31/07/10

Europei Master, capitolo-2: l'analisi di Alessandro Tifi

(Alessandro Tifi in azione) - Quella che segue è l'analisi attenta e particolareggiata dei numeri di Nyregyhaza-2010 da parte di uno dei nostri più fedeli lettori: Alessandro Tifi.

Dopo aver seguito i campionati europei master in ungheria, da casa, e con l'indice puntato per vedere il prima possibile i risultati, ho provato a buttare giù due numeri . Si sono sfidati atleti in 12 diverse categorie maschili (fino agli mm90) in 23 diverse specialità e 12 categorie femminili (fino alle mf95, ma con l'assenza delle mf90) anch'esse in 23 diverse specialità, questo aggiunto alle staffette porta all'assegnazione di una montagna di medaglie. Le categorie più partecipate gli mm50 con 487 atleti-gara e le mm50 con 271. Le gare con più atleti i 200 maschili con 227 presenze-gara ed i 100 femminili con 110, ed in particolare i 200 mm45 con 39 partenti ed i 5000 mf50 con 20. Il tutto per 3406 atleti-gara maschi e 1721 donne, a cui vanno aggiunte 77 staffette maschili e 54 femminili. 36 sono le nazioni che hanno arricchito il medagliere, ma per chi, come me le medaglie se le sogna e magari ha come massimo obiettivo quello di passare un turno, o al massimo di aspirare ad una finale, altri due numeri. 30 sono le gare maschili in cui bastava partire per arrivare all'ambito podio (minimi, ritiri e squalifiche a parte), 52 quelle femminili, tutte "annidate" nelle categorie più "anta" con l'eccezione delle mm35. 9 su 16 gare di staffette femminili hanno presentato meno di quattro formazioni e per i maschi 8 su 20. Le gare con otto o meno partecipanti, l'ipotetico numero di una finale, sono state 139 su 227 per le femmine e 86 su 263 per gli uomini. Per ogni numero che sommo e che elenco (passatemi i sicuri ed gli innumerevoli errori), mi passano avanti gli occhi, pur non essendo stato presente, i volti dei molti amici ed immagino le loro imprese. Sfogliando i risultati, poi, mi rendo ancor più conto di quanto variegato sia questo mondo master: basti pensare a quanti diversi pesi hanno gli attrezzi nei lanci per le varie categorie o alla lunghezza delle gare ad ostacoli "bassi" che passano dai 400 ai 300 e fino ai 200, tra l'altro cambiando in età diverse tra uomini e donne! Tornando al medagliere, che non può essere lo specchio fedele del movimento master di una nazione, ma una piccola idea la può comunque dare, salta all'occhio lo strapotere della squadra tedesca, che con una "foto" può essere riassunto nella finale dei 400 mm70 con sei atleti ai primi sei posti!!! Chiusa la manifestazione "clou" all'aperto dell'anno, si respira già nell'aria l'attesa per i prossimi eventi "internazionali", il botto con i mondiali di luglio a Sacramento, scaldando i motori con gli europei a Gent, chi seguendo con l'indice puntato sulla tastiera da casa e chi, presente, in calze corte e chiodate a riempire di numeri ulteriori pagine, inseguendo la propria passione .

30/07/10

Europei Master, capitolo-4: gli opliti italiani

"Urlano e imprecano, affondando coltellate furenti, più addestrati alle risse che alla guerra. Creano una magnifica confusione; coraggiosi dilettanti, fanno la loro parte.". Delios, (in realtà il personaggio sarebbe dovuto essere Aristodemo) oplita di Leonida, re degli Spartani, nel pieno della battaglia delle Termopili descrive così (nella trasposizione cinematografica di Zack Snyder in 300) il guerreggiare dei tespiesi, arcadi, soldati improvvisati immolatisi alla causa dell'autonomia dell'ellade contro l'avanzare dello sterminato esercito del persiano Serse. Volevo parlare della spedizione italiana in Ungheria e cercavo di trovare un'immagine calzante alla nostra discesa di quasi-300 master a Nyiregyhaza: mi è venuto poi in mente il dialogo tra Leonida e i suoi super-fisicati spartani e alcuni di questi soldati dell'ultima ora. Ricordate?

Leonida: "Tu, dimmi, qual è il tuo mestiere?"
Tespiese1: "Sono un vasaio...Signore"
Leonida: "E tu, Arcade, qual è il tuo mestiere?"
Tespiese2: "Scultore, Signore"
Leonida:"Scultore, già...E tu?"
Tespiese3:"Fabbro, Signore"
Leonida(rivolto ai 300 Spartani):"SPARTANI, qual è il vostro mestiere?"
300 Spartani:"HA-UU, HA-UU, HA-UU!!!!".

Non abbiamo i fisici super allenati dei "pro", non abbiamo la loro preparazione, il loro tempo (facciamo tutti i vasai, i fabbri, gli scultori... o gli impiegati, infermieri, poliziotti) ma quando scendiamo sul campo di battaglia, nessuno può distinguere l'animus pugnandi che guida uno di "noi" da quello invece che guida chi fa questo sport in maniera professionistica. Tutto risponde alle stesse logiche: probabilmente con gli anni si è pure affinato. L'uomo sfida l'uomo, questa è l'atletica, questo è lo sport e probabilmente questa è la vita. Detto questo, la nostra piccola-grande spedizione italiana di opliti mi ha davvero sorpreso. Non so cosa sia successo in passato, ho partecipato solo a qualche "scaramuccia" oltre confine (Clermont , Lahti e Lubiana) dove gli italiani partecipavano con l'arte della guerriglia disorganizzata. Stavolta si è percepito più spirito di "squadra", probabilmente anche per la rincorsa alla Spagna, scappataci subito nel medagliere e raggiunta e superata solo con le staffette.
171 italiani al via (contati uno ad uno) sui quasi 300 iscritti previsti: ma è abbastanza naturale pensare ad un ridimensionamento numerico dopo la preventiva iscrizione. La colonna d'Italia è come al solito resistita sui soliti noti: Ugo Sansonetti, Gabre Gabric e Emma Mazzenga hanno portato a casa 3 ori a testa; Vincenzo Felicetti e Waltraud Egger due cadauno; E poi Enrico Saraceni e Carla Forcellini che hanno contribuito come al solito al bottino finale: in pratica un'Italia sostenuta in maniera vitale dai "senatori" del movimento, imprescindibile risorsa per rimanere a galla nel medagliere finale. Però... però si è assisitito anche ad altri fenomeni. E' indubitabile, come ho avuto modo di spiegare commentando le classifiche a punti dei finalisti (per ora solo maschili, ma le dinamiche femminili sono più o meno simili) che siamo comunque in presenza di alcuni fenomeni "diversi". A partire dalla competitività degli italiani nelle due categorie più "giovani": i 35enni e i 40enni: tutte e quattro le formazioni sono giunte infatti sul podio (tre terzi posti e un secondo) con la grande sospresa che illustrerò meglio in uno dei prossimi articoli, del posto d'onore delle W40. In queste categorie abbiamo vinto ben 31 medaglie (delle 101), di cui 11 ori, 10 argenti e 10 bronzi. Sicuramente le staffette risultato un cava di metallo di primo piano per i "giovani" (3 ori, 3 argenti e un bronzo), ma si stanno comunque mettendo in luce atleti di primo piano a livello internazionale. Francesco Arduini è sicuramente uno di questi (pirmo nell'alto M35 con 2,02), a ripercorrere la strada tracciata da Marco Segatel. Poi le due vittorie nella Maratona M35 e W40 da parte di Mario Prandi e Michela Ipino. Le conferme di Paola Tiselli (1500) e Emanuela Baggiolini (400hs) e la "novità" Stefano Vercelli sui 3000 siepi: questo è veramente forte, avendo disputato praticamente da una decade la finale dei campionati italiani assoluti sulle siepi. Alessandro Gulino (mannaggia a lui) si porta a casa il secondo titolo europeo dopo quello di Lubiana (ma sui 400): di sicuro la colonna portante di velocità-velocità prolungata delle spedizioni italiane. E naturalmente Max Scarponi sui 400, che conferma le sue ottime prestazioni palesate costantemente negli ultimi 3/4 anni. Fuori da queste categorie, nello spazio compreso tra i 44 e i 69 anni, solo Emanuel Manfredini è stata la vera novità (con la vittoria nell'alto M50). Gli altri appartengono, come scritto qualche riga fa, ai World-Class patrimonio del nostro piccolo mondo. Diciamo così che l'attuale nazionale master ha due anime: una senatoriale, quella dei grandi Master ultraottantenni, che vincono ridde di medaglie. Una "giovane" nata probabilmente sulla grande Adunata di Riccione '07, consolidata con Ancona '09, e che ha attratto numerosi atleti "senior" (ancora 'sta distizione esiste... quando l'aboliranno?) in età master dandogli stimoli nuovi per continuare a fare sport. Da queste due grandi manifestazioni, che probabilmente bisognava sfruttare ancor meglio, è nato il nuovo masterismo italiano, quello dei grandi numeri e sul quale si può e si deve cercare di migliorare per attrarre altri atleti. Noi le idee le abbiamo date di volta in volta, più di così... Prossimamente, appena l'avrò finito, fornirò un file con l'analisi delle prestazioni di TUTTI gli italiani che si sono presentati a Nyregyhaza (pure quelli che si sono ritirati...). Portate pazienza...

29/07/10

Europei Master, capitolo 1: L'imprimatur di Bragagna al mondo master e il medagliere

(lo stadio di Nyiregyhaza) - Non l'ho personalmente sentito, ma visto che me l'hanno raccontato già tre presone, non vedo perchè non crederci. Ebbene, durante la telecronaca dei Campionati Europei di Barcellona, ecco che succede l'imponderabile. Per non so quale astruso motivo, Franco Bragagna, "the t&f italian voice", interloquendo con Stefano Tilli, cita proprio il medagliere dei Campionati Europei Master, sottolineando come l'Italia sia riuscita a giungere al terzo posto finale, dietro a Germania ed Inghilterra ed augurandosi nel contempo che i più "giovani" senior possano fare altrettanto in terra iberica. Poi si è scivolati sull'immancabile citazione di Ugo Sansonetti e l'altrettanto sempre-presente Emma Mazzenga. A parte il siparietto (sembra che abbia chiesto poi a Tilli quando si cimenterà in questo mondo senza aver risposta), la cosa ha una portata eccezionale. Lo sdoganamento di una realtà avviene proprio nella comunicazione, nella presa d'atto della sua esistenza. Questo è il primo segno. Partiamo proprio da qui per comprendere lo spessore della spedizione italiana in Ungheria. Poi ognuno metta il suo commento o la sua analisi. Italia terza nel medagliere. Anni luce là davanti la Germania (con quasi 400 medaglie, 390, di cui 152 d'oro), quindi la più abbordabile Inghilterra (139 medaglie e 55 d'oro e tradizione rispettata) ed infine noi, che abbiamo passato la sorprendente Spagna solo sul filo di lana, con la kermesse finale delle staffette. Ma che hanno fatto 'sti spagnoli per crescere così tanto? Nel numero di medaglie abbiamo superato la quota di 100 (101), contro le "sole" 63 iberiche (superati nel complessivo anche da Russia, 80, e Finlandia, 67). Ma quello che pesa su queste classifiche, come tutti sappiamo, sono gli ori: ben 30 per la Spagna (quindi la metà delle proprie medaglie era del colore più pregiato), superati di una sola medaglia dall'Italia alla penultima gara (la 4x400 W35). Analizzando le medaglie iberiche, notiamo che 23 di esse sono arrivate da mezzofondo e marcia (diciamo la peculiarità storica di quella realtà atletica), 3 dai salti, 2 dalla velocità e una sola dagli ostacoli e dai lanci. Insomma, abbiamo capito dove risiede la forza spagnola. Ma sapete qual'è l'aspetto più "importante"? Che 23 di quelle medaglie sono state vinte nelle categorie sotto i 50 anni! Molti atleti erano nelle categorie dei 40 e altrettanti nei 35! Un movimento "giovane", passatemi il termeni (paradossale...) quindi, contrapposto a quello tedesco che diventa una macchina da guerra inarrestabile oltre i 60 anni. L'Italia invece ha un'anima velocistica ad età etoregenee (15 medaglie d'oro tra staffette, 100, 200 e 400): nei lanci, assenti i 3-super-"R" (Riboni, Rovelli, Rado) solo Gabre Gabric è riuscita a portare a casa il massimo alloro, anche se di fatto senza avversarie. Nel 2008 a Lubiana arrivarano 151 medaglie azzurre, ma attraverso la presenza in 1057 eventi in cui vi erano atleti italiani. A Nyiregyhaza abbiamo avuto la metà di "caps", 549, raccogliendo però il 75% dei metalli di allora. Quindi una qualità certamente superiore della nostra spedizione. Indubbiamente. Questo discende anche da un assunto: nel mondo master, più ci si allontana dal proprio luogo di residenza, più chi partecipa sottopone la propria partecipazione al risultato finale, quindi andare avanti nei turni e possibilmente vincere una medaglia. E' una questione di costi-ricavi e... convenienze economiche (Maurizio Pistillo a parte, che gioca su altre dinamiche, ma l'eccezione c'è sempre). Più ci si avvicina logisticamente, invece, più la base statistica (che è volontaria) si arricchisce di atleti di seconda e terza fascia, che partecipano anche col "rischio" di uscire subito nelle forche caudine dei vari turni. o di giungere in fondo alle classifiche finali. Questo in generale. Ciò non toglie che la nostra posizione nel medagliere è certamente una delle migliori a livello qualitativo all'estero di sempre. Lubiana era "dietro l'angolo" e ci fu invasione. Probabilmente la più grande partecipazione italiana all'estero di sempre da parte dei master italiani. Ma i conti si tirano quando si va lontano per tastare il polso di un movimento autofinanziato e le proprie aspettative. C'è da dire che se il movimento è affiatato, è anche possibile che avvengano dei fenomeni di "trascinamento" di molti più atleti, rispetto alle trasferte dove ogni atleta deve provvedere per sè. Appunto per i "federali": concentratevi su questo aspetto, già per Gand '11! Poi con l'effetto cascata ne beneficeranno sicuramente tutti. Ci si aspettava certo di più dalla Russia, data la vicinanza, dall'Ucraina (addirittura ad un tiro di schioppo) e soprattutto dalla Romania (coi confini a meno di 100 km) che vanta una cultura sportiva di comprovato spessore, ma che è tornata a casa con la coda fra le gambe e un pugno di medaglie. La EVAA spaccia questi campionati "scomodi" come l'ideale ponte verso l'est europeo: favorire la diffusione del masterismo nell'est d'Europa che a conti fatti evidentemente non viene colto dai destinatari del messaggio. In realtà ritengo che ci siano ragioni molto più terrene, come qualche voto in più per qualcuno in qualche assemblea della stessa EVAA da parte dei paesi minori, proprio come l'Ungheria. Politica, sempre e solo quella. Mi sbaglierò... Nella parte delle nazioni "deluse" ci metto al primo posto comunque la Finlandia: leoni in patria (riuscirono a battere nell'overall finale addirittura i mostri sacri tedeschi a Lahti), ma poco propensi a viaggiare all'estero. La già citata Russia la metto al secondo posto e sul terzo gradino del podio soprattutto la Francia, incapace di produrre un movimento d'avanguardia fuori dai propri confini. Un problema che si riscontra, ed è davvero stucchevole, è il fatto che i siti che vengono aperti per le varie manifestazioni internazionali master, vengono poi abbandonati (non ne viene pagato il dominio) e così i dati in essi contenuti vengono inopinatamente persi. Così era stato per Riccione '07: il bellissimo motore dei risultati un solo anno dopo sparì, dovendo tutti rifarci ai file .pdf per trovare contezza di tutto. Così accade per Lubiana e così è accaduto in molti altri casi. Così altre analisi più accurate è difficile approntarle in rapporto con Nyiregyhaza 2010. Nel prossimo articolo apriremo una voragine sulla gestione tecnica dei campionati europei... mi vengono i brividi solo a ripensarci.

27/07/10

Ok, sono ancora qui

(le squadre nazionali 4x400 a Nyiregyhaza) - Di solito in questi casi si prende carta e penna (o una tastiera del pc) e si scrive lambendo i pericolosi campi della retorica, con l'intento di far comprendere una scelta o venirne meno. Dopo che mi sono trovato la mail intasata di messaggi, dopo che su facebook si sono continuate ad accendere le nuvolette rosse, e dopo soprattutto che gli sms mi hanno accompagnato per quattro giorni in ogni luogo in cui mi trovavo, non potevo rimanere a camminare in mezzi alle montagne fra i boschi come Henry David Toureau (a proposito, leggetevi il suo "Walden, Vita nei Boschi"... scritto oltre due secoli fa; dopo vi sembrerà che la vostra vita vi vada troppo stretta e che ci sia la necessità di urlare di gioia la vostra libertà). Non so nemmeno cosa scrivere e come scriverlo, perchè sembrerebbe l'atteggiamento del Salvatore della Patria che torna dopo aver abbandonato la barca al suo destino. Non mi ritengo tale, non lo sono e non lo sarò mai. Nell'economia della nostra vita, Webatletica è poca cosa: ci sono cose molto più importanti. Mi sarei probabilmente dovuto attaccare all'albero maestro prima di fare qualche mossa e ascoltare le sirene (mentre tutti si sarebbero dovuti tappare le orecchie, però, così come aveva suggerito Circe!) e poi serenamente scegliere. Ho raccontato qualche storia del nostro piccolo mondo che mi ostino a chiamare "scrigno" (per due motivi: uno perchè mi ricorda una persona tanto cara, l'altro perchè negli scrigni si celano tesori con l'"imbottitura" rossa soffice... rende bene l'idea di come considero questo mondo), ma non ne ho raccontato "La Storia" che invece mi sarebbe piaciuto narrare, ma che per la mancanza di strumenti (le conoscenze, le banche dati, i risultati) mi sarà sempre preclusa. Ho fatto una scelta che come mi ha suggerito una mia carissima Amica è stata dettata dalla "pancia". "Segui quello che ti dice la pancia" come un qualsiasi epigono di Luke Skywalker percepiva la ben più efficace "Forza", che stava però già in lui. Va bene, qualcuno direbbe che la scelta l'ho fatta con qualche altra parte del corpo un pò meno nobile, però era un momento un pò di rottura che mi sentivo di fare. Comunque, mi sono arrivati centinaia di messaggi, molti mi hanno commosso. Alcuni si sono presi "colpe" che tali non erano: su un sito dove c'è un forum o su qualsiasi luogo dove c'è la possibilità di criticare, bisogna farlo se si hanno prove a sostegno delle proprie idee! Le idee devono circolare, non vogliamo decreti intercettazioni anche qui dentro! Non sopporto di avere sempre ragione: si migliora con le critiche, non con gli elogi! Criticate, criticate, criticate sempre se una cosa non vi va bene qui dentro: è l'unico modo per migliorare in un contesto dove non ci sono danè e dove c'è bisogna di sapere. Una cosa però la chiedo per continuare: una mano! Penso che se si vuole abbellire questo mondo debbano contribuire tutti quello che ci vivono. Alcuni già mi inviavano piccoli report, altri foto, altri notizie: questo sarebbe necessario che tutti facessero: allevierebbe di molto il mio lavoro, che poi è il motivo principale per il quale ho "sbroccato". Sono qui, aspetto voi adesso.

25/07/10

Addio a Webatletica - di Andrea Benatti

(io, dopo una salutare sconfitta!) - Non ho mai saputo scrivere una lettera d'addio. Risultano sempre patetiche, ma del resto non è forse il "pathos" uno dei sali della vita? Il mio amico Michele mi diceva l'altra sera nel nostro hotel di Nyiregyhaza che sarebbe stato scorretto da parte mia non dire le cose come stavano. L'avevo infatti messo al corrente di questa mia decisione e riconosco che aveva ragione. Dovresti intitolare, mi diceva: "chiuso per indecisione...". Sorrido... ma fino ad un certo punto. Quindi lo dico senza tanti giri di parole: mi fermo qui. Non scriverò più dei master per Webatletica (nè per altri, sia chiaro!) perchè così mi ero ripromesso. Non lo faccio per qualche astruso motivo: lo faccio solo perchè è venuto a mancare il faro della mia fantasia, della mia passione, della mia voglia di perdere tempo per tutti. Soffro per questa decisione perchè scrivere dei master era diventato un bellissimo gioco quotidiano per me: mi faceva perdere tanto tempo, ma mi divertiva! Eccome! Mi sembrava di abbellire giorno per giorno lo scrigno in cui vivavamo. Ma mi sono anche reso conto che forse sono arrivato ad un punto in cui ho dato troppo peso al mio ruolo, mi sono sovrastimato. Alla fine scrivo solo quattro righe ogni tanto, su persone che praticano attività oltre i 35 anni. A chi interessa se non a loro stesse? Il mondo master continuerà senza intoppi a crescere anche senza uno dei suoi piccoli menestrelli, perchè è il naturale evolversi della vita. Mi scuso se nel passato posso aver offeso qualcuno con i miei scritti: sappiate che per cercare di essere imparziale ho sempre omesso di citarmi quando correvo! L'ho ritenuta un'ottima forma di autocontrollo editoriale: non si potrà dire che l'ho fatto per celebrarmi (qualora avessi ottenuto un buon risultato, naturalmente!!!). C'è stata qualche incompresione con qualcuno: accesi dibattiti. Abbiamo smosso le acque, contribuito a formare una piccola "coscienza master", diffuso informazioni difficilmente reperibili. Ma poi, in definitiva, cosa ci importa oggi del passato? Semplicemente finisce qui: come finiscono tutte le cose che senza passione o senza amore prima o poi finiscono. O meglio, con le indecisioni finiscono, vero Michele? Grazie a tutti quelli che hanno letto queste 4 righe.

24/07/10

In Aeroporto a Budapest: finiti i Campionati Europei Master

Sono passate ormai le due di notte qui all'aeroporto di Budapest Ferihegy. Non prendo sonno (come potrei del resto, con l'assatanato conduttore di un trabiccolo per la pulizia dello scalo che deve aver visto il Gran Premio di Formula 1 di oggi?), così, perdonatemi, cerco di perdere tempo e parlare un pò, virtualmente, con qualcuno. Con voi. Le parole crociate in ungherse non sono ancora in grado di portarle a termine in tempi brevi (il volo per Orio parte alle Sei), quindi ho rinunciato a questo stucchevole passatempo. Per fortuna in Ungheria (ma presumo nel 99,9% dei paesi indstrializzati) ovunque si vada c'è una connessione internet wi-fi libera: in Italia no. La sfrutto anche io, con un piccolo moto di soddisfazione mio e del mio piccolo computerino. Venire presto in aeroporto ha purtroppo fatto accelerare la mia presenza alla cena con "tutti" gli italiani superstiti dei Campionati Europei Master di Nyiregyhaza (forse dopo una settimana ho imparato a scriverlo). Non sapete come mi dispiace! Forse per la prima volta qualche cosa del genere: o almeno, nella mia breve memoria da over-35. Una mega-tavolata "all'italiana" all'insegna del buonumore, del bere buona birra (tanto nessuno guidava... lieve deformazione) e mangiare i piatti compositi dell'Ungheria.
Quante emozioni vissute: ma in fondo in fondo, ciò che fa venire un briciolo di magone è il venir meno di quel tessuto di rapporti umani gioiosi, liberi, felici che si crea durante tutto l'arco della manifestazione. Finisce la magia, tutti rimettono il doppiopetto, la divisa, il camice, il tailleur e i vari superman e wonderwoman ad orologeria ritornano ad essere Clark Kent e Diana Price. Lo scrigno si è chiuso, ma il profumo dolce è rimasto attaccato ai vestiti: darà il colore, domani, ai ricordi di chi c'era. Lo confesso... sono un pò sensibile a quest'ora della notte, probabilmente retorico. Spero non patetico. Ho avuto ancora la fortuna di conoscere tante persone: la cosa buffa è che il contesto in cui vengono conosciute ti fa aupicare di vederle ancora domani mattina in giro fuori dalla porta di casa, al bar, mentre attraversano la strada, alla fermata del bus, quasi che potessero trasmettere quel clima di serenità che si è respirato per questi 10 giorni: in realtà le magie, quando succedono, hanno sempre un luogo e un tempo per accadere. Anche questa. Vorrei fare nomi, parlare di avvenimenti, citare imprese sportive, ma nei sogni tutto deve essere vago, informe: ognuno sa cercare dentro di sè le emozioni che preferisce, evocando di volta in volta personaggi, situazioni, gesti che gli sono accaduti. E negli anni ne serberà sempre un bel ricordo, cancellando ciò che magari non è andato a 1000 (volevo elencarne un paio ma il mio cervello lavora assonnato e in questo momento non me ne viene in mente neanche uno).
Mi ha dato emozioni cantare l'Inno italiano a squarciagola, tutti insieme, questo sì! Urlando a più non posso a quell"l'Italia chiamò! Sì!" che nessun inno riesce a copiare dando così tanta enfasi all'amore per la propia patria. Cantarlo sorridendo e guardandosi sorridere: la vita alla fine non è sempre solo serietà, numeri, impegni, appuntamenti: è anche fatta di gioie effimere, piccole, come questa, e che chi non la prova, perdonatemi, non può capire. Sì, sono sempre vittorie di "master" come dice qualcuno, ma in questo scrigno valgono tantissimo. Ora lo scrigno si chiude, aspettando il prossimo. Non mi rimane che ringraziarvi, tutti, della bellissima compagnia che mi avete regalato: in particolare due persone, che mi sono state particolarmente vicine (poverine, sentirmi parlare per diversi giorni non deve essere stato molto rilassante!). Mi piacerebbe poi iniziare a parlare dei risultati, dei personaggi, delle classifiche, delle storie che ho raccolto (e filmato!) durante questi giorni magiari: spero tanto di avere ancora questa voglia di continuare, di scrivere di voi, anche se in questo preciso istante (sarà la umida notte ungherese?) mi piacerebbe serenamente chiudere qui la mia esperienza in questo mondo sportivo con queste emozioni che oggi mi hanno davvero riempito il cuore.
Andrea

18/07/10

Altra infornata di medaglie, ma l'Italia rimane al 9° posto

Ultimo articolo dall'Italia, poi parto anche io domani sul far della mattina per l'Ungheria, giusto per poter dire "c'ero anche io", visto che le mie velleità sportive sono limitate. Intanto oggi si è tenuta la 4^ giornata di questi campionati europei. In me comincia a farsi spazio una considerazione di fondo: bisogna fare qualche cosa! Mi spiego meglio, e seguite il mio ragionamento. Così per gioco, infatti, ho osservato prima distrattamente poi sempre con maggior attenzione l'evolversi del medagliere generale. La Germania è avanti anni luce a tutte le nazioni europee: ma ve lo siete mai chiesti il perchè? Avremo modo di parlarne più dettagliatamente a bocce ferme, ma ho notato che la gran parte delle medaglie arriva nelle categorie più "mature". In molte specialità ci sono solo tedeschi che sfidano tedeschi. Questo succede sostanzialmente perchè la Germania ha iniziato molti anni prima rispetto a tutti gli altri a portare atleti tra i master. E' risaputa la cultura sicuramente più vicina alla seconda e alla terza età che si vive in Germania, tipico dei paesi evoluti ed in cui l'età media sta inopinatamente crescendo. Di conseguenza una semina che parte da lontano, e che sta dando i suoi frutti di continuo. Purtroppo per emergere nel mondo master come realtà nazionale, bisogna richiamare quanti più atleti nelle età giovanili e sperare che vadano avanti il più possibile. Difficile credere di fare proseliti a 65/70 anni! Se si ha una base statistica importante, i risultati sono assicurati. Detto questo, ciò che veramente sorprende è la Spagna, che raramente ci aveva superato. A metà pomeriggio eravamo quasi riusciti a raggiungerla (con gli spagnoli crollati dal 2° al 7° posto) poi un'infornata di ori, e gli iberici sono ritornati lassù, al secondo posto con 35 medaglie di cui 17 d'oro. Ora, il masterismo internazionale ha una componente molto stretta con la lontananza dal luogo in cui si svolge la manifestazione. Più un paese è vicino, più saranno i partecipanti: ma allora come mai, la Spagna che è molto più lontana di noi, vince di più (e comunque, anche se riuscissimo a superarla, per loro sarà un'edizione storica)? Ve lo dico io: perchè i master spagnoli sono organizzati. O meglio: sono più organizzati di noi. E lo si capisce da tante piccole cose: da un sito istituzionale per i master, dall'aver favorito il crearsi di una commissione consultiva di atleti rappresentativi che entra nel merito delle decisioni sul mondo master spagnolo. Non ci sono santi che tengono: se ti senti parte di qualche cosa, la fai meglio. Se invece il tuo far parte di qualche cosa è solo una maglietta azzurra (purtroppo dell'Asics) acquistata a prezzo pieno, senza alcuna forma di aggregazione, organizzazione, passione (gli "impiegati" lasciamoli a casa per favore), iniziative, proposte... bè, siamo purtroppo costretti ad affidare le nostre sorti nazionali (in tema di medaglie) ai "soliti noti", con il grave pericolo che non venga fatto alcun tipo di proselitismo alla base, che in questo momento è necessario e vitale. Fino a ieri l'Italia aveva vinto 6 ori: tutti rigorosamente over-35. Oggi se ne sono aggiunti altri 3: uno da Vincenzo Menafro nei 20 km di marcia M75, mentre gli altri due (fortunatamente) dalla categoria dei 35enni. Il primo dal "nuovo" Stefano Vercelli (classe 1975, che ha vinto nei 3000 siepi. Speriamo che questo alloro lo spinga a cimentarsi sempre più, almeno a livello internazionale, con i master), il secondo sui 400hs da parte di Emanuela Baggiolini, che da qualche anno è diventata un'abitueè del mondo master nonostante la dimensione ancora "assoluta" che vanta nei 400hs. Quindi su nove ori, 8 di assidui frequentatori del mondo master, e uno di un parvenu. Tra gli argenti di giornata segnalo quello storico di Claudio Rapaccioni, il CT, che smessi per alcune decine di secondi i panni del direttore tecnico, ha pensato bene di vincere un prestigioso argento nei 400hs M55. Sorpresa anche nel lungo M65, ma stavolta in negativo: Lamberto Boranga, campione del mondo meno di un anno fa, ha infatti concluso al secondo posto e questa è sicuramente una notizia, nel salto in lungo con 5,08. Secondo argento per Andrea Naso nei 20 km di marcia M45 e ancora doppietta di argenti per Brunella Del Giudice (martello W65) e Natalia Marcenco (10 km di marcia W55). Dopo l'oro nei 5 km di marcia, Alfredo Tonnini si accontenta dell'argento nei 20 km di marcia M75, che sono stati un vero tripudio di azzurro, con la tripletta completata da Nazzareno Proietti. Ingeborg Zorzi anche lei sul posto d'onore: 1,25 nel salto in alto W60. Argento nei 400hs W40 anche per Barbara Ferrarini, che sembra non l'abbia presa molto bene. Barbara!!! E' un gioco! Un passatempo! Non prendertela per così poco!! Poi raffica di bronzi, che portano il totale delle medaglie italiane a 41: saremmo terzi per numero di medaglie, ma quel che conta, si sa, sono i dobloni d'oro. Dagli ostacoli bassi arrivano i terzi posti di Frederic Peroni (M45) e Antonio Montaruli (M60) detto "il giudice" (peccato per Frederic che probabilmente aveva nelle gambe i tempi per star davanti con i primi due). Terzo anche il decano Giorgio Bortolozzi nel salto in lungo M70. Nella stessa disciplina, ma M35, ottima medaglia per Stefano Tarì. La campionessa mondiale dei 400 hs W40, Cristina Amigoni, giunge sul gradino più basso del podio. Francesca Ragnetti medagliata sui 2000 siepi W40, e terza medagli di bronzo per Anna Flaibani nei lanci W80.

Italia a 18 medaglie: altri 3 ori dai "senatori"

Ormai tener il conto degli italiani che sono scesi in pista e delle medaglie sta diventando assai difficile. La macchina di questi 17imi campionati europei master si è messa in moto, e tutto funziona gioiosamente a pieno ritmo. Le prime informazioni parlano di un caldo sahariano. L'Italia è nel frattempo salita a 18 medaglie: rimango sbalordito sulla forza della Spagna (starà sfruttando l'effetto-Iniesta?) che ha già collezionato 10 ori e al momento risulta saldamente al secondo posto del medagliere, nonostante, presumo, un contingente inferiore al nostro. La Germania sta triturando invece ogni stelo d'erba che le cresce davanti: già 108 medaglie, di cui 41 d'oro. In casa nostra ieri eravamo fermi a 7 medaglie. Oggi diamo conto di un altro piccolo-grande incremento di budget, che ci ha fatto guadagnare due posizioni nel ranking generale, facendoci salire al settimo posto. 208 gli eventi in cui si sono registrate le presenze di italiani. Facciamo un piccolo riassunto.
  • Ori da parte dei senatori del mondo master italiano, una certezza che ci tiene a galla a livello internazionale, almeno in attesa che scendano in pista. E così Emma Mazzenga, Ugo Sansonetti e Gabre Gabric hanno portato a 6 gli ori della spedizione italiana in Ungheria. Medaglie che si aggiungono a quelle di Giovanni Vacalebre, Alfredo Tonnini e ancora Gabre Gabric nella giornata precedente. Appunto: in pratica sei allori dalle categorie superiori ai 75 anni. Speriamo che qualche "giovane" riesca a rimpinguare il medagliere. Nello specifico, nei 100 metri Ugo Sansonetti ha vinto con 18"18 nella categoria M90. Sempre sui 100 metri vittoria tra le W75 di Emma Mazzenga (17"48). Infine altro oro per Gabre Gabric nel peso col nuovo attrezzo da 2 kg: 5,32 che rappresenta anche il nuovo record europeo di categoria. Secondo record italiano su due gare per la Gabric.
  • Argenti - Nel carnet aggiungiamo quindi il secondo posto del bresciano Andrea Naso (1960) nei 5 km di marcia M45 (anche se è entrato nei 50), termo col quale avrebbe vinto la gara della categoria superiore (24'25"05). Miglior risultato di un italiano M45 nelle ultime 5 edizioni, laddove al massimo si contava il bronzo di Daniele Cladarelli ad Aarhus-04. Natalia Marcenco ha conquistato a sua volta il posto d'onore nei 5 km W55 con 30'53"77. Nei 100 femminili non poteva mancare l'appuntamento con la medaglia Pasqualina Cecotti, con 16"58 tra le W65. Rossella Zanni è giunta seconda nell'eptathlon con 4736 punti, altro record italiano della modenese (due in due giorni). E poi c'è il già citato argento di Brunella Del Giudice nel martellone.
  • Bronzi - strano: nel "dettaglio" del medagliere non compare il bronzo di Roberto Amici nei 5 km di marcia, e di conseguenza ci "manca" una medaglia nel complessivo. Prestigioso terzo posto per Paolo Chiapperini nei 100 metri M40 con 11"24 (2,2), in una gara dominata da Darren Scott (10"81). Il bronzo è arrivato anche da Ingeborg Zorzi nell'eptathlon W60 con 4423 punti, da Eddo Foroni nei 100 M85 (19"01). Di Alessandro Di Priamo ne abbiamo già parlato ieri, così come di Romolo Pelliccia, terzo nei 5 km di marcia.
100 metri: la gara più breve si conclude con 2 ori, 1 argento e 2 bronzi (sopra citati). Oltre a loro, altri 5 finalisti. Emiliano Raspi tra gli M35 (11"54 in finale), , sempre negli M35 Francesco Di Leonardo (11"58). Negli M50 addirittura 3 italiani in finale, che si piazzano al (Domenico Furia, 12"04), al (Massimo Clementoni con 12"17) e all' posto (Fernando Antonaci, con 12"22).

Marcia - 5°
Gabriele Caldarelli
nei 5 km di marcia M50 con 26'00"37, Alessandro Volpi nella medesima gara (26'20"01), mentre 10° Franco Venturi Degli Esposti con 26'22"59. Tra gli M55 11° rango per Sergio Fasano (30'02"11) e 17° Sergio Domizi con 32'35"76. Passando agli M60, troviamo il 17° posto di Paolo Muscas (1947) dopo una fatica durata 32'19"29, il 22° di Costantino Pinto (35'13"04) e il 23° di Roberto Cellini (37'17"17). Negli M65, 18° posto per Piergiorgio Andreotti con 33'52"61 e 20° per Ferdinando Mazzei con 35'35"13.

16/07/10

Piovono le prime medaglie: oro per Tonnini, Gabric e Vacalebre - e ancora un argento e due bronzi

(prime immagini da Niyregyhaza) - Dopo la prima giornata dove si sono corsi soprattutto i 10000 (dove la Spagna ha collezionato a sorpresa un bel pacchetto di medaglie), nella seconda giornata dei Campionati Europei Master finalmente il medagliere italiano si aggiorna nella prima casella, quella degli ori, dove in un botto solo si è vinto in ben tre specialità. Ma si riempiono anche le altre caselle, con un argento e due bronzi. Pronti-via, e la Germania è giù in fuga nel medagliere: 34 medaglie in 24 ore (e 13 d'oro)! Grande sospresa per il momento, come accennavo poc'anzi, la Spagna, che al momento è seconda con 4 ori e 2 argenti (ma a poco a poco emergeranno gli inglesi e speriamo gli italiani). La Russia è al momento al terzo posto, ma prevedo che arrivi sul podio finale quanto a metallo estratto dalle piste e pedane di Nyiregyhaza. Italia al nono posto, ma alcuni paesi li superiamo in tromba non appena l'armata azzurra inizerà a schierare i cannoni da 15 pollici. Sui record, perdonatemi, non sarò molto preciso, ma verificare tutti i record europei è impresa che richiede molto tempo (a meno che il servizio che la Fidal ha fornito a supporto dei dati dei campionati, non lo menzioni): di conseguenza se non mi sfuggirà, citerò solo quelli degli italiani. Anticipo già adesso, che a fine articolo troverete un link (anzi, lo trovate anche clikkando qui) con le prestazioni atleta-per-atleta (italiano). Dicevamo (che è il senso di questo articolo) che l'Italia ha mosso il medagliere, dopo il bronzo di ieri di Alessandro Di Priamo. Ben sei medaglie in poche ore (che porta il totale a sette: 3 ori, 1 argento e 3 bronzi). La marcia, come al solito, da che mondo è mondo, e da che l'Italia è l'Italia, porta sorsate di benessere al nostro ego nazionale. Oro nei 5 km per Tonnini e Vacalebre, bronzo per Pelliccia e per Amici. Poi i soliti lanci, con la miniera d'oro Gabre Gabric campionessa europea nel lancio del giavellotto, mentre Brunella Del Giudice è giunta seconda nel martellone. Segue la "distinta" delle prestazioni ottenute dagli italiani.
  • Il primo massimo alloro italico non poteva portare firma più prestigiosa: grazie infatti a Gabre Gabric (1914, W95) dal lancio del giavellotto arriva il primo oro. Con 7,92 cade anche il record italiano di categoria, ottenuto dalla stessa atleta nel 2009 con 7,85. Siamo di fronte probabilmente anche al record europeo... cosa volere di più, per irrompere nel medagliere "che conta"?
  • Tra gli M75 si è cannibalizzata la gara dei 5 km di marcia, con quello che è il secondo oro della trasferta ungherese italiana (cronologicamente parlando). Ha vinto infatti la medaglia d'argento di Lubiana 2008, sempre tra gli M75, Alfredo Tonnini (classe 1932) con 34'30"11. Per lui 6^ medaglia internazionale, in un palmares che con quella di oggi, porta a due i massimi allori (era diventato campione europeo della 20 km proprio a Lubiana). Nella stessa gara bronzo per Roberto Amici (1933) con 39'39"34, che rappresenta il punto più alto della propria carriera master a livello internazionale. Non ha finito la gara Nazzareno Proietti (1933).
  • Oro nella marcia anche per il Cavaliere di Vittorio Veneto nonchè campione mondale di Lahti-09 Giovanni Vacalebre (1919) nella gara riservata agli M90: 45'30"41 che dovrebbe essere anche il nuovo record continentale di categoria, tempo strappato all'altro italiano Rodolfo Crasso (45'57"01). E addirittura 5' in meno rispetto al proprio tempo ottenuto in terra di Finlandia.
  • Argento per Brunella Del Giudice (1943) nel lancio del martellone W65: 12,54 contro i 14,25 dell'inarrivabile tedesca Gudrun Mellmann. A Lahti-09 la Del Giudice aveva conquistato l'oro con 13,40, mentre sempre nel 2009, era arrivato l'argento ad Ancona-09 con 13,33. Nell'ultima edizione degli europei, a Lubiana-08, la friulana aveva conquistato un altro argento. Con questa sono 24 medaglie internazionale dal 2005 ad oggi per la Del Giudice (5 ori, 11 argenti e 8 bronzi) per un palmares davvero fenomenale.
  • Bronzo per il campione italiano sulla distanza Romolo Pelliccia (M70) con 29'50"24, già argento a Lub-08 nella 20 km di marcia. 5^ medaglia internazionale (qui è proprio il caso di dirlo: con beneficio di inventario) per Pelliccia, che vanta anche un argento a Ric-07 (Mondiali) e due bronzi (a Sid-04, mondiali indoor, e Buf-95, mondiali outdoor).
Gli altri italiani? Tre atleti italiani presenti nei 5 km di marcia M60: Paolo Muscas, giunto 17° con 32'19"29, Costantino Pinto 22° con 35'13"04 e Roberto Cellini 23° con 37'17"17. Negli M65 non poteva mancare Piergiorgio Andreotti (33'52"61, 18°). Andreotti è probabilmente uno degli italiani con più partecipazioni ai campionati internazionali master: Parlando per esempio di Mondiali, Piergiorgio ha partecipato a ben 11 edizioni consecutive della massima competizione planetaria per gli over-35, dal 1981 al 2001: dalla Nuova Zelanda (nel 1981), passando per Australia (3 volte!), Stati Uniti (2 volte), Giappone, Porto Rico... e le svariate tappe europee. Il career high risale proprio a quel 1981 neozelandese (argento nei 5 km). Agli Europei, cui ha parteciparo nelle ultime 5 edizioni (compresa questa), miglior risultato un 5° posto a Poz-06: sulle edizioni precedenti sto cercando il materiale. Nella stessa gara di Andreotti, 20° Ferdinando Maffei con 35'35"13. Rimanendo nella marcia, ma al femminile, 10^ Eleonora Zokhina Caramaschi (1943) nei 5 km W65: tempo per lei 40'01"42. Nel lancio del giavellotto W40, 6° posto di Maria Gabriella Rossini (1965) con 13,62 mt. Medaglia di legno per Anna Flaibani nella medesima gara da W80 (12,12 mt) in una gara dominata dalla belga Rachel Hannsens, che con 21,83 ha stabilito il nuovo record mondiale di categoria. Nel frattempo sono partite le batterie dei 100 metri: tra gli M40 passano in semifinale Paolo Chiapperini (11"71) e Marco Giacomantonio (12"60). Gare terribilmente difficile, soprattutto per il primo che sembra avere più possibilità di disputarsi la finale di domani. Gli inglesi presentano infatti un parterre de roi inavvicinabile: l'immenso Darren Scott, il Campione Mondiale dei 100 di Lahti, Derek Morgan, il Campione Europeo dei 60 e 200 di Ancona 2009, Mark Dunwell, e poi ancora Will McGee. Vedremo domani cosa succederà in semifinale e che carta si giocheranno tutti. Miracolo per Marco Giacomantonio che si è presentato in Ungheria nonostante il recente strappo al bicipite femorale subita agli italiani di Roma. Tra gli M45 assente Mario Longo e nessun italiano in semifinale. Ci si rifà comunque tra gli M50, dove ben tre atleti sono papabili per la finalissima di domenica: Domenico Furia ha per ora il secondo tempo (12"14) ad un solo centesimo dall'ungherese Gabor (ma in batteria è difficile comprendere come sono state giocate le rispettive carte). Fernando Antonaci ha 6° tempo con 12"33, mentre Massimo Clementoni l'ottavo con 12"38. Rimenete collegati per i prossimi aggiornamenti.

15/07/10

Alessandro Di Priamo, prima medaglia azzurra in Ungheria

(Alessandro Di Priamo, foto tratta dal suo sito) - Prima medaglia europea (il bronzo nei 10000 M40) per Alessandro Di Priamo (secondo Puppy, il mio database). Essendo del 1968, probabilmente i suoi dati sulla partecipazione ai campionati internazionali dovrebbe essere completa (come è arcinoto, il mio database copre tutte le edizioni dei mondiali, ma solo gli Europei dal 2002 in avanti). Di Priamo probabilmente punterà sulla maratona dove è stato Campione del Mondo nel 2007 a Riccione tra gli M35. Lo stesso atleta vanta altri due ori, ma a squadre, nella medesima edizione dei Mondiali, dove conquistò il massimo alloro negli aggregate nazionali sia col cross che nella maratona. Tra mondiali e le ultime 4 edizioni di Europei, nessun M40 italiano è riuscito ad arrivare sul gradino più alto del podio (il miglior risultato rimane quindi l'argento di Renato De Palmas a Christchurch 1981, 29 anni fa!). 6 ori invece nelle ultime 4 edizioni di Campionati Europei Master dai 10000: l'ultima medaglia più pregiata in ordine di tempo sulla distanza è stata quella di Lorella Pagliacci a Lubiana 2008. Proprio a Lubiana il miglior risultato di un M40 sui 10000 fu il 6° posto di Antonio Tessarin.

Partiti gli europei: subito un bronzo, Alessandro Di Priamo - record italiano della Zanni nell'alto

Lo so: quando leggerete questa notizia, inizierete a diventare impazienti: soprattutto quelli che devono ancora partire pe l'Ungheria. Inizia così a montare l'adrenalina. Meglio di così... partono decisamente bene questi 17imi campionati Europei Master. Alle 08:27 secondo il Sigma (che ci crediate o meno, i risultati vengono visualizzati con la stessa interfaccia che utilizza la Fidal!) Alessandro Di Priamo ha conquistato il bronzo nei 10000 metri M40, coprendo i 10 km in 34'17"00. Doppietta russa (secondo me quest'anno i tedeschi dovranno vedersela soprattutto con loro per il dominio finale nel medagliere) Sergey Perminov con 32'26"98, davanti al connazionale Oleg Krapivin (34'11"12). Visto che si è trattato della prima gara in assoluto, sicuramente un inizio niente male per i nostri colori. La prima giornata apre con i 10000 e le prime 5 prove di decathlon e le prime 4 dell'eptathlon. Nel decathlon M40 è presente Giancarlo Marotta (1966) che ha coperto i 100 metri in 14"12, saltato 4,39 di lungo e lanciato 8,67 di peso. Tra gli M45 sono presenti Massimo Ceschin (1961), Stefano Catania (1964) e Francesco Cazora (1961): fino ad adesso per il primo si hanno questi risultati: 14"56, 3,76, mentre per il secondo 17"63, 4,12 e Per il terzo: 17"63, 3,41. Tra gli M50 corsi i 100 da parte di Bertuzzo Flavio (1958, 15"61). Tra gli M55 è già sceso in pista il decano di manifestazioni internazionali Roberto Mancini (1951), che ha corso i 100 metri in 14"02 e ha lanciato 9,65 di peso, mentre Alessandro Negrisoli (1955) 14"83 sui 100 e 9,07 nel primo lancio del decathlon. 2 italiani anche tra gli M60 (davvero tanti multiplisti in Ungheria!): Silvio Marcelli è giunto terzo nei 100 con 14"22 e 4,14 di lungo, mentre Emilio Borghi risulta aver corso la prima prova in 14"87. Guido Carolla è presente tra gli M70. Tra le donne è partita con gli 80hs la W40 Giusy Lacava (14"38). Tra le W45 schieriamo un pezzo da 90 come Rossella Zanni: 13"77 sugli 80hs con -2,1, ma soprattutto 1,51 nel salto in alto, che le vale il record italiano (eguagliata la stessa misura ottenuta da Lina Costenaro nel 2007 a Milano) e la vittoria di "tappa" in una delle sue sette fatiche. Poi 8,32 di peso (5° rango di specialità). Tra le W60 troviamo un altro prezzo pregiato del nostro masterismo: Ingeborg Zorzi. 16"37 negli 80hs con 0,5 di vento contrario. Vittoria invece nell'alto con 1,21. Staremo a vedere l'evolversi delle varie gare. Stay tuned!

13/07/10

Campionati Europei Master: retrospettive sull'edizione del 2008

(i finalisti dei 100 metri M40 a Lubiana '08) - Mancano pochissimi giorni e si comincia. Al via l'edizione ungherese dei Campionati Eruopei Master 2010, quelli che secondo la EVAA (la federazione europea master) dovrebbero cercare di diffondere il verbo "master" nei paesi dell'Est. Sono passati i canonici due anni da una delle edizioni degli Europei Master più dolci per i nostri colori, quella di Lubiana 2008. Probabilmente per noi italiani, una kermesse europea seconda come numeri alla sola Cesenatico '98, se solo si potesse avere qualche dato relativo a quella edizione. Edizione, quella slovena, che sfruttava l'onda lunga dei fasti di Riccione 2007, nel mezzo del guado che portava ad Ancona '09. Una squadra davvero completa, massiccia, equilibrata. Diciamo la prima-Italia in vrsione-maxi all'estero dopo l'epopea romagnola, che fece fare salti da giganti al mondo master italico. Il clima, ve lo può testimoniare chiunque l'abbia vissuto, era davvero elettrico: a Riccione il clima era troppo "italiano", il senso di campionato "mondiale" si spegneva un pò nella marea di canotte azzurre. A Clermont '08, solo l'inverno prima, si erano già intravisti sprazzi di grande Italia. Ma a Lubiana, consentitemelo, si è dipanata forse la più bella Italia (all'estero) qualitativamente parlando degli ultimi 10 anni di Masterismo azzurro. Non ho partecipato a San Sebastian '05, e probabimente quella spedizione a suo modo era stata anch'essa uno spartiacque ("a divide" all'americana): molti me l'hanno descritta in toni entusiastici. Peccato (è un quasi un paradosso affermarlo) non essere stato 35enne nel 2005! Lubiana ha avuto un fascino particolare: la Slovenia è un paese ancora "intonso", almeno... dal mio punto di vista. Gli spazi sono ancora aperti, si riesce a far perdere lo sguardo senza dover per forza incontrare qualche manufatto umano, e questo tante volte è un bene per la tranquillità dell'animo. L'impianto sportivo in cui si sarebbero poi svolti gli Europei si sarebbe dimostrato uno schiaffo al nostro senso di considerare lo sport. Lo stadio (minuto) ma comunque Stadio con pista da 8 corsie. Una seconda pista limitrofa (20 metri di distanza?). Sotto le tribune un rettilineo coperto di 100 metri (dove dovrebbe allenarsi d'inverno la Ottey) con annessa palestra dotatissima di ogni orpello. In Italia per mettere insieme tutto questo, ci sarebbero volute 3 generazioni di politici, svariati fiumi di milioni di euro (molti rigagnoli dei quali finiti in qualche fogna), qualche tenace appassionato (altrimenti il progetto si arenerebbe dopo qualche mese) e probabilmente l'abbandono del tutto a 3/4. Questa è l'Italia, quella è la Slovenia. Tutti i ricordi legati a quell'edizione sono accompagnati dal sole: qualcuno ha visto qualche stilla di pioggia? Forse il giorno delle finali dei 100 qualche nuvola ha fatto capolino: tutto il resto delle foto è invece vivido, colorato di blu, arancio, azzurro. C'erano bei colori e questa sensazione non so spiegarla bene. Se dovessi trovare il personaggio "italiano" di quegli Europei, non saprei bene chi scegliere. Si vinsero la bellezza di 56 ori, 50 argenti e 44 bronzi, per un totale di 150 medaglie. Una scorpacciata. Bè, ben 14 ori arrivarono dalle staffette! E anche 7 argenti e 5 bronzi per un totale di 26 medaglie arrivate dalle formazioni nazionali (incluse quelle di marcia e maratona). Quindi proprio il "team azzurro" è stato forse il vero personaggio di quel 2008: la spedizione nel suo complesso, senza un primus inter pares sopra gli altri. Dalla velocità (100, 200, 400 e le due staffette) arrivarono 47 medaglie (il 31,3% del totale). Che diventano 57 se includiamo gli ostacoli (38%). Dal mezzofondo veloce al fondo (quindi dagli 800 alla maratona) sono state conquistate invece 35 medaglie (il 23,3%). 23 medaglie dalla Marcia (15,3%), mentre 16 dai salti e 19 dai lanci. Totale 150 appunto. I re mida della trasferta nelle gare indivduali (3 ori a testa) si rivelarono tre hall-of-famer del masterismo italiano: Sergio Agnoli (1926), Gabre Gabric (1914) e Bruno Sobrero (1920). Due ori furono invece vinti da Tiziana Bignami (1972) che con quella doppietta chiuse il cerchio su una stagione davvero irripetibile, il 2008 (con la doppietta ai mondiali indoor francesi su 60 e 200 a suon di record nazionali e lezioni di "americano"), Dario Rappo (1948, vittorioso su 800 e 1500, nella sua stagione master migliore probabilmente... almeno, sino ad ora!), Mario Riboni (1913) ed Enrico Saraceni (1964) anche quest'ultimo ad una storica doppietta 200-400, accoppiata al bi-titolo mondiale indoor di Clermont (condito dal record mondiale nei 400 M40). Di fatto, a livello individuale, Bruno Sobrero risultò l'atleta che importò più metallo in Italia: ben 5 medaglie. Oltre le tre d'oro (su 100, 200 e lungo M85) vinse infatti anche gli argenti nel pentathlon e nel peso.
  • Curiosità sulle serie di vittorie: vi ho già detto molteplici volte che i miei dati per gli Europei non hanno riscontri pre-2001. Sui mondiali invece sono ben messo: ho tutti i risultati di tutti gli italiani in tutte le edizioni fin qui disputate. Mi piace (deve essere un gioco un pò perverso, lo ammetto) sottolineare le serie di vincitori nelle varie edizioni degli europei a mia disposizione (2002, 2004, 2006 e 2008). Magari condendole con qualche dato dei mondiali. Ebbene, vanta il filotto di vittorie Carla Forcellini (1959, vincitrice di 4 ori nell'asta dal 2002 al 2008). Altra atleta (al femminile) che ha vinto almeno una medaglia nelle ultime 4 edizioni degli Europei è Waltraud Egger (1950, tra individuali e staffette ne ha vinte infatti 15). A Lubiana si è purtroppo interrotta la sua imbattibilità sui 5000 (oro nel '02, '04 e nel '06), laddove l'altoatesina si accontentò solo del bronzo negli 800 (ma mi pare di ricordare che quell'anno la Egger fosse infortunata ad un ginocchio). Altra donna sempre a medaglia è stata Natalia Marcenco (1954), che ha portato a casa medaglie in ogni edizione sui 5 e sui 10 km di marcia. Naturalmente non poteva mancare all'appello Vincenzo Felicetti (1949) sempre a medaglia nei 400 da 4 edizioni (due ori, un argento e un bronzo), mentre nei 200 arriva puntualmente secondo da 3 consecutive. Bruno Sobrero addirittura vanta diversi filotti medagliati (tre, ma nessuno tutto d'oro): nei 100, nei 200 e nel lungo.
  • Le serie aperte: quando commenterò meglio gli europei ungheresi, farò un sunto migliore. Le serie aperte, sono quelle ottenute con almeno 2 vittorie consecutive nella medesima specialità nelle ultime 2 edizioni, che con l'Ungheria potrebbero continuare a rimanere, appunto, "aperte". Qui sotto l'elenco degli atleti che potrebbero continuare il proprio percorso "immacolato".
  • Carla Forcellini, asta (4 edizioni)
  • Enrico Saraceni, 200 (3 edizioni)
  • Enrico Saraceni, 400 (3 edizioni)
  • Sergio Agnoli, 5000 (2 edizioni)
  • Milena Megli, 10 km di marcia (2 edizioni)
  • Bruno Sobrero, 200 (2 edizioni)

12/07/10

Velocisti master sugli scudi ad una settimana dall'Ungheria

(le squadre francesi e tedesche master schierate nel post-match Francia-Germania) - Mancano ormai pochi giorni, e ci siamo: iniziano i Campionati Europei Master di Atletica Leggera. Faccio un pubblico appello al proposito: incredibile ma vero, la Federazione Europea sembra non abbia (o non voglia) i risultati delle edizioni precedenti al 2002 (quindi da Jyvaskyla 2000 sino alla prima edizione di Verona). Li sto cercando ovunque per completare un database con tutte le presenze di tutti gli italiani alle manifestazioni internazionali master: materiale che servirà a tutti per poter creare articoli, classifiche, numero di presenze, statistiche... Chi avesse contatti al riguardo, ci sriva all'indirizzo webatletica@gmail.com. Chiusa parentesi. Veniamo a noi, e veniamo ai master. Come preludevo qualche giorno fa, in attesa che venga creata la prima nazionale italiana master e che questa possa sfidare qualche altra nazione in confronti internazionali, si è svolta a Yutz, dai nostri cugini transalpini, la sfida Francia - Germania. Nella sfida del maxi raggruppamento 40-50 ha vinto la Germania, mentre in quella degli over-50 ha vinto (direi a sorpresa, visto che più si sale con le categorie i panzer tedeschi diventano imbattibili) la Francia. Di seguito altri tre meeting nazionali dell'ultima settimana.
  • A Donnas, sabato, in uno dei meeting meglio organizzati in Italia, ti rivedo dal vivo Daniela Ferrian (1961) e mi sembra davvero quella di un tempo. Poi si accuccia sui blocchi e sembra davvero quella di una 15ina di anni fa e spara un 13"28 che passerebbe inosservato... ma non a me. Il vento sopra i 3 metri inficia quello che sarebbe potuto essere infatti un record italiano F45 (appena stabilito, tra l'altro, da Marinella Signori a Roma con 13"37). L'anno prossimo, da F50, prevedo l'effetto della palla da boowling sui birilli/record. Sarebbe bello a quel punto vederla impegnata nel nostro piccolo mondo "antico". Si rivede anche Salvino Tortu (1959) che con +3,9 corre in 11"79: quest'anno purtroppo o perfortuna gli impegni da dirigente sportivo (e padre-accompagnatore dei propri turbo-figli) lo hanno coinvolto molto, tanto da sottrargli energie per l'attività in pista "personale". Ma non disperiamo di vederlo nelle kermesse elvetiche (a proposito: segnatevi sul calendario la prima settimana di settembre, che c'è il meeting internazionale master di Bellinzona!). Nel giorno dei ritorni, c'è spazio anche per Marco Ceriani (1965) che sigla un 11"50 solo leggermente ventoso (+2,6), ma che segna anche un punto di passaggio per risultati migliori in condizioni "normali". Ottimo ritorno. Marco Boggioni (1966) cui sembra difficile fargli accettare la discesa fra i master, dopo un ottima partenza, prende lo svincolo ai 70 metri e si ritira. Probabilmente avrebbe corso vicino agli 11" se non sotto. Infine nell'ultima serie nazionale (ci sarebbe poi stata anche quella internazionale) 10"85 con 3,5 per Stefano Tugnolo (1975): anche lui ancora vergine per quanto riguarda i master. Nei 200, lo stesso atleta corre in 22"62 con 1,5 (i 200 a Donnas vengono corsi dopo le 19, quando la bora diventa brezza). Di Roberto La Barbera (1967) ho parlato nell'articolo precedente, ma solo per quanto riguarda il lungo: nei 200, con 0,4 di vento a favore, 24"29, tempo che a Roma lo avrebbe proiettato al 9° posto tra gli M40. Nei 110hs Stefano Longoni (1975) torna su ottimi livelli: 14"74 con 1,9 di vento a favore. Nel lungo, 7,08Gabriel Gui (1975) con un vento quasi inusitato: 7,1!! Di solito però quei salti li fa senza vento... Diego Fortuna (1968) 59,11 nel lancio del disco.
  • Sul sito della Fidal, noto il meeting di Imola, disputato l'8 luglio. Nei 400 Stefano Baldrati (1975) sigla un ottimo 51"75. Quest'anno non mi sembra di averlo visto gareggiare tra i master, nonostante appartenga ad una società (la Imola Sacmi) tradizionalmente immersa in questo mondo. Naturalmente ha uno spessore maggiore il 52"81 di Alberto Zanelli (1965), sempre della Imola Sacmi. Francesco Arduini (1974) 1,95 nel salto in alto (lo vedremo poi all'opera in Ungheria), nella gara vinta da Giulio Ciotti (1976), che volenti o nolenti l'anno prossimo diverrà... over-35! Lucia Pollina (1975) 2'11"48 sugli 800.
  • Ma andiamo a Velletri, dove si è svolto il meeting molto affolato. Sui 100 finalmente Paolo Chiapperini (1969) piazza un tempo da finale europea di categoria: 11"15 con 0,6 di vento as favore. Nei 200 addirittura 22"84, che rappresenta la seconda (o terza, non ricordo i tempi di Mauro Graziano) prestazione over-40 dell'anno dietro a Max Scarponi. Nei 400 il padovano trapiantato a Roma Nicola Zoppello (1968) 52"28. Nel 3000 Marco Cacciamani (1961) 9'06"03. 1,71 di Marco Mastrolorenzi (1960) nell'alto. Giordano Di Francesco (1973) vince la gara di lancio del peso con 14,13.

11/07/10

Roberto La Barbera: il Master da 6,86 di lungo

(Roberto La Barbera festeggia l'argento nel salto in lungo alle Paralimpiadi di Atene 2004) - Ragazzi, qui abbiamo toppato tutti. Qualcuno doveva segnalarmi la cosa ma non l'ha fatto! Nel commentare le gare dell'Olimpico, nello specifico il salto in lungo M40, avevo usato parole del tipo che, vista la scarsa vena di Giorgio Federici (sembra fosse stato colpito da crampi), si era imposto un incredulo Roberto La Barbera. In quel momento era solo un nome cui non avevo collegato un volto. Anche se mi suonava vagamente famigliare... Se non che ieri a Donnas mi trovo mio malgrado ad assistere ad una gara di salto in lungo, dove lo speaker, sempre più in maniera entusiastica si trovava a commentare le gesta di un ragazzone con il body nero e una sciabola al posto dell'arto destro. Alla fine balzo nella storia (purtroppo ventoso) di 6,86, che equivale alla miglior prestazione mondiale per atleti con protesi (non è il record mondiale, attenzione, quello è 6,74... è solo il salto più lontano mai effettuato nella storia da un super-atleta dotato di protesi). Fino a qui i fatti. Poi trovo il mio amico d'infanzia Marco La Rosa (allenatore del Pistorius all'italiana... anche se Pistorius con due protesi sembra paradossalmente più agevolato rispetto a chi ne ha una sola, per il gioco di equilibri cui devono sottoporsi questi atleti) e parliamo dei risultati del suo pupillo. Finchè arriva, distrattamente, a citarmi che allo Stadio olimpico di Roma "il ragazzo" ha vinto i Campionati Italiani Master. Strabuzzo gli occhi, faccio uno screening veloce dei miei ricordi che non porta a nulla. "Ma sì, nel salto in lungo M40!". "Porca vacca, ma lui è QUEL Roberto La Barbera "incredulo"!!"; "proprio lui: pensa che ne ha parlato pure la Gazzetta dello Sport e Tuttosport!". Apriti cielo: si parla di Campionati Italiani Master sulla Gazzetta (in prima pagina!) e noi non sapevamo nulla? Trovo in serata l'articolo, dove viene citato anche il buon Giorgio Federici (sconfitto in questa circostanza) citato come ex-azzurro, per dare spessore alla prestazione di Roberto. 6,31 saltò all'olimpico e 6,86 alla prestazione di Donnas. Voglio darlo io spessore adesso alla sua prestazione. Ok, eravamo a Donnas, il tempio del vento, dove qualcuno ad inizio valle ha fatto rovesciare il vaso di Pandora verso nord. Ma 6,86 è a soli 6 centimetri dal record italiano M40 di salto in lungo (6,92) di Roberto Bonvicini! Una prestazione notevole, gigantesca. Peccato a questo punto che non venga in Ungheria, visti gli impegni internazionali (anche i mondiali in Nuova Zelanda, mi sembra, a gennaio).

07/07/10

I master in Lombardia nell'ultima settimana - Befani a 5,00 a 40 anni - Ottey 11"84, nuovo record W50

(Flavia Borgonovo è riuscita a saltare un grandissimo 5,60 a Cernusco ieri sera) - Se ci fosse tempo e spazio, potremmo parlare per ore di quello che sta succedendo nel mondo master delle ultime settimane. Lo spazio c'è, il tempo un pò meno. Arrangiamoci. Si avvicinano i Campionati europei ungheresi (di quella città con gli accenti tonici che inizia con "N") e fino ad ora ne abbiamo parlato solo a strascico negli altri articoli su altri argomenti, citando i vari atleti. Nel frattempo sono usciti gli orari delle gare (lo trovate nel sito ufficiale della manifestazione), di quella che sembra un'organizzazione che parte col piede giusto. Vediamo in in Lombardia quelli che sono stati i miglori risultati degli over-35. Poi nel prossimo articolo gli altri risultati (a partire da Frascati). Annuncio che domani sarà anche nominato il master del mese di giugno di Webatletica (li stiamo nominando da inizio anno).
  • Nembro (06/07): meeting nazionale di Nembro, una classicissima di luglio. Continuo a chiedermi perchè non venga istituito un grand prix Nazionale che favorisca la partecipazione e coinvolga gli atleti in classifiche, premi... inutile sparare su questa Fidal, la peggiore pubblicità se la fa col solo esistere. Vediamo comunque gli over-35 presentatesi sulla pista bergamasca. Sui 110hs presenti Luca Giovannelli (1975) quest'anno un pò appannato invero, che passa in finale per la rotta del cuffia: 14"75. In finale poi correrà in 14"71. Fino all'anno scorso correva a ridosso dei 14": cosìè successo? Stefano Longoni (1975) invece si rialza in batteria, vittima di un periodo di confusione ostacolistica. Cì tempo per rifarsi. Nei 100 maschili Maurizio Checcucci (1974) corre in 10"77 in batteria e 10"55 in finale. Edgardo Barcella (1970) a ridosso degli Europei, torna in pista sul "GIRO" come lo definisce Runnerpanda, un nostro amico virtuale. Stagione davvero oculata la sua: energie centellinate in attesa del grande avvenimento e risultati mediamente molto elevati: 50"93 in questa occasione. Nel lungo il rumeno Gabriel Gui (1975) salta 6,83. Ottimo tempo di Maria Vittoria Fontanesi (1974) sugli 800: 2'08"97. L'eccellente Silvia Casella (1972) corre i 3000 in 9'33"43.
  • Rovellasca (07/07) - Torniamo a parlare di AGC. Giuseppina Perlino (1965) corre i 200 in 28"55 (84,2% agc, con 1,8 di vento contro!) e sfiora anch'essa il record italiano, quest'anno abbassato a 28"30 da Daniela Ferrian. La Perlino in una ventosa riunione di inizio primavera aveva già sparato un sub-28", vanificato, purtroppo, proprio dal generoso vento a favore. Probabilmente ha nelle gambe il record, ma manca l'occasione giusta. Marco Boggioni (1966) lo troviamo presente nella gara al maschile: 23"38 (91,79%). Peccato che la sua unica presenza a mia memoria nel mondo master, sia limitata agli Europei indoor di Ancona 2009. Sarebbe uno che combatterebbe con Scarponi, Chiapperini, Graziano... Angelo Mauri (1957) è in buona forma in questa parte di stagione: 25"76 (88,83%), davanti a Stefano Malvicini (25"88 e 88,42%). Emanuela Baggiolini (1972) sta per tornare in forma "europei": 58"32 sui 400 e 88,04%. Nella stessa serie ancora una presenza per Elena Montini (1962): 1'03"65 e 89,55%, ormai definitivamente ritrovata (se mai si fosse persa: non ne avevamo sentito parlare per qualche mese e ci eravamo preoccupati). La Globetrotter Gigliola Giorgi (che forse è pure una mia "collega", m'informerò) totalizza 86,21% correndo in 1'02"18, mentre bell'esordio nei 400 di Rosa Anibaldi (1966): 1'03"29 e 86,50%. Cosimo Sguera (1971) 2'02"04 negli 800 e 86,32%. 84,56% sui 5000 (più si sale nelle distanze, più valori sopra gli 80% sono decisamente di prim'ordine) da parte di Daniela Gilardi (1965) con 18'35"10 sui 5000. L'amico Federico Nettuno (1975) vince l'asta con 4,10 (69,38%).
  • Cernusco S/N (08/07) dalle pagine di facebook aveva annunciato un attacco al record italiano M45 degli 800, da lui stesso detenuto. 1'59"22 ottenuto a Rezzato nel 2008. Proprio in contemporanea con lo stesso meeting bresciano (di cui parlo in seguito), Giuseppe Romeo (1963) ci ha riprovato. A Cernusco è inserito nella seconda serie e chiude in 2'01"46, un paio di secondi sopra il primato nazionale (e ben 93,26% agc, che ottenuti nel mezzofondo sono un tesoretto). Rumors davano nella medesima riunione di un tentativo di record M40 da parte di Stefano Avigo (1970), inserito invece nella prima serie: 1'58"52 (89,75%). il suo tempo, che è ancora troppo lontano dal duo Giorgio Gennari-Litta e Giovanni Ferrari, che hanno corso a 9 anni di differenza l'uno dall'altro lo stesso tempo di 1'56"18. 87,31% nei 1500 invece per Paolo Gatti (1957) grazie al 4'43"36. Il risultato a sorpresa (fino ad un certo punto, naturalmente) lo ottiene così Flavia Borgonovo (1974): 5,60 (79,20%) nel salto in lungo con 1,0 di vento a favore e nuovo personale a 37 anni. Esempio vivente.
  • Rezzato (08/07) - Fausto Salvador (1969) si mette in luce nei 400: 53"60 (86,76%), ma mi sembra che avesse un Pb sotto i 53". Negli 800 si rivede il campione italiano M40 Francesco D'Agostino (1966) che stabilisce il suo miglior crono dell'anno: 2'01"47 e 90,81%. In deciso miglioramento anche Ugo Piccioli (1969) con 2'03"03, che gli vale 87,24%. Diciamo che si prospettano l'anno prossimo grosse sfide negli 800: D'Agostino va nella tana di Romeo e Pellegrini. Mentre nei 40 la concorrenza dovrebbe farsi bella agguerrita. Nei 3000 gran 9'10"21 di Pierangelo Avigo (1961), che spacca la barriera del 90% (90,70% con la solita considerazione sugli over-90 nelle specialità che non sono la velocità). Prima di lui Giorgio Bresciani (1966) che ha concluso in 9'03"36 (88,32%). Nel peso vince Marco Dodoni (1972, della Forestale) con un lancio a 17,77 (78,10%). Al 4° posto arriva il 46enne Giovanni Tubini (1964) con 15,76 (77,74%). Risultato di soli 2 centimetri inferiori al record italiano M45 di un altro grandissimo del passato atletico italiano: Luciano Zerbini, che proprio col 7,26 lanciò 15,78 nel 2005. Nel disco altra vittoria over-35: Diego Fortuna (1968) con 55,35 (76,17%).
  • Record Italiani - Come comparso su Atleticanet, Giacomo Befani (classe 1970) ha valicato, primo uomo italiano over-40, i 5,00 metri nel salto con l'asta a Orvieto il 16/06.
  • Record Mondiali - la jamaico-slovena Marlene Ottey, ha così ottenuto un ulteriore miglioramento del suo record mondiale: 11"84 (0,1 il vento) a Maribor il 26/06 contro l'11"95 di Postonja. Chissà se verrà portata a Barcellona dalla federazione Slovena o quanto gli hanno chiesto per poter partecipare. Chiedo così pubblicamente al nostro amico che conosce le "cose slovene" e che già ci ha aggiornato dei record della Ottey, se se ne sa qualche cosa.