Visualizzazione post con etichetta rondelli. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta rondelli. Mostra tutti i post

15/01/12

Haidane sfiora il minimo per i mondiali indoor per...73 centesimi

Abdellah Haidane
Mi è sfuggito nel report di ieri un risultato che fa decisamente eco: il 7'54"73 di Abdellah Haidane,  classe 1989, ottenuto in un 3000 ad Ancona, che ha sfiorato il minimo per i mondiali indoor di Istanbul di soli 73 centesimi, considerato il limite IAAF (e Fidal). Gara "organizzata" proprio in funzione del minimo di Haidane, che purtroppo ha fallito l'obiettivo minimo. Domanda? Per chi correrebbe il mondiale Haidane? Ebbene, ragazzo classe '89, di origine marocchina, è uno dei tanti stranieri di seconda generazione che rintuzzerebbero la situazione generale del mezzofondo italiano su pista ormai ridotto a sport a diffusione-zero, un pò come il Polo su elefanti. Il problema è il solito: i tempi di naturalizzazione, nei cui ingranaggi è finito pure Haidane che a questo punto potrebbe fare pure scelte "estreme" come mantenere la sua origine africana e dimenticarsi la sua italianità. Qui sotto l'articolo comparso qualche giorno fa su ilCittadino.it di Lodi. Nella stessa gara di Ancona gli altri discepoli di Giorgio Rondelli, precettati per permettere il minimo ad Haidane: il serbo-italiano Goran Nava (8'01"06), quindi Mor Seck (8'11"60). 8'12"05 per Elaloiani, mentre ritirati gli altri moduli lunari utilizzati nel lancio di Haidane. 

Haidane inizia la rincorsa ai Mondiali (10 gennaio 2012) 

Abdellah Haidane punta a Istanbul: con l'Italia (terra che l'ha adottato) o col Marocco (per la forza delle lungaggini burocratiche) importa relativamente. Il 2012 del più forte portacolori della storia dell'Atletica Fanfulla (tabelle di punteggio alla mano) parte dalle gare indoor: Haidane sabato sarà in gara in un 3000 nel palasport di Ancona per inseguire il 7'54" del minimo imposto dalla Fidal per i Mondiali al coperto di Istanbul in programmadal 9 all'11 marzo prossimi. La speranza dell'atleta, in Italia da 13 anni e residente a Castelsangiovanni, sarebbe quella di qualificarsi e di disputarli con la maglia azzurra: alla tanto agognata cittadinanza italiana mancherebbe solo una firma, che dovrebbe arrivare per fine mese. Se ciò non accadesse Haidane inseguirebbe il suo obiettivo con i colori del Paese d'origine: di fatto il minimo imposto dal Marocco è piuttosto simile (7'52"00). «Se non ottenessi il tempo ad Ancona ci riproverei in un meeting all'estero» spiega il 22enne mezzofondista, che punta sui 3000 perché «è la gara in cui penso di non sbagliare e più facile da preparare in questo periodo: il 1500 ha bisogno di lavori più veloci e ora rischierei di farmi male». Per lui quest'inverno niente Campaccio (venerdì scorso i migliori giallorossi sono stati i giovani Micol Majori, quinta tra le Cadette e terza tra le classe 1997, e Ahmed Shaalan, 11° tra i Cadetti) e altre corse campestri per puntare tutto sulle indoor: è il primo frutto del “nuovo corso” di Haidane, che ora si allena al campo “XXV Aprile” di Milano sotto la guida di Giorgio Rondelli, già mentore di olimpionici (Alberto Cova) e iridati (Francesco Panetta). Con lui ci sono compagni di fatiche d'eccellenza come il tricolore in carica dei 1500 Merihun Crespi e il finalista ai campionati africani degli 800 Mor Seck. Rondelli lo allena da ottobre ed è rimasto ben impressionato dal fanfullino: «Abdellah ha ottimi piedi, ma quello che mi è piaciuto di lui è soprattutto la testa. È abituato a pensare in grande, spalleggiato anche da una società che lo segue. Diventando italiano ha le carte giuste per essere il numero uno tricolore sui 5000. Dove può arrivare? Sotto i 3'40" sui 1500 e sotto i 13'30" sui 5000». Riuscisse nell'impresa di agguantare Istanbul l'ex allievo di Paolo Pagani diventerebbe il primo giallorosso a conquistare una maglia azzurra a un Mondiale Assoluto: in Nazionale maggiore per un grande appuntamento finora c'è arrivata solo l'ex altista ludevegina Anna Visigalli (agli Europei indoor di Madrid 2005). «È una bella vetrina anche per la Fanfulla - commenta il dt Gabriella Grenoville -: siamo felici per lui, se diventasse italiano potrebbe finalmente realizzare il suo sogno di professionismo». Cesare Rizzi

27/11/10

L'eutanasia dei c.d.s. per Rondelli

(foto Fidal della Bruni Vomano) - Bisogna arrivare fino a pagina 222 dell'ultimo numero di Correre di novembre (che ho acquistato per leggermi gli articoli di Luca Landoni, non per altro) per trovare l'opinione incriminata di Giorgio Rondelli sui C.d.S. assoluti che si sono tenuti a Borgo Valsugana a settembre inoltrato. Il titolo è già di per sè indiziante sulla musica che accompagnerà l'articolo "Eutanasia di un campionato" e ripercorre ad ampie volute ciò che da due anni si sta ripetendo dalle pagine di questo sito. I C.d.S. Assoluti sono una farsa, destituita di ogni significato sportivo, sporcati da logiche d'interesse. La Cricca composta da qualche società civile che porta in dote numerosi punti-voto (attribuiti come i punti dell'Esselunga alle società che meglio vanno... proprio ai c.d.s., in un domino di interessi incrociati autoperpentrantisi), pur di fregiarsi e lottare per lo scudetto, ha così barattato l'Arese II per il nuovo comico C.d.S.. Del resto oggi in Italia funziona un pò tutto così: amici, amici degli amici, amici che conoscono gli amici e che possono fare un favore agli amici. Tutto rigorosamente in famiglia. Rondelli nella sua opinione sui c.d.s. sostiene "la perplessità per un campionato che non esprime la reale forza dei club in questione, ma che, grazie ad un regolamento tutto da discutere, permette loro di utilizzare gli ex atleti, che attualmente gareggiano per squadre militari". L'appunto interessante è proprio questo: lo Stato paga gli atleti militari per essere professionisti, che poi si trovano a correre per società civili... gratis. A tal proposito, scrive Rondelli "Andando a guardare i numeri si può vedere infatti che sui 26 punteggi necessari per fare classifica, sia per la Bruni Vomano sia per la Sai Fondiaria, ben 16 sono stati realizzati da atleti militari in prestito oppure da stranieri, per lo più mezzofondisti africani assoldati per un pugno di euro". 
Il successivo passo logico è degno di nota, perchè il coach di Cova e Panetta, pronostica che in futuro le squadre civili lasceranno emigrare "spintaneamente" i propri giovani migliori verso le sqaudre militari senza cercare di mantenerli nel proprio team, visto che poi potranno impiegarli nelle gare societarie a costo zero. Le conclusioni sono sconfortanti: "eutanasia di un campionato che sino alla fine degli anni 80 era davvero una manifestazione di bel altro livello". Belle le chiose finali contro questo mandato di stampo-Asics: "Ma è meglio rassegnarsi al peggio visto che da tempo la politica federale è quella di dare un contentino a tutti". Naturalmente tutto il pezzo lo trovate su Correre. 
Ci si chiede come si possa andare avanti così, ma noi italiani siamo abituati al peggio, no?