30/08/10

Rieti: Carter sull'olimpo degli sprinter - Rudisha l'imperatore degli 800

(foto Iaaf) - Il tempo di Nesta Carter ottenuto a Rieti è un diamante che scompone la luce di mille considerazioni: la prima è un interrogativo: abbiamo trovato il quarto giocatore al banco del poker? Bolt, Gay e Powell stavano giocando la loro partita da un paio di anni e non si aspettavano che al banco si potesse sedere un altro giocatore. Quindi hanno alzato lo sguardo dalle proprie carte... e si sono dovuti spostare per fargli un pò di posto al nuovo venuto. Ora Nesta Carter nel giro di tre settimane è entrato nell'empireo dei velocisti assisi (era più bello usare un passivante tipo assisisi) sull'Olimpo del Dio Kronos. Il suo 9"78, oltre che ad essere il miglior tempo dell'anno al mondo al pari di quello corso da Tyson a Londra (anche se in condizioni disperate per i muscoli serici degli sprinter) è pur sempre la 16^ prestazione all-time, delle 21 "lecite" corse sotto i 9"80 dall'essere umano nella sua storia. Solo quattro uomini erano fin'ora scesi nella città di Dite, negli inferi sotto la barriera del 9"80 (regolare): Usain Bolt (che vanta 6 prestazioni sotto tale limite), Asafa Powell (7 gare, al momento epigono di Virgilio nell'accompagnare la truppa all'inferno della velocità), Tyson Gay (6 anche per lui) e Maurice Greene (una sola volta, con 9"79). Nesta si issa così al quarto posto all-time, proprio davanti a Mo Greene. Prestazione incredibile, ma nemmeno tanto impossibile, visto che solo pochi giorni prima Carter correva in 9"85 a Bruxelles. Aggiungeteci il "fattore-Rieti" e il gioco è fatto. Della gara sorprende (e non poco) anche il 21enne americano Ryan Bailey, sceso fino a 9"88, a soli 4 centesimi dal suo omonimo (per cognome), il canadese Donovan (9"84), e 17° nelle liste all-time della gara più attesa dell'atletica leggera (80° tempo di sempre per lui). Gara dei 100, quella di Rieti, davvero da finale mondiale: se pensate che in 5 sono arrivati sotto i 10"00 e due i 10"00 (netti) li hanno proprio corsi! Ora la Jamaica fa proprio paura: con tre atleti sotto i 9"80 e un'altra manciata sotto i 10", pensare di correre sotto i 37" nella quadriga della staffetta veloce non è assolutamente un azzardo: anzi, il difficile è solo sapere quando avverrà. Nella stessa gara il Francese Christophe Lemaitre piazza altre due ciliegine sotto i 10": 9"98 in batteria e 9"97 in finale. Quindi, in quella speciale classifica avulsa degli esseri meno dotati (i bianchi), lui decide di scappare via, con 3 caps sotto la barriera dei 10"00. Sarà difficile ora andarlo a prendere... Detto della grandissima condizione del duo italiano Collio-Di Gregorio (ancora 10"24 e 10"20), più di qualche domanda sorge spontanea nel vedere le condizioni di Maurizio Checcucci: 10"45. Per la serie: trovarsi il più veloce motore di sempre in una staffetta nazionale (la seconda e la terza frazione presentate a Barcellona) e cercare di ingolfarlo con scelte inopinate. Tutto questo con tutto il rispetto possibile dell'atleta: chi avrebbe rinunciato ad un posto nella staffetta, avendo il 7° tempo della stagione tra i velocisti italiani? Il coach (chiamasi Di Mulo) passa per essere il salvatore della patria, mentre qualcuno con un minimo di granu salis lo additerebbe come colui che in un colpo solo ci ha fatto perdere l'oro e il primo sub-38" di una staffetta nazionale. Ma visto che in Italia l'atletica è un'opinione da 5 o 6 anni a questa parte, Di Mulo continuerà ad arrecare danni nonostante il materiale a disposizione. Amen. Torniamo alle cose serie: nei 200 si rivede il mio beniamino, Wallace Spearmon: 19"85. 55° tempo di sempre al mondo (Spearmon vanta un 19"65 corso nel 2006), 19 volte sotto i 20" per l'americano, penso dietro solo a Franckie Fredericks (23 volte) e Michael Johnson (20) per quantità. L'uomo è sceso sotto i 20" netti 188 volte, giusto per avere una pietra di paragone. Nella sua scia l'ostacolista americano Angelo Taylor spara un gran 20"23, anche se sorprende molto di più lo svizzero Marc Schneeberger giunto terzo con 20"42. Una lezione per gli italiani che schieravano il medagliato della 4x100 Roberto Donati (che ha chiuso in un non sensazionale 20"89: ma questo è il meglio al momento nello stivale): non la si vuol proprio capire che i 200 sono una specialità più "aperta" che i 100... Negli 800 chiaramente David Rudisha: si è scritto e detto tutto negli ultimi giorni. Due record mondiali in meno di una settimana. L'1'41"01 ha (questo sì) del sensazionale, e probabilmente si merita a questo punto lo "scavalco" anche nel ranking ideale degli 800 di Paul Kipketer (cosa dice ilo nostro amico Davide-Darians?). L'invasione dei tempi all-time si sta completando in brevissimo: 3 dei migliori 5 sono ormai di Rudisha. E addirittura 5 su 11 (l'11° è un 1'42"04), lasciandone 4 a Kipketer, uno a Seb Coe e uno al talento di Joachim Cruz. Probabilmente ora gli mancano i titoli, che è la cosa più difficile: sparare tempi a sensazione è un granpregio: vincere Olimpiadi e Mondiali è un altro bel paio di maniche. Fino ad adesso solo questi 4 sono scesi sotto il muro dell'1'42" con 9 prestazioni totali. Straordinaria gara gli 800. Nei 3000 metri segnalo (parafrasando Ken Stone) il secondo posto di Bernard Lagat, classe 1974 (M35, ebbene sì). Tempo: 7'29"00, miglior prestazione mondiale di categoria. Ah... pure suo personale. Adesso chi la batte? Nei 110hs il tank David Oliver centra due barriere in quello che sarebbe potuto essere un tempo da favola: ma i record non sono mai facili. Le condizioni, visti i 100, erano di sicuro quelle ottimali. Così Oliver termina in 13"01, cioè il suo ottavo tempo di sempre... non male comunque, no? Nel salto in lungo, dopo un medioevo di oscurità durato più di un anno, torna alla ribalta Sebastian Bayer, ma con un salto non certo leggendario: 8,06. Rimane invece storico il sorpasso del triplista Fabrizio Donato ai due esponenti azzurri a Barcellona, Andrew Howe ed Emanuele Formichetti: 7,89 per Donato, 7,68 per Howe e 7,56 per Formichetti (ma Formichetti era a Barcellona? Non me lo ricordo e non ho voglia di verificare). Ma non era meglio se l'italo-americano si fosse fermato per un pò? Boh... forse sarebbe il tempo per ognuno di farsi i fatti propri e non commentare più le prestazioni di Howe. Se da uno ti aspetti 8,90, ogni valutazione che non sia vicina a questo risultato sarà negativa. Meglio quindi non aspettarsi più nulla e aspettare che ci sorprenda... a sorpresa. Tra le donne, non tanti fulmini a ciel sereno. Sherone Simpson vince i 100 con 11"11, tempo discreto ma non eccelso. Nei 400 Libania Grenot si conferma comunque su alti livelli: 51"20 (mi permettete di dire che finalmente ho fatto meno di lei questo fine settimana?), ma mi sorprende di più la sconfitta della Milani (che ha ricevuto la sfiga più grande che potesse mai accaderle, cioè l'imprimatur di Arese quale esempio vivente da seguire. Le converrebbe fare a questo punto qualche rito voodoo per togliersi di dosso questo incredibile malocchio: avrà qualche bambolina per casa?): detto-fatto, la Milani sconfitta dalla Spacca, 52"80 a 52"87. Scherzi a parte, questa Maria Enrica Spacca è davvero tosta: agli Europei era quella che più (mi) aveva impressionato nella staffetta, fatti i debiti distinguo sulle diverse potenzialità messe in campo. Nell'asta la bravissima (non solo) Fabiana Murer valica l'asticella a 4,74 mentre l'Isimbayeva annuncia il suo ritorno alle competizioni. Il mondo le si è avvicinato, dovrà faticare per tornare in vetta.

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