30/12/11

La Fidal vara i minimi per i mondiali indoor... che sono quelli della IAAF

Chissà che sforzo sovrumano avranno fatto in Fidalcricca per definire i minimi di partecipazione ai prossimi campionati mondiali indoor che si terranno a Istanbul dal 9 all'11 marzo del prossimo anno. Si vocifera di un brain storming (volgarmente: una tempesta di cervelli) durata ore, alla fine del quale è uscito il verdetto. Nell'internettese del XXI secolo si definisce "copia-incollare" quello che qualcun'altro ha fatto (sono infatti gli stessi minimi al millesimo già resi noti dala IAAF), ma probabilmente c'è una ragione: i minimi sono talmente ardui che stavolta si rischia davvero di vedere 4 gatti azzurri ai Mondiali in sala. Poi c'è la posizione ufficiale di Franco Bi-Arese (in attesa del "tri"), già espressa nel post-Doha 2010, ovvero di come i mondiali indoor siano essenzialmente una perdita di tempo e che l'ennesimo zeru tituli dal quale tornammo ormai un paio di anni orsono, fu solo figlio di questa nostra superiorità atletica che ci fece bistrattare manifestazioni di seconda fascia come quella. Noi puntiamo su cose più importanti, come si vide nelle manifestazioni a seguire. Di conseguenza la politica aresifera sarà fondamentalmente quella di far passare sotto silenzio questa manifestazione: i media non devono essere svegliati... ssstt!!
Ora, la Fidal promulga l'ennesimo editto (lo trovate qui sotto in pdf), per il quale alla fine delle minime regole che ogni paese ha adottato (sintetizzabili in un: "se fai il minimo della IAAF, vai a Istanbul 2012"), aggiunge la solita frasetta con la quale si arroga ogni diritto di giudicare le condizioni psico-fisiche degli atleti prima di poterli selezionare. Se sul "fisico" potremmo anche chiudere un occhio (si sa, se uno si infortuna...), di certo sull'aspetto "psichico" qualche dubbio sembra essere più che giustificato visti i giudicanti. E l'autonoma ed insindacabile valutazione di efficienza, già strumento di iniquità inaudite nel recente passato? Possibile che ancora nel 2012 chi stabilisce un minimo per un mondiale di atletica, soprattutto nel nostro Paese che non sforna più nulla da almeno un lustro, un atleta debba essere giudicato da chi in 7 anni e mezzo ha combinato solo disastri? E chi giudica costoro che dopo tanti errori in tanti anni non hanno avuto nemmeno la dignità di dimettersi tutte le volte in cui avrebbero dovuto? Italialand.
In Italia non si riesce a rendere oggettivo proprio nulla, nemmeno nello sport dove tutto è certificato da "strumenti" incontrovertibili: no, qui rimane tutto patriarcale, criptico, torbido: potevano scrivere, che so: si va ai mondiali se si ottiene il minimo e si arriva tra i primi 3 agli italiani individuali (è un esempio), così l'atleta ha ben chiari gli obiettivi sin da subito e si può anche organizzare la preparazione. La fidal (è storia provata) impone invece obiettivi a cascata: ottenuto uno, devi ottenerne un altro e poi un altro, e poi devi essere bello per mammà, e poi per papà, e poi non dovevi dire quello che hai detto e fare quello che hai fatto... e alla fine ti arriva il cetriolo. Che ci si creda o meno, sono riusciti a rendere opinabile lo sport dell'inopinabile (ma non abbiamo pure raggiunto l'apoteosi quest'anno con la rendenzione dei tempi ottenuti in allenamento?); a "calcificare" (rendere simile al calcio) l'atletica. Eppure ci sarà chi li rimetterà (ancora) al loro posto. Speriamo nel default atletico per poter rinascere a questo punto.
Istanbul 2012 - criteri FIDAL


Master dell'anno 2011: Graziano Morotti ed Emanuela Baggiolini su tutti

Ecco quindi, i master dell'anno 2011: dovete darmi ancora un giorno per la classifica categoria per categoria, troppo lungo il lavoro di trascrizione. Per ora mi limito quindi a quelli assoluti con le relative classifiche generali fino al 20° rango. Chi sono? Ebbene Graziano Morotti fra gli uomini, che incassa anche il miglior punteggio generale, ed Emanuela Baggiolini tra le "ragazze". Anche lei nettamente. Dominio incontrastato per i due super-master nelle classifiche per sesso, anche se c'è da dire che chi gli si è avvicinato di più apparteneva alla loro stessa categoria, ovvero la M60 e la W35.  

Ora, Graziano Morotti probabilmente meriterebbe il titolo del master dell'anno a livello mondiale, e non certo quello italiano di Queenatletica, visto i numeri da circo di cui è stato autore nel corso della stagione. Purtroppo il presidente della WMA (la Federazione Mondiale di atletica Master), Stan Perkins, è australiano e "stranamente" nei due anni in cui è stato in carica come massimo esponente dell'atletica over-35, si sono visti vincere 3 master australiani e 1 neozelandese, per la serie che ai vicini di casa non si nega nulla. Tutto il mondo è paese quando si tratta di interessi di casta... Questa in estrema sintesi l'annata di Morotti, portabandiera della categoria M60partendo dai record: record mondiale M60  dei 3 km di marcia indoor a Gent, durante gli euromaster: 13'37"96. ovvero 96,73% di A.G.C.. A Milano, a maggio, stabilisce quello all'aperto (sempre mondiale): 13'15"11, cioè 99,51%, ossia una prestazione assimilabile all'attuale record mondiale assoluto (che equivarrebbe al 100%). Sul versante dei record europei, oltre ai due mondiali che si sono riversati su quelli continentali, troviamo quello dei 5 km su pista, con 23'37"14, marciato a settembre a Bellinzona, per un controvalore di 94,98%, e quindi 23'04"61 (97,21%) ad Orvieto a fine settembre. Per ora sono certificati questi risultati dai siti internazionali... sul lato record italiani, che sono ben "8" tra migliorati e "nuovi", indoor ed outdoor. Naturalmente come dicevo ieri, era necessario che Morotti condisse la sua supremazia internazionale a livello cronometrico, con i "medaglioni master", che sono puntualmente arrivati: due ori continentali a Gent (qui i risultati) su 3 e 5 km di marcia; due ori mondiali a Sacramento (5 e 10 km di marcia, qui i risultati), oltre che all'argento nella 20 km (se si vuole, una notizia in sè, il fatto che non abbia vinto...), e un titolo italiano, quello indoor di Ancona. La sintesi di tutto questo discorso è che NESSUN master italiano ha fatto nel 2011 quanto Morotti, inutile girarci attorno. Premio? Nulla, solo la mia massima stima!

D'altro canto, tra le donne troviamo Emanuela Baggiolini: vittoria più che netta tra le master Italiane, arrivata dopo una stagione di grandissimo spessore, impreziosita da un fattore di non secondaria importanza tra gli over-35: era all'ultimo anno della categoria W35, che, per chi non lo sapesse, è il più difficile dei 5, dovendo contrastare i nuovi "giovani" che arrivano sempre più agguerriti. Tanti i flash che incorniciano la stagione della varesina, ma probabilmente il momento di massimo impatto (presumo suo personale) sia stata la finale ai campionati italiani assoluti nei 400hs: 4^ assoluta in Italia a 39 anni. Non male davvero. Questo prestigioso traguardo, per un'atleta che non è professionista (come possono essere, che so... Vizzoni e Donato), ed è pure master, rappresenta decisamente un surplus. Tutto ciò è arrivato anche grazie al ritorno sotto la barriera del minuto negli ostacoli bassi, che le ha consentito, tra le tante opportunità conseguite, di partecipare ad un meeting internazionale in Marocco. Assoluto, eh!? Il 59"61 (93,12%) ottenuto a Torino sui 400hs agli individuali assoluti rappresenta anche il nuovo record italiano W35. Rimanendo ai record italiani, quest'anno per lei sono arrivati anche quelli "spurii" dei 600 (1'31"82) e quello dei 1000 (2'55"70).  Nell'annata è arrivato pure il personale ogni-tempo dei 200 con 25"60 (1,1 il vento) a Le Chaux de Fonds, in Svizzera... A livello di medaglie, pioggia di ori ad ogni latitudine. A Gent, agli Euroindoor, oro nei 400 con 58"21, con l'argento negli 800 con 2'14"83. Ma l'apoteosi la raggiungerà ai mondiali master di Sacramento, in California, con la tripletta 400 piani (con un impressionante 56"48, cioè 91,93%), 800 metri (2'11"70... dove si prenderà la rivincita sull'olandese Grutter che ebbe la meglio su di lei in Belgio) e naturalmente con i 400hs (corsi in 1'00"94). Tutto questo, con il corollario di due titoli italiani (indoor) su 400 e 800. Ho omesso le medaglie nelle staffette... altra infornata di tre metalli. Nemmeno le grandi "master" italiane (Gabric, Mazzenga...) quest'anno non sono riuscite a fare meglio. A sorpresa alle sue spalle infatti si piazza Flavia Borgonovo, altra W35, campionessa mondiali, europea e vincitrice agli EMG di Lignano.

Qui sotto tutte le classifiche generali, e quelle categoria per categoria:

Master dell'anno assoluto uomini (in punti):
  1. 122 - Graziano Morotti (M60)
  2. 71 - Giuseppe Ottaviani (M95)
  3. 55 - Ugo Sansonetti (M90)
  4. 51 - Antonio Rossi (M60)
  5. 48 - Giuseppe Rovelli (M90)
  6. 42 - Bruno Baggia (M75)
  7. 38 - Vincenzo Felicetti (M60)
  8. 29 - Mauro Graziano (M45)
  9. 29 - Giorgio Federici (M45)
  10. 27 - Luciano Acquarone (M80)
  11. 27 - Dario Rappo (M60)
  12. 25 - Giovanni Finielli (M60)
  13. 24 - Andrea Naso (M50)
  14. 24 - Luca Tonello (M35)
  15. 23 - Enrico Saraceni (M45)
  16. 22 - Lamberto Boranga (M65)
  17. 22 - Hubert Indra (M50)
  18. 20 - Giammario Pignataro (M80)
  19. 19 - Antonio Maino (M60)
  20. 18,5 - Alessandro Cipriani (M55)
Master dell'anno assoluto donne (in punti):
  1. 83 - Emanuela Baggiolini (W35)
  2. 58 - Flavia Borgonovo (W35)
  3. 47 - Emma Mazzenga (W75)
  4. 45 - Gabre Gabric (W95)
  5. 43 - Denise Neumann (W40)
  6. 40 - Daniela Ferrian (W50)
  7. 40 - Anna Flaibani (W80)
  8. 38 - Maria Domenica Manchia (W35)
  9. 37 - Brunella Del Giudice (W65)
  10. 37 - Giuseppina Sangermano (W65)
  11. 36 - Marta Roccamo (W45)
  12. 33 - Francesca Juri (W50)
  13. 33 - Maria Lategana (W70)
  14. 32 - Waltraud Egger (W60)
  15. 30 - Ingeborg Zorzi (W60)
  16. 28 - Paola Tiselli (W35)
  17. 27 . Natalia Marcenco (W55)
  18. 27 - Rossella Zanni (W45)
  19. 23 - Nadia Dandolo (W45)
  20. 23 - Umbertina Contini (W60)

I master 2011 per categoria per categoria: domani il responso finale

Come ogni anno mi sono dilettato in questo giochino finalizzato ad eleggere i migliori master dell'anno, categoria per categoria. Nulla di trascendente. Un paio di anni fa mi capitò pure di proporre il master dell'anno a livello europeo e con mia grande sorpresa un quotidiano spagnolo riprese il mio ranking per celebrare il campione locale. Succede anche questo nell'Era di Internet.
Nel tempo mi si sono presentate diverse opzioni su "come eleggere chi". Ammetto di non fidarmi dei referendum popolari, che dopo un paio di esperimenti ho dovuto abbandonare. Si è notata infatti la spiccata tendenza a votare esclusivamente per gli amici anche con poco eleganti cordate degne del voto-di-scambio in voga in alcuni comuni commissariati, cosa questa che inficia gli aspetti prettamente tecnici che uno vorrebbe esaltare. 
Non mi fido nemmeno dei panel di "esperti" che purtroppo molto esperti non sono ma che lo stesso si trovano a dover eleggere atleti italiani magari vivendo in un'altra parte del mondo e magari credendo che Vizzoni e Donato siano master solo perchè hanno più di 35 anni e soprattutto senza aver mai avuto contezza dello spessore di molti altri atleti italiani over-35, delle loro gesta, del loro valore avulso, dal peso che hanno avuto nella loro categoria a livello mondiale, continentale, nazionale: alla fine si vota per simpatia o per sentito dire. Insomma, non credo che questa formula premi o abbia premiato davvero i migliori. Sembra davvero strano, per esempio, che uno che vince un titolo mondiale in tutta la stagione (pregevole gesto degno della massima attenzione) possa surclassare uno che oltre ai titoli mondiali, ha abbinato titoli europei, italiani, condendoli con record mondiali, europei e nazionali...
Allora mi è rimasto un solo modo: assurgere al ruolo di Demiurgo e nominare a mia insindacabile giudizio chi siano per me i master dell'anno, basandomi però su alcuni parametri e un principio.
Il principio è che non può essere nominato master dell'anno chi non ha partecipato all'attività master. "Master" è così chi ha presenziato ad una qualsiasi delle manifestazioni a lui dedicate, a livello nazionale o internazionale. Purtroppo (o per fortuna... per loro) rimangono fuori campioni come Vizzoni, Donato, Berlanda, Artuso... ma vivendo ancora nei circuiti semi-professionistici è fuori discussione la loro lontananza da questo mondo un pò naif, fatto di ritagli di tempo e sacrifici extra-lavorativi. E' chiaro che se domani dovessero presentarsi ad un campionato italiano (penso a Carosi che si iscrisse a Roma 2010), anche loro sarebbero presi in considerazione.
Così, per dare un fondamento oggettivo alla cosa, ho attribuito una serie di punteggi a questi fattori: le medaglie vinte a livello internazionale nel 2011 (mondiali di Sacramento, Europei indoor di Gent, EMG di Lignano) attribuendo ad esse diversi punteggi a seconda del piazzamento e del tipo di manifestazione. Per i mondiali e gli europei sono stati attribuiti punti anche alla quarte posizioni, le cosiddette medaglie di legno. Punti sono stati attribuiti inoltre ai titoli italiani master conquistati nell'anno solare; e punti consegnati anche a coloro che nel corso del 2011 hanno stailito i record italiani, facendo una distizione tra le specialità "ufficiali" e quelle "spurie", che sono un mondo in profonda evoluzione e quindi i cui record sono stati anche più "semplici" da ottenere. Ulteriore punteggio hanno contribuito a arricchirli i record mondiali ed europei. Punteggi sono stati attribuiti anche alle staffette medagliate con la nazionale master.
Per concludere: una serie di parametri che nel complesso hanno premiato chi ha conquistato medaglie a livello nazionale ed internazionale, oltre che stabilire record nelle proprie categorie.
Così facendo si è premiata non la singola prestazine (tipo l'unico titolo mondiale), ma l'intera stagione e l'impegno profuso in tutto il 2011: di sicuro così facendo non ho anteposto i miei pregiudizi alle scelte, ma sono pervenuto arisultati frutto di mere sommatorie. Non ci resta che aspettare domani mattina per sapere chi, per Queenatletica, siano stati eletti master dell'anno (di ogni categoria presenterò anche i primi 5 o 6). Al tutto verrà aggiunta più una classifica generale, che di fatto eleggerà il super-master e la super-master del 2011. Premi speciali anche ai sophomore e a rookie e qualche altra sorpresa che mi studierà entro domattina.

26/12/11

Auguri di Buon Natale alla Fidalcricca... sperando sia l'ultimo

Ma che simpatici guasconi ci sono alla Fidal! Ci provano da una parte e se non ci riescono, ecco che ci provano dall'altra. Mentre l'idea di un'ignoranza senza confini sulle limitazioni all'attività dei master colpevoli di essere troppo vecchi si è quasi sgonfiata (purtroppo rimane un moncone di quella norma come uno spuntone malefico: gli over 50 non potranno partecipare ai c.d.s. se... master. Piotranno farlo da senior: valli a capire sti giurisfidalisti) ecco spuntare dal cilindro un'altra norma che stavolta attacca i ragazzi e i cadetti, che è risaputo, hanno meno interessi di casta. O almeno, diciamo che se qualche cosa gli va di traverso, ci mettono poco a dirigersi ad un altro sport.
Ora, quale miglior tentativo di favorire il diffondersi dell'atletica, se non inserendo ai giovanissimi dei bei vincoli al "gioco"? Infatti, che ci crediate o meno, quei simpaticoni della Fidalcricca attuale, tra i milioni di problemi che affligono questo sport, hanno deciso di rompere un pò le palle a tutti: dai giovanissimi ai master, tanto, distrutta per distrutta l'atletica, meglio divertirsi un pò a spese dei tesserati.
Nello specifico i piccoli atleti della categoria "ragazzi" avranno un limite di 4 gare per specialità... in un intero anno!! Ai cadetti il limite per specialità sale a ben 7 gare. Per la serie: non divertitevi troppo: questa è l'atletica. E' tutto vero, non è uno scherzo di catttivo gusto: qui trovate il link all'imponderabile norma .
Dei famosi stravolgimenti rivoluzionari proclamati da Arese scendendo dal Sinai col volto radioso (a forza di schiaffoni presi anche a Daegu) siamo ancora qui ad aspettarli, a meno che fossero appunto quello di vietare ai master oltre i 45 anni di partecipare a tutta l'attività su pista sul territorio atletico nazionale, e togliere la bellezza del gioco ai bambini... e buon natale all'Atletica!! Possiamo proprio parlare di rivoluzioni.
Chissà quale studio della NASA ha individuato che partecipare a più di 4 volte alla stessa specialità in un intero anno, allontana i giovani di 12 e 13 anni dallo sport. Ce lo vedete il giovane lanciatore un pò sovrappeso costretto al supplizio di tantalo nei 2000 metri? O il ragazzino tenerino costretto invece a lanciare il peso perchè ha finito il quorum di gare nella cosa che gli piaceva fare e che lo ha avvicinato all'atletica?
Cioè, invece di dire "nell'arco di un anno i ragazzi e i cadetti dovranno gareggiare in almeno... che sò... tre specialità", hanno preso il toro per le cosa e hanno vietato di farli gareggiare in una sola specialità. Siamo ancora ala Santa Inquisizione: del resto con personaggi come quelli che rappresentano l'atletica oggi (oddio, rappresentano... rappresentano davvero poco dell'atletica italiana visto il porcellum elettorale che favorisce solo 6 o 7 società in tutta Italia: in pratica società che vantano un totale di 300/400 atleti messe insieme, condizionano la vita atletica di 150.000 tesserati... se è democrazia questa) è difficile che esca qualche proposta sensata.
Di sicuro in una delle prossime puntate di "A caccia di misteri" su History Channel, non troverete John McNamara, pescatore di granchi nel fottuto Maine, ma il mistero della fidalcricca, ovvero in una delle teorie degli antichi astronauti, un alieno proveniente da Antares Secondo Iperspaziale Cosmico Siderale, col faccione da Monaco col saio, avrebbe instillato questo gene della pazzia ad un manipolo di personaggi, col compito di farsi ridere dietro. Io pensavo che il seme avesse colpo in pieno solo l'Imbecille che ha prodotto la legge sul limite ai master ma evidentemente il fluido era molto potente.
Bè, a Natale siamo sempre più buoni. Quindi un buon Natale anche a questa Fidalcricca con l'augurio che sia l'ultimo là dentro.

21/12/11

Il porcellum della Fidal sui Master ammainato (parzialmente)

Mi sono pubblicamente espresso sulla cosa da tempo, lo sapete. Ormai sembra essere noto il passo indietro della Fidal sulla Norma-Porcellum, ovvero una disposizione talmente cretina, che al solo ricordarla mi viene da sghignazzare... Se non fosse stato per le ripercussioni devastanti che avrebbe portato. Notare che di norme del genere l'attuale dirigenza Fidal si è davvero distinta nei secula seculorum in questi anni: se ne potrebbe scrivere un libercolo leggero da leggere prima di andare a nanna.
Orbene, sembra che quella cosa sui master non ci sarà più, o meglio: non potranno partecipare ai c.d.s. assoluti (solo a quelli) i master dagli M50/F50 in su. Impatto sul movimento atletico nazionale: ZERO. Tanto rumore per nulla quindi? Mah: diciamo che qualcuno ci ha provato. Un motivo, chissà se lo sapremo mai, c'era di sicuro.
Al momento l'unica ragione plausibile ad una tale boiata sembrava essere un calcolo matematico sul numero di tesserati senior: meno-master = più-senior e Arese avrebbe comunicato a Petrucci (quello che in questi giorni incredibilmente ha fatto la morale al calcio per il calcio scommesse salvo poi dimenticarsi altri scandali etici che riguardano altri sport...come i conflitti di interesse, i fallimenti sportivi) che nel suo mandato si erano centrati tutti gli obiettivi: più tesserati, più senior, più marketing... le medaglie e le classifiche internazionali sono solo problemi marginali.
Lo sapete no, com'era la proposta? In pratica agli sfigati che si fossero malauguratamente tesserati come master e avessero avuto più di 45 anni, di fatto gli sarebbe stata preclusa tutta l'attività del 2012 fatta eccezione delle gare riservate ai master: quindi gli italiani di categoria ed un paio di meeting "dedicati": 4 gare in tutto. Centinaia di persone sarebbero piombate da un momento all'altro nel medioevo sportivo.
In Canada c'è una Legge (non sto scherzando) che vieta di gettare dagli aerei le Alci vive. Ecco, una norma del genere, se fosse passata, sarebbe stata paragonabile a quella canadese, dove evidentemente c'è il rischio di vedersi piovere dal cielo alci scalcianti, mentre il galateo laggiù prevede che le alci quando piombano al suolo debbano essere stecchite.
Ammetto di aver inviato un messaggio su facebook ad un paio di Consliglieri federali per scongiurarli di intervenire sulla cosa e uno mi ha pure risposto. Lo ringrazio, e in qualche modo so che il suo ieri l'ha fatto. Sul traguardo dell'irrazionalità, qualcuno si è accorto che si stava mettendo contro un intero mondo di atleti.
Si conferma comunque il clima di assoluto sbandamento della Federazione, guidata da logiche oscure e assai poco votata a far crescere tutto il movimento perchè semplicemente non è in grado e non lo è mai stata. Ma tant'è: questi si ripresenteranno e probabilmente vinceranno pure la tri-elezione. Solo in Italia succede che le cricche si perpetuino in eterno: quando ci si sveglia?
Così torna tutto come prima, o quasi. Rimane questo moncone di norma che vieta a chi ha più di 50 di partecipare ai c.d.s. assoluti: comunque la si guardi, una porcata.

19/12/11

Statistiche: i 655 titoli italiani Master su pista nel 2011

Ben 655 sono stati i titoli italiani assegnati nelle diverse categorie master in pista nel corso del 2011: sono esclusi in questa elencazione i titoli di corsa in montagna e corsa su strada, temi, com'è nello spirito di questo sito, non sono trattati da me, visto che esistono decine di siti più specializzati e più competenti. 261 i tricolori tra le donne e 394 tra gli uomini. Per ciò che concerne i singoli titoli, tenendo conto solo dei titoli individuali, svettano Maria Letagana e Ingeborg Zorzi, con sette "scudetti" a testa, mentre il miglior atleta al maschile nel corso di questa stagione è risultato essere Hubert Indra, con sei titoli. I vincitori-esordienti (classe '76) sono stati "solo" 5 (ma 2 titoli per Marco Alaimo) e nessuna donna ha vinto all'esordio nella categoria. Il più anziano vincitore di un titolo tricolore è invece stato Mario Riboni, classe 1913: 98 anni. Le gare più "affollate" durante i campionati tenutisi nel corso dell'anno sono stati i 200 M45 indoor (ben 44 partenti) e i 60 sempre M45 (44 partenti anche in questo caso). 115 i titoli assegnati... singolarmente, all'unico partecipante in gara, mentre 277 sono state le gare dove bastava presentarsi per arrivare sul podio. 5,96 è la media-partecipanti per gara (tenendo conto di tutte le manifestazioni, sia indoor che outdoor). 12,41 è la media solo della categoria M45, la più "affollata" ai campionati italiani. Qui sotto alcune classifiche della stagione, mentre in fondo all'articolo il file con tutti i vincitori di titoli italiani master nel 2011. 

7 titoli: Maria Lategana (F70), Ingeborg Zorzi (M60)
6 titoli: Egger Waltraud (F60), Fiorella Fretta (F65), Hubert Indra (M50)
5 titoli: Bruno Baggia (M75), Paola Melotti (F50), Giuseppe Ottaviani (M95), Paola Tiselli (F35), Luca Tonello (M35)
4 titoli: Alberto Bassi (M75), Flavia Borgonovo (F35), Giovanni Finielli (M60), Rosanna Grufi (F55), Francesco Longo (M35), Anna Micheletti (F55), Piercarlo Molinaris (M60), Denise Neumann (F40), Raffaello Piermattei (M75), Giammario Pignataro (M80), Marta Roccamo (F45), Antonio Rossi (M60), Giuseppe Rovelli (M90), Maria Sangermano (F65), Ugo Sansonetti (M90);

Nelle staffette (comprese quelle del mezzofondo), svetta la Liberatletica di Roma, con 5 titoli nel corso del 2011.

5 titoli: Liberatletica;
4 titoli: Atl. Roma Acquacetosa; ASD Romatletica, 
3 titoli: SEF Macerata, Athlon Bastia, Asi Veneto, Atl. San Marco Venezia, 

Se prendiamo i titoli del 2011 solo per società, comprensivo di titoli individuali e quelli a squadre, questa è la classifica:

31 titoli: ASD Romatletica (RM); 
22 titoli: SEF Macerata (MC); 
21 titoli: Liberatletica (RM); 
20 titoli: SC Meran Volksbank (BZ); 
18 titoli: Atl. Ambrosiana (MI); 
16 titoli: Atl. Sandro Calvesi (AO); 
15 titoli: Vittorio Alfieri Asti (AT); Suedtirol TC (BZ); Cus Lecce (LE), 
13 titoli: Olimpia Amatori Rimini (RN); 
12 titoli: Nuova Atletica del Friuli (UD); 
11 titoli: Atl. Lonato-Lem (BS); Atl. ASI Veneto (VE); 
10 titoli: Road Runners Club (MI), Athlon Bastia (PG); 
09 titoli: Virtus Castenedolo (BS); Assi Giglio Rosso (FI); Cus Palermo (9); Penta Sport (TS); Tortellini Voltan Martellago (VE);  
08 titoli: Borgo A Buggiano (PT); Cus Tirreno (RM); Valli Di Non e Sole (TN); Atl. S. Marco (VE); 

Tutti i Campioni Italiani Master del 2011

18/12/11

Ho il minimo e non mi porti alle Olimpiadi? Mi paghi! La storia di Friedek!

Fa da un certo punto di vista scalpore la sentenza del Tribunale di Francoforte che ha sancito che Charles Michael Friedek (classe 1971), campione mondiale di salto triplo nel 1999 e con un personale di 17,59, avrebbe dovuto partecipare alle Olimpiadi di Pechino del 2008. In quell'annata Charles superò il limite di 17,00 metri fissato dalla propria federazione per la partecipazione alle Olimpiadi cinesi ma non fu convocato dal Bundes-team perchè, secondo i "federali", non avrebbe soddisfatto i criteri stabiliti per la partecipazione ai Giochi che prevedevano non solo il superamento di detto limite, ma anche la reiterazione del risultato. Orbene, a Wesel, in Germania, il 25 giugno del 2008 il triplista teutonico planò a 17,04, ma in uno dei salti ancillari nella stessa manifestazione superò i 17 metri, ragion per la quale ritenne di aver soddisfatto i criteri stabiliti, ovvero saltare oltre i 17 metri due volte nella stessa stagione. Non così la vide la propria federazione, che interpretò i propri stessi criteri in maniera restrittiva, intendendo, senza scriverlo, che le due misure si sarebbero dovute ottenere in due manifestazioni diverse. Ma negli Stati di diritto, le cose bisogne scriverle, non lasciarle intendere...
Dalla controversi giudiziaria che ne nacque, oggi ne è uscito vincitore l'atleta, che ha chiesto un risarcimento di 130.000 € per i mancati introiti pubblicitari e per i mancati guadagni professionali. E per fortuna che Friedek aveva già partecipato a 3 olimpiadi prima (Atlanta, Sydney e Atene), quindi non sarebbe stata l'unica partecipazione in carriera.
Ora trasponendo la cosa alla Fidasics, si pensi a che buchi di bilancio si avrebbero se tutti gli atleti scippati negli anni da legittime convocazioni alle più svariate manifestazioni (dopo aver soddisfatto i criteri dalla Federazione stessa imposti, anche in più occasioni) avessero intentato azioni risarcitorie alla Federazione stessa. C'è la clausola compromissoria? E chi se ne frega se la tua carriera è rovinata da chi non ti dà il giusto riconoscimento alle tue prestazioni? Si pensi solo una mancata partecipazione ad un'olimpiade per un atleta cosa possa significare: il danno è sicuramente di natura economica, morale, sportiva... e questo te lo può riconoscere solo un tribunale, appunto, civile.
Come si commentava su facebook, l'unico problema è che coloro che optano le scelte, non pagano mai di proprio pugno, ma penderebbero dal bancomat-Fidal per riparare ai propri danni, che umiliano chi per raggiungere quei criteri e quelle manifestazioni ha dovuto fare enormi sacrifici e perdere fette di vita in allenamenti, gare, vita familiare sacrificata, terapie pagate di proprio pugno, che purtroppo nessuno restituirà più. Bisognerebbe "personalizzare" gli errori, e far in modo che chi li compie, paghi di propria tasca il dovuto, senza appesantire le casse della Fidal, i cui forzieri vengono alimentati da società e atleti.
Con i rappresentanti che ci siamo (non) meritati, probabilmente l'unica via per ottenere le legittime rivendicazioni, è propria quella giudiziaria.
Se si pongono dei criteri poi non ci si può rimangiare la propria stessa parola, è questo che ci insegna Friedek.

12/12/11

Ai Consiglieri Fidal di buona volontà: abrogate quella norma... per favore

(la Nazionale italiana master a Sacramento) - Non ho capito bene quando ci sarà l'ultimo Consiglio Utile. Qualcuno dice oggi, 14 dicembre. Qualcun'altro mi ha parlato del 20 dicembre. 
Non importa. 
Mi appello alla sensibilità di quei Consiglieri che possono salvare ancora qualche cosa di quello che rimane. Per favore, una volta tanto, fate una cosa che vada a beneficio di tutto il movimento e non solo di qualcuno.
Si torni sulla norma relativa al divieto di partecipazione agli over-44 ai c.d.s. assoluti e ai campionati italiani assoluti, e la si cancelli. E' un'ingiustizia incredibile, stupida, razzista, indegna. Persegue logiche infantili ed è un passo indietro di 30 anni rispetto a tutte le dinamiche in atto nel mondo sportivo odierno.
Sarebbe un danno incalcolabile per tutto il mondo master, che è il bacino di tesserati più grande della Fidal. 80.000 atleti, dei quali la stragrande maggioranza, come è facile intuire, sono proprio over-44.
Le dimensioni della catastrofe non sono ancora quantificabili, ma di certo porterà ad una rivoluzione che alla fine avrà un solo senso: incrementare il numero di senior ormai azzerato non certo per colpa di chi invece, con tanti sacrifici, cerca di allenarsi oltre i 35 anni. Il tutto succederà così svuotando il bacino di utenza del mondo master che fa pista. Non ha senso!
Di fatto i c.d.s. master saranno depotenziati, costringendo molti a tesserarsi come senior. Ma proprio questa Federazione, vi ricordo, aveva messo tra i propri punti programmatici, l'eliminazione di questa insensata distinzione: chi ha 35, 40, 50 o 60 anni è un atleta come quello di 20, anche se le sue prestazioni sono inferiori. L'abilitazione per ogni singolo atleta la dà un medico, che si prende le responsabilità di quello che succede eventualmente... se questo è il problema. 
Ma perchè uno di 35 anni se è tesserato come senior non può partecipare ai c.d.s. master, e se è tesserato come master sì? E perchè, di contro, uno di 45 tesserato come senior può partecipare ai c.d.s. assoluti, mentre se è master no? Ma che idiozie sono mai queste? 
E' il periodo dove bisognerebbe liberalizzare la partecipazione alle gare, visto il crollo di iscritti alle manifestazioni in pista, favorire le opportunità, non deprimerle anno dopo anno. In Svizzera il cadetto corre con il master da sempre, e nessuno si è mai scandalizzato. In Atletica conta il tempo, la misura, l'altezza, la lunghezza, la forza, non l'età. 
Quindi, se c'è qualcuno di buona volontà là dentro, per favore, si redima e si batta per cancellare questa norma iniqua e proponga altresì la partecipazione dei senior ai campionati di società master: potrebbe essere il primo passo per l'abolizione di questa sorta di ghettizzazione data da una differenza di tesseramento che non esiste in nessun'altra parte del mondo (e che per i master italiani costa pure di più dei senior...). 
Per favore.
Grazie.

11/12/11

Europei di Cross: la speranza è... master

(foto di Giancarlo Colombo/Fidal) - Fa un pò senso leggere la cronaca della gara senior femminile di Velenje, in Slovenia, sul sito della Federazione Europea e scoprire ad un certo punto come Nadia Ejjafini sia considerata la "italian hope", ovvero la "speranza italiana". Nadia Ejjafini è una talentuosa ragazza del 1977, ovvero 34enne nell'anno in corso. Tra tre settimane sarà (per la gloriosa Federazione italiana) in via teorica tesserabile come F35, quindi... master. La seconda delle italiane (e seconda prestazione di tutta la spedizione azzurra) è risultata essere Valeria Straneo, classe 1976, quindi già master de facto da quest'anno. Prendiamo atto che la speranza azzurra è... master visto che dalle giovani non si vede nulla da anni luce. La Ejjafini ha il merito di aver fatto una grande gara, premiata di una prestigioso 4° posto, che è il migliore mai ottenuto da una azzurra nella storia del campionato Europeo: prima di lei il miglior posto era il 9° ottenuto da Patrizia Tisi a Edinburgo 2009 e Sabrina Varrone a Oeiras nel 1999. La preistoria atletica. La Straneo invece, ottiene la 4° prestazione azzurra di sempre, dopo le 3 citate atlete ma al pari di una top-runner come Elena Romagnolo (10^ a Bruxelles '08). Una delle vere speranze del mezzofondo italiano, Valentina Costanza, arriva solo 48^ (su 49 al traguardo) ma probabilmente vittima di qualche crisi fisica. 6^ la formazione italiana nell'overall a squadre con 101 punti ( punteggio di sempre nelle 18 edizioni di campionati europei al femminile): la miglior prestazione italiana è stato il posto raggiunto in 4 circostanze.
Al maschile prova da 7 per Stefano La Rosa, che arriva in fondo al 14° rango, che è il 20° piazzamento di sempre maschile azzurro su 104 presenze-gara nelle 18 edizioni di Campionati Europei. E' anche il suo miglior piazzamento personale nei 4 caps vantati (era giunto 15° a Dublino nel 2009). Gabriele De Nard, a 37 anni e alla 15^ presenza consecutiva, giunge 17°, che è la sua 5^ prestazione di sempre (al pari di altre due) in una carriera culminata con il posto a Thun nel 2004 (miglior prestazione di sempre di un italiano agli Europei di Cross). 23° posto per l'esordiente Kaddour Slimani, che aiuta l'Italia arrivare al posto, che su 18 edizioni significa la 12^ prestazione di sempre così come 12° è il punteggio (84 punti). Insomma nulla di nuovo sul fronte. Soprattutto non ci sono giovani all'orizzonte.
Le note dolenti arrivano appunto dai giovani: nessuna atleta presente tra le Under 23, che in tutte le edizioni di Campionati Europei sono riuscite a presentare una squadra completa in solo 4 edizioni. Tipico della politica-sportiva più becera della Fidasics: meglio non mostrare nulla se non va bene. 
Patrick Nasti tra le promesse giunge 11°, che è la 5^ prestazione di sempre di un italiano al Campionato Europeo tra gli Under 23. Sensibile il suo miglioramento rispetto alla scorsa edizione di Albufeira dove giunse addirittura 55°. Non altrettanto bene gli altri italiani, che hanno portato la formazione all'11° posto tra le nazioni europee, ovvero il 5° rango di sempre su 6 edizioni in cui la categoria è stata presentata agli Europei. 
Disastrosi gli junior, dove si salva solo Giuseppe Gerratana con il 20° posto. La squadra arriva addirittura 15^, ovvero nettamente la peggior prestazione di sempre con 262 punti conquistati (più se ne ha, peggio è...). Il peggior piazzamento fino a quest'anno, era l'11° rango con 183 punti del 2003 ad Edimburgo. 
Infine presenza incolore nelle junior, con solo due atlete (Virginia Abate 35^ e Martina Marlo 66^) e il mancato inserimento nella classifica finale.
Il grande lavoro di questa Fidal si sta comunque vedendo: la naturalizzazione degli stranieri di seconda generazione è ormai alle porte, e così finalmente ci sarà una boccata d'ossigeno ad una specialità che alla Federazione non sanno nemmeno che esista più. 

Europei di Cross: le statistiche degli azzurri al maschile prima della partenza

Ecco quello che potrebbe servirvi sapere prima dell'inizio dei campionati Europei di Cross.

  • Nessun italiano nella gara maschile assoluta è riuscito ad andare sul podio.
  • Il miglior piazzamento italiano individuale, nella gare assoluta maschile è stato il 4° posto di Gabriele De Nard a Thin nel 2001.
  • 13 i piazzamenti nei "10" in 17 edizioni su 99 atleti presentati. Di questi, 5 ne vanta il solo Umberto Pusterla 2 Giuliano Battocletti, gli altri una a testa (De Nard, Lalli, Baldini, Barzaghi, Meucci e Arlati). 
  • 36 invece quelli entro la 20^ posizione (8 il solo De Nard). 
  • 7 gli atleti azzurri che si sono ritirati dalla competizione maschile (2 volte Giuliano Battocletti).
  • Il peggior piazzamento di sempre di un azzurro è stato l'81° rango di Davide Maffei a Malmoe 2000.
  • Questa la classifica dei caps nella prova individuale maschile (prime posizioni): 14- Gabriele De Nard; 9- Umberto Pusterla; 7- Giuliano Battocletti; 6- Michele Gamba; 5- Luciano Di Pardo, Maurizio Leone; 4- Andrea Arlati, Gian Marco Buttazzo; 
  • Con oggi Gabriele De Nard raggiunge i 15 caps, probabilmente il record assoluto europeo di partecipazioni agli Eurocross. La prima edizione cui partecipò fu quella del 1996 (15 anni fa) a Charleroi, in Belgio. E' di conseguenza la 15° edizione consecutiva cui partecipa ininterrottamente da quell'anno.
  • Con oggi Stefano La Rosa raggiunge 4 caps, Ruggero Pertile i 3, Yuri Floriani è alla seconda partecipazione, mentre per Kaddour Slimani è l'esordio. 
  • Proprio a Valenje, località in cui oggi si svolgono gli Europei, ci fu l'unica partecipazione di Stafano Baldini nel 1999: arrivò 10°.
  • Assenti oggi i due migliori mezzofondisti azzurri degli ultimi anni: Daniele Meucci e Andrea Lalli.
  • Tra i partecipanti italiani c'è anche il compianto Cosimo Caliandro (si ritirò nel 2007 a Toro), Gennaro Di Napoli (un'edizione, a Ferrara nel 1998).
  • La media di tutte le posizioni valide porta ad un 28,84 di piazzamento medio degli italiani agli Eurocross.
  • La squadra è sempre riuscita a portare un punteggio complessivo (ci mancherebbe se non ci riuscisse nemmeno in questa circostanza). 
  • Il miglior piazzamento fu la vittoria a Ferrara nel 1998 (con Battocletti 7°, De Nard 12°, Pusterla 15°, Di Napoli 19°, Di Pardo 32° e Bennici 59°).
  • Tre i podi complessivi nella kermesse a squadre: il secondo fu l'argento a Helsingborg 2004 e il terzo il bronzo a Dublino 2009 con Meucci, La Rosa, Lalli e De Nard.

10/12/11

Diack, quello della mazzetta

Lamine Diack non mi è mai piaciuto. Mi ricorda sempre Robert Mugabe e almeno visivamente non mi ha mai dato l'impressione di essere uno stinco di santo. Poi scava che ti scava, ogni tanto dal suo armadietto escono degli scheletrucci niente male. Come l'"aiutino" di 40.000 dollari che ricevette nel 1993 da una società di marketing che gli ricostruì la casa in Senegal. 40.000 dollari nel 1993 in Senegal, non sono proprio piccola cosa. Un aiuto "da amici" si difende lui che si era trovato in difficoltà dopo che la sua casuccia (a questo punto di un valore superiore) gli prese fuoco per un inopinato incendio dovuto ai moti rivoluzionari che scoppiarono nel paese africano. Allora era "solo" vice-presidente della IAAF. Peccato che chi gli cedette i soldi fu tale Jean Marie Weber, ovvero il patrono della ISL, cioè una società di marketing sportivo che collassò nel 2001 con 300 milioni di euro di debiti. Pochi mesi dopo l'atto di incredibile generosità di Weber verso Diack, un assoluto caso fortuito portò la IAAF a stringere un contratto milionario con la stessa ISL per il marketing e la vendita di diritti televisivi. Puro caso, secondo Diack. Perchè non credergli. Un amico ti presta un mucchio di soldi e dopo due mesi, per puro caso, gli fai sottoscrivere un contratto milionario: succede tutti i giorni, no?
Purtroppo le logiche del Comitato Olimpico sono peggiori di quelle del Parlamento italiano (oddio, non fino a questo punto) e la compravendita di rappresentanti (si pensi quando si scelsero le Olimpiadi ad Atene...) sono come le abbanniate al mercato di Ballarò. Così il tutto si è risolto con un buffetto sulla guancia per Diack (un richiamo orale, di fatto) che continuerà così impunemente a guidare l'atletica mondiale con i suoi meccanismi intrallazzanti. Imbarazzante come il potere si perpetra a dispregio della morale. Del resto noi Italiani non temiamo spread in questo campo: siamo i primi al mondo. 
Un inviato di transparencysport, Andrew Jennings, ha così cercato di intervistare Diack su questo piccolo regalo che sapeva tanto un inciucio. Il tutto avvenne a Londra, ad Aprile di quest'anno. Non appena il giornalista si qualificò, Diack si ricordò di essere il presidente della Federazione Internazionale di Atletica, e scattò come Usain Bolt (ma quello di Daegu nei 100) verso le scale fino a raggiungere il primo piano, dove si rintanò in un ascensore. Il giornalista, lo raggiunse e gli chiese conto non solo del regalo, ma anche di questioni legate all'organizzazione dei mondiali in Qatar (dove sembra girassero stranamente soldi in contanti). Il presidente senegalese tacque e aspettò che si chiudesse l'ascensore per dileguarsi. 
Insomma, un personaggio controverso che la dice lunga sulla qualità dei personaggi che guidano questo mondo. Su tutto rimane il conflitto di interessi, che fa in ogni circostanza l'uomo un pò meno rigido nella sua visione etica della vita.  
Del resto, provate a dire ad Arese che gli atleti della Federazione di cui è presidente vestono casualmente abbigliamento con il marchio dell'impresa di cui, casualmente, è presidente in Italia. Vi direbbe casualmente che lui non c'entra nulla. E' un altro contratto con altri soggetti e lui è totalmente e casualmente estraneo. Ci credo.... casualmente.  

Il promettitore seriale e i minimi dei campionati italiani

Oh, ma io me lo ricordo bene! Dopo gli schiaffoni di Daegu (successivi a quelli degli ultimi anni), Fra Franco Arese, ancora privo di tonsura, disse che ai campionati italiani individuali assoluti bisognava ampliarne la partecipazione il più possibile. Ebbene detto-fatto: usciti i minimi per gli individuali indoor e i minimi sono praticamente gli stessi dell'anno scorso. Per verificarlo qui sotto vi ho messo sia i minimi del 2011 che quelli del 2012. I piccoli ritocchi hanno riguardato solo gli allievi, di fatto. Un altro passo verso la rivoluzione che promise (qui l'articolo) nel dopo-Daegu. Ora, dai, basta... dove sono le telecamere nascoste di Candid Camera? 
Minimi Indoor 2012


Minimi indoor 2011

09/12/11

Retrospettiva 2011: le statistiche degli European Masters Games di Lignano

Dovendo bene o male scrivere tutto da solo negli ultimi tempi, ammetto di aver tralasciato di scrivere un pò di cosette nonostante avrei tanto voluto. Del resto le mie giornate sono di 24 ore come quelle di tutti, e così una svariata serie di fattori intervengono a limitare le mie incursioni. Tra i master sarebbe stato interessante scrivere categoria-per-categoria tutti gli avvenimenti dei campionati italiani di Cosenza, ma dopo un'inopinata cancellazione di alcuni articoli che ero convinto di aver salvato, mi sono leggermente smontato. Di sicuro hanno avuto un posto di riguardo nella stagione master che si sta per concludere gli EMG che hanno risposto alla sempre più pressante necessità di fornire opportunità ai master. Naturalmente la Fidal presso cui "lavora" quell'utile idiota che fa le norme ad minchiam per i master sta andando esattamente nella direzione opposta, ma questo lo sapevamo già e bisognerà lavorare per far in modo che questi torni a coltivare il suo orticello di rape. 
Ma venivamo alle cose che ci interessano, ovvero gli European Masters Games che ammetto di aver criticato a priori salvo poi avervi partecipato. Purtroppo le opportunità per i master di confrontarsi si sono ridotte al lumicino e le opportunità future (sembra) crolleranno ulteriormente. Meglio quindi approfittarne.
Poi gli EMG si sono dimostrati una grande Manifestazione dal punto di vista organizzativo. Una delle migliore degli ultimi 5 anni (non c'ero, ma dicono che Ancona '09 abbia raggiunto livelli eccelsi... ma ero infortunato, ergo non posso dare il mio parere). Ma bando alle ciance, vediamo le statistiche azzurre di Lignano 2011.
Innanzi tutto il numero di eventi cui hanno partecipato italiani: 405. 158 gli atleti italiani presentatitisi a Lignano (e Gorizia), quindi con una media di 2,56 gare ad atleta (quindi comprensiva di gare di qualificazione, batterie e finali, oltre che li eventi nelle prove multiple). 62 gli ori, ovvero il 15,30% degli eventi hanno portato ad un oro. 53 gli argenti e 35 bronzi, per un totale di 150 medaglie vinte, vale a dire il 37,03 degli eventi che hanno visto alla partenza degli azzurri, si sono viste medaglie. Anna Flaibani (W80) ha portato a casa 3 ori, il miglior risultato in termini di medaglie pregiate della spedizione azzurra. Con due ori troviamo invece 9 atleti azzurri: Heinrich Amort (100 e lungo W75), Flavia Borgonovo (lungo e triplo W35), Brunella Del Giudice (martello e martellone W65), Giovanni Finielli (800 e 1500 M60), Volodymyr Kovalyk (800 e 1500 M40), Roberta Mombelli (5 e 10 km di marcia W40), Marta Roccamo (100 e 200 W45), Antonio Rossi (100 e 200 M60), Maria Sangermano (100 e 200 W65).
Se parliamo solo di medaglie, in testa troviamo Rossella Zanni, che ne ha portate a casa 4: l'oro nell'eptathlon oltre che gli argenti in 80hs, lungo e alto. 11 invece gli atleti con 3 medaglie complessive (Giorgio Bortolozzi, Andrea Benatti, Andrea Cabboi, Brunella Del Giudice, Anna Flaibani, Giuseppe Franco, Giovanni Guerini, Giusy Lacava, Massimo Poli, Guido Potocco e Maurizio Starrantino.
Particolarmente sfortunata Brunella Del Giudice, che accanto a 3 medaglie (2 d'oro) ha ance collezionato 3 medaglie di legno (ovvero quarti posti).
Qui sotto il prospetto di tutti gli eventi cui hanno partecipato i master italiani a Lignano 2011.
2011 - Euro Masters Games - Lignano Sabbiadoro

Il vento in Italia: le statistiche per città in ordine alfabetico

Il vento in Italia. Un'altra statistica di Marco Giacomantonio dopo quella fornita qualche giorno fa. Questa volta sono ordinate le città "significative" in ordine alfabetico. Nel precedente articolo le avevamo ordinate per percentuale di vento a favore (qui il link al precedente articolo).
Il vento in Italia - città in ordine alfabetico

08/12/11

Aresium Tremens e le rivoluzioni dell'ultimo anno in Fidal

Il Franco-Arese-pensiero nello stesso giorno su Gazzetta dello Sport e Corriere della Sera, ovvero i due quotidiani italiani più venduti. Delirio collettivo mediatico? Non lo so: però se fate parte di quella nutrita schiera di aficionados che ci tiene a questo sport e pensate di poter sopportare di sentirne altre, prendete i due quotidiani di ieri, e fatevi due grasse risate. Il promettitore seriale di Cuneo è tornato a far ciò che ha fatto meglio in 7 anni e mezzo: promettere ancora per il 2012, l'ultimo ma non ultimo (probabilmente). Le interviste doppie su Gazzetta e Corriere sembrano la fotocopia di quelle che gli emissari di Minzolini riuscivano ad imbastire a Berlusconi sul TG1: domande timorose, accomodanti, mai una volta insidiose. E che interviste sono, allora? E quello che ne uscito è stato un quadretto idilliaco in cui mancava solo che Arese indossasse la copiosa barba bianca e i il berretto rosso, per accompagnarci nel festoso clima natalizio. 

La peggior Italia degli ultimi 150 anni del resto è proprio questa: chi distrugge, umilia, asfalta, deprime un intero mondo, pretende di esserne anche il salvatore. E lo fa in maniera quasi risibile: come qualsiasi politichello di quartiere, le promesse le fa a 8 mesi dalla fine del mandato. Il politichello lascia che il paesello vada in rovina prima di riparare le buche un paio di mesi prima delle elezioni. Qui le voragini Arese, dopo 7 anni e mezzo su otto, decide di mettere le pezze sul chilometro finale. Chi ci crede è un beone e le pezze, come è desumibile, sono solo fumo negli occhi.

Fabio Monti, sul Corriere, alza quasi goffamente di continuo la palla affinchè Arese possa schiacciare senza muro a campo aperto. Ma dove sono le domande che tutto un movimento si aspetterebbe dal proprio presidente? L'apoteosi il duetto la raggiunge di fronte al domandone che l'avrebbe dovuto distruggere, verso la fine dell'articolo, quando tutti ormai sono a nanna dopo aver snocciolato le ennesime pallose promesse che nulla cambiano dell'intero movimento: "ma questa rivoluzione annunciata non la si poteva fare prima?". A parte che di Rivoluzione non c'è proprio traccia, ma ecco la risposta laconica e ieratica: "le cose accadono quando i tempi sono maturi". Come se a Berlusconi Augusto Minzolini avesse domandato: "quindi Ruby era la nipote di Mubarak?". Risposta: "assolutamente sì, senza ombra di dubbio. Lo chieda a Fede che me l'ha portata qui dal Marocco". Molto meno prosaicamente, Arese ci dice che dopo 7 anni di "successi" non c'era bisogno di nessuna rivoluzione. E infatti non la farà. Quelle sono ad unico uso e consumo delle società che lo sostengono elettivamente: l'unica vera rivoluzione in 8 anni di fulgidi successi di Arese, e ve lo scrivo da 4 anni, è stata l'esclusione delle società militari dai c.d.s. con il conseguente contraccolpo di impegno di queste nell'attività sportiva. Ovvero, togli i militari in Italia e non ci rimane più nulla, a parte una manciata di voti. Ma questo, come vi ripeto anche questo di continuo, era il prezzo da pagare alla rielezione. Ma non è che abbia poi mai pensato di creare circuiti alternativi per tutelare gli atleti... li ha affidati alle più grandi società civili mercenarizzate di oggi (quelle che per intenderci lo voteranno di nuovo). 

Ma in cosa consisterebbe poi questa "rivoluzione"? Pensate: nella cancellazione della Coppa Italia, ovvero dell'ultima cosuccia che era rimasta alle società militari per esprimersi sul suolo patrio. La domanda è spontanea a questo punto: ma a che servono più le società militari? A pagare gli stipendi per atleti che corrono per i privati? In periodi di tagli, questa cosa è mastodontica e molto poco etica. Invece di incentivarne l'attività, la si deprime, in attesa che gli stranieri italianizzati di seconda generazione arrivino a vincere qualche cosa per la nostra Nazione. Questo è secondo me il disegno generale. 

Sotto la parola "rivoluzione" rientrerebbero anche i 4 tecnici (uno per specialità) che vagheranno per il mondo in cerca di autore. Ridete pure. Una crisi esponenziale di idee e metodi risolta da 4 tecnici salpati sull'Arca di Noè. Sarebbe bastato collegarsi ad internet e si sarebbe speso molto meno... sarebbero serviti manager capaci e non consiglieri mansueti, dirigenti cadregati alle sedie e tecnici itineranti, per risolvere questa crisi profonda. L'organizzazione parte dai buoni propositi e dai metodi che vengono utilizzati, non da situazioni tampone. E poi? Quando torneranno dal loro girovagare per il Mondo (torneranno dopo l'elezione di Arese, presumo) i 4 tecnici saliranno sui colli ed in mezzo ai prati a dispensare il verbo agli altri tecnici che a quel punto penderanno dalle loro labbra come emeriti beoti? Ancora una volta una visione distorta e figlia del caso in Fidal. Nulla di organico, complessivo, strutturale: si vive alla giornata come da ormai troppi anni.

Sul taglio del 20% delle concessioni del CONI Arese fa lo scodinzoloso. Ci mancherebbe che si lamentasse con Petrucci dopo tutto quello che Petrucci ha fatto e detto di lui (ma che non ha fatto con altre Federazioni bel migliori a livello di risultati): non l'ha commissariato, non l'ha rimosso per i conflitti di interesse, non l'ha espulso dopo i tonfi a ripetizione. Rimane lì e pure ha l'ardire di ricandidarsi.
A proposito, l'ultima domanda "ingenua" di Monti (un Monti di questo periodo è sempre una sicurezza): ma si ricandida?. "è possibile. La voglia c'è, la passione è quella di un tempo". La voglia? La passione di un tempo? Risate a crepapelle in sottofondo. Di credibile giornalisticamente rimane solo il "è possibile" che bisogna leggere come un "sicuramente!!". Perchè l'arroganza del potere si vede soprattutto in questi momenti: non accettare i fallimenti e continuare a perpetrarsi in eterno in spregio alla ragione.

Sull'articolo-fotocopia della Gazzetta dello Sport (che caso, eh?) c'è spazio anche per sbeffeggiare pure i master: per Arese infatti ci sarà un occhio di riguardo per gli 80.000 master (molto dei quali vestono Asics): e a dire il vero si è già avuto modo di vedere quanto Arese ci tenga a questo esercito di atleti over-35 dopo il varo della Norma-dell'imbecille. A tutto fa da contraltare un minimo articolo di Fausto Narducci a sinistra dell'articolo citato che con estrema pacatezza sostiene che questa non sembra molto una rivoluzione. Ma infatti, è pura flatulenza. 

In effetti nel dopo-Daegu sembrava che dovesse succedere l'imponderabile e una rivoluzione copernicana: mi chiedevo da dove si sarebbe potuto partire, visto che Arese di fatto aveva scaricato su tutto il movimento e non sulle sue scelte scellerate la colpa dell'attuale situazione dell'atletica italiana. Nulla. La montagna ha partorito l'ennesimo topolino insignificante, che non dà alcun impulso all'intero movimento, ma che si concentra di fatto solo sulla ricerca del campionissimo che vinca la medaglia nel grande appuntamento per così salvare il popò della nomenklatura. Scelte coraggiose non ne vedremo mai, anche perchè con i personaggi con i quali Arese si contorna, non è per nulla possibile sperare di vedere nulla di nuovo.

Il panorama che emerge è di estrema tristezza. Un futuro tetro, guidato da obiettivi alla-giornata. E all'orizzonte non si vede proprio nulla di buono. Come una qualsiasi manovra "equa" di Monti. A pagarla saremo tutti noi: state pur certi che qualcuno di sicuro ne godrà.

06/12/11

Jacko Gill, 16 anni, manda il peso in orbita: 20,38 e minimo per Olimpia

Il fenomeno neozelandese Jacko Gill, 16 anni lanciatore precoce e sensazionale, ha piazzato la botta-monstre, che gli vale il minimo per le Olimpiadi di Londra dell'anno prossimo. Con una cannonata a 20,38 al primo lancio con il peso da 7,260, l'allievo ha ottenuto il nuovo record assoluto neozelandese che già gli apparteneva (20,01). Il lancio rappresenta anche la miglior prestazione mondiale per atleti di 16 e 17 anni (e ci mancherebbe...). E ora si è detto pronto ad affrontare l'arena olimpica a Londra. Il suo allenatore, Didier Poppe, avrebbe dichiarato che Gill vanta in allenamento già lanci vicini ai 21 metri. Qui il video del lancio

03/12/11

L'imbecille della Fidal e le devastazioni all'atletica italiana

(foto da senonricordomale.blogspot.com) - C'è un imbecille che vaga per i corridoi della Fidal. Uno cui vorrei dare tanto un volto e un nome. Probabilmente sta solo facendo il gioco di qualcun altro, finalizzato ad ottenere qualche obiettivo oscuro e che io, nella mia ignoranza, ho solo individuato nella trasmigrazione di anime dal mondo master a quello dei senior, per rimpinguarlo nell'ultimo anno di mandato di Arese: sapete com'è, no? Uno finisce il suo secondo mandato e non ci sono più senior in circolazione... tabula rasa. Chissà come mai. Ma se qualcuno ha qualche idea migliore, me la dica che la pubblico seduta stante. 

Tornando sull'argomento di ieri, ammetto di aver sbagliato: avevo limitato il mio sguardo ai soli c.d.s. assoluti e ai campionati italiani assoluti. In realtà le limitazioni ai master over-45 derivanti dalla norma 6.1 e 6.2 sono molto ma molto peggiori: coinvolgono infatti TUTTE le manifestazioni senior. Una rivoluzione, anzi, un'involuzione storica. Azzerato, annientato, annullato di fatto il mondo dei master e i propri tesserati che ora si vedranno limitate a 2/3 gare l'anno tutta la propria attività.

Ma quale imbecille ha mai potuto partorire una norma così ignobile? Una norma che nessun paese del Mondo attualmente adotta perchè troppo stupida ed autolesionista, di stampo nazista, mafiosa, talmente ignorante che deve nascondere per forza qualche interesse di parte. Welcome to Italy! Qualcuno mi suggeriva che a qualche campionato italiano di campestre è purtroppo successo che in tv ci finisse il 60enne doppiato, e questo è stato un male per l'immagine dell'atletica. 

Peccato che questa sia l'atletica italiana oggi... Signor Imbecille, non volevi il 60enne doppiato in tv? Mettevi i minimi su tempi ottenuti su 5000/10000 nell'anno precedente e ti toglievi i 60enni... peccato che poi ti saresti tolto un'altra fetta di senior. Ancora una volta l'aver seminato male per sette anni, invece di incentivare la permanenza dei giovani, Vi ha portato a dover attingere forzatamente al serbatoio dei master. Che poi... se il 60enne di cui prima si tesserasse come senior, ce l'avresti avuto ancora in mezzo alle palle e davanti ai monitor TV. Imbecille due volte. 

Arese era uscito da qualcuno dei suoi Consigli-farsa degli ultimi tempi pontificando che il 2012 sarebbe stato l'anno della svolta con cambiamenti epocali: come il suo programma visibile (e risibile) sul sito Fidal (che risale al 2005 ed è valido sino al 2008): non è cambiato assolutamente nulla. Come nel Gattopardo, tutto cambia per non cambiare. Alcune società civili mantengono il loro strapotere, i c.d.s.assoluti rimangono la manifestazione intorno alla quale tutto gira mentre forse si sarebbe dovuto cambiare l'asse su italiani individuali e in generale sulle manifestazioni alternative, perchè l'atletica, forse non lo hanno ancora capito, è uno sport di singoli e non di squadre. Mandateci qualche società civile ai mondiali o alle olimpiadi! Arese il promettitore seriale. Ma con che faccia si ricandida? 

Ora, pensate solo al panorama che si prospetta solo durante la stagione indoor: agli over 45 sarà permesso gareggiare solo ai campionati italiani master e ai campionati di cross!!!
E visto che ad Ancona i master rappresentavano una buona fetta di iscrizioni, ci sarà naturalmente un crollo di entrate per quanto riguarda questa voce. Ma evidentemente ad Ancona non hanno bisogno di soldini e l'atletica viaggia in ottime acque.
E se ad Ancona ci saranno meno entrate, pensate alle gare su strada dove la stragrande maggioranza di atleti sono master over-45?!! Ci ha pensato l'imbecille che razza di perdita di entrate globale ci sarà? Ma ci pensate? Un fiume di denaro e il relativo indotto che non verrà incamerato per non vedere un 60enne doppiato in tv durante i campionati di cross?! Sei un emerito imbecille, oscuro tecnocrate della Fidal. 

Qui ci siamo persi comunque un altro aspetto inquietante, aberrante, antidemocratico. La Fidal ormai ci ha abituato a cambiare le norme a partita già iniziata. Come avvenne nel 2008, con la regola dei c.d.s. promulgata ad inizio dicembre negati alle società militari e con gli allievi (esperimento fallito). Molte società avevano già fatto tutte le proprie scelte già da quasi un mese. Tesseramenti inclusi. Ma a questo punto anche sulle tipologie di affiliazioni qualcuno ci avrebbe riflettuto parecchio. Quale società oggi come oggi potrebbe affiliarsi solo con la dizione "master/amatori"? E' un suicidio!! I propri atleti non vedrebbero una gara. E solo per una cosa del genere, per aver arrecato danni a molte società sarebbe da sporgere una bella denuncia. 
Pensate di che principi si ammantano costoro: prima voi società fate come volete, poi noi interveniamo con una legge e ve la mettiamo a tutti (a quasi tutti) in quel posto. O, ma i soldi ce li abbiamo rimessi noi!! Forse è davvero giunto il momento di spazzare via questo marciume morale che caratterizza l'atletica italiana da qualche anno. La Cricca dell'atletica ci ha portato fin quaggiù. 

Nuove norme 2012: la Fidal ha disintegrato i master!!!

Incredibile. Scandaloso. Lurido. Misero. Non ci sono altre parole per descrivere le nuove norme che un manipolo di persone prive di ogni senso pratico che gestiscono nell'assoluta poca trasparenza degli intenti, rappresentate da personaggi di cui non se ne comprende l'esistenza come dirigenti sportivi. Questa è la Fidal oggi. 
Ora, andate a vedervi le norme per la partecipazione 2012, al punto "6". Qui trovate il link. Lo scandalo non è limitato al solo livello dei c.d.s., ma proprio di tutta l'attività individuale!
Leggete la norma 6.1! Di fatto chi ha più di 44 anni nel 2012 e sarà tesserato come Master, non potrà partecipare ai campionati italiani assoluti nemmeno in presenza di un minimo!!! Incredibile! Non quindi e non già solo i c.d.s. assoluti, ma proprio tutta l'attività assoluta di vertice sarà quindi preclusa! L'imbecille di cui abbiamo parlato nelle precedenti settimane ha quindi fatto le cose in grande, non c'è che dire. Averne il nome per poterlo decantare davanti a 70.000 master italiani...
Ma non è tutto: se invece la vostra società fosse tesserata esclusivamente nella categoria master/amatori, anche se aveste 35 anni e vi chiamaste Usain Bolt, non ce ne sarebbe! Voi agli italiani individuali e ai societari assoluti c.d.s. anche con 9"58 proprio non potreste andarci. Vomitevole.  
Ora, la norma 6.3 e 6.4 sono quasi due prese in giro, visto che vi si sostiene che i master nelle manifestazioni senior dovranno adeguarsi alle norme in vigore per quest'ultimi e che, bontà loro, concedono di accedere alle finali dei concorsi in considerazione della prestazione e non della categoria...
Luridi. 

Bene, sembrerebbe che qualcuno abbia considerato la possibilità che vi sia qualche errore da correggere. Io non credo molto alle casualità dei regolamenti, ma anche se si correggesse qualche virgola, rimane lo scandalo intollerabile dei 44 anni anche solo ai c.d.s. assoluti. Qui ci si aspettava che venissero eliminate le barriere tra senior e master, e ci si trova nell'anno finale dell'impero fallimentare Fidasics con montagne insormontabili.
Suggerisco ai presidenti delle società master, di aspettare un pò a procedere al tesseramento quanto meno degli over-45, se le premesse sono queste. Almeno fino a fine anno. 
Ecco dove si voleva arrivare: costringere tutti a tesserare i propri atleti come senior e mostrare così al mondo (che è rappresentato dal solo Pescante, discutibilissimo presidente del CONI) che l'atletica di vertice (i senior) aumenta i propri tesserati. E per farlo, invece di tenere i giovani che non finiscono alle società militari e che si trovano davanti alla scelta se continuare o meno, hanno deciso di razziare le categorie sopra gli over 45.

Statistiche su 200 e 400: Henry Butch Reynolds e la velocità media

Andres Martinez stavolta imbastisce una statistica un pò naif, composta da due graduatorie. La prima mette in ordine per velocità media, i migliori 200isti e contemporaneamente 400isti di sempre. In pratica sommando come dato sensibile è stata considerata la velocità totale derivante dal miglior 200 e dal miglior 400 corso in carriera da un atleta e su questa fatta la media. Non ho ben compreso se viene considerata la media tra due prove, o sul tempo totale sui 600 metri totali. Comunque sia, in questa prima graduatoria non poteva non emergere nettamente che Michael Johnson, con una velocità di 35,3 km/h. Al secondo posto Usain Bolt, che fa valere il 19"19 e un timido 45"28 "da allenamento". A sorpresa al terzo posto Xavier Carter (che vanta un impensabile 44"53 accanto al più noto 19"63). LeShawn Merritt è 4° davanti a Tyson Gay. Sesto Jeremy Wariner. Ottavo l'eterno Tommie Smith. Gli italiani? Pietro Mennea è posizionato al 21° posto, grazie al 45"87 (pensavo avesse fatto di meno) e all'ultranoto 19"72. 196° Andrew Howe, ma noto che il dato riporta ancora un 46"03...). 
Forse più interessante però la perdita percentuale di velocità tra le prestazioni di 200 e 400, che naturalmente mette in mostra le capacità di resistenza lattacida ad alte velocità o forse un diverso equilibrio tra le doti di sprinter con quelle di velocista prolungato. Su questa classifica basata sulla perdita percentuale di velocità, emerge uno dei miti del 400ismo mondiale, anche se non ha vinto quanto avrebbe potuto e dovuto per salire tra gli immortali dell'Olimpo: Henry Butch Reynolds. 5,792 la perdita percentuale di velocità tra il suo 43"29 e il 20"46 di PB sui 200: come dire, che tra la gara singola nei 200 e un 400 Butch corresse quasi alla stessa velocità. Qui sotto le classifiche di Martinez.
200-400 metri maschili