29/10/09

Atleti Europei dell'anno: Guido Muller e Gjtte Karlshoj

(Guido Muller a Lahti - foto Evaa) - La EVAA, la federazione europea di atletica master, tramite il sito uffciale ha comunicato quelli che sono stati gli atleti europei master dell'anno: non conosco il metodo con il quale si è fatta questa nuova incoronazione ma la cosa mi ha dato spazio per una riflessione. L'analoga manifestazione della IAAF (dove sono stati prescelti il tedesco Guido Muller e l'americana Rita Hanscom) avevo notato essersi basata su una selezione un pò studiata: ogni federazione continentale (europea, americana, asiatica...) aveva candidato i suoi atleti. Poi una commissione (probabilmente) si era trovata a scegliere tra una rosa di 5 uomini (uno proveniente da ogni continente) e 4 donne. Da qui i premi a Muller e Hanscom. Quella europea ha invece eletto direttamente l'onnipresente Guido Muller e la danese Gitte Karlshoj. La pagina celebrativa elenca i titoli per i quali i due sono stati eletti migliori atleti dell'anno master: Guido, M70, ha batutto in 5 record mondiali di categoria (200 e 400 outdoor ed indoor, e i 300hs), poi le vittorie su 60 e 400 agli Euroindoor di Ancona, e i 5 ori a Lahti (100, 200, 400, 4x100 e 4x400): sul sito ufficiale viene posto particolare rilievo sul fatto che in tutte le specialità sia stato nettamente superiori agli altri interpreti della stessa categoria e come abbia abbassato di 3"5 il record del mondo dei 300hs che appartiene ad un'altra leggenda del mondo master che fa nome Earl Fee. Come non dargli ragione... La Karlshoj, W50, ha invece abbassato 3 record del mondo (e uno europeo) su 1500, 3000 e 5000, ottenendo il record europeo sui 10000. Oro a Lahti sui 5000 e ai Campionati Europei Non-Stadia di Aarhus sui 10 km.
Detto questo, mi sento di fare una considerazione: chi può vincere questo premio? (includo anche quello indetto da IAAF-WMA). Sì, sicuramente qualcuno potrebbe dire che lasciano lo spazio che trovano, ma è altrettanto vero che è una soddisfazione non indifferente per una persona cui l'atletica dà molto e ha dato molto, essere convocato a Montecarlo o a Maratona (dove si terranno le premiazioni dei migliori atleti europei del 2009) ed essere premiati al fianco di gente come Usain Bolt... almeno: se fossi io, il viaggetto me lo farei eccome. Come ho scritto altrove, chi pratica uno sport e lo fa impegnandosi quotidianamente per buona parte dell'anno, investendo capitali non risibili (come un viaggio in Finlandia, per esempio...) è poco credibile che lo faccia "per sport". Non ci credo. Lo fa per quello che è un annesso alla pratica sportiva: vincere o ben fingurare, a seconda delle proprie possibilità. E questo presuppone la celebrazione, la gloria, l'esaltazione nella considerazione che gli altri hanno nei suoi confronti. Non prendiamoci in giro su questi aspetti. Ecco allora come una premiazione del genere possa far gola a molti, ma che si traduce in una decisione molto spesso opinabile. Come sono opinabili tutte le decisioni in cui è l'uomo a valutare sulle prestazioni degli altri uomini. Fin qui nulla di male. Ma il mondo master pone delle variabili che sono molto più complesse di quelle del mondo assoluto: innanzi tutto la non professionalizzazione generalizzata pone tutti su un piano diverso. Questo si riperquote su alcune valutazioni: ma se Guido Muller, M70, stabilisce 5 record mondiali, quando un M35 (o una W35) potrà fare altrettanto per ottenere vincere il premio "master dell'anno"? Impossibile! L'esempio che porto è quello degli M35. Questo M35 dovrebbe correre (ad esempio) meno di 9"97 i 100 mt (abbassando il tempo di Linford Christie) o meno di 1'43"36 (Jhonny Grey) gli 800, o 13"11 sui 110hs (Colin Jackson), 48"30 i 400hs (Danny McFarlane)... cito proprio quest'ultimo, il giamaicano Danny McFarlane, per scovare un'altra variabile: non solo questo (o questa) teorico M35 (o w35) dovrebbe correre in tempi pazzeschi per uno che non fa dell'atletica la propria vita, ma dovrebbe anche aver partecipato all'attività master, evidentemente conditio-sine-qua-non per poter ambire ad uno dei premi consegnati da EVAA o WMA a master. Quindi, McFarlane, che è ancora in attività, per poter vincere il premio master dell'anno (se mai gli fosse passato per l'anticamera del cervello, ma dubito fortemente) avrebbe dovuto correre nel 2009 in meno di 48"30 sui 400hs (corso solo un anno fa a Pechino) e poi aver partecipato ai mondiali master di Lahti. Ehm... stona un pò la cosa. Tutto questo per giungere ad una ovvia conclusione: un M35 o una W35 non vinceranno mai un premio come master dell'anno. Lo stesso discorso va a discesa sugli M40 (e le W40) anche se assai meno pregnante: gli atleti-top che vanno "lunghi" arrivano proprio a quelle età tra i 35 e i 40, poi smettono. Poche sono le eccezioni (mi vengono in mente Troy Douglas, Marlene Ottey, Angelo Carosi...) e per di più concentrati nel settore lanci, per le caratteristiche proprie della specialità che consente una longevità fisica molto superiore alle altre. Così il panorama futuro dell'attribuzione di queste onoreficenze seguirà un andamento quinquennale dove a turno i soliti noti si suddivideranno l'alloro: tra 4 anni, Muller, entrando nei 75, essendo nettamente superiore agli altri, stabilirà un'incredibile sfilza di record nettamente inferiori a quelli adesso tabellati, e sarà difficile negargli il premio. Successe proprio così 5 anni fa, da M65, e buon Guidio ricevette il premio: per carità, un atleta incredibile! L'ultima variabile è la "partecipazione": chiaramente se un atleta si presenta per le batterie dei 400 M55 e si trova 60 persone, con 3 turni davanti da superare combattutissimi, mi sembra che sia diverso che presentarsi in una finale diretta (come possono essere stati i 300hs) con la possibilità di correre per il record. Non vi sembra?
Tutto questo per quello che ritengo una dovuta modifica del premio (ma che dubito verrà mai affrontata): o si introducono parametri decenti sulle prestazioni che tengano conto anche di questi aspetti (come il numero di partecipanti, i turni affrontati...) o forse sarebbe meglio che venisse eletto un atleta dell'anno per ogni categoria. Machile e Femminile.

27/10/09

Manuela Levorato: un esempio di grandissima passione…

L’angolo del Duca : Un esempio di grandissima passione…

Il 2009 ha rappresentato sicuramente uno dei punti più bassi dell’atletica leggera Italiana, con il picco rappresentato dalla disastrosa prestazione ai mondiali di Berlino e le conseguenti critiche nei confronti della Presidenza Federale che, però, hanno sortito l’effetto di un moscerino che si scontra contro un carroarmato.
Credo sia però giusto ricordare anche qualche momento positivo di questa annata agonistica come ad esempio le buone prestazioni agli Euroindoor di Torino, qualche allievo, promessa e juniores che si è messo in mostra, ma c’è qualcosa che mi ha colpito particolarmente in quanto va al di là della prestazione vera e propria e rappresenta, invece, uno straordinario esempio di passione, volontà, modestia che deve essere sicuramente uno sprone per tutti quelli che amano e praticano questo sport: il ritorno di Manuela Levorato. Devo ammettere che tale evento mi ha realmente sorpreso in quanto l’atleta di Dolo aveva conosciuto, dopo anni di grande splendore, culminati con due record italiani, due ori agli Eurojuniores di Goteborg e due bronzi agli Europei di Monaco, (sempre nei 100 e 200 metri) un inesorabile declino causato da tutta una serie di infortuni che avevano minato la sua splendida corsa. Non posso negare di essere stato molto critico nei confronti di Manuela già nel suo momento di massimo splendore agonistico, imputandole talora degli atteggiamenti un pò troppo da primadonna e poca disponibilità verso le sue avversarie italiane che mi sembrava trattasse con estrema superficialità, essendo nettamente piu’ forte di tutte.
Poi, quando erano cominciati i problemi fisici, avevo sempre pensato che fossero dovuti all’aver abbandonato quel tipo di vita estremamente rigido che un’atleta di livello deve sostenere, a scapito di una serie di attività extra che l’hanno vista impegnata, specialmente dopo Monaco (spettacoli televisivi, passerelle di moda, etc...). Quindi la sua maternità, dopo alcuni anni agonisticamente bui, mi aveva fatto pensare, senza ombra di dubbio, ad un definitivo abbandono dalle scene sportive. Invece, quasi all’improvviso, il ritorno. 11 mesi dopo la nascita della sua bambina Giulia, una settimana prima degli italiani assoluti, un cento metri che le sarà sembrato forse più lungo del solito, ma poi subito un significativo tempo, 11"68, che le ha dato il minimo per Milano. Poi una serie di gare altalenanti, frutto ovviamente di una preparazione approssimativa, un quarto posto agli assoluti, uno stagionale di 11"65 a Padova e la voglia incredibile di continuare a gareggiare il più possibile al punto che si è presentata, lei grande regina della velocità, ad una riunione regionale di fine stagione, a Cremona, per cercare di prolungare il piu’ possibile quella meravigliosa sensazione che procura stare inginocchiati sui blocchi di partenza in attesa dello sparo. Grazie Manuela, grazie veramente perché la tua incredibile voglia di rimetterti in gioco deve essere il miglior auspicio per la rinascita del movimento dell’atletica in Italia. Grazie e scusa veramente se negli anni ho dubitato della tua passione, della tua volontà, della tua modestia, della tua generosità, del tuo grandissimo cuore, perché solo una persona dotata di questi splendidi valori puo’ fare quello che tu stai facendo adesso. Londra è una bellissima città e ti auguro veramente che tu possa esserci, nel 2012, per partecipare a quell’unica manifestazione che, solo per mera sfortuna, non sei mai riuscita a disputare.

IL DUCA

26/10/09

Mario Longo sfida la storia: appuntamento a Napoli, 7 febbraio 2010

(Mario Longo sfida gli USA a Riccione '07... si rinnoverà la sfida a Kamloops? foto atleticats.com) - La rigida e dovuta divisione in categorie tra i master porta a vivere mini-carriere di 5 anni: veloci, intense, combattute e quando si è arrivati a metà del guado, si comincia a buttare l'occhio alla categoria successiva per tornare ad essere protagonisti, visto che il continuo flusso annuale in entrata-uscita di altri atleti scalpitanti e più "giovani" rende la vita agonistica progressivamente sempre più dura stagione per stagione. Non è probabilmente quello che ha pensato Mario Longo che i 5 anni da 40 enne li ha vissuti da super-protagonista. L'unico master che è riuscito a battarlo a livello internazionale tra gli M40 sul trittico di gare 60-100-200 è stato probabilmente il danese Christian Trajkovskj (passatemi il nome con beneficio di inventario: leggetelo come "traicoschi") per un centesimo ai Mondiali Indoor di Linz 2006. Trajkovskj che è una sorta di hellboy dalle mille vite quando si tratta di finali: ripeterà poi a Clermont l'impresa riuscitagli a Linz, battendo l'albanese Arben Makaj favorito, come Longo a Linz, dopo i turni preliminari per un solo centesimo. Poi solo vittorie con lo "spavento" impersonato da Max Scarponi agli Euroindoor di Ancona a marzo di quest'anno: 22"69 vs 22"70. Poi la tripletta di Riccione 2007, l'assenza "sabbatica" del 2008, la doppietta europea del 2009 e un congruo quantitativo di titoli nazionali in mezzo. Quest'anno una serie interminabile di prestazioni di assoluto valore mondiale, che però fino al compimento del 45° anno d'età non gli sono potute valere il riconoscimento con l'incisione sul "libro dei record", Italia a parte, naturalmente. Comunque sia: il 2010 sarà per Longo l'anno dove sarà per TUTTI un M45. E' così che su facebook, senza alcuna paura scaramantica, nonostante la napoletanità (...si dice?), ha prodotto un gruppo che sponsorizza il suo tentativo di record del mondo sui 60 metri indoor (la prima volta a mia memoria che viene fissata una data per un record nella velocità!) che avverrà presso il palazzetto dello sport di Ponticelli a Napoli il giorno 10 febbraio 2010. Mentre su Rai2 Marco Giacobbo facendo proprie le teorie Maya vaticina il 2012 come data della fine del mondo, Mario Longo prevede che nel 2010 sfida il record del mondo M45 dei 60 oggi detenuto da Stan Whitley (USA) e corso nel 1991: 7"02. Magari potrebbe essere anche il primo uomo over-45 a scendere sotto i 7": quindi due le barriere da abbattere in un colpo solo. Non mi ricordo la circostanza, ma ricordo che Mario mi parlava della possibilità di andare a insegnare il suo verbo agli intimoriti americani direttamente a domicilio: che vada a Kamloops, in Canada? Sarebbe davvero epico vedere Longo contro il lieggendario Willie Gault (capace di correre in 10"80 alla soglia dei 50 anni! Entrerebbe nei 50 nel 2010, ma bisognerebbe quardare la data di nascita) e Lonnie Hooker (10"93 outdoor). Ma soprattutto Jeff Gold, cha leggendo sul sito della USATF avrebbe corso in 6"94... MA COME 6"94 SE IL RECORD MONDIALE PRESENTE SUL SITO WMA E' 7"02? Deve essere un clamoroso errore, visto che all'aperto quest'uomo "d'oro" non è sceso sotto gli 11"60... Boh! Visto che ci sei, Mario, fai un pensierino anche al record mondiale dei 200... è "solo" 22"57 e l'ha stabilito Bill Collins nel '99 a Reno (Nevada). Nel 2009 Mario Longo ha corso i 60 in 6"94, 6"98 e 7"02: tre volte sotto (o pari) all'attuale record mondiale. Le premesse sono buone: vedremo di esserci per raccontarlo.

25/10/09

La stagione infinita di Maria Lorenzoni: altro record italiano nei 10000

Veramente inesauribile la stagione agonistica 2009 per la F50 bresciana Maria Lorenzoni. A Castiglione delle Stiviere (MN), la portacolori dell'Atletica Carpenedolo ha abbassato di quasi un minuto il suo stesso record italiano dei 10.000 ottenuto a Salò ad Aprile: 37'53"28 contro il 38'47"74, per quella che dovrebbe essere la quinta miglior prestazione italiana abbassata dalla Lorenzoni nel 2009 all'aperto. Oltre al doppio miglioramento dei 10000, nel suo carnet sono finiti infatti i 3000 (10'32"8 corso sempre a Salò a luglio) e due volte i 5000 (18'24"08 a Bologna sempre a luglio e il 18'19"51 di Lahti valido per una sfortunata medaglia di legno). Aggiungiamoci anche i 6 miglioramenti delle m.p.i. tra 1500 e 3000 indoor e arriviamo a 11. Nel portentoso 2009 della Lorenzoni troviamo anche l'argento mondiale a Lahti nel cross (con il citato quarto posto nei 5000), oltre che l'argento sui 3000 agli Euroindoor di Ancona. Sicuramente mi sono dimenticato qualche cosa... ma il pasto (anche senza qualche pietanza) è sicuramente luculliano. Per concludere: la Lorenzoni dovrebbe aver stabilito anche il 134° record italiano nel corso del 2009 all'aperto da un master. Il 68° di una donna, 15 solo nella categoria F50 (l'11,19% del totale, su un range di almeno 25/26 categorie), una delle più attive tra tutto il consesso nazionale. Di più hanno fatto solo le F45 (16 record), mentre la prima categoria maschili è la M45 con 13.

23/10/09

Master e gara su strada: un ranking nazionale?

Chi mi conosce bene sa che amo i numeri. Nelle ultime settimane si sono accesi diversi dibattiti su questo sito in cui, comunque, su una cosa si è stati d'accordo: l'attività su strada dei master rappresenta la stragrande maggioranza del variegato universo dei master. Sui vari siti delle Fidal Regionali ho notato la presenza di una molteplicità di risultati che rappresentano una massa infinita di dati, con un numero infinito di atleti over-35 che si cimenta settimanalmente. E la cosa che mi più mi ha stupito da statistico senza futuro, è il seguente interrogativo: ma il master che corre su strada, lo fa esclusivamente per piacere o ho ambizioni "agonistiche"? Mi spiego meglio: possibile che un atleta si presenta su una gara di 8, o 10, o 21 km... e la sua soddisfazione si ferma al traguardo? Non aspira davvero a qualche cosa di più organico? Ecco, l'immagine che ho del mondo dei master su strada è quello di un'incredibile vitalità che però in qualche modo non è organizzata. Se si vince la gara (per esempio) di Cremona sui 9 km, non c'è nessun tipo di riconoscimento che trascenda il tempo e il luogo in cui la vittoria è avvenuta. Probabilmente ci si ricorderà l'anno successivo nella medesima località se l'organizzatore creasse una brochure pubblicitaria della gara in cui eventualmente inserisse l'albo d'oro. Ma nulla mi toglie dalla testa l'idea che ogni gara su strada in Italia viva di vita propria (a meno che siano Campionati in qualunque salsa). Da qui nasce una mia utopia per una soddisfazione che se fossi un master che corresse su strada, mi alletterebbe notevolmente.
L'idea è quella di creare un unico ranking nazionale delle gare su strada per gli atleti master. In pratica, così come avviene nel tennis, generare una classifica nazionale in continua evoluzione dinamica a seconda dei risultati tabellati settimanalmente nelle varie località in giro per l'Italia. Naturalmente la cosa necessiterebbe di un approfondito studio "di settore" (a cominciare dall'elencazione delle gare) ma pensare che i tesserati master che praticano attività su strada sono decine di migliaia, potrebbe anche creare i presupposti economici e sportivi per poter affrontare la questione con decisione.
Ogni singola gara sul territorio nazionale sotto egida Fidal, a seconda dell'importanza della stessa, delle distanze utilizzate, del budget messo a disposizione dagli sponsor, del numero di partecipanti, tutto ciò parametrato con il piazzamento finale, attribuirebbe un punteggio ad ogni singolo atleta, che nel tempo così si creerebbe una sua posizione in una classifica nazionale. Nel tennis l'esito dei propri risultati nei diversi tornei in una dimensione diacronica, fa fluttuare la classifica a seconda del proprio stato di forma. Non sarebbe accattivante far parte di un unico sistema di punteggio che unisca tutti i master della strada in un'unica classifica? E che tutte le gare su strada avessero di conseguenza una dignità che trascendesse i tempi e i luoghi in cui esse si svolgono? Un sistema integrato, insomma!
Lo so che alla mia idea sono opponibili una miriade di critiche (la suddivisione in categorie, per esempio...) o forse ciò di cui parlo è già in azione in qualche astruso modo... ma insomma, è un'idea che ha come compito principale quello di creare un'unica comunità e non tante piccole realtà.

22/10/09

Due pagine dedicate ai master su Atletica Leggera

Non dovrei farmi prendere dalla foga della lamentela ad ogni costo, ma è più forte di me. Mi dà quella piccola soddisfazione fugace che poi razionalmente realizzo essere, appunto, effimera. Ho fatto questa riflessione dopo aver letto l'ultimo numero di Atletica Leggera scaricabile dal sito della Fidal a questo link. Sulla copertina per la prima volta non appare nessun atleta italiano: un must da collezionisti. Forse però dovevano mettere una foto con la scritta "Ausgang" ("uscita") con la mascotte Berlino tutta sorridente sotto, oppure un dagherrotipo di Arese in posa da mensile "Capital", con la giacca firmata sulla spalla, l'orologio sul polsino su sfondo rigorosamente nero e soprattutto con le scarpe da tennis ai piedi. Sorridente verrebbe meglio. Di conseguenza l'editoriale di Arese, sul quale Atleticanet ha scritto un fondo, manco l'ho letto: ha probabilmente ancora voglia di scherzare con tutti quel simpaticone baffuto. Così mi sono concentrato su altro e ho preso atto che al mondo master, relativamente ai Mondiali di Lahti, sono state dedicate ben due pagine (la 74 e 75). La cronista non era partita poi tanto male, raccontando con frugalità quello che è stato il consuntivo di Lahti per la spedizione italiana in generale. Poi è arrivata una bella intervista alla Signora Gabric e l'articolo è... finito! Ma come? E gli altri? Lo rileggo, magari mi è sfuggito qualche cosa... Macchè: degli "altri" ci sono solo tre foto (una sarebbe potuta essere un pò ridotta per dare spazio ad un pò di cronaca, no?) e uno specchietto riassuntivo delle varie medaglie italiane con i record abbattuti durante i mondiali finlandesi (tra l'altro con alcune imprecisioni). Per favore, amici, a questo punto insultatemi se lo ritenete, censuratemi, o terminate in questo preciso punto la lettura dell'articolo. Ho voglia di essere polemico. Invito così la giornalista a seguire il nostro sito o il nostro blog, se del caso, per capire alcuni aspetti sulla spedizione italiana di Lahti che forse sarebbero dovuti essere sottolineati e che invece sono rimasti colpevolmente taciuti. Sicuramente aveva un budget di "cartelle" da utilizzare e ha deciso questo taglio. Ma (diamine!) attraverso l'esclusiva intervista (interessantissima, per carità!) della Gabric ancora una volta si è data questa immagine folkloristica e non completamente agonistica. Che poi, per tratteggiare (eventualmente) questa idea dello sport della terza età c'è sicuramente spazio e troverebbe noi per primi a sostenerne l'idea, ma se c'è un avvenimento che esula da questi presupposti è sicuramente un mondiale. Ma tant'è. Ma io mi chiedo: persone come Valerio Brignone, Enrico Saraceni e Vincenzo Felicetti, che di medaglie d'oro mondiali ne hanno vinte 3 a testa, dopo diversi turni eliminatori e non certo per intercessione divina, non meritavano forse un breve cenno? E gli over-90 Ugo Sansonetti e Giuseppe Rovelli che di medaglie ne hanno portate a casa a palate? E gli altri ori (almeno quelli)!? Non si sono portate a casa 300 auree medaglie da poterne scivere un libro, ma "solo" una ventina. Purtroppo il senso ultimo dello sport, non nascondiamocelo, è la vittoria, la celebrazione, il pubblico riconoscimento. Non credo molto a chi si presenta in pista ad una grande manifestazione mondiale od europea master col solo intento di "fare sport": per quello c'è tutta l'attività nazionale se vogliamo. Non ho mai vinto un mondiale individuale e sicuramente mai succederà, ma mi colpirebbe molto se anche quella eventuale medaglietta (che poco vale evidentemente) non avesse quel minimo di riconoscimento di un paio di righe sul giornale che io stesso finanzio con le mie quote di tesseramento e di partecipazione alle varie manifestazioni. Ed è forse per quello che quest'anno dopo Lahti ho deciso di raccontare atleta-per-atleta le sue gesta finlandesi. Comunque, i master+amatori rappresentano il 50% del totale dei tesserati a questa federazione: sulla rivista ufficiale vengono dedicate 2 pagine su 82, il 2,43% che quantifica l'esatta considerazione che hanno Arese e C. del Mondo Master. Si passasse a 3 sarebbe già un successone senza precedenti... lavoreremo per quello.

20/10/09

L'angolo del Duca: Utopia e Razionalità

"Esistono due anime in me. Una da artista, estremamente sensibile ad ogni piu’ piccolo aspetto della vita, creativa, imprevedibile, desiderosa di esprimere la mia interiorità nella continua ricerca di emozioni. L’altra fredda,razionale, calcolatrice, totalmente antitetica rispetto alla prima, ma che spesso serve a controbilanciarla, a salvarmi dalla sofferenza estrema che la mia eccessiva sensibilità mi procura. Sono dentro di me e si fronteggiano, come davanti ad uno specchio, ma non sia sa quale sia la parte reale e quale il suo contrario, quale delle due, un giorno, inghiottirà per sempre la rivale".

Ho voluto fare questa breve citazione di un famosissimo scrittore contemporaneo, per introdurre le mie riflessioni che, contrariamente al solito, vogliono essere improntate su logiche ferree, senza lasciarmi trasportare da alcuna emozione, quella emozione, passione, estrema utopia che ha pervaso il nostro amico Giacomantonio quando ha deciso di scrivere la sua accorata missiva al quotidiano La Repubblica. Guardiamo allora questa tabella che fotografa il mondo dei tesserati Fidal, divisi per categorie, relativamente all’anno 2008...
  • segue il resto dell'articolo
  • Master 63.569
  • Amatori 7.142 - totale M+A: 70.711 (46,14%)
  • Esordienti 32.306
  • Ragazzi 17.298
  • Cadetti 11.161
  • Allievi 6.643
  • Junior 3.896
  • Promesse 2.938
  • Senior 8.302 (5,41%)
  • Totale 153.255
Il primo dato che emerge impietoso è che, in Italia, ci sono 8302 atleti senior che praticano atletica leggera applicandosi per 38 specialità in pista, per le tre distanze della marcia e per le due maratone. (Ho considerato ovviamente specialità e distanze sommate per uomini e donne, facendo riferimento alle gare olimpiche, ai campionati mondiali, europei ed italiani). Poi ovviamente c’è anche la corsa in montagna, di cui mi scuso per sapere ben poco, che credo abbia un suo campionato mondiale, europeo e ovviamente italiano, ma che non rientra nelle specialità olimpiche. Questo già da un’esatta dimensione di quanto poco sia praticata l’atletica in Italia, paese di circa 60 milionI di abitanti e del perché poi, al di là delle problematiche legate alla gestione federale, non si potranno mai ottenere determinati risultati, salvo casi sporadici e miracolosi. E’ molto significativo anche il dato relativo all’attività di coloro che iniziano per gioco, da esordienti, per poi dimezzarsi quando si comincia a trasformare leggermente il gioco, da ragazzi e via via, quasi a sparire con la salita nelle varie categorie giovanili. Pensate che a fronte di 11.161 cadetti abbiamo 2.938 promesse, come a dire che su 100 atleti che praticano atletica a 14/15 anni solo 26 continuano a farlo a 20/21/22 anni e chissà poi quanti di questi continuano nel settore assoluti. A fronte di tali dati è chiaro perché l’interesse per l’atletica, in generale, sia scarsissimo e perché i meeting di atletica, i campionati italiani e altre manifestazioni abbastanza importanti, vengano da anni relegati sul satellite, ad orari anche improbabili. Mi ricordo che già anni fa un mio caro amico, nonché atleta di primissimo piano della nazionale italiana, si lamentava del fatto che i campionati italiani assoluti che lui vinse piu’ volte, fossero relegati dopo il biliardo, ma la verità è che il biliardo, in Italia, è molto piu’ diffuso e praticato dell’atletica leggera.
Detto questo, il movimento master è la logica conseguenza del movimento assoluto e non dimentichiamoci mai che, se parliamo poi dell’attività in pista, i numeri che vedete relativi agli affiliati Master rappresentano per il 90% circa coloro che fanno attività su strada e circa un 10% coloro che fanno pista. Ma al di la della pochezza estrema dei numeri, il movimento master non potrà mai interessare nessuno, nemmeno in sport realmente popolari, figuriamoci in quello che ha un seguito e un praticato così basso come l’atletica. Quindi come mai si potrebbe pensare che una manifestazione master, di qualsivoglia genere, possa essere oggetto di un articolo giornalistico. Su non scherziamo. Le foto della Repubblica erano chiaramente un focus salutistico, il messaggio era: fare attività fisica aiuta a prevenire ogni male ed andare sempre piu’ avanti negli anni, cosa che ovviamente condivido al cento per cento. Lo sport ovviamente non c’entrava niente ed il fatto che le foto pubblicate fossero state prese dalle olimpiadi dei master poco importava, non era della manifestazione sportiva che si voleva parlare, ma di come il movimento fisico fa bene ad una certa età.
Caro Marco, non ti devi indignare con la Repubblica, ma ti devi indignare con i siti specializzati in atletica, con gli organizzatori dei vari campionati italiani master o di altre manifestazioni analoghe, che quando preparano il pezzo, la locandina o quant’altro, nel novanta per cento dei casi mettono la foto di un ultra settantenne. Ma questo pare che molti lo reputino normale perché suscita emozioni e quindi ti devi rassegnare o, se no, far sentire la tua voce in un ambito diverso. E questo è il punto fondamentale.
Sono settimane che leggo commenti di gente indignata per un motivo o per un altro. Noi scriviamo articoli su un argomento e nelle varie discussioni si passa da una problematica all’altra, dimenticando l’oggetto principale che aveva generato la prima discussione. Credo che in questo modo non si potrà mai cambiare una virgola, se mai si voglia cambiare qualcosa, in quanto tutto rientra nell’ambito di sfoghi personali in cui talora si entra in polemica con qualcuno e non si persegue l’obiettivo di fare qualcosa per cambiare veramente qualcosa. Io non credo che ci sia un piano segreto per demolire il movimento master, c’è sicuramente astio da parte di taluni esponenti federali per motivi di frustrazioni personali, ma il modo migliore per rispondere a tali persone è comportarsi in modo complice e coeso, portando avanti serenamente quelle che riteniamo potrebbero essere delle proposte per migliorare il nostro movimento, ma non dimenticando mai la reale portata del movimento stesso. Il mio invito all’editore del nostro sito è, quindi, di creare delle proposte concrete, anche prendendo spunto dai consigli di qualche ns. amico e sottoporle al giudizio dei lettori come un vero e proprio sondaggio. Nel momento in cui una proposta dovesse raggiungere almeno 100 adesioni reali di persone disposte a sottoscriverla, avremmo già una importante base di partenza per inviare la proposta stessa agli organi competenti, magari coinvolgendo in tale raccolta di firme anche altri siti specializzati, se vorranno aderire o, se no, facendo tutto da soli. In ogni caso cio’ che voglio dire è che dobbiamo muoverci con la stessa logica di una petizione popolare. Proposta… sottoscrizione della proposta… trasmissione della proposta alla Fidal a Roma. Questa è l’unica strada per fare veramente qualcosa, altrimenti i nostri e vostri sfoghi rimarranno sempre e solo lettere al vento….

IL DUCA

19/10/09

Sydney: Conclusi i World Master Games, appuntamento a Torino 2013

Si sono conclusi nalla precedente nottata italiana, i World Masters Games di Sydney. Probabilmente siamo i primi in Italia a parlarne così diffusamente (almeno per l'atletica): del resto tra 4 anni si gareggerà a Torino, come non sponsorizzare già da adesso una manifestazione del genwere? Ora, come invece valutare tecnicamente questa manifestazione over-30 dal punto di vista dell'atletica? Probabilmente qualcosa sta cambiando a livello mondiale: se ci pensiamo il "circo" dei master è troppo vasto per pensare egoisticamente che si riduca ai Mondiali. A Lahti quest'anno ci sono stati troppi assenti, che poi ho trovato scorrendo le liste di Sydney. Se poi si tratta di fare scelte, è altrettanto chiaro che spesso queste si fanno in base alle proprie tasche. E' per questo che è arcinoto il fenomeno di "colonizzazione" dei residenti alle grandi Manifestazioni Master. Noi ne abbiamo avuta la riprova a Riccione. In Australia si è così confermato il trend: nei primi posti del medagliere, messa da parte la dominazione assoluta dei padroni di casa, troviamo così il Sud Africa e la Nuova Zelanda, cioè i paesi più vicini geograficamente al paese dei canguri. Ai primi posti anche Canada e USA, che invece avevano ospitato un paio di edizioni dei WMG, e vi sono affezionati per tradizione. Studiando però le classifiche di altre edizioni dei Masters Games, si nota un netto miglioramento tecnico della manifestazione. Non siamo ancora a livello dei Mondiali, ma prevedo che già a Torino avverrà il pareggio con Porto Alegre (che nel 2013 sfiderà Torino con i Mondiali). Molti Europei semplicemente decideranno di farsi un giretto in Italia piuttosto che pagarsi un volo intercontinentale in Brasile (penso due o tre scali). Lo scopriremo solo vivendo. Ma vediamo cos'è successo a Sydney: innanzi tutto il numero di record del mondo: ben 18 (li trovate tutti qui al link). Certo, i 6 record della 101enne Ruth Frith sono i primi risultati fatti segnare nella storia dell'atletica da una donna sopra i 100 anni (pensate all'assurdità di fornire oltre 11000 punti nel pentathlon lanci, quando con "soli" 3000 nei 35 si vince la medaglia). Altra eroina "scontata" è stata la dominatrice di Lahti, la canadese F90 Olga Kotelko: 4 record, migliorando tra l'altro prestazioni che erano state già record mondiali a Lahti. Un paio di record per un altro canadese, l' M80 Earl Fee, che però a dispetto delle solitarie Frith e Kotelko, ha avuto qualche avversario durante il percorso da record. Ha migliorato il record degli 800 con un tempo che se ci pensate è davvero notevole: 2'49"30, abbassando il suo stesso record ottenuto a Lahti. Riflessione: possibile che WMA e IAAF abbiano attribuito i premi di master dell'Anno prima dei WMG? Earl Fee avrebbe potuto ambire sicuramente a qualcosa di più, e Olga Kotelko... idem. Nello specifico si sono attribuite 1558 medaglie nell'atletica, di cui 584 d'oro. 9 ori per la Kotelko, 8 per Phil Rascheker, 6 per la Frith tra i più medagliati. Vittorie "famose" dall'M55 Bill Collins nei 100, 200, 400 ma... che fatica domare il tedesco Reinhard Michelchen. Stessa sequenza di vittorie nella velocità per l'altro americano Charles Allie (M60). 4 vittorie per Earl Fee (200, 400, 800 e 300hs). Marie Kay lascia la scena alla sua conterranea Gianna Mogentale, anch'essa vincitrice di 100, 200, 400 e della 4x100. L'Australia porta a casa 778 medaglie, cioè esattamente il 50% della medaglie distribuite (il 49,93 per la precisione). 108 il Canada, 99 gli USA, 93 la Nuova Zelanda, 66 la Russia, 59 la Germania, 52 il Sud Africa, 33 il Giappone, 30 l'Inghilterra. Peccato solo non esserci stati...

Sydney: e alla fine, medaglia d'oro per l'Italia ai Masters Games!

(nella foto, una batteria dei 100 a Sydney) - Proprio ieri si sono conclusi i World Masters Games a Sydney, con la ciliegina finale per l'Italia: un oro davvero difficile da pronosticare alla vigilia. Tant'è che prima di rendermi conto effettivamente della cosa ho dovuto clikkare due/tre volte sul tasto "refresh"... tutto vero! Emiliano Raspi, velocista toscano e specialista di 100 e 200 metri nella categoria M35 dimorante in provincia di Modena, ha vinto l'oro nei... 400hs! Nelle gare individuali su 100 e 200, Emiliano era giunto due volte 6°. Evidentemente durante la stagione, l'aver provato un paio di volte i 200hs per i c.d.s. gli aveva suggerito di tentare il colpaccio "olimpico": e gli è andata bene! Diversi rumors raccolti durante la stagione lo vedevano preparare i 400hs come obiettivo dell'immediato futuro. Detto-fatto: 1'05"98 il tempo sufficiente a vincere la gara sul giro di pista con ostacoli. Il consuntivo della spedizione italiana diviene a questo punto il miglior risultato azzurro nei WMG dalla loro istituzione: prima di Sydney il migliore era Edmonton 2005, con due argenti, mentre a Sydney l'Italia ha portato a casa l'oro di Raspi, e tre bronzi, con Francesco Carcioffo (peso M60), Alberto Papa (lungo M45), e Enrico De Bernardis (martello M45). L'Italia ha presentato 8 atleti, schierati su 17 eventi. A dire il vero Raspi avrebbe vinto anche un argento e un bronzo nelle staffette 4x100 e 4x400, ma non sono eventi "classificabili" in un medagliere, visto che rappresentano una sorta di kermesse olimpica finale dove atleti di diverse nazionalità ed età si raggruppano in 4 categorie basate sulla somma delle loro età (meno di 160 anni, tra 160 e 199, tra 200 e 240, superiori a 240). Il resto delle notizie sui WMG nella prossima news.

I record mondiali di Sydney 2009

  • asta W75: 2,00 - Yamamoto Midori (Giappone)
  • martello W75: 29,97 - Kovalenskaya Galina (Russia)
  • martellone W75: 11,07 - Kovalenskaya Galina (Russia)
  • pentathlon/lanci W75: 4539 pt - Doherty Heather (Australia)
  • lungo W85: 2,39 (-1,5) - Creais Norma (Australia)
  • peso W90: 5,49 - Olga Kotelko (Canada)
  • martello W90: 17,11 - Olga Kotelko (Canada)
  • martellone W90: 8,04 - Olga Kotelko (Canada)
  • pentathlon/lanci W90: 6306 - Olga Kotelko (Canada)
  • disco W100: 9,12 - Ruth Frith (Australia)
  • giavellotto W100: 6,10 - Ruth Frith (Australia)
  • martello W100: 10,53 - Ruth Frith (Australia)
  • martellone W100: 4,88 - Ruth Frith (Australia)
  • peso W100: 4,07 - Ruth Frith (Australia)
  • pentathlon/lanci W100: 11422 - Ruth Frith (Australia)
  • 800 M80: 2'49"30 - Earl Fee (Canada)
  • 300hs M80: 56"92 - Earl Fee (Canada)
  • 400 M85: 1'20"47 - Nel Lucas (Sud Africa)

17/10/09

"The Olympic Picasso", un master, pronto per le Olimpiadi del 2012

Scorrendo le notizie su Masterstrack, ho scovato giusto oggi questa di inaudita importanza. Almeno... per me. E' vera pubblicità-progresso per il mondo master, pur se di vertice. E purtroppo la cosa per poter assurgere al ruolo di notizia deve fare in modo che un master possa competere contro gli atleti assoluti (sappiamo che in Italia è già difficile che la cosa accada solo ai Regionali) e possibilmente li batta. La news è presto raccontata: un atleta master, che nel 2012 avrà 50 anni (è del 1962) Roald Bradstock, tenterà di partecipare alla gara di lancio del giavellotto alle Olimpiadi londinesi. Sgombriamo il campo da ogni possibile dubbio: Bradstock non è un distinto signore inglese 47enne che si è staccato dal caminetto dove di solito era impegnato a fumare la propria pipa, è sceso in pista, ha preso un giavellotto e si è scoperto super-lanciatore. E' infatti un atleta che ha partecipato a 7 trials olimpici e soprattutto due olimpiadi (a Los Angeles 1984 e Seul 1988). E' stato anche il primo inglese a rompere la barriera dei 90 metri col vecchio attrezzo. Col nuovo giavellotto, nel 1986, è stato invece il primo uomo al mondo a sorpassare la barriera degli 80 metri, siglando il record del mondo con 81,74. Che sia un personaggio, lo testimonia anche il fatto che non solo è riconosciuto come grande atleta, ma anche come artista. Artista? Ebbene, sì, visto che ha già vinto due concorsi prestigiosi di arte sportiva (tanto che una sua opera è esposta al museo olimpico di Losanna). Questa sua genialità gli è valsa il nomignolo di "Olympic Picasso" e già per Londra 2012 è stato contattato per alcune iniziative artistiche... ma Bradstock vuole qualche cosa di più: la pedana del lancio del giavellotto. E' così che ha iniziato a lavorare su due fronti per questo sogno, che lo vedrà 50enne a Londra 2012. Mi sono informato su qualche sito... quest'anno Bradstock ha già lanciato a 72,49, 5° assoluto nella graduatoria britannica. A Berlino, come ricordato su Masterstrack, il limite "B" era fissato a 78 metri. Solo un atleta britannico ha oltrepassato gli 80... e i 78 nel 2009 (Mervyn Luckwell con 81,05 ... siamo lontani dagli anni in cui Steve Beckley era uno dei pochi avversari di Jan Zelezny!). Leggendo il sito americano, dove è riportata una breve intervista epistolare, sembra che l'allenamento del giavellottista inglese stia dando i primi frutti: con l'attrezzo da 700 grammi sembra che in allenamento abbia già superato gli 80 metri (!!!). Se volete conoscere meglio il personaggio, guardatevi questo spassosissimo video andato in onda sulla Tv inglese nella trasmissione "la Battaglia delle Generazioni" in cui Bradstock sfida un 16enne in alcuni lanci molto curiosi... imperdibile e divertente. Io tiferò per lui.

Giacomantonio vs "La Repubblica"

Da qualche settimana stavo osservando attonito le battaglie mediatiche tra il premier ed il Gruppo De Benedetti: le famose 10 domande alle quali il Presidente del Consiglio non ha mai risposto, la querela contro il giornale per la diffamazione dovuta a quelle domande, la Sentenza sul Lodo Alfano, la Sentenza civile con cui Fininvest dovrà risarcire 752 milioni di eurini allo stesso De Benedetti, gli attacchi diretti contro la "Repubblica"... un tormentone gustoso, insomma. Da oggi anche Marco Giacomantonio, nostro metereologo ufficiale dei campi-gara, è sceso nella pugna contro il quotidiano "La Repubblica" per le famose foto con cui il mondo master è stato disegnato sulla versione on-line del quotidiano: insomma un popolo di sportivi nonuagenari (ma l'australiana Ruth Frith ha addirittura passato i 100!). Quella che segue è la mail che Marco ha inviato alla Redazione della "Repubblica"...

Buongiorno a tutti,
sono un atleta di 40 anni...
(leggi il resto dell'lettera di Marco)
che ha recentemente preso parte ai World Master Games di Sydney.
Pratico l'atletica leggera a livello agonistico da oltre 25 anni e detengo un primato personale di 10"7 sui 100 metri. Ho visto le foto pubblicate da Repubblica a proposito dei World Master Games 2009 di Sydney e sono rimasto sconcertato dal fatto che, come spesso accade in queste manifestazioni, si siano pubblicate solamente foto di atleti in eta' molto avanzata che rappresentano solo una piccola parte del movimento master italiano e mondiale.
Perche' non dare spazio a foto di atleti appartenenti a tutte le fasce di eta' anziche' focalizzarsi solamente su quelli piu' anziani? In questo modo si ottiene l'effetto di dare un'immagine completamente distorta del settore master. Al movimento master appartengono si' i cosiddetti "irriducibili vecchietti", ma non solo loro. Vi sono anche dei quarantenni in forma in grado di correre i 100 metri in 10"80 o di saltare oltre 7 metri di lungo, cosi' come dei cinquantenni con un fisico che farebbero invidia a un giovane studente. Perche' non dedicare dello spazio anche a loro? Un reportage piu' equilibrato che non esaltasse solo il lato piu' folkloristico della manifestazione contribuirebbe ad aumentare la cultura sportiva in Italia. Posso comprendere come un vecchietto che lanci il peso o che scavalchi a fatica le siepi possa fare piu' audience di un trentacinquenne che corre i 400 in 47"50, ma ritengo anche che gli organi di informazione, quale appunto il vostro giornale di cui ho grande stima, debbano fornire un quadro il piu' possibile completo e obiettivo.
Vi ringrazio per un vostro riscontro in merito
Marco Giacomantonio

16/10/09

Sydney: due bronzi in un colpo solo!

Dopo quasi una settimana di Giochi a Sydney, finalmente il medagliere italico si muove. Eravamo fermi al bronzo di Alberto Papa nel lungo M45 di due giorni fa. Ebbene, nella nottata passata in un colpo solo sono arrivate altre due medaglie di bronzo: entrambe dal mondo dei lanci. Enrico De Bernardis, dopo il quarto posto nel martello M45 di ieri con 45,04, si sarà presentato sulla pedana nel martello con maniglia con l'animus pugnandi tipico di chi vuol portarsi a casa qualche cosa di metallico. E così lanciando 13,30 si è conquistato una sudata ma meritata medaglia di bronzo, rintuzzando gli attacchi dell'australiano Sergei Zablotskii, finitogli a soli 20 centimetri. Sufficienti però a permettergli di salire il primo piolo della scaletta degli onori. Sul medesimo piolo si è poi issato Francesco Carcioffo (al link una foto del lanciatore in-action dal sito della sua società, l'Universale Alba Docilia) terzo nel peso M60 con 12,82, contro i 14,10 dell'argento (un pò lontanino) e i 12,17 del quarto posto. Direi posizione solida. Per Carcioffo è la seconda medaglia ai Masters Games, dopo l'argento a Edmonton 2005. Settima medaglia internazionale se consideriamo invece tutte le manifestazioni extranazionali cui abbia partecipato. Nono caps con la maglia nazionale. L'unico oro fin'ora è quello ai Mondiali Master di Durban (sempre in Australia) nel 1997.
  • Il resto dell'articolo.
Le mie stime pre-Sydney, quindi, si sono rivelate abbastanza azzeccate. In gara oggi un terzo italiano, Romano Aronne, che si è classificato settimo nella gara del peso M50, terminata con 11,82. Nelle sue nove presenze con la maglia nazionale, questa è la sua migliore performance extraeuropea. Sia a Riccione-07 che a Clermont -08 non riuscì ad oltrepassare le forche caudine delle qualificazioni. A Gateshead-99 e Sindlfingen-04 giunse dopo il 10° rango. Vanterebbe anche un 5° e 6° posto agli Euro Games, ma diciamo che il settimo di stanotte vale molto di più della gara di Malmoe. Se guardiamo nel giardino globale (lato atletica), conto ormai più di mille medaglie attribuite ai Masters Games. L'Australia ha sfondato il tetto delle 500 (528). I plurimedagliati continuano a mietere successi: la F90 Olga Kotelko non riesce più a fermarsi, anche se ha gareggiato senza avversarie (proprio nel vero senso delle parole). Philippa Raschker cerca di tenere il passo (ma ha tra le 4/5 avversarie per gara), mentre un pò più problematico il Klondike per tutti gli altri atleti in cerca di oro che tentavano la scalata al trono della nonuagenaria terribile maestrina canadese. Ah! La famosa F45 Marie Kay si è portata a casa la seconda medaglia: dopo l'argento negli 80hs, è arrivato l'oro nel salto in lungo. Ma proprio le distanze e le specialità che sta affrontando sembrano suggerire che per Marie si tratti di una vacanza. A sostituirla degnamente l'altra aussie Gianna Mogentale (che come risultati però sembra un bel gradino sotto). A proposito: leggevo su un sito australiano che Marie Kay sarebbe addirittura nonna!! A 49 anni e con un fisico da 20enne (guardate bene la foto qui sopra) sembra tutto davvero incredibile. Questo è un vero spot per il mondo master!! Bill Collins, invece, dopo aver disertato i Mondiali finlandesi, sta facendosi la sua scorpacciata di medaglie, sempre insidiato dal tedesco Reinhard Michelchen, che gli arriva sempre attaccato ma che ancora non è riuscito a mettere il naso avanti. Bene, anche nei prossimi giorni aggiornamenti sui Masters Games di Sydney.

15/10/09

La scheda di Alberto Papa

(nella foto, Alberto Papa primo da sinistra, insieme ai compagni di squadra Mirko Mombelli, velocista amatore, e Luigi Papetti, velocista M45)

Alberto PAPA
Atletica Evergreen (Brescia)

Nel Salto in Lungo:
  • Primatista Provinciale con 7,72 (1980)
  • Primatista Provinciale juniores 7,72 (1980)
  • Primatista Provinciale Allievi 7,31 (1979)
  • Primatista Provinciale Cadetti 6,72 (1977)
  • Campione Mondiale Studentesco nel 1980 (Mexico City 20 Giugno 1980)
  • Gestione tecnica: Allenato dal prof. Silvano Mombelli e dal 1983 dal professor Alberto Ambrosio, ha vestito la maglia della Nazionale Juniores.
  • Caratteristiche tecniche: Nel 1987 capace di saltare 7,67 a livello del mare, dopo un bruttissimo infortunio nel 1986. Atleta dotato di una incredibile elasticità e di una non comune forza esplosiva. Capace di correre i 100 metri in 10”7.
  • Team: Ha vestito la maglia della Fiat OM Brescia, della Pejo Verzelletti e della SNIA Milano.
L'attività da Master:

Tornato alle gare nel 2007 come Master ha ottenuto i seguenti risultati
  • (MM45) 2007: 5,24 (nell’unica gara a fine stagione)
  • (MM45) 2008: 5,68 ( 4° ai Campionati Italiani con 5,52 ventoso e 5,50 regolare)
  • (MM45) 2009: 6,04 indoor (2° ai Campionati Italiani, medaglia d’argento); -5,52 ai Campionati Europei ritirandosi per un infortunio che ne ha praticamente limitato la stagione
  • 5,66 medaglia di bronzo a Sydney 2009 ai World Master Games

Masters Games di Sydney: De Bernardis sfiora la medaglia

Bella ma sfortunata impresa del nostro lanciatore di martello M45 Enrico De Bernardis ai World Masters Games di Sydney. Infatti è arrivato un prestigioso quarto posto in una delle gare dal più alto spessore tecnico fin qui viste. Per ottenerlo ha dovuto lanciare a 45,05, mentre il bronzo era un metro e mezzo più avanti. Per De Bernardis è stata questa la sua seconda prestazione di sempre, seconda solo al bronzo di Clermont Ferrand durante i campionati mondiali indoor, ma migliore del 6° posto di Riccione nel martellone e del 12° nel martello sempre in terra di Romagna. 11° evento con la maglia italiana per De Bernardis. Nei 5000 invece troviamo il 24° rango nella categoria M50 di Lello Cirelli (24'24"0). Nel frattempo aggiungo qualche utile informazione sull'unico medagliato italiano sino al momento in cui sto scrivendo: Alberto Papa, che ricordo aver vinto il bronzo nel lungo M45. Ebbene, grazie all'intervento di un suo compagno di allenamento, siamo risuciti ad avere la sua scheda tecnica. A questo link potrete apprendere le notizie della vita sportiva di Alberto Papa.
  • Il resto dell'articolo.
Sul fronte delle gare di Sydney, continua l'assegnazione a pioggia di decine di titoli (e non potrebbe essere altimenti, visto il vasto programma e le numerose categorie). Trovare il man-of-the-match, o perchè no, la woman, non è affatto facile. Diciamo subito che sono state attribuite fino ad oggi 816 medaglie (purtroppo solo una italiana). 427 sono australiane, 61 canadesi, 51 neozelandesi, 48 americane, 34 russe, 28 tedesche, 27 sudafricane, per citare le 7 sorelle più medagliate. Mancano ad occhio circa 500/600 medaglie ed il trend sembra proseguire: il 50% del bottino rimane a casa, il resto se lo dividono i paesi più vicini, i paesi "storici", e i paesi più industrializzati. Domina il medagliere ad-personam la canadese F90 Olga Kotelko, che già a Lahti si era portata a casa un pezzo di Fort Knox costituito da una decina di medaglie. Almeno là aveva trovato Gabre Gabric a renderle la strada un pò meno facile di quanto sia a Sydeny, visto che in Australia sta gareggiando da sola in tutte le specialità. Ad oggi il bottino è fermo a 5 ori, ma mancano alcuni giorni. A 4 ori l'indomabile americana Phil Raschker. 3 ori troviamo la W85 Norma Creais, l'M75 Jim Davis, la W50 Heike Forth, la W100 Ruth Frith, l'M90 Frederico Hochstatter, la W80 Marcia Petley, la W55 Rosemary Roediger, la W70 Helen Searle.

14/10/09

Campionati Italiani di Pentahlon Lanci: la classifica percentuale

La classifica dei Campionati Italiani di Pentahlon Lanci in percentuale

103,58 - M90 - ROVELLI GIUSEPPE
98,56 - F65 - DEL GIUDICE BRUNELLA
96,50 - M35 - ACQUASANTA FRANCESCO
95,32 - M50 - BELLANTONI MICHELANGELO
92,79 - F80 - FLAIBANI ANNA
87,46 - F45 - ZANOBONI MARZIA
86,02 - F40 - SAPIENZA SANTA
83,65 - M50 - INNOCENTI RICCARDO
82,17 - M55 - ZAGARIA ANGELO
82,08 - M45 - ROSSANO GIUSEPPE
80,79 - M45 - CAREZZI GIORGIO
80,77 - M60 - OCCHIALINI LUCIANO
79,92 - M50 - BARBATO MICHELINO
79,66 - M50 - D'ALBERTO ALESSANDRO
77,30 - M50 - DE FEO FRANCESCO
76,52 - M65 - DI STEFANO GIUSEPPE
74,12 - M60 - BETTUCCI FRANCESCO
73,36 - M60 - CACCIATORI FRANCESCO
73,27 - M40 - MARCHESE GAETANO
71,76 - M40 - TORTORICI EMANUELE
71,60 - F50 - MELOTTI PAOLA
70,75 - M70 - GUARINO FRANCESCO
67,15 - M70 - MASCALI ISIDORO
66,81 - F50 - SAVELLONI DANIELA
66,51 - F50 - BOLZONELLA RAFFAELLA
66,40 - M40 - ESPOSITO VINCENZO
66,20 - M65 - SCHIAVONI GIORGIO
65,46 - M55 - D'ANGELO CIRO
64,34 - M45 - CORRADINI GIACOMO
63,25 - F35 - GAROFOLI ANNA MARIA
62,29 - M45 - CELEBRIN PRIMO
59,80 - M65 - POCATERRA LEONARDO
59,00 - M65 - MANGANELLI SERGIO
58,85 - F75 - FOZZER NIVES
58,74 - F70 - MAZZOTTA MARIA LUISA
58,09 - M65 - BENEVENIA UMBERTO

Ad ottobre ancora due record italiani dai master

(foto dall'Album pubblico di Luigi Bellantoni) - Mi scuso pubblicamente con il simpatico e vitale mondo del lanciatori master, se ho dovuto aspettare tre giorni per scrivere quattro righe di Campionati Italiani di Pentathlon Lanci che si sono svolti a Napoli lo scorso weekend. In che modo si può parlare di una Manifestazione se non snocciolando numeri? Ho preso conoscenza dei risultati della kermesse di lanci direttamente dal sito Fidal, anche perchè il fatto di separare la bellissima manifestazione dal Campionato Italiano Individuale, un pò allontana anche i riflettori di tutto il resto del mondo master. Il grosso risultato l'ha messo l'M90 Giuseppe Rovelli, che è riuscito a migliorare il suo stesso fresco record (risaliva a Lahti) nel compound finale: 4161 punti contro i 4017 finlandesi. Condizione di forma tra l'altro ottima, visto che proprio a Mariano Comense il brianzolo aveva sfiorato il record nel martello (mentre a Napoli ha ottenuto la (sua) seconda prestazione italiana di sempre nel peso con 7,41. Stagione davvero irripetibile: 4 ori europei ad Ancona, 4 medaglie a Lahti (di cui 3 d'oro), 4 titoli italiani a Cattolica e 5 record nazionali... oltre naturalmente l'oro di Napoli. Detto questo, erano presenti a Napoli alcuni dei più performanti lanciatori italiani: Brunella Del Giudice, Anna Flaibani, Paola Melotti... Come stimare e pesare i titoli in poche righe senza dover fare una lista della spesa?
  • Il resto dell'articolo;-
Ho provato un nuovo metodo: la percentuale di prestazione rispetto al record italiano di categoria! Anzi, potrebbe essere il metodo meno invasivo rispetto a tutti quelli sino ad ora visti, e sui quali si è discusso, considerando che il risultato ottenuto è sempe un numero (da assumere come valore assoluto, magari arrotondando per difetto) che difficilmente potrebbe oltrepassare il "100", e soprattutto che equiparerebbe tutto il mondo master di fronte ai propri record di categoria. Beh, poi certo tutto è opinabile e sicuramente anche questo metodo ha le sue falle, ma se osservate la mia classifica dei Campionati Italiani di Pentathlon lanci (qui il link alla classifica), noterete come essa sia assolutamente eterogenea, come non vi siano categorie o gruppi di categorie predominanti e come, in definitiva, coloro che sono considerati migliori per senso comune, siano in cima alla lista. E così al secondo posto della mia classifica (naturalmente Rovelli avendo ottenuto il record italiano, ha sfondato il muro del 100%), troviamo Brunella Del Giudice, F65, con il 98,56% avendo ottenuto 4407 punti contro i 4471 del suo stesso Record Italiano. Si è avvicinato al record anche l'M35 Francesco Acquasanta (96,50%) e Michelangelo Bellantoni (95,32%). In totale 5 prestazioni sopra il 90%, stavolta non di un algoritmo (come per l'AGC) ma di un record italiano di categoria. Forse questo, più di molte astrazioni e voli pindarici, dà la portata di una prestazione. Ma offro comunque il petto alle critiche. A questo link trovate tutti i risultati dei Campionati Italiani di Pentathlon di Napoli. Cmabiamo sede, ma parliamo sempre di Master: a Celle Ligure, sabato scorso, Emanuela Baggiolini potrà dire di essere stata la prima donna master in Italia a scendere sotto il muro dei 30" nei 200hs, dopo il 29"66 nel relativo meeting dell'Amicizia. Questo in costanza dell'altra unicità che può vantare, cioè di essere la sola atleta over-35 ad essere scesa sotto il muro del minuto sui 400hs. 2° record italiano dell'anno sui 200hs (dopo il 30"12 a Saint Christophe un mese fa). Con i due record di cui ho parlato qui sopra, il totale di record italiani ottenuti all'aperto nella stagione di grazia 2009 dovrebbe salire a 132, con una sorprendente parità: 66 femminili e 66 maschili. Di questi, 7 record li ha ottenuti Gabre Gabric, 6 Vincenzo Felicetti, 5 Mario Longo, Giuseppe Rovelli e Ugo Sansonetti.

13/10/09

Andrea Cremona intervistato da MondoEvergreen che nell’occasione non era….Mirko Mombelli

Presento una simpatica intervista prodotta all'interno di un gruppo di master-amatori bresciano: l'Evergreen.
  • MondoEvergeen: Buonasera Andrea, che stagione è stata per il tuo gruppo?
  • Andrea Cremona: E’ stata un’ottima stagione per tutti
  • MondoEvergreen: Dal punto di vista dei risultati?
  • Andrea Cremona: No, penso che quelli ormai non contino più. Penso però che ognuno di noi abbia vissuto momenti che ricorderà sempre con particolare coinvolgimento
  • MondoEvergreen: In che senso?
  • Andrea Cremona: Attilio ha vestito la maglia della Nazionale Master ai Campionati Europei Indoor, Luca ha fatto il suo record di presenze in una stagione gareggiando 10 volte nel 2009, Riccardo, che è tornato in pista dopo anni di assenza, ha scoperto che il Giavellotto sarà la sua gara per i prossimi anni; Lucio che ha saltato oltre 6,60 nel Lungo ai Campionati Nazionali A3 ha scoperto che correre lo diverte ancora, Alberto è arrivato 3° ai World Master Games in Australia e Mirko la sera del Memorial Cremona, al Campo Calvesi, dopo essere stato premiato con la coppa del 4° classificato ha festeggiato con un giro del campo da solo sotto la pioggia..
  • MondoEvergreen: Non dimenticare il tuo 3° posto nella classifica Amatori del Trofeo Felter 2009.
  • Andrea Cremona: Credo che il mio terzo posto sia arrivato grazie all’impegno di tutti, senza il mio gruppo non avrei gareggiato e quindi è una coppa che alzeremo insieme. Peccato che Luca l’abbia sfiorata per il secondo anno consecutivo. Sarà il traguardo per tutti nel 2010, anche per Attilio che ha scoperto di poter arrivare molto in alto nei Master 50.
  • MondoEvergreen: Non dimenticare anche l’altra tua coppa della stagione…
  • Andrea Cremona: Ti riferisci a quella che ho ricevuto al Memorial Cremona come 2° classificato. E’ stato un evento che nonostante la pioggia e il freddo io, Luca e Mirko abbiamo affrontato con grande determinazione. Con Luca 3° siamo stati tutti e tre premiati ed stato molto importante. Vorrei sottolineare che Mirko era talmente coinvolto che per la tensione pre-gara gli era salita la febbre a 37.5! Poi però, tecnicamente, ha corso la sua gara migliore degli ultimi anni e, iniziando ad accelerare soltanto dopo quaranta metri, ha vinto la sua serie di oltre mezzo secondo sul miglior avversario. Nell’uscita dai blocchi è stato disastroso tutta la stagione, per questo in staffetta ha fatto le frazioni “lanciate”!
  • MondoEvergreen: A proposito la vostra staffetta 4x100 finalmente è scesa in pista!
  • Andrea Cremona: Abbiamo corso due volte e vinto entrambe le serate del Trofeo Felter ma cosa più importante ci siamo divertiti. Nella gara di Maggio abbiamo corso in 49”02 con cambi disastrosi e rallentando ad ogni passaggio del testimone, recuperando grazie ad una bella quarta frazione di Luca capace di correre 80 lanciati in 9”5; nella gara di Settembre Riccardo ha corso infortunato e nonostante Mirko abbia corso gli 80 lanciati in 9”2 non ci siamo migliorati. Peccato, eravamo una staffetta da 48” e forse meno
  • MondoEvergreen: A inizio stagione, se non ricordo male, qualcuno disse che i record sono fatti per essere battuti…
  • Andrea Cremona: Lo dissi io e anche se quest’anno sono rimasto lontano dal “meno 12 “rilancio la mia sfida a Mirko per il 2010!
  • MondoEvergreen: Che 2010 sarà?
  • Andrea Cremona: Speriamo che si possano ripetere i momenti di divertimento delle ultime due stagioni e di potersi allenarsi con maggiore continuità. Poi avremo un compito assai arduo!
  • MondoEvergreen: Quale?
  • Andrea Cremona: Tenere Mirko in pista e lontano dalla Pallamano..
  • MondoEvergreen: Perchè?
  • Andrea Cremona: Perché vorrebbe ricominciare a giocare a Pallamano dalla fine del 2010, che per lui sarà l’ultima stagione come Amatore TM! A Handball io l’ho visto giocare, si vede che ha giocato in passato e che si muove bene con il pallone “in mano” ma ora deve pensare a tornare sotto i 13 nei 100 metri, è guarito dai suoi tanti infortuni e non avrà più scuse...
  • MondoEvergreen: Vedrai che ci riuscirà...
  • Andrea Cremona: Lo penso anche io, io lo precederò di qualche metro e mi congratulerò con lui..la sfida nel Mondo TM continua!

Chi ha paura del master cattivo?

L’angolo del Duca: Chi ha paura del master cattivo?
La stagione agonistica in pista è ormai finita, sono passati quasi due mesi dall’ignobile prestazione della spedizione italiana ai campionati del mondo di Berlino e le critiche, le polemiche e quant’altro nei confronti di Arese stanno sempre piu’ attenuandosi anzi, il simpatico faccione piemontese ha fatto anche pace con Howe per cui, tutto sommato, l’opinione pubblica non puo’ che essere soddisfatta.
Adesso, coloro che seguono l’atletica dall’esterno si sentiranno piu’ tranquilli, ma sicuramente negli ambienti degli addetti ai lavori, i vari tecnici federali, collaboratori, organizzatori e quant’altri staranno architettando, per il rilancio dell’atletica italiana, chissà quali rivoluzioni. Questo potrebbe pensare qualsiasi appassionato ed invece pare che, nei cosiddetti ambienti che contano, uno dei problemi maggiormente sentiti sia quello di quanto rompono le balle i master, in altre parole la parola d’ordine è: parlare male dei master! E’ un argomento che avevo già introdotto quando dissertai sulla famosa lettera aperta di Felicetti pubblicata da Atleticanet ed in tal senso tutti si erano soffermati a commentare il contenuto della lettera in sè, ma non la premessa che aveva stimolato la mia critica, il crescente dissenso, per non parlare di astio vero e proprio, nei confronti del movimento master in pista, da parte di tutti coloro che fanno parte del mondo dell’atletica in pista.
Credo che questo sia veramente un tema delicato e mai come in questo caso sarebbero utili le opinioni e le esperienze personali di tutti. Ora, devo sinceramente dire che io riporto le esternazioni di chi frequenta certi ambienti quasi quotidianamente e che mi riporta di tale crescente insofferenza nei confronti del nostro movimento, ma che stiamo parlando principalmente di situazioni legate all’atletica lombarda. Le stesse impressioni, pero’, mi dicono essere state raccolte anche nell’ambito di manifestazioni nazionali.
Ho cercato di capire quale fosse il motivo di tale astio, ma non sono riuscito a capirlo, di certo c’è solo l’effetto ma non la causa della situazione e l’effetto l’abbiamo potuto, peraltro, constatare in Lombardia con l’assurda introduzione dei minimi solo per i master ai campionati regionali o con altre discriminazioni puntualmente riportate dal nostro sito. Credo, quindi, che il problema esista, vorrei capire se è così diffuso in tutta Italia ma, al di là della sua reale portata, mi sembra importante trovare una risposta. Certo, io sono stato il primo ad attaccare gente come Felicetti per un intervento che poteva evitare, ma in fin dei conti aveva solo scritto una lettera ad un sito specializzato in atletica su pista. Certo, talora alcuni atleti, specie quelli piu’ anziani, hanno avuto delle pretese un po’ assurde in relazione alla portata reale dei loro risultati, ma che fastidio hanno procurato? Certo, talora si vedono atleti master in manifestazioni importanti fare tempi molto alti, ma quanti sono poi gli atleti master che arrivano ultimi in una gara? Direi pochissimi, perché c’è sempre qualche allievo o addirittura senior che fa peggio di lui.
Certo…. ma con tutti i problemi che ha l’atletica italiana, di immagine, di visibilità, di cultura sportiva, di strutture, di avviamento dei ragazzi, di credibilità dei dirigenti, di competenza dei tecnici e potremmo andare avanti, è normale che si debba parlare male dei master? Io non so chi lo fa, anzi qualcuno lo conosco pure, ma dico solo che chiunque si permette di infarcirsi la bocca di insulti nei confronti di un atleta master si deve semplicemente vergognare e lo esorto ad andare a sfogare le proprie frustrazioni altrove, non permettendosi piu’ di parlare gratuitamente di persone che hanno scelto di dedicarsi a questo sport con tutta la passione che hanno dentro. Se questa stessa passione l’avesse realmente chi gestisce l’atletica che conta, sicuramente i risultati finali sarebbero ben diversi da quelli sotto gli occhi di tutti.
Ma se qualcuno di questi bensanti, che poi quando li incontri ti sorridono pure, avesse il coraggio di esporre pubblicamente il suo dissenso lo faccia pure, questa è l’occasione, ma dubito che succederà e non perché non leggerà questo articolo, ma perché il coraggio appartiene solo a chi vive realmente di passione.
IL DUCA

12/10/09

Sydney-09: Clamorosa medaglia italiana nel salto in lungo M45

(un fotogramma della cerimonia d'apertura da flickr.com) - Insperata, non preventivata, assolutamente a sorpresa è arrivata la prima medaglia della mini-spedizione italiana in Australia nell'atletica leggera, alle grandi "Olimpiadi" Master di Sydney, dove oltre 28.000 atleti da tutte le parti del Mondo stanno in questi giorni confrontandosi in una trentina di sport. A vincerla (una medaglia di bronzo) il bresciano Alberto Papa, all'esordio internazionale come master, nel salto in lungo M45. Inviati un paio di SMS a chi di dovere, ho scoperto che Alberto è tutt'ora dententore del record provinciale bresciano assoluto del salto in lungo con un mirabolante 7,72 ottenuto a Città del Messico nel 1980, quando vinse anche i Campionati mondiali studenteschi... era allievo. A Sydney il medaglione è arrivato con un balzo a 5,66, sufficiente a distanziare di 2 centimetri l'indiano Fareez Vasaania. A 16 centimetri l'argento del tedesco Schwarz e a 20 l'oro dell'americano Blakemore. Secondo i miei calcoli questa dovrebbe essere la terza medaglia mai vinta da un italiano ad un Masters Games, dopo i due argenti nel peso a Edmonton nel 2005. Ma un attento studio ci farà correggere anche questo dato nei prossimi giorni. Dai 100 maschili arrivano invece due ottime prestazioni (entrambi sesti) di Marco Giacomantonio ed Emiliano Raspi. Marco corre la semifinale nei 100 M40 in 11"87 e passa con il 6° tempo in finale. Nell'atto conclusivo, sesto rango con 12"02. Ma chi ha conosciuto il suo infortunio dell'ultimo mese, sa che l'essere arrivato in finale è davvero una grande cosa. Tra l'altro, se si fosse presentato con la forma pre-infortunio, sperare in una medaglia non sarebbe stato azzardato. Emiliano Raspi, per parte sua, era già passato direttamente in finale ieri in mattinata, correndo in 11"55 le batterie. In finale ribadisce l'11"55 e pochi centesimi più avanti si trovava il 5° e il 4° posto (rispettivamento con 11"53 e 11"49). 10"96 per il vincitore, l'australiano Matthew Pilkington, ha corso in un ottimo 10"96, tempo che gli avrebbe consentito di giocarsi l'oro anche a Lahti. Ecco un piccolo resoconto di Marco della seconda giornata (poi, beato lui, continuerà la sua vacanza tra Australia, Nuova Zelanda e Dubai)...
  • la mail di Marco;-
"Con la giornata di oggi termina la mia breve esperienza ai World Master Games. Un evento ben organizzato e del tutto degno di quella che potrebbe essere considerata come una vera a propria Olimpiade Master. La cerimonia di apertura era spettacolare! Gli impianti favolosi e l'organizzazione nel complesso direi molto buona! Atmosfera molto entusiasmante, come nei migliori eventi master internazionali. Nei 100 metri e in altre gare, livello medio complessivamente piu' basso che ai Mondiali, soprattutto nella categoria M40 dove mi è bastato correre in 11"87 per entrare in finale. Alla fine ero cotto e sono giunto 6° con 12"02 per mancanza di allenamento. Finchè non avrò completamente risolto i miei problemi fisici non potrò allenarmi come si deve, basti pensare che è da fine Agosto che vado avanti solo a 30 metri con ampio recupero... Buone prestazioni negli MM45 (11"29, 11"33, 11"33) i primi 3, negli MM55 Bill Collins ha vinto in 11"76 di fronte a un illustre sconosciuto (almeno per me) che ha corso in 11"86 e che mi ha detto di vantare un personal best all time di 10"9. Qualche sprazzo anche negli MM35 dove hanno vinto con meno di 11"00. Vorrei inoltre sottolineare come la presenza della categoria MM30 abbia portato nuova linfa a questa manifestazione, credo che come piu' volte sottolineato, anche la federazione Master di Atletica dovrebbe seriamente prendere in considerazione l'idea di introdurre questa categoria. Contribuirebbe a colmare il gap di una fascia di atleti ormai troppo anziani per competere a certi livelli in campo assoluto, ma troppo giovani per gareggiare coi master e ad avvicinare due espressioni neanche troppo diverse dello stesso sport."
N.D.R.: lo sconsociuto avversario di Collins era il tedesco Reinhard Michelchen, che nella storia sportiva di Collins, insieme all'americano Peyton è stato uno dei suoi avversari "più vicini".