28/02/11

News dai campionati Nazionali in giro per il Mondo - Ernst 20"42

il tedesco Sebastian Ernst: 20"42 indoor sui 200
(scritto dal blogger Sasuke) - In quest’ultimo finesettimana si sono tenuti gli ultimi campionati nazionali, per alcuni stati l'ultima chiamata prima degli Europei Indoor, per altri semplice manifestazione di massimo livello nazionale. Risultati più interessanti dagli Stati Uniti (malgrado la non esaltante prima giornata) con qualche acuto anche in Germania.
Negli Stati Uniti, dopo una prima giornata di scarsissimo livello tecnico, sembra intravedersi qualcosa di meglio. Nel peso donne Jillian Williams è capace di un notevole, quanto meno per il momento della specialità, 19.78: record nazionale e di gran lunga miglior misura stagionale (eravamo fermi a 18.87). Nessun problema per la nostra Chiara Rosa, la Williams non è europea. Buoni riscontri anche tra gli uomini, dove Ryan Whiting vince con un ottimo (anche qui WL) 21.35 su Dan Tylor (20.19) e Adam Nelson (20.15). Buoni riscontri sugli ostacoli, tra le donne Kellie Wells è di gran lunga la migliore: riesce a piazzare due 7.79 che la confermano la miglior specialista mondiale di questa stagione. Per la Wells, che detiene le migliori 9 prestazioni stagionali, è un miglioramento notevole visto che il suo personale era fino all’anno scorso 7.98. Anche Queen Harrison sotto gli 8 secondi (7.99) ma in finale non fa di meglio e finisce quinta (8.05). Tra gli uomini vince Omo Osaghae (7.52) su Kevin Craddock (7.58) che approfittano dell’assenza del dominatore David Oliver, reduce da un piccolo infortunio durante i meeting in Europa. Lungo Uomini molto modesto (si vinceva con 7.67) mentre gara femminile di altissimo livello con Janay DeLoach (mai sentita, aveva un personale di 6.61) capace di migliorarsi fino a 6.99 (ma anche 6.74 e 6.80) battendo niente poco di meno che Brittney Reese (6.86 e 5 nulli) e Funmi Jimoh (6.66). 400 maschili con quattro atleti tra i 46 e i 47 (il migliore, Micheal Courtney, 46.11) mentre eccellente prova femminile con Natasha Hastings che vince in 50.83 su DeeDee Trotter (51.36) e Mary Wineberg (52.56). Nei 60 femminili si rivede Carmelita Jeter, che verso la fine del 2009 stupì il mondo e sembrava pronta per grandi cose, che però giunge seconda dopo aver vinto la batteria in 7.15 con un buon 7.13. La Jeter l’anno scorso scese fino ad un ottimo 7.02, ma è già stata brava a non sdegnare i campionati nazionali; speriamo di rivederla sui 10.7 quest’anno, visto che è riuscita a scalzare Marion Jones ed è la seconda migliore di sempre dietro a Florence Griffith; inutile dire che secondo me certi record andrebbero proprio cancellati. Vittoria a Alex Anderson (7.12) con Shalonda Solomon terza in 7.15. Nella prova maschile ottima affermazione di Michael Rodgers (due volte al personale, prima con 6.49 e poi con 6.48 in finale) su un buon Cherry D’Angelo 6.54 (con un cognome che suona un po’ italiano, averlo noi un risultato del genere!). Ottima, infine, anche Jennifer Suhr. Dopo qualche incertezza con 4.75 (XXO) l’americana riesce a scalzare la Isinbayeva dalle liste mondiali con 4.86, migliorando anche di 3 cm il record americano indoor.
In Germania, il risultato copertina è di Sebastian Ernst; il tedesco, classe 1984, già capace di 20.58 si migliora nuovamente fino ad un ottimo 20.42 abbassando di 13 centesimi il record nazionale. Peccato che per mettersi in luce debba aspettare la stagione all’aperto, visto l’assenza (a mio avviso sbagliata) dei 200 metri nei campionati Europei. Discreta l’ostacolista Carolin Nytra (7.93) così come l’astista Lisa Ryzih, che approfitta dell’assenza della migliore, Silke Spiegelbulg (influenzata) che vince il titolo con 4.65; ferma ad un modesto 4.35 Carolin Hingst. Lungo vinto da Sebastian Bayer con 8.02; il ragazzo, però riuscì a vincere i campionati Europei di Torino con la stratosferica misura di 8.72; purtroppo, per infortuni e problemi vari, non è riuscito a ripetersi su quei livelli. Buon 2.30 nell’alto maschile per Raul Spank (già salito a 2.31 quest’anno) e buone anche le prestazioni dei 60isti. Vince tra le donne la campionessa europea dei 100 Verena Sailer (7.24) e tra gli uomini Christian Blum (buon 6.63 per lui, un centesimo peggio di Emanuele di Gregorio). Malte Mohr vince con 5.65 mentre Tobias Unger spera di poter partecipare agli Europei dopo un problema alla coscia. Buon getto del peso con David Storl (20.71) che batte il più esperto Ralf Barters (20.68).
In Portogallo, buon risultato sui 60 metri per Arnaldo Abrantes, al personale (6.65) che batte Francis Obikwelu (6.70), anche lui da quest’anno master m35.

Uscite le liste degli iscritti agli Italiani Master - iscritte Eleonora Berlanda, Daniela Ferrian, Nadia Dandolo e Maria Costanza Moroni

La Berlanda, stella degli italiani master
Sono uscite oggi le liste dei campionati italiani master (qui il link), che si terranno questo fine settimana. Grandi nomi soprattutto tra le donne, dove compaiono i nomi di Eleonora Berlanda (seconda agli assoluti di una settimana fa), Daniela Ferrian (una delle sprinter italiane più forti di sempre), Nadia Dandolo (mezzofondista di valore mondiale negli anni '80-'90) e Maria Costanza Moroni, che fino a 2/3 anni fa partecipava ai campionati italiani assoluti con alterne fortune. Tra gli M35 esordisce l'imbattibile velocista palermitano Marco Alaimo (almeno per gli iscritti), Stefano Longoni vs Paolo Citterio sui 60hs (ma Longoni è molto più specialista), Luca Tonello ma non Arduini nell'alto, a sorpresa il rumeno Gabriel Gui nel lungo (7,32 quest'anno) contro Marco Tremigliozzi (sfida oltre i 7 metri), il terzo dei recentissimi Campionati Italiani assoluti Vincenzo Magliulo sui 3 km di marcia. Negli M40 forse è svanita la sfida Chiapperini-Scarponi, visto lo stiramento subito in allenamento dal primo. Ma ci sarà sicuramente Michele Lazzazera (olimpionico a Seul) a contrastare la vittoria al romano. Ennesima sfida imperdibile tra Edgardo Barcella e Max Scarponi sui 400, mentre sarà tutta da seguire la sfida sugli 800 tra il primatista italiano Stefano Avigo contro il "nuovo" Giovanni Latini, l'anno scorso sceso sotto i 2'01". Il primatista italiano Giacomo Befani iscritto nell'asta, contro Fulvio Andreini. Negli M45 presenti molti dei migliori sprinter italiani a partire da Mario Longo, continuamente alle prese con la sfida con il cronometro e la storia. La vera sfida sarà però sui 200, dove i migliori tre in circolazione (Enrico Saraceni, Mario Longo e Mauro Graziano) si scontreranno in una sfida epocale. Nei 400 Enrico Saraceni avrà il rampante D'Agostino quale avversario più temibile. Quest'ultimo si vedrà sfumare una delle possibili sfide come quella tra lui e Giuseppe Romeo (assente quest'ultimo) mentre torna alle gare master Alessandro Petroncini, sui 60hs. Marco Segatel è iscritto nell'alto, mentre si potrà assistere ad un bella disfida nel lungo M45 tra Giorgio Federici (neo primatista italiano M45) e Michele Ticò. M50: torna sul luogo delitto (i 60 metri) Marco Morigi, messosi in luce proprio un anno fa su questa distanza. Avversario Massimo Clementoni, sia sui 60 che sui 200. Poi Morigi potrebbe vedersi sui 400, ma attenzione che dalle retrovie è tornato Ettore Ruggeri, che a causa del Sigma dovrà partire dalle serie senza tempo: sarà come vedere lo slalomista che fa il tempone nella seconda manche, dopo aver finito la prima molto lontano. Assente il medagliato di Nyiregyhaza Furia. Luigi Ferrari è iscritto sugli 800, mentre i 1500 saranno una gara con tanti galli nel pollaio. Hubert Indra è iscritto negli ostacoli e nell'asta, così come il campione Europeo Emmanuel Manfredini nell'alto che però dovrà sudarsi la maglia tricolore con Marco Mastrolorenzi. Giancarlo Ciceri è presente nel triplo (è il campione mondiale di Lahti). Michelangelo Bellantoni è la vedette degli M55. Antonio Rossi cercherà il record nei 60 M60, mentre non poteva mancare Vincenzo Felicetti su 200 e 400. Dario Rappo mezzofondista di cui tener conto nella stessa categoria. Giuliano Costantini è un altro dei VIP master italiani, e sarà presente nel triplo. Tra gli M65 la sfida da cartellone sarà quella tra Aldo Del Rio e Giuseppe Grimaudo, dominatore della stagione 2010. Lamberto Boranga è un'altra primadonna del masterismo italiano, e risulta iscritto a lungo e triplo, come tradizione vuole. Tra i veterani (quelli dall'M70 in su), segnalo Vittorio Biagiotti (top-scorer di titoli italiani master), Luciano Acquarone e l'immancabile Ugo Sansonetti.
Nelle F35 finalmente torna Tiziana Bignami sui 60, Baggiolini vs Tiselli sugli 800, e, incredibile ma vero, sui 1500 e sui 3000 è iscritta Eleonora Berlanda! Per Paola Tiselli compito arduo, anche se qualche dubbio che partecipi ce l'ho. La bi-campionessa mondiale indoor Flavia Borgonovo è iscritta su lungo-triplo. Tra le F40 sfidone Neumann-Valdifiori-Seck sui 60 e sui 200. Stefania Rulli vs Laura Avigo tra 800 e 1500. Maria Costanza Moroni è iscritta sugli ostacoli. Assolutamente pirotecnici i 60 F45. Assolutamente da non perdere, con Annalisa Gambelli e Marinella Signori (primatiste quest'anno con 8"47), Susanna Tellini (8"48) e l'entrante Marta Roccamo che quest'anno non ha ancora esordito, ma vale sicuramente quei tempi. Assente Rosa Marchi, la precedente detentrice del record. La Gambelli si troverà Giuseppina Perlino sui 200, c'è un record da battere. La neo primatista italiana Barbara Martinelli è iscritta sugli 800. Su 1500 e 3000 si pregusta la sfida tra Nadia Dandolo e Spiridoyla Souma; troviamo poi Rossella Zanni negli ostacoli. Poi se la vedrà con Tiziana Piconese nell'alto, con quest'ultima primatista italiana recentissima. Susanna Tellini è la stellina dei lungo. Finalmente è iscritta ad una gara master Daniela Ferrian; Maria Lorenzoni è iscritta su 800, 1500 e 3000. Poi le solite note: Umbertina Contini, Waltraud Egger, Ingeborg Zorzi, Cecotti Pasqualina, Emma Mazzenga e Gabre Gabric.  

Campionati indoor USA: finalmente i fuochi d'artificio con Rodgers e Suhr

M. Rodgers vince i 60: 6"48
Dopo una prima giornata invero triste ad Albuquerque, la seconda domenica del villaggio USA è stata sicuramente all'altezza del blasone. Su tutti il mio "amico" su facebook Mike Rodgers che sui 60 ha migliorato il suo PB prima in batteria, correndo in 6"49, poi in finale con 6"48. 46^ prestazione mondiale di sempre (nel senso che 45 volte l'uomo è sceso sotto questo limite ma da parte di 20 competitors, 14 delle quali dal solo Mo Greene che detiene il record del mondo con 6"39 corso due volte e 23 volte sotto i 6"50... Bolt passò a Berlino in 6"29, anche se si era all'aperto e giusto per dare un pò di pietre di paragone). Al secondo posto di Albuquerque 6"54 per Cherry D'Angelo (6° rango mondiale dell'anno). Altro lampo nel New Mexico sono stati i 60hs di Kelly Wells: 7"79, Personal Best che migliora il 7"82 corso a Karlsruhe due settimane fa. 35^ prestazione mondiale di sempre, cioè tra il 7"68 del mondiale di Susanna Kallur al suo 7"79 si sono inserite nella storia 33 prestazioni e 12 competitors. Lontanissimo il resto degli Usa, dove Nicole Denby ha finito in 8"00. Imbarazzante il salto in lungo maschile: vittoria per Jeremy Hicks con 7,67 ma il podio arrivava con il saltello da 7,56. Di altro spessore la gara di lancio del peso femminile con Jilian Camarena-Williams (sembra il nome di acqua di colonia) che spara la palla da 4 kg fino a 19,87 mt, che è la migliore prestazione mondiale dell'anno pari-pari a quella della tedesca Christina Schwanitz. Altro boato dalla pedana del salto con l'asta, dove Jenn Suhr ottiene il record americano indoor valicando l'asticella a 4,86, (precedente 4,83 della stessa Jennifer Stuczynsky, così era conosciuta prima del matrimonio) miglior risultato dell'anno davanti alla figliuol prodiga Yelena Isinbayeva (4,85). Il 4,86 è il risultato più elevato mai raggiunto da una donna che non sia la Isinbayeva a livello indoor: ma la stessa Suhr vanta anche un 4,92 all'aperto che la fa la vera antagonista della russa a Daegu. Sul lungo femminile mi devo rimangiare in parte ciò che dicevo ieri sulla crisi dei salti stelle e strisce (avvalorata però dallo scandaloso risultato di quella maschile): Janay De Loach (chissà se parente del celeberrimo Joe...) atterra a 6,99 stabilendo la miglior prestazione mondiale indoor dell'anno. 70^ prestazione mondiale di sempre, ma quel che più è singolare che le donne dal 2000 in poi hanno valicato i 7 metri solo 6 volte a livello di gare indoor, con un miglior salto in 11 anni di 7,05 ottenuto da Tatyana Kotova nel 2000 (esattamente 11 anni fa...). Non molto lontana Brittney Reese con 6,86, cioè terza prestazione mondiale dell'anno. Nella finale dei 400 femminili cade un'altra miglior prestazione mondiale grazie al 50"83 di Natasha Hastings, a soli 19 centesimi dal record USA, mentre di infinito minor spessore la gara maschile, vinta da Michael Courtney con 46"11. Finita qui? Macchè, nel peso Ryan Whiting gigioneggia con 21,35 (ma indoor vanta un 21,73), che è naturalmente il miglior lancio del 2011. Nei 60hs Omo Osaghae arriva fino a 7"52 (5° al mondo quest'anno) per vincere davanti a Kevin Craddock con 7"58. Assenti David Oliver e Aries Merritt, purtroppo. Ed infine sorpresa nei 60 femminili, dove la favoritissima Carmelita Jeter ha preso un paio di schiaffoni (sportivi) da Alex Anderson: 7"12 a 7"13: seconda e terza prestazione mondiale dell'anno, visto che un centesimo meglio ha fatto Veronica Campbell-Brown. 

Kirani James nella storia: record mondiale Junior nei 400 (e terzo di sempre)

Di Kirani James (nato a Granada il 1 settembre del 1992) lo sapevamo già da un paio di anni: ne sentiremo parlare molto nei prossimi anni. Un altro predestinato. Ora ha messo un altro tassello nella sua breve storia sportiva, che iniziò a far parlare di sè già all'età di 14 anni, nel 2007, quando correva in 47"86. A 15 anni, nel 2008, vinse il bronzo ai Mondiali Junior con 45"70 che è il tempo più veloce della storia mai corso da un ragazzo di quell'età. Nel 2009 Kirani riuscì a battere il record di... Usain Bolt nei 400 dei CARIFTA Games (i giochi Caraibici che si tengono ogni anno e che resisteva da sei anni). E in quello stesso 2009 arrivò la doppietta a Bressanone ai Mondiali Allievi su 200 e 400. E naturalmente l'oro a Moncton, Mondiali Junior, sui 400. Quest'anno aveva già piazzato un 20"58 indoor che ha del fenomenale, e poi ieri a Fayetville il primo solco nella storia dell'atletica: il Record Mondiale Junior sui 400 Indoor. 44"80, che ha cancellato il precedente record di LaShawn Merritt che sei anni fa correva sulla medesima pista 44"93. Il 44"80 è anche il suo record personale, visto che all'aperto si era "fermato" a 45"01. Per concludere il wall of honours, il 44"80 è il terzo tempo di sempre mai corso a livello indoor, dopo il record assoluto dell'ostacolista Kerron Clement (44"57), e la leggenda Michael Johnson (44"63). Nella stessa manifestazione, il  ventenne talento multiplo, Campione del Mondo Allievi del 2007, Christian Taylor si è spinto fino a 17,36 (PB) nel salto triplo. Pensate: ha poi saltato 8,19 nel lungo, ma quello che più impressiona è che è stato il 400 corso in 45"34... sta nascendo l'atletica dei fenomeni. 

27/02/11

Italiani di società di cross: dominano gli stranieri

Il podio della gara junior - Foto Fidal
Non sono un grande conoscitore di cross, e a dire il vero ho mentalmente staccato la spina sugli atleti keniani, nel senso che ormai mi limito a registrare la nazionalità mentre i nomi li omologo sotto un frullato di "kip", "koech". Tanto vincono sempre loro. I campionati di cross (e i cross in generale) sono un'ottima cartina di tornasole per verificare lo stato del fondo e mezzofondo italiano. E anche i campionati italiani di cross tenutisi a San Giorgio sul Legnano (MI) hanno evidenziato le dinamiche di cui ero già a conoscenza. La prima è l'inveterato ricorso al mercenarismo da parte delle società civili di cui siamo a conoscenza da decenni. Nella gara di cross lungo, nei primi 10 nove atleti di origine straniera e Gabriele De Nard (7°).  Chiaramente nel computo ho inserito Ahmed El Mazoury, ottimo secondo, che è a tutti gli effetti italiano e corre per le Fiamme Gialle, così come Kaddour Slimani (10°), che entrambi tradiscono origini maghrebine. Cerchiamo di esprimere meglio il pensiero: 1 solo autoctono tra i primi 10. Problemi? Nessuno, sono fenomeni legati alla globalizzazione quelli legati ai popoli che si affacciano sul Mediterraneo, mentre i 6 keniani tra i primi 8 sono atleti venuti in Italia per fare atletica. Comprati, non giriamoci intorno. Purtroppo, il primo italiano d'Italia nel cross lungo è stato un 37enne (De Nard), mentre è difficile trovare in classifica un giovane italiano promettente se non guardando nelle retrovie. Chi invece non tradisce mai nel cross e Andrea Lalli, che ha vinto il cross corto (che ai mondiali è stato tagliato dopo diverse edizioni, quindi dovrà riconvertirsi entro poco in ottica mondiali), ma lui è il campione europeo sia junior che promesse: un predestinato se non fosse per i keniani che scendono direttamente dagli altipiani e arrivano in pianura Padana. Tra gli junior probabilmente sprazzi di quello che potrebbe essere il mezzofondo maschile italiano tra 3/4 anni. Vittoria del somalo Abdikadar Sheik davanti al mio dirimpettaio marocchino Yassine Rachik (entrambi al primo anno tra gli junior). Tra i primi 12 al traguardo, sette ragazzi di origine straniera ma stavolta non di stampo mercenario. L'ondata di seconda generazione sta arrivando... Tra le donne sapete come la penso: il fondo/mezzofondo italiano ha l'encefalogramma piatto. Se non fosse per Cusma/Reina su 800 e 1500, Weissteiner e Romagnolo dai 3000 in su, non saremmo neppure presentabili. Un poker di trentenni o quasi. Bello rivedere la Romagnolo vincere il cross lungo (un pò patetico vedere un cross corto da 4 km e quello lungo da 5...). Tra le donne purtroppo l'ondata di seconda generazione non si vede o è molto blanda: questioni soprattutto... culturali. Sul campionato di società, vi rimando ad altri siti. Esistono 71 tipi diversi di campionati italiani ogni anno... 

Campionati indoor USA in sordina: segno dei tempi?

Natasha Hastings sul rettilineo finale della batteria dei 400
Dando un veloce sguardo ai risultati dei Campionati USA indoor di Albuquerque viene da rimanere quasi sconcertati. Una penuria di risultati, di prestazioni e di atleti: non scherzo, lo giuro, nel dire che nonostante la qualità dei risultati registrati ad Ancona la settimana scorsa, questo surrogato di manifestazione USA è addirittura peggio. L'unica stella della manifestazione durante la prima giornata è stata Bernard Lagat che sulla sua carlinga ha messo tra gli aerei prestigiosi abbattuti solo quello di Galen Rupp, che aveva partecipato alle Olimpiadi di Pechino '08, ma assolutamente fratello, nipote o genero di Carneade qui in Europa. Lagat ha lasciato la compagnia di Rupp a 300 metri dalla fine fermando l'omegatime a 7'57"17. Una passeggiata da Central Park per lui. Il salto triplo donne è stato vinto da Shakeema Welsh con 13,66 (e se facciamo un pò di mente locale sulle ultime stagioni made in America, ci accorgeremmo che i salti in generale al femminile negli USA sono in grave crisi). La Welsh è a tutt'oggi la miglior americana al mondo nel triplo ed è... trentesima con 13,84! In Italia potrebbe giocarsi il podio, nulla di più. Negli 800 femminili si presentano in 11 e si passa in finale (che si terrà stanotte), tenetevi forte, con 2'09"02. Assente la migliore americana dell'anno, Morgan Uceny (1'59"97 nello scorso weekend), si qualifica con autorità la seconda americana del seeding 2011, Phoebe Wright, con 2'03"99 (ma 2'00"39 quest'anno). Gli 800 maschili vedono addirittura al via 9 ragazzi, e si passa all'atto finale con 1'50"66. Singolare che nessuno dei 9 sia tra i 14 americani presenti nelle liste mondiali IAAF del 2011. Manca soprattutto il migliore (Rob Novak, 1'47"20 a Boston due settimane fa), mente trovo il solo Tetlo Emmen (terzo tempo di qualificazione) nelle suddette liste IAAF con 1'47"95 ma su una pista oversized. Jesse Williams, che quest'anno si era spinto fino a 2,34, secondo al solo Ukhov, vince l'alto con un normale per lui 2,28, mentre nei 400 femminili (se credete pure a questo) si presentano in 7 per eliminarne una sola. Ma stiamo parlando di 400 USA? Sì. Incredibile, vero? Per accedere alla finale bastava 54"23. Miglior chrono per la seconda delle liste mondiali dell'anno, Natasha Hastings, che si limita a finire il compitino in 52"06 (e 51"44 quest'anno, dietro alla sola russa Vania Stambolova con 51"27). In 9 nell'asta maschile e titolo con 5,60 a Mark Hollis (che quest'anno è il miglior del mondo a stelle e strisce con 5,62). Nei 400 uomini sono in... 8. Ma per entrare in finale serve 47"42 che è migliore del miglior tempo fatto ottenere dal miglior italiano del 2011 (lo junior Tricca). A proposito la stagione dei 400 indoor tricolori si è conclusa con soli tre atleti sotto i 48". Se va avanti così, tra poco arriveranno i master a contendersi i campionati italiani assoluti. Manca nelle batterie USA il migliore al mondo del 2011, e unico a scendere sotto i 46", Torrin Lawrence (45"82). Anche qui i migliori quartermiler americani del 2011 (almeno una decina ne ho contati) non si sono presentati. Nel triplo maschile ha vinto Raffeq Curry con "solo" 16,88 (ma glielo hanno detto che salti fotonici stanno facendo in Europa?), ma solo in 4 sopra i 16 (su 7 partecipanti) mentre l'unico americano che quest'anno aveva oltrepassato i 17 (17,02, Wyll Claye) era naturalmente assente. Infine: si presentano in 5 nell'alto femminile, e sembra una gara da campionato regionale: si vince con 1,86 (Epley Bullock) mentre le altre finiscono tutte tra 1,83 e 1,80. Oggi ci saranno gli sprinter capitanati da Mike Rodgers: speriamo in loro. Io di sicuro stanotte a guardarmi queste gare non ci sto.
Chicca finale: come sempre all'interno di un campionato americano assoluto, vengono inserite due gare (una maschile e una femminile) master. Quando basta davvero poco per fare qualche cosa di utile (e a costo zero) per la maggior parte dei tesserati di una federazione: i master. Chi glielo dice alla Fidal? 

La Fidal ci ripensa: per la Milani a Parigi c'è posto nella prova individuale

Marta Milani - foto Fidal
(scritto da Sasuke) - Discutevamo nei giorni scorsi di come molti atleti fossero stati convocati senza aver ottenuto il minimo e di come Marta Milani, la “pupilla” di Arese, fosse rimasta fuori dai 400 metri e iscritta solo in chiave staffetta. Decisione quantomeno discutibile visti i suoi riscontri (53.09 e 53.10), la partecipazione vittoriosa ai campionati Italiani e una serie di 6 gare vinte su 6. Apprendo tramite il sito ufficiale dell’atleta (www.martamilani.com) che la Fidal sembra aver miracolosamente visto la luce, infatti la stessa atleta afferma: “Finalmente la convocazione è ufficiale, mercoledì prossimo sarò in partenza per i campionati europei indoor di Parigi! Gareggerò sia nella gara individuale che nella staffetta 4×400…saranno tre giorni intensi!
Sono contento per Marta che a mio avviso si era meritata la convocazione molto più di altri; è circa ventesima in Europa (le liste Iaaf non sono aggiornate con i recenti campionati russi), ma davanti a lei ci sono ben 10 (!) russe di cui solo 3 potranno disputare il campionato. Daniela Reina si piazzò quinta in finale e la Milani vale quei tempi… penso che se corre al meglio un approdo tra le prime sei non sia impossibile.

26/02/11

Verso gli italiani: "quanto valgono i Master per la Fidal?" atto secondo: ancora Zero

Dopo aver scritto che solo lo zero-virgola-tre del budget della Fidal viene destinato ai master (ma i master compongono più del 50% dei tesserati) ed è previsto un ulteriore taglio per il 2011, vediamo un altro aspetto molto attuale (tra meno di una settimana si terranno i campionati italiani master ad Ancona) che la dice lunga sul rispetto sportivo all'intero mondo master da parte della Federazione. Gli aspetti sono fondamentalmente due e riguardano proprio i prossimi Campionati Italiani Indoor Master, per ora (ma sapete bene che la mancanza di rispetto nel 2011 è iniziata con lo stupro dei campionati di società all'aperto). Per fortuna è in atto un moto di rigetto collettivo, che porterà sicuramente alle prossime elezioni federali ad individuare personaggi trasparenti e che pensino in primis al benessere di tutto il mondo master e non si mettano a fare giochetti con il potere. Il primo aspetto davvero umiliante è all'interno del regolamento dei campionati italiani, nel famoso "dispositivo tecnico". Alla voce "Corse" si dice abbastanza chiaramente che "tutte le gare di corsa si disputeranno in "serie" e le corsie saranno assegnate per sorteggio". Aberrazione! Ora, se il discorso non sembrerebbe poter avere ripercussioni particolari sul mezzofondo, sulla velocità una disposizione del genere sarà assolutamente devastante sull'esito delle competizioni. Tantissimo sui 200, molto sui 400. Senza poi pensare ai 60 dove si potranno vedere i migliori e le migliori sbattuti ai lati della pista. L'anno scorso il campione del Mondo master dei 200 metri (a Lahti), Max Scarponi, fu sbattuto per sorteggio in prima corsia proprio sulla gara dove qualche mese prima si era laureato campione del mondo. Risultato: gara finita prima ancora di iniziare e nonostante il miglior tempo di iscrizione del lotto. Cosa serve quindi che il Sigma inserisca il tempo degli ultimi due anni, se poi tutto viene lasciato al caso? Sulle gare di velocità sul giro, la corsia conta eccome, e penso sia un diritto di chi se la conquista sul campo, come era stato fatto fino ad un paio di anni fa, dove la distribuzione delle corsie avveniva proprio sulla base certificata dei tempi di iscrizione. Cos'è cambiato? La serietà di organizzare rispettando la dignità sportiva dei master: fatta così sembra che la Fidal ci abbia voluto dire: "sbrighiamo la cosa velocemente, senza tanti artifizi, tanto sono master". Non la pensereste così anche voi? La distribuzione delle corsie anche a livello internazionale segue le stesse regole del merito e non del sorteggio! E allora mi chiedo: volete il sorteggio? Allora prevedete una finale sui 200 e sui 400 (e magari anche sui 60) perchè così è proprio un'umiliazione per chi si conquista questo piccolo diritto sul campo e poi si vede sfavorito da questa grande superficialità.
Il secondo aspetto me lo segnalava qualche settimana fa Flavia Borgonovo la campionessa del mondo di lungo e triplo F35 l'anno scorso a Kamloops. Gli orari delle gare. Nonostante fosse stato segnalato che sarebbe stato il momento di fornire un minimo di turn-over tra uomini e donne sugli orari mattutini dei salti, sapete cos'è successo? Assolutamente nulla. E cosa ci aspettavamo? Il problema è che le donne saltatrici di lungo e triplo salteranno per due mattine consecutive quando la stragrande maggioranza degli altri sarà ancora a nanna. Molto tranquillamente era possibile (sarebbe stato possibile) alternare uomini e donne sui due salti, negli anni. E tutti felici come prima. Invece, visto che l'orario è sempre lo stesso nei secoli eterni, perderci un minuto per variarlo non è stato speso. Tanto sono master...
Mi appello al buon senso degli organizzatori: si faccia qualche cosa prima che inizino i campionati italiani su queste questioni! 

25/02/11

Convocazioni per Parigi e la mia squadra: fuori Scapini, Gibilisco e Meucci

Michael Tumi con Emanuele Di Gregorio
Sono così usciti i nomi per Parigi e finalmente posso fare anch'io come fanno i critici del calcio (con la leggera differenza che loro vengono pagati per scrivere quotidianamente di aria fritta) cioè speculare sui nomi delle convocazioni azzurre. Di sicuro ancora una volta prevale il "metodo italiano", cioè nel pieno di quella cultura per la quale qualcuno sceglie per tutti, perchè bisogna dimostrare che si occupa un posto. Nei paesi anglosassoni la formula dei trials, per quanto talvolta terrificante e senza-cuore, non lascia mai strascichi polemici: tutti vi si adeguano in silenzio. Quando in una società o in un'organizzazione ci sono regole certe, tutti a parte prendersela con sè stessi, non possono. Laddove è dato uno spazio inopinato alla discrezionalità, c'è spazio ad ogni forma di personalismo e, quindi, di critica. Ora, la Fidal come ogni anno ha fissato un minimo per gli Europei, tenuto conto che, comunque, non esiste un vero e proprio minimo fissato dalla Federazione Europea per la partecipazione agli Euroindoor. Poi, chiaramente, si sono tenuti da parte la finestra discrezionale di cui sopra. Dura lex sed lex, dicevano i romani, ma non è il nostro caso. 14 uomini e 13 donne la squadra che parte per la Francia. Così è come la vedo io:

  1. Mario Scapini non l'avrei portato: stando ai fatti noti, un ragazzo di 20 anni, grande promessa per il futuro, ha snobbato la partecipazione ai campionati italiani assoluti per prepararsi ad un Europeo Indoor. L'atletica italiana è già profondamente in crisi perchè non si vedono i campioni in pista, non ci sono esempi, le gare sono di scarso spessore tecnico, e quei pochi che potrebbero ravvivare l'ambiente, semplicemente bistrattano quello che dovrebbe essere un appuntamento necessario ad onorare l'atletica italiana e necessario per una convocazione. Probabilmente non c'entra nulla la volontà dell'atleta, ma qualcuno che lo allena (Rondelli?) di sicuro avrà deciso per lui in accordo con la Federazione. Bravi tutti, insomma. A questo punto avrei convocato Giordano Benedetti e Lukas Rifesser, che se si sono avvicinati al limite Fidasics, e che in gara hanno le stesse identiche possibilità di passare i turni di Scapini. 
  2. Tumi ci sta: ma perchè non Riparelli? - Chi ha frequentato gli ambienti (malati) della Nazionale, spesso riporta che le convocazioni rispecchiano per un buon 80% la forma attuale dell'atleta, un 10% raccomandazioni varie e il restante 10% ciò che l'atleta ha fatto l'anno precedente. Del resto Checcucci si è sciroppato una frazione di 4x100 a Barcellona nonostante avesse almeno 3 atleti più veloci di lui, perchè l'anno prima aveva corso in 10"26. E allora: perchè dopo lo scippo a Riparelli ai Mondiali di Doha, non è stato portato come forma di risarcimento "morale"? Vale probabilmente i tempi di Tumi e con due settimane probabilmente sarebbe potuto arrivare ai suoi migliori livelli del 2010. Tumi ha vinto gli italiani, è giovane, e probabilmente è giusto fargli fare un bagno di umiltà in una manifestazione che gli farà capire dove sono gli altri. Per questo serve far fare attività internazionale ai giovani: dare il giusto peso alla propria dimensione sportiva, perchè spesso qui in Italia chi vince un titolo italiano, si sente come Edwin Moses dopo 122 gare di imbattibilità. Immortale. Mentre, forse, un titolo nazionale dovrebbe essere solo il punto di partenza.
  3. Daniele Meucci e Giuseppe Gibilisco sapevano già che sarebbero stati convocati anche senza minimo: che la Fidal fissasse i minimi e poi se ne fregasse, l'avrei dovuto capire immediatamente. I due atleti non solo non hanno ottenuto il minimo, ma non si sono nemmeno presentati agli italiani, cosa ben più grave secondo il mio punto di vista. 
  4. Ancora una chance per Greco: e sia. Speriamo stavolta che Daniele Greco porti un tributo a ciò  che la natura gli ha regalato con tanta prodigalità: una ottima prestazione, almeno in qualificazione! Non penso si possano dare wild-card all'infinito se poi le si butta via sistematicamente. 
  5. Ma la Milani davvero non farà i 400? Sembra una bestemmia, ma non si riesce ancora a capire se la bergamasca correrà o meno la gara individuale. Memori di Barcellona e delle battaglie interne alla 4x400 maschile (addirittura il veto alla semifinale di Vistalli per non prosciugarlo di energie in ottica staffetta... ma poi ha avuto ragione lui, evidentemente) non vorrei mai che si guardasse alla percentuale di "medagliabilità" e quindi barattare quella che potrebbe essere una tappa importante per la carriera della Milani, con una eventuale medaglietta nella finale diretta della staffetta del miglio. Sapete, questione di calcolo delle probabilità: si parte già in finale, poi ci sono una quantità infinita di variabili indipendenti tra cambi, tagli, trenini... in una staffetta che non è affatto impossibile sperare nella plata (detta in spagnolo). 
  6. Dov'è Marco Salami? E Obrist? Nello spazio di discrezionalità di Uguagliati non c'è stato colpevolmente spazio a Marco Najibe Salami, il dominatore dei 1500 agli Italiani Assoluti e top-timer in Italia con poco più di 3'43". Se si sono portati atleti palesemente in assenza di minimo, perchè non dare respiro al mezzofondo maschile cercando di far crescere quelli che mettono fuori la testa dal buco nero del settore? O dobbiamo aspettare i 5/6 anni in cui i giovani fenomeni stranieri (si spera) cambino nazionalità? Salami ha battuto Obrist e La Rosa ad Ancona! E poi, a questo punto avrei portato anche Christian Obrist: gli critico la freddezza nei momenti topici delle gare, ma sono sicuro che in un campionato continentale, la finale la centrerebbe 9 volte su 10 anche se corre in 3'44".
  7. mi sarei giocato la Caravelli - nelle convocazioni, i CT spesso mettono la carta a sorpresa. Io mi sarei giocato la Caravelli nei 60hs, per una serie di motivazioni: in batteria agli italiani si è ricordata finalmente quello che ha fatto nel corso del 2010: 8"28. Poi in finale deve aver pasticciato: amen. Ha poi quel senso di rivalsa nei confronti di chi le ha rubato la scena, la Pennella, e il mix di tutte queste componenti avrebbe potuto portarla a livello della stessa Pennella, quanto meno. Deve comunque piangere sul latte versato, perchè prima degli italiani si è cimentata in una sola gara sui 60hs e non certo bene per la sua classe.
Ad ogni buon conto, questa sarebbero state le mie convocazioni dopo quanto visto (e non visto) ad Ancona, tra uomini e donne. 
  • 60: Emanuele Di Gregorio - Michael Tumi - Jacques Riparelli
  • 400: nessuno
  • 800: Giordano Benedetti - Lukas Rifesser
  • 1500: Marco Najibe Salami - Christian Obrist
  • 3000: Stefano La Rosa
  • 60hs: Emanuele Abate
  • alto: Nicola Ciotti - Marco Fassinotti
  • lungo: Fabrizio Donato
  • triplo: Fabrizio Donato - Fabrizio Schembri - Daniele Greco
  • asta: Claudio Stecchi
  • peso: nessuno
  • marcia: nessuno 
  • 60: Manuela Levorato
  • 400: Marta Milani - Maria Enrica Spacca
  • 800: nessuno
  • 1500: nessuno
  • 3000: nessuno
  • 60hs: Giulia Pennella - Marzia Caravelli
  • alto: Antionietta Di Martino - Raffaella Lamera
  • asta: Anna Giordano Bruno
  • lungo: nessuno
  • triplo: Simona La Mantia
  • peso: Chiara Rosa
  • marcia: nessuno
  • staffetta: Milani - Spacca - Bazzoni - Arcioni

24/02/11

I convocati di Parigi: 14 minimi e ne vanno in 27, ma non la Milani sui 400 (ma non era la pupilla di Arese?)

Marta Milani, scippata dalla gara individuale dei 400
(scritto da Sasuke) - Più in ritardo delle altre federazioni europee, anche quella italiana, la Fidal (nota anche come Fidasics da queste parti) ha finalmente svelato la lista definitiva degli atleti che saranno presenti alla rassegna continentale indoor di Parigi. 14 uomini, 8 donne e 5 staffettiste della 4x400 femminile. Fortunatamente tutti gli atleti che sono riusciti ad ottenere il minimo sono stati convocati; non dovremo quindi trovarci a leggere altre lettere aperte come l’anno scorso, quando Jacques Riparelli fu ingiustamente escluso dai mondiali di Doha per chissà quali ragioni. Oltre ai già noti 14 nomi, tutti presenti, la Fidal sorprende puntando sui giovani. Sono quindi presenti, anche se non hanno conseguito il minimo, l’altista Marco Fassinotti (2.24, ma anche 2.28 l’anno scorso), il triplista Daniele Greco (16.65, ma anche 17.20 due anni fa e 16.95 l'anno scorso), il trio al completo degli astisti: Giuseppe Gibilisco (5.50), Giorgio Piantella (5.55) e il giovane Claudio Stecchi (5.50). Oltre a loro, premiati anche i due titoli italiani (promesse e assoluti) sui 60 metri della giovane promessa Michael Tumi (6.71), terzo in graduatoria in Italia dietro Emanuele Di Gregorio e Simone Collio. Oltre a loro, Raffaella Lamera (1.90, ma 1.95 lo scorso anno) ma non le più giovani Alessia Trost (1.89) ed Elena Vallortigara (1.90) che hanno però saltato gli italiani per problemi alle caviglie e Daniele Meucci, bronzo dei 10000 europei di Barcellona ma non troppo incisivo in queste indoor; complice, forse, un doppio impegno con le campestri. Spicca inoltre la presenza del primatista italiano di salto triplo e oro a Torino 2009 con il record dei campionati portato a 17.59, Fabrizio Donato, iscritto sia nel triplo che nel lungo (grazie all'ottimo 8.03). Sono convinto che Fabrizio potrà dire la sua in entrambe le specialità e, perchè no, puntare magari anche a due medaglie!
Purtroppo, e spiace dirlo, non vedo troppo senso in queste manovre. Capisco dare spazio ai giovani, ma evidentemente il criterio non è solo quello… vista la presenza di Gibilisco, Piantella, Lamera e Meucci. Quello che mi spiace è vedere esclusa Marta Milani, che ci teneva molto, dalla prova individuale. Nemmeno Daniela Reina conseguì il fatidico 53.00 due anni fa (per quanto avesse un personale di 52.95), ma partecipò e arrivò quinta in una finale di alto livello con 53.11; è stata convocata con la staffetta, è vero, insieme a Chiara Bazzoni, Giulia Arcioni, Maria Enrica Spacca e Elena Maria Bonfanti (evidentemente la riserva, grazie ad un buon 54.29). Almeno questa volta non si può dire che non abbiano convocato le migliori.
Non dimentichiamoci che a Torino l’Italia arrivò terza (!!) nel medagliere grazie a due ori. Speriamo di riuscire quantomeno ad avvicinare quel risultato, anche grazie ad Antonietta di Martino da cui, personalmente, mi aspetto grandi risultati.
Concludo copia-incollando l’elenco finale dei convocati dal sito Fidal.

UOMINI (14)
  • 60 -  EMANUELE DI GREGORIO - C.S. Aeronautica Mil. - MICHAEL TUMI C.S. Aeronautica Mil./Atl. Vicentina
  • 800 - MARIO SCAPINI - Cus Pro Patria Milano
  • 3000 - STEFANO LA ROSA - C.S. Carabinieri Sez. Atletica - DANIELE MEUCCI - C.S. Esercito
  • 60hs - EMANUELE ABATE - G.S. Fiamme Oro Padova
  • Alto - NICOLA CIOTTI - C.S. Carabinieri Sez. Atletica - MARCO FASSINOTTI C.S. Aeronautica Mil./Atl. Mizuno Piemonte Ass.
  • Asta - GIUSEPPE GIBILISCO - G.A. Fiamme Gialle/Bruni Pubbl. Atl. Vomano - GIORGIO PIANTELLA C.S. - Carabinieri Sez. Atletica - CLAUDIO M. STECCHI - G.A. Fiamme Gialle/Assi Giglio Rosso Firenze
  • Lungo/TriploFABRIZIO DONATO - G.A. Fiamme Gialle
  • Triplo - DANIELE GRECO - G.S. Fiamme Oro Padova - FABRIZIO SCHEMBRI - C.S. Carabinieri Sez. Atletica
DONNE (13)
  • 60 - MANUELA LEVORATO - C.S. Aeronautica Mil.
  • 60hs - GIULIA PENNELLA - C.S. Esercito/Audacia Record Atletica
  • Alto - ANTONIETTA DI MARTINO - G.A. Fiamme Gialle - RAFFAELLA LAMERA C.S. Esercito
  • Asta - GIORGIA BENECCHI C.S. Esercito/Cus Parma - ANNA GIORDANO BRUNO - Assindustria Sport Padova
  • Triplo - SIMONA LA MANTIA - G.A. Fiamme Gialle
  • Peso - CHIARA ROSA - G.S. Fiamme Azzurre
  • 4x400 - GIULIA ARCIONI - G.S. Forestale - CHIARA BAZZONI - C.S. Esercito - ELENA M. BONFANTI - Atl. Lecco-Colombo Costruz. - MARTA MILANI - C.S. Esercito - MARIA E. SPACCA - G.S. Forestale

L'atleta della VII settimana: Chiara Rosa

La scelta dell'atleta della settimana, si concentra necessariamente su quanto avvenuto ai Campionati Italiani Indoor di Ancona. E naturalmente tanti sono stati gli atleti meritevoli, quindi difficile scegliere il primus inter pares. Quindi meglio ripiegare sulla prestazione che a livello mondiale-europeo è stata quella più degna di nota, cioè il 18,34 nel lancio del peso di Chiara Rosa, che rappresenta la 5^ prestazione mondiale dell'anno a oggi, quarta europea ma a soli 8 centimetri dalla russa Yevgenya Kolodko. Ottime prospettive in vista di Parigi, anche se la Rosa ha in genio e sregolatezza la sua arma.... ma anche il suo punto debole. Risucirà finalmente a rimanere concentrata e cattiva per due gare?

23/02/11

X-L Galan di Stoccolma: la junior Bengstonn studia da zarina dell'asta

la junior Angelika Bengsston
(scritto da Sasuke) - È andato ieri in scena l’ultimo meeting veramente importante di questa stagione indoor che culminerà, almeno per l'Europa, nei Campionati Europei Indoor di Parigi. Vari protagonisti, ma un nome su tutti è quello della diciassettenne svedese Angelica Bengsston, capace di piazzarsi seconda nella gara vinta da Svetlana Feofanova (4.68 per lei, prima di tre X a 4.80) ma battendo Fabiana Murer (solo 4.53 per lei, con margine, e poi tre errori a 4.63). La svedese apre la gara presto e senza incertezze; supera tutte le misure alla prima prova e poi alla seconda passa 4.43. Dopo due fallimenti al terzo tentativo riesce ad avere ragione dell’ottima misura di 4.53, un centimetro in più del suo record nazionale e mondiale juniores che aveva portato a 4.52 questa domenica sempre a Stoccolma. Dopo aver battuto il record, la ragazza stupisce tutti superando alla prima prova 4.58 e alla seconda anche la favolosa (specialmente per una 17enne) quota di 4.63 prima di concludere la sua scalata con tre errori (di cui due molto buoni) a 4.68. Tre record del mondo in una gara, credo che sia anche questo “quasi” un primato, no? Fa un po’ specie pensare che la migliore assoluta italiana sia ferma a 4.35... Averlo noi un talento del genere!
Dalle pedane dei salti, altra vittoria di una giovanissima (Mariya Kuchina) che vince il salto in alto con la discreta misura di 1.93 prima di tentare tre volte senza successo 1.96. Battute, tra le altre, anche Irina Gordeyeva e Jelena Slesarenko (1.87 per entrambe). Di ottimo livello il salto triplo, vinto dal britannico Philipps Idowu (17.48), con altri 3 sopra i 17 metri. Marian Oprea (17.38, stagionale) su Alexis Copello (17.22, stagionale), Christian Olsson (17.06) e David Giralt (16.91).
Lungo uomini di discreto valore, con lo svedese Michel Torneus a vincere con 8.17, su Wilfredo Martinez, cubano capace di 8.07 e Ignisious Gaisah (terzo con, finalmente, 8 metri netti). Discrete le prove di corsa; sui 60 femminili si impone Ruddy Zang Milama (7.20) su Gloria Asumnu (7.25) e la prima europea Inna Estimava (bulgara, per lei 7.34). Nei 60 ostacoli maschili è stata caratterizzata da varie false partenze. Il primo Juha Sonck (finlandese, accreditato con 7.89 di stagionale); poi parte in anticipo anche il favorito Aries Merrit e infine persino David Payne che viene però inspiegabilmente graziato dai giudici che, dopo aver espulso gli altri due mostrano il cartellino verde. Nella gara si impone comunque uno tra migliori europei, Petr Svoboda, 7.55 su Payne (7.57) e Jeff Porter (7.59).
400 metri maschili di scarso livello, sopra i 47 secondi, con il migliore, il sudanese Rabah Yousif, unico uomo della serata capace di correre in 46 secondi, è stato squalificato per essere tornato in prima corsia troppo presto. Gara modesta anche al femminile, con la vittoria di Denisa Rosolova (52.64) su Antonina Krivoshapka (52.65) e Novlene Williams-Mills (52.91, ad oltre un secondo dal recente stagionale). Nella doppia distanza il migliore è Richard Kiplagat (1.46.28) che ha la meglio sui piu quotati Jackson Kivuna (comunque al personale indoor, 1.46.38) e soprattutto di Boaz Lalang (1.46.37) parso un po’ scarico. Mille metri di scarso valore, con Abubaker Kaki che tenta nuovamente il record finendo ancora una volta inesorabilmente troppo lontano. Per lui un lepraggio forse troppo veloce (52 ai 400) che gli permette di chiudere in un modesto 2.17.55; dietro di lui, poco incisivi viste le recenti prestazioni anche sui 1500, due spenti Augustine Choge (2.18.91) e Deresse Mekonnen (quarto, con 2.19.12). Terzo posto a Bethwell Birgen (Kenia, 2.19.12) con il campione europeo degli 800 Marcin Lewandowski quinto al personale con 2.19.21. E qui mi fermo e mi permetto due riflessioni. La prima riguarda Kaki; che senso ha dichiarare di volere il record di Wilson Kipketer (2.14.96) e poi non essere in grado di fare meglio di 2.17? Non sarebbe meglio stare zitti? Tra l'altro, io avrei ben visto Kaki provare almeno una volta un 600. È abbastanza veloce (corre anche le 4x400 per il suo paese) e secondo me avrebbe potuto farcela. La seconda è su Lewandowski: ma non doveva passare ai 400? Quest’inverno, in un’intervista riportata su European Athletics (il sito della EAA, la federazione europea) dichiarava di voler fare i 400 nelle prossime olimpiadi e forse di non correre nemmeno 800 quest’anno, tranne che ai mondiali. Ma come? Fin’ora ha addirittura corso vari 1000 e 1500. Forse intendeva focalizzarsi sul giro di pista solo a partire dalla stagione all’aperto? Che abbia cambiato idea? Lo scopriremo solo prossimamente.
In conclusione, buon 1500 femminile con Abeba Aregawi (Etiopia) che vince con un ottimo 4.01.47 su Kalkidan Gezahegn (Etiopia, 4.03.83). Etiopia che ha ragione del rivale Kenia, fermo al terzo posto con Irene Jelagat (4.05.17). 3000 donne all’insegna della primatista mondiale della distanza, Meseret Defar, autrice di un discreto 8.36.91, troppo lontano però dal suo 8.23.72 che aveva intenzione di battere.

22/02/11

Jeff Demps sulle orme di Tyson Gay... o della NFL

C'è uno sprinter della Florida che (forse) potrebbe far parlare molto di sè nei prossimi due anni. Forse. Perchè Jeff Demps nato nel 1990, non è solo un ventunenne capace di correre in 9"96 (ventoso) e 10"01 (regolare) durante i trials per le Olimpiadi del 2008 (record mondiale junior eguagliato con il trinidegno Darrel Brown). Lui è anche uno dei più promettenti running-back per la NFL, essendo per ora parcheggiato all'Università della Florida. Demps si mise in luce nel 2008, durante gli allenamenti primaverili della squadra di football della Florida, dove corse i 100 in 10"17. Il coach della squadra, Urban Meyer, come è facile capire,  non credette ai propri occhi nel vedere il display fermarsi con quei numerini: poi il 10"01 ai trials, del già citato record mondiale junior. Per gli statistici e storici dello sport più seguito negli USA sarebbe il 5° più veloce running-back mai apparso su un campo di football. Davanti a lui Jim Hines e John Capel (9"95), Xavier Carter (10"00) e Cliff Branch (10"0). A 18 anni Demps risulta comunque essere il più veloce dei più famosi Herschel Walker (10"23), O. J. Simpson (10"3), Bo Jackson (10"44) ed un pizzico più veloce del leggendario Bob Hayes, futuro campione olimpico nel 1964, che a quell'età era in grado di correre in 10"05. Poi entrò nel ruolo di RB nei Dallas Cowboys. 
Nel 2010, sempre vagando da uno sport all'altro, nel periodo di preparazione per la stagione outdoor del campionato di football, Jeff piazzò il suo 6"56 sui 60. Ma dopo quel 2008 arrivarono comunque una serie di infortuni dovuti al football (è comunque alto "solo" 1,72 e leggerino). Il capo-allenatore della squadra dell'UF su T&F di marzo (che ho qui da me) è laconico, con quel pragmatismo che caratterizza la filosofia del risultato stars-&-stripes: "quello è un ragazzo da-track che gioca a football" e aggiunge "quando è in forma altro che Tyson Gay, davvero credo che nessuno possa battere Jeff". Ma dall'altra parte il vero sogno di Demps è diventare un atleta "pro" della NFL, che combatte con il sogno di diventare un atleta olimpico. Così, continua il coach Mike Holloway "avrà una decisione importante da prendere". Di certo Jeff è uno con le palle: si è presentato ai trials per Pechino durante le High School e ha pure giocato football davanti a 100.000 persone. Non è da tutti.

Due record italiani master (in famiglia) a Castenedolo

Giorgio Federici, primato nel lungo M45
Quanti sport possono raccontare storie come questa? Di sicuro la cosa al momento non avrà avuto il giusto risalto, quindi vedo do dare a Cesare quanto a lui dovuto, in attesa di produrre il solito report settimanale sui risultati dei master in giro per l'Italia (alla fine il meeting di Aosta e quello di Castenedolo... ah! un attimo, anche a Dornbirn in Austria ha partecipato una nutrita delegazione di atleti italiani ai campionati austriaci master). I due record sono stati ottenuti presso la famiglia Federici-Signori, nelle rispettive specialità proprio nel tunnel di Castenedolo (per fortuna che qualcuno l'ha inventato, vista la penuria di impianti). Giorgio Federici, classe 1966, ha ottenuto alla prima gara dell'anno il record italiano M45 del salto in lungo, spingendosi lassù dove nessun uomo era mai giunto prima (oddio, volevo solo usare questa frase da un pò di tempo e non trovavo l'occasione... mi sono scappate le dita sulla tastiera, perdonatemi). 6,43 che è un bel miglioramento del precedente record di Franco Menotti (6,30 saltato a Linz durante i mondiali al coperto del 2006). Ora Federici detiene sia il record M40 (con 6,89) e quello M45 col citato 6,43. Naturalmente il record è venuto alla prima gara: vedremo agli italiani sulla magica pedana di Ancona (teatro di numerose prestazioni-monstre proprio nei salti) non possa aiutare Giorgio a migliorare il suo record. Sulla stessa pista/pedana è stata poi la volta di Marinella Signori, moglie di Giorgio, che sui 60 ha pareggiato il record di Annalisa Gambelli al centesimo, con 8"47. E ora la sfida ad Ancona. Dietro la Signori è giunta Susanna Tellini, ad un solo centesimo: 8"48 e a questo punto terza prestazione italiana F45 di sempre. 18 i record italiani master nel 2011. Il resto del report di settimana nei prossimi giorni.

21/02/11

Riflessioni a freddo in un pagellone degli assoluti

Michael Tumi, la sorpresa degli assoluti
Riflettendoci a freddo, direi che è giusto che l'atletica sia commentata da Enrico Cattaneo (voto 4: è un pesce fuor d'acqua abituato ai tappeti verdi del biliardo!) e Attilio Monetti (voto 3: qualcuno gli dica che non sono le Olimpiadi di Atene 1896!). Sì, perchè purtroppo, se l'atletica è questa, non si può sperare di vedere qualcuna delle voci-top della Rai per un campionato italiano come quello appena visto con risvolti talvolta tragicomici. Ad esempio, bisognerebbe riuscire a strappare ai tuffi (e al calcio) Stefano Bizzotto (voto 8) che è letteralmente innamorato dei numeri e con l'atletica andrebbe probabilmente a nozze. Penso che dopo un paio di mesi competerebbe con Franco Bragagna (voto 5 perchè ha trovato l'amante nello sci di fondo e lascia la moglie atletica troppo spesso). Perchè peggio di così di sicuro non si potrà fare: una volta teneva attaccati ai teleschermi con la sua esuberanza Giacomo Mazzocchi (voto 7,5, un'iraddidio al microfono) padre di Marco, che urlava nei microfoni di Telemontecarlo (voto 8, un faro che trasmetteva i meeting internazionali). Peccato non avere in questi momenti di morte-lenta delle classi superiori di questo sport un urlatore da microfono che ravvivi l'ambiente. Già perchè per alcuni versi, in alcune specialità l'Italia è all'anno-zero. Il WWF è stato chiamato al capezzale di alcune specialità in via d'estinzione come l'Orso del Kispios o il potoroo dal muso largo: accanto a questi animaletti c'è infatti tutto il mezzofondo femminile, che, senza Elisa Cusma (voto 9: da sola per oltre un lustro ha nascosto sotto un tappeto la pochezza del mezzofondo italiano) ha dimostrato l'incredibile inconsistenza. Tutte teletrasportate in un'altra dimensione? Gare da campionati regionali: gli 800 (voto 3), i 1500 (voto 2). Per fortuna nei 3000 c'era Silvia Weissteiner (voto 6,5 per la tenacia) anche se sul tempo ci sarebbe molto da discutere. Altissimo. E le nuove leve dove sono? Il lungo femminile (voto 1) è anch'esso stato depenalizzato a gara di carattere regionale: l'anno scorso a Gavardo, in un meeting regionale, in 5 superarono i 6 metri... I 400 maschili (voto 3) sono stati snobbati da tutti i big nazionali (voto 1), così come gli 800 che almeno hanno visto la sfida Giordano Benedetti (voto 7,5) versus Lukas Rifesser (voto 6,5) non sono stati nobilitati dalla presenza di Mario Scapini (voto 2: non si evitano gli avversari e i campionati italiani), che punta tutto sugli Europei. Ma se non ha mai vinto un titolo italiano indoor, come diavolo fai a sottrarsi alla lotta e dedicarti ad un obiettivo tanto (poco) tangibile? Che modo è di gestire i talenti nazionali? La partecipazione ai campionati italiani doveva essere conditio sine qua non per andare a Parigi: mi sembrava lapalissiano. Invece, la Federazione Italiana di Atletica Leggera (voto: n.c. da 6 anni) come scritto più volte, non ha potere decisionale sugli atleti, che così si autogesticono allegramente. Diverso sarebbe se ci fosse una parvenza di organizzazione superiore (una sorta di Team Italia stabile, su cui puntare senza continue prove e controprove) con compiti e obiettivi ben precisi, condivisi da struttura tecnica e allenatore dell'atleta. Continuo a domandarmi cosa se ne fa la Fidal di oltre 20 milioni di Euro di entrate (e uscite) all'anno (40 miliardi delle vecchie lire), se non si fa nemmeno il minimo sindacale per favorire l'insorgere di strutture a favore degli atleti. La realtà è che tutto incancrenito: le risorse prendono mille rivoli e si disperdono non certo nelle tasche degli atleti o dei loro allenatori. Gli atleti-top sono costretti a pagarsi osteopati, nutrizionisti, fisioterapisti, massaggiatori, quando sembra ormai chiaro che le medaglie a livello internazionale non si possono vincere continuamente puntando sull'improvvisazione e sullo stato grazia di questo o quell'atleta. Ciò che gli entra con lo stipendio da statali, gli esce per crearsi come atleti. E rappresentano questa Federazione, non dimentichiamolo. Oggi è tutto incredibilmente estemporaneo, vago, non organizzato. E alla fine escono questi campionati italiani, che regalano solo qualche lampo in mezzo a tanta mediocrità. Poche le eccezioni, a partire dai 60 maschili, dove tutti i migliori hanno onorato la manifestazione (voto 7 a tutti) come meglio non avrebbero potuto. Anche da infortunati o dopo essere rientrati da un'infortunio. Meritevoli. Anche i 1500 maschili si sono salvati (voto 6,5), dove i migliori dell'anno si sono presentati: anche Christian Obrist (voto 6: è indietro nella preparazione, ma ha avuto le palle di presentarsi: dovrebbe avere la stessa volontà anche nei finali) che non è a livello degli anni scorsi, ma lo stesso ha avuto l'umiltà di metterci la faccia. Miglior tributo al vincitore, Marco Najibe Salami (voto 7,5: stagione indoor da incorniciare) non poteva fare. Anche nel salto in alto maschile erano presenti proprio tutti (voto 7), anche se non si sono toccate quote siderali. Nicola Ciotti è parso sicuro (voto 7,5), mentre Marco Fassinotti dopo l'ottimo 2010 è apparso un pò in calo (voto 5,5). Nei 60 Manuela Levorato (voto 7) entra nella storia dei 60 metri, vincendo con un mezzo brivido, e salutando la muta di avversarie solo ai 30 metri. Come commentavo ieri, una finale ad un campionato italiano non è una gara qualunque. La tensione sale per tutti, così come è successo per Emanuele Di Gregorio (voto 5). A proposito Michael Tumi (voto 9) ha dimostrato che lo sprint è essere il più "set" possibile lasciando gli spazi del "logic" al minimo. Si è alzato sul pronti più lento degli altri, ma ha messo dentro la miglior accelerazione dell'intero lotto. Di Gregorio ha pensato troppo al prima e soprattutto al dopo della gara (sarebbe stato il primo titolo nazionale indoor), mentre sarebbe stato da pensare esclusivamente al durante. Al "dopo" si pensa solo dopo la linea del traguardo. Roberto Donati (voto 6,5) infilza invece tutti gli altri pretendenti della Staffetta 4x100 barcellonesa. Jacques Riparelli (voto 6 per la costanza), Fabio Cerutti (voto 8: ci ha messo la faccia nonostante il recente infortunio e la probabile-sicura controprestazione) e Gianni Tomasicchio (voto 5,5, mi aspettavo una prestazione più proteiforme). Purtroppo e per fortuna in atletica conta solo una cosa: stare davanti. I 400 femminili (voto 8,5) è stata la gara forse col tasso tecnico generale più elevato: allettava troppo la staffetta 4x400 agli Europei, e così si è assistito per tutta la stagione indoor ad un bella sfida tra prime e seconde scelte. E la finale non ha disatteso le aspettative, con Marta Milani (voto 8) che ha sfiorato il minimo ma sarà quasi sicura la sua partecipazione a Parigi nella gara individuale con le wild-card. Maria Enrica Spacca con il PB (voto 9, è la mia preferita per combattività e cattiveria) e Bazzoni e Arcioni (voto 8 per entrambe) con i rispettivi personali. Finale agli italiani dove 5 atlete su 6 hanno raggiunto il proprio record: meglio di così!
Simona La Mantia (voto 8,5) si candida ad essere super-protagonista anche a Parigi, cavalcando l'onda di Barcellona. Il resto della specialità è in attesa di Daria Derkach (voto 9,5 in prospettiva). Fabrizio Schembri (8,5) raggiunge i 17 metri e vince il primo titolo indoor in carriera davanti al randomizzante Daniele Greco (7 di incoraggiamento, ma può fare molto ma molto di più... "il collega"). E Fabrizio Donato? 9,5 per l'8,03, mentre i suoi avversari sono naufragati nelle sabbie mobili della elastica pedana di Ancona (voto 6). Peso maschile inquietante (voto 4), mentre finalmente Chiara Rosa (7,5) riesce a sparare quella dannata palla di ferro da 4 kg oltre i 18 metri ed ottenere il tanto sospirato minimo. 

Tamgho: è record del mondo agli assoluti francesi!

Mica è stato lì a guardarsi in giro Teddy Tamgho, o aspettare i campionati Europei che si terranno nella sua Parigi tra due settimane. No, ha piazzato ai campionati francesi di Aubiere subito il 17,91 che è il nuovo record mondiale indoor, che ha migliorato di un solo centimetro il precedente record da lui detenuto e stabilito ai mondiali di Doha l'anno scorsa. Nelle dichiarazioni post gara il triplista francese ha minacciato di poter molto di più, e diventare il terzo uomo della storia a superare i 18 metri regolarmente, dopo la leggenda Jonathan Edwards e il folletto americano Kenny Harrison (ma loro c'erano riusciti all'aperto). Il giorno prima Tamgho aveva saltato 7,79 nel salto in lungo, giungendo terzo nella gara vinta da Salim Sdirì con 8,06. Tutti i migliori francesi che parteciperanno agli Europei hanno partecipato ai campionati nazionali: in Italia anche l'ultimo arrivato riesce a bistrattare gli Assoluti e sbeffeggiare così tutto il movimento. Sarà un caso che la Francia ci svernicia con un'ondata di nuovi giovani? Pensate: un 16enne, sulle orme di Christophe,  ha vinto i 200 con 21"13... 

Italiani Indoor Assoluti non all'altezza delle aspettative - l'analisi di Sasuke

Si sono svolti questo weekend i campionati italiani indoor assoluti, ma i risultati di molte gare non sembrano appartenere ad un tale evento. Commento leggermente in ritardo perché ieri ho assistito alle 4 ore e mezza di differita di Rai Sport che, come citato qui sotto, sono state penose in quanto a commento tecnico. Assente Franco Bragagna, telecronaca ad opera di due nomi poco illustri e del discreto Attilio Monetti, spalla solita di Bragagna. Cronaca non priva di numerosi errori (salti nulli, atleta in vantaggio su un altro…) e imprecisioni che mi fanno notare come l’assenza di Bragagna possa far perdere valore ad una gara. Unica nota positiva, la trasmissione anche dei concorsi (almeno di quelli in svolgimento mentre commentavano) rispetto ai riassunti dei giovanili dove sembrava non esserci altro che le gare in pista. Una cosa che non ho mai capito, seriamente, è come possano le gare su pista essere più interessanti (specialmente quelle di fondo, delle quali secondo me potrebbero mostrare solo l’inizio e la fine) del salto in alto o del salto con l’asta, molto più spettacolari. Non mi soffermerò troppo sui risultati (di cui si è già parlato abbastanza) quanto sull’evento in se. Risultati, comunque, anche di buon livello: un nome su tutti quello della triplista Simona La Mantia, capace di una serie di 6 salti (uno nullo) tutti oltre i 14 metri (14,15; 14,12; 14,30; N; 14,31; 14,33) che ne confermano l’ottimo stato di forma. Se devo essere sincero, quando la La Mantia giunse all’argento a Barcellona lo considerai un pò un “colpo di fortuna”; Simona arrivò ben oltre lo stagionale proprio durante la rassegna continentale. Ma mi sbagliavo e questa stagione indoor ne dà la conferma. Niente fortuna, solo tecnica, impegno e costanza. Ottimi risultati sempre dai triplisti, Fabrizio Schembri capace di planare ad un ottimo 17.00 metri, buono in chiave europei, così come Fabrizio Donato a 8.03 nel lungo (che rinuncia poi al triplo per precauzione). Buono anche Daniele Greco (16.65, ancora un po’ sotto lo standard minimo). Per il resto, da citare essenzialmente la brava Chiara Rosa (quinta al mondo e quarta in Europa) con 18.34.
Risultati più scioccanti sono stati quelli dal rettilineo dei 60 metri. Tutti (e dico tutti) i protagonisti della velocità azzurra, ma risultati di ben poco rilievo, con Michael Tumi, promessa, che ha la meglio con un buon 6.71 di atleti come Di Gregorio (6.72), Donati (6.73, che si piazza davanti ai tre esclusi della staffetta di Barcellona), Riparelli (6.75) e dei poco incisivi Cerutti e Tomasicchio (6.79 per entrambi). Collio ha corso solo le batterie, in un modesto 6.75 (comunque previsto, visto che per ammissione dello stesso la condizione era scarsa). Per quanto Di Gregorio abbia corso la batteria in 6.68, le due prestazioni appaiono opache; Lemaitre è letteralmente risorto correndo in 6.61 la batteria e in 6.58 la finale ai campionati francesi. Se l’azzurro non sarà al meglio delle possibilità, rischierà di vedere il podio allontanarsi - per il momento rimane comunque terzo in Europa.
Sono rimasto un po’ deluso dalla prova del salto con l’asta femminile. La Benecchi e la Giordano-Bruno saltano con molto margine (più di 10 cm, 20 stando ai cronisti, non molto attendibili però) rispettivamente 4.25 e 4.30; poi, da atlete tattiche, evitano di incontrarsi alle misure successive facendo sperare in una gara di alto livello. E invece no; la Benecchi fallisce a 4.35, e la Giordano-Bruno a 4.40. Ma il problema della seconda è proprio la mancanza di convinzione nelle sue possibilità. Visti i salti precedenti il 4.40 (misura comunque di scarso rilievo) sembrava totalmente alla sua portata… e invece no! I tre tentativi sono mediocri, e prima di saltare una volta si ferma due volte e tornare sui propri passi. Mi è sembrato di vedere i ragazzi alle prime armi nel salto in alto che si fermano spaventati davanti all’asticella, anche se alla loro portata. Ma 4.40 agli europei sarà una misura da superare subito quindi… ha senso portare le due atlete? Sì, a patto però che abbiano fiducia (specialmente la seconda) nelle loro potenzialità (Anna ha saltato anche 4.60 in carriera, prima del brutto infortunio).
Brutto poi il fatto che numerosi atleti di primo piano abbiano disertato la massima rassegna italiana. Si parlava di Scapini, iscritto sia negli 800 che nei 1500. Ma io citerei anche Luca Galletti, presente in staffetta 4x200 (poi squalificata) che per chissà quale motivo rinuncia alla prova individuale! Il primo poi (Scapini) è anche in condizione, visto il tempo e la partecipazione agli europei. Ma potrei citare vari altri, come Vistalli, Fontana, e i vari atleti che sono però giustificati dalle condizioni non eccellenti. Da notare, poi, come la maggior parte degli atleti top, iscritti in due gare, abbia disertato senza motivo una delle due (la Milani negli 800, la Arcioni nei 60, Benedetti e Rifesser nei 1500...) mentre un atleta neo-master come Eleonora Berlanda ha partecipato (vincendo anche due medaglie) sia ai 1500 che ai 3000.