30/04/12

I migliori italiani del weekend: Haliti, Gai, Puccini, Isalbet e naturalmente Caravelli

Eusebio Haliti - foto All-athletics
M.E. Gai
Eusebio Haliti fa un altro piccolo passo verso i 50", con 51"14 corso a Foggia, e questo potrebbe significare già una grande stagione. Anche perché, stando al cervellone-Sigma, si tratta del suo 5° tempo di sempre e tutti i suoi migliori crono sono stati ottenuti tra giugno e settembre. Quest'anno ha iniziato presto a gareggiare, con il 51"81 di Salerno del 22/04: chissà qual'è il suo pattern di programmazione e... su quale evento è concentrato. Chiaramente il problema di fondo, come tantissimi altri ragazzi come lui, è il nodo Gordiano della nazionalità: parlare di obiettivo a breve termine nel dubbio di un'attesa che si protrae per anni, può portare a decisioni anche a favore di un ritorno alle origine: e come dare torto a questi ragazzi, che prima di essere italiani, o albanesi o nigeriani, sono... atleti. E gli atleti per definizione, devono correre, e non importa con che maglia. Comunque: il minimo per Helsinki è 51"10, quello B per Londra 49"80. Giusto come "memo". Così la vedo io. Rimanendo a Foggia, si mette in evidenza sui 200 Marco Emilio Gai, stessa compagine di Haliti (Rocco Scotellato di Matera): 21"37 con -1,1. 3 centesimi dal personale (21"34 a Napoli nel giugno dell'anno scorso), e l'impressione che nell'anno di grazia 2012 abbia messo una marcia in più:  lo testimonia il 48"00 indoor sui 400 (PB), il 21"51 sui 200 di esordio a Salerno (e 21"66 indoor... PB) e il personale anche sui 100: 10"79 (+0,3) a Napoli addirittura ad inizio aprile. Che poi... il giorno prima Gai era localizzato ad Ascoli: 10"99 con -2,0 e 10"89 con -0,4. Sarà sicuramente "un fattore" dello sprintismo made-in-Italy quanto meno in chiave "finale dei 200 agli assoluti". In questa stagione probabilmente ancora un pò acerba, sono pochissimi fin a questo momento gli spunti di cronaca nello sprint maschile: mettiamoci il sorprendente 10"42 di Tulio Brigida a Modena.E poi il risultato di Juarez Isalbet a Nembro, di cui parlerò dopo. Tra i cercatori di pepite del Klondike (ovvero di convocazioni per Londra o Europei...) esordisce proprio a Foggia l'astista Matteo Rubbiani: 5,30 e poi la cozzata contro i 5,45. Non so dove l'ho letto: forse troppo vento, se era lui. Zhara Bani, altra protagonista di prima fascia, ricomincia con la ridotta nel giavellotto con 55,73. A febbraio a Lucca l'aveva già sparato a 57,81, mentre 56,99 a Bar un mesetto dopo. 59,00 è limite "B" e 61,00 il limite "A" per Londra: il 61 è stato superato dalla Bani una sola volta in carriera (nel 2007 ad Ostrava), mentre i risultati sopra il 59 sono una ventina, di cui 4 solo la scorsa stagione. 57,50 il minimo per gli Europei di Helsinki: se non altro lì c'è già.

Eduardo Albertazzi - foto Fidal
G. Puccini
Ad Ascoli, il 28, dove sui 100 si è cimentato il già citato Tyson Gai (non potevo astenermi dal fare la battuta...) 3000 che metteva in mostra due talenti come Stefano Massimi e Mohad Abdikadar, e che il primo ha visto bene di... vincere. Negli States si dice che Tizio ha "schools" Caio. Bè, come dire... "scolarizza". Ebbene Massimi schools Abdikadar: 8'14"72 a 8'17"75. Ok, tra i due c'è un anno di differenza, ma è pur sempre una sfida tra rampolli rampanti. Attaccato a questi due arriva un altro junior: Daniele D'Onofrio: 8'18"82. Nel disco arriva la superbordata di Eduardo Albertazzi, classe 1991, ed una delle poche speranze azzurre nei lanci ormai cristallizzata (nel senso che ora manca davvero poco per cambiare marcia): 60,00, cioè il suo personale e il primo "60" della propria carriera. 63,00 il minimo B e addirittura 65,00 l'A per Londra. Più abbordabile il minimo per Helsinki: 62,90, ma vorrebbe dire migliorare di praticamente 5 metri in una sola stagione: cose che succedono solo quando sei giovane, hai talento, fortuna, tecnica, e tanta tanta voglia. Se dimostrerà di avere tutti questi fattori... Nella gara di disco di Ascoli, non male (non male? Ottimo direi) il 58,09 di Nazzareno di Marco. 6^ prestazione personale di sempre (le prime 5 sono state tutte ottenute nel 2011), e una crescita certificata. Sarà una gran gara di disco quest'anno agli italiani di Bressanone. Si cambia arma, e arrivano altre stoccate: nel giavellotto Giacomo Puccini (chissà nella vita quante volte glielo avranno chiesto... Giacomo... come quel Giacomo?), bombarda a 73,29 con un lancio ancillare a 72,37. 6^ volta in carriera sopra i 70 (non so a quanto arriverebbe contando anche i lanci ottenuti nelle diverse serie) e soli 5 centimetri dal PB (73,34 a Firenze nel luglio dell'anno scorso). Battuto, anzi "schooled" Roberto Bertolini, il n° 2 del ranking italiano del giavellotto la cui fiondata si interrata a 72,89. 13^ prestazione personale di sempre (fonte, always-Sigma) (ranking All-Athletics: 1° Gottardo, 2° Bertolini, 3° Bonvecchio, 4° Fent e 5° Puccini... che scalerà almeno una posizione con questa infornata di punti). Marzia Caravelli, spazia ormai su tutto lo scibile delle prove di velocità tra i 100 e i 400, passando per le prove spurie con e senza ostacoli: eccola infatti sui 400, dove butta là la gamba e tra il serio e il faceto ci piazza un 54"34. Tempo che si presta a diverse considerazioni... vuoi mai che la vedremo sugli ostacoli bassi un giorno? Con il 23" basso del suo potenziale sui 200, 54"3 sembra pure alto rispetto a quanto potrebbe effettivamente correre (da 52"x?). Poi lì il passo e breve per guardarsi in giro, almeno in Europa, e vedere che manca una Pearson, e il nutrito esercito di americane e canadesi che le si sono messe alle calcagna.

A Chiari (ma quante gare ci organizzano?), 56"54 per l'allieva Irene Morelli (1985), che si prende il lusso di annichilire uno dei personaggi principali dei 400ismo femminile italiano, al secolo Eleonora Sirtoli. A dirla tutta, Morelli super e Sirtoli un pò troppo giù di tono, con "solo" 57"22, ma che l'anno scorso era in predicato di comporre in qualche modo quadrighe azzurre in tutte le salse, considerato il suo 53"54 di Firenze, ma anche altri 3 risultati sotto i 54". Attualmente 7^ nel ranking nazionale, dietro a Milani, Grenot (che probabilmente scavalcherà Milani), Spacca, Bazzoni, Bonfanti e la sorprendente Calcagno. Per la Morelli PB scorticato addirittura di 1"5: stando al Sigma, 40 minuti prima dei 400 la Morelli si sarebbe cimentata nei 100hs per la categoria allieve: giusto segnalarlo (14"53 con -0,7). Sara Balduchelli (5^del ranking nazionale nei 100hs) con 1,4 di vento arriva a 13"73,  9^ prestazione personale di sempre a 12 cent dal PB. Rimanendo sugli ostacoli: Hassane Fofana 14"23 con 0,9 di vento a favore, cioè un solo centesimo dal personale. Seconda prestazione di sempre, dopo il 14"22 di Bellinzona dell'anno scorso. Singolare il comportamento del talentuoso Riccardo Perini. Alle 15:53 corre la serie degli junior con gli ostacoli a 100 in 13"90 (+0,8) e dopo soli 7 minuti, alle ore 16:00 la serie con gli assoluti e gli ostacoli a 106: 14"89. Gli sarà servita? Mah.

Dai risultati di Nembro mi sorprendo ancora di più. Chi c'è nei 400hs femminili? Irene Morelli. Ubiqua. Ma era il giorno prima dei 100hs e 400 piani... ahhhh, ecco. 1'04"18, che vuol dire sostanzialmente che ha qualche problema con gli ostacoli (obiettivamente 8" di differenziale 400-400hs sono un pò tantini). 3,90 per Chiara Rota nell'asta, nell'alveo della tradizione astitistica dell'Atl. Bergamo. 12,92 per Maria Moro nel triplo con un solo salto valido, che dovrebbe rappresentare il suo PB outdoor, e la terza prestazione personale di sempre. Il PB assoluto è il 13,00 ottenuto indoor quest'anno. Nei 200 maschili arriva un sorprendente 21"36 per Isalbet Juarez, che aveva già dimostrato (probabilmente) di aver cambiato marcia nel corso del 2012 con il 300 in 33"43 di fine marzo. Il 21"36 non solo è a soli 3 centesimi dal PB, ma considerato il dato del vento (-2,6!!) rappresenta in potenza, un gran crono. Tra l'altro schooled diversi giovani rampanti, che sono finiti oltre i 22" a comprova dello spessore della prestazione dell'italo-cubano. Esordio sui 400hs per Giacomo Panizza: 52"21, ma era appunto la colazione stagionale.

La promettente piemontese Martina Amidei apre il pacco-2012 sui 100 e ci trova il suo 4° tempo personale di sempre: 11"82 con 0,8 di vento a Villanova d'Asti a soli 6 centesimi dal PB corso agli italiani di categoria dell'anno scorso sulla magica pista di Bressanone.

Dagli States notizie molto confortanti dal mezzofondo. Al Payton Jordan Cardinal Invitational di Palo Alto, in California, nel pieno di un'orgia mezzofondistica internazionale, Daniele Meucci inanella un 10000 da quasi-favola: 27'32"86, personale di una dozzina di secondi, e seconda volta sotto i 28' in carriera. Mica robe da tutti i giorni, insomma. Peccato non avere a disposizione un ranking italiano aggiornato... Minimo A per Londra conseguito (era 27"45). Stefano La Rosa, nella serie-monstre in cui era inserito anche Meucci, termina al 22° posto ma con 28'13"62, cioè super-personale, ma stando al Sigma l'ultimo suo 10000 risale al 2009 (ne sono presenti solo due). 8" dal minimo B per Londra, e ampiamente minimo per Helsinki. Ma qualche cosa mi dice che avrebbe preferito fare un B per Londra che un A per Helsinki. Michele Fontana impegnato su una serie dei 5000 conclude invece in 14'38"00. Manca all'appello solo Hannes Kirchler: nel suo viaggio sulla Route 66, a San Diego il 28/04, 62,04 dopo il 60,50 del 26/04 sempre a San Diego, il 61,46 di Walnut il 20/04 e il 60,87 di Chula Vista il 19/04. 4 gare in una settimana! Sulla soglia dei 63 ci sta la porta di Dite...  

29/04/12

Spearmon 20"02, Chaunte Lowe 1,98 e Whiting 21,31

Calesio Neuman
Calesio Newman, 28enne americano, stabilisce una prestazione notevole sui 100: 10"08 con un sorprendente 2,2 di vento contrario a Greensboro il 20 aprile. Stesso tempo del connazionale Isiah Young (1989) che però il tempo l'ha ottenuto ieri a Des Moines ma con 2,2 di vento a favore. Young deve aver fatto un patto con Eolo, visto che la settimana scorsa con un monsone del Bangla Desh di + 5,0 aveva corso in 10"10. Il principe Spearmon ai Drake Relays di Des Moines piazza il secondo tempo mondiale dell'anno: 20"02 con 1,7, dicendosi non contentissimo della prestazione: voleva migliorare il suo 19"95 dell'esordio. Torna nella cronaca il già più volte citato Isiah Young: sulle code di WS arriva infatti proprio lui: 20"34, ma dopo aver già corso in stagione 20"33 (con 1,9 a Oxford due settimane fa), e 20"35 ventoso a Gainsville ad inizio mese. Rientra di sicuro nel novero dei finalisti dei trials se non altro nei 200: Dix, Spearmon e Gatlin sembrano fuori portata. Ma i trials sono i trials.

Marek Niit
Sui 400 sono già 51 le prestazioni mondiali sotto i 46", anche se le uniche due sotto i 45" appartengono all'inglese Martin Rooney e alla supernova Jeremy Wariner. Sorprendono a tal proposito i sudafricani: Oscar Pistorius (comunque negativo nelle ultime uscite) 45"20; Labogang Moen 45"75, Willem De Beer 45"81, Shaun De Jager 45"97, Jacques De Swaardt 46"11... ditemi se non tirano fuori con queste premesse una staffetta da medaglia olimpica. E siamo solo ad aprile, anche se nella stagione australe probabilmente hanno già reso in percentuale molto di più che un europeo o un atleta del nord America. Tra gli europei, appunto, per ora gran penuria di risultati sui 400 sotto i 46": Rooney a parte, sotto i 46" sono scesi solo l'israeliano (Israele fa parte della Federazione Europea) Donald Sanford con 45"76 (ma che si allena negli States) e che ha un PB di 45"21 stabilito nel 2010. Il 45"76 è il record israeliano dei 400, essendo l'atleta divenuto a tutti gli effetti tale nelle ultime stagioni. Motivo della nuova naturalizzazione? Partecipare alle Olimpiadi. Restando in Europa si trova il secondo e ultimo sub'46": il 45"91 dell'estone Marek Niit, che attualmente deve godere di una forma strepitosa. 10"19 con 1,5 sui 100 a Fayetteville il 31 marzo (record estone) e ora il personale sui 400. Per chi non se lo ricordasse, Marek Niit è la medaglia d'oro ai mondiali junior del 2006 a Pechino e attuale detentore dei record nazionali di 100 e 200. Naturalmente corre per un'Università americana, l'Arkansas State University.

Ryan Wilson
Ai Drake Relays di Des Moines il 32enne Ryan Wilson si mette in griglia della pole dei 110hs: 13"20 con 1,0 di vento. Meglio di lui quest'anno solo lo strano David Oliver (che palesa prestazioni ondivaghe). Attualmente il più performante però sembra il nuovo astro (di origine nigeriana?) Omoghan Osaghae (1988): quest'anno, ad oggi, 3 prestazioni delle migliori 6 al mondo sono sue, considerando anche i tempi ventosi: 13"20 a Lubbock ma con un tornado di 7,3 di vento; 13"24 con 3,7 a Walnut dietro a Jason Richardson, e 13"24 con 1,0 a favore ieri dietro a Wilson. Il portoricano Javier Culson 49"02 sui 400hs (siamo sempre ai Drake's): non scordatevi di lui, secondo sia a Daegu l'anno scorso che a Berlino nel 2009.

Nei salti, ne avevo letto sulla Gazzetta qualche giorno fa, c'è il risultato "strano" in una gara minore cinese a Zhaqing: nel triplo compare nel referto un 17,38 del semisconosciuto Bin Dong, (prima di quest'anno aveva un 16,86), e 17,35 dell'ancor più sconosciuto Shuo Cao, classe 1991, anche lui con 16,86 l'anno scorso.

Ryan Whiting
Nei lanci, Ryan Whiting è il 5°americano a superare i 21 metri nel corso del 2012 (e solo 6 al mondo hanno superato la stessa misura). 21,31 ai Drake's e probabilmente la gara di peso dei trials sarà davvero qualche cosa di imperdibile. 11 sono invece gli americani sopra i 20 metri... e 26 quelli sopra i 19 metri. E siamo solo ad aprile. Dal disco invece sorprende lo stato di forma degli olandesi... mai sentito parlare voi di discoboli olandesi? Nemmeno io. Al momento la WL se la strappa Erik Cadee con una cannonata a 66,80, a San Diego il 26/04, a 15 cm dal personale dell'anno scorso. L'anno scorso si fermò in qualificazione a Daegu con poco meno di 62 metri. Altro olandese e altro over-66 a Chula Vista il 19/04: 66,33. E' Rutger Smith che fu 7° a Pechino '08. Nella gara di Chula Vista, tra l'altro, aveva batutto proprio Cadee che si era fermato a 66,10. Possibile finalista di Londra è sicuramente il britannico 20enne Lawrence Okoye: già 66,67 e 66,25 nel corso del 2012.

Amantle Monthso
Donne: ha ufficialmente esordito la campionessa del mondo dei 400, Amantle Monthso. E' successo in Senegal, a Dakar, la settimana scorsa: 50"94, esattamente come il tempo della rediviva DeeDee Trotter, che il medesimo crono l'ha ottenuto a Lawrence il 21/04. Si pregusta la sfida Sanya Richards vs Monthso, e Allyson Felix. In attesa di capire chi manderà in battaglia l'armata rossa. Per ora solo 3 tempi sotto i 51". Libania Grenot intanto scala al 5° posto mondiale dell'anno. Assolutamente incredibile il tempo della britannica Tiffany Porter sui100hs la settimana scorsa: 12"47 (ma ventoso, +3,0): se non altro Sally Pearson avrà qualche piccolissimo fastidio nel sapere che esiste qualcuna che almeno wind aided può correre i suoi tempi. Altrimenti la gara sarà assolutamente già morta prima di partire. Nella gara della Porter, ottenuto a Gainsville, ha consentito a Christina Manning e Kelli Wells di correre sorprendenti crono (naturalmente sempre ventosi): 12"57 e 12"61.

Chaunte Lowe
Chaunte Lowe ai Drake's di Des Moines stavolta non supera i 2,00: si ferma a 1,98, comunque risultato da quasi-medaglia mondiale. Delude nella stessa gara la rinata Ami Acuff, che dopo il 1,95 d'esordio, retrocede al decimetro inferiore: 1,85. Ma ad oggi già 5 americane sono sopra il metro-e-novanta. Trials al cardiopalma. Jennifer Suhr nell'asta si porta a 4,65, seconda performer mondiale dell'anno, dietro al 4,76 dell'australiana Alana Boyd che saltava come un grillo durante l'estate australe. 

26/04/12

Modena: Ekeh personale: 11"64 - Brigida 10"42

Judy Ekeh - foto Gazzetta di Reggio
Meglio dare il giusto spazio alle prestazioni. A Modena Judy Ekeh inizia la stagione con il personale... e con un inizio del genere chissà cosa ci dobbiamo aspettare dal resto 11"64 con 1,3 di vento favorevole e 9 centesimi in meno del tempo ottenuto a Bressanone agli italiani junior. Miglior tempo italiano dell'anno, e sapendo come andò l'anno scorso (ovvero solo due atlete italiane andarono più forte in tutto il corso del 2011: Martina Giovannetti 11"55 e l'11"63 di Audrey Alloh di Stoccolma) le prospettive sono davvero clamorose. E ora? Domanda: ma la Ekeh è già italiana? La stuzzicante staffetta tutta colored italiana prenderebbe sempre più forma e sarebbe un meraviglioso spot all'integrazione. Naturalmente non tutte le italiane staranno a guardare: importante è che la competizione migliori le prestazioni di tutte, e chi debba scegliere le staffette (ahimè...) possa avere delle buone carte da giocarsi su basi prestative e non troppo discrezionali, come si è assistito negli ultimi anni. Sorprende altrettanto clamorosamente il risultato di Mario Brigida: 10"42 con vento nullo. Vale a dire sulla soglia dell'eccellenza internazionale (quando dopo le doppie virgolette che segue il 10 appaiono numeri minori o uguali al "3"). 18 centesimi in meno del suo personale di 10"60 corso a Recanati nel luglio dell'anno scorso (il sito Fidal riporta anche un paio di 10"59 con vento superiore alla norma). E non è nemmeno che a Modena ci fossero condizioni "super", visto che il secondo, Julius Kambiadde ha corso un decimo più lento del PB (10"66 vs 10"57), Diego Marani due decimi (10"69 vs 10"49). Così la pole dei 100 metri italiani del 2012 la mette Brigida, che nella stagione indoor aveva già fatto vedere cose deliziose, come il 6"81 di inizio gennaio. Marta Maffioletti (sto parlando dei 400 femminili) inizia il 2012 con un bel crono: 55"20. Mai iniziato così bene... sulla sua scia si nota una ragazza del 1996, Eleonora Vandi (allieva): 55"34. Secondo il sito Fidal era la seconda volta che correva un 400, e la prima era stata in una gara indoor ad Ancona (56"78). Per Lorenzo Perini quello di Modena dovrebbe rappresentare l'esordio sugli ostacoli davvero "alti" dei 110hs. Data per scontata la veridicità del cervellone Sigma, 14"32 con 0.9 è il suo nuovo personale: tra l'altro battendo personaggi blasonati come Carlo Giuseppe Radaelli e Giovanni Mantovani. Filippo Campioli ricomincia con 2,21 nell'alto: non male e 1,82 di Elena Vallortigara, non così benissimo per quello che ci si aspetta sempre da lei: ma siamo ad inizio stagione. Meglio però da un'altra speranza "azzurra", Chiara Vitobello, arenatasi a 1,79. Poi 5,42 di Matteo Rubbiani nell'asta,  

25/04/12

Master: altri tre record italiani - la Zanni a 5,00 metri nel lungo F45

Rossella Zanni - foto Fidal
Nello scorso weekend in chiave master sono caduti altri 3 record master. Aspetto l'aggiornamento "ufficiale" di Giusy Lacava sul sito Fidal, prima di dare la panoramica completa, che comunque vedrebbe nel corso del solo 2012 il miglioramento di 67 record italiani (ma la stima è assolutamente per difetto). Per ora 57 al coperto e una decina outdoor. Visto che il periodo primaverile è quello delle gare spurie, nell'ultimo fine settimane sono caduti un paio di record di specialità che durante la stagione non vedono molto spazio. A Pavia (PV), sulla pista velocissima e un pò dura del campo CONI, riescono nell'impresa di migliorare i primati italiani Giancarlo D'Oro e Benito Bertaggia. Giancarlo (prima stagione da M50) dopo quasi un anno di assenza dalle piste, torna in maniera roboante dimostrando giù un ottimo grado d forma: 9"71 sugli 80, con vento nullo, che già proiettato sui 100 vale tempi di tutto rilievo. Insomma, quest'anno lo sprint M50 non sarà solo Fornesi, Clementoni e Morigi, ma anche D'Oro. Una delle specialità col più alto tasso tecnico in circolazione. Indubbiamente. In un colpo solo D'Oro a Pavia cancella il record di Gabriele Carniato (10"02 a Treviso nel 2010) e il 9"8 manuale di Carmine Ronca stabilito nel lontano 2004 a Marano. E' il terzo record italiano individuale che stabilisce D'Oro, dopo quello dei 150 M45 (17"59) e quello dei 60 sempre M45 (7"29), entrambi poi migliorati da altri atleti. Significativo nella stessa riunione il suo 18"22, a soli 21 centesimi dal primato italiano di specialità. Sempre a Pavia è caduto invece il record del 150 M75, annichilito questa volta da Benito Bertaggia: 22"00 con -0,9 di vento, cioè quasi 2" in meno del precedente primato di Alberto Bassi, ovvero il 23"94 stabilito l'anno scorso a Roma. Terzo record in possesso attualmente da Bertaggia: detiene infatti già quello dei 300 M70 e degli 80 M70. Dulcis in fundo il record più prestigioso, visto che è stato ottenuto in una specialità ufficiale: il lungo F45. Protagonista ancora una volta Rossella Zanni, che dopo quello indoor, accoppia alla sua personalissima bacheca, quello outdoor. 5,00 metri a Modena, con 1,2 di vento a favore, che migliora di soli 2 centimetri  (4,98) l'annoso primato stabilito nel 2004 da Carla Forcellini ad Aarhus, campionati Europei outdoor. Annata straordinaria per la modenese: tre record italiani già stabiliti: i de nel lungo e quello del pentathlon indoor. E ora sono 7 i record attualmente detenuti dalla Zanni: come già detto il lungo F45 outdoor e indoor, il pentathlon F45 indoor, l'eptathlon outdoor F45, i 200hs F45, l'eptathlon e il pentathlon outdoor F40. 

23/04/12

50"18 a Waco: che dite? E' l'anno di Sanya Richard-Ross?

La storia di Sanya Richard Ross è la tipica storia americana: quella della campionessa, che si imbatte nelle sfortune della vita e poi con la forza della volontà torna a primeggiare sull'universo delle proprie avversarie. Sanya Richards è di origine jamaicana, essendo nata a Kingston nel 1985. Poi il viaggio che ha coinvolto tanti atleti di laggiù, quello verso il Nord America, gli States la fortuna. Qualcun'altro è finito in Canada (come Ben Johnson, Donovan Bailey), altri hanno trovato il loro paradiso nei college e nelle università americane. Poi la lenta ed inesorabile corsa alla notorietà, al prestigio, al dominio della specialità: ha solo 19 anni ma arriva sesta alle Olimpiadi di Atene '04 nei 400 (ma sarà oro nella 4x400). Oro già vinto nella staffetta l'anno prima, a soli 18 anni, ai mondiali di Parigi '03. Nel '05 è argento ai mondiali di Helsinki sui 400 (49"93), e al meeting di Zurigo, ad agosto, diventa la più giovane atleta a scendere sotto i 49" nella storia dei 400 femminili. L'atleta di Clyde Hart corse infatti in 48"92, consegnando alla stampa questa dichiarazione: "se Jeremy Wariner che si allena con me è riuscito a correre in 43", ho capito che io avrei potuto correre in meno di 49"". Nel 2006 vince tutte le gare dell'allora Golden League, spartendosi il jackpot con il comrade Jeremy Wariner e Asafa Powell. Ma è il 16 settembre di quell'anno il giorno in cui compie l'impresa sportiva che rimane il suo apice prestativo: ottiene infatti il record americano dei 400, correndo in 48"70 e cancellando la leggendaria Valerie Brisco-Hooks (la prima ad essere riuscita a vincere in un'olimpiade 200 e 400... prima di MJ) che 22 anni prima, era riuscita a correre in 48"83. A tutt'oggi rappresenta la 16^ prestazione mondiale di sempre, ma la 7^ performer assoluta. Pensate: dal 2000 in poi solo in 5 circostanze una donna è scesa sotto i 49": 4 sono di Sanya Richards (48"70, 48"83, 48"92 e 48"94) e una della messicana Ana Guevara (48"89). E pensare che in tutti gli anni '90 solo in 3 circostanze una donna era riuscita a scendere sotto i 49": due appartengono a Marie Jose Perec, una a Kathy Freeman. Stiamo parlando di 37 prestazioni nella storia dell'atletica sotto i 49" sui 400: solo 8 sono state ottenute negli ultimi 22 anni (dal 1990 al 2012). Le restanti 29 negli anni '70-'80. Anche se garantista, difficile non avere dubbi sui percorsi che hanno portato a quelle prestazioni in quegli anni. Il 2007 è la scoperta della terribile malattia: la Sindrome di Behcet. Nonostante questo vince ancora la Golden League, anche se ad Osaka partecipa solo ai 200 (giungendo 5^) ma non passa i trials sui 400, quindi assisterà dalla tribuna alla gara. A Pechino parte da favorita, ma è solo bronzo in 49"93, mentre nel 2009 vince a Berlino il primo titolo mondiale individuale in 49"00. Con il Golden Gala di luglio (49"36), Sanya Richards pareggia il numero di volte sotto i 50" di Marita Koch... 36. Oggi invece è la donna con più sub-50" sui 400 della storia, avendo aggiornato il proprio personalissimo tabellino a 42. Il 2010 è l'annus horribilis... l'infortunio ad un quadracipite, la malattia, una lunga assenza. Solo nell'agosto del 2011 tornerà la Sanya Richards conosciuta, riprendendo la strada interrotta lungamente interrotta: 49"66 al meeting di Londra. A Daegu arriverà però solo 7^. Comunque sia... Londra: la rinascita della seconda Richards fino al 50"18 dell'altro ieri a Waco. L'idea che a questo punto se le altre vorranno il massimo in termini di metalli preziosi dovranno correre molto al di sotto dei 50" perchè la Richards ha messo il paletto. Londra il culmine di una carriera che potrebbe essere quella di una leggenda. Senza il massimo alloro, lo scettro di Olimpia, purtroppo, le porte dell'immortalità sportiva non si schiuderanno. Ci riuscisse, l'ennesima storia di volontà, abnegazione, sacrificio, dolore, che questo sport può regalare. 

Auburn: Rakieem Salaam 9"98: secondo sub-10" dell'anno - Chaunte Lowe 2,00

Rakieem Salaam - PR Photos
Finalmente la stagione 2012, quella delle Olimpiadi nella terra di Albione, è ufficialmente partita. I primi moduli lunari stanno spingendo e fra poco si arriverà in orbita: ancora pochi giorni e buona parte dei contendenti ai metalli olimpici avranno esordito. Unici assenti al momento, gli italiani, che, Grenot a parte, ancora non hanno fatto parlare di sè in nessun modo: valle a capire le programmazioni nel nostro piccolo Paese. Qualcuno è reduce dalla stagione indoor, quindi nel computo della preparazione tutto si è spostato in avanti (ma ciò non toglie che recenti protagonisti dei mondiali indoor siano già scesi in pista), di altri se ne sono perse le tracce da tempo immemore. Ma sbaglieranno i nostri, o sbaglieranno gli svariati campioni sparsi per il mondo? Solo le Olimpiadi ci daranno la risposta. Nel frattempo fioccano i primi risultati di cui ho dato conto nella giornata di ieri. Arriva anche il secondo sub-10" nei 100 metri di stagione: arriva ancora dagli States, e segnatamente da Auburn, al War Eagle Invite del 21/04: Rakieem Salaam ha infatti annichilito le fotocellule siglando un portentoso 9"98 con solo 1,0 di vento a favore. Adesso, di Rakieem Salaam, se ve ne ricordate, ho parlato abbondantemente la scorsa stagione. Classe 1990, ebbe una prima parte di stagione 2011 folgorante:  9"97 a Des Moines in giugno, 20"05 a metà maggio, 20"27 a fine aprile. Tant'è che, sbagliando, ritenevo che ai Trials di Eugene dello stesso giugno avrebbe impressionato sui 200 (sui 100 il pronostico era davvero troppo chiuso, anche se ci arrivava con 9"97). Invece terminò 7° con 20"43... niente Daegu. Ora: il panorama è leggermente cambiato, anche se sui 100 tra Dix, Gatlin, Rodgers e (forse) Gay, potrebbe trovare un posticino. Ma siamo solo alla prima mossa dell'anno, quando si fa l'apertura sulla scacchiera e si muove il pedone lateralmente. Dietro a Salaam l'onnipresente Marc Burns, 10"08, uno di quegli atleti che non vince mai nulla, ma che fa sempre da contorno agli eventi più importanti: 7° a Pechino, 7° a Berlino, 7° a Helsinki, 8° ad Osaka: unica finale mancata degli ultimi 7 anni, quella di Daegu. E poi il 5° posto di Istanbul un paio di mesi fa. Nella stessa riunione di Auburn, 20"47 di Keenan Brock, classe 1992...  sembra nello scriverlo un risultato modesto, ma se avessimo in Italia un ragazzo di 20 anni che corresse quel tempo probabilmente lo vedremmo come il fenomeno di turno. Ad avercelo... a proposito: ha corso anche in 10"09 i 100. Donne: Sheniqua Ferguson con 1,2 corre in 11"10. mentre sui 200 continua l'avvicinamento lento ai 100 di Kerron Stewart: da lei arriva un 22"79 con 2,0 di vento. Ma il miglior risultato del meeting "rosa" arriva dal salto in alto: 2,00 di Chaunte Lowe. E prima dimostrazione di forza. La gara di salto in alto di Londra non sarà una passeggiata per nessuna... 

22/04/12

Granot impressionante all'esordio: 51"19 in Florida - Gatlin 20"11

Justin Gatlin? L'ho evocato pochi minuti fa, ed ecco la risposta: 20"11 con 1,0 di vento nel suo esordio all'aperto al Tom Jones Memorial in Florida. E ora manca solo Tyson Gay, che dovrebbe esordire tra un mesetto, al termine del suo personalissimo calvario. Gatlin ha un PB regolare di soli 11 centesimi migliore: è un 20"00 corso nel lontano 2005 a Monterey in Messico. Ebbene, si va formando nelle ipotesi più rosee un quartetto da sogno anche per gli americani: Il Mago Dix che corre in 9"85 (ventoso), il Principe Spearmon che all'esordio spara 19"95, Gattone Gatlin che dopo il titolo mondiale sui 60 indoor, ora mostra di settare il tutto con i 200, e manca il valore aggiunto Tyson Gay. La sfida ai Jams passa necessariamente per questi nomi e cognomi, dovessero passare tutti i trials. Gatlin in prima, Spearmon in seconda, Tyson in terza e Dix in ultima. Concedo il cambio Tyson-Dix se il risultato dei 100 dovesse premiare il primo. Certo, ci fosse il Professore con l'applicazione scientifica dei cambi, la 4x100 potrebbe/dovrebbe essere Michael Rodgers, Ivory Williams, Trevor Padgett e Jeff Demps. Ma gli americani sono un pizzico più pragmatici: only the best e non amici, parenti, figli e figliastri. Valli a capire 'sti oltreoceanici. Dietro a Gatlin 20"42 di Churandy Martina, in ripresa dopo qualche periodo di offuscamento. Ma ancora un pizzico troppo lontano dal resto del mondo. Charonda Williams 22"81 con 0,3 di vento sui 200 femminili. I 100 metri vedono l'affermazione del già citato Jeff Demps in 10"19 (0,0) di vento: ma quand'è che Demps sfiderà fuori dalla Florida qualche top-sprinter? Domanda: ma com'è al mondo tutti i migliori sprinter sono scesi in pista, ed in Italia prima di vedere un atleta top cimentarsi in una gara bisogna aspettare maggio se non giugno? Un mistero che mi porto dietro da anni. 45"72 di Calvin Smith sui 400 maschili. Il risultato che ci interessa è però il 51"19 d'esordio di Libania Grenot. Vittoria del meeting, e gran-gran tempo. A 29 anni questo può essere l'anno buono, considerato che non esistono i fenomeni di un tempo che veleggiavano sui 49" basso, con qualche escursione sull'inesplorato mondo dei 48". Oggi le medaglie internazionali si vincono con un paio di decimi sotto i 50" (le prime) e si arriva in finale ad un mondiale o ad un'olimpiade con 50" e mezzo. Libania ha messo ora il primo mattone. Il 51"19 dovrebbe essere il suo 11° tempo di sempre, e mai aveva corso così veloce ad... aprile. Tutti i suoi 10 tempi migliori sui 400 sono stati infatti ottenuti tra luglio e agosto (uno solo a giugno). Non aggiungiamo altro, va, per scaramanzia. Per ora si piazza al 3° posto mondiale dell'anno nella graduatoria dei 400. Sui 110hs finalmente batte un colpo (dopo tutte le mazzate prese come su una catena di montaggio) David Oliver: 13"17 con 1,5 di vento. E Will Claye nel lungo spara 8,25 con 1,6 di vento e davvero sarà l'uomo lungo-triplo delle olimpiadi. 

Walnut: fulmine di Dix: 9"85 (2,4) - Wariner 44"96 - Reese 7,12

Walter il Mago Dix torna in pista a Walnut dopo tempo immemore (fu il 19"53 di Bruxelles al Memorial Van Damme, che è passato praticamente inosservato considerato che tutti si sono concentrati sul 19"26 del caimano Blake... correva il 16 di settembre) è fa subito la magia: 9"85 con 2,4 di vento. L'anno scorso con 2,6 che soffiava sui deltoidi, si arenò a 10"06 a Eugene. E corse solo una volta sotto i 10": il 9"94 sempre di Eugene, finalissima dei Trials. Ok, non regolare, ma una fulminata all'esordio fa subito pensare a chissà che razza di stagione potrebbe essere nello sprint mondiale. Dix, che sulla carta d'identità dovrebbe essere duecentista, ora fa davvero paura. Ha un PB di 9"88 del 2010 e sulla carlinga una decina di sub-10", ma questo 9"85 è l'occasione in cui ha corso più veloce. Anzi... a che razza di finalissima il 5 di Agosto all'Olympic Stadium di Londra si potrà assistere? Hanno già dato prova di esserci il caimano, il mindless, l'extraterreste, il Mago. Mancano all'appello per ora in questa stagione Tyson Gay, Justin Gatlin e Chris Lemaitre. Ma la macchina si è messa in moto: le strade verso quel giorno e quell'ora, e quello sparo sono state imboccate. Alcune si intrecceranno nella stagione: messaggi subliminali che si manderanno di continuo: la finale dei 100 è davvero più che quei pochi secondi... Dietro a Dix, a Walnut, si rivede il figliuol prodigo Michael Rodgers, fermato l'anno scorso a pochi giorni dal mondiale coreano, per essere stato trovato positivo ad uno stimolante dopo il meeting di Lignano (secondo lui per una RedBull). 9"97 per ricominciare, è un bel ricominciare da dove si era interrotto il tutto. E zitti-zitti arrivano i nigeriani... 

  1 Walter Dix                   Nike                      9.85   2.4
  2 Mike Rodgers                 Nike                      9.97   2.4
  3 Peter Emelieze               Nigeria                  10.08   2.4
  4 Egwero Ogho-Oghene           Nigeria                  10.13   2.4
  5 Christian Malcolm            Great Britain            10.16   2.4
  6 Cordero Gray                 Unattached               10.19   2.4


Lauryn Williams si porta a casa la vittoria dei 100 con 11"17.  

  1 Lauryn Williams              Saucony                  11.17   1.5
  2 Michelle Lee Ahyee           Trinidad-Tobago          11.19   1.5
  3 Lisa Barber                  Elite Factory            11.20   1.5


Sui 200 femminili, risultati molto interessanti. Vince Leslie Cole con 22"63, ma continua ad avere target elevati Blessing Okagbare (22"70), che si allena nel gruppo di Mills, ovvero Bolt&Blake. 

  1 Leslie Cole                  Run With Us/Mizuno       22.63   0.9
  2 Blessing Okagbare            Nike                     22.70   0.9
  3 Natasha Hastings             Under Armour             22.98   0.9
  4 Lauryn Williams              Saucony                  23.14   0.9


Brishon Nellum
Sempre a Walnut, ieri, si è rivisto in pista anche Jeremy Wariner: dopo aver ottenuto il peggior tempo dal 2003 la scorsa settimana, ecco l'immediata risposta per non farlo cadere in paranoia: 44"96, primo sub-45" dell'anno, ma con la sorpresa di essere arrivato in fondo infilzato dall'outsider di turno: infatti per soli 4 centesimi, ecco che spunta l'inglese Martyn Rooney, quartermiler britannico nell'alveo del filone Roger Black: 44"92. Miglior prestazione mondiale dell'anno quando si sta scrivendo questa cosa. Martin corse in 44"60 nelle semifinali dei giochi olimpici di Pechino, a soli 21 anni: in quel momento meglio di lui avevano corso solo dalla premiata ditta Merritt&Wariner, ed era ad un solo centesimo dal tempo del 4°...medaglia? Macchè, 6° in 45"12. Quella di Walnut è la sua 4^ prestazione personale di sempre, per lui che era sceso sotto i 45" "solo" in 5 circostanze prima di questa. Che sia l'anno della consacrazione? Per Jeremy una piccola iniezione di fiducia, anche se chiaramente sono lontani gli anni in cui la peggiore prestazione dell'intera stagione, erano proprio prestazioni come queste. Ottimo il 45"18 di Bryshon Nellum, terzo performer mondiale dell'anno: classe 1989, aveva fatto parlare di sè nel 2007, quando all'età di 18 anni aveva corso in 45"38, 45"40 e 45"54.  Sorprendente anche il suo miglioramento rispetto ad un mese fa: infatti a Los Angeles aveva corso in 46"45... 

  1 Martyn Rooney                Loughborough             44.92
  2 Jeremy Wariner               Adidas                   44.96
  3 Bryshon Nellum               USC                      45.18
  4 Yousef Al-Masrahi            HSI International        45.74


Il campione del mondo Jason Richardson, spara all'esordio sui 110hs 13"20, anche se questa gara è stata viziata dal troppo vento a favore.

  1 Jason Richardson             Nike                     13.20   3.7
  2 Omo Osaghae                  Adidas                   13.24   3.7
  3 Ryan Wilson                  Saucony                  13.36   3.7
  4 Ashton Eaton                 Oregon Track Club        13.52   3.7
  5 Bano Traore                  France                   13.56   3.7


Il vento condiziona i 100hs femminili, che però esibiscono una gran bella salve di risultati.

  1 Michelle Perry               Nike                     12.70   2.5
  2 Joanna Hayes                 Unattached               12.72   2.5
  3 Yvette Lewis                 Chula Vista Elite        12.74   2.5
  4 Angela Whyte                 Vandal Track Club        12.75   2.5
  5 Nicole Denby                 Unattached               12.80   2.5
  6 Jessca Zelinka               Canada                   12.93   2.5


Dal salto in lungo esce un risultato quasi clamoroso: l'8,22 con -2,2 di vento (!!) del messicano Luis Alberto Rivera. Risultato che ha quasi dell'incredibile. Aveva... 7,95 di record personale prima di questa gara. E il primo 8 metri l'aveva raggiunto al secondo salto della stessa gara (8,14 con 0,3). L'8,22 con quel dato di vento, l'ha invece raggiunto al 6°. Ashton Eaton, invece, continua a far vedere cose dell'altro mondo, visto che nasce e si nutre come decatleta: 8,05

 1 Luis Alberto Rivera          Mexico                   8.22m  -2.2  26-11.75
     7.94m(-0.6) 8.14m(-0.3) FOUL      7.70m(-1.9) 7.96m(-0.6) 8.22m(-2.2)    
 2 Yohei Sugai                  Japan                    8.09m  +0.0  26-06.50
     7.78m(-2.0) FOUL      FOUL      FOUL      FOUL      8.09m(+0.0)          
 3 Ashton Eaton                 Oregon Track Club        8.06m  -0.9  26-05.50
     7.63m(-1.2) 8.06m(-0.9) FOUL                                             
 4 Greg Rutherford              Great Britain            8.05m  -0.8  26-05.00
     7.96m(-0.3) 7.95m(-2.0) 7.72m(2.0) 8.03m(-0.6) 7.92m(-0.7) 8.05m(-0.8)   
 4 Norris Frederick             Unattached               8.05m  -0.8  26-05.00
     7.82m(-1.5) 7.45m(-0.5) FOUL      FOUL      7.65m(-0.6) 8.05m(-0.8)      


Brittney Reese, invece, si conferma l'unica over-7 in circolazione al mondo: 7,12.

1 Brittney Reese               Nike                     7.12m  -0.9  23-04.50
     6.75m(-1.5) 6.72m(-1.4) FOUL      7.12m(-0.9) FOUL      PASS              

Negli 800 si conferma come possibile outsider mondiale, Duane Solomon: 1'46"06

  1 Duane Solomon                Saucony                1:46.03 
  2 Prince Mumba                 Santa Monica TC        1:46.61 
  3 Ryan Martin                  UC Santa Barbara       1:46.74 
  4 Lachlan Renshaw              Melbourne TC           1:46.90


Al femminile, spunta un'altra interessante ottocentista da finale londinese: Molly Beckwith, avvicinatasi pericolosamente alla soglia dei 2'00". Ha comunque un PB di 1'59"12 stabilito l'anno scorso a Lignano. 

  1 Molly Beckwith               Saucony                2:00.34 
  2 Nachelle Mackie              BYU                    2:01.11 
  3 LaTavia Thomas               Nike                   2:01.81


Altri risultati? Il 1,95 di Brigetta Barrett e Inika McPherson nel salto in alto (è proprio l'anno olimpico). 

Doc Patton, compagno di allenamento del Principe Spearmon, dopo il clamoroso esordio a 10"04 (regolare) segna sempre ai Kansas Relays una segnata involuzione, anche se, stranamente, ha trovato vento contro: 10"29 con -1,1,  che non è esattamente ciò che si sarebbe aspettato. C'è di buono che ha battuto alcuni pretendenti alla finale dei Trials americani, quindi nel novero dei papabili della 4x100 che sfiderà i jams.

  1 Doc Patton                   Nike                     10.29  -1.1
  2 Travis Padgett               Adidas                   10.31  -1.1
  3 Ivory Williams               Nike                     10.42  -1.1
  4 Tyrone Edgar                 Nike                     10.44  -1.1

Bershawn Jackson si conferma in forma "olimpica": 48"20, dopo l'anno scorso dove aveva praticamente giocato tutto l'anno prendendo scoppole a destra e a manca. Evidentemente tutto rientrava in un "piano". Al termine della manifestazione, "Batman" Jackson è stato nominato "Man of the match" o meglio "Male performer of the Meet". 


 1 Bershawn Jackson             Nike                     48.20
 2 Justin Gaymon                Nike                     49.53
Nei 110hs, nonostante il seed molto agguerrito, si trasforma in una gara "media". Sorprende l'ottavo posto di Dexter Faulk
  1 Ronnie Ash                   Nike                     13.37  -0.1
  2 Jeff Porter                  Unattached               13.44  -0.1
  3 Antwon Hicks                 Adidas                   13.46  -0.1
  4 Richard Phillips             Puma                     13.51  -0.1
  5 Ty Atkins                    Unattached               13.51  -0.1
  6 Dwight Thomas                Adidas                   13.54  -0.1
  7 Johnny Dutch                 Nike                     13.68  -0.1
  8 Dexter Faulk                 Nike                     13.76  -0.1

21/04/12

2813 giorni dall'ultima volta di un italiano sopra i 20 metri nel peso... e le gare sudafricane

Dal Soglio - foto Carabinieri
Sapete cos'è successo l'8 agosto del 2004, cioè quasi 8 anni fa? E' stata l'ultima volta che un lanciatore italiano di peso lanciasse all'aperto più di 20 metri. L'ultimo (ma che poi rappresenta ancora il primo della fila) fu Paolo Dal Soglio, e il luogo del delitto senza più autore da tempo immemore, fu Mezzano di Primiero: un 20,062813 giorni, centinaia di migliaia di lanci, e nessuno italiano si è nemmeno lontanamente più avvicinato alla fettuccia dei 20 metri. La riflessione mi viene osservando il risultato della gara di lancio del peso sudafricano ad un meeting locale: le Yellow Pages Series di Pretoria in Sudafrica: chi l'avrebbe detto che nel 2012 ci sarebbero stati 3 sudafricani capaci di lanciare più lontano del migliore degli italiani nella stessa specialità? Jaco Engelbrecht 19,75Orazio Cremona 19,65 e Burger Lambrechts 19,49. In Italia mancano all'appello almeno due generazioni di lanciatori e siamo "costretti" a doverci inventare e vedere come fenomeni ciò che per il resto del mondo è la normale risposta statistica di una normale attività di reclutamento. Abbiamo al momento un solo atleta quasi-fenomeno, ma... in prospettiva. Nessuno da buttare nella mischia a livello internazionale nell'immediato, ed un futuro che si prospetta non certo roseo. Fenomeno è Jacko Gill: i 19 metri di lancio del peso in una popolazione sportiva media, non sono fantascienza. Di chi sarà mai colpa? Facciamo un rapida scappata, ad esempio, ai Kansas Relays, stesso giorno, ieri: gara di lancio del peso: ok, lasciamo perdere gli inseparabili Reese Hoffa & Chris Cantwell (addirittura 21,73 il primo, miglior lancio mondiale dell'anno) e 21,71 per il secondo... ma tra i primi 9 atleti di quella gara, 8 sono statunitensi: 7 dei quali hanno lanciato più di 20 metri. Quand'è avvenuto che un italiano lanciasse più di 20 metri? Appunto... 8 anni fa.

1.Reese HOFFAUSA7721.731224WL
2.Christian CANTWELLUSA8021.711223SB
3.Justin RODHEUSA8421.111187PB
4.Adam NELSONUSA7520.791168
5.Ryan WHITINGUSA8620.641159SB
6.Daniel TAYLORUSA8220.221134SB
7.Cory MARTINUSA8520.181132SB
8.Nedžad MULABEGOVIĆCRO8120.011121SB
9.Kevin BOOKOUTUSA8319.501091

Rimanendo in Sudafrica: Godfrey Mokoena salta 8,29 nel lungo, che è il miglior salto mondiale dell'anno (piccolo inciso: l'atletica sudafricana sembra un paio di marce migliore di quella italiana). Per Mokoena 21 centimetri dal personale, fissato a 8,50 (Madrid 2009) in una specialità dove da un pò di anni non si assiste più alla presenza di un primus inter pares che domina la stagione in lungo (è il caso di dirlo) in largo: Dwight Phillips è stato sempre il migliore nelle ultime stagioni, ma ha fatto del killing instinct la sua arma migliore, vincendo gli appuntamenti più importanti (e dategli torto...), salvo condurre stagioni in chiaro-scuro, lontano dai clamori dei meeting della DL. Di sicuro, chi salta 8,25/8,30 a Londra si intasca il medaglione, non certo inteso come l'hamburger di prosciutto. Sempre a Pretoria si rivede in pista quel vecchio volpone del sudafricano Mbulaeni Mulaudzi: 1'46"12 sugli 800. Certo, l'oro sembra già in cassaforte da qualche parte in Kenia... ma l'argento e il bronzo olimpici sono ancora lì da giocare, lui che sulle soglie di Olimpia si è già proiettato nella lontana Atene '04 e dopo essere stato l'ultimo campione mondiale degli Alcadi prima dell'avvento sul pianeta di David Rudisha. Poi...


Torniamo a Pretoria... riservandomi di parlare del resto dei meeting nelle prossime ore. Sugli 800 femminili si è svegliata la tanto discussa Caster Semenya: 1'59"58 e la fine di tanta polemiche sterili (sembra quasi una battuta, ma è davvero involuta) sul conseguimento da parte sua del minimo olimpico. Davvero si pensava che non l'avrebbe mai ottenuto dopo le prime due uscite in chiaro-scuro (ma dominate nel deserto delle avversarie)? Naturalmente miglior prestazione mondiale dell'anno.

18/04/12

5 record italiani master (spurii) a Rovereto

Iniziano le gare all'aperto, e inizia a macinare record l'inarrestabile macchina da guerra "master" italiana, già in rodaggio per il prossimo avvenimento internazionale: gli Europei outdoor a Zittau, in Germania. I primi record della stagione en plain air, vengono da Rovereto, dove si è svolta una riunione di prove in pista spurie. Questi i record master battuti durante la manifestazione: il primo da segnalare è quello sui 2000 di Maria Lorenzoni, classe 1957, seconda al traguardo con 7'28"13. Tradotto in Age-Grade diventa un risultato di spessore internazionale: 90,63%. Il precedente record era molto ma molto più alto: si parla del 9'07"84 di Giovanna Moi, ottenuto nel 2006 a Cogoleto. 9° record italiano attualmente detenuto dalla bresciana, il primo come F55. Nella stessa gara, si è assistito anche all'8'05"86 di Herta Pfattner, nata nel 1958 e F50: anche questo record italiano di categoria. Migliorato di 15" la miglior prestazione la trentina. Dalla categoria F50 arriva anche il primato nazionale dei 3 km di marcia: 16'51"74 ottenuto da Maura Marchiori. Abbassato di 17" il record di Adriana Manzella (17'08"0 del 2009): 6° record attualmente detenuto dalla Marchiori ad oggi. Quarto record per mano di Manuel Dalla Brida  (1973, ergo F35) sempre sulla distanza dei 2000 metri: 5'32"01. 89,59% di AGC, ovvero come se avesse corso, avesse avuto 20 anni, in 5'16"1.  Il precedente record tabellato, apparteneva a Giuseppe Caggianelli, che corse in 5'38"39 nel maggio del 2009 a Milano. Infine Pasquale Palella migliora sè stesso sui 3 km di marcia M65: dal 16'52"90 dell'anno scorso (Novara) al 16'22"74 del meeting di Rovereto. 

16/04/12

Jeremy Wariner 46"43 ad Austin... mai così male dal 2003

Non più di qualche giorno fa, dopo un non certo soddisfacente 45"64, Jeremy Wariner aveva dato appuntamento a Austin, al Texas Relay Invitational. E invece, era meglio che non avesse invitato nessuno, visto il tempaccio che gli è uscito: 46"43, cioè il peggior tempo da lui corso forse dal college a questa parte. L'ultima volta che corse un tempo superiore ai 46" accadde nelle batterie dei 400 ai Trials olimpici di Eugene, prodromici a Pechino '08... ma poi in finale sciorinò il 44"20 che comunque gli valse soltanto lo status di vassallaggio di LeShawn Merritt. Per ritrovare un altro over-46" bisogna retrocedere poi sino al 2005, alla finale del Grand Prix di Montecarlo: 46"37 (sempre meglio di Austin però), ma in quella stagione si era già laureato campione del mondo a Helsinki con 43"93. Per dire... dopo una stagione ad alti livelli si era preso una giornata di pausa, non era all'inizio. 46"02 lo corse invece nel 2004 ad inizio stagione, mentre l'anno in cui stazionò nel mondo dei 46" quasi tutta la stagione avvenne nell'Archeozoico, cioè nel lontano 2003 (il miglior tempo dell'anno fu comunque un 45"13... aveva solo 19 anni). Da allora è sceso 103 volte sotto i 46", di cui 68 sotto i 45" e 9 volte sotto i 44". A scusante del Texano di Irving, contea di Dallas, ci sono le condizioni atmosferiche che imperversavano sulla pista di Austin: se diamo credito ai risultati dei 100 metri, si è assistito a raffiche cui vi si assiste solo in BanglaDesh nel periodo monsonico: anche 7 metri di vento a favore, come Alexandria Anderson che sui 100 con +5,9 ha corso in 10"88. Si è assistito anche ad una folata di +7,4 che avrebbe probabilmente ribaltato il Titanic se fosse stato girato a babordo. Quindi, riunione un pò falsata... e probabilmente nel rettilineo opposto all'arrivo, laddove le gare di 400 si costruiscono, strutturano, sedimentano, Wariner che non è un potente, deve aver sofferto oltre ogni limite... da qui il suo 46"43. Almeno, spero sia così... il trono di Olimpia non può essere certo consegnato senza che vi sia lotta tra Titani. Abbiamo bisogno di Arabe fenice.. 

15/04/12

La Jet-Jeter inizia col botto 22"31 - La Reese 7,04 - male Pistorius: 47"46

Usain Bolt ha paura di Yohan Blake? Io ce l'avrei se fossi in lui... 9"90 il 15 di aprile all'Utech di Kingston, è il tempo sui 100 più veloce di sempre ad inizio di stagione. L'anno scorso il malandrino Steve Mullings corse in 9"90 ma era il 16 di aprile: oggi Mullings vive nel limbo sportivo, diretto verso l'inferno. Blake raggiunge il medesimo risultato ma il giorno prima: il 15 di aprile. Ad Aprile, però, il più veloce di sempre è stato Ato black socks Boldon, che riuscì a sciabolare un 9"86 il 19 del mese. Il risultato è acuito dalle condizioni meteo che si è trovato: la pioggia battente ma anche 1,6 di vento a favore. Così, Powell e Bolt che stavano probabilmente assistendo, avranno iniziato a prendere le misure, anche se Usain probabilmente in allenamento avrà visto questo diavolo di Blake, quanto stia andando. E i teorici degli antichi astronauti staranno a questo punto pensando a quella tremenda falsa a Daegu e la sfida mancata... Alle spalle di Yohan si piazza con 10"10 Jacques Harvey, che al limite potrebbe ambire a completare la staffetta che verrà impegnata nelle batterie di Londra. A proposito: stanti le premesse, se ci fossero i big-three giallo-verdi, quest'anno si potrebbe vedere anche il primo sub-36" della storia. Nella seconda serie dei 100 metri, nel pieno anonimato, si vede il 10"24 di Kinnari Roach, nella prova vinta da Mario Forsythe con 10"22. Ebbene, i due avevano un paio di ore prima composto metà del quartetto della The Reacer track Club, ovvero la quadriga di Bolt che aveva corso in 37"82. La riflessione è: ma se metà squadra era composta da atleti da più di 10"20, quanto veloci sono andati Blake&Bolt in quella staffetta? Intanto, lontano dai clamori delle disfide, si cimentava Nesta Carter sui 200: 20"48 (0,7 a favore) non certo memorabile, visto che i marziani si contendono le ossa un secondo più sotto e il Principe Spearmon ha aperto il pacco con 19"95. Ma Nesta non nasce e non muore come duecentista: ipotizzabile il suo impegno per "sfuggire" al caimano Blake, e settare la propria forma. Mi stava scappando, nella serie precedente, la brutta figura di Dwayne Chambers, che probabilmente non si è ancora abituato alla sveglia puntata alle 5 degli allenamenti con il gruppo di Asafa Powell. 21"32 sui 200 non è certo tempo da top sprinter... altri risultati? Un 45"95 sui 400 di Oral Thompson. Meglio il 51"13 sui 400 femminili di Rosemarie Whyte

All'UCLA di Los Angeles altro meeting di primo piano. Michelle Perry, sui 100hs, cerca di colmare il gap con l'irraggiungibile Sally Pearson partendo da 12"75. Sui 400 Keisha Baker finisce in 51"48. Sugli 800 Duane Solomon finisce con un tempo che non si vede da un bel pezzo alle nostre latitudini: 1'45"83. Ma la grande attesa di giornata era chiaramente Carmelita-Jet Jeter: e lei non ha certo deluso, piallando un 22"31 che di questi periodi vuol dire davvero molto, visto che con questi tempi si arriva in zona medaglie... olimpiche. Nella serie minore, vittoria di un'allieva di Mills (ergo gruppo-Bolt), ovvero la nigeriana Blessing Okagbare con 22"81. Alle sue spalle, in 4^ posizione, Martina Giovannetti con 23"90. Siamo solo all'inizio, e il tempo non dice ancora molto. 

Mentre a Kinsgton elucubravamo sui jams di prima fascia, non nascondo che io pensavo ad un mio personalissimo pallino: Nick-Nickel Ashmeade, jamaicano classe 1990 che si allena alla corte di Brauman, ergo Tyson Gay comrade. E vagando per la rete l'ho trovato: 10"09 al Coral Gables con 0,1 di vento. Ma Ashmeade è soprattutto 200ista. Ma quante staffette riuscirebbe a mettere sul tavolo i jams da sub-38"? Pensate un pò: Bolt, Powell, Blake, Carter, Frater, Clarke, Ashmeade... L'altro compagno di Gay non è da meno (se non di... centesimi): il trinidegno Keston Bledman 10"12. Sul versante femminile 11"26 di Shalonda Solomon con 1,8 di vento. Male Lauryn Williams (11"34) e la master Debbie Ferguson McKenzie: 11"44. 51"85 per Joanna Atkins sui 400. Clamoroso nel lungo, dove una francese semi-sconosciuta si insabbia a 7,04 ma... ventoso (3,6). Si chiama Eloyse Lesueur. Non entrò in finale ai mondiali di Daegu, benchè abbia un 6,91 proprio nel 1991. 

All'Oxford Mississipi Open, Trell Kimmons, dopo le tuonate indoor (fino al 6"45 indoor sui 60), si prende le prime scoppole da un paio di ragazzini: 10"17 per Michael Granger, 10"19 Isiah Young e 10"26 per lui. Letteralmente esplosi gli sprinter sudafricani: mentre in patria si parla tanto di Magakwe, qui Anaso Jobodwana, classe 1992, sfavilla il 20"32 che è personalissimo con 1,9 di vento. 20"33 per ilgià citato Isiah Young (PB anche per lui). Brittney Reese, udito il risultato della francese al Coral Gables, pareggia ma regolarmente il 7,04 con vento addirittura negativo, anche se solo di un decimale. Sarà davvero difficile quest'anno scalzarla dalle vetta dell'Olimpo. 

Ai campionati sudafricani: Simon Magakwe, come già scrivevo, è un forsennato. 100 vinti a Port Elizabeth con 10"11, nuovo record personale (vincerà anche i 200, ma senza impressionare come sui 100, con 20"59). Secondo Roscoe Engel con 10"20. Non è azzardato pensare anche ad una 4x100 sudafricana da finale olimpica. Sui 400 45"75 di Lebogang Moeng che si accaparra del titolo wallabies. Male Pistorius, che fino a prova contraria, detiene ancora la miglior prestazione mondiale dell'anno sui 400 con 45"20. Solo 7° in finale con 47"28, dopo una semifinale in 47"91 ed una batteria in 48"24. Due secondi di gap rispetto a sè stesso dopo solo qualche settimana sembrano troppi anche per Blade Runner. Gli 800 li vince addirittura il redivivo Mbulemi Mulaudzi con un tempone: 1'45"78. WL nei 10000 per Stephen Mokoka: 27'40"73. Sorpresa in negativo anche nei 400hs: tutti si aspettavano Lj Van Zyl, e invece vince i campionati sudafricani Cornel Fredericks con 48"91. Ma quello che impressiona è il 51"00 di Van Zyl, ovvero un viaggio a velocità curvatura dal resto del mondo che conta sugli ostacoli bassi. Nel lungo pensavate che vincesse Godfrey Khotso Mokoena, vero? Macchè, arriva secondo nonostante un monsone del Punjab da oltre 4 metri che lo sospinge fino a 8,13, ma la gara se l'aggiudica Zaarck Visser con 8,21 con 2,2 di vento. 2'02"68 per Caster Semenya