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27/11/10

L'eutanasia dei c.d.s. per Rondelli

(foto Fidal della Bruni Vomano) - Bisogna arrivare fino a pagina 222 dell'ultimo numero di Correre di novembre (che ho acquistato per leggermi gli articoli di Luca Landoni, non per altro) per trovare l'opinione incriminata di Giorgio Rondelli sui C.d.S. assoluti che si sono tenuti a Borgo Valsugana a settembre inoltrato. Il titolo è già di per sè indiziante sulla musica che accompagnerà l'articolo "Eutanasia di un campionato" e ripercorre ad ampie volute ciò che da due anni si sta ripetendo dalle pagine di questo sito. I C.d.S. Assoluti sono una farsa, destituita di ogni significato sportivo, sporcati da logiche d'interesse. La Cricca composta da qualche società civile che porta in dote numerosi punti-voto (attribuiti come i punti dell'Esselunga alle società che meglio vanno... proprio ai c.d.s., in un domino di interessi incrociati autoperpentrantisi), pur di fregiarsi e lottare per lo scudetto, ha così barattato l'Arese II per il nuovo comico C.d.S.. Del resto oggi in Italia funziona un pò tutto così: amici, amici degli amici, amici che conoscono gli amici e che possono fare un favore agli amici. Tutto rigorosamente in famiglia. Rondelli nella sua opinione sui c.d.s. sostiene "la perplessità per un campionato che non esprime la reale forza dei club in questione, ma che, grazie ad un regolamento tutto da discutere, permette loro di utilizzare gli ex atleti, che attualmente gareggiano per squadre militari". L'appunto interessante è proprio questo: lo Stato paga gli atleti militari per essere professionisti, che poi si trovano a correre per società civili... gratis. A tal proposito, scrive Rondelli "Andando a guardare i numeri si può vedere infatti che sui 26 punteggi necessari per fare classifica, sia per la Bruni Vomano sia per la Sai Fondiaria, ben 16 sono stati realizzati da atleti militari in prestito oppure da stranieri, per lo più mezzofondisti africani assoldati per un pugno di euro". 
Il successivo passo logico è degno di nota, perchè il coach di Cova e Panetta, pronostica che in futuro le squadre civili lasceranno emigrare "spintaneamente" i propri giovani migliori verso le sqaudre militari senza cercare di mantenerli nel proprio team, visto che poi potranno impiegarli nelle gare societarie a costo zero. Le conclusioni sono sconfortanti: "eutanasia di un campionato che sino alla fine degli anni 80 era davvero una manifestazione di bel altro livello". Belle le chiose finali contro questo mandato di stampo-Asics: "Ma è meglio rassegnarsi al peggio visto che da tempo la politica federale è quella di dare un contentino a tutti". Naturalmente tutto il pezzo lo trovate su Correre. 
Ci si chiede come si possa andare avanti così, ma noi italiani siamo abituati al peggio, no?

27/09/10

L'angolo del Duca: Levorato, Marani... due esempio agli antipodi

Le accalorate dissertazioni di Andrea sulla formula dei c.d.s. si sposano perfettamente con i risultati tecnici che sono scaturiti dalla due giorni di gare, appena conclusesi a Borgo Valsugana in provincia di Trento. Certo, a piccolissima giustificazione di prestazioni non esaltanti, va evidenziato il periodo dell’anno in cui l’esimia federazione ha deciso di assegnare gli scudetti dell’atletica e questo è sicuramente il quarto punto che aggiungerei alle tre proposte fatte, in concreto, da Andy: la scelta di una data diversa, nel cuore della stagione agonistica. Ma tant’è, questo è quello che oggi passa il convento e questo è quello che bisogna commentare. La vittoria è andata, forse contro pronostico in campo maschile, alla Bruni Vomano Teramo che ha battuto, di soli 8 punti, i campioni uscenti dell’Atletica Riccardi Milano. In campo femminile conferma della Sai Fondiaria Torino che l’ha spuntata, in maniera meno evidente delle previsioni, sulla Italgest Milano. Tantissimi complimenti ai vincitori perché, in ogni caso, chi vince merita sempre il massimo degli encomi ma, come detto, non si può non ribadire la pochezza tecnica dei risultati di una manifestazione che dovrebbe essere il fiore all’occhiello di tutto il movimento nazionale, il vero stimolo per i giovani ad avvicinarsi a questo sport. Il bello di questa competizione, infatti, dovrebbe essere l’opportunità data ad atleti, per cosi’ dire minori, di poter gareggiare con i grandi campioni, ma di questi, a Borgo Valsugana, se ne sono visti pochissimi e, mi sia consentito, il loro impegno, in taluni casi, è stato abbastanza discutibile.
Un Gibilisco che salta 5,20 e se ne va in tutta fretta senza neanche partecipare alla festa finale della sua società che, per la prima volta vince lo scudetto; una Grenot che viene sbandierata nel trafiletto di presentazione dalla Gazzetta e poi non si presenta proprio al campo di gara, sono, in estrema sintesi il senso del totale fallimento o, se vogliamo, del non senso di una manifestazione che, cosi’ concepita, fa piu’ male che bene a tutto il movimento.
Ma come sempre mi piace entrare nel merito di approfondimenti particolari e dopo aver comunque fatto il doveroso plauso alla miglior prestazione tecnica della giornata, il 7.98 nel lungo di un ritrovato, da mille infortuni, Da Castello, voglio raccontare due brevi storie.
Manuela Levorato e Diego Marani sono due atleti, velocisti ( 100, 200 mt e staffetta veloce). Tutti conoscono la Levorato, molti, credo ormai, conoscono Marani, promessa di belle speranze, classe 1990, che quest’anno ha avuto l’onore di gareggiare al Golden Gala di Roma nella serie dei più  forti sui 200 mt. stabilendo, tra l’altro, il suo personale con 20”91.
Bene, il baldo giovanotto di Mantova, personaggio di poche parole e molta sostanza, almeno sino ad ieri, rappresentava certamente una delle frecce migliori nell’arco della famiglia Tamaro. Sabato ha contribuito alla vittoria della 4x100 ed ieri, sui blocchi di partenza, vantava la miglior performance stagionale tra i partecipanti, in ogni caso 4° tempo dell’anno dopo l’irraggiungibile Howe, Galvan e Donati. Il risultato finale recita 21”73, nono posto ex aequo in classifica, un punteggio gara di 15,5 punti, neanche a farlo apposta 8,5 in meno di quelli ottenuti dal triplista Greco della Bruni, buon velocista ma non specialista della distanza, che ha vinto con 21”24. Casualmente la Riccardi ha perso il titolo di 8 punti ma, per un gioco di scarti, quelli dei 200 potrebbero anche non essere stati decisivi. Rimane il fatto che la prestazione ha del clamoroso, c’erano condizioni climatiche piuttosto buone, vento a favore anche in curva, si gareggiava in leggera altura, insomma tutto per fare bene ed invece… Mi sono ovviamente ben documentato sul fatto che il ragazzo potesse essersi fatto male, ma pare proprio di no anche se, alla fine della gara, qualcuno ha sentito dirgli che gli doleva leggermente dove si era infortunato proprio nel corso del Golden Gala….. e quindi, aggiungo io, non ha voluto rischiare per non compromettere il prosieguo della stagione….
Ma come? La tua società lotta punto a punto per riconquistare un titolo italiano a cui tiene tantissimo e per cui ha fatto sacrifici economici notevolissimi e tu, giovane di belle speranze, ti spaventi, ammesso che sia vero, per un dolorino e tiri i remi in barca per paura di farti male nell’ultima gara dell’anno. Personalmente, e chi mi conosce sa che non ho alcun tipo di relazione con la Riccardi, sono rimasto indignato per questa cosa, per questo scarso attaccamento ad una maglia, alla passione di chi sta dietro e di tutti quelli, suoi compagni di squadra, che hanno invece dato l’anima per ottenere un risultato che è sfuggito per un soffio. Veramente un esempio negativo che viene ancor più amplificato da colei che ha,invece, illuminato questi oscuri campionati di società. 
Lo so, qualcuno penserà che sono fissato nell’encomiare ed esaltare le gesta di Manuela Levorato, ma sono fatto così, sono solo per gli estremi: grandi passioni o grandi ostilità. Tanto mi era invisa la signora Levorato nella prima parte della sua carriera agonistica per certi atteggiamenti fuori dalle righe che, a mio avviso, la rendevano antipatica e di cattivo esempio, tanto mi appassiona adesso con il suo entusiasmo, la sua voglia di rivalsa, il suo grande amore per l’atletica.
Forse esageravo prima, forse esagero adesso, ma quel che ha fatto la Principessa di Dolo nei due giorni dei c.d.s. è, a mio avviso, spettacolare. Ha vinto i 100 in 11”59, fatto vincere la 4x100 e vinto ancora sui 200 che ha corso, per la prima volta nell’anno, in 23”68 e rifilando 90 centesimi all’allieva di Di Mulo, la ormai famosa, grazie a WebAtletica e forse solo per WebAtletica, Tiziana Grasso.
L’ira agonistica di Manuela mi ha ricordato la sposa di Kill Bill ed in tal senso ho voluto questa copertina, intesa come la vendetta di un’atleta assurdamente bistrattata agli Europei di Barcellona con l’esclusione dalla staffetta di cui tanto abbiamo parlato. Come gli atleti veri ed autentici, Manuela ha voluto subito reagire, dimostrando a tutti che Lei è ancora la numero 1 e lo sarà sicuramente ancora per tanto. Un’atleta di 33 anni che prepara, con il massimo dello scrupolo, un appuntamento invero di poco prestigio, che si sacrifica, facendo tre gare in 24 ore, dando il massimo in ciascuna e sapendo, oltretutto, quanto le possibilità di vittoria per la sua squadra fossero minime, rappresenta una delle poche speranze per un’atletica italiana allo sbando. Credo veramente che Manuela Levorato sia, meglio di chiunque altro, in questo momento, il punto di riferimento per tutti quegli atleti che amano questo sport, per quelli che vogliono intraprenderlo e per quelli che non sanno se continuarlo o meno.
Manuela Levorato è l’atletica italiana,per il suo passato, per il suo presente e per il suo futuro che, sono stracerto, sarà ancora molto luminoso…..e mi raccomando, ripassa bene l’inglese nei prossimi due anni.

IL DUCA

26/09/10

Toh, c'era la finale dei C.d.S. assoluti...

(Una Manuela Levorato sfavillante in Trentino) - Quanto percepisce uno statale "al giorno"? Il calcolo è facile definirlo: diciamo che un livello basso percepisca circa 1300 euro, comprensivo di contributi pensionistici arriviamo a circa 2200 euro (calcolo in grande difetto). Dividiamo per 26 giorni (quelli lavorativi medi) e ci viene il totale che quello statale costa a tutti noi contribuenti ogni giorno: circa 84 euro. Ora, nel fine settimana (calcolo effettuato solo sulla serie Oro) 101 militari (la "carica dei 101") sono tornati a gareggiare per le società d'origine (secondo voi tutti gratis?) ai Campionati di Società: per le tasche dei contribuenti, il colpo di genio di "offrire" la possibilità di far rientrare impiegati dello Stato a servizio di soggetti privati, comporterà un esborso di quasi 17.000 euro (calcolato sulle due giornate di c.d.s.). Probabilmente pochi nell'oceano degli sperperi nazionale. Vediamola da un'altra prospettiva: noi italiani paghiamo 101 persone sotto forma di tassazione diretta ed indiretta, affinché queste persone anziché portare una divisa con tutto quello che comporta l'investimento di immagine verso l'esterno (come può essere anche la tuta delle Fiamme Oro, dei Carabinieri o della Finanza) indossino la casacca di soggetti privati affinché questi perseguano i loro fini (sportivi). Questi sono i Campionati di Società oggi. Almeno un tempo questa pratica chissà quanto giuridicamente ammissibile (esistono combinati normativi abbastanza severi sulla possibilità di svolgere attività esterne alla propria nelle Forze dell'Ordine... oltre che ai codici di regolamentazione delle pubbliche Amministrazioni) si limitava alla Coppa Italia, e il numero di "militari" era davvero limitato. Si poteva chiudere un occhio, a fine stagione: adesso la pratica è talmente diffusa che non ci si può non soffermare a riflettere sul fenomeno. Ma è passata pure questa: un regolamento di una Federazione sportiva risulta "a scavalco" delle norme che regolano la vita di uno Stato in barba alla gerarchia delle leggi.
Naturalmente le società civili hanno sempre messo sul piatto il mancato introito degli indennizzi sui trasferimenti degli atleti migliori alle società militari: ma come faceva (o come fa) lo Stato a fare compra-vendita di atleti? E' eticamente inammissibile. Quindi nella mancata risoluzione di questo annoso quesito (le società civili rinvendicano investimenti sugli atleti, come il costo degli allenatori utilizzati, le cure mediche, l'abbigliamento, le diarie, i premi... che poi svaniscono nel nulla, visto che un giorno si presenta l'emissario di una società militare e si porta via il frutto del tuo "lavoro") oggi ci troviamo quello che (sapete già come la penso) è un "papocchio", o come altre volte meglio definito, il calar di braghe dell'attuale Fidal a chi materialmente l'ha eletta senza pensare evidentemente agli sfacelli che avrebbe portato a tutto il movimento. La soluzione peggiore a quel problema che sicuramente non è da sottovalutare: se investo, è giusto che venga risarcito per poter domani continuare la mia opera di ricerca del talento a livello capillare. Do ut des. E' innegabile invece che per decenni è stato un solo "dare" senza ricevere mai nulla da parte delle società civili. Questo è il problema, e la montagna ha così partorito il topolino. Il problema è diventato un'occasione per qualcuno (tipico di noi italiani) di favorire qualcuno (troppo), penalizzare qualcun'altro (troppo) senza trovare poi quello che dovrebbe essere la vera mission del sistema-atletica: favorire la diffusione dell'atletica stessa.
A questo, ve lo ricordate, si arrivò con un blitz normativo di una scorrettezza davvero disarmante a fine novembre 2008, all'indomani delle figuracce olimpiche, mondiali ed europee dell'Arese I, che per essere rieletto evidentemente doveva fare qualche regalo sostanzioso ai suoi grandi elettori. L'esclusione delle società militari in effetti ha privato di qualsiasi interesse questa manifestazione, che ogni anno diventa sempre più triste, nonostante l'accanimento terapeutico su di lei praticato. Tutti tentativi di agghindare un cadavere. Rimane sempre morto, purtroppo, anche col vestito migliore.
La Gazzetta dedicava ieri un piccolo trafiletto di 5 righe ai C.d.S. vaticinando lo scontro tra la Grenot, la Milani e la Spacca sui 400. La Grenot, che chi la capisce è bravo (deve essere proprio un peperino), invece non si è nemmeno presentata (ha pure la convinzione che i 400 metri siano in realtà 395 metri; ma poi, qualcuno l'ha mai vista sorridere? Dai, Libania, ci si deve divertire!) sbugiardando pure quelle due righe della Gazzetta che su di lei puntavano per far attirare un pò l'attenzione sulla manifestazione.
Nel frattempo i meccanismi propri delle società civili hanno portato ad ulteriore "elitarismo": già ieri potevamo dire che i C.d.S. erano di fatto finiti, ma chiunque avrebbe detto la stessa cosa prima che tutto fosse iniziato: pochissime società in lotta per gli scudetti: un paio tra gli uomini e una sola tra le donne. Il famoso utilizzo di allievi, junior e promesse ha inopinatamente sbugiardato la federazione che aveva reclamizzato la cosa come la panacea all'emoraggia di giovani dall'atletica. Le società civili  (dopo l'epurazione di quelle militari... ma che servono a fare adesso?) fulminate sulla Via di Damasco avrebbero iniziato a cercare i giovanissimi campionicini del domani, dando nuova linfa all'atletica italiana partendo dalle scuole. In realtà alle grandi società civili non gliene è importato assolutamente nulla dei giovanissimi, visto che si è registrata una inopinata corsa ad accappararsi i migliori in circolazione solo a partire dagli allievi (quelli che portano punti ai c.d.s.) che altri soggetti (i più meritevoli) piccoli allenatori di provincia si sono sbattuti per trovare. Nessun investimento sulle categorie cadetti, ragazzi, ma solo cash per gli allievi e gli junior. Se fossimo in un sistema evoluto, la cosa sarebbe anche auspicabile. Gli atleti passerebbero dalle società più piccole a quelle più grandi, fino a finire a quelle "professionistiche" (da noi quelle militari). Purtroppo a tutto manca il primo anello: la solidità delle piccole società, la mancanza di fondi previsti per esse (anche con 100.000 atleti tesserati, non valgono nemmeno 1/100 a livello di voti, di una società che arriva davanti a loro ai C.d.S. ma con 10 atleti), ed in generale l'assoluto menefreghismo sulle loro sorti.
Il famoso discorso che facevo prima sugli indennizzi alle società civili da parte dello Stato, a questo punto assume un'altra prospettiva, molto meno nobile: le società civili che lottano per lo scudetto oggi, in realtà non si sono cresciute la stragrande maggioranza dei campioncini in casa nel corso degli anni. Quasi sempre non li hanno trovati loro. Li hanno "presi" giusto un paio di stagioni (in molti casi una sola) prima che gli stessi fossero accapparrati dalle società militari!
Cosicchè con la nuova formula dei c.d.s., una volta diventati "militari" e stipendiati dallo Stato, i giovani si sarebbero trovati professionisti: da crisalidi a farfalle. Cioè lo Stato aiuta le metamorfosi degli atleti (grazie ai privilegi, stipendio incluso, che l'appartenere ad un gruppo con le stellette fornisce) che poi le società civili sfrutteranno per la loro piccola battaglia settembrina. Capite cosa voglio dire? In generale è un pò come il discorso sullo "scudo fiscale": puntare su un obiettivo minimo, nascondendo gli incredibili nonsensi morali di cui la cosa si è macchiata. Ma pensavate che avremmo avuto qualche cosa di meglio dopo quello cui abbiamo assistito in questi anni?
Sui risultati sportivi in sè, sarà il Duca stesso ha produrre una delle sue ormai leggendarie emanazioni. I risultati, comunque, non sono stati proprio a livello di uno dei massimi appuntamenti dell'atletica su pista in Italia: mi piace solo ricordare Manuela Levorato che ha stampato un notevole 11"59 sui 100 (penso che ci fosse parecchio freddo lassù in Trentino), mentre per il resto un bel campionato regionale stile-Lombardia.
La proposte (perchè non si può solo criticare)?
  • Reintrodurre le società militari alla finale dei c.d.s. come punto primo. Volenti o nolenti, l'entusiasmo e la fattività delle società militari determina il campione statistico tra il quale emergono gli atleti di caratura internazionale. L'umiliazione cui sono state sottoposte, invece, ha prodotto tutto questo: davvero, a cosa servono oggi le società militari oggi? Chiuderle, come in molti si auspicano, in realtà sarebbe la soluzione peggiore se teniamo all'immagine dell'atletica nazionale: nessuno sponsor oggi fornisce a nessun atleta che può essere un campione domani, certezze quali quelle di un posto fisso finita la propria carriera: si rinuncia di fatto a 10/15 anni della propria vita professionale per allenarsi... proprio quelli dove si entra nel mondo del lavoro. Come indennizzare questa "perdita"? Se invece vogliamo che non vi siano militari, non dobbiamo nemmeno pensare che l'Italia possa avere un'atletica decente a livello internazionale. Facciamo i nostri campionati nazionali, regionali e provinciali e godiamo di quel poco.
  • Togliere le assurde regole sulla presenza di allievi, junior e promesse ai c.d.s.: gareggiano solo i migliori della società. Più regole ci sono, più una manifestazione perde di fascino e allontana sponsor, media e pubblico. Scarti di punteggi, calcoli astrusi, e alla fine un titolo che si vince con troppi punti. Troppo complicato. 
  • Prevedere una forma di indennizzo per le società civili che non vincolino a vita gli alteti (militari) ad esse, situazione che dà vita ai meccanismi perversi sopra descritti. Adesso, trovare quali formule per indennizzare chi fa l'opera più importante (portare i ragazzi in pista) non è certo un compito facile. Ognuno dovrebbe dire la propria, tipo... iscrizioni gratis alle gare?
Vi rimando comunque per l'analisi tecnica dei c.d.s. all'articolo del Duca che comparirà presto su questo sito

27/06/10

C.d.S. Master in pompa magna

(la Daini di Carate schierata all'Arena dopo la vittoria nella fase regionale del c.d.s. Master) - Si è chiusa questo fine settimana la prima ed unica fase dei c.d.s. Master, quella cioè che porterà dritta-dritta a Cagliari. Durante le scorse settimane avevamo sentito alcuni esponenti anche illustri lamentarsi della location sarda (per carità non voglio suscitare altre polemiche!): mi chiedo solo se, visto che qualcuno quasi sicuramente rinuncerà alla trasferta, potrà essere sostituito da altre società giunte nelle immediate retrovie. Per quanto riguarda le gare appena terminate, se posso permettermi, non so se sia ancora il caso di organizzare tanti c.d.s. regionali, piuttosto che 5 o 6 raggruppamenti interregionali, che raggruppino qualche società e qualche atleta in più: vedere serie di 100 metri composta da un solo atleta è un pò deleterio per la prestazione stessa dell'atleta e in generale per tutto il movimento. Ma rimane una mia idea personale. Comunque sia, quest'anno ho avuto l'onore di partecipare con la mia piccola armata brancaleone ai c.d.s. Master lombardi nel leggendario anfiteatro dell'Arena civica meneghina. Bellissima manifestazione, ottima organizzazione (quando ci vuole, ci vuole!). E poi sono stato testimone della grande sorpresa: la Daini Carate maschile che batte per la prima volta (presumo) le schiere agguerrite di Ambrosiani (a dire il vero azzoppati dalle assenza letali di Giancarlo D'Oro e Roberto Vaghi). Lo spirito societario domina sulle prestazioni dei singoli e il divertimento è garantito. Poi in Lombardia si arriva quinti con un punteggio con il quale si vincerebbe in una dozzina di regioni, ma questa è un'altra storia che analizzeremo strada facendo. Intanto ho percepito l'aria elettrica (tante telefonate, dai compagni agli avversari, alle mail) intorno al conclave riunito a Roma e che sta raccogliendo i risultati dei societari da tutte le regioni. Si sono chiusi tutti nella cappella Sistina della Fidal e fra poche ore uscirà il responso dal comignolo (per noi attori non protagonisti che navighiamo a ridosso della border-line... 9400? 9300?) che potrebbe permetterci di prenotare qualche posto su un volo Ryanair diretto a Cagliari. Per ammazzare l'attesa, vediamo quello che è successo in alcune delle sedi dei c.d.s.. Dal settore record arriva l'ennesimo miglioramento sui 400 M65 da parte di Giuseppe Grimaudo, che con 1'01"61 sui 400 M65 si regala (ha compiuto gli anni il 27) il secondo record italiano in meno di due settimane. Il terzo gli arriverà poi nella 4x100 M60 del Cus Palermo, dove con 51"58 cancella una sorta di ex-aequo tra Ambrosiana e Amici del Tram de Opicina, asserragliati rispettivamente a 52"1 e 52"16. Da Mestre arriva la news di Lorenzo Muraro che abbassa il suo stesso record M40 dei 200hs: 26"05 contro il 26"42 precedente. Desta sensazione sicuramente anche un sub-26" nei 200 femminili da parte di Maria Ruggeri (1969): 25"94 con -0,3 e cancellato dopo 10 anni il record di Paola Melis dopo i diversi tentativi dell'anno scorso da parte della sicialiana. Prima donna sotto i 26" dopo i 40 anni: un altro piccolo pezzo di storia master scritto sulla pista di Siracusa. E non potevano mancare alla riscrizione della velocità femminile sia Umbertina Contini che Emma Mazzenga. La Mazzenga è scesa a 36"26 sui 200 F75 con vento nullo, migliorando il suo 36"60 ottenuto nel maggio 2009. La Contini ha invece migliorato per la terza volta il record dei 100 F60, portandolo a 14"58 con 0,8 di vento contrario. Marisa Tavoso batte un record risalente a 12 anni fa: quello di Paola Clò Sagot nel salto triplo F50: 8,57 a 8,54. Più vecchio di questo record nel triplo c'era soltanto il 14,00 della Antonella Capriotti come F35. Staffette: Record italiano M40 (il secondo in tre settimane) della 4x400 della Giovanni Scavo 2000, che abbassa il suo stesso record ottenuto all'olimpico a 3'34"82, cioè il terzo miglioramento dei romani in meno di un mese. Sempre dalle staffette arriva il record pareggiato nella 4x100 F50 da parte del Cus Romatletica (58"07 a 58"07 col tempo ottenuto alla finale dei c.d.s. di Firenze). L'Atletica San Marco Venezia per parte sua abbassa il suo record M50 della 4x400 stabilito anch'esso all'olimpico: 3'49"32. L'Ambrosiana femminile lima ancora un paio di decimi al suo fresco record italiano della 4x100 F45: 52"22 nella medesima configurazione vistasi all'olimpico di Roma (record particolarmente ambito, visto che è stato battuto 5 volte nel giro di due anni da parte dell'Asi Veneto 3 volte, e dall'Ambrosiana due). Ma ora vediamo insieme alcuni risultati da alcune sedi dei c.d.s. Master.
  • Siracusa (Sicilia): detto dei record dell'M65 Grimaudo nei 400 e nella 4x100, segnalo anche il 54"64 sulla medesima distanza dell'M45 (è del 1962) Giovanni Agosta. Nel salto in alto Angelo Vecchio (1948) spara 1,57 e totalizza 951 punti. Il record italiano è 1,61 sempre suo ottenuto un paio di anni fa. Mauro Cavallaro (1960) salta 11,74 nel triplo e mette a taccuino 802 punti. Nei 200 si rivede Grimaudo che spara 27"22 (ben 961 punti!) e trascina il Cus Palermo a Cagliari. Lontano Tristano Tamaro che nel 2003 correva in 26"34. Salvatore Saraò (1968) buon 23"88 con 1,7 di vento contrario. Tra le donne 4'57"18 di Monica Accardi (1968), Marta Roccamo (1966) 13"34 sui 100 metri correndo da sola (proprio sola-sola). Maria Tranchina (1968) 11,79 nel peso. Maria Ruggeri fa il pieno di punti nei 400: correndo l'ottimo 1'00"48 ne porta a casa ben 961. Del sensazionale record sui 200 ne ho già parlato in precedenza.
  • A Reggio Calabria i master calabresi sono scesi in pista per il loro raggruppamento. (ma solo al maschile). Stranamente assente Vincenzo Felicetti, da segnalare solo l'11,38 nel lancio del peso di Umberto Laganà (1940), in quanto unico risultato sopra gli 800 punti rintracciato.
  • A Roma si consuma invece il rodeo laziale. Inizio subito con una chicca segnalatami accortamente dal Duca. l'Hall-of-Famer Ugo Sansonetti riesce a prendere "solo" 720 punti nei 100 metri correndo in 19"78, mentre nei 200 succede l'imponderabile con 40"41 (con -2,7!) e la bellezza di 1367 punti!!! Ma come le tabelle arrivano a 1300 punti... vuoi vedere che è andato fuori scala? Già intuitivamente sembra che ci sia qualche cosa che non vada: delle due, l'una: o è sbagliato il punteggio sui 100 o quello dei 200, o sono sbagliate le tabelle. Uno stesso atleta che in due giorni ottiene risultati tanto distanti sembra infatti un paradosso statistico. Guardando le stesse tabelle, è come se un M35 corresse i 100 in 11"52 e il giorno successivo, miracolato da qualche dea notturna, potesse correre in un tempo sui 19"50 i 200 (tiro ad indovinare, le tabelle arrivano a 1300 punti e 20"00 per gli M35) minacciando addirittura Usain Bolt. Siccome corro più o meno quei tempi sui 100, mi piacerebbe conoscere personalmente la Dea notturna. Sansonetti a parte, sugli scudi Enzo Proietti (1954) con 12"50 (+0,8) sui 100 e 25"64 sui 200. Il solito grande Max Scarponi su 200 (22"87 con 1,4 di vento contrario) e 51"08 sui 400, dove ha domato un pimpante Emilio De Bonis (51"64). Sui 1500 gran tempo per Antonio Trabucco (1948) con 4'52"15 e Mario Vaiani Lisi (1950) che ha chiuso le sue fatiche in 4'55"53. Record italiano 4x400 M40 da parte della Giovanni Scavo 2000, come citato nel cappelletto introduttivo all'articolo. Tra le donne, Kathy Seck (F40) ancora veloce sui 100: 13"16. Anna Micheletti (F55) 31"29 (con -1,7) sui 200 che gli valgono più di 900 punti così come nei 400 (1'11"37 e 926). Paola Tiselli (1973) 2'13"98 da sola e 4'58"63 di Jocelyne Farruggia (1962) che le portano in dote 940 punti. Il Cus Romatletica pareggia il suo record italiano di società nella 4x100 F50 (58"07).
  • All'Arena Civica di Milano, in una due giorni decisamente assolata, si consuma il "sorpasso" dei Daini di Carate all'Ambrosiana. L'Arcade che batte lo Spartano. Ma, come scrivevamo in precedenza, hanno pesate le lunghe assenze di Giancarlo D'Oro e Roberto Vaghi sul computo totale... ma alla fine un c.d.s. master (ne sono consapevole pure io) è un tirar la coperta continuamente. Gli infortuni, gli impegni, le scuse sono all'ordine del giorno: nella vita quotidiana si ha altro cui pensare che al c.d.s., no? Parliamo di gare, dove Marinella Signori sfiora il suo fresco record: 13"42 con 1,9 di vento. Nella sua scia si avvicina pericolosamente alla barriera del 14" anche la F40 Lorenza Nolli (14"22), ma anche 30"00 sui 200. La velocità maschile è ad appannaggio di Roberto Gangini (M40): 11"52 e 23"66. Nei 400 sparata da 954 punti per Giuseppina Perlino con 1'03"92. Negli 800 parata di stelle "infracategoriali", con Giuseppe Romeo (1963) che con un fantastico 2'00"80 doma Cosimo Sguera (1971) 2'01"64 e Francesco D'Agostino (1966) 2'02"32. La sfida Romeo-D'Agostino si ripresenterà l'anno prossimo nella medesima categoria... saranno scintille. Lo stesso Romeo vincerà anche nettamente i 1500 in 4'20"66. Nei 3000 si rivede Luciano Redepaolini (1947) capace di correre in 10'19"88. Daniele Pagani (1966) sfodera ancora un fisico invidiabile e una forma olimpica: 1,84 nel salto in alto. Di Susanna Tellini scrivo solo che ha fatto un gran balzo nel lungo: 5,23. Nel lungo il fenomeno è stato Giovanni Lambri (1945), con 4,69. Record nella 4x100 Ambrosiana F45, mentre Paolo Citterio (1975) a momenti soffia il record nei 200 ostacoli M35 a Stefano Longoni (25"72 a 25"54, entrambi con vento contrario decisamente teso). Dal peso 6,84 per Giuseppe Rovelli (M90) e 10,71 dell'M65 Sergio Bonfà.
  • A Terni scendono in pista le agguerrite società umbre. Non so quale maledizione abbia colpito Antonio Rossi (solo sportiva, per carità) ma ancora una volta, per un dannatissimo centesimo (12"51 a 12"50), il record di Attilio Jacquemet sui 100 M60 stabilito a Melbourne nel 1987 resiste. E c'era pure un metro di vento contro! Antonio Rossi poi spacca la barriera dei 1000 punti sui 200: 25"98 (abbattuta anche la barriera dei 26") e 1002 punti. Prima dell'Era-Felicetti, il record italiano era 25"96... Stefania Rulli (1969) si trova praticamente da sola a correre 800 e 1500 (a meno che le classifiche sul sito della Fidal l'abbiano disgiunta dalle Assolute): 2'20"56 e 4'51"82.
  • A Mestre l'altro centro di gravità permanente del masterismo italiano. Il Veneto. Due società oltre i 10.000 punti, cioè l'elite tra gli uomini. Domenico Furia (1960) corre in 24"11 i 200 con vento nullo: 1021 punti per lui! Ugo Zuliani (altro 1960) 24"78 e 942 punti. L'impresa la compie Lorenzo Muraro, che torna sulla stessa pista dove l'anno scorso ottenne la MPI sui 200hs e la migliora di quasi 4 decimi: 26"05 con 0,5 di vento a favore contro il 26"42 di un anno fa. Altro miglioramento di record italiano nelle staffette, con la 4x400 M50 dell'Atl. San Marco Venezia, come già sopra descritto. Doppio record italiano delle signore della velocità Mazzenga-Contini sui 200 F75 e 100 F60 (con super punteggi oltre i 1000 punti). Ma anche 17"99 per Mazzenga sui 100 e 30"83 per Contini sui 200. 1'08"40 nei 400 da parte della F50 Mirella Giusti, mentre Liviana Piccolo (F60) corre in 12'47"60. Barbara Ferrarini (1967) salta 5,20 nel lungo, a 3 centimetri dal salto della Tellini a Milano. Marisa Tavoso batte il record della Clò Sagot nel salto triplo F50 (8,57).

20/05/10

I migliori risultati dei master nel week-end dei c.d.s.

ABRUZZO

95,22 - 400hs: 51"47 - DIAZ MARTINEZ ARAMIS (1974-CUBA) - PESCARA
88,79 - 200: 24"70 (0,4) - MORELLI GIULIO (1963) - PESCARA
87,82 - 5000: 14'45"98 - SEREM KIPKETER PHILEMON (1974-KENIA) - PESCARA
59,46 - PESO: 12,35 (7,26) - PIETRANGELO ANTONIO (1965) - PESCARA

81,54 - 3000ST: 12'03"82 - GABRIELLI ELISA (1974) - PESCARA
78,88 - 5000: 18'33"96 - GABRIELLI ELISA (1974) - PESCARA
63,27 - DISCO: 44,56 (1) - PROEITTI PANNUZZI PASQUALINA (1971) - PESCARA
58,24 - PESO: 11,49 (4) - PROIETTI PANNUZZI PASQUALINA (1971) - PESCARA

TRENTINO ALTO-ADIGE

94,93 - 10KM MARCIA: 48'03"20 - MOROTTI GRAZIANO (1951) - ROVERETO
90,14 - 1500: 4'15"44 - PELLEGRINI IVANO (1965) - ROVERETO
89,80 - 100: 11"02 - TUGNOLO STEFANO (1975) - ROVERETO
89,31 - 800: 2'04"67 - PELLEGRINI IVANO (1965) - ROVERETO
88,63 - 3000ST: 10'16"65 - GNOATO FRANCO (1965) - ROVERETO
88,07 - 400HS: 55"65 - CRINO' FABRIZIO (1974) - ROVERETO
87,56 - 1500: 4'20"39 - BRESSAN GIULIANO (1966) - ROVERETO
87,28 - 1500: 4'23"80 - MORANDI MARIANO (1965) - ROVERETO
87,16 - 1500: 4'11"77 - ESSARTI HASSAN (1970-??) - ROVERETO
87,14 - 1500: 4'21"66 - ECCHELI ALESSANDRO (1966) - ROVERETO
86,30 - 5000: 15'28"09 - ESSARTI HASSAN (1970) - ROVERETO
86,17 - 800: 2'09"21 - MORANDI MARIANO (1965) - ROVERETO
85,95 - 5000: 16'00"52 - BRESSAN GIULIANO (1966) - ROVERETO
83,15 - LUNGO: 6,39 (4,2) - TICO' MICHELE (1966) - ROVERETO
80,68 - 3000ST: 11'35"38 - PANTALEO DOMENICO (1961) - ROVERETO
72,80 - ASTA: 4,20 - DURANTE ROBERTO (1973) - ROVERETO
61,23 - PESO: 12,93 - ESPOSITO VINCENZO (1966) - ROVERETO
58,94 - PESO: 10,14 - OCCHIALINI LUCIANO (1948) - ROVERETO

86,41 - 5KM MARCIA: 26'03"72 - MARCHIORI MAURA (1959) - ROVERETO
86,19 - ALTO: 1,56 - PICONESE TIZIANA (1966) - ROVERETO
84,84 - 1500: 4'52"68 - BERGAMO MIRELLA (1969) - ROVERETO
84,77 - 5000: 17'49"96 - BERGAMO MIRELLA (1969) - ROVERETO
79,54 - 1500: 5'12"19 - MERZ LUISA (1969) - ROVERETO
79,47 - 1500: 4'59"57 - FAVALLI KATIA (1974) - ROVERETO
78,40 - 800: 2'24"49 - FAVALLI KATIA (1974) - ROVERETO

PUGLIA-BASILICATA

90,77 - 200: 25"21 (1,0) - FACCHINI ZACCARIA (1957) - BARI
88,69 - 100: 12"62 - FACCHINI ZACCARIA (1957) - BARI
87,18 - 5000: 14'47"14 - KHELIFI MEHDI (1975-??) - BARI
84,75 - 1500: 4'06"23 - KHELIFI MEHDI (1975-??) - BARI
81,14 - LUNGO: 6,61 (1,0) - TARI' STEFANO (1971) - BARI
66,91 - GIAVELLOTTO: 62,20 - DE CESARE MARCELLO (1974) - BARI
61,40 - DISCO: 44,62 - DI LIDDO BIAGIO (1968) - BARI

86,72 - 5000: 16'48"88 - LABANI SOUMIYA (1975-??) - BARI
86,58 - 1500: 4'33"37 - LABANI SOUMIYA (1975-??) - BARI

EMILIA-ROMAGNA

91,24 - 200: 23"70 (-1,3) - ZANELLI ALBERTO (1965) - IMOLA
89,05 - 200: 24"63 (-0,7) - PIRAZZINI GIAN LUCA (1963) - IMOLA
88,81 - 1500: 4'28"88 - MORACAS MARCO (1961) - IMOLA
88,68 - ALTO: 1,85 - BENVENUTI MARCELLO (1964) - IMOLA
88,63 - 800: 2'11"24 - DOTTORI DANIELE (1960) - IMOLA
87,78 - 3000ST: 9'32"87 - SANTI ANTONIO (1973) - IMOLA
87,44 - 5000: 15'16"00 - SQUADRANI LAURENT (1970) - IMOLA
86,17 - 800: 2'03"45 - BONFIGLIOLI GIAN CARLO (1970) - IMOLA
85,57 - 400: 52"01 - BALDRATI STEFANO (1975) - IMOLA
84,57 - 5000: 15'14"53 - GUIDETTI LUIGI (1975) - IMOLA
84,45 - 5000: 16'56"61 - MORACAS MARCO (1961) - IMOLA
79,86 - 10KM MARCIA: TAMBURINI PIERINO (1954) - IMOLA
78,26 - ALTO: 1,70 - PARENTI ALESSANDRO (1968) - IMOLA
77,55 - LUNGO: 5,96 (-0,7) - BOLDRINI ANTONIO (1966) - IMOLA
64,56 - PESO: 13,14 - MOUNTACHAKKIR MUSTAPHA (1964-??) - IMOLA
63,21 - PESO: 13,57 - CORRADO FANTINI (1967) - IMOLA (39,61 DISCO)

92,55 - ALTO: 1,74 - BUGARINI ROBERTA (1969) - IMOLA
88,94 - 1500: 4'27"68 - FONTANESI MARIA VITTORIA (1974) - IMOLA
87,42 - 5000: 20'08"82 - ALVONI TAMBURINI MONICA (1956) - IMOLA
86,42 - 5000: 16'56"67 - FONTANESI MARIA VITTORIA (1974) - IMOLA
81,99 - 100: 13"24 (-0,4) VALDIFIORI BARBARA (1971) - IMOLA
81,87 - 5000: 18'59"27 - BUZZI LAURA (1966) - IMOLA

FRIULI VENEZIA-GIULIA

88,28 - 100: 11"21 (0,7) - FOGLIATO ANDREA (1975) - GORIZIA
87,00 - TRIPLO: 15,54 (0,1) - CAMOSSI PAOLO (1974) - GORIZIA
84,09 - 5000: 15'31"74 - MARASPIN ALESSANDRO (1973) - GORIZIA
84,01 - 5000: 15'32"66 - MORETTON MARCO (1973) - GORIZIA
78,94 - ALTO: 1,80 - DE BIAGGIO FABIO (1973) - GORIZIA
78,88 - 110HS: 16"66 (0,7) - PAOLATTO IVAN (1973) - GORIZIA
78,63 - LUNGO: 5,68 (1,3) - MENOTTI FRANCO (1961) -GORIZIA

86,47 - 5000: 17'29"02 - BEVILACQUA FEDERICA (1969) - GORIZIA
83,94 - 800: 2'14"96 - ZULIAN LARA (1975) - GORIZIA

CAMPANIA-MOLISE

88,27 - 200: 26"47 (-2,7) - BASILE GIOVANNI (1954) - MARANO
84,97 - 5000: 16'19"13 - FRANCO VITO (1965) - MARANO
83,46 - LUNGO: 7,03 (0,7) - TREMIGLIOZZI MARCO (1974) - MARANO
78,40 - TRIPLO: 14,16 (1,7) - PAGLIANO DANILO (1975) - MARANO

82,63 - TRIPLO: 11,13 (3,4) - DERKACH OKSANA (1969) - MARANO
79,49 - 5000: 18'37"21 - VANACORE ANNAMARIA (1972) - MARANO
77,00 - LUNGO: 5,19 (1,2) - DERKACH OKSANA (1969) - MARANO
62,79 - PESO (4): 9,72 - DOVHOPOYUK LYUBOV (1961) - MARANO

LAZIO

93,99 - 200: 22"66 (2,4) - SCARPONI MAX (1967) - ROMA
91,88 - 100: 11"24 (3,0) - CHIAPPERINI PAOLO (1969) - ROMA
91,27 - 5000: 15'18"70 - CAROSI ANGELO (1964) - ROMA
90,96 - 200: 23"94 (3,6) - DE FEO ALFONSO (1964) - ROMA
90,82 - 100: 11"77 (3,5) - DE FEO ALFONSO (1964) - ROMA
90,82 - 400: 51"94 - SCARPONI MAX (1967) - ROMA
90,75 - 100: 11"22 (3,7) - DE ANGELIS RENATO (1971) - ROMA
90,26 - 200: 23"25 (4,1) - CHIAPPERINI PAOLO (1969) - ROMA
87,13 - 5000: 16'57"78 - CAVALLI CLAUDIO (1957) - ROMA
86,99 - 1500: 4'17"09 - MAKHLOUFI NOUREDDINE (1968) - ROMA
86,23 - 800: 1'58"71 - POLI GIUSEPPE (1974) - ROMA
86,09 - 1500: 4'14"91 - BARALDI RICCARDO (1970) - ROMA
85,39 - 1500: 5'07"52 - VAIANI LISI MARIO (1950) - ROMA
85,00 - ALTO: 1,70 - MASTROLORENZI MARCO (1960) - ROMA
82,86 - LUNGO: 5,68 (2,1) - VIRLI ANTONIO (1957) - ROMA
67,04 - PESO: 15,50 - CARPENE ROBERTO (1975) - ROMA

85,27 - 5000: 17'52"82 - PAGLIACCI LORELLA (1968) - ROMA
84,87 - 100: 12"95 (3,0) - SECK KHADIDIATOU (1970) - ROMA
84,47 - 1500: 4'43"68 - TISELLI PAOLA (1973) - ROMA
83,24 - 1500: 5'01"65 - PROIETTI FEDERICA (1968) - ROMA
82,53 - 800: 2'23"66 - GIORGI GIGLIOLA (1968) - ROMA
82,44 - 800: 2'17"45 - TISELLI PAOLA (1973) - ROMA
80,32 - 5KM MARCIA: 21'11"65 - GIORDANO ROSSELLA (1972) - ROMA

LIGURIA

89,80 - 200: 22"66 (0,1) - GULINO ALESSANDRO (1973) - IMPERIA
89,61 - 400: 50"40 - GULINO ALESSANDRO (1973) - IMPERIA
84,08 - 1500: 4'13"16 - FIORILLO GIANFRANCO (1973) - IMPERIA
70,04 - MARTELLO: 54,27 - RODRIGO ADRIANO (1968) - IMPERIA

81,17 - 200: 28"20 (0,4) - COLOMBO MARINELLA (1969) - IMPERIA
79,92 - 800: 2'23"08 - GUARINO SIMONA (1972) - IMPERIA

LOMBARDIA

92,69 - 400: 51"98 - SARACENI ENRICO (1964) - LODI
89,87 - 800: 2'02"74 - D'AGOSTINO FRANCESCO (1966) - LODI
89,57 - 5000: 14'23"49 - FINESSO PAOLO (1975) - LODI
88,81 - 200: 24"52 (0,9) - MAURI ROSARIO (1964) - LODI
88,12 - 100: 12"13 (0,4) - MAURI ROSARIO (1964) - LODI
87,75 - 5000: 14'41"41 - NASEF AHMED (1975) - LODI
87,24 - 1500: 4'21"36 - GAMBERALE GIUSEPPE (1966) - LODI
86,94 - 110HS: 14"85 - LONGONI STEFANO (1975) - LODI
86,01 - 400HS: 56"38 - CITTERIO PAOLO (1975) - LODI
84,08 - 3000ST: 9'46"5 - VERCELLI STEFANO (1975) - LODI
83,93 - 5000: 17'19"56 - PIETROBELLI MAURIZIO (1959) - LODI
83,63 - 10KM MARCIA: 53'03"96 - GIANI STEFANO (1954) - LODI
83,01 - 10KM MARCIA: 48'22"81 - RONCHI MAURO (1966) - LODI
82,50 - LUNGO: 6,34 (4,0) - FEDERICI GIORGIO (1966) - LODI
82,32 - 5000: 17'22"99 - PASSONI MAURIZIO (1961) - LODI
65,88 - PESO: 15,07 - TIOZZO DANIELE (1973) - LODI
63,31 - PESO: 14,25 - FRANCIONI SIMONE (1970) - LODI
62,83 - MARTELLO: 46,90 - ROSCIANO VITO (1966) - LODI

94,41 - TRIPLO: 13,19 (2,3) - LAH BARBARA (1972) - MARIANO
90,91 - 3000st: 11'05"28 - BARACETTI SIMONA (1971) - MARIANO
89,52 - 1500: 4'29"73 - CASELLA SILVIA (1972) - MARIANO
89,08 - 5000: 16'36"88 - CASELLA SILVIA (1972) - MARIANO
86,97 - 200: 27"64 (5,4) - PERLINO GIUSEPPINA (1965) - MARIANO
86,96 - 1500: 4'52"13 - CARRARA ENRICA (1967) - MARIANO
84,74 - 200: 28"02 (5,4) - ANIBALDI ROSA (1966) - MARIANO
84,70 - 5000: 17'50"94 - GELSOMINO CLAUDIA (1969) - MARIANO
84,43 - TRIPLO: 11,93 (1,9) - BORGONOVO FLAVIA (1973) - MARIANO
73,97 - LUNGO: 5,23 (3,8) - BORGONOVO FLAVIA (1973) - MARIANO
73,20 - MARTELLO: 49,50 - COACCIOLI ALESSANDRA (1975) - MARIANO

MARCHE-UMBRIA

93,31 - 100: 12"53 (0,0) - ROSSI ANTONIO (1950) - FABRIANO
88,63 - 200: 27"08 (-0,5) - ROSSI ANTONIO (1950) - FABRIANO
88,15 - ASTA: 4,90 - BEFANI GIACOMO (1970) - FABRIANO
87,81 - 400: 51"81 - POETA MASSIMILIANO (1972) - FABRIANO
87,38 - 1500: 4'35"82 - SEVERINI ELIO (1960) - FABRIANO
80,46 - ALTO: 1,80 - DE ANGELIS MARCO (1971) - FABRIANO
78,32 - ALTO: 1,60 - MENCONI FEDERICO (1962) - FABRIANO

78,38 - 5KM MARCIA: 27'30"5 - BETTUCCI PAOLA (1964) - FABRIANO

PIEMONTE-VALLE D'AOSTA

92,66 - 200: 23"16 (-1,2) - GRAZIANO MAURO (1966) - TORINO
89,24 - 5000: 14'26"67 - SLIMANI BENAZZOUZ (1975) - TORINO
87,57 - 1500: 4'00"65 - CATALANO ROBERTO (1974) - TORINO
87,34 - 1500: 3'58"92 - SLIMANI BENAZZOUZ (1975) - TORINO
86,16 - 400HS: 58"67 - CAMASCHELLA GIANLUCA (1971) - TORINO
53,38 - GIAVELLOTTO: 53,38 - BATTISTUTTA FEDERICO (1966) - TORINO

89,97 - 3000ST: 11'33"78 - SOLTANE SAMIA (1967) - TORINO
67,97 - DISCO: 38,54 - GIRAUDI ELDA (1958) - TORINO

SARDEGNA

85,12 - 5000: 15'34"08 - AZZENA ANTONIO (1971) - ORISTANO
84,83 - 10KM MARCIA: 50'32"21 - PETRUNGARO ROSARIO (1958) - ORISTANO
81,07 - 10KM MARCIA: 48'45"90 - FAEDDA BACHISIO (1968) - ORISTANO
78,26 - ALTO: 1,70 - SPINI IVAN (1968) - ORISTANO

85,78 - 400HS: 1'03"72 - BAGGIOLINI EMANUELA (1972) - ORISTANO
80,90 - 100: 13"89 (2,9) - PINNA ELISABETTA (1968) - ORISTANO
80,49 - 400HS: 1'05"77 - MURRONI CLAUDIA (1974) - ORISTANO

SICILIA

85,94 - 800: 2'12"97 - AGOSTA GIOVANNI (1962) - ENNA
83,26 - ALTO: 1,45 - VECCHIO ANGELO (1948) - ENNA
61,76 - GIAVELLOTTO: 54,78 - GIULIANELLA GIAN LUCA (1971) - ENNA

86,28 - 400: 1'01"49 - RUGGERI MARTA (1969) - ENNA
85,03 - 100: 13"52 (0,0) - ROCCAMO MARTA (1966) - ENNA
82,79 - 100: 12"67 (0,0) - CUCCIA VALENTINA (1975) - ENNA
78,61 - MARTELLO: 43,89 - TRANCHINA MARIA (1968) - ENNA
66,96 - PESO: 12,36 - TRANCHINA MARIA (1968) - ENNA

TOSCANA

88,73 - 400: 55"05 - BIANCHI FAUSTO (1962) - FIRENZE
88,37 - 200: 25"00 (-1,1) - BIANCHI FAUSTO (1962) - FIRENZE
87,22 - 3000ST: 9'53"22 - TREVE MATTIA (1970) - FIRENZE
86,67 - 10 KM MARCIA: 43'46"84 - MUCCI VITTORINO (1974) - FIRENZE
85,92 - 1500: 4'20"30 - MASONI MATTEO (1968) - FIRENZE
85,92 - 800: 2'07"21 - LATINI GIOVANNI (1967) - FIRENZE
71,19 - MARTELLO: 48,62 - TERRENI MASSIMO (1956) - FIRENZE
65,55 - MARTELLO: 54,34 - FILIPPI EMILIO (1972) - FIRENZE

85,87 - 400: 1'00"46 - MALATESTI FABRIZIA (1971) - FIRENZE
84,07 - 5000: 18'41"59 - D'ARATA ROSSELLA (1965) - FIRENZE
82,73 - 5000: 18'25"80 - CECCANTI ANGELA (1968) - FIRENZE
83,83 - 1500: 4'59"53 - CECCANTI ANGELA (1968) - FIRENZE
82,42 - ALTO: 1,64 - PREGAZZI IRENE (1974) - FIRENZE
81,51 - 800: 2'30"64 - SAMUELLI LUCIA (1964) - FIRENZE
60,70 - DISCO: 45,31 - CIABATTI SILVIA (1975) - FIRENZE
81,41 - 200: 26"74 (0,0) - DEL TERRA PAMELA (1974) - FIRENZE

VENETO

93,75 - 5000: 14'27"35 - BOUDALIA SAID (1968) - MARCON
89,57 - 200: 23"43 (-1,5) - BELLOTTO STEFANO (1969) - MARCON
89,56 - 800: 2'13"15 - ANDREOLI VINCENZO (1957) - MARCON
89,10 - 100: 11"59 (-1,6) - BELLOTTO STEFANO (1969) - MARCON
88,02 - ALTO: 1,95 - BUIATTI MICHELE (1970) - MARCON
87,48 - 1500: 4'42"78 - ANDREOLI VINCENZO (1957) - MARCON
87,22 - 5000: 15'53"83 - SCARPA ANDREA (1965) - MARCON
86,94 - 1500: 4'39"62 - PEDRINI DANIELE (1959) - MARCON
86,03 - ALTO: 1,98 - ARDUINI FRANCESCO (1974) - MARCON
76,23 - PESO: 17,16 - DAL SOGLIO PAOLO (1940) - MARCON
75,27 - DISCO: 54,70 - FORTUNA DIEGO (1968) - MARCON
66,22 - PESO: 13,35 - ZERBINI LUCIANO (1960) - MARCON
65,64 - GIAVELLOTTO: 56,94 - CALDON FABIO (1975) - MARCON
62,93 - MARTELLO: 53,78 - DE SANTIS BRUNO (1974) - MARCON
65,35 - PESO: 15,03 - ZARPELLON DANIEL (1974) - MARCON

91,80 - 200: 36"88 (-1,4) - MAZZENGA EMMA (1933) - MARCON
84,27 - 5000: 17'27"80 - LORENZI SONIA (1973) - MARCON
84,22 - 400: 1'09"06 - GIUSTI MIRELLA (1960) - MARCON
82,60 - 5KM MARCIA - MARCENCO NATALIA (1954) - MARCON
83,82 - 400: 1'00"58 - BEGGIO ANNA (1973) - MARCON

14/05/10

C.d.s.: un record europeo e tre italiani

(Simona Baracetti, da AtleticaWeek, neo primatista italiana dei 3000 siepi F35) - Scusate il ritardo, ma la cernita dei risultati è stata davvero infinita. Sabato e Domenica scorsi prima fase dei Campionati di Società Assoluti, tradizionalmente primo vero appuntamento della stagione italiana all'aperto su pista, quello dove si vedono i primi risultati degni di nota, quello dove scende in pista la maggior parte dei migliori atleti italiani su piazza. Peccato che il il medioevo-atletico-Arese con le immonde modifiche di fine 2008 (quelle del patto scellerato, la cadrega per uno scudetto) li abbia trasformati in un circo: così molti atleti delle società militari, semplicemente aspetteranno giorni migliori per i propri esordi, visto che alle società militari è stato precluso di vincere gli scudetti (con sommo deperimento della manifestazione) a vantaggio della cupola di società civili che ormai dettano i regolamenti alla Fidal. E visto il tempo (metereologico) è stato pure un bene per molti non cimentarsi nell'agone. Nel week-end diversi dei migliori master, o over-35 che dir si voglia, si sono visti all'opera in giro per tutta Italia. Il miglior risultato arriva da Imola, dove Roberta Bugarini (1969) con 1,74 ottiene il nuovo record europeo F40 (è del settembre 1969) nel salto in alto, fallendo i 3 tentativi a 1,77 che le sarebbero valsi il nuovo record mondiale (1,76 dell'americana Patricia Porter). Naturalmente NON è record italiano, perchè l'anno scorso (de facto F40 in Italia, ma 39enne in pectore) la Bugarini ottenne 1,78. Anche su Atletcanet si parla di 3 record italiani, per via del famoso "pre", ma sono diversi da quelli che considera la Fidal. Per la Fidal, cui noi ci riferiamo, in realtà due soli record italiani sarebbero stati battuti e uno pareggiato: quello della milanese Simona Baraccetti (1971) nei 3000 siepi F35 (11'05"28). Record italiano anche per Maura Marchiori a Rovereto, che stabilisce la miglior prestazione nei 5 km di marcia su pista F50: 26'03"72. Pareggia il record Giacomo Befani nel salto con l'asta M40 (4,90).
  • Abruzzo. A Pescara ancora una volta il 36enne DIAZ Martinez Aramis in evidenza con 51"47 sui 400hs: 95,22%. Giulio Morelli (1963) corre in 24"70 sui 200 (88,79%). Il keniano Philemon Kipketer Serem (1974) ottiene 14'45"98 sui 5000. Tra le donne Elisa Garbielli 12'03"82 sui 3000 siepi e 18'33"96 sui 5000 (rispettivamente 81,54 e 78,88% tradotti in AGC. A proposito: ho guardato i nuovi coefficienti AGC rendendomi conto che le tabelle WMA pubblicate sono strutturate per categoria, e non per anno di nascita. Andrò avanti con quelli del 2006 ancora per qualche tempo, in attesa che qualche matematico ne studi le curve). Pasqualina Proietti Pannuzzi vince sia il peso che il disco con 11,49 e 44,56 (63,27% e 58,24%).
  • Trentino-Alto-Adige: prestazione-monstre dell'eterno Graziano Morotti (1951) nei 10 km di marcia: 48'03"20 che equivale a 94,93%. Al momento, mentre scrivo, il miglior risultato italiano in AGC (il record italiano ottenuto nel 2006 gli appartiene saldamente... un paio di minuti in meno). Poi a Rovereto è la sagra del mezzofondo master, con una ridda di prestazioni davvero interessanti. L'M45 Ivano Pellegrini (1965) corre i 1500 in 4'15"44 (90,14%, il miglior risultato in AGC nei 1500 over-35). Negli 800 invece ottiene 2'04"67, ponendosi quale più accreditato avversario del campione del mondo indoor della distanza, Giuseppe Romeo. Stefano Tugnolo (1975) corre i 100 in 11"02, secondo solo a Checcucci nella categoria M35 quest'anno nei 100 metri. Franco Gnoato (1961) copre i 3000 siepi in 10'16"65 totalizzando 88,63%. Nei 400hs altro personaggio che entra nel novero dei migliori ostacolisti sul giro di pista italiani: Fabrizio Crinò (1975), 55"65 e 88,07%. Nel lungo, Michele Ticò (1966) salta 6,39 ma con 4 metri di vento a favore. Tra le donne, miglior risultato percentuale per un'altra marciatrice, Maura Marchiori (1959): 26'03"72 sui 5 km e 86,41% che equivalgono al nuovo record italiano di categoria. Brava Tiziana Piconese (1966) che salta 1,56 di alto (86,19%). Mi preme sottolineare però la presenza di una "nuova" (per me) mezzofondista F40: Mirella Bergamo, classe 1969. 4'52"68 sui 1500 (84,84%) e 17'49"96 sui 5000 (84,77%). Laura Avigo & c. sono avvertite (sempre che la Bergamo si dia all'attività master).
  • Puglia-Basilicata: A Bari brilla il velocista M50 Zaccaria Facchini (1957): 25"21 sui 200 (1,0 di vento) e 12"62 sui 100 (88,69%). Miglior M35 della manifestazione (stando esclusivamente all'AGC). Ottimo Stefano Tarì (1971) nel salto in lungo: 6,61 con 1,0 di vento. Probabilmente il risultato in senso assoluto migliore di un M35 è stato il 62,20 di Marcello De Cesare (1974) nel lancio di giavellotto. Tra le donne riflettori su Soumiya Labani (1975) di cui non conosco la nazionalità: 16'48"88 sui 5000 (86,72%) e 4'33"37 sui 1500 (86,58%).
  • Emilia-Romagna: (wo)man of the match Roberta Bugarini e il suo record europeo nel salto in alto W40 a 1,74 come sopra già scritto (92,55%). Ritorna il velocista Alberto Zanelli (1965) con un ottimo 23"70 (-1,3 di vento) che gli vale 91,24%. Si rivede anche il primatista italiano assoluto di salto in alto (2,34) Marcello Benvenuti (1964), arrivato fino a 1,85 prima di ritirarsi dalla gara (88,68%). Si rivede in pedana anche un monumeto come Corrado Fantini, 13,57 di peso e 39,61 di disco (con gli attrezzi da 7,260 e 2,000). Tra le donne ottime prestazioni da parte di Maria Vittoria Fontanesi (1974): 4'27"68 sui 1500 e 16'56"67 sui 5000.
  • Friuli-Venezia-Giulia: direi che desta sensazione il fatto che sia ancora del gruppo il triplista Paolo Camossi (1974): 15,54 con vento praticamente nullo. Il record italiano M35 è fissato ancora a 16,00 metri di Daniele Buttiglione. Un altro 100ista M35 in vetrina: Andrea Fogliato, che corre in 11"21 (0,7) e 88,28% AGC, miglior prestazione friulano over-35.
  • Campania: Assente Mario Longo nei 100, buone prestazioni soprattutto nei salti: Marco Tremigliozzi (1974) oltrepassa i 7 metri: 7,04 con 0,7 di vento. Nel triplo l'altro M35 Danilo Pagliano (1975) salta 14,16 (1,7). Al femminile Oksana Derkach (1969) super soprattutto nel lungo: 5,19 (1,2), ma anche 11,13 nel triplo ma con troppo vento (3,4).
  • Lazio: gionate caratterizzate dal vento e dal freddo. Si mette in mostra Max Scarponi (1967) che corre i 200 in 22"66 (2,4 di vento) e 51,94 sui 400 (rispettivamente 93,99% e 90,82% in termini di AGC). Paolo Chiapperini (1969) corre i 100 in 11"24 (3,0) e ottiene 91,88%, seconda prestazione a Roma al maschile. Nei 5000 il più-volte-maglia-azzurra Angelo Carosi (1964) corre in 15'18"70, ad una ventina di secondi dal record nazionale di categoria e totalizzando uno dei migliori risultati in termini di AGC nel mezzofondo (probabilmente il migliore di giornata tra gli over-35). Gran balzo (appena ventoso) dell'M50 Antonio Virli nel lungo: 5,68 (2,1) e 82,86 (vi ricordo che mentre nella velocità l'eccellenza in AGC è oltre il 90%, nei salti è sopra l'80%). Tra le donne alcuni spunti di bella-cronaca: Khadidiatou Seck (1970) corre sotto i 13" (12"95 ma con 3,0 di vento) sfiorando il record italiano di categoria (un decimino sotto). Paola Tiselli vince i 1500 in 4'43"68 (84,47%) così come Lorella Pagliacci (1968) i 5000: 17'52"82 (85,27%, miglior prestazione percentuale al femminile). Ancora in luce Gigliola Giorgi (1968): 2'23"66 sugli 800 (82,53%).
  • Liguria: decisamente performante Alessandro Gulino (1973) che corre i 200 in 22"66 (0,1) e 50"40 sui 400.
  • Lombardia: miglior risultato over-35 di giornata stavolta è di una donna: Barbara Lah, che nel triplo (seppur ventoso) ha oltrepassato i 13 metri con 13,19 (2,3) siglando anche un mirabolante 94,41%. Ma segnalo, sempre al femminile, la prestazione di Simona Baracetti (1971) che stando alle tabelle Fidal, avrvebbe stabilito la nuova miglior prestazione italiana F35 dei 3000 siepi: 11'05"28 (cioè 90,91%). Il precedente record apparteneva ad un'altra lombarda, Monica Pezzotti con 11'21"91: praticamente 16" in meno! E naturalmente spazio all'immensa Silvia Casella (1972) che ha dominato sia i 1500 che i 5000 con 4'29"73 e 16'36"88 (89,52% e 89,08%). Tempo sensazione anche da parte di Giuseppina Perlino (1965) 27"65 (86,97%): sarebbe stato il record italiano F45 di quasi sette decimi se non fosse stato per il generoso vento a favore: il referto parla di +5,4. Il record attuale è di 28"34 della ottocentista Elena Montini. Nella sua scia, nella medesima ventosa batteria anche il 28"02 di Rosa Anibaldi (1966). Nel salti si è rivista la bi-campionessa mondiale W35 Flavia Borgonovo: 5,23 nel lungo (ventoso) e 11,93 nel triplo (nei limiti). Tra gli uomini prova convincente (considerati gli ultimi tribolati mesi) di Enrico Saraceni nei 400: 51"98 e 92,69%. Agli europei mancano ancora un paio di mesi e soprattutto torna il caldo, toccasana per tutti noi over-35 (dopo 6 mesi di freddo e pioggia). Grande prestazione anche del Campione Italiano M40 degli 800 indoor Francesco D'Agostino (1966) 2'02"74 e 89,87%. Stefano Avigo (1970) si sta evidentemente creando la concorrenza in casa. Nei 5000 il neo-M35 Paolo Finesso (1975) corre in 14'23"49: 89,57%. Stefano Longoni (1975) corre i 110hs in un grande 14"85. Giorgio Federici (1966) salta 6,34 (82,50%) ventoso nel salto in lungo.
  • Marche: a Fabriano per poco non cade il record italiano negli M60, per mano di quel satanasso di Antonio Rossi (1950): con vento nullo 12"54 (93,91%) ad un solo centesimo da "qualcosa" a quattro da "tutto". Infatti il record ufficiale sarebbe 12"53 (in quanto dotato del dato del vento) appartenente a Tristano Tamaro. Vicino al 12"50 (senza dato del vento) dello stesso Tamaro, e poco lontano dal 12"2 manuale di Attilio Jacquemet. In compenso viene eguagliato il record italiano dell'asta M40 per mano di Giacomo Befani (1970): 4,90 a pareggiare Fulvio Andreini. Bravo Max Poeta (1972) sui 400: 51"81 (87,81%).
  • Piemonte: ancora in gran spolvero Mauro Graziano (1966): 23"16 (-1,2) sui 200 e 92,66%. Buoni risultati dal mezzofondo: il maghrebino Benazzouz Slimani (1975) corre i 5000 in 14'26"67 (89,24%) e i 1500 in 3'58"92 (87,34%). Bravo anche Roberto Catalano (1974) sui 1500: 4'00"65 (87,57%). Nei 3000 siepi femminili 11'33"78 di Samia Soltane (1967) 89,97%. Sfiorato il record italiano F50 nel disco da Elda Giraudi: 38,54 contro il proprio record di poco superiore ai 39 metri.
  • Sardegna: domina incontrastato il vento e il freddo anche ad Oristano. Velocità e salit super-agevolati, un pò meno il resto delle gare in pista. Non molti over-35 al via. Buoni risultati nella marcia maschile con Bachisio Faedda (1968) che ottiene 50'32"21 (84,83%) e Rosario Petrungaro (1958) 50'32"21 (84,83%). Tra le donne Emanuela Baggiolini, passeggia i 400hs in 1'03"72 (85,78%).
  • Sicilia: la notizia è l'ingresso tra le F35 dell'avvenente velocista Valentina Cuccia (1975) che al suo esordio (presumo) da over-35 ottiene 12"67 con vento nullo. Performante anche Marta Ruggeri (1969) che copre i 400 in 1'01"49 (86,28%, miglior risultato AGC siciliano). Giovanni Agosta (1962) corre gli 800 in 2'12"97. Ottima la martellata a 43,89 di Maria Tranchina, che le vale un super 78,61%.
  • Toscana: Buone prove da parte di Fausto Bianchi (1962) tra gli uomini: 55"05 (88,73%) e 25"00 (88,37%) tra 400 e 200. Altre buone prestazioni nel lancio del martello: Massimo Terreni (1956) con 48,62 (71,19%) e Emilio Filippi (1972) con 54,34 (65,55%). Tra le donne si mette in luce Fabrizia Malatesti ("Bizia"!, del 1971) che ha percorso i 400 in 1'00"46 (85,87%). Nel mezzofondo palcoscenico per Angela Ceccanti (1968, 1500 in 4'59"53 e 5000 in 18'25"80). Ottimo anche l'1,64 di Irene Pregazzi (1974) nel salto in alto (82,42%).
  • Veneto: Tantissime notizie degne di nota. Da dove inizio? Da Stefano Bellotto (1969) tornato a correre. 11"59 e 23"43 con vento in entrambi i casi contro superiori a 1,5 metri. Il sogno rimane sempre poterlo vedere all'opera in qualche gara master. Sui 5000 Said Boudalia totalizza 14'27"35 e 93,75%, cioè il miglior risultato percentuale tra gli uomini over-35 in master. Il record è 18 secondi più sotto (Angelo Carosi, di cui ho già parlato prima). Nei salti si conferma su misure prossime ai 2 metri Francesco Arduini (1974) con 1,98 (86,03%), anche se per l'AGC il salto più remunerativo è stato l'1,95 di Michele Buiatti (1970) che gli equivale 88,02%. Nei lanci, sagra dei lanciatori over-35 dal grandissimo passata prossimo (e remoto). In qualche caso possiamo ancora parlare di "presente" nel senso che occupano ancora posti di primo piano nelle classifiche nazionali. Paolo Dal Soglio (1970) lancia 17,16 (76,23%), mentre Diego Fortuna (1968) scaglia il disco a 54,70 (75,27). Poi si vede Luciano Zerbini, classe 1960, che riesce a lanciare 13,35 il peso da 7,260 (66,22). Sarebbe da "provarlo" col peso da 6 kg (previsto per la sua categoria). Tra le donne Emma Mazzenga (1933) sfiora il suo record italiano dei 200 con 36"88 (con vento contro di 1,4).