29/11/12

Idee sparse (e superficiali) sui tecnici italiani

Questo pezzo lo scrivo da osservatore esterno di una realtà, quella dei tecnici, che non conosco e che ancora mi rifiuto di conoscere. Mi prenderò del "superficiale", ma non importa. Il bello di questo sito è buttare continuamente idee, spunti, giusti o sbagliati che siano, intelligenti o stupidi, trovate geniali o "puttanate". Non importa! La circolazione delle idee è vitale, non solo quando sono rivoluzionarie o utili, ma anche quando sono inutili e strampalate... perchè?? Perchè l'idea non giusta aiuta coloro che ritengono di averla giusta di... consolidarla. O gli danno la possibilità di guardarla da un altro punto di vista: magari alla fine la loro visione del mondo sarà la stessa, ma si saranno fatti un giro mentale in più. Nel nostro mondo tutto ristagna da 30 anni. Non è che non ci sono idee geniali: non c'è proprio circolazione di idee, anche perchè non circolano... persone. Sono sempre le stesse.

Il pungolo che mi spinge a scrivere dei tecnici, in questo fiume in piena che sono le illazioni pre-elettorali e le spartizione di ruoli post-elettorali, sono i più svariati nomi circolati a conduzione delle diverse aree tecniche. Fa parte del gioco e non c'è assolutamente nulla di male, eh... non vediamo sempre diavoli in ogni angolo. La cosa, lo confesso, all'inizio mi ha lasciato indifferente, visto il contesto generale in cui la guerra elettorale si sta svolgendo. Questa al limite potrebbe essere annoverata nella spartizione del bottino... appunto. Proprio facendo questa battuta tra me e me, mi è sovvenuta questa cosa. In Italia (e non so altrove, ma non me ne curo) un tecnico, dall'oggi al domani, potrebbe trovarsi dall'allenare un atleta su un campo di provincia, ad essere catapultato alla direzione di un settore tecnico specifico senza apparenti percorsi professionali ad hoc. 

Torniamo un attimo indietro. Il Signor Giomi lamentava l'ultima volta che l'ho audito, giustamente  ritengo, che tutti i delegati in quota atleti non abbiano avuto alcun percorso "federale", giusto per imburrarsi ed impanarsi un pò di conoscenze politico-amministrative che i ruoli necessiterebbero. Non condivido... Ci sono momenti storici dove le persone devono cambiare radicalmente per cambiare tutto il sistema che si è rivelato essere fallimentare. E' stato proprio quel percorso di step che si chiede che facciano, il vero problema secondo me: un percorso di istruzione a "pensarla come gli altri che già ne fanno parte". E' sociologia organizzativa, non lo dico io. Tralasciamo questo aspetto e teniamo il senso del credo "sistemico" di Giomi, che non si può giudicare, ma solo condividere o rifiutare. 

Parafrasando il suo credo: ma per i tecnici, mi chiedo, non dovrebbe valere la stessa regola? Anzi, forse a maggior ragione per queste persone dovrebbe valere (per la loro salita verso i vertici della piramide decisionale) un percorso di diversi gradini che sfocerebbe, nel caso provino la loro bravura con i risultati, nei ruoli apicali della piramide. In questo modo, in linea puramente teorica, solo i migliori potrebbero ambire a posti di comando e prestigio all'interno della federazione nell'area tecnica.

La realtà che si percepisce stando fuori da quel mondo è una sorta di guerra per bande... uno sparatutto, cordate effimere, battitori liberi, assoluta autonomia sulle scelte strategiche degli atleti (in parte condivisibile, in parte no); poi ogni tanto dal cielo plumbeo si nota uno squarcio e un raggio di sole illumina un tecnico a caso che viene tratto col teletrasporto nel paradiso federale. Ogni tanto rimango basito su determinate scelte, ma questo è quello che ho notato, ripeto, stando fuori da quel mondo. 

Quello che rilevo, quindi (e correggetemi se sbaglio) è la mancanza di... organizzazione. Manca un'organizzazione strutturata del mondo dei tecnici italiani, e quindi, come conseguenza (tra le tante) vanno disperse le esperienze e le conoscenze dei singoli allenatori in un mare in tempesta. In una struttura piramidale, ma organizzata su vari livelli (non certamente due... il fiduciario tecnico e il tecnico) se tutti lavorassero per obiettivi anche personali (ovvero, visto che è umano, l'affermazione della propria bravura), le conoscenze e le esperienze si riuscirebbe a condividerle ed incanalarle in tutta la struttura. Con questo modello odierno, invece, è pura entropia, caos primordiale, ed ognuno rivendica posti che ritiene debbano essere suoi. 

Quindi, una struttura a più livelli, basata su una gerarchia progressiva, che sia svincolata dal potere politico (che al limite potrebbe scegliersi il Direttore Tecnico, figura di collegamento tra il mondo dei politici e il mondo tecnico) ma che non dovrebbe intervenire a togliere e mettere tecnici a destra e manca come frutto di prebende. 

Penso che rendere articolata l'organizzazione, vorrebbe dire renderla funzionale. Pensate: poter dire "sono tecnico di 5° livello" piuttosto che di 2°, vorrebbe dire un giorno avere opportunità professionali anche extra-atletiche che potrebbero professionalizzare ulteriormente il tecnico. Ma ci vuole, appunto, un percorso, dei gradi, degli esami, delle valutazioni anche sul "prodotto" eseguite da terzi (mica certo da commissioni della Fidal, ma esterne, come quelle universitarie) delle continue verifiche della propria professionalità (un tecnico che non allena sul campo da 10 anni, che diritti ha?). Valutazioni dei meriti, che debbano essere calcolate sulla qualità del proprio prodotto (magari con delle limitazioni sulle categorie giovanili, per non incentivare la spremitura dei giovani), eventuali pubblicazioni... un cursus quasi universitario. 

Non scordiamoci poi un aspetto: più si sale la piramide (che deve essere necessariamente integrata a tutti i livelli, dal nazionale al provinciale) più le capacità non saranno solo "tecniche", ma dovranno anche essere organizzative. Salire la gerarchia dei tecnici vorrebbe dire anche saper gestire "persone", "ruoli". Non si può (anche in questo caso) essere nominati capisettore senza queste capacità organizzative! Anzi, forse è più importante saper gestire le organizzazioni che avere conoscenze tecniche! Che poi è stato il problema (sempre guardandolo da fuori) del mondo tecnico italiano. Tecnici spesso con un'esperienza nella scuola dell'obbligo, o nella secondaria superiore, messi a fare gestori di personale. Ma i rapporti umani sono fondamentali per trasmettere le conoscenze e inventarsi i protocolli affinchè questi avvengano.

Concludo, perchè come al solito mi sono dilungato: è come se come Questore di una provincia fosse messo il poliziotto fino al giorno prima in pattuglia. Certo, avremmo una persona tendenzialmente onesta, retta, che fa parte della Polizia, ma che non ha alcuna capacità organizzativa. Così i nomi che si fanno in questo periodo sulle svariate poltrone dei settori tecnici... che strada hanno percorso per avere l'onere/onore di ricoprire quei ruoli? 

28/11/12

Il giorno dopo: si riesce a parlare di democrazia e atletica?

Il nervosismo successivo all'articolo dell'altro giorno sulla possibile formazione di una Giunta dai connotati decisamente militari, mi ha lasciato alcuni pensieri, che cristallizzo qui sotto:

  1. Queenatletica è considerato tanto attendibile da temerne le esternazioni al pari dei quotidiani nazionali, nonostante sia un piccolo blog al momento unipersonale? Non si spiega davvero tanto nervosismo nei confronti di quello che ho scritto vista la limitatezza della mia utenza. 
  2. Come mai molti si sono soffermati sull'aspetto minimo (e confermo: elettorale) del contenuto dell'articolo di ieri, ovvero l'assenza di una rappresentanza master (più del 50% dei tesserati che non avranno alcun rappresentante) piuttosto che quello che era l'unico aspetto politico degno di nota, ovvero la possibile occupazione manu militari di quell'organo di gestione della res athleticae (cioè meno dell'1% di tesserati che potranno godere del 60% di consiglieri)?
  3. Il senso dell'articolo è volutamente provocatorio nei confronti di Giomi: avendo l'altro giorno appreso che anche i giochi delle candidature sarebbero stati già stati decisi in maniera chirurgica (cosa penso ormai a tutti nota) quale miglior occasione che la settimana prima delle elezioni di mostrare a chi aveva voglia di venire nel mio blog quale potrebbe essere lo scenario futuro se non si intervenisse subito? E quale scenario più felice pensare che averlo detto e scritto riesca a cambiare le determinazioni finali? E' politica. 
  4. Tutto quello che scrivo ha un valore politico (in questo ambito sportivo). Le persone, in primis gli atleti, protagonisti della vicenda, i dirigenti, i tecnici, i critici, gli oppositori alle mie idee, li considero esclusivamente nel loro agire politico, e non certo nel loro vissuto personale, che non conosco e non sono tenuto a conoscere e che di conseguenza mi guardo bene dal valutare. La personalizzazione degli attacchi è semplice strumentalizzazione per non affrontare i temi sollevati.
  5. I gruppi sportivi militari in questo momento sono vitali per l'atletica italiana. Non esisterebbe atletica d'elite senza di essi: probabilmente non esisterebbe nemmeno più l'atletica in un certo senso, ma è anche vero che è chiaramente necessaria una rivisitazione del comparto in maniera più professionistica con scelte più oculate (che sembra si stiano facendo a prescindere dal prossimo mandato presidenziale). Ciò non toglie che in questo preciso momento storico di questo sport, una sovrarappresentatività di una componente come quella "militare" sia sbagliata sia nel merito che nell'opportunità: il bello è che non si chiede che non vi siano i rappresentanti delle Forze dell'Ordine in Consiglio, ma che ve ne siano un numero "tollerabile". Già 4 apparivano tanti, benchè politicamente e operativamente abili: 6 sembra un numero che lascia senza fiato... se il totale dei consiglieri rimanesse a 10.
  6. Vi faccio questa ulteriore riflessione sul possibile consiglio federale: due poliziotti. Due finanzieri. Un carabiniere. Una persona filo-Fiamme Azzurre. A me non sembra molto casuale, anche se vorrei sbagliarmi. Attenzione: ancora una volta, alcune di queste persone le conosco e sono ottime, ma vi chiedo di concentrarvi esclusivamente sull'aspetto di opportunità politica di fare queste scelte nel 2012.
  7. Il problema da me sollevato sulle rappresentanze è stato irriso da qualcuno: ebbene, perchè? Non si voleva un cambiamento? Quale miglior segnale di cambiamento che quello di individuare quante più componenti di estrazione diversa in seno ad un organo decisionale? Giusto per dare "il segnale" del cambiamento. 
  8. I master: molti di coloro che parlano di master per strumentalizzare il mio articolo (sui militari) ho capito non comprendano da chi e come è organizzato il movimento. Lo stesso Giomi non mi sembra abbia capito diversi aspetti della categoria, fintanto che sostiene che bisognerebbe vederli in un quadro generale. Io francamente non ho capito quale sia questo quadro generale, ma è un mio limite. Altri sono lontani dall'atletica da mille anni, e di ritorno o di passaggio, pensano che il master sia il vecchietto ottantenne che si allena al parco, sotto la panchina dove poco prima aveva imbeccato i piccioni. Non è più così. Molti si allenano 6 o 7 volte la settimana, gareggiano con i senior, talvolta li battono... e sentirsi dare dei vacanzieri, amatori, possibili giudici, secondari all'atletica, è sintomatico di una scarsissima conoscenza in materia. Questo urta parecchio tutto il mondo master, perchè se una cosa è cambiata negli ultimi anni, è proprio l'essere riusciti a superare quella considerazione pietistica e di commiserazione che invece ancora molti tendono ancora ad attribuirgli. Fate molta attenzione su questo punto a non giocarci troppo, perchè uno che si fa il mazzo con gli allenamenti tutti i giorni anche a 50 anni, sentirsi dire che è un vacanziero... ci deve essere la giusta misura, la giusta considerazione anche in questo caso: non sono e non devono essere sicuramente il fulcro dell'attività, ma nemmeno essere la polvere da mettere sotto lo zerbino e procrastinata a divinis. Chiedono solo di gareggiare ad armi pari (senza limitazioni) ed avere una parvenza di organizzazione che li sostenga: chiedono molto? 
  9. Barcella. Sostengo Edgardo perchè abbiamo deciso insieme questa strada. Davide contro Golia e un traguardo che sembra irraggiungibile vista la già (sembra) operata spartizione. Ma è l'unico modo per far sentire la voce di tutti, che esca dalle attuali logiche politiche. Edgardo porterebbe davvero le istanze della base, e non sarebbe il rappresentante di sè stesso come è avvenuto nel passato con altri consiglieri: per farlo originariamente si era scelto di avvicinarci a Giomi o a cordate a lui vicine, salvo poi scoprire che sarebbe stato meglio stare da soli sin dall'inizio. Abbiamo fatto autocritica: non siamo perfetti e non lo saremo mai: siamo "giovani" ed inesperti, purtroppo. Chi conosce bene Edgardo lo sa bene quali sono i suoi valori. Non gli si chiederebbe di risolvere equazione di terzo grado (sembra che sia un requisito che gli venga richiesto quando si parla di lui a qualcuno) ma di incarnare al meglio il proprio mandato... mandato, vuol dire che qualcuno ha spinto qualcun'altro: in questo caso atleti che mandano un altro atleta a rappresentarli. Le persone discese dal Cielo e imposte ai delegati, a che mandato risponderanno? A quello del capo che li ha scelti o a quello dei suoi elettori atleti che l'hanno mandato? Tra i programmi diffusi, il suo è quello più logico e razionale (insieme a quello di Peroni, invero), visto che di presidente in carica ce ne sarà già uno o non ne servirà un altro in quota atleti. 

26/11/12

La giunta militare di Giomi: verso la sudamericanizzazione della Fidal?

Rispetto alla contesa elettorale per le cariche della Fidal ho sempre preso le distanze, dichiarandomi sempre indipendente. E' cosa nota, presumo, anche se è indubbio che una parte l'abbia lasciata volutamente in-sospeso e dell'altra abbia dovuto rilevarne tutto il rilevabile. L'urgenza era e rimane cambiare le persone che si sono assise su quegli scranni otto anni fa perchè è una legge delle democrazia: chi non soddisfa il "mandato" (ovvero il tacito contratto con gli elettori) deve andarsene. 

Ma oggi, purtroppo, c'è un ma.  

Ora, questo scritto rappresenta soprattutto un'invocazione indirizzata direttamente al Sig. Giomi per fermarsi un attimo a riflettere su quello che potrebbe essere se tutto dovesse andare come si pensa (e si spera, per molti) andrà. I numeri sembrano del resto parlare chiaro. E questo bisogna farlo prima che sia troppo tardi. Gliel'ho detto di persona qualche giorno fa, a Bergamo, pur rivendicando la mia indipendenza da qualunque schieramento, ma devo farlo pubblicamente perchè altrimenti rimarrebbe lettera morta e il mio lamento un "potevi dirlo prima..." che non servirebbe a nulla. Non riporto la risposta che mi è stata data allora (potrei non aver inteso correttamente e in questo momento non voglio riportare con sufficienza le sue parole e perchè da più persone mi è stato ricordato che la riunione non era pubblica) ma tengo valide le mie critiche e le mie parole che ho avanzato davanti a quella piccola platea e che voglio condividere con tutti. Voglio fare la Cassandra sperando di non finir inascoltato come la figlia di Ecuba e del re Priamo. 

Il panorama che mi si è prospettato lo vedo infatti molto fosco purtroppo, e simile a quello dell'attuale Egitto. La Primavera Araba di Piazza Tahrir, quella che ha dato il alla ribellione democratica del Maghreb, di fatto commissariata dal governo islamista di Morsi. Morti e feriti che giacciono invano... per ora. E allora, via, ancora a presidiare Piazza Tahrir, e ancora scontri e feriti per rivendicare una libertà promessa, vissuta per una sola notte e poi cancellata dai fatti compiuti da un altro gruppo di potere che vuole mantenere la gestione delle risorse in nome del popolo, ma di fatto contro di esso. E' questo quello cui andiamo incontro? 

E allora, ecco come potrebbe finire. La cordata Giomi presenta in quota-dirigenti il colonnello Parrinello, Comandante del Gruppo Sportivo delle Fiamme Gialle. Sergio Baldo, dirigente delle FF.OO.. Giacomo Leone, poliziotto ed ex FF.OO.. A questi aggiungo il tecnico in Area Giomi Roberto Frinolli, la cui progenie è finita in gruppi sportivi militari, e addirittura, è voce ormai ossessiva, l'appoggio incondizionato ad Alessandro Talotti (Carabiniere) e Francesco Pignata (FF.GG.). Mi lasci, Signor Giomi, dubitare su chi e come abbia voluto queste persone: non credo (ma la mia è una semplice opinione da appassionato) che le società civili si siano accordate su queste persone e che esse siano "espressione di macroaree" o acclamate vox populi. Sarebbe illogico e paradossale. Comunque, ve lo scrivo in altro modo: nel prossimo consiglio di Giomi potrebbero esserci ben 6 persone su 10 con un'identità filo-militarista (per carità, tutte ottime persone, nessuno lo mette in dubbio: qualcuna l'ho conosciuta di persona e potrei metterci la mano sul fuoco) e solo 4 "civili". Il 60% di un consiglio federale sarebbe di fatto estrazione di meno dell'1% di tutti i tesserati italiani che praticano atletica!! Questa si chiama oligarchia militare a casa mia. Diventa difficile per me credere che tutte le società civili italiane possano davvero condividere, dopo aver sostenuto Giomi, una simile immagine del proprio governo. 

Ma riflettiamo... A me sembra davvero minimo come segnale di rinnovamento dell'atletica italiana  (ciò che si chiedeva, in definitiva) aprendo in cuor mio una desolante panoramica di scarso equilibrio rappresentativo. Pensate, a fronte di un 50-60% di rappresentatività del mondo militare in seno al consiglio (con meno dell'1% di tesserati) il mondo master verrebbe raso a zero, benchè da solo rappresenti oltre il 50% dei tesserati. Non avere una componente master in consiglio (1 su 10 è troppo? ...col 50% dei tesserati?) vorrebbe dire, a parer mio, un grave affronto a chi in questi mesi è stato il maggior oppositore dell'attuale mandato a tutti i livelli, suscitando la pubblica riprovazione, raccogliendo attorno a battaglie di diritti moltissimi appassionati e criticando ad ogni piè sospinto ogni azione del cadente governo federale. 

Signor Giomi, non sottovaluti chi con la propria passione ci ha messo la faccia pubblicamente per cambiare in meglio questo mondo sportivo. Chi di fatto l'ha aiutata consentendole di gestire una  campagna elettorale di secondo piano fino ad un paio di mesi fa; chi ha avuto più efficacia in termini di idee e chi è riuscito ad individuare e a palesare i punti deboli dell'avversario, riuscendo a mettere a nudo tutte le sue incoerenze. Ho scritto quotidianamente su questo sito per denunciare il malessere dell'atletica di oggi giorno: Passioneatletica una decina di volte in quattro mesi (anche se so che ha girato l'Italia in cerca di consensi e non deve essere stato semplice) e naturalmente in maniera strumentale (com'è giusto che sia in una tornata elettorale) alla sua candidatura. Ho raccolto il malessere, il malcontento, mi sono arrivate decine di mail di denuncia e quello che partorirà lo sdegno, la riprovazione di un universo di appassionati e tesserati su tutti i siti, sui social networks, sarà... una giunta militare? Dopo Arese II e la Fidasics, non mi faccia in futuro scrivere di Giomi il Faraone, evocando il triste presagio di una democratizzazione strozzata da scelte "obbligate" come quelle del governo Morsi. Ci costringerebbe a scendere di nuovo in piazza. 

Così non va! Mancano 5 giorni e se vuole davvero dare un segnale, lo dia in questo senso: le competenze delle persone sono sicuramente importanti, ma mai come in questo momento è forse più importante il messaggio politico che lei dovrà dare all'atletica italiana dopo anni di scempi: la gente l'ha seguita per avere un segnale in questo senso, non per ritornare a prima di 8 anni fa. Quella strada, si era già visto, era sbagliata: nel frattempo abbiamo solo scoperto che ce n'era una se è possibile ancor peggiore. 

Ora, ha in mano almeno una carta sulla quota atleti: almeno uno di loro dovrà essere una persona fuori dagli schemi, che incarni un popolo diverso. Non ci trascini in un giunta Sudamericana, per favore. 

25/11/12

Prima apparizione empirica di Morini: sul sito Fidal.it si criticano Gazzetta e Repubblica

Eppure si muove. Pensavo che Morini e il suo cerchio magico puntassero tutto sullo Spirito Santo divinizzante, ovvero la conoscenza innata e tacita infusa ai propri delegati per via subliminale (e in questo modo probabilmente molti non sapranno nemmeno perchè voteranno Morini e i suoi consiglieri: lo voteranno sine capitis in maniera fideistica) e... invece ci tengono davvero. E tanto. La prima e unica manifestazione tangibile della loro esistenza si è materializzata oggi sul sito della Fidal, a commento delle due uscite di ieri della Gazzetta dello Sport e Repubblica che avevano dissacrato la pax elettorale commentando una notizia a dir poco disarmante. La notizia era che nel centennale della festa della IAAF non verrà ricordato alcun atleta italiano degno di nota, come se il nostro movimento non avesse scritto alcuna pagina degna di nota in 100 anni di sport. Sprofondo rosso. Eppure qualche cosina di importante pensavamo di averla fatta nell'ultimo secolo di atleti: mica ci avevano chiesto degli ultimi otto anni! I due articoli parlano di richieste (da parte della IAAF) cui non sono arrivate risposte (dalla Fidal), che cercavano informazioni su atleti (Mennea e Simeoni), che non hanno sortito risposte (dalla Fidal), che a questo punto non porteranno a riconoscimenti (dalla IAAF). 

Ma la cosa meravigliosa arriva nello scritto stizzito della Fidal comparso oggi (qui la versione integrale), che sembra paventare un disegno poco chiaro e di stampo internazionale tra Iaaf, Gazzetta dello Sport e Repubblica (e i relativi gruppi editoriali? Non è dato da sapere) e che si sintetizza nelle ultime sibilline frasi: "Oltre alla “stranezza” della vicenda, emersa in un momento delicato della vita della Federazione di atletica, a una sola settimana dall’Assemblea nazionale ordinaria che eleggerà il nuovo presidente federale ed il nuovo consiglio, e pur non volendo in alcuna maniera ricollegare le due cose, è impossibile non notare l’enormità della scelta giornalistica operata". Non ho memoria di altre uscite "politiche" sul sito della Fidal. Pensavo fosse uno strumento solo burocratico.

Ma scusate, se non volevate ricollegare le due cose, non dovevate nemmeno "notare l'enormità della scelta giornalistica operata", no? A me sembra semplicemente bizzarro che si possa attaccare le stampa su una notizia cui bisognerebbe rispondere con delle prove. L'articolo della Gazzetta è a nome di Gianni Merlo (che son certo abbia verificato le fonti) e ne riporto uno stralcio, giusto per comprendere i fatti:

"...purtroppo non ci sono azzurri nella massa di campioni presenti, anche se il nostro paese ha contribuito alla storia di questo sport in modo non ceto marginale. Gli organizzatori assicurano che hanno cercato Simeoni e Mennea, ma i due campioni sostengono di non essere mai stati interpellati. La verità è imbarazzante. La Iaaf ha spedito uno mail alla Fidal chiedendo di potere avere i dettagli per contattarli, ma non hanno mai ricevuto risposta... incredibile. E' curioso che alla fidal nessuno si sia preoccupato anche per questo avvenimento della nostra partecipazione qualitativa. Nell'esecutivo mondiale c'è anche Anna Riccardi, ma a quanto pare la federazione era ormai in fibrillazione in vista della scadenza elettorale ed è stata colta da amnesia, soprattutto dopo che Arese era stato ricoverato in ospedale e quindi il futuro di molti è diventato incerto. Questa però non può essere considerata una scusa e comprendiamo perchè i nostri campioni più titolati sono entrati nella fase di rigetto".

Una bordata niente male, non c'è che dire. Ci sarebbe solo una cosa da fare a questo punto: leggere la benedetta mail della IAAF per capire se o qualcuno non sa leggere l'inglese, o qualcuno non lo sa usare. Magari in clima elettorale qualcuno la pubblica...

Verso le elezioni: il programma di Frederic Peroni (quota atleti)

Frederic Peroni mi ha spedito il suo programma, che pubblico qui sotto. In rete sono ormai disponibili i programmi di molti "protagonisti", ma mancano naturalmente quelli di altri, che non ritengono di dovere dir nulla. Da parte di Morini e il suo cerchio magico tutto tace e ad oggi sembra davvero incredibile che abbia raccolto poco meno del 40% dei consensi. Ovvero: com'è possibile che vi siano ancora il 40% delle società (o meglio, dei voti delle società) a favore di una persona e della sua cordata che non ritiene neppure di non avere un'idea da proporre agli altri? Bisognerebbe votarli a scatola chiusa probabilmente (per loro) mentre l'unica cosa che si sa di loro è lo scempio che hanno perpetrato a questo sport negli ultimi 8 anni. Ebbene, uno di quei delegati che voterà quella corrente può avere le palle di scrivermi "perchè" voterà per loro e che non sia il solito mantra "loro sono peggio di noi"? Scrivetemi pure a queenatletica@gmail.com (ma dubito fortemente vi sia qualcuno con un'idea politica precisa). Naturalmente le mie critiche saranno rivolte anche alla parte avversa, e le cristallizzerò a breve su questo sito: alcune cose non mi vanno proprio giù. C'è ancora molto da fare per rinnovare il mondo dell'atletica, ma bisogna provarci, fin da subito. 

Il programma embeddato qui sotto è invece quello di Frederic Peroni, Master M45 ma soprattutto "atleta" in-action da sempre. Tempi del tutto rispettabili sui 400hs: a 49 anni Frederic corre ancora sotto il minuto nel giro con hs che non è impresa facile per nessuno. A livello europeo si è così disegnato il suo spazio di notorietà. Quello che importa, però, è che l'atletica lui la fa davvero. E' importante che gli atleti che si propongono in quota atleti... pratichino e non lo facciano solo in virtù di una tessera. Il suo approccio programmatico è quello che bisognava sentirsi dire: che lui lassù sarà il rappresentante di qualcuno, e non il libero pensatore latore di interessi personali. I punti centrati sono essenziali e cogenti: del resto è il ruolo di un consigliere in quota atleti, no? Essere di stimolo ad un consiglio e non presentare ulteriori aspetti di un programma che deve essere necessariamente una prerogativa del presidente eletto. 

24/11/12

Speciali Elezioni: il programma di Talotti (quota atleti)

foto fidal.it
Mi è arrivato il seguente "lancio" per il programma da consigliere Federale (nell'eventualità fosse eletto) di Alessandro Talotti. Talotti è un personaggio noto dell'atletica italiana, un atleta (saltatore in alto) "top" che volenti o nolenti fa parte di un ben precisato mondo: quello delle società militari. Qui sotto il testo di ciò che mi è arrivato. 

Alessandro Talotti scende in campo e si candida al Consiglio Nazionale come quota atleti. Ad annunciarlo lo stesso saltatore friulano che qualche giorno fa attraverso facebook e twitter ha diffuso il proprio pensiero sintetizzato in otto punti, su cui intenderebbe basare la propria azione nel caso di un'elezione:
  • Definizione di criteri chiari che garantiscano la massima rappresentanza degli Atleti alle manifestazioni nazionali e internazionali (Europei, Mondiali, Olimpiadi).
  • Definizione di un programma chiaro di incentivi per gli Atleti di élite basato su borse di studio e su premi a obiettivi concordati per manifestazioni nazionali (Campionati Italiani) e internazionali. La borsa di studio riguarda una prospettiva di risultato per accompagnare l'atleta al grande evento, il premio è un riconoscimento ad un risultato già acquisito.
  • Aumento degli investimenti dedicati alle strutture, alla strumentazione e alla partecipazione ai raduni, ampliando la base di partecipazione degli Atleti e favorendo la creazione di poli di eccellenza sul territorio nazionale.
  • Maggior investimento sui programmi di sviluppo dei giovani talenti favorendo l’incontro con Atleti di élite a livello nazionale.
  • Sviluppo di una politica di marketing orientata ad un pubblico giovane che coinvolga e valorizzi i nostri Atleti di livello internazionale attraverso i media più importanti (TV, radio, giornali).
  • Garantire il monitoraggio costante degli Atleti di interesse nazionale, garantendo supporto tecnico e sanitario anche nei periodi di infortunio.
  • Gettare le basi per la nascita e l'attuazione della ASSO ATLETI PRO (Associazione Atleti Professionisti) come soggetto che tuteli l’interesse della categoria.
  • Per quanto riguarda il mondo dei Master ritengo che vada valorizzato l'impegno e la passione che questo movimento, in forte crescita, ha dimostrato di avere per il nostro sport. È necessario perciò creare delle sinergie costruttive tra le manifestazioni competitive, i gruppi di allenamento e le agenzie locali, con lo scopo di promuovere insieme il movimento e il territorio, con le sua ampia offerta di strutture e impianti sportivi.
Da dove nasce la scelta di candidarti?
Dalla consapevolezza che le cose non stanno andando bene e dal desiderio di migliorarle, perché è facile criticare ma bisogna darsi da fare per cambiare.
Tra le linee del tuo programma, quali sono le priorità?
Le priorità sono i bisogni degli atleti e una proposta concreta per il rilancio di tutti i tesserati, nel mio pensiero ci sono punti che riguardano tutti dai giovani ai master così come gli atleti d'élite che ancora oggi portano a casa risultati importanti e che bisogna sostenere: non si può puntare sui giovani solo per spostare in avanti gli obiettivi, i campioni li abbiamo, a Londra molti di loro non c'erano e questo per colpa di una gestione sbagliata del talento.
Ti senti chiamato in causa in questa "cattiva gestione"?
Io ero comunque infortunato per queste olimpiadi, ho subito recentemente un intervento al ginocchio, come lo era anche Antonietta Di Martino, sono cose che possono succedere, ma non può essere che mezza nazionale fosse a casa, parlo dei vari Gibilisco, Howe, Cusma, Licciardello, Galvan, Giordano Bruno, e potrei continuare, assenti ognuno per motivi apparentemente diversi ma con lo stesso denominatore comune di trascuratezza e superficialità.
Il primo punto del tuo programma parla di criteri più chiari per la partecipazione alle manifestazioni. Non lo erano già?
Che lo fossero o no, in alcuni casi più che opinabili e con diverse ambiguità, in generale non tutte le proposte che ho portato vogliono per forza cambiare o cancellare quanto c'è stato finora, quello che di buono c'è va salvaguardato: io sono qui per rappresentare il malcontento generale degli atleti, che ha diverse origini e che ho cercato di riportatore nel mio pensiero, ma sempre dal punto di vista degli atleti.
Gli investimenti che hai indicato sono fattibili da realizzare anche in questo momento?
Non sono solo fattibili, ma priorità che dovrebbero essere alla base di ogni federazione. Non pretendo di avere la bacchetta magica, so che sarà difficile, ma ci provo con delle proposte concrete. Gli otto punti in cui ho voluto riassumere il mio pensiero sono un'indicazione generale su cui costruire poi un'azione concreta con il contributo di tutti i miei colleghi. Da atleta in attività sarò sui campi con gli altri, oltre che presente per l'ascolto e il dialogo sui principali social network.

21/11/12

Un testo per la corsa su strada: 10, 21, 42 km, come preparare le gare su strada

Due cari amici di Queenatletica, Luc e Gianluca De Luca, hanno appena dato alle stampe un testo rivolto in maniera specifica agli amanti delle corse su strada. Come il titolo denuncia, si tratta di un manuale -di pregevole fattura- per fondisti di vario livello: dal principiante che vuole provare a cimentarsi in una 10 km, magari coprendola in un'ora, all'amatore evoluto che riesce a chiudere la stessa distanza in 33' o la maratona attorno ai 3'45'' al km. All'interno troviamo consigli sull'alimentazione, sull'integrazione, sugli infortuni, oltre ovviamente ad una robusta sezione dedicata all'allenamento generale (stretching e forza in primis) e -pezzo forte del testo- tantissime dettagliate tabelle che descrivono, in maniera estremamente puntuale, ogni seduta d'allenamento, partendo dallo stretching e finendo col defaticamento. I macrocicli abbracciano periodi dalle 6 alle 12 settimane, e guidano per mano l'atleta in tutte le fasi della preparazione. Riguardo agli autori, i lettori di Queenatletica già li conosceranno: Luc -che in questo titolo si firma Luciano Pappa- è insieme a Ferrari uno dei “guru” del nostro sito: un punto di riferimento per ogni domanda relativa al mezzofondo ed al fondo, uno scienziato dell'allenamento che studia in cinque lingue ed allena atleti (perlopiù master) in mezzo mondo. Gianluca De Luca -allenatore federale- è l'autore de “L'allenamento della velocità”, che già recensimmo lo scorso anno definendolo un testo epocale nel panorama editoriale italiano relativo all'atletica. Questo sodalizio ha partorito un testo indispensabile per ogni podista, molto curato nella veste grafica (a colori e su carta patinata) e ricchissimo di contenuti. Il prezzo è di 18 euro per 160 pagine, disponibile in libreria e sul sito www.ateneapoli.it/libri. 

19/11/12

Fidal: ma chi ha inventato questo modo di fare le elezioni?

Quello che stanno insegnando queste elezioni federali è mostrarci un impianto generale delle regole che governano l'atletica a dir poco borbonico. Si vede a miglia di distanza le contaminazioni di più mani non guidate dallo stesso spirito fondatore, le pezze, i riccioli, i rattoppi, i buchi della normativa generale, che manipolando principalmente il metodo con cui si vota, hanno inteso favorire qualcuno a scapito di altri. Orbene, è noto l'aforisma che la Storia la fanno i vincitori: per quanto riguarda l'atletica i vincitori generalmente si insediano e mettendo mano allo Statuto cercando di gettare le fondamenta per rimanerci vita natural durante. E' dell'uomo.   

Non sottovalutate questa cosa, anche se può sembrare noiosa e pedante. Il perchè è semplice: chi governa determina le scelte, anche minime, di tutti noi. 

Si parte da un mostro giuridico, ovvero la ricandidabilità sine die dei presidenti federali, anche locali, di fatto intramontabili personaggi dalle idee marmorizzate. Se ho imparato una cosa della politica, è che il tasso di inerzia è direttamente proporzionale al tempo che si rimane su una poltrona. Più si invecchia su una poltrona pubblica, più si tende a pensare che quello è il proprio lavoro e non una carica elettiva, per la quale bisogna rispondere a degli elettori. Sembra che tutto sia dovuto. Quella sedia è dovuta e non ci scassassero i maroni chi vuole che dopo 2 mandati me ne debba andare a casa. In realtà è qui uno dei punti cardini di una democrazia evoluta: il tassativo ricambio delle persone, nessuna delle quali si deve ritenere indispensabile. Prendiamo l'Italia attuale: la nostra classe politica rappresenta in blocco quella di 20 anni fa, non è cambiato assolutamente nessuno e di conseguenza siamo ripiombati negli stessi errori di allora, ma con i politici meno sprovveduti di allora. Ogni tanto qualcuno viene arrestato, e quelli che subentrano sono pure peggio. Perchè? Non perchè noi italiani siamo una massa di manigoldi patentati, ma perchè, posto che l'uomo è debole di natura, ogni organizzazione che non cambia radicalmente le persone, fa in modo che i "novizi" si debbano educare nel brodo di quelli che sono rimasti, e che sono la maggioranza schiacciante dell'organizzazione rimanente. Socializzazione alla devianza, per dirla in termini più sociologici. La tela della ragnatela rimane sempre la stessa e viene continuamente rafforzata e mantenuta, cercando di imprimere anche ai nuovi (inconsapevolmente) la medesima cultura. 

Venendo all'atletica, queste elezioni hanno dimostrato che arriva nella storia di ogni organizzazione un punto di rottura, dove chi era al potere è davvero andato troppo oltre il tollerabile (benchè noi italiani si sia in grado di tollerare tutte le nefandezze che la vita ci para innanzi). Nonostante questo appare surreale che sia rimasta attiva ancora una diffusa cultura autodistruttiva reazionaria e risorgimentale che cerca di non mollare sino all'ultimo. 

Badate bene! Non è Arese che è andato oltre, o non solo lui. E' stata un'escalation che non so nemmeno da che anno e da dove sia partita, ma che di sicuro speriamo che da qui a quattro anni, arrivi a deflagrare completamente. Il messaggio nascosto? Cambiare le regole, cambiare lo Statuto e far in modo che TUTTE le società partecipino alle elezioni su basi più eque e non con lo schifo di oggi, in cui una società con 30 atleti che arriva nei primi posti dei c.d.s. su pista, pesi elettoralmente 40 volte di più di quella con 300 ragazzini chiassosi. Questo è un suicidio, e lo stiamo vedendo tutti. In una fase di rilancio, al centro dell'attenzione di un'organizzazione, dovrebbero starci i soggetti che portano risorse, non i più belli. Meglio le formichine, che le cicale. Invece si è voluto in tutti questi anni mostrare le cicale, tirando una rasoiata all'atletica di base... con questi risultati. 

Quindi, il punto focale della crisi, è lì, nello Statuto, in cui si parte dall'articolo uno, dove si postula un mondo paradisiaco di equità e pari opportunità tra tutti i soggetti della federazione, e si finisce dall'articolo due in poi, in cui se ne smentiscono quasi spudoratamente tutti i contenuti, stuprato in ogni punto dai più biechi obiettivi di cui ormai ne sfugge pure la comprensione. Cosa mi piacerebbe? Che tutte le cariche federali avessero una scadenza fissa (due mandati?) senza vie di fuga, come quella arcinota e arcaica del 55% al terzo mandato per rimanere da qui all'eternità. 

Che le elezioni fossero davvero "democratiche" ovvero che portassero il contributo di tutte le società, e non questa caccia dei pesci grossi per determinare i quorum. Pur riconoscendo che non si possono mettere diverse società sullo stesso piano (qualcuno creerebbe società fasulle solo per vincere le elezioni) è necessario che la forbice si ridimensioni, basandosi poi più sul numero di tesserati (magari nelle categorie giovanili...) piuttosto che sulla classifica dei c.d.s.. Così di colpo, si vedrebbero decine di società che per vincere le elezioni sarebbero costrette a... costringere i ragazzini a praticare l'atletica. Un sistema perversamente utile alla causa attuale. 

Le elezioni dovrebbero essere ad unico turno in un election day generale. I candidati presidenti alla massima carica dell'atletica dovrebbero essere eletti direttamente dalle società, non demandare qualcuno che non si conosce e spesso non si sa nemmeno come la pensi, a votare in vece loro. La svolta consisterebbe in una sorta di Presidenzialismo in cui il candidato-presidente viaggia per l'Italia  con già la sua squadra definita, senza dover temere di tirarsi in casa oppositori per cordate dell'ultimo momento all'Assemblea Nazionale. Un mandato per funzionare deve essere coeso... scherziamo? In questo momento, è bene che si sappia, in linea teorica il Presidente potrebbe governare con un Consiglio di oppositori. ovvero lo stallo generale. Il blocco completo. Basta delegati che eleggono altri delegati!

L'election day nazionale (e regionale, e provinciale... si risparmiano risorse) dovrebbe essere su base provinciale, proprio per portare più società a votare e a partecipare alla vita collettiva... ergo, a dare il proprio contributo. Le società da 10 voti (il minimo previsto), ovvero la stragrande maggioranza delle società italiane, nonostante compongano una galassia costituente non meno del 50% dei tesserati, valgono lo 0% alle elezioni... semplicemente non si presentano, se ci sono società da 800 punti che valgono come 80 società come la loro... che democrazia è? 

E i tecnici e gli atleti? Bè, è giusto che dicano la loro, ma non possono rimanere embeddati nel Consiglio Nazionale, con le derive cui abbiamo assistito in questi anni, ovvero di un completo appiattimento sulle decisioni delle diverse persone che sono state elette in quei ruoli, poca volontà di contrapposizione di cui a molti non faccio nemmeno una colpa. Atleti e Tecnici devono avere una loro Gilda, un sindacato, un gruppo, un... chiamatelo come volete, che sia un interlocutore esterno del Consiglio Nazionale, non interno. Solo esternamente si riesce a fare opposizione ed essere propositivi: internamente si è solo uno dei tanti, e... naufragar gli è dolce in quel mar. 

Ecco, l'attuale organizzazione delle Fidal, da quello che si è appreso a sprazzi, dalle uscite di qualcuno, dagli effetti chi si son visti, dai giornali, dai blog, dai siti, è di fatto una disorganizzazione. E dove c'è disorganizzazione c'è sperpero di risorse, duplicazione dei ruoli, delle attività, e alla fine abbandono e fallimento. Serve resettare tutto e trovare il Demiurgo che ricostruisca la piramide dalle fondamenta. E quel Demiurgo potrà essere solo lo Statuto, la Legge, rivista in modo più equo verso tutte le società e in modo da limitare nel tempo il cadreghismo di molte persone. Questo l'unico punto di un programma vincente. 

18/11/12

Onore ai vincitori...e ai vinti

Non ero mai stato ad un'Assemblea elettiva regionale della Fidal, che al solo scriverlo mi viene a noia. E viene noia a molti. Però bisogna dire la verità, che in Lombardia è sicuramente cambiato qualche cosa. Pensate solo agli atleti votanti, passati da una decina di quattro anni fa, ad un centinaio di quest'anno. La democrazia è questa, anche se ancora molto limitata (su 22.000 atleti...) e forse ancora troppo artificiosa e spintanea. Ma quanto meno ci si è tuffati dentro questo mondo, le idee, comunque vada, saranno rinnovate. Questo volevo, e questo, sicuramente sarà: e non importa se saranno voli pindarici, importante è il cambiamento del modo di pensare connesso ai ruoli. Non lo finirò mai di ribadire che tutti questi anni ho attaccato i ruoli e non le persone che ci sono dietro: se qualcuno si sente colpito, io come sempre detto, metto il mio sito a disposizione di tutti, anche a chi la pensa in maniera diametralmente opposta alla mia, perchè ci si scontri sulle idee, sui ruoli. Nel vuoto pneumatico di idee si arriva a quello che si è visto negli ultimi otto anni, ovvero decisioni senza senso, prese senza confrontarsi con alcuno. Se non ci si confronta, come si cresce?

E veniamo alla Lombardia. Ha vinto Grazia Vanni, onore alla vincitrice. Io non l'avrei votata, come ho scritto, per tutte le ragioni che avevo elencato, ovvero la necessità di un rinnovamento generale. Ma ha vinto ed è giusto tributarle l'onore della vittoria. Ha vinto sul campo, onestamente, ed ora inizia una nuova avventura per lei. Chiaramente sarò sempre dietro questo monitor a spronarla a fare il meglio, a ricordarle come le gare in Lombardia vengono organizzate, e come soprattutto ci sia necessità di un impianto completo indoor, magari affittando per un paio di mesi un capannone visto che i conti della Fidal Lombardia lo permetterebbero. Dovrà ricordarsi della massa di atleti, non solo dei giovani! Come dico da sempre: è inutile fare grande proselitismo, se poi a 22 anni smette la stessa quantità di atleti che è entrata... il rubinetto riversa la stressa quantità d'acqua che sgorga dal bisogna creare opportunità per tutti gli atleti che escono dalla scuola dell'obbligo e che non hanno la fortuna di finire in una società militare. Gli atleti medi, quelli che non andranno mai ai campionati italiani, quelli che ambiscono alla 4x100 dei societari: bisogna tenerci quelli oltrechè portarne dentro altri. Spero anche che ci sia più trasparenza generale, che al Gruppo Giudici Gare venga dato un giro di vite "culturale", ovvero che gli venga ricordato che il loro compito dovrebbe essere a supporto degli atleti, e non contro di loro. E che i master vengano semplicemente trattati come i senior, e che la discriminante per limitare la partecipazione alle gare sia il cronometro e il metro, e non l'età o la categoria. Una svolta in senso... sportivo, e non politico-discriminatorio. E chiaramente onore anche al vinto, che a conti fatti, ha perso per il voto di una sola società... ci era arrivato davvero vicino. 

Tra i delegati si è confermato il trend generale: Giomi dovrebbe aver incassato 12 delegati, contro gli 11 di Morini, che va verso una quasi certa sconfitta. La Lombardia poteva essere l'ultima spiaggia, perchè da sempre è schierata in un certo senso, ma evidentemente il vento è cambiato anche qui su. 

L'ultima votazione è toccata agli atleti, di cui ho parlato già inizialmente. Orbene, finalmente anche il sottoscritto potrà partecipare alla prossima elezione nazionale di un Consigliere Nazionale. Poter votare su qualcuno che incarni il cambiamento: basta che sia diverso. E poi, dal 2 dicembre si torni a parlare di atletica vera, perchè 'ste elezioni mi hanno davvero spaccato a metà, mettendo seriamente a repentaglio le mie convinzioni su persone, società, fatti, parole, amici e pure su me stesso. Soprattutto su me stesso. Amen.

16/11/12

Fidal Lombardia alla vigilia del voto: il cambiamento sospeso

Ci siamo quindi, domani si vota in Lombardia. Il consigliere Angelotti ha tentato con molta sagacia l'ultimo colpo ad effetto presentando in pompa magna la propria nuova società, la Brocca Atletica, a due giorni dalle elezioni che potrebbero determinare il suo futuro, che gli auguro comunque fulgido. Molto solertemente il sito della Fidal Lombardia e quello Nazionale hanno riportato la notizia immediatissimamente, manco l'Italia atletica avesse vinto una medaglia alle Olimpiadi, cosa assai rara negli ultimi otto anni ma non certo grazie al suo prezioso contributo in Consiglio Nazionale. Auguro davvero di cuore che dal 2 di dicembre Angelotti riesca a concentrarsi nel suo progetto con la Brocca Atletica tutto il giorno, tutti i giorni. Con questo sotterro l'ascia di guerra, perchè in fondo in fondo è un buon uomo appassionato, come tutti noi, di questo meraviglioso sport. Almeno questo ci accomuna. Amen. Quindi gli faccio i miei più sentiti auguri e rilancio la sua pubblicità a rete unificate sui siti federali a due giorni dalle elezioni. Qui la pagina sul sito della Fidal Nazionale: voglio contribuire a questa gioiosa iniziativa pre-elettorale per un progetto strutturato che mi pare molto bello. 

E veniamo a noi: quello che ne uscirà domani sarà sicuramente un mandato di "sospensione", visto che i candidati-presidenti non rappresenteranno certo il "nuovo" che avanza. Anzi: addirittura quello che io ritengo il maggiore difetto, ovvero il cadreghismo più puro, in entrambi i programmi è disegnato come motivo di vanto. "Io sto qui dentro da 20 anni, ergo..." sembrano dirci,  come se il vento del cambiamento non avesse acceso nei candidati Presidenti qualche spia nel cruscotto per suggerirgli di  mettersi da parte: almeno per qualche anno, no? Lo ripeto come un mantra: il vero problema dell'atletica italiana sono i dirigenti. Non sono nè i tecnici, nè gli atleti, nè le profezie dei Maya. E' la gente che ha colonizzato le sedie nei consigli federali a qualunque livello il vero problema dell'atletica italiana e nello specifico lombarda. E con questo, naturalmente, non attacco le persone che ci stanno dietro, che ripeto, sono ottime e oneste, ma i loro ruoli istituzionali che non si possono più tollerare. 

Guardo l'atletica lombarda da atleta e non vedo nulla di tutto questo gran lavoro che sostengono di aver fatto: apparterrà probabilmente tutto al back office, immagino. So solo che presentandomi alle gare lombarde degli ultimi 4 anni, ovvero ciò che dovrebbe essere il prodotto in teoria di punta di una federazione regionale, e quello che si è visto è stato davvero deprimente: andate a leggervi a tal proposito il mio precedente articolo e le incredibile arretratezze di una federazione regionale che non si è mai ricordata della stragrande maggioranza degli atleti e delle condizioni in cui avrebbero dovuto gareggiare. Ha puntato solo su iniziative sterili, sul fatto che tanto in Lombardia con 10 milioni di abitanti molti atleti (di sicuro più delle altre regioni) sarebbero sempre emersi per la legge dei grandi numeri e mai su aspetti strutturali come la qualità delle gare, la loro razionalizzazione (meglio la metà delle gare, ma super-partecipate) piuttosto che la diaspora di iniziative da 4 gatti che si sono viste in questi anni. Poi l'assoluta assenza di iniziative relative all'impianto indoor, come se l'impiego di risorse per la collettività non fosse uno dei principi da perseguire da una federazione, ma un di più... Ecco: la massa di atleti per la Fidal Lombardia è proprio questo: un di più, qualche cosa di fastidioso, un'attività... collaterale alle proprie funzioni. La Fidal Lombardia degli ultimi anni (mi sa non meno di 12) è stata "burocrazia" e basta, vista da parte di un atleta che calca quelle stesse piste da quanto loro fanno i dirigenti. Non c'è entusiasmo, c'è scarsa empatia, pochi progetti davvero innovativi, slogan fini a sè stessi... Desolante. 

Sapete cosa penso? Che se uno andasse ad una gara come quella di Busto Arsizio dell'anno scorso, durante i c.d.s., dovrebbe domandarsi: ma a che è servita la Fidal? Cosa fa la Fidal? Perchè i Giudici sono organizzatori e gli organizzatori non ci sono? E' il trattamento riservato dalla Fidal Lombardia ai master? L'incredibile e disprezzante decisione di chi si arroga il titolo di censore della Legge e in piena autonomia decide contro le Norme stesse di vietare ai master di partecipare a gare per altro valevoli come recupero ai c.d.s.? Forse quel signore, se l'Altissimo vuole, non si è candidato in questo mandato.

Guardate qui sotto chi si è presentato quest'anno, con l'irraggiungibile record di Corrado Tani, il cui primo mandato da consigliere nazionale risale addirittura al 1971, ben 41 anni fa, quando ancora non ero nato: certo, detto da un master fa un certo effetto... Qui sotto i "matusa" che stanno cercando l'ennesima elezione. Badate bene: quello che mi disturba non è la loro età, o la loro onestà intellettuale (che ripeto, è sicuramente cristallina) ma la loro "vecchiaia" di cadrega... la ritengo insopportabile ed è la cosa che più contribuisce al ristagno delle idee. Ma non solo nell'atletica: in tutte le organizzazioni di uomini! Preferirei un 94enne che non si è mai seduto su quelle poltrone, piuttosto che un 50enne che è da 30 anni che maneggia la cosa pubblica in fidal Lombardia. La nostra atletica! Nelle "cose pubbliche" nessuno deve essere considerato indispensabile e nessuno deve considerarsi indispensabile: le società progrediscono perchè cambiano gli uomini e le donne, non perchè rimangono sine die. 
  • Pierluigi Migliorini: già consigliere regionale dal 1981 al 1988 e dal 2001 al 2004. Presidente dalla Fidal Varese nel biennio 1979-1980. Consigliere Nazionale dal 2005. Ma cosa spinge Migliorini, sicuramente persona ottima e onesta, a presentarsi ANCORA, dopo 33 anni di Fidal? Quello che contesto è il suo ruolo politico: dopo quello che si è visto con i master in questi anni, quando era il responsabile della categoria in seno al Consiglio Nazionale, com'è possibile cerchi ancora poltrone? Il peggior periodo dei master quanto a rispetto della dignità! Cosa stava facendo là dentro quando passavano le peggiori norme ghettizzanti contro chi rappresenta la stragrande maggioranza dei tesserati?! E' avvenuto tutto a sua insaputa? Con che coraggio (politico... solo quello) ci si può presentare ancora per una carica federale? E mi spiegate una cosa: chi lo vota, per cosa lo fa se il risultato è quello davanti agli occhi di tutti? Non vi sembra davvero troppo?
  • Gino Brizzi: consigliere regionale 1997-2000 e dal 2005 ad oggi. 3 mandati da consigliere all'attivo. 
  • Pinciroli Romano: consigliere regionale dal 1989 al 2000 e poi dal 2005 ad oggi: almeno 5 mandati da consigliere regionale. Ma anche Presidente della Fidal Varese dal 1992 al 2004. 
  • Sala Giampiero: consigliere regionale dal 2001 al oggi, ovvero negli ultimi 3 mandati consecutivi. 
  • Tani Corrado: il decano dei consiglieri, addirittura dal 1971, 41 anni fa! 30 anni da consigliere regionale! Incredibile!
  • Zanetti Lorenzetti Alberto: consigliere ininterrottamente dal 1987 al 1996. Poi dal 2005 ad oggi. 
E veniamo invece ai candidati presidenti. Io non dico chi votare, ma vi indico sicuramente chi non votare. Io non voterei Grazia Vanni, ma che probabilmente vincerà. Mi spiegate cosa può dare ancora Grazia Vanni all'atletica lombarda, dopo una guida ininterrotta del settore tecnico dal 1992? Dalle Olimpiadi di Barcellona? Dall'unico settore che avrebbe avuto un minimo di spazio di movimento per lanciare delle iniziative rivolte a tutti? Sotto di lei sono passate almeno 5 generazioni di atleti... Poi quello schierarsi apertamente e senza veli con Arese e per Arese, quando ancora Arese non aveva avuto i suoi problemi fisici. L'affinità con Angelotti (proprio ieri, nei citati articoli, ha voluto essere presente alla creazione della nuova società ex Camelot). Rotta, presidente della Pro Sesto, team d'estrazione della Vanni, chissà per quale motivo normativo, è stato inserito vita-natural-durante nei consigli regionali, anche senza essere in possesso di alcuna carica elettiva... ma solo in virtù della presidenza dell'Assital, ente semi-sconosciuto che in teoria dovrebbe fungere da Sindacato dei Tecnici Italiani (non lombardi). Andate a guardarvi l'organigramma presente sul sito: è pure lì, cristallizzato. Perchè? Se domani metto insieme 100 atleti, uno Statuto da un notaio, allora posso partecipare anche io alle riunioni del Consiglio Regionale senza passare dalle elezioni? Perchè Rotta si mette ad urlare durante le riunioni delle società "due anni!! dategli ancora due anni ad Arese!!!". Un simile messaggio va contro la logica di questo sport... il successo è per chi fa fatica e arriva davanti, non per chi arriva ultimo. Perchè lo fa? Forse sarebbe il caso che Rotta e la Vanni si mettessero da parte e facessero crescere una nuova generazione di dirigenti, visto che in Pro Sesto ci sono numerosi ragazzi decisamente in gamba: le loro idee sono sicuramente migliori per il solo fatto di essere "diverse". Questo è fare il dirigente: consentire ad altri di avvicendarti quando sono anni che si è seduti su una poltrona. Spero vivamente che sia ristabilito l'ordine normativo dentro il prossimo Consiglio e che vi partecipi solo chi è stato eletto. 

Sull'altro candidato... non lo conosco, lo ammetto, e non mi esprimo. Sembra sia "indipendente" ovvero non dovrebbe essere schierato nè con Giomi, nè con Arese. Buona scelta se così fosse. Di certo dalla sua, ha l'eterna presenza sugli scranni federali. 

P.S.: ci sarò anche io domani: mi son candidato come delegato per l'Assemblea Nazionale. Se passerò, bene. Se non passerò, è la democrazia baby. Amen. A domani. 

14/11/12

Viaggio verso le elezioni Fidal: qualche considerazione e la corsa per la Fidal Campania

Il cardinale Richelieu
Mai come quest'anno si è assistito alla pubblicazione dei programmi elettorali dei candidati alle diverse cariche presso i diversi organi territoriali della Fidal. Addirittura dopo la mia prima abiura contro la condizione di inconoscibilità dei candidati consiglieri da parte dei potenziali elettori, sono comparsi diversi programmi proprio di quest'ultimi sul sito della Fidal Lombardia, cosa mai accaduta prima nella storia delle elezioni Fidal a nessun livello. Bellissimo. Comunque vada, un successo della democrazia, contro l'oscurantismo degli anni precedenti che era in parte figlio della complessità del metodo elettorale, in parte figlio doloso di un certo modo di fare le elezioni nel nostro mondo sportivo. Un programma mette le persone nell'obbligo di dover rispondere delle proprie promesse di fronte ai propri votanti. E quanto più pindarici saranno i voli nelle promesse elettorali, quanto più pesante sarà il tonfo finale di fronte all'elettorato. Di contro, chi riuscirà a mantenere la parola, avrà dalla sua il consenso, quanto meno morale. Chiaramente c'è chi ritiene di non doverne presentare di programmi: basta il nome, sembra volerci dire. E così, di programma in programma, pensate un pò, manca ancora quello del Candidato Presidente Galattico Darth Morini, del quale siamo ancora in frenetica attesa. Mi domando: com'è possibile che nel frattempo vengano eletti delegati in suo nome senza sapere nemmeno cosa voglia fare un domani? E' un attentano alla democrazia e alla logica. Il programma doveva essere presentato prima della prima elezione sul territorio, non alla fine. Mah...

Quindi il trionfo di una sorta di voto di scambio: io ti voto per... il programma? Ma se non c'è! Per suicidarmi come negli ultimi otto anni? Perchè sei bello tu e brutti loro? Ma mi metto anche nei suoi panni, che è stato il Richelieu di Arese per otto anni, ovvero il Cardinale plenipotenziario della politica della Fidal, mentre il Re Luigi XIII, Arciduca di Centallo (CN), governicchiava ignaro (ormai sono quasi certo) di quanto gli stesse avvenendo a corte per mano dei suoi stessi più stretti consiglieri. Richelieu non ha un programma e non può averlo, lo sa benissimo pure lui: chi gli crederebbe dopo otto anni del genere? La cosa surreale è la presenza di persone che sostengono questo candidato, ovvero un certo modo naif e simpatico di suicidare l'atletica. Ma qualcuno di loro, può dirmi una sola ragione-una per cui uno dovrebbe rivotarli? Una, non ne chiedo tante.... magari anche solo l'avverarsi della profezia dei Maya a sole due settimane dalle elezioni di Milano, perchè no? Per questo, secondo me, molto meno prosaicamente, il vero senso del programma Moriniano è andato in scena in Lombardia, il 13 ottobre, al grido: "loro sono peggio di noi". Io non conosco loro, ma di sicuro tutti conoscono voi. Per me una pagina da girare velocemente. Tornerò sull'argomento e sulla necessità, fondamentale, di cambiare le regole delle elezioni: non è possibile un sistema così artefatto e bypassabile e corruttibile. Ogni società sportiva dovrebbe votare direttamente il Presidente Federale e non eleggere delegati per farlo in vece loro. Il Presidente Federale rischia allo stato attuale delle cose ed in via teorica, di governare con una giunta di oppositori. Perchè invece non limitarsi a votare un Presidente che presenta una sua squadra e che viene eletta in blocco con la sua elezione? Per come sono formulate oggi le norme, sarebbe come se nel Governo Berlusconi fosse imposto come ministro della Giustizia, Antonio Di Pietro. Non c'è una effettiva libertà di movimento politico-organizzativo in un organismo del genere, anche se di fatto, nell'ultimo consiglio federale, se gli oppositori fossero davvero esistiti, probabilmente avranno subito tutto a loro insaputa.

E poi... perchè non dare più peso elettorale (comprendo come non si possa concedere un voto pro-capite ad ogni società, visto il numero di società "fuffa" dislocate sul territorio) a chi ha più tesserati e chi porta più giovani a fare atletica, e non a chi compra tutti i propri atleti al mercato del bestiame o si fa pagare dallo Stato (da noi) gli atleti "prestati" dai gruppi sportivi militari (prestati da noi cittadini, che gli paghiamo lo stipendio) per partecipare ai campionati di società (la manifestazione che consegna più "voti" alle elezioni)?

Cioè, come sempre detto: noi paghiamo con le nostre tasse atleti che gareggeranno per soggetti privati. Non è tollerabile! Come se personalmente mi prendessi un bel giorno un carabinieri a gratis, distraendolo dal suo servizio di pattuglia sul Radiomobile a disposizione della la collettività, per tenermelo davanti a casa mia, nel giardino a fianco dei miei nanetti di marmo e farmi da body guard. Vi va bene? Un atleta militare, care mie belle società civili, deve essere patrimonio della collettività, dello Stato, di tutti, quindi, in ultima ratio, di utilizzo esclusivo (della sua professionalità, ovvero delle sue capacità fisiche) della società militare di cui fa parte come tesserato e soprattutto come appartenente alle Forze dell'Ordine. Punto. Bisogna trovare un altro escamotage per rintuzzare la perdita di investimento delle società civili (che è indubbio e cui bisogna sicuramente dare una risposta) ma la soluzione non deve essere di certo a carico di tutti i cittadini italiani, no?

Questa è la prima rivoluzione dell'atletica italiana, cioè quella di dare molto più peso (e risorse) a chi l'atletica la fa in periferia, che perde la propria esistenza su piste in cemento, al buio, con la neve, strappando i ragazzini al calcio, alla pallavolo, alla x-box e alla wii, sacrificando le proprie giornate gratis e non a chi fa una serie di telefonate per raccogliere gli atleti in giro per l'Italia per organizzare il viaggio alle tre fasi dei c.d.s.. Dai!

Pubblico adesso i programmi dei candidati presidenti per la Campania, ovvero di Sandro Del Naia e del presidente uscente Nicola Candeloro. Tantissime proposte, articolatissime, talvolta incredibili, alcune di fatto irrealizzabili, alcune carine, altre rivoluzionarie, diverse surreali... ma tant'è: anche questa è politica. Il bello di internet è che tutte queste "intenzioni" rimarranno nell'etere in eterno (a dispetto di quelle del passato, di cui non c'è memoria) e potranno essere utilizzate... contro di loro. O a loro favore, perchè no? Bisogna essere ottimisti ogni tanto. Qui sotto il programma di Del Naia, poi, subito sotto, quello di Candeloro.


12/11/12

Atleti Lombardi! E' ora di votare per poter cambiare! Sabato a San Donato alle 15:30

Questo è un appello a tutti gli atleti maggiorenni lombardi, regolarmente tesserati per questa stagione. Di parole se ne sono dette tante, propositi altrettanti, rabbia ne abbiamo da vendere, ma ora se vogliamo davvero cambiare le cose, è ora di fare una semplice cosa. Venire a Votare a San Donato al Corwn Plaza questo sabato pomeriggio, all'elezione per i delegati al consiglio nazionale in quota atleti. Non basta più lamentarsi su facebook: ora vi si dà l'opportunità di fare una cosa concreta, ovvero cercare di cambiare questo mondo con la semplice presenza e un voto, e non importa francamente a chi: è il gesto per dire che ci siamo. Personalmente ci sarò, mi sono candidato come "delegato" all'assemblea nazionale, per avere poi la possibilità di eleggere un atleta che ci rappresenti davvero in seno al Consiglio Nazionale, cosa che non è affatto successa... da mai! E mi vien da chiedere: a cosa servivano gli "atleti" eletti in Consiglio Nazionale, se gli atleti sono stati le vere vittime di tutti i mandati federali? 

Quindi vi esorto a trasformare la rabbia in un gesto. Una questione semplice, che porterà via un paio di orette, ma che risulterà fondamentale se vorremo cambiare il modo in cui è gestito questo sport. Lo strapotere del mondo dirigenziale sull'atletica odierna ha reso questo meraviglioso sport ormai senza più attrattive, fatto ad immagine e somiglianza di presidenti senza più velleità e senza alcun entusiasmo, vecchio, pieno di norme incoerenti, di persone che non lasciano le cadreghe manco a morire e dove l'atletica di base è l'ultimo dei loro pensieri: per queste persone conta esclusivamente il campionato di società, e non come tutti noi che "viviamo" l'atletica sui campi di gara e sulle piste di allenamento. 

Tutti i programmi letti in questi giorni parlano di tutto, ma nessuno, dico nessuno, si sofferma sulla massa di atleti che costituisce la stragrande maggioranza dei tesserati. Spazio ai giovanissimi, ai raduni, ai tecnici, agli atleti forti, alle società... ma a tutti quelli che compongono le serie dalla seconda in poi? Nulla. La massa è stata dimenticata da tutti, come se i numeri li facessero i convocati ai mini-raduni di Chiuro. Invece dobbiamo pretendere che le gare vengano organizzate meglio qui in Lombardia, non gli standard bassissimi che cui ci hanno costretto da anni (e costoro che non se ne sono mai accorti, si ripresentano pure tutti in blocco...). Ho assistito a qualche battuta del Consiglio morente, e nessuno di loro che si sia soffermato sui punti qui sotto:
  • conferme iscrizioni sempre in orari antelucani e immediata chiusura delle stesse, con l'onere di presentarsi ore e ore prima della propria gara. Gente che deve sperare di avere degli amici in loco per non vedersi chiusa la possibilità di gareggiare, magari dopo aver appena finito il lavoro. In Lombardia, con 10 milioni di abitanti, non si riesce a tenere una persona sul banco delle iscrizioni per tutta la durata di una manifestazione, così da consentire alle persone di arrivare fino ad un'ora prima della propria gara e potersi organizzare la giornata e quindi non dover per forza passarsi una giornata in tribuna. Ormai lo fanno da tutte le parti, tranne qui in Lombardia, dove ai dirigenti di questo mandato non gliene è fregato nulla di come venissero organizzate le gare.
  • Nel 2012 la Lombardia è l'unica regione che non riesce ad avere un orario-gare pubblicato prima che le gare inizino. E io avevo già inviato una lettera in tal senso almeno 15 anni fa. Non gliene può fregar di meno di permettere alle persone di sapere l'orario preciso e a quello attenersi. In Lombardia è quasi sempre tutto "a seguire". Disorganizzazione pura! E il Comitato Regionale, che ha fatto? Possibile che nell'era del Sigma, dove è possibile conoscere tutti i tempi impiegati per ogni batteria di tutte le gare guardandosi gli sterminati archivi, non si possa fare una stima dei tempi necessari tra una gara e l'altra? In realtà sarebbe facile, forse troppo, ma perchè perder tempo per consentire alle persone di organizzarsi? 
  • Guardate la foto qui sopra: è la partenza dei 400 dei c.d.s. di Busto Arsizio di quest'anno. Nelle gare a serie, dove qui in Lombardia si assiste anche 20 o 25 batterie, perchè assistere ancora alle scene dove il branco di atleti deve seguire il giudice di gara? Questa è dimostrazione di poco rispetto verso gli atleti, di scarsa organizzazione. Il giudice, spesso, è stizzito e si comporta male con gli atleti, che in procinto di gareggiare vorrebbero solo concentrarsi su di essa e non dover concentrarsi sul giudice che come un menestrello decanta le serie... e mai tutte, solo un paio per volta! Ma non vi riempite di indignazione di fronte ad un atteggiamento del genere? Tutti a continuare a fare pellegrinaggi dal giudice per sapere la propria serie? Eppure basterebbe appendere su una dannata bacheca a ridosso della partenza i fogli con le serie: il Comitato Regionale non ha i soldi per la bacheca e per i fogli A4? E' troppo difficile mettere gli atleti a loro agio? Ma lo sa il comitato Regionale deve la sua esistenza in quanto la sua missione è quella di consentire gli atleti di svolgere l'attività agonistica al meglio?
  • L'attività indoor in Lombardia è stata di fatto commissariata. Si può chiamare attività indoor un paio di tunnel? La Lombardia? Con milioni di metri cubi di capannoni sfitti? Sapete qual'è la verità? E' che questa Fidal Lombardia non intende minimamente dotarsi di una pista COMPLETA indoor. Non vuole distrarre dal proprio portafoglio quello che sarebbe un affitto e il pagamento delle bollette per 2 soli due mesi per non doversi privare dell'attività di piccolo cabotaggio da agenzia di viaggio, per raduni ormai senza senso e che da soli costerebbero come l'affitto di cui sopra. Fra poco quei raduni non ci saranno più per mancanza di materia prima... Non si vuole poi portar via potenziali-iscritti all'attività dei palazzetti esistenti... Ma poi, voi non pensereste che per l'attività su una pista (completa) indoor ognuno di noi verserebbe anche 5 € a gara? Non coprirebbero queste entrate parte di quelle uscite per l'impianto? Ed infine, ma le risorse della Fidal Lombardia non sono di tutti? Possibile che i "tutti" sono solo la minima parte del totale? Lo sforzo economico si doveva tentare da anni, non far finta di nulla e mettere la testa sotto la sabbia come stanno facendo da secoli.  
  • E che dire come sono stati trattati i master in Lombardia? Non dobbiamo dimenticarci che di fronte alle norme ammazzamaster, in Lombardia si è assistito ad un inasprimento delle stesse e addirittura ad un'interpretazione ancora più ristretta che andava contro la norma stessa, con prese di posizione dure da parte dei dirigenti federali, contro l'interesse e lo Statuto. Chi rappresenta il comitato, se lo dimenticano spesso, è lì per favorire l'attività sportiva, non per limitarla, che è stato il leit motiv di questo mandato. Inasprirsi sulle norme fino a diventare surreali e superare la volontà del legislatore: incredibile. La Lombardia è la regione con più master in Italia, ed è quella che ha consentito la peggior ghettizzazione degli stessi: mi sono arrivate lamentele di master non ammessi ad almeno 4 meeting lombardi, per i quali erano chiuse le iscrizioni addirittura per i master M35 e M40, nonostante si dovesse recuperare i punteggi del c.d.s.. Qui si vedono i principi di un Comitato: se è dalle parte degli atleti o se gli è contro. La Fidal Lombardia degli ultimi 8 anni è stata contro la stragrande maggioranza degli atleti. 
Per tutto questo e per molto altro, che ho raccontato in tutti questi anni in cui scrivo sulla rete, chiedo a chi ci tiene davvero di venire sabato pomeriggio a votare (magari con una delega di un altro atleta, qui il modulo) alle ore 15:30 al Crown Plaza. Entro le 16:00 bisognerà consegnare l'eventuale delega di un altro atleta. C'è possibilità anche di candidarsi sul posto (ne servono una decina), per creare una corrente avulsa da Aresiani, Giomiani, da tutti quelli che hanno interessi a garantirsi un posto per non far nulla, ed arrivare a candidare uno di noi (il cui nome avrei già individuato) per il Consiglio Nazionale. Qui sotto trovate la convocazione (la convocazione). Se si manca questa volta, sarà inutile lamentarsi... poi. Dai, cavolo!

11/11/12

Alberto Juantorena a Brescia domenica 18 novembre


Personalmente farò di tutto per esserci. Domenica 18 a Navazzo, in provincia di Brescia, vicino al Lago di Garda, presso l'Hotel Running Club, alle ore 10:30. L'appuntamento per chi ci sarà, è quello con una living legend dell'atletica mondiale di sempre, ovvero Alberto Juantorena, chiamato "el Caballo". Juantorena sarà il testimone d'eccezione per il battesimo della Collezione Ottavio Castellini, una raccolta che annovera una biblioteca interamente dedicata all'atletica, tomi  relativi alle Olimpiadi, posters, medaglie, ammennicoli vari relativi a questo meraviglioso mondo. Ottavio Castellini è uno statistico bresciano della IAAF, diventato nel tempo amico del campione cubano. 

Per chi non conoscesse invece Juantorena, basta ricordare la settimana che l'ha portato direttamente nel Walhalla, ovvero quella durante le Olimpiadi Estive di Montreal 1976: in quella occasione ottenne una doppietta che era riuscita solo all'americano Paul Pilgrim alle olimpiadi del decennale ad Atene, nel 1906, e che con la estrema specializzazione degli ultimi anni, sarà praticamente impossibile da qui all'eternità: 800 e 400. Tra l'altro con due prestazioni rimaste scolpite nel marmo della storia dell'atletica: 1'43"50 (l'allora record del mondo) sugli 800 e l'incredibile tempo di 44"26 sui 400, al termine di 7 turni tra le due distanze. Quel tempo, allora, lo poneva come terzo di sempre sui 400 dopo il duo americano delle meraviglie di Città del Messico, Lee Evans e Larry James, che nell'anno di grazie 1968 primi nella storia dell'uomo, scesero sotto la barriera dei 44" sul giro. Gli stessi, quello stesso anno, corsero vicinissimi ai 44", ad Echo Summit, ponendo così il tempo di Juantorena come 5° di sempre. Oggi, a 36 anni di distanza, il 44"26 colloca el Caballo al 23° rango di ogni tempo sui 400 e 56° sugli 800, con l'1'43"44 stabilito nel 1977 (altro record del mondo). Naturalmente Juantorena è entrato nella storia anche per l'innato talento: dopo solo un anno di allenamenti, lasciato il basket, arrivò a 46"07 sui 400. Per uno spaccato della sua carriera, vi rimando alla pagina di wikipedia, che trovate clikkando qui

Flash Elettorali: chi vince e chi perde e cosa dice la stampa


  • Sicilia: dal Giornale di Sicilia: "Fidal Regionale, elezioni in un clima di veleni". L'articolo di Rosario Mazzola parla di un clima di veleni precedente alle elezioni che si terranno oggi. All'elezione, si legge "si arriva con la rinuncia del presidente uscente Paolo Gozzo e con cinque neo candidati alla presidenza". L'articolista sembra essere orientato, sentite: "un derby tra vecchi e nuovi volti, tra chi può essere considerato componente importante della storia siciliana della "regina" dello sport e chi, cpm freschezza, si pone come alternativa giovanile di rinnovamento". 
  • Puglia: Angelo Giliberto, presidente uscente, è stato rieletto con 2556 voti contro i 1038 di De Palma. 
  • Veneto: vince il presidente degli ultimi 12 anni, Paolo Valente. Nell'assemblea di Borgoricco, Valente ha ottenuto il 52% di voti, contro il 34% di Oddone Tubia e il 13% di Vito Vittorio

10/11/12

Yoshihide, il fenomeno venuto dal Giappone. 10"19 sui 100 a 16 anni

Sono coloro che vivono lontani dalle eco dal mondo nipponico non sapeva che il Sol Levante aveva prodotto finalmente un prototipo di missile terra-aria da direzionare verso la Jamaica. Un ragazzino di 16 anni, 17 a dicembre, Yoshihide Kiryu, che corre i 100 metri in 10"19 con 0,5 di vento. Pazzesco. Ora, chi pensa che il ragazzo sia esploso solo l'altro ieri, sbaglia: il 5 di ottobre, a Gifu, corse batteria, semifinale e finale dei 100 metri al National Sport Festival. Risultati? 10"34 in batteria con 0,9 di vento, 10"48 con -1,6 e in finale... 10"21 con vento praticamente nullo (0,1). Quindi, un 10"19, quello ottenuto una settimana fa a Fukuroi, assolutamente nelle corde del giovanissimo giapponese. Visto che sto snocciolando tempi quasi a raffica, comprendiamone anche il significato: il tempo di 10"19 è infatti il record mondiale allievi, che batte proprio il suo 10"21. Rappresenta anche il record junior e allievi asiatico, e naturalmente tutti i record giapponesi per età. Il precedente record mondiale allievi era il 10"23 (1,2) di Rynell Parson, americano classe 1990, quest'anno 22enne. Già... e nel frattempo che fine ha fatto Rynell dopo il tempone del 2007? Ebbene, quel 10"23 rappresenta ancora il suo Personal Best. Da allora non mi è dato di sapere se sia diviso con il football (cosa molto probabile), ma si registra un 10"24 dell'anno scorso e un 10"36 quest'anno, dove però ha raggiunto un 6"66 sui 60 indoor. A 10"23, nella categoria allievi, c'era arrivato anche la meteora nigeriana Tamunosiki Atorudibo, ma nel 2002, lui che è del '85.  Proprio quell'anno giunse 4° nei 100 ai Mondiali Allievi di Kingston, in Jamaica. Due anni dopo Atorudibo arrivò a 10"07, partecipò ai mondiali di Parigi del 2003, ma l'anno scorso galleggiava già sui 10"80... quindi, su un campione comunque molto ridotto, due baby-fenomeni poi ritornati ampiamente nei ranghi. Il record jamaicano, giusto per prendere una Nazione a caso, è il 10"27 di Jazeel Murphy, corso solo l'anno scorso. Ai mondiali Junior di Barcellona, il ragazzo è sceso a 10"25 e 10"29 in finale (5°). Yohann Blake alla stessa età correva in 10"33Adam Gemili, il nuovo giovane fenomeno brits, a 17 anni correva in 10"80... un viaggio a curvatura rispetto a Yoshihide. 

Tornando a Yoshihide, impressiona anche la sua scalata alla lista all-time giapponese dei 100 metri. Col 10"19 si piazza infatti al nono posto a  pari merito, in una classifica guidata dal primatista Koji Ito, che nel 1998 era riuscito a correre sulla border-line della leggenda, fermandosi a 10"00... per un solo centesimo e sarebbe stato il primo asiatico sotto quella barriera. Giusto ricordare che lo sprint ghiapponese, quest'anno ha messo in luce anche Ryota Yamagata, classe 1992, capace di correre in 10"07 alle Olimpiadi di Londra (e 10"10 in semifinale) sul palcoscenico più importante della sua vita. Quest'ultimo, come ricordato più volte, è il ragazzo giunto alle spalle di Galbieri ai mondiali allievi di Bressanone del 2009. Prima di quest'anno, Kyryu, da 15enne correva in 10"58, che non è affatto male... Ora, come si scriveva sopra, bisognerà vedere se il fenomeno avrà una crescita anche "solo" normale, perchè vorrebbe vederlo scendere sotto i 10" già l'anno prossimo. Oppure a poco tornerà a poco a poco nella normalità come Atorudibo e Parson.  

Fidal Trentino: il programma di Malfer e lo spazio al GGG

Fermo restando la democraticità delle scelte, risulta sempre un pò triste vedere come vi siano regioni che non riescano a imbastire una vera e propria contesa elettorale, lasciando un solo candidato a imporre di fatto il proprio programma. Naturalmente nessuna colpa da parte dell'unico candidato, ma molte responsabilità da parte di chi non ha il coraggio quanto meno di mettere sul tavolo nuove idee che potrebbero essere da pungolo al futuro presidente. Quello che segue è il programma del Presidente uscente della Fidal Trentino Giorgio Malfer, (già in carica nei precedenti due mandati) che nella propria "squadra" che guiderà l'atletica regionale per il prossimo quadriennio ha inserito pure il giavellottista Norbert Bonvecchio. Elezioni il 17 di novembre, come molte delle elezioni regionali italiane della Fidal. Leggendo il programma, risulta curiosa la grande enfasi sul Gruppo Giudici Gare, settore che evidentemente nelle scorse annate avrà presentato delle criticità.