30/09/10

La settimana over-35: Paolo Camossi 15,77 (triplo) - Pamela Del Terra 58"35 (400)

(Paolo Camossi, Foto Fidal.it) - Dopodomani vanno in scena le finali dei c.d.s. Master a Cagliari: la maggior parte dei master stessi sono di conseguenza sul trampolino di lancio per uno dei momenti più importanti della stagione. Nella nostra rubrica "La Settimana degli over-35", quella passata, la copertina va invece ad altre finali, quelle dei Campionati di Società Assoluti, che ad ogni anno si arricchiscono disempre più  neo over-35. Del resto mancano i ricambi generazionali e i top-team nazionali stanno diventando sempre più "anziani" o quanto meno, devono ricorrere a tutto quello che passa il convento (lasciamo perdere per una volta la stupidità del regolamento dei c.d.s., sul quale abbiamo già ampiamente discusso): guardate per esempio i 1500 o i 5000 della Serie Oro o Argento. Sembrava un campionato keniano... mah. Potere della nuova formula, no? Tutti giovani... stranieri. Nel fine settimana ci tengo a sottolineare alcune prestazioni (poi come al solito in allegato i migliori risultati della settimana scorsa ottenuta dai master in pectore) oltre che a dedicare uno spazio tutto loro ad una delle prove del Pentalanci tenutosi a San Benedetto del Tronto sul quale ha scritto una nuova penna di Webatletica, Alessandro Tifi. La prima prestazione "notevole" è quella fatta registrare dall'ex primatista italiano Paolo Camossi (1974) che è tornato a saltare per la sua società nel salto triplo: 15,77 ad Orvieto che equivale a 88,29% AGC (il record italiano M35 è ancora un 16,00 di Buttiglione... manca davvero poco). Molti risultati buoni anche da altri "saltatori" come Giacomo Befani (1970) 4,90 nell'asta (88,15%), mentre ancora un over 2,00 da parte di Francesco Arduini nell'alto (86,90%). Nel mezzofondo ha svettato Marco Biondani (1962) nei 1500 con il suo 4'13"68 e ben 93,26% (3° risultato al maschile AGC): ci credete che parterre de roi si è messo alle spalle? Prima il poliziotto Lorenzo Lazzari (14'36"08 sui 5000, cioè 88,81%), mentre sul podio virtuale di giornata niente-popo-di-meno-che l'altro cop Andrea Longo (1975): 1'56"40 e 87,12%. Avevo letto una sua intervista nella prima primavera sul suo "rilancio", che purtroppo l'ha portato a 1'51"14 ottenuto a Firenze il 6 giugno, quando probabilmente si aspettava tempi sotto gli 1'50". Ma questo è l'anno del "ritorno", l'anno prossimo sarà quello in cui molto probabilmente attaccherà anche la MPI M35 (probabilmente non gli importa più di tanto... a noi un pò di più): l'1'50"66 di Stefano Parma che recentemente abbiamo rivisto all'opera nei 1500 di "celebrazione" del ventennale del record di Genny Di Napoli. Nei 3000 siepi di Borgo Valsugana all'opera anche il campione europeo di Nyiregyhaza Stefano Vercelli: 9'43"07 (84,57%). Se passiamo agli ostacoli domina dall'alto del suo 13"7 sui 110hs (manuale!!!) di Andrea Alterio ad Orvieto (94,27%, seconda prestazione AGC della settimana tra gli uomini).  Probabilmente il record italiano "manuale" sulla distanza, quando quello elettrico tabellato è il 13"81 sempre del friulano (ma non so se la nostra amica Giusy Lacava lo inserirà nella tabella dei record nazionali). Naturalmente show nei lanci: ormai tutti i migliori lanciatori nazionali hanno più di 35 anni: lassù, in testa, c'è l'argento europeo di Barcellona Nicola Vizzoni (1973) con il suo 73,35 nel lancio del martello e 87,13% agc. Mostruoso, anche se a Barcellona (79,12) ha sfiorato la sua stessa MPI di 79,74. Paolo Dal Soglio (1970) è secondo invece nella classifica virtuale AGC del lanci: 17,70 e 78,63% AGC. Ma pensate chi c'è nei posti di rincalzo: Diego Fortuna, Giorgio Tubini, Stefano Lomater, Corrado Fantini... molti dei migliori lanciatori italiani degli anni '90. Per  i loro risultati, naturalmente vi rimando al file allegato. Di fatto, però, il miglior risultato AGC l'ha ottenuto il marciatore Graziano Morotti: un treno! 47'25"37 nei 10 km di marcia: 96,19%. 
Nelle donne grande fermento tra 400 e 800 F35. Nelle ultime settimane le ragazze scese sotto i 59" nei 400 (e ancor di più sotto il minuto) si stanno moltiplicando. Prima Maria Sgromo un paio di settimane fa, quindi Mara Cerini la settimana scorsa, adesso Lucia Pollina che ha corso 58"91 (84,34%) a Comacchio. Ma soprattutto è esplosa (possiamo parlare di esplosioni a 36 anni??) di Pamela Del Terra (1974): 58"35 ad Orvieto (86,08%). Sono curioso: vado a vedere le liste dell'anno... ollalla! Pensata che aveva come SB un 59"0 corso a Pistoia ad aprile, mentre a luglio aveva corso in 1'00"31! Grande miglioramento! L'anno scorso aveva comunque corso in 58"2: è nei suoi "numeri" correre quei tempi. La migliore velocista è stata comunque la siciliana Maria Ruggeri (1969) 26"22 (con -0,6) a Comacchio: 87,30%. Passando al mezzofondo si dimostra ancora in forma strepitosa Maria Vittoria Fontanesi (1974) di cui avevo parlato una settimana fa. Stavolta impressiona sui 1500 dove riesce a correre in 4'25"49 (89,67%) nella finale Oro di Borgo Valsugana. Nei primi 5 posti virtuali la Fontanesi si colloca anche al terzo con il 2'09"54 sugli 800 (87,45%), mentre Silvia Casella (1972) piazza il secondo posto (4'29"57 sui 1500) e al quinto con 17'10"94 sui 5000. Nei salti, punteggi pirotecnici di Barbara Lah (1972) e Roberta Bugarini (1969): la friulana 12,94 nel salto triplo e 92,63%, mentre la Bugarini 1,74 nell'alto e 92,55%.

Segue l'articolo di Alessandro Tifi sulla riunione di Pentalanci di San Benedetto Del Tronto. 


A San Benedetto il 25 e 26 settembre si sono svolti i campionati Regionali (open) di pentathlon lanci master 2010 validi come ottava prova del gran prix lanci che si concluderà con la nona e ultima prova, che verrà disputata il 9 ottobre a Macerata, in concomitanza con il campionato italiano individuale di specialità.
45 sono stati gli atleti a prendere parte alla competizione, 33 uomini e 12 donne appartenenti a 25 diverse società dalle diverse regioni italiane.
La gran parte dei risultati di rilievo arriva dalla categoria più “partecipata”, quella degli mm55, con 11 atleti, tra cui spiccano i risultati di Berhemi Xhavit (Liberatletica Aris Roma), primo con 333011,41 e nel disco con 40,99); di Moiraghi Angelo (Atletica Rovellasca), secondo con 3100 punti (distintosi nel martello con 39,22 e nel martellone con 13,32); e di Locati Lorenzo (Ginn. Monzese Forti e Liberi) con 11,35 nel peso. punti (ottimo nel peso con
Tra gli mm60 troviamo Sagoni Roberto (Giovanni Scavo) primo con 3136 punti ed autore di un ottimo 45,22 nel disco; Cacciatori Francesco (Cus Roma) secondo con 3068 punti (40,66 di giavellotto); Bettucci Francesco (Sef Macerata), terzo con 3021 punti ed un probante 41,88 nel disco. Tra gli mm70 si segnala Cartechini Italo (Sef Macerata), primo con 3201 punti (11,22 nel peso e 33,24 nel disco).
A livello femminile i migliori risultati arrivano tra le mf50: Magagni Anna (Acquadela Bologna) prima con 2645 punti (10,27 nel peso); Melotti Paola (13,59 nel martellone). Unica partecipante tra le mf65, ma con un eccellente punteggio (3853) Del Giudice Brunella (Nuova Atletica dal Friuli) (29,157,64 nel peso, 13,59 nel martellone). Ottima anche la mf 80 Fozzer Nives (Nuova Atletica dal Friuli) mf 80 con 6,15 nel peso. nel martello
Un gran prix di nove prove durante il corso dell’anno, tutte dedicate ai lanci master, è una gran bella iniziativa, chissa che non sia possibile allargare “la cosa” anche ad altre specialità!
Quindi appuntamento a Macerata per gli italiani di specialità del 9 ottobre.

Alessandro Tifi

27/09/10

L'angolo del Duca: Levorato, Marani... due esempio agli antipodi

Le accalorate dissertazioni di Andrea sulla formula dei c.d.s. si sposano perfettamente con i risultati tecnici che sono scaturiti dalla due giorni di gare, appena conclusesi a Borgo Valsugana in provincia di Trento. Certo, a piccolissima giustificazione di prestazioni non esaltanti, va evidenziato il periodo dell’anno in cui l’esimia federazione ha deciso di assegnare gli scudetti dell’atletica e questo è sicuramente il quarto punto che aggiungerei alle tre proposte fatte, in concreto, da Andy: la scelta di una data diversa, nel cuore della stagione agonistica. Ma tant’è, questo è quello che oggi passa il convento e questo è quello che bisogna commentare. La vittoria è andata, forse contro pronostico in campo maschile, alla Bruni Vomano Teramo che ha battuto, di soli 8 punti, i campioni uscenti dell’Atletica Riccardi Milano. In campo femminile conferma della Sai Fondiaria Torino che l’ha spuntata, in maniera meno evidente delle previsioni, sulla Italgest Milano. Tantissimi complimenti ai vincitori perché, in ogni caso, chi vince merita sempre il massimo degli encomi ma, come detto, non si può non ribadire la pochezza tecnica dei risultati di una manifestazione che dovrebbe essere il fiore all’occhiello di tutto il movimento nazionale, il vero stimolo per i giovani ad avvicinarsi a questo sport. Il bello di questa competizione, infatti, dovrebbe essere l’opportunità data ad atleti, per cosi’ dire minori, di poter gareggiare con i grandi campioni, ma di questi, a Borgo Valsugana, se ne sono visti pochissimi e, mi sia consentito, il loro impegno, in taluni casi, è stato abbastanza discutibile.
Un Gibilisco che salta 5,20 e se ne va in tutta fretta senza neanche partecipare alla festa finale della sua società che, per la prima volta vince lo scudetto; una Grenot che viene sbandierata nel trafiletto di presentazione dalla Gazzetta e poi non si presenta proprio al campo di gara, sono, in estrema sintesi il senso del totale fallimento o, se vogliamo, del non senso di una manifestazione che, cosi’ concepita, fa piu’ male che bene a tutto il movimento.
Ma come sempre mi piace entrare nel merito di approfondimenti particolari e dopo aver comunque fatto il doveroso plauso alla miglior prestazione tecnica della giornata, il 7.98 nel lungo di un ritrovato, da mille infortuni, Da Castello, voglio raccontare due brevi storie.
Manuela Levorato e Diego Marani sono due atleti, velocisti ( 100, 200 mt e staffetta veloce). Tutti conoscono la Levorato, molti, credo ormai, conoscono Marani, promessa di belle speranze, classe 1990, che quest’anno ha avuto l’onore di gareggiare al Golden Gala di Roma nella serie dei più  forti sui 200 mt. stabilendo, tra l’altro, il suo personale con 20”91.
Bene, il baldo giovanotto di Mantova, personaggio di poche parole e molta sostanza, almeno sino ad ieri, rappresentava certamente una delle frecce migliori nell’arco della famiglia Tamaro. Sabato ha contribuito alla vittoria della 4x100 ed ieri, sui blocchi di partenza, vantava la miglior performance stagionale tra i partecipanti, in ogni caso 4° tempo dell’anno dopo l’irraggiungibile Howe, Galvan e Donati. Il risultato finale recita 21”73, nono posto ex aequo in classifica, un punteggio gara di 15,5 punti, neanche a farlo apposta 8,5 in meno di quelli ottenuti dal triplista Greco della Bruni, buon velocista ma non specialista della distanza, che ha vinto con 21”24. Casualmente la Riccardi ha perso il titolo di 8 punti ma, per un gioco di scarti, quelli dei 200 potrebbero anche non essere stati decisivi. Rimane il fatto che la prestazione ha del clamoroso, c’erano condizioni climatiche piuttosto buone, vento a favore anche in curva, si gareggiava in leggera altura, insomma tutto per fare bene ed invece… Mi sono ovviamente ben documentato sul fatto che il ragazzo potesse essersi fatto male, ma pare proprio di no anche se, alla fine della gara, qualcuno ha sentito dirgli che gli doleva leggermente dove si era infortunato proprio nel corso del Golden Gala….. e quindi, aggiungo io, non ha voluto rischiare per non compromettere il prosieguo della stagione….
Ma come? La tua società lotta punto a punto per riconquistare un titolo italiano a cui tiene tantissimo e per cui ha fatto sacrifici economici notevolissimi e tu, giovane di belle speranze, ti spaventi, ammesso che sia vero, per un dolorino e tiri i remi in barca per paura di farti male nell’ultima gara dell’anno. Personalmente, e chi mi conosce sa che non ho alcun tipo di relazione con la Riccardi, sono rimasto indignato per questa cosa, per questo scarso attaccamento ad una maglia, alla passione di chi sta dietro e di tutti quelli, suoi compagni di squadra, che hanno invece dato l’anima per ottenere un risultato che è sfuggito per un soffio. Veramente un esempio negativo che viene ancor più amplificato da colei che ha,invece, illuminato questi oscuri campionati di società. 
Lo so, qualcuno penserà che sono fissato nell’encomiare ed esaltare le gesta di Manuela Levorato, ma sono fatto così, sono solo per gli estremi: grandi passioni o grandi ostilità. Tanto mi era invisa la signora Levorato nella prima parte della sua carriera agonistica per certi atteggiamenti fuori dalle righe che, a mio avviso, la rendevano antipatica e di cattivo esempio, tanto mi appassiona adesso con il suo entusiasmo, la sua voglia di rivalsa, il suo grande amore per l’atletica.
Forse esageravo prima, forse esagero adesso, ma quel che ha fatto la Principessa di Dolo nei due giorni dei c.d.s. è, a mio avviso, spettacolare. Ha vinto i 100 in 11”59, fatto vincere la 4x100 e vinto ancora sui 200 che ha corso, per la prima volta nell’anno, in 23”68 e rifilando 90 centesimi all’allieva di Di Mulo, la ormai famosa, grazie a WebAtletica e forse solo per WebAtletica, Tiziana Grasso.
L’ira agonistica di Manuela mi ha ricordato la sposa di Kill Bill ed in tal senso ho voluto questa copertina, intesa come la vendetta di un’atleta assurdamente bistrattata agli Europei di Barcellona con l’esclusione dalla staffetta di cui tanto abbiamo parlato. Come gli atleti veri ed autentici, Manuela ha voluto subito reagire, dimostrando a tutti che Lei è ancora la numero 1 e lo sarà sicuramente ancora per tanto. Un’atleta di 33 anni che prepara, con il massimo dello scrupolo, un appuntamento invero di poco prestigio, che si sacrifica, facendo tre gare in 24 ore, dando il massimo in ciascuna e sapendo, oltretutto, quanto le possibilità di vittoria per la sua squadra fossero minime, rappresenta una delle poche speranze per un’atletica italiana allo sbando. Credo veramente che Manuela Levorato sia, meglio di chiunque altro, in questo momento, il punto di riferimento per tutti quegli atleti che amano questo sport, per quelli che vogliono intraprenderlo e per quelli che non sanno se continuarlo o meno.
Manuela Levorato è l’atletica italiana,per il suo passato, per il suo presente e per il suo futuro che, sono stracerto, sarà ancora molto luminoso…..e mi raccomando, ripassa bene l’inglese nei prossimi due anni.

IL DUCA

26/09/10

Toh, c'era la finale dei C.d.S. assoluti...

(Una Manuela Levorato sfavillante in Trentino) - Quanto percepisce uno statale "al giorno"? Il calcolo è facile definirlo: diciamo che un livello basso percepisca circa 1300 euro, comprensivo di contributi pensionistici arriviamo a circa 2200 euro (calcolo in grande difetto). Dividiamo per 26 giorni (quelli lavorativi medi) e ci viene il totale che quello statale costa a tutti noi contribuenti ogni giorno: circa 84 euro. Ora, nel fine settimana (calcolo effettuato solo sulla serie Oro) 101 militari (la "carica dei 101") sono tornati a gareggiare per le società d'origine (secondo voi tutti gratis?) ai Campionati di Società: per le tasche dei contribuenti, il colpo di genio di "offrire" la possibilità di far rientrare impiegati dello Stato a servizio di soggetti privati, comporterà un esborso di quasi 17.000 euro (calcolato sulle due giornate di c.d.s.). Probabilmente pochi nell'oceano degli sperperi nazionale. Vediamola da un'altra prospettiva: noi italiani paghiamo 101 persone sotto forma di tassazione diretta ed indiretta, affinché queste persone anziché portare una divisa con tutto quello che comporta l'investimento di immagine verso l'esterno (come può essere anche la tuta delle Fiamme Oro, dei Carabinieri o della Finanza) indossino la casacca di soggetti privati affinché questi perseguano i loro fini (sportivi). Questi sono i Campionati di Società oggi. Almeno un tempo questa pratica chissà quanto giuridicamente ammissibile (esistono combinati normativi abbastanza severi sulla possibilità di svolgere attività esterne alla propria nelle Forze dell'Ordine... oltre che ai codici di regolamentazione delle pubbliche Amministrazioni) si limitava alla Coppa Italia, e il numero di "militari" era davvero limitato. Si poteva chiudere un occhio, a fine stagione: adesso la pratica è talmente diffusa che non ci si può non soffermare a riflettere sul fenomeno. Ma è passata pure questa: un regolamento di una Federazione sportiva risulta "a scavalco" delle norme che regolano la vita di uno Stato in barba alla gerarchia delle leggi.
Naturalmente le società civili hanno sempre messo sul piatto il mancato introito degli indennizzi sui trasferimenti degli atleti migliori alle società militari: ma come faceva (o come fa) lo Stato a fare compra-vendita di atleti? E' eticamente inammissibile. Quindi nella mancata risoluzione di questo annoso quesito (le società civili rinvendicano investimenti sugli atleti, come il costo degli allenatori utilizzati, le cure mediche, l'abbigliamento, le diarie, i premi... che poi svaniscono nel nulla, visto che un giorno si presenta l'emissario di una società militare e si porta via il frutto del tuo "lavoro") oggi ci troviamo quello che (sapete già come la penso) è un "papocchio", o come altre volte meglio definito, il calar di braghe dell'attuale Fidal a chi materialmente l'ha eletta senza pensare evidentemente agli sfacelli che avrebbe portato a tutto il movimento. La soluzione peggiore a quel problema che sicuramente non è da sottovalutare: se investo, è giusto che venga risarcito per poter domani continuare la mia opera di ricerca del talento a livello capillare. Do ut des. E' innegabile invece che per decenni è stato un solo "dare" senza ricevere mai nulla da parte delle società civili. Questo è il problema, e la montagna ha così partorito il topolino. Il problema è diventato un'occasione per qualcuno (tipico di noi italiani) di favorire qualcuno (troppo), penalizzare qualcun'altro (troppo) senza trovare poi quello che dovrebbe essere la vera mission del sistema-atletica: favorire la diffusione dell'atletica stessa.
A questo, ve lo ricordate, si arrivò con un blitz normativo di una scorrettezza davvero disarmante a fine novembre 2008, all'indomani delle figuracce olimpiche, mondiali ed europee dell'Arese I, che per essere rieletto evidentemente doveva fare qualche regalo sostanzioso ai suoi grandi elettori. L'esclusione delle società militari in effetti ha privato di qualsiasi interesse questa manifestazione, che ogni anno diventa sempre più triste, nonostante l'accanimento terapeutico su di lei praticato. Tutti tentativi di agghindare un cadavere. Rimane sempre morto, purtroppo, anche col vestito migliore.
La Gazzetta dedicava ieri un piccolo trafiletto di 5 righe ai C.d.S. vaticinando lo scontro tra la Grenot, la Milani e la Spacca sui 400. La Grenot, che chi la capisce è bravo (deve essere proprio un peperino), invece non si è nemmeno presentata (ha pure la convinzione che i 400 metri siano in realtà 395 metri; ma poi, qualcuno l'ha mai vista sorridere? Dai, Libania, ci si deve divertire!) sbugiardando pure quelle due righe della Gazzetta che su di lei puntavano per far attirare un pò l'attenzione sulla manifestazione.
Nel frattempo i meccanismi propri delle società civili hanno portato ad ulteriore "elitarismo": già ieri potevamo dire che i C.d.S. erano di fatto finiti, ma chiunque avrebbe detto la stessa cosa prima che tutto fosse iniziato: pochissime società in lotta per gli scudetti: un paio tra gli uomini e una sola tra le donne. Il famoso utilizzo di allievi, junior e promesse ha inopinatamente sbugiardato la federazione che aveva reclamizzato la cosa come la panacea all'emoraggia di giovani dall'atletica. Le società civili  (dopo l'epurazione di quelle militari... ma che servono a fare adesso?) fulminate sulla Via di Damasco avrebbero iniziato a cercare i giovanissimi campionicini del domani, dando nuova linfa all'atletica italiana partendo dalle scuole. In realtà alle grandi società civili non gliene è importato assolutamente nulla dei giovanissimi, visto che si è registrata una inopinata corsa ad accappararsi i migliori in circolazione solo a partire dagli allievi (quelli che portano punti ai c.d.s.) che altri soggetti (i più meritevoli) piccoli allenatori di provincia si sono sbattuti per trovare. Nessun investimento sulle categorie cadetti, ragazzi, ma solo cash per gli allievi e gli junior. Se fossimo in un sistema evoluto, la cosa sarebbe anche auspicabile. Gli atleti passerebbero dalle società più piccole a quelle più grandi, fino a finire a quelle "professionistiche" (da noi quelle militari). Purtroppo a tutto manca il primo anello: la solidità delle piccole società, la mancanza di fondi previsti per esse (anche con 100.000 atleti tesserati, non valgono nemmeno 1/100 a livello di voti, di una società che arriva davanti a loro ai C.d.S. ma con 10 atleti), ed in generale l'assoluto menefreghismo sulle loro sorti.
Il famoso discorso che facevo prima sugli indennizzi alle società civili da parte dello Stato, a questo punto assume un'altra prospettiva, molto meno nobile: le società civili che lottano per lo scudetto oggi, in realtà non si sono cresciute la stragrande maggioranza dei campioncini in casa nel corso degli anni. Quasi sempre non li hanno trovati loro. Li hanno "presi" giusto un paio di stagioni (in molti casi una sola) prima che gli stessi fossero accapparrati dalle società militari!
Cosicchè con la nuova formula dei c.d.s., una volta diventati "militari" e stipendiati dallo Stato, i giovani si sarebbero trovati professionisti: da crisalidi a farfalle. Cioè lo Stato aiuta le metamorfosi degli atleti (grazie ai privilegi, stipendio incluso, che l'appartenere ad un gruppo con le stellette fornisce) che poi le società civili sfrutteranno per la loro piccola battaglia settembrina. Capite cosa voglio dire? In generale è un pò come il discorso sullo "scudo fiscale": puntare su un obiettivo minimo, nascondendo gli incredibili nonsensi morali di cui la cosa si è macchiata. Ma pensavate che avremmo avuto qualche cosa di meglio dopo quello cui abbiamo assistito in questi anni?
Sui risultati sportivi in sè, sarà il Duca stesso ha produrre una delle sue ormai leggendarie emanazioni. I risultati, comunque, non sono stati proprio a livello di uno dei massimi appuntamenti dell'atletica su pista in Italia: mi piace solo ricordare Manuela Levorato che ha stampato un notevole 11"59 sui 100 (penso che ci fosse parecchio freddo lassù in Trentino), mentre per il resto un bel campionato regionale stile-Lombardia.
La proposte (perchè non si può solo criticare)?
  • Reintrodurre le società militari alla finale dei c.d.s. come punto primo. Volenti o nolenti, l'entusiasmo e la fattività delle società militari determina il campione statistico tra il quale emergono gli atleti di caratura internazionale. L'umiliazione cui sono state sottoposte, invece, ha prodotto tutto questo: davvero, a cosa servono oggi le società militari oggi? Chiuderle, come in molti si auspicano, in realtà sarebbe la soluzione peggiore se teniamo all'immagine dell'atletica nazionale: nessuno sponsor oggi fornisce a nessun atleta che può essere un campione domani, certezze quali quelle di un posto fisso finita la propria carriera: si rinuncia di fatto a 10/15 anni della propria vita professionale per allenarsi... proprio quelli dove si entra nel mondo del lavoro. Come indennizzare questa "perdita"? Se invece vogliamo che non vi siano militari, non dobbiamo nemmeno pensare che l'Italia possa avere un'atletica decente a livello internazionale. Facciamo i nostri campionati nazionali, regionali e provinciali e godiamo di quel poco.
  • Togliere le assurde regole sulla presenza di allievi, junior e promesse ai c.d.s.: gareggiano solo i migliori della società. Più regole ci sono, più una manifestazione perde di fascino e allontana sponsor, media e pubblico. Scarti di punteggi, calcoli astrusi, e alla fine un titolo che si vince con troppi punti. Troppo complicato. 
  • Prevedere una forma di indennizzo per le società civili che non vincolino a vita gli alteti (militari) ad esse, situazione che dà vita ai meccanismi perversi sopra descritti. Adesso, trovare quali formule per indennizzare chi fa l'opera più importante (portare i ragazzi in pista) non è certo un compito facile. Ognuno dovrebbe dire la propria, tipo... iscrizioni gratis alle gare?
Vi rimando comunque per l'analisi tecnica dei c.d.s. all'articolo del Duca che comparirà presto su questo sito

24/09/10

Cos'è: uno scherzo? Una pista indoor a Montichiari... l'ennesimo sogno

Oggi sfogliando il Giornale di Brescia, la mia attenzione viene catturata dall'immagine a tutta pagina di una pista indoor. Chi fra di noi non ne sarebbe stato attratto? E' così raro leggere notizie sull'atletica al giorno d'oggi su qualsiasi pubblicazione che non tratti esclusivamente di questo sport, che addirittura vedersi una foto "dedicata" su un quotidiano è introvabile come un Gronchi Rosa. La notizia è sostanzialmente questa: a Montichiari, tra le province di Brescia e Mantova, è stato inaugurato in questi l'anno scorso (a maggio) un velodromo avveniristico (l'unico in Italia) dove il ciclismo indoor nazionale ha finalmente trovato una più che degna sistemazione. Dopo circa un anno dalla sua apertura gli amministratori sollevano un problema: la struttura è gigantesca, mastodontica, spaziale (nel senso che esternamente sembra proprio una maxi-astronave), ma di fatto viene utilizzata "relativamente" poco dal ciclismo. Inevitabile la necessità di sfruttarne gli spazi e i tempi per altre attività,  per ammortizzare gli sprechi gestionali che una tale struttura richiede. L'articolo che cito di Paolo Valentini dice espressamente "impensabile infatti... che la struttura possa reggere il peso gestionale economico basandosi unicamente su eventi legati alla bicicletta". Non so spinto da chi, l'ingegnere che ha progettato l'impianto (Eliseo Papa) presenta a questo punto un ulteriore progetto in maniera tale da dotare il velodromo di una pista di atletica, per avere alla fine un impianto simile al Luis Puig di Valencia, dove si svolsero i Campionati Mondiali Indoor del 2008. La notizia, potete capire, fino a questo punto sembra davvero una ventata di speranza per tutti i pistard atletici, finchè non leggo il proseguo della stessa che mi fa letteralmente crollare il mento sul giornale. Ebbene, sembrerebbe che l'assessore allo Sport di Montichiari abbia incontrato per discutere della cosa, indovinate chi? ...Franco Arese, e chi sennò?! Il progetto sarebbe stato presentato alla Fidal alcune settimane fa, e come dice l'assessore "Arese mi parve molto interessato e ni sollecitò a presentare un progetto". O mammmmmmamiaaa!! Frase che mi ha fatto accapponare la pelle: vi ricordate le promesse pre-Campionati Europei Indoor di Torino 2009? La pista che sarebbe rimasta in Piemonte? Una nuova struttura indoor? Sparito tutto. O il nuovo impianto di Padova, che come apprendiamo dal forum sarebbe terminato nelle murature, ma alla fine manca della pista e di tutti gli "interni" quindi non si vedrà nel 2010 e si "spera" nel 2011 per il completamento? O della pista di Urgnano, che di per certo è stata visitata da emissari della Fidal, ma alla fine è lì senza copertura a svernare in mezzo alla campagna bergamasca da oltre un lustro? Perchè dico questo: perchè è chiaro, benchè non venga espressamente scritto nel pezzo, che l'Amministrazione comunale di Montichiari, i gestori del Velodromo e la Federciclismo si aspettano qualche cosa dalla Fidal, così come si aspettano qualche cosa (probabilmente) da qualche anno gli amministratori comunali di Urgnano, così come si aspettano qualche cosa (probabilmente) quelli di Padova e come si aspettavano qualche cosa quelli di Torino. Oddio: non so ad Urgano o Torino si aspettano ancora qualche cosa: però faceva effetto pensare all'effetto domino di aspettative disilluse che la gente della Fidal semina ad ogni piè sospinto. Quel qualche cosa non è certo la pacca sulla spalla: "dai amico, sei un grande! Preparaci una bella pista indoor!", ma qualche cosa di poiù sostanzioso. Tant'è che nel titolo del pezzo si fa espresso riferimento ad un particolare problema: "Il problema? Trovare i fondi". Non conosco di certo il patrimonio della Fidal, ma non posso fare a meno di interrogarmi su quanto questo mandato abbia investito negli assett, che sono prodromici allo svolgimento dell'attività sportiva (scusate se utilizzo termini desueti). Qualcuno ha studiato l'impatto che ha avuto la struttura indoor di Ancona sul proselitismo atletico nel circondario? Secondo me parecchio, anche se non conosco i dati. Invece da questo punto di vista la propaganda di regime parla di aumenti inveterati di atleti tesserati che come più volte spiegato sono dovuti essenzialmente ai master e alla genialata dei cartellini fatti agli esordienti con la formula dell'usa-e-getta nelle piccole gare scolastiche. Così i tesserati sulla carta aumentano, le categorie centrali a poco a poco spariscono, e a livello internazionale torniamo con le ormai consuete figuracce. Se non c'è un campione statistico importante, inutile pensare di trovare campioni nell'atletica leggera... Ora aggrappiamoci all'ennesima piccola speranza del palazzetto di Montichiari: se mai leggeranno, gli suggerisco che non perdino tempo ad aspettare la Fidal. Cerchino loro i fondi e lo concludano: noi glielo invaderemmo ogni fine settimana, e se ci sarà pagare qualche cosa di più per fare una gara al caldo, io sarò il primo a pagarlo (chiaramente se la quota andrà nelle loro tasche e non in quelle della Fidal).

23/09/10

Un caso di doping... nascosto dalla Fidal?

Aiutatemi a capire, perchè probabilmente non ci riesco. Ken Stone, dagli States, ieri mi manda una mail per chiedermi se conoscessi mai questo atleta (di origine marocchina) trovato qui in Italia positivo ad un controllo antidoping. La gara erano i campionati italiani master di Maratona tenutisi a Piacenza il 7 aprile 2010. Ken, in cerca di informazioni per capire chi sia questo soggetto, mi suggerisce che la fonte deriva addirittura dal sito master più immobile della storia della rete e che riguardi i master, quello della Federazione Internazionale (la WMA). In effetti vado sul sito e trovo la notizia, che ritengo rimarrà  sulla prima pagina per due o tre mesi, quindi non affrettatevi a cercarvela. L'atleta è tale Chakour Nour Eddine (probabilmente nella traslitterazione dei documenti il nome, Noureddine, è stato diviso, qui il link alla gara). Effettivamente, a parte la società di appartenenza (parte lesa), si sa poco di questo atleta. Mi faccio comunque una rapida ricerca su internet (pure Stone sta cercando informazioni su questa persona) e trovo notizie su puntosportivo.it, notiziario sportivo on-line (qui l'articolo) in cui si parla del deferimento di Chakour trovato positivo ad un mix pazzesco di sostanze dopanti (19-norandrosterone, Furosemide, Betametasone e Desametasone). Ma è un master o no? Su una lista di un risultato, risulta nato nel 1977 (qui il link); addirittura il .pdf della gara di Piacenza riporta il fatto che l'atleta sia del '77 (altro link). Ok, non è un master nonostante i siti internazionali riportino la notizia: ciò che non sanno è che probabilmente Chakour è tesserato come Amatore o Senior e ai campionati italiani master di Maratona, c'era anche la versione "open" aperta a queste categorie. Quello che sconcerta è che il sito della Fidal non riporti nulla della cosa: la lotta al doping si gioca su due fronti, purtroppo e per fortuna. Quella sua campo, fatta di controlli (possibilmente) a tappeto, e quella mediatica, preventica, quella che manda il messaggio "attenti, vi becchiamo... due anni a Chakour che ha voluto barare". Il sito della Fidal è Silente, che non è un personaggio di Harry Potter, ma l'aggettivo collegato alla qualità della lotta al Doping condotta dalla nostra Federazione. Del resto la caduta etico-morale-mediatica di questo mandato non la scopriamo certo oggi. Non importa nemmeno del doping effettivamente, e il fatto che dietro quel controllo (positivo) siano stati spesi dei soldi di tutti: un investimento andato a buon frutto che non viene "venduto" come prodotto. Un successo... o un insuccesso mediatico? Quello che vorrei capire è proprio questo: la Fidal non dà pubblicità alla cosa perchè non gliene frega nulla che un suo tesserato venga trovato positivo, per di più straniero. Seconda ipotesi: la Fidal non lo sapeva (ma il sito della WMA riporta che è stata la  stessa Fidal a comunicarlo). Terza ipotesi, nel New Deal della Fidal tutto è fantastico, bellissimo, noi siamo la più bella nazione del mondo atleticamente parlando e tutto viaggia a gonfie vele. Meglio non dare queste notizie scomode per l'immagine del movimento. Qualcuno ha una versione diversa?

20/09/10

Regionali Master Veneti: la nostra posizione e la lettera di Dario Rappo

(Dario Rappo a Lubiana) - Non chiamatemi Cassandra, per favore (anche perchè fece una brutta fine, stuprata e uccisa dopo l'entrata trionfale del Cavallo di legno). Ma le cose si preconizzano facilmente se si conoscono i propri polli. Non passa infatti nemmeno una settimana dalla mala-educazione dei GGG milanesi raccontata dettagliatamente nel mio pezzo di allora, che siamo di nuovo qui a parlare degli effetti deleteri di una organizzazione di persone che dovrebbe essere presa e ridisegnata completamente, nelle idee, nelle persone, nella cultura sportiva. Il casus belli stavolta si è spostato in Veneto, a Vicenza, dove erano di scena i Campionati Regionali Master. Per farla breve, la prima giornata di gare, con grande scoramento di diversi atleti venuti da svariate parti del nord Italia e nonostante le condizioni atmosferiche fossero tornate "dignitose" dopo le intemperie mattutine (stando alle testimonianze degli uni), è stata sic et simpliciter cancellata. Erased. Tutti a casa. Dall'altra abbiamo la posizione ufficiale, raccontata da Dario Rappo qui sotto nella mail che mi è giunta ieri e già anticipata nella discussione che ne è nata in seguito ad un altro articolo. Si racconta di una pista al limite della praticabilità, zeppa di foglie, con le prime corsie allagate: il Delegato Tecnico si sarebbe fatto un giro di pista e poi sarebbe arrivata la benedizione urbi et orbi. Queste gare non s'hanno da fare. Quindi, una contrapposizione di vedute netta: di sicuro non c'ero e non posso dire chi avesse ragione e chi no. Per questo sono necessarie le discussioni, no? Per capire, comprendere, far sapere perchè una giornata di divertimento sia diventata una giornata persa per qualcuno, di delusione per qualcun'altro, di vacanza insperata per altri ancora.
Prima di addentrarmi nel problema, mi preme puntualizzare una cosa che riveste un'importanza fondamentale per Webatletica. Alla seconda riga della tua mail, qui sotto riportata, caro Dario, ci chiedi di essere "più vigili sulle pubblicazioni degli interventi". Ecco, questa cosa mi dà fastidio, perchè Webatletica non è nè Atleticanet Noivelocisti dove si bannano le persone perchè dicono cose scomode. Ognuno qui dentro ha la massima libertà di esprimere le proprie convinzioni, le proprie idee, la propria posizione e le proprie esperienze come crede: io non interverrò. Un forum o un'agorà come la nostra si autodisciplina e le discussioni si autoregolano, e chi sgarra o dice scemenze solitamente si condanna da solo. Viene emarginato. Non voglio fare il poliziotto anche qui dentro e redarguire il prossimo sui suoi comportamenti: un forum è per antonomasia un luogo di libertà.
Sulla diatriba del rinvio delle gare, chiaramente mi trovi invece completamente dalla tua parte. Del resto più volte da questo sito abbiamo chiesto di rivedere i modelli organizzativi delle gare e limitare il "potere" dei G.G.G. fino a che non saranno veramente maturi (vista la media d'età, è quasi un eufemismo) per poter entrare nel merito della gestione delle manifestazioni. Se poi i cronometristi arrivano e poi in piena autonomia se ne vanno, il loro comportamento è vieppiù deprecabile. Senza di loro, come poi mi hai giustamente suggerito, non hanno valore i risultati eventualmente ottenuti. L'organizzatore si trova così solo a preparare la tavola, mentre il GGG entra nel merito di decisioni troppo superiori alle loro potenzialità. Nell'immaginario delle persone (alcune anche altolocate) poi le decisioni del GGG si confondono con quelle degli organizzatori: figurarsi che per qualcuno starebbe a chi organizza "acculturare" i giudici, come successe per Roma dove tutte le colpe delle decisioni astruse e dei sabotaggi (più o meno accidentali) ricaddero su chi aveva organizzato un edizione epocale dei Campionati Italiani. Con questo, mi dispiace moltissimo se una società come la Masteratletica non potesse più entrare nell'organizzazione di gare, vista la passione che la contraddistingue in tutto il suo entourage. Non penso però che se si critica apertamente le cose che non vanno per il verso giusto, ci si metta in cattiva luce con la Fidal. Essere in cattiva luce con la Fidal, mi si permetta, oggi è motivo di vanto, perchè la Federazione è al minimo storico quanto a credibilità (si pensi all'insanato e scandaloso conflitto di interessi del Presidente cui nessuno vuol mettere termine, o alla disinformazione strisciante sui finti successi della nazionale italiana). Quindi, con la Fidal, da tesserati paganti (i master ricordo sono la fonte principale di sostentamento quanto a fondi) le cose si devono pretendere e non elemosinare. Gli organi della Fidal sono stati eletti da noi (anche se il sistema elettorale centuplica il potere delle grandi società civili lacchè di Arese), non sono stati imposti dal Re Sole: a noi devono rispondere perchè espressione del nostro volere. Ora, i G.G.G. sono un organo burocratico parallelo, è quindi compito della Federazione riorganizzarli o semplicemente trovare il modo di emarginarne i colpi di testa. Tutto qui. Quella che segue è la lettera di Dario Rappo al sottoscritto.

Ciao Andrea. Oltre ad un meritorio servizio, più volte ho riscontrato che nel vostro sito c'è chi si diverte ad intervenire per "sparare" sulle persone senza cognizione di causa. V'invito ad essere più vigili sulla pubblicazione degli interventi.
Come MasterAtletica, per il secondo anno, ci siamo trovati ad organizzare il campionato Regionale Master senza averlo richiesto, ma anche quest'anno nessuno lo voleva organizzare comprese le Società che ogni anno fanno "campagne acquisti" per essere sempre più forti; a parte qualche "personaggio" (ma questo è un problema loro) tutti si sono sempre trovati bene alle nostre manifestazioni su pista e del "Miglio Palladiano" al Parco Querini, dove nell'edizione di quest'anno abbiamo anche offerto ai partecipanti extra regionali, pranzo e visita guidata in una villa palladiana e visita guidata al Teatro Olimpico di Vicenza.
Non abbiamo mai pensato di avere la riconoscenza/riconoscimento di tutti i partecipanti ma qualcuno a volte lo fa e, quando succede, ne siamo contenti, ma a noi basta vederli tornare a casa soddisfatti e ritornare all'edizione successiva.
Ti comunicato che in merito alla definita "cazzata" di rinviare le gare di sabato scorso a Vicenza al giorno successivo, non è di competenza della Società Organizzatrice o dell'Event Manager (Dario Rappo), ma del Delegato Tecnico FIDAL e Società presenti alla manifestazione.
Noi l'impianto l'avevamo preparato, come ci era stato richiesto, dalle 10 alle 12 del mattino sotto il diluvio ed, alle 13,50, eravamo già attivi con la Segreteria, partiti con le iscrizioni e servizi necessari e riparato, seduta stante, due gazebi che erano parzialmente crollati sotto l'acqua.
Poi, se i cronometristi arrivano e dopo un pò se ne vanno, facendo "saltare" tutte le gare di corsa, perchè con quel tempo non possono montare le delicate attrezzature del crono con fotofinish obbligatorio per un Campionato Regionale, non è certo colpa degli organizzatori.
Il giro dell'impianto l'hanno fatto solo il Delegato Tecnico ed altre 2-3 persone e non io, ma conosco ben la pista, perchè dista da casa mia 500m in linea d'aria e mi ci alleno 3 volte alla settimana, dopo una pioggia copiosa mi sono sempre trovato da solo ad allenarmi, facendo il classico zig-zag fra le pozzanghere o correndo in 3^ corsia, rendo l'idea?
Nel salto in lungo sarebbero saltati più nel cemento che nella sabbia.
La pista, rifatta qualche anno fa incollando un nuovo stato sopra il preesistente, in caso di pioggia abbondante presenta numerosi avvallamenti in alcune corsie ed in altre no, creando disparità di condizioni fra un atleta ed altro.
Nella zona alberata, per le numerose foglie presenti in pista fra la partenza dei 400 m. ed i 200 m. (per spiegarci) che non si potevano asportare a pista bagnata, se non raccogliendone una ad una, la prima corsia era impraticabile, l'acqua non defluiva anche perchè in più punti il cordolo è più alto della prima corsia.
Nel salto in alto, come nel giavellotto, dove c'è l'area di battuta, non era assicurata l'incolumità dell'atleta per la presenza dell'acqua stagnante.
Noi di MasterAtletica ed i Giudici, non siamo andati a casa a cambiarci d'abiti e scarpe, ma siamo stati nell'impianto fino a conclusione delle uniche due gare (con dovute premiazioni) che, a detta degli esperti e delegati a decidere, sono state regolarmente effettuate.
Sempre Noi ed i Giudici, abbiamo fatto, quello che ritengo un ..."miracolo", il recuperare tutte le gare la mattina seguente finendo la manifestazione alle 13,30 con gara di marcia 5 km. e 10.000 m. (quella dove ci sono dei master che sembrano non arrivare ...mai!) compresi! avendo però prima tolto tutte le foglie dalla pista e spazzato ed asciugato le pedane. Come MasterAtletica, non vogliamo ora cenni di riconoscenza, ma siamo stati sempre in 10/15 in pista ad assistere i Giudici e le pedane, più gli addetti alla segreteria, ristoro e premiazioni, con qualcuno che ha anche rinunciato a gareggiare. Inoltre informo che, a smentita di chi ha affermato che a Vicenza sabato c'era bel tempo, l'area prospicente gli spogliatoi era tutta allagata perchè gli scarichi non riuscivano a far defluire l'acqua! Giudichi ora chi, quel giorno, probabilmente era a casa propria all'asciutto, se a Vicenza pioveva. Nell'occasione, raccomando a chi espone pareri o fa da "cassa di risonanza" al movimento Master, una maggiore obiettività nelle esternazioni ed in particolare di rispettare maggiormente chi si da da fare per il movimento dell'atletica in generale e master in particolare, altrimenti, nel futuro, si troveranno solo i siti web ad organizzare le gare. Per preparare una manifestazione di quel livello, bisogna che più di qualche persona si dedichi, non un giorno, ma una settimana e più: autorizzazioni, patrocini, partnership, recupero materiali, premi, ecc., rimettendoci di tasca propria (o come Associazione) qualche Euro. L'impianto di Vicenza non ha materiali propri a disposizione, quasi tutti gli attrezzi di gara ci sono stati prestati dall'Atletica Vicentina e quelli mancanti siamo andati a recuperarli, con un camion, in altro impianto, come le barriere per le siepi, i blocchi di partenza, la bilancia e due tabelloni segna misure. In conclusione, per quanto mi riguarda, a Vicenza, il movimento Master ha chiuso l'attività con la giornata di ieri. Se vuoi, pubblica questa mia sul sito, mi fai anche una cortesia. Arrivederci sui campi di gara e cordiali saluti. Dario Dappo / Vice Presidente Vicario di MasterAtletica

19/09/10

Nella settimana di Avigo, brillano Morigi e la Cerini sui 400 - Fontanesi super negli 800

(la grande tonicità di Maria Vittoria Fontanesi, classe '74: 2'07"15 a Faenza - foto dal sito Fidal Trentino) - Questa settimana si chiude naturalmente nel segno di Stefano Avigo. L'eco del record sugli 800 rimbomba ancora nell'androne del Pulvinare dell'Arena civica di Milano: 1'55"06. Per Stefano è il 3° record posseduto (oltre a quelli di 800 M35 ed M40 indoor), mentre estendendo lo sguardo alla famiglia Avigo, ne troviamo altri due: gli 800 F40 della mia concittadina capriolese Laura, e l'incredibile 3'58"43 nei 1500 M40 di Pierangelo (1961) stabilito quasi 10 anni fa. Ha fatto notizia nel nostro piccolo ambiente la "discesa in campo" sui 400 di Marco Morigi (1960, l'homo novus della velocità master maschile), che al meeting di Faenza ha corso il "giro" in 54"29 (91,23%, cioè il miglior risultato in AGC della velocità master della settimana). Il tempo è nettamente il migliore dell'anno corso da un M50. Il bergamasco Carlo Vismara (1959) ha vinto infatti sia gli italiani indoor che quelli all'aperto sulla distanza, ma con un tempo (55"72) decisamente superiore. Di fatto il mio compagno di team Antonio La Capra è al momento il più vicino all'emiliano cronometricamente nella categoria, ma purtroppo ormai vive in mezzo alle bellezze brasiliane di Fortaleza (54"62 proprio su una pista di laggiù): nell'unica apparizione di sfuggita sul territorio patrio, a Rovellasca, è però riuscito a correre in 54"96. Ora che scenari si prospettano per Morigi? Agli Europei ungheresi il tempo gli avrebbe consentito di giungere attorno al 5° posto. Staremo a vedere gli sviluppi di questo esperimento che secondo il nostro inviato in Emilia-Romagna (Beno) è stato preparato per tutta l'estate. Si è rivisto alla seconda uscita post-infortunio anche Giancarlo D'Oro (1962) ai provinciali di Brescia: 11"94 (90,72%). A Milano, a metà settimana, mi ero dimenticato di dare il risultato di Paolo Citterio (1975) che sui 200hs si era avvicinato molto al record di Stefano Longoni (1975) con 25"72 contro il 25"54 del lecchese (ma con 2,0 metri di vento contrario).
Nel mezzofondo maschile, dopo il duo delle meraviglie Stefano Avigo e Giuseppe Romeo (apparsi entrambi all'Arena), nel ranking settimanale AGC troviamo Marco Biondani (1962) che ai regionali master di Vicenza ha corso i 1500 in 4'17"95 totalizzando un 91,72 da favola. Non troppo distante da Biondani, un altro classe '62 chiudeva la stessa distanza in 4'20"72 con 90,75% (ricordo che i punteggi sopra il 90% sono considerati dali esperti di spessore internazionale): parlo di Manfred Premastaller. Sopra il 90% anche Vincenzo Andreoli (1957) che ai regionali master veneti ha chiuso gli 800 in 2'12"04 (90,31%).
Il ranking nei salti maschili sono stati guidati dal vice campione d'Europa M35 del salto in alto, Luca Tonello: 1,85 e 81,17%. Roberto Bortoloni (1939), 8,69 nel salto triplo e 80,09%: solo due atleti sopra l'80% (tra le gare da me censite e presenti nell'allegato e trovate con le banche dati a disposizione). Segnalo comunque il 12,38 di Paul Zipperle (1964) nel salto triplo.
Nei lanci sempre al maschile, un solo atleta sopra l'80%, nessuno tra il 70% e l'80%, e tutto il resto sotto. Superman (impegnato a Vicenza) risponde al nome di Franco Giuseppe (1941) che nel lancio del peso ha lanciato 11,93 (87,02%).
Velocità femminile: E' sicuramente l'anno di Umbertina Contini (1950) che sta tenendo un trend di risultati sempre elevatissimo (e inferiore ai precedenti record). A Vicenza 30"86 sui 200 e 14"79 sui 100, entrambi ad un paio di decimi dai suoi primati siglati proprio quest'anno (e rispettivamente 91,71 e 91,59 AGC, a dimostrazione che, sebbene criticato e creiticabile, l'AGC fornisce risultati "credibili" e validabili per ogni atleta). Alle sue spalle i risultati di Emma Mazzenga, sempre su 100 e 200: 17"88 e 37"13. Ma il risultato che sicuramente mi ha più impressionato (anche per il valore in senso assoluto) è il 58"84 di Mara Cerini (1971) corso durante i provinciali di Brescia. L'anno prossimo, da F40, si potrebbero prospettare scenari davvero interessanti in chiave record (i record attuali F40 indoor sono posti a 1'00"25 e 2'20"80, mentre all'aperto 58"83 e 2'13"94). A Faenza si è rivista la campionessa mondiale dei 400hs F40 Cristina Amigoni (400 in 1'03"12).
Mezzofondo femminile: La bresciana Maria Lorenzoni continua ad inanellare prestazioni sopra il 90% come se piovesse: in un 5000 a Faenza 18'45"43, cioè 92,66% (miglior AGC master della settimana). Vi segnalo il 7'05"17 sui 2000 siepi di Sonia Lopes Conceicao (brasiliana? italianizzata?) che si avvicinato molto al record italiano sulla distanza (di poco inferiore ai 7 minuti). Sempre al meeting di Faenza, due F35 (ma lo sapranno?) di grandissimo valore sugli 800: Maria Vittoria Fontanesi (1974) ha corso infatti in 2'07"15, che è un tempo stratosferico: se ci fosse una lista all-time (questa mi piacerebbe averla ma non ho gli strumenti per estrapolarla... me tapino) si piazzerebbe al secondo posto dopo il 2'03"64 corso l'anno scorso a Lignano Sabbiadoro da Elisabetta Artuso. Comunque 9^ nella lista italiana assoluta dell'anno. Sempre a Faenza 2'12"55 di Lucia Pollina (1975).
Avevo dimenticato nello scorso report, due grossi risultati di master della categoria "35": Stefano Longoni che a Bellinzona aveva corso i 110hs con gli ostacoli a 1 metro in 14"65 (o 14"68... Stefano aiutami tu che è notta fonda e non ho voglia di andare sul sito della Ftal a cercare il risultato) che sarebbero solo 3 centesimi in più del record italiano di Alessandro Petroncini (14"62). Mentre devo segnalare anche il 5,60 di Flavia Borgonovo saltato all'Arena ai provinciali di ormai due settimane fa (due centimetri dal personale!) nonostante i tanti problemi organizzativi della gara e ri-riscaldamenti di molte atlete (tra le quali la Rovellaschese... si dice così?), costrette a procrastinare i loro turno di oltre un'ora.
Chiudo con Vicenza: pensavate che me ne scordassi, eh? Sonia Marongiu mi ha segnalato l'inopinato annullamento delle gare di sabato per maltempo quando ancora il maltempo non era ancora arrivato. Questa sarebbe davvero l'apoteosi: e pensare che dal Veneto c'è gente che ci dice che bisogna darsi da fare... noi.
  • In allegato i migliori risultati dei master e la lista particolareggiata delle prestazioni di Faenza preparata da Beno (grazie ancora!).

17/09/10

Stefano Avigo mostruoso: record italiano negli 800 M40: 1'55"09

Ed io ero pure là... ma nemmeno me ne ero accorto purtroppo, preso com'ero dalle mie incombenze agonistiche. Arena Civica di Milano, 15 settembre, ore 21 e qualche cosa. Questi sono i primi indizi di quella che è un'impresa che passerà alla storia. Il luogo è la prima serie degli 800 del Meeting Zancan-Bottalico, ben organizzato dall'Atletica Ambrosiana, (dietro il bancone delle iscrizioni c'era Averardo Dragoni, non poteva andare di certo male sta volta!) nei leggendari luoghi dove l'atletica mondiale ha scritto pagine indelebili di storia sportiva (tra i tanti record, così, a memoria, ricordo quello di Marcello Fiasconaro sugli 800, quello di Ed Moses sui 400hs e l'ultimo penso sia quello dell'astista polacco Kozakiewic nei primi anni '80). Se avete questa curiosità basterà comunque andare in cima alle tribune del pulvinare e su una targa in marmo troverete l'elenco completo degli dei immortali di questo sport che hanno lasciato traccia passando per la nostra Arena. Comunque sia ci importa dell'oggi, dell'adesso, dell'ora, e di Stefano Avigo (1970) che in una serie molto veloce degli 800, chiude in settima posizione con un tempo stratosferico: 1'55"06. Nuovo record italiano M40 degli 800, primo uomo over-40 nella storia del masterismo italiano a scendere sotto l'1'56". Pensate un pò che il precedente record era la coabitazione forzata tra Giovanni Ferrari (che corse in 1'56"18 a Bergamo nel 1999 (oltre 11 anni fa) e il fuoriclasse Giorgio Gennari Litta, che nel 2007 corse lo stesso tempo al centesimo di Ferrari a Bresso. Ora il condominio è diventato un appartamento singolo e Stefano si trova a detenere contemporaneamente i record M40 degli 800 tra indoor e outdoor. Davvero grande risultato.
Durante la manifestazione si è tenuta anche una serie (con diversi Master) di 200hs: terminata la serie ho sentito voci che indicavano come Frederic Peroni (1963) avesse stabilito il nuovo record italiano M45 della specialità, abbassando il suo stesso record di 1 centesimo (da 27"58 al 27"57 dell'Arena). Il problema è che nel frattempo Roberto Amerio ha migliorato a giugno quel record portandolo a 27"18 in quel di Borgaretto, record di cui avevo già parlato in illo tempore. Nella stessa gara Alessandro Cipriani (1955) dopo il record della settimana scorsa non va oltre un 29"96, comunque sotto il precedente record, ma lontano dal 29"0 spicci di cui ora si può vantare. Altri risultati dal meeting? Denise Neumann (1971) 27"12 sui 200, con Giuseppina Perlino a 28"38 (anche lei reduce dal record italiano sulla specialità stabilito a Chiasso... ma le condizioni per lo sprint non era probabilmente delle migliori). Ottimo Angelo Mauri (1957) con 25"60. Negli 800 femminili presente Elena Montini (1962, 2'31"74), mentre in quelli maschili Giuseppe Romeo (1963) sfodera un gran 2'03"29. Naturalmente tutti i risultati migliori compariranno nel race-report della settimana, che scrivo solitamente tra lunedì e martedì (se ho tempo, eh...).

15/09/10

S.O.S. Fidal: un sms contro i disservizi della Fidal

Che servizio, questo, eh? Visto che ad ogni piè sospinto, si registrano problematiche che riguardano la Fidal, le sue ramificazioni sul territorio e le sue manifestazioni empiriche (la preparazione dei diversi G.G.G. sono la prima prova senza contraddittorio della sufficienza con cui viene gestito il mondo atletico), abbiamo deciso di dotarci di un numero di cellulare (334-1467091, riceve ed invia solo sms... inutile chiamarmi!!) con cui, chi vorrà, potrà segnalarci i vari disservizi di cui è stato vittima (problemi nelle iscrizioni, comportamenti antisportivi, nonsensi "giuridici", organizzazioni insufficienti... o semplicemente per farci un saluto o segnalarci qualsiasi cosa che può essere considerata una "notizia"): poi i vari disservizi verranno periodicamente segnalati sul nostro sito, con una pagina dedicata, convinti che la pubblicità delle cose negative porta spesso il mondo ad essere un pò migliore. Naturalmente, non verranno pubblicati i numeri di telefono o chi invia le segnalazioni... Se volete fare delle prove, vi rispondo! Ripeto il numero: 334-1467091.

13/09/10

La settimana master: Marcello Benvenuti, Genny Di Napoli e Stefano Parma in pista

Difficile definire quale sia stato il "campo della settimana", quello cioè dove si sono raccolti il maggior numero di risultati in chiave master, vista la contemporanea presenza di numerosi over-35 in tutta Italia. Di sicuro una massiccia invasione di master italiani si è avuta a Bellinzona, al tradizionale meeting internazionale master, valido anche come campionati nazionali elvetici. Di sicuro ai Campionati provinciali milanesi dell'Arena vi era una nutrita rappresentanza di questo mondo, ma un pò in tutte le sedi si sono avute decine di presenze di "spessore". Parto con la notizia che Dario Rappo, M60, segnalato la settimana scorsa a Rodengo Saiano perchè impegnato nel miglio sotto le stelle, aveva stabilito la miglior prestazione italiana di oltre 8 secondi: 5'19"03 contro il 5'27"65 ottenuto da Francesco Cipolla a Susa l'anno scorso. Nella stessa riunione Silvia Casella (1972) ha invece abbassato il suo stesso record del miglio di un paio di secondo portandolo a 4'56"92. 182° e 183° record italiani master dell'anno.
Tra le notizie di primo piano, il 1500 corso da due all-timer nazionali di sempre come Genny Di Napoli (1968) e Stefano Parma (1967) nel ventennale di celebrazione del record proprio di Di Napoli sui 1500 tenutosi a Peschiera Borromeo vicino a Milano. Di Napoli, evidentemente ancora in splendida forma, ha fermato i cronometri in 4'10"1 (89,37%), anche se "solo" quarta prestazione in Italia della settimana tra gli over-35. Il record italiano M40 è comunque lo stratosferico 3'54"29 di Giorgio Gennari Litta stabilito nel 2007 a Ponzano. Meglio di Di Napoli, in termini prcentuali hanno fatto meglio il sempre più in forma Pierangelo Avigo (1961) che a Villafranca di Verona ha chiuso anch'esso i 1500 in 4'16"32: ben 93,16%, che nel mezzofondo sono un punteggio stratosferico. Nella stessa gara e stessa categoria, ma "pagando" l'anno in meno sulla carta di identità, troviamo il 4'15"64 di Marco Biondani (1962) che gli ha portato in dote un 92,55%. Giusto per completare il podio-virtuale-AGC della settimana nel mezzofondo, segnalo l'esplosione di tale Giovanni Latini (1967, quindi M40) che negli 800 a Livorno ha corso in 2'00"79 (90,48%): pane per i denti di Stefano Avigo e Francesco D'Agostino!
Voliamo adesso fino a Bellinzona: piccola invasione del Canton Ticino, come dicevamo. Tre top-master nazionali (tra i tanti) al via: Waltraud Egger (1950) Ingeborg Zorzi (1948) e Graziano Morotti (1951). La Egger ha chiuso i 1500 in 5'40"47, che vuol dire 93,09%, ovvero il miglior risultato di una master in Italia nella scorsa settimana. La Zorzi ha saltato 1,23 nell'alto (86,62%), mentre Morotti ha ottenuto il miglior risultato nazionale in percentuale tra tutti i master italiani in assoluto: ha infatti fermato i cronometri a 22'57"60 sui 5 km di marcia, ovvero un roboante 96,75%. A Bellinzona si sono rivisti anche i velocisti Massimo Clementoni (1959, dopo l'ottimo europeo) e Giancarlo D'Oro (1962, dopo il protratto infortunio). Dario Rappo (1948) era invece presente sugli 800, che ha terminato in 2'25"36. Silvano Giovara (1942) 1,38 nell'alto che gli valgono 85,59%, che è il secondo salto della settimana per punteggio. Poi lunga teoria di lanciatori sugli scudi, che trovate tutti nell'allegato file con i migliori risultati della settimana. Da segnalare l'unico che è riuscito a oltrepassare la barriera dell'80%: il veterano (gli atleti over-70 per noi) Virginio Colombo (1927) con il suo 29,92 nel disco ha totalizzato 85,96%. Nella velocità femminile Susanna Tellini (1967) regola Marinella Signori (1963): 13"50 a 13"55. La Mantovana poi si imporrà anche nel lungo con 4,72.
A Milano naturalmente il risultato di Barbara Lah (1972) nel triplo (12,73, 91,12%) è la miglior prestazione tra le donne. Riflettori anche per Giuseppina Perlino (1965) che mostra un ottimo stato di forma correndo il "giro" in 62"66 (88,31%). Personali per Maria Sgromo (1975, ma non mi sembra abbia mai partecipato come master ad una manifestazione "dedicata" ad essi) su 200 e 400: 26"70 e 58"92. Mara Cerini scende a 59"49 (87,27%).
A prescindere dalle sedi, vi segnalo un'altra gara del primatista italiano di salto in alto, Marcello Benvenuti (1964) 1,90 e 91,09% a Modena in attesa che Marco Segatel torni a suoi livelli che lo hanno reso imbattibile, per uno scontro epocale. A Rieti vittoria (storica?) di Paola Tiselli (1973) contro Patrizia Spuri (1973) sugli 800: 2'16"35 a 2'16"88. Poi nello stesso giorno (o avrò letto male?) la Tiselli parte e vince pure i 1500 in 4'52"75. Sempre a Rieti Paolo Chiapperini batte dopo una lunga rincorsa Max Scarponi (un pò sottotono rispetto ai fasti ungheresi), mentre Carla Forcellini (1959) arriva a 3,00. Nello sfogliare i dati proprio di questa gara quasi mi si blocca la mascella: tale Francesca Marchetti, classe 1959, proprio come la romana, secondo il SIGMA avrebbe battuto proprio la Forcellini nel salto con l'asta, valicando l'asticella a 3,10. Apriti cielo! Sarebbe un evento da leggenda sporitva, vista l'imbattibilità internazionale pluriennale. Mi sono dovuto riservare una telefonata al CT Claudio Rapaccioni, che ha parzialmente chiarito la situazione: dovrebbe infatti trattarsi di una ragazza quasi omonima che erroneamente è stata inserita nel sistema. Attendiamo le rettifiche!
A Formia nel decennale di festeggiamento dell'Easyspeed 2000, 400 da sogno "intercategoriale": Max Poeta (1972), Campione Europeo indoor ad Ancona, Edgardo Barcella (1970) Campione Mondiale a Riccione 2007, ed Enrico Saraceni (campione un pò di tutto da anni): 52"30 per Enrico (92,12%), 52"00 per Barcella (88,81) e 51,27 per Poeta (88,74). Ma, mi si permetta, la sorpresa viene dalla seconda serie, dove tale Stefano Aceto (1968) corre in 51"57. Un terzo incomodo per il 2011 proprio per Barcella e Scarponi.
Ivrea vede al via Daniela Ferrian (ormai a tutti gli effetti un'atleta recuperata all'attività agonistica), ma anche, sui 200, il ritorno di Maria Costanza Moroni su una specialità non propria.
In allegato i migliori risultati dei master nell'ultima settimana e il contributo nel nostro amico Beno.

11/09/10

Houston, abbiamo un problema: i GGG

Lo vado dicendo da molto tempo: abbiamo un problema. Un grosso problema. Il problema si chiama GGG, acronimo di Gruppo Giudici Gare. Non so come funzioni nel resto del Paese, ma il Lombardia il problema è diventato talmente radicato, che c'è la necessità di denunciarlo pubblicamente ogni volta che emerga nella sua cruda tristezza. L'avevo scritto qualche tempo fa (con cognizione di causa): metti addosso una divisa ad una persona, e quella si trasforma. E' inevitabile. E se la persona non ha un pizzico di intelligenza, il "potere" connesso a quella divisa diviene pericoloso. Pensate: ieri alle 15:30 e qualche secondo mi presento alla stanza iscrizioni dell'Arena Civica di Milano per iscrivere la staffetta 4x100 del mio team, gara che si sarebbe disputata verso le 21:10. "Solo" sei ore prima della propria gara, dopo un viaggio di un centinaio di chilometri e con un altro viaggio di altrettanti km dopo: quasi una giornata per una gara provinciale all'Arena... Premetto che mi rendo conto di una cosa: non avendo previsto la procedura on-line, si è deciso per il suicidio organizzativo, costringendosi a chiudere le iscrizioni per avere un'idea della quantità di serie e quindi poter stabilire un orario di massima. E così, siccome nessun comitato riesce MAI a fare tesoro del passato (basterebbe andare in archivio e prender coscienza dei numeri delle passate edizioni per poter effettuare una stima e quindi poter "organizzare" un evento... niente di tutto questo naturalmente accade e mai accadrà) si è costretti a vivere alla giornata, tutti rigorosamente presenti prima del termine della "chiusura iscrizioni". Fatto sto che mi accade che proprio nel momento in cui sto per varcare con 7 o 8 secondi di ritardo dal tale termine "tassativo" la porta che adduce alla camera delle iscrizioni, un personaggio vestito di bianco con un etichetta "GGG" mi si para davanti e mi chiude la porta in faccia sentenziando: "le iscrizioni sono chiuse!". Faccio gentilmente presente (consapevole che se ad un "collega" con la divisa ti rivolgi male, ti viene risposto ancor peggio e si dà il via ad una cascata di eventi negativi dagli esiti poco scontati) che ho percorso 100 km, che la mia gara è l'ultima (tra 6 ore!!), che sono le 15:30 (faccio vedere l'orologio). Macchè, non c'è verso, mi viene sbattuta la porta in faccia. Con me un altro paio di atleti sbigottiti. La rabbia inizia a pervadermi, e mi guardo attorno sgomento. Poi la porta si riapre per far uscire qualcuno e (penso fosse Angelo Mauri) mi spinge ad entrare lo stesso ad iscrivermi. Prendo velocemente un modulo e mi metto in un angolino a compilarlo velocemente, manco fossi stato un ladro, preso da quella foga per la quale ci si dimentica anche i nomi dei compagni di staffetta, il codice della Società (queste cose insomma). Mentre sono indaffarato in questo compito mnemonico, attorno a me assisto a scene della peggior maleducazione umana, tanto che per un attimo mi sento in dovere di diventare cattivo come in pochi hanno avuto il piacere di assistervi. Gli atleti ritardatari tratti come pezzenti, urla del tipo "le iscrizioni chiudevano alle 15:30: dovete imparare a leggere!"; giudici che tra di loro urlavano frasi come "non accettare più iscrizioni da questi!!". Poi ad un tratto uno di questi personaggi bianchi, in preda all'ira cieca, prende una fascetta di moduli di iscrizione e li getta con rabbia all'interno di uno scatolone con quella faccia schifata tipica di chi si ritiene superiore. Ora, non so francamente cosa mi abbia trattenuto... probabilmente il fatto di dover ancor presentare la mia iscrizione, e non dover dire ai compagni di squadra che non si sarebbe corso. Così, ultimo tra gli ultimi, dopo aver assistito a scene da girone dantesto, presento il mio piccolo modulo compilato in fretta e furia consapevole che ci sarebbe voluto un nulla ad incendiarmi. I demiurghi assisi dietro al banco dell'accusa mi guardano con la bocca storta e chiedono di versare l'obulo di 3 euro, non senza qualche rimostranza: abbasso la testa e assumo un atteggiamento sottomesso, unica via di fuga per potersi vedere iscrivere. Ingoio il boccone amaro. Arrivare quasi a 40 anni e vedersi trattati come bambini, purtroppo questo è. Chi è stato al contemporaneo meeting master di Bellinzona, in Canton Ticino, può invece raccontare un'altra storia. Massima disponibilità verso gli atleti, organizzazione "flessibile" (iscrizioni accettate sul campo, nonostante ci si dovesse iscrivere on-line con qualche giorno di anticipo), clima amichevole, ti danno del "tu" e quando ti chiamo sui blocchi ti chiamo per nome e non per cognome. Là hanno capito che le gare sono pensate per gli atleti, evidentemente. Chi glielo spiega al GGG che le gare non sono state pensate perchè gli si dia la possibilità di mettersi una divisa bianca e fare i poliziotti della pista CONTRO gli atleti? In Canton Ticino gli orari delle manifestazioni si conoscono ad inizio stagione, quando esce il calendario. In Lombardia non si sa nulla fino alla chiusura iscrizioni il giorno stesso della gara. In Svizzera la chiusura iscrizioni è un'ora prima della propria gara, perchè si è consapevoli che è STUPIDO far perdere una giornata intera agli atleti per imporgli i propri problemi organizzativi. Prendiamo atto che nel 2010 in Lombardia problemi che sono stati segnalati da anni (gli orari, avevamo scritto una lettera già negli anni '90) non sono stati ancora risolti e non si vogliono risolvere, perchè altre evidentemente sono le priorità (diteci però quali, perchè se la qualità con cui si presenta il prodotto "organizzazione evento" è questo, vuol dire che molti non hanno capito a cosa serva la Fidal). I GGG a mio parere non dovrebbero più entrare nel merito dell'organizzazione dell'evento-gara, perchè l'ignoranza diffusa che serpeggia in diversi elementi del gruppo (a partire dall'educazione, che in sua presenza lenisce spesso molti problemi) e da chi l'atletica spesso non l'ha mai praticata, è spesso foriera di cattive situazioni. Rimangano in pista e sulle pedane, quanto meno per limitare i danni arrecati all'immagine dell'atletica. Infine, mi permetto di lanciare un'idea: si istituisca un'organizzazione interna alla Fidal che gestisca gli eventi, così come avviene nelle gare di ciclismo amatoriale. Pagheremmo tutti un paio di euro in più se andando ad una gara, potessimo trovarci già l'orari pronti, persone gentili e disponibili, qualche stand dove fare acquisti (chi vuole, eh...), gare cui viene dato un peso diverso, un circuito di manifestazioni (anche solo regionale) dove ad ogni prova vengano attribuiti punteggi a tutti gli atleti, un giornalino mensile con qualche notizia... il resto degli sport (la corsa su strada inclusa) ha capito che senza un minimo di "contorno", "decoro", l'evento diviene una catena di montaggio con poca emozione e partecipazione. Noi intanto andiamo avanti con questi GGG: dobbiamo purtroppo resistere. A proposito: la staffetta noi capriolesi non l'abbiamo corsa: abbiamo resistito fino alle 19:05, poi vinti dalla stanchezza, ce ne siamo andati a casa.

07/09/10

Cipriani Record nei 200hs - Rosolen altro record - il ritorno di Eddy Ottoz

(E' proprio lui: Eddy Ottoz incredibilmente snello, su un ostacolo!) - Finalmente a disposizione i risultati di Aosta. Si chiude (quasi) il giro dei maggiori risultati dei master in giro per lo Stivale nell'ultima settimana. Come al solito diversi risultati appaiono solo dopo diversi giorni dallo svolgimento della gara (la gara di Pavia di sabato è emblematica: 5 giorni e ancora nulla da nessuna parte). Diverse le news of the week: si parte dai record, visto che sono stato informato direttamente da uno dei diretti interessati. Ebbene, Alessandro Cipriani (1955) dopo un mese (agosto) passato ad allenarsi intensamente (ipse dixit), ha piazzato il poderoso nuovo record italiano M55 dei 200hs ad Aosta: 29"04, che abbassa il precedente primato che Renzo Capecchi (30"94) aveva corso a maggio. Quasi due secondi in meno: sarà davvero difficile ora abbassarlo nuovamente. Record comunque fatto oggetto di maltrattamenti negli ultimi due anni, con ben 5 miglioramenti a partire dal 32"0 di Claudio Rapaccioni del maggio 2009. Salendo lo stivale, mi è stato fatto giustamente notare che il lancio di Mara Rosolen scagliato a Bologna durante il Fidalestate il 22 luglio e valido come nuovo record italiano W45 nel disco (di cui ho parlato in un precedente articolo), ha avuto vita assai breve. Correva infatti il giorno 8 agosto (esattamente un mese fa), data in cui la veneta si presentava in pedana a Tarvisio e riusciva a superare la quota di 45 metri col disco da 1 kg: 45,18 nuovo record italiano. 181° record italiano di cui ho notizia ad oggi a partire dal primo di gennaio (qui il link al risultato della gara). Una notizia incredibile però, me lo consentiranno Cipriani e Rosolen, è il ritorno su una gara ad ostacoli del leggendario Eddy Ottoz. E ora come la gestiamo questa notizia? Averlo saputo in anticipo, ci saremmo presentati ad Aosta, dove sulla specialità ormai "sposata" dai master dei 200hs si è rivista una pagina vivente del nostro sport tornare a . Il tempo per ora risente dell'inattività, ma la tecnica, quella (stando alle foto) è quella dei dagherrotipi in bianco e nero dove Eddy veniva immortalato in posa ieratica sull'ostacolo, con un gesto atletico degno di un dioscuro.
Per il resto nel fine settimana-master, ho preparato un file con i migliori risultati per specialità tradotti in AGC. 12 riunioni di cui si ha la disponibilità dei risultati. Dell'appuntamento di Reggio Emilio il nostro amico Beno ha preparato un file separato con i risultati di tutti i master presenti tradotti con le tabelle Fidal. Nella velocità maschile capolista Maurizio Checcucci con il uso 10"55 del Meeting internazionale di Padova (94,47%). Comunque solo 7 risultati sopra il 90% (che nell'immaginario equivalgono a risultati di caratura internazionale). Nel mezzofondo maschile 88,30 di Dario Rappo (1948) che a Rodengo Saiano ha corso in 5'19"03 (88,30%). Nei salti spicca il 5,10 di Davide Bressan (1975) che tradotto in AGC si commuta in un 86,30%. Franco Giuseppe (1941) è il capolista settimanale dei lanci con 11,63 nel peso (84,83%). Alle sue spalle tripletta di risultati da parte di Marco Dodoni (1972) che al Meeting Terra Sarda ha raggiunto i 18,55 (81,53%).
Tra le donne non smentisce di essere la velocista dell'anno Umbertina Contini (1950) 14"81 sui 100 (91,47%) e 31"24 sui 200 (90,60%). In assoluto un sub-60" nei 400 da parte di Mara Cerini (1971): 59"68 e 87,00%. Maria Lorenzoni (1957) incontenibile: tra i 3000 corsi a Reggio Emilia, il miglio corso a Rodengo, e i 5000 a Brescia, i primi 3 risultati settimanali nel mezzofondo femminile master italiano sono i suoi: e tutti sopra il 90%. Nei 3000 10'54"18 (93,46%), nel miglio 5'37"69 (92,04%), mentre nei 5000 18'58"14 (91,62%). Noemi Gastaldi (1933) totalizza 80,73% con 0,88 nel salto in alto (Flavia Borgonovo 5,37 a Curno e 75,95%). Nei lanci solita sparata fuori range per Gabre Gabric (1914): 4,68 e 140,96% (proprio centoquaranta!!) di AGC.