto che non è mia abitudine, ed anzi sono anche in imbarazzo nel farlo, ad esprimere opinioni e parerei su delle voci, ma c'è anche chi dice che prevenire è meglio che curare (se si può). La questione riguarda la collocazione nel calendario dei prossimi c.d.s. master: i più “allarmati” hanno parlato di cancellazione dal calendario, qualcuno ha ventilato la loro disputa all’interno dei campionati individuali. Ora, io, personalmente, ma sono sicuro che per moltissimi altri è così, ritengo i c.d.s. una delle più belle (se non la più bella) gara attualmente in essere, del movimento master. A conferma di questo vengono i numeri, si tratta della gara piuù partecipata, in concorrenza con i campionati individuali. La gara in cui l’individualità del nostro sport, si unisce al gioco di squadra, dove ognuno pur non in forma, o magari non nella sua specialità, si sacrifica alla ricerca di quel punto in più da portare al suo club.
    Sempre rincorrendo le “voci” ritengo che inglobare una manifestazione del genere in un altro contesto, ne sminuirebbe a dismisura i contenuti, svilirebbe in pieno il suo essere. Cancellarla dal programma gare poi… Una data si trova sempre! Ottobre è tardi? Si può fare in un altro periodo, magari nel periodo tra gli italiani individuali e l’evento internazionale di turno, diventerebbe magari un'occasione in più per prepararsi all’evento oltre frontiera, in un calendario che già non offre chissà quante occasioni di confronto agonistico per i master. Ripeto sono solo a parlare su delle voci e sarei il primo ad essere contento che si rivelino soltanto tali. Ma voci erano anche quelle che giravano l’anno scorso ad ottobre sulla scelta di Cagliari come sede dei cds 2010, allora è meglio parlarne prima e vedere se c'è alternativa o rimedio e soluzione, che magari criticarle poi, magari anche con volantini e documenti vari quando ormai è tardi ed il dado è tratto?
    Un appello a chi può ed è in ascolto: non ci toccate i c.d.s. master!

    1- C.d.s. master: prime riflessioni all'indomani della conclusione

    Ci siamo, terminati i C.d.s. 2010 di Cagliari. I cds, quella che ritengo la più bella manifestazione del nostro sport, dove l’individualità si unisce al “gioco” di squadra, dove oltre che contro se stessi, gli avversari ed il cronometro, si gareggia con e contro le altre squadre. Dove l’ottocentista si inventa giavellottista, per aiutare il suo team a raggiungere i fatidici 13 punteggi. C.d.s., quelli master, dove si ha la possibilità di gareggiare tutti insieme a stilare un'unica classifica, battagliando tra atleti di tutte le categorie. I C.d.s., quelli di Cagliari, che hanno suscitato diverse “discussioni”, specie per la loro collocazione logistica. Al riguardo volevo spezzare una lancia a favore degli organizzatori “tacciati” pregiudizievolmente in anticipo di scarsa capacità organizzativa. Ora dai primi commenti che sono arrivati, si può dire che è stata un'ottima organizzazione, e che, anzi, è andata oltre l'aspetto tecnico, fornendo come valore aggiunto, alcuni momenti “ludici” ed “aggregativi”, cari a molti facenti parte del nostro movimento. Per un commento sulle critiche alla scelta di Cagliari come sede  mi rimetto ad alcuni numeri (sperando che in quanto tali siano il più possibile obiettivi), confrontandoli con quelli delle ultime tre edizioni di Macerata-2007, Formia-2008, Firenze-2009. Come premessa va detto che i regolamenti non sono stati gli stessi, a Macerata ancora non c'erano i 200 hs ed il triplo, a Formia più società ammesse, ma con un solo atleta gara, ma tant'è!
    A Macerata, tra i maschi, 496 atleti gara e 56 staffette, 28 squadre di cui 27 hanno terminato con 13 punteggi ed una con 12; tra le donne 346 atlete gara e 42 staffette, 21 squadre con 13 punteggi.
    A Formia, tra gli uomini 395 atleti gara più 63 staffette, 32 squadre di cui 31 con 13 punteggi ed una con due; tra le donne 348 atlete gara, 53 staffette, 30 squadre: 26 con 13 punteggi, 2 con 12, 1 con 4, 1 con 3.
    A Firenze : uomini 630 atleti gara, 56 staffette, 32 squadre tutte con 13 punteggi; donne 430 atlete gara , 46 staffette, 25 squadre, 23 con 13 punteggi, 1 con 12, ed una con 11 .
    Ed infine Cagliari. Maschi 431 atleti gara, 42 staffette, 23 squadre di cui 21 con 13 punteggi, 1 con 9 ed 1 con 6. Donne: 357 atlete gara, 36 staffette, 20 squadre presenti tutte con 13 punteggi.
    Vista cosi, una flessione c'è stata, stessi numeri di Macerata, con 2 gare in più, ed abbastanza meno di Firenze, ma non è stata una flessione cosi determinante. Da notare che salvo rari casi  dovuti probabilmente ad incidenti di percorso, tutte le squadre, in tutte le edizioni riescono a “soddisfare” i 13 punteggi richiesti. Un plauso, ritengo, va anche fatto alle squadre che, pur ritenendo la sede non idonea, hanno onorato la manifestazione con la loro partecipazione. Dispiace peraltro che altre non abbiano potuto partecipare: 9 maschili ed 8 femminili, tra cui anche alcune di alta classifica, che avrebbero potuto rendere ancora più avvincente la lotta al vertice. Vorrei concludere con un auspicio: e se per evitare o almeno ridurre le critiche o più in generale le problematiche inerenti le scelte delle sedi dei vari campionati, si intervenisse a monte (in sede di definizione) e non a valle (con documenti ufficiosi e tardivi), con uno o più referenti (non troppi nel paese dei 60 milioni di commissari tecnici!), che si intendano veramente, vivendolo da dentro, del mondo master?

    2- C.d.s. master: l'incidenza della categoria nel determinare i punteggi
    Fa impressione la media punti delle due squadre vincitrici del 2010: per batterle bisognerebbe allestire una squadra capace di piazzare sul podio un atleta in ognuna delle 13 specialità! Ma come sono composti questi podi? Quanto influiscono i più “anta”? Incuriosito ho provato un “gioco”. Ho buttato giu quanti podi sono stati conquistati dagli atleti di ogni categoria e questo in relazione a quanti atleti gara hanno gareggiato, il tutto staffette escluse. Partendo dai maschi (seguono la categoria, i podi conquistati in quella categoria e gli atleti totali presenti in quella fascia d'età a Cagliari):
    M35: 1/35 – M40: 2/76 – M45: 7/76 – M50: 7/70 – M55: 2/59 – M60: 6/39 – M65: 3/23 – M70: 5/28 – M75: 0/8 – M80: 1/2 – M90: 4/4 – M95: 1/2
    continuando con le donne:
    F35: 0/37 – F40: 8/74 – F45: 10/101 – F50: 6/59 – F55: 3/38 - F60: 2/26 – F65: 6/16 – F70: 2/3 – F75: 0/3 - F85: 0/1 – F95: 2/2
    a parte qualche sicuro errore di conteggio, da dire che i numeri fanno più “statistica” più grandi sono! Fanno l’en-plain gli M90 e le F95 (facile indovinare i loro nomi!), da dire anche che lo fanno distaccando i rivali di molti punti. La media presenze/podi dagli 80 in su farebbe venir voglia di dire: ne porto 6-7 e vinco i cds. Ma c’è da trovarli, e di neanche fiacchi, lo stesso Riboni (mica pizza e fichi) è SOLO quarto nel disco M95! Si nota poi la difficoltà di fare podi tra i 35 (nei maschi anche tra i 40), sarà colpa solo delle tabelle o manca qualche risultato di spicco in età che ancora permettono grandi prestazioni in senso assoluto? Fiacchetti sono poi gli M55, non è che la pensione è ancora lontana? Sono solo 6 le prestazioni che hanno portato a più di 1000 punti, ma a podio si va anche con meno di 800: una volta tra i maschi e ben 14 tra le femmine. I podi più “giovani” sono quelli dei 200hs, quelli più “datati” quelli del peso e questo sia tra i maschietti che tra le femminucce. Il podio con i migliori punteggi (tra l’altro 3 in 16 punti) quello dell’alto maschile e dei 400 femminili (3 in 21 punti). I più bassi gli 800 maschi ed il giavellotto donne. Giocando con i numeri e scrivendoli mi accorgo che ad ognuno di essi associo una o più persone e mi accorgo ancora di più quanto è bello e variegato il mondo dell’atletica master.

    3- C.d.S. Master: l'analisi sulle prime società

    Questa volta provo ad analizzare le prime sei squadre classificate ai c.d.s. di Cagliari, maschili e femminili, la loro età media (come categoria e non anagrafica, dato che le tabelle pagano appunto per quinquenni… e dato che è più facile!); i loro punteggi e le gare scartate.
    Partendo dai maschi la squadra più giovane la Daini Carate Brianza media 44,64, seguono l'As Athlon Bastia 47,66, l'A.s. La Fratellanza '74 53,00, il Road Runners Club di Milano 59,00 e le più mature Olimpia Amatori Rimini con 60,35 e l'Asd Cus Romatletica 61,00. Anche qui verrebbe da dire: con i giovani si compete a buon livello, ma con gli “anta” si vince!
    Sugli scarti Rimini, che stravince, scarta i 200 hs (non presente) e la 4x400, e dire che gli inglesi considerano la validità del movimento proprio da questa gara! L'invincibile armata, si permette anche di piazzare diverse sue riserve a togliere punti pesanti agli altri.
    Il Cus Romatletica scarta triplo e la 4x400 (nei risultati appare uno “squ”), rischiando di perdere il secondo posto dovendo recuperare il peso con 88 punti.
    Da parte sua, la terza, la rivelazione di quest'anno, la Daini Carate Brianza, ha lo scarto più basso con i 400 con 77 punti; assente nell’alto, prende il giavellotto con 84 punti, soli 3 punti in più e sarebbe seconda a premiare la compattezza della squadra, che pur senza vittorie vanta una media nelle altre 12 gare di 96,16 punti.
    Quarta la A.S. Athlon Bastia alla quale è mancato un mezzofondista di vertice visti i suoi due scarti di 81 punti negli 800 e nei 1500. Comunque la distanza dal podio era di ben 28 punti, non facili da colmare.
    Il Road Runners Club Milano, anch'esso senza vittorie, scarta i 200hs, e non arriva nella 4x100, schierando però un'ottima 4x400 (terza) che ha sulle spalle la spada di damocle che, se non arriva, fa saltare la squadra.
    Infine La fratellanza 1874 di Modena, altra squadra senza vittorie, che scarta peso e 3000.
    Le gare dove le prime sei hanno avuto più problemi: i 400 ed il giavellotto con meno di 91 punti di media.
    Andando alle donne si nota subito che l'età media presenta meno differenze: l'atl. Santamonica Misano 46, l'Asi Veneto 46,07, l'Assi Giglio Rosso Firenze 46,43, l'Ambrosiana 48, il Cus Romatletica e la Liberatletica Aris Roma entrambe con media 50,66.
    Anche la lotta in classifica nelle ragazze è stata più serrata, a parte il dominio netto della vincitrice, le altre sono in pochissimi punti (14 punti tra la seconda e la sesta!).
    La Romatletica scarta 89,5 punti del salto in alto e per la seconda gara si può permettere il lusso di scegliere tra 400, triplo e 4x100, tutte a 95 punti (sesti posti che farebbero gola a molti).
    L’Asi Veneto può godere del suo secondo posto anche in virtù delle varie riserve che hanno tolto punti preziosi alle squadre inseguitrici in diverse gare. Emblematici i 1500 dove sono arrivate la mf45 e la mf50 a pari punteggio di tabella ottenendo 97,5 punti a testa (perdendo a loro volta mezzo punto, arrivando terza e quarta avrebbero preso 98 e 97!). Scartati peso, non pervenuto ed una tra lungo e disco con 81 punti.
    L’Ambrosiana , terza, scarta peso e disco e probabilmente va a perdere la seconda piazza nella gara finale: la sua 4x400 raccoglie solo 86 punti.
    L’Assi Giglio Rosso Firenze, probabilmente la rivelazione tra le donne, scarta il triplo (assente) e il salto in alto, qualcosa in più negli 86 punti di giavellotto ed 89 nei 1500, e sarebbe stato podio.
    La Santamonica Misano scarta 88 punti nei 200 ed 84 nei 1500.
    Ma la squadra che con tutte e 15 le gare avrebbe scalato la classifica è la Liberatletica Aris Roma, sesta, ma con scarti alti: 90,5 punti nei 100 e 87,5 nell’alto.
    Le gare femminili dove le prime sei hanno avuto i punteggi minori il salto in alto con 90 punti di media, ed il giavellotto con 92.
    Chissa se i “procuratori/direttori tecnici” dei vari team terranno conto di quanto sopra, per cercare di rinforzare le proprie squadre. Alla “campagna acquisti” la risposta !

    Perlino e Peroni record italiani - Al pentalanci di Macerata Gabre mondiale

    (una bellissima foto dell'Arena scattata da Ettore Brolo) - Altra settimana master memorabile, quella appena passata. Sono ormai costantemente in debito di notizie: Alessandro Tifi ha prodotto una serie di riflessioni sui C.d.s. Master, con una chiosa finale che è anche un grido d'allarme : non sopprimiamo la finale dei c.d.s. (pubblicherò nei prossimi giorni tutto in un solo articolo)!! In effetti questo urlo angosciato si sente aleggiare un pò ovunque da diversi esponenti del mondo master, soprattutto dopo quest'ultima edizione cagliaritana dove penso tutti si siano davvero divertiti anche sotto l'ottima regia degli organizzatori. Ma anche l'edizione del 2009 a Firenze era stata goduriosa, tanto da lasciare tutti i partecipanti con il sapore dolce sulle papille gustative. Quindi ci torneremo: così come devo lasciare il giusto spazio ad una lettera segnalatami da WDL sul mondo atletico friulano, che farà molto discutere. Intanto veniamo alle breaking news, che parlano anche nell'ultima settimana in teoria "attiva" di attività in pista, di una serie di record stabiliti dai master italiani. Non si può non partire dall'ennesima pagina "mondiale" di Gabre Gabric: non ho ancora completo il database sui record mondiali per dire il numero di record  outdoor detenuti dagli italiani, mentre quello sui record nazionali è "sufficientemente" completo da fare già oggi dei ragionamenti diacronici. Veniamo così subito a Gabre e alla sua ennesima impresa. Stavolta siamo a Macerata, dove come tutti sappiamo si è svolto il campionato italiano di Pentalanci (di cui parlerà discorrerà dettagliatamente domani in un pezzo lo stesso Alessandro Tifi, inviato speciale di Webatletica sul posto). Al termine della giostra delle 5 specialità, la aostana-bresciana, ha totalizzato uno score di 3923 punti, cioè 150 in più del precedente record di Ruth Frith, risalente al 2004. Ora, qui dovrebbe intervenire Pino Pilotto-Stachanov, se è ancora dei nostri. Da quest'anno infatti i pesi per le over-70 sono decisamente cambiati in senso favorevole per le "nuove generazioni", nel senso che il disco è sceso da 1 kg a 0,750 kg. Il peso è sceso a 2 kg (da 3), il martellone è sceso a 4 kg, il martello a 3... Quesito: la Frith ottenne quei record con i vecchi attrezzi. La Gabric con i nuovi. Più che superamento di un precedente record del mondo, è forse meglio parlare di un nuovo record del mondo ex-novo, o no? In attesa di capire l'arcano (Corbelli su Atleticanet lo dà come miglioramento di quella prestazione, io voglio vederci un attimo più chiaro) vediamo cosa è successo nel vulcanico mondo master.
    La notizia l'ho appresa direttamente dal sito della Fidal Lombardia: Frederic Peroni (1963) ha infatti infranto la barriera dei 27" nei 200hs, migliorando il record italiano M45 precedentemente detenuto da Roberto Amerio, e portandolo a 26"90 (con +1,0) a Pontcharra, in Francia, in un meeting del circuito EAAP (presumo). Il precedente record era fissato in 27"18, e il piemontese l'aveva "scippato" a Peroni che l'aveva portato a 27"58 nel maggio del 2009. Ora, naturalmente, aspettiamo la risposta di Amerio che dovrà arrivare, gioco-forza, nel 2011. Nello stesso meeting era presente Alessandro Cipriani (1955) che il record invece l'ha solo sfiorato di un paio di decimi. Nella foto di Antonio Montaruli, i due ostacolisti nel pre-gara francese.
    A Milano, nel frattempo (testimone oculare il vostro estensore di notizie) ho assistito all'ennesimo miglioramento del record italiano F45 dei 200, ancora una volta da parte di Giuseppina Perlino (nella foto a destra di Denise Nuemann) il nuovo record è ora 27"50, con vento nullo. A dire il vero ero stato presente anche al precedente record della "Peppa" a Chiasso, nell'agosto scorso: 27"66. La differenza è sicuramente nel clima: praticamente invernale nello scorso weekend a Milano, sicuramente più estivo in Canton Ticino un paio di mesi fa. Quella dei 200 F45 è una storia così davvero movimentata: aveva smosso le acque nel luglio del 2009 la 800ista Elena Montini nel suo anno di grazia (28"34), salvo poi essere sorpassata a quasi un anno di distanza da una delle icone della velocità azzurra di sempre, Daniela Ferrian, nel giugno di quest'anno (28"30). Sempre la Ferrian aveva poi "sparato" un 27"6 manuale (mannaggia!!) a Villanuova. Ad agosto il citato 27"66 della Perlino, migliorato poi questo weekend a 27"50
    Venendo invece ai record segnalati nei giorni precedenti, faccio un piccolo passo indietro: avevo sottolineato il record di Giuliana Deromedi (1965) nel salto triplo a Cagliari, con 10,26. Guardando invece le liste dei record aggiornati da Giusy Lacava, in realtà prima che la Deromedi si migliorasse di 4 centimetri  (deteneva infatti il record italiano F50 con 10,22), Luisa Celesia (1963) a Siracusa aveva saltato a metà Settembre 10,39 con un vento di 0,8 a favore. E' quindi questo il nuovo record italiano (poi, vi ricordo per onor di cronaca, che la Deromedi aveva saltato 1,56 nell'alto, nuovo record italiano, questo sì, F50). 
    Di sicuro impatto anche il record sui 400 F60 da parte di Umbertina Contini (1950) che quest'anno ha fatto letteralemete le scintille. A Udine ha infatti corso (il 3 ottobre) in 1'13"15, che ha abbassato il record di Noemi Gastaldi di 1'13"34 che risaliva, udite-udite, al 1993: un record vecchio di 17 anni, che nemmeno Emma Mazzenga era riuscita a battere nel suo transito nella categoria (ma francamente non so se già allora avesse iniziato la sua attività). Era il 13° record più "antico" tra le donne over-35 (il più anziano di tutti ha compiuto 30 anni, cioè il lancio del peso F55 di Ada Turci). Lo stesso record era il secondo più datato tra le F60 (il più vecchio appartiene anch'esso ad Ada Turci, nel peso F60, stabilito nel 1985), mentre era il primato più antico (tra maschi e femmine) dei 400 tra tutte le categorie. Ora il record più vecchio nel giro di pista, è passato in mano ad Ugo Sansonetti nella categoria M75, quando nel 1996 correva in 1'10"8. Quest'anno la Contini per 8 volte è entrata nel libro dei record (con nuovi record o miglioramenti), riscrivendo la storia sui 60, 100, 200 e 400 F60, oltre che con la staffetta svedese F50 con il proprio team (l'Atletica Città di Padova). Infine, sono 13 i record detenuti attualmente dalla forte atleta di... già, di dove? Questo non lo so: correva per il Cus Torino Sai e adesso per Padova. Non lo so proprio.
     Seguiranno i race-report degli italiani di pentalanci di Macerata e dei regionali di Milano.