24/08/10

Barcellona 2010 - Il Duca e laFederazione delle Banane

Ha aspettato che le acque "chetassero" per poter dire la sua sui campionati Europei 2010 di Barcellona. E' il Duca, che con la sua solita graffiante sagacia commenta l'ipocrisia serpeggiante e "di regime" che ha ammantato il peggior europeo (medaglie alla mano... ma anche una delle peggiori spedizioni come punti per atleti selezionati!) della nazionale Italiana. Incredibilmente si è fatta passare come sfavillante e memorabile una trasferta dove il "nuovo" dell'atletica italiana non si è proprio visto da nessuna parte, ma si sono visti i soliti volti noti, quelli che per intenderci tengono a galla la baracca da parecchio tempo (e non certo per le scelte di Arese & c.). Un coro unanime di complimenti alla spedizione, un abbaglio collettivo che ha colpito anche detrattori storici come Atleticanet e lo stesso Bragagna. Per fortuna rimane Webatletica e qualche altro sparuto internauta che dà a tutto la giusta dimensione delle cose. Sotto l'articolo del Duca.

E’ sempre molto da presuntuosi dire “io l’avevo detto” ma così è stato. Proprio un anno fa, da questo sito, all’indomani della storica spedizione di Berlino quando, dopo le zeru medaglie, si erano levati da più parti cori di protesta e richieste di dimissioni per il simpatico faccione piemontese che fece finta di niente, salvo qualche scarno comunicato da parte del sito ufficiale in cui si evidenziavano, con un certo sdegno, le incomprensibili critiche arrivate, da qualche fonte isolata, a minare il prestigio della federazione. L’avevo detto, la Fidal stava avviandosi a diventare una sorta di piccolo stato dittatoriale male organizzato, in cui il capo, eletto in barba ai principi base dello statuto federale, gestiva a suo piacimento tutto il movimento, permettendosi, come tutti i dittatori che si rispettino, di manipolare l’informazione relativa. Ed il silenzio era proseguito dopo i mondiali indoor di Doha, laddove ancora il bottino della nostra spedizione era stato pari a zero, salvo delle tenui voci che evidenziavano come l’obiettivo fondamentale dell’anno dovessero essere gli Europei di Barcellona. Allora, noi tanti aderenti ai GAC (Gufi Anti Castrado), ci eravamo preoccupati, pensando che chissà quale risultato clamoroso avrebbe ottenuto la nostra nutritissima spedizione in Spagna, con la conseguenza inevitabile di far riempire la bocca ad Arese e farlo presentare tronfio e festante a celebrare il suo antico mandato. Quel che è successo ormai è stranoto: diciassettesimi nel medagliere, 4 argenti e 2 bronzi, una assoluta miseria per una nazione che vanta oltre 60 milioni di abitanti. La peggior spedizione agli Europei di tutti i tempi, un trionfo per i GAC, l’ennesima illusione che Castrado potesse dare finalmente le dimissioni dopo 6 anni di danni e sfraceli. Ma invece il delirio, la follia…
Qualsiasi organo di informazione, questa volta, come d’incanto, ha commentato la spedizione in maniera positiva: da Bragagna ai siti di atletica, passando per i quotidiani sportivi e, neanche a dirlo, il sito ufficiale del regime. Si è parlato di partecipazione più che positiva, di aria nuova, di coesione di gruppo, di giovani promettenti, di importanti piazzamenti…
Il messaggio da trasmettere, a tutti i costi, è stato: la rinascita dell’atletica italiana è cominciata, tutto va finalmente bene e non potrà che andare meglio. Addirittura il grande Bragagna che continuo a stimare, tiene famiglia. Probabilmente anch’io nei suoi panni mi comporterei nello stesso modo,.. il Nostro ha infatti cominciato a sciorinare dati per evidenziare come, a livello di piazzamenti, fossimo al 7°/8° posto che equivale a dire che l’Italia, ai mondiali di calcio, ha si fatto ribrezzo, ma in fin dei conti c’è arrivata e siamo quindi nei primi 32 del mondo!
Un anno fa, quando parlai di stato delle banane, evocando il famoso film di Woody Allen, volli essere provocatorio, non credendo sino in fondo che la Fidal fosse in una condizione di totale regime. Purtroppo i fatti mi hanno dato ragione oltre ogni più pessimistica previsione e siamo arrivati addirittura alla censura che tarpa le ali ad ogni più piccolo dissenso che possa trasparire a livello pubblico. Cito l’episodio accaduto durante l’intervista a Barberi nel dopo gara della sua semifinale dei 400. Intervistato dalla Caporali, Andrea che aveva ottenuto un grande tempo, pur se eliminato, aveva cominciato una sottile polemica dicendo che era tornato ad ottimi livelli dopo un paio di anni in cui era stato abbandonato da quasi tutti. Poi, interrotto nella sua disquisizione dall’inizio di un’altra gara, al ritorno del collegamento, nel prosieguo dell’intervista, dopo 2 minuti, ha completamente modificato il tiro, ringraziando la Federazione e la sua Società per l’apporto che gli avevano sempre dato negli ultimi tempi. Chissà cosa sarà mai successo in quei 2 minuti????
E giusto per citare un altro clamoroso episodio, totalmente girato a favore di Castrado, è incredibile come nessuno abbia evidenziato che l’argento della staffetta 4x100, fiore all’occhiello della spedizione, sia stato in realtà, al di là dell’ottimo tempo, una sconfitta evitabilissima, anche perché, da che mondo e mondo, chi arriva primo è campione e viene ricordato e segnato sugli albo d’oro, mentre gli albi d’argento non mi risulta proprio che esistano.
Abbiamo perso una medaglia d’oro di 7 centesimi schierando due frazionisti che avevano il 6° e il 7° tempo in Italia dell’anno sui 100. Ora, togliamo Besozzi, ma c’erano sempre davanti Cerutti e Tomasicchio la cui somma di tempi valeva circa 40 centesimi meglio di Donati e Checcucci.
Ma Cerutti ha fatto le sue scelte e non ha voluto andare ai raduni ad imparare gli ottimi cambi impartiti dal Prof. Di Mulo. Perfetto, abbiamo personalmente avuto modo di appurare che così è stato, senza alcun tipo di astio o rivalità tra i vari velocisti italiani, ma una piccola domanda mi sorge spontanea. Come mai Donati che ha corso in 10”43 con +1,3 di vento è stato preferito a Tomasicchio che ha fatto 10”25 con +0,3 e ha partecipato a tutti raduni possibili e immaginabili?
..chissà, probabilmente non si sarà applicato nell’apprendere scienza del cambio.
Per concludere voglio citare l’unica voce di dissenso letta nelle ultime settimane, oltre alla nostra, di un mio vecchio amico di pista, ormai dedicatosi a tempo pieno all’allenamento. Dalle pagine del sito di una prestigiosa società bergamasca leggo che lui, presente a Barcellona, si chiede se non sia il caso che vada a farsi un esame della vista dopo aver letto e sentito i vari commenti in merito. Non andare Riccardo, ci vedi benissimo e grazie veramente per la grande passione che sempre ci metti in questo sport; forse grazie a persone come te, un giorno, si potrà sconfiggere lo stato delle banane e vedere realmente la rinascita dell’atletica in Italia.

IL DUCA

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