28/02/13

Goteborg '13: medaglie, speranze e missioni impossibili - analisi azzurra

Si parte! Domani finalmente la valanga azzurra di Thoeniana memoria si abbatterà sul palazzetto dello sport di Iotebori, o Goteborg o Gotemburgo, ovvero nella patria dell'aforisma più leggendario del Bragagna-Style "o che dir si voglia". Già i bookmaker si sono lanciati nelle scommesse su quando pronuncerà la frase ormai entrata nei libri di telecronaca sportiva: "Ed eccociiiiii... a Iotebori, come dicono qui in Svezia, o Gotemburgo...". Amen. Quindi si comincia. Mi piacerebbe un giorno poter affiancare in una sola telecronaca il buon Bragagna, lo confesso (lo faccio gratis, Franco!) avendo la mia piccola esperienza mediatica contemplato solo una trasmissione radio su una emittente locale e per di più parlando di atletica spicciola. Solo per l'ebbrezza di rinverdire i fasti di Rino Tommasi e la sua fiumana di statistiche. Però sarei una buona radio-spalla e di sicuro non prenderei i tempi con il cronometro sui 10000. Comunque, vediamo un pò una rapida occhiata alle speranze del Blu-sky-Team.

Medagliabili - Trost, Tumi, Greco, Rosa, Bruni...

Non nascondiamoci dietro ad un dito e non toccatevi. Alcuni sono proprio in odore di santità, ovvero di entrare nel novero dei medagliabili e quindi di varcare la porta della Storia dell'Atletica Italiana per iniziare a  cercar di cancellare un quindicennio di atletica azzurra che stando ai libri di Donati è risultato apocrifo come i rotoli del Mar Morto. Davvero si salvano in pochi di quel eldorado di medaglie che sembrava il Nirvana cui si sarebbe dovuto ambire. Tutto (quasi) falso. In realtà anche allora valevano come i ragazzi di oggi... 
  • Quindi partiamo da Alessia Trost, la miglior altista al mondo del momento, senza tanti panegirici elogiativi. Parte in pole, e deve fare la prima chicane in testa, per poi cercare di conservare il vantaggio sino alla fine, visto che la superiorità sembra netta. Unica atleta a metterle qualche pensierino la belga Hellebault. 
  • Chiaramente è in prima fila anche Michael Tumi, considerato che è il capolista europeo dei 60 metri, anche se Jimmy Vicaut dalla sua ha un triplice 6"53, quasi che se i suoi pistoni martellassero ciclicamente a quel rullaggio. 
  • Daniele Greco (triplo) è il quarto dell'Olimpiade. E' il secondo delle liste mondiali dell'anno. Direi che possibilità di medaglie ci sono. Si dovrà guardare dall'attempato Marian Oprea
  • Ci metto Paolo Dal Molition, perchè bisogna essere concreti. Ha il 5° tempo e a parte il russo Sergey Shubenkov (se non gli prende la sindrome di Londra) ha gli altri top-hurdlers a portata di piede. Dovrà correre a livello di record italiano che... sembra comunque a portata. 
  • Silvano Chesani (alto) - dovrà dimostrare di avere spessore internazionale, cioè capace di rendere il massimo nel momento clou. Il russo Dmitrik sembra il grande favorito, ma nel sottobosco potrebbe avvenire qualunque cosa di insperato. 2,33 è un biglietto da visita su cartoncino serigrafato, che bisognerà onorare al meglio. 
  • Roberta P!nk Bruni (asta) - ha superato ogni tipo di record, che ci sta anche auspicare che possa arrivare fino lassù dove ha già iniziato a guardare nelle palle degli occhi le più forti atlete del mondo. 
  • Chiara Rosa (peso) - medagliata a Helsinki, sarà comunque dura riconquistarne una visto il livello delle iscritte. Si colloca comunque in zona podio, e se gli entra il lancio... 
Le possibili sorprese 
  • Giordano Benedetti (800) - finisce in una batteria ostica Giordano, che se la vedrà subito in batteria con il capolista europeo Rimmer (1'46"55 quest'anno). Dovrà dimostrare di avere una dimensione solida a livello internazionale ed esserci nei momenti che contano. I grandi ottocentisti sono quelli che ruleggiano nei momenti chiave della gara, una delle più belle e spettacolari a livello indoor. 
  • Abdellah Haidane (3000) - parte col vantaggio di correre la seconda batteria delle due previste e correre quindi potendo ambire su due opzioni di ripescaggio. Finale alla portata, poi in finale se la gara diventa tattica, può succedere di tutto. 
  • Gianmarco Tamberi (alto) - genio e sregolatezza, può trovare salti pazzeschi se si innescasse nel modo giusto. Se si esalta può essere che arrivi anche a medaglia. Medaglie che si vinceranno come da prassi dai 2,32 in su. Dovrà ottenere semplicemente il proprio primato personale.
  • Marco Fassinotti (alto) - un atleta che mi piace per l'armonia dei movimenti. Sembra essere diventato solido a certo altezze, e fino ad ora gli è mancato il killing instinct per ottenere la "misura" clamorosa. Ma non è detta l'ultima parola... 
  • Marzia Caravelli o Veronica Borsi (60hs) - sono possibili e probabili protagoniste, con tempi praticamente analoghi. Sono ad un pelo dal tetto d'Europa, stando ai tempi ottenuti nel corso del 2013. Perchè non potrebbe succedere che una delle due arrivi laddove solo Rita Bottiglieri nel 1977 era giunta prima, ovvero una medaglia (la Bottiglieri vinse il bronzo, unica medaglia nella specialità). 
  • Simona La Mantia (triplo) - a dire il vero non sarebbe una sorpresa, visto il titolo europeo già conquistato nel 2011. Ma poi c'è stato un anno di transizione, e tornare sul podio rappresenterebbe per lei una bella sorpresa. 
  • Kevin Ojiaku (lungo) - lo metto nelle sorprese perchè ai giovanissimi alle prime armi internazionali concedo sempre l'effetto "esplosione" che non è proprio degli atleti già evoluti. 
In cerca di un posto al Sole 
  • Simone Collio (60) parte forse da una posizione nella griglia defilata, ma questo potrebbe essere per lui un punto di forza. La leadership di Tumi avrà sicuramente fatto scattare qualche cosa al lombardo, che in definitiva è a portata di finale. Le medaglie si guadagneranno però probabilmente con tempi compresi tra i 6"50 e i 6"55). Non ha quella forma, ma arrivare a 6"60 sarebbe un buon viatico per la stagione all'aperto. 
  • Isalbet Juarez (400) è il campione italiano e deve ricordarselo nel momento in cui metterà le chiodate in pista. La batteria non è facile, ma parte dalla 3^ corsia e può ambire ragionevolmente alla seconda posizione: non affronterà Michael Johnson e LeShawn, ma atleti un pizzico più forti di lui. Se se la ragiona... 
  • Marco Najibe Salami (1500) - situazione molto fluida nelle gare di mezzofondo indoor: troppe variabili indipendenti in gioco. Salami parte da un Sb apparentemente lontano dai propri competitors, ma potrebbe succedere qualunque cosa. 
  • Mohad Abdikadar (1500) - gli consegno qualche opportunità in più rispetto a Salami, e confido che prima o poi questo ragazzo esploda. Che sia la gara giusta? 
  • Stefano Tremigliozzi (lungo) - il lungo a livello internazionale ha subito una lunga ed inopinata involuzione, tanto che con misura vicine agli 8 (anche inferiori di pochi centimetri) possono garantire belle soddisfazioni. La finale sarà probabilmente fissata tra i 7,90 e i 7,95. Tremigliozzi è lì. 
  • Emanuele Catania (lungo) - vedi sopra, visto che ha praticamente la stessa misura di Tremigliozzi. 
  • Michele Boni (triplo) - ha avuto un inizio di stagione spettacolare, coronato dal personale a 16,65. Ora i duri devono dimostrare che sanno affrontare il gioco al meglio. 
  • Audrey Alloh (60) - per andare in finale servirà un tempo attorno ai 7"26/7"27, ovvero correre il proprio personale. La semifinale sembra a portata di mano, poi inizierebbe la scalata dal campo 4 verso la cima. Molti gli ostacoli da superare in questa impresa. 
  • Margherita Magnani (1500) - il suo obiettivo principale dovrebbe essere quello di raggiungere la finale. Poi quello di continuare il suo progressivo miglioramento cronometrico. Potrebbe poi essere protagonista in finale se la gara diventasse tirata-ma-non-troppo. Come nella musica classica, no? 
  • Silvia Weissteiner (3000) - obiettivo (comunque non facile) di raggiungere la finale. Ha il 7° tempo su 9 delle partenti della propria batteria. Sarà battaglia e dovrà correre sotto i 9' per ambire al... Posto al Sole. 
  • Micol Cattaneo (60hs) - è un pizzico dietro al duo Caravelli-Borsi, ma è pur sempre una jena da gara. Potrebbero materializzarsi in finale tre azzurre. 
  • Giorgia Benecchi (asta) - è tornata ai livelli di un paio di stagioni fa... anzi, di più. Ora sarebbe una gran cosa per lei arrivare in finale. 
Mission Impossible 
  • Eusebio Haliti (400) avrebbe potuto dire la sua se non avesse pescato la prima corsia di una batteria con Pavel Trenikhin e Michael Bingham appesi alle corsie superiori. Questo vuol dire che il suo europeo sarà raggiungere la semifinale in condizioni che la sorte gli ha reso estremamente complicate. Essere in testa ai 200 partendo dalla prima corsia comporta un dispendio di energie non indifferente: dalla sua ha l'età, ovvero la capacità di sorprendere. 
  • Lorenzo Valentini (400) come sopra. Solo che avrà in batteria il ceco favorito Pavel Maslak. La prima corsia sarà una spada di Damocle per lui non indifferente.
  • Stefano Tedesco (60hs) - secondo me sarebbe un ottimo obiettivo raggiungere le semifinali per lui, che quest'anno è arrivato a 7"87. La finale è obiettivamente raggiungibile attorno ai 7"75, ovvero sui limiti assoluti di Stefano. 
  • Giorgio Piantella (asta) - non pensare al risultato e puntare a fare il proprio massimo di sempre. Magari trovarsi in una finale dai contenuti tecnici elevatissimi con i migliori al mondo praticamente tutti presenti.
  • Marco Dodoni (peso) - vabbè, ma qui parlo a risultato acquisito... 
  • Ilenia Draisci e Gloria Hooper (60) - penso che il loro obiettivo principale per onorare al meglio la maglia azzurra, sarebbe quello di superare il primo turno e quindi ottenere il personale, non in ordine di importanza chiaramente. I 60 femminili presentano una grid list davvero da urlo. 
  • Maria Enrica Spacca (400) - si trova col 4° tempo su 5 della batteria dove avrà anche la migliore europea dell'anno, ovvero l'inglese Perri Shakes Drayton (un paio di secondi di gap sulle altre). Ha dalla sua la capacità di lottare e se rimane aggrappata al 3° posto all'ingresso del rettilineo finale, vuoi mai che infili la semifinale? 
  • Chiara Bazzoni (400) - Mentre la Spacca quanto meno beneficia della terza corsia, alla Bazzoni tocca la seconda con il peggior tempo delle partenti. Una gara in salita in tutti i sensi, ma la Bazzoni guerriera degli italiani, potrebbe fare un piccolo miracolo. 
  • Marta Milani (800) - per ora la metto qui, in attesa che dalla crisalide nasca finalmente la farfalla esca finalmente la farfalla che tutti ci aspettiamo. Ha le potenzialità per essere nei gruppi di testa, ma bisogna adesso dimostrarlo. La batteria non è facile, ma l'accesso in semifinale arride alle prime 3 su 5. La gara sarà tattica, probabilmente, quindi aperta a mille soluzioni. 
  • Giulia Viola (1500) - sorprendente in questa prima parte di stagione indoor, vediamo se riesce a fare quella piccola impresa di raggiungere la finale.
  • Giulia Liboà (lungo) - Mission davvero impossibile per Giulia, che deve risalire come un salmone una classifica che la vede in fondo alla graduatoria di partenza. Si parte salto per salto e poi si vedrà! Arrivare anche al personale non sarebbe male. 
  • Julaika Nicoletti (peso) - ottima esperienza per poter migliorarsi. La finale sembra proibitiva e sarà collocata a circa 50 centimetri oltre il proprio personale. 

27/02/13

La dura lotta per l'accesso su una pista d'atletica

L'altro giorno, essendomi trovato la pista di casa innevata (unico utilizzatore stabile nell'ultima decade) e dovendo allenarmi (oddio... "dovendo"... potevo anche starmene a casa, ma l'istinto ferino era troppo forte) ho deciso di farmi una ventina di chilometri e accasarmi presso un altro campo sportivo non colpito dalle intemperie meteorologiche di natura nevosa dell'ultimo periodo. Ammetto che stavolta non avevo proprio voglia di spalarmi la mia solita corsia per 140/150 metri, visto che l'avevo fatto non meno di una settimana prima e che l'Onnipotente ha deciso di vanificare quelle due mie ore di fatica con una mini-vanga da giardino con un'altra spolverata. Ebbene, arrivo di fronte al "nuovo" Stadio, letti gli orari di apertura (legittimato quindi a farlo) accedo nel centro sportivo. Per non essere in fallo prima di tutto cerco il custode: introvabile. E così mi dico "appena arriva, gli chiedo quanto devo pagare per l'accesso". Inizio il mio bell'allenamento sullo sportflex baciato da un tiepido sole (e contemporaneamente pensando di essere fortunato a non dovermi torturare quotidianamente su una superficie così infima), ma sempre con l'apprensione che si materializzi un clichè di un custode panzone per il quale "chi è lei? Chi l'ha autorizzata? Esca da qui!". Ma ormai il dado è tratto e per evitare spiacevoli inconvenienti, decido di trascorrere i recuperi dietro alla panchina del campo da calcio... nascosto, occultato. Vuoi mai che nel bel mezzo all'allenamento arrivi Gigi il Custode e che mi sbatta fuori? Ma non succede nulla (a parte un tizio che sbraitava in dialetto valligiano contro non so chi e e contro non so che cosa) e terminato l'allenamento, per essere a posto con la mia coscienza e per puro senso civico, mi porto presso il Bar dello stadio, nel frattempo aperto. Approccio la barista lampadata (davvero troppo lampadata: non riuscivo a guardarle la pelle) e comunico con l'umiltà del servo della gleba di aver utilizzato l'impianto di atletica e che vorrei, davvero, pagare per l'accesso, costasse quel costasse. La barista mi guarda stralunata come se le stessi chiedendo di prepararle il coktail "Ciaparat" e a quel punto interviene "il calcionaro". Il Calcionaro, appunto, ovvero il rappresentante di quella fauna di personaggi che ruotano attorno al mondo del calcio minore (ma anche no) e che evidentemente era intento a taccheggiare la barista, liaison che devo aver inopportunamente interrotto per il mio singulto di civicità. Non interpellato, serio in volto, mi fa: "Devi fare la richiesta al comune". "Come?" rispondo io "la richiesta al comune?". Convinto il calcionaro, anche un pò stizzito, riprende: "sì, per accedere alla pista bisogna chiedere l'autorizzazione al comune". Rimango un pò seccato, anche perchè non è la prima nè sarà l'ultima volta che per accedere ad un campo mi viene fatta questa richiesta bislacca. "Guardi, io l'ho già utilizzata la pista, volevo solo pagare l'accesso...". "Ah. già fatto? Vabbè per stavolta amen...". Esco riflessivo pensando che la prossima volta che dovessi tornare qui mi chiederanno l'autorizzazione del comune. Me lo sono giocato... quando mai!

Il primo ostacolo all'atletica su pista, è proprio l'accesso ai centri sportivi con le loro piste. Contrariamente a TUTTE le strutture di tutti gli altri sport, infatti, l'accesso alle piste di atletica presenta delle peculiarità davvero singolari. Comprendo che il problema originario possa essere una gestione finanziaria assai particolare (non si può evidentemente mettere il custode a fare l'usciere del centro sportivo per un paio di persone al giorno), ma è anche vero che non penso che sia pratica comune che chi vada in piscina a fare nuoto libero gli venga richiesta l'autorizzazione del comune.

Paga il suo accesso, e la persona entra liberamente in acqua. In pista no. A questo aggiungiamoci che la gestione di molte piste risulti subappaltata alle società sportive del territorio comunale (ci sta...) che invece di rendere fruibile a tutti l'accesso alle piste, fanno da filtro arrivando in alcuni casi a vere e proprie minacce velate (se ti tesseri con noi, entri liberamente gratis... altrimenti vai in comune, chiedi il lasciapassare A29, il nulla osta B51, tramite la richiesta C435 e paghi 450,00 € all'anno). Altre società fanno pesare la loro gestione, e non se ne capisce nemmeno il motivo... o meglio, i motivi ci sono eccome, ma è meglio tacerli, visto che nella stragrande maggioranza dei casi la società compie esclusivamente un'attività di controllo della struttura e non certo di gestione finanziaria in passivo, visto che le spese vive maggiori se le sobbarca il comune. Questa dell"'autorizzazione del comune" è personalmente davvero l'ostacolo più fastidioso alla pratica dell'atletica su pista, che vedrei meglio senza ostacoli, piuttosto che così tanti orpelli da oltrepassare.

Che poi: ci sono state occasioni in cui mi sono trovato a frequentare piste palesemente in disuso: a che serve una autorizzazione per utilizzare una cosa di cui il comune nemmeno conosceva l'esistenza e per la quale non prevede alcuna spesa? Perchè un soggetto giuridico deve "autorizzare"  ad un cittadino l'ingresso in una struttura per la quale non ha spese e nè prevede? Se poi andate a vedere, molti di questi comuni non hanno nemmeno un regolamento per la fruizione di questo servizio, tanto che se vi presentate allo sportello per chiedere la benedetta autorizzazione, non sapranno nemmeno di avere sul territorio una pista d'atletica. 

Un giorno vorrei semplicemente presentarmi presso la tal pista del tal comune, pagare il mio biglietto di ingresso e fruirne come qualsiasi struttura che non sia concepita per l'atletica. Chiedo troppo? Perchè la pista d'atletica invece sì? Ecco, forse il problema dovrebbe essere risolto a livello centrale, ovvero dalla Fidal che incaricasse il nostro Ministero Ombra dello Sport (il Coni) affinchè rendesse tali accessi disponibili a tutti i tesserati Fidal senza filtro alcuno che non sia il possesso di una tessera Fidal (quindi un titolo per il cui rilascio in teoria necessita una visita di idoneità alla pratica agonistica). Si dovrebbe procedere prima ad un censimento delle strutture, quindi ad un'azione generale, proprio per avere le stesse regole su tutto il territorio nazionale e su tutte le piste a disposizione. 

Gli impianti sono pubblici, vengono mantenuti con soldi pubblici (quindi anche nostri, anche se non apparteniamo a tal comune) e previo giusto corrispettivo (una pista non ha certo le spese di una piscina) o addirittura a titolo gratuito (visto che il benessere dei cittadini passa anche per lo sport), sarebbe giusto "aprire" la fruibilità degli impianti senza tante pastoie burocratiche e soggetti giuridici deputati a rendere l'accesso alla pista un'impresa. Come dicevo prima: chiedo troppo?

26/02/13

Queenworld: Lendore 10° 400 all-time indoor con 45"15

Ho tralasciato qualche risultato internazionale ultimamente per seguire gli avvenimenti italici. Riprendo la narrazione quindi da dove l'avevo interrotta, con qualche informazione anche un pò datata.

Dopo Ernst arriva Ernest sui 200 - ve la ricordate due anni fa la stagione indoor sui 200 del tedesco Sebastian Ernst? Chiuse addirittura in 20"42 e peccato che quello fu il proprio career high, non seguito da nulla di statisticamente rilevante (quella stagione poi corse in 20"51 all'aperto). Quest'anno invece è la volta dell'americano Aaron Ernest, classe '93, che ha già corso in 20"59 e 20"53 sempre a Fayetteville, migliori due risultati mondiali dell'anno.

Super-Lendore: 45"15 e 45"23 - sempre sull'oval di Fayetteville, weekend da first class per il trinidegno Deon Lendore. 45"23 in batteria e poi 45"15 in finale il giorno dopo. Nettamente le migliori due prestazioni mondiali dell'anno. Il 45"15 lo pone al 10° posto nelle liste all-time mondiali dei 400! Delle uniche 5 prestazioni sotto i 46" del 2013 in tutto il mondo (davvero poche!), ben 3 le ha incassate proprio Lendore, mentre le rimanenti due le ha piazzate Hugh Graham (altro americano classe '92 come Lendore): 45"67 e 45"86.

Raffiche di attacchi al record di Motchebon sui 600... che resiste - mai come quest'anno, si è assistito ad una raffica di tentativi per annichilire il record di Nico Motchebon, il tedesco con gli oculi de vitro cum capsula che alla fine degli anni '90, corse in 1'15"12. I tempi sotto l'1'16"00 sono ormai 6, ma nessuno, a dire il vero si è avvicinato in maniera sensibile. Tra i cecchini del record si è messo anche Mohamed Aman, uno dei testimoni oculari di una delle imprese della storia dell'atletica, ovvero il mondiale di David Rudisha a Londra (e capace di battere proprio Rudisha al Weltklasse di Zurigo, subito dopo l'olimpiade, oltre che esser giunto 6° all'olimpiade con 1'43"20). Aman a Mosca il 3 di febbraio, ha corso infatti in 1'15"60, quarto tempo mondiale di sempre, mentre nel fine settimana appena passato, Erik Sowinski, ha corso un solo centesimo peggio di Aman, 1'15"61. Liste all-time modificate, quindi. Eccole qui sotto. Sottolineo la presenza anche del "nuovo" francese Pierre Ambroise Bosse, che si è portato al 6° posto di sempre proprio nella gara di Mosca dietro ad Aman, mentre solo nel 2013 quattro atleti sono entrati nei 9 delle citate liste all-time.  

1:15.121.1.Nico MOTCHEBON69GERF1.Sindelfingen (GER)28.02.19991217
1:15.262.2.Adam KSZCZOT89POLF11.Moskva (RUS)05.02.20121211
1:15.603.3.Dmitrijs MILKEVIČS81LATF1.Lincoln (USA)05.02.20051196
1:15.603.3.Mohammed AMAN94ETHF11.Moskva (RUS)03.02.20131196
1:15.615.5.Erik SOWINSKI89USAF1.New York (USA)16.02.20131196
1:15.636.6.Pierre-Ambroise BOSSE92FRAF21.Moskva (RUS)03.02.20131195
1:15.657.7.Kevin BORLÉE88BELF1.Gent (BEL)13.02.20111194
1:15.698.8.Jackson Mumbwa KIVUVA89KENF11.Moskva (RUS)06.02.20111193
1:15.709.9.Duane SOLOMON84USAF1.Glasgow (GBR)26.01.20131192

Kaki katechizzato sugli 800 a Birmingham -  Sorpresa a Birmingham, dove Abubaker Kaki, (altro protagonista della finale di Rudisha e anche lui in grado di battere il Divino negli ultimi anni) viene sverniciato dallo sconosciuto inglese Michael Rimmer al photofinish: 1'46"55 a 1'46"57. E c'è di più: nella medesima foto compare pure Mukhtar Mohammed, altro inglese dalle chiare origini maghrebine (classe '90): 1'46"58. Nel Who's Who di Rimmer c'è l'argento di Barcellona '10 (Europei), oltre alla partecipazioni a due olimpiadi e tre mondiali outdoor sulla propria carlinga. 1'43"89 il suo pb. Mohamed Aman, ancora lui, invece a Stoccolma arriva a 1'45"05 (16° all-time).

3000 metri: Galen Rupp imperat - Galen è proprio il mezzofondista del momento. Un incredibile 7'30"16 al meeting di Stoccolma, davanti al keniano Caleb Ndiku, 7'31"66. Rupp scala la piramide storica della specialità, issandosi al 7° posto di sempre, mentre Kndiku compare al 10° posto.

L'asta di Lavillenie - continua il tour de force di Lavillenie. Ultima fatica a Metz il 24 febbraio e 5,94, a 9 centimetri dal suo record personale di 6,03 ottenuto nel 2011.

Marquis Dendy, salto davanti al mondo -  

25/02/13

Italiani Junior e Allievi: altre 14 perle e la nuova scuola del triplo azzurro

Ecco qui un'altra carrellata sulla cose più significative da me trovate nella seconda giornata dei campionati italiani Allievi e Junior. Segnalo la qualità delle gare di salto triplo, in particolare di quello allievi. Non è arrivato il record, ma i primi 3 atleti si sono collocati tra i primi 7 all-time, mentre il 4° al 13°. Altro scontro tra titani nel triplo junior femminile, con la riproposizione della sfida tra la Lanciano e la Cestonaro a livelli siderali. 
  • Clamorosa gara nel triplo allievi: due atleti, Simone Forte e Tobia Bocchi, in testa appaiati a 14,83, ovvero al 4° posto di sempre delle liste all-time dopo personaggioni come Andrew Howe Daniele Greco. Ha vinto però il primo meritatamente vista la serie che contemplava anche un 14,79 e un 14,71. Ma lo spessore della gara allievi di triplo forse più combattuta in Italia per questa categoria nella storia è certificata dal 3° posto ottenuto da Filippo Randazzo con 14,73, a questo punto 7° performer di sempre e il 4° Alessandro Li Veli, con 14,63, 13° di sempre. Che razza di gara! 
  • Dopo esser state protagoniste la settimana scorsa ai campionati assoluti, riecco una sfida clamorosa nel triplo junior tra Francesca Lanciano e Ottavia Cestonaro. Solo una settimana fa la Cestonaro era arrivata a 13,47 issandosi al secondo posto sul territorio nazionale come assoluta e stabilendo nella circostanza il record italiano junior, battendo il record di una certa Simona La Mantia (13,42). La Lanciano invece era giunta 4^ con 13,32, suo PB e terza performer di sempre tra le junior. Nella sfida per il titolo di categoria però, si ribaltano le gerarchie, con la vittoria della Lanciano con 13,34 (suo nuovo PB) saltato all'ultimo salto, davanti alla Cestonaro con 13,30. Gara agonisticamente sublime. La prima delle umane è arriva a 80 centimetri... il triplo italiano è davvero una... scuola.
  • Emilio Perco merita la citazione per la doppietta 800-1500 tra gli junior ottenuta nelle due giornate: ma nella seconda gara ha visto bene di mettere anche un bel crono, ovvero 1'50"92, ovvero più di 3" sul secondo. Strapotere. Bè, giusto per dar a Cesare il dovuto, Perco attualmente è il secondo delle liste al-time junior a livello indoor con l'1'50"44 ottenuto a gennaio di quest'anno. Obiettivo per lui era probabilmente abbattere l'unico obiettivo che gli rimaneva, ovvero il record italiano di Davide Cadoni (1'49"85), fin'ora unico junior italiano ad essere riuscito a scendere sotto gli 1'50". Avrà ancora una possibilità visto che dall'anno prossima cambia categoria? 
  • Andrea Federici, smaltita la delusione nel salto in lungo dove indubbiamente partiva con i favori del pronostico (e chissà cosa avrebbe combinato sul magic box della pedana del Palazzetto di Ancona), si rifa con gli interessi sui 60 metri: 6"95 per lui in finale dopo il 6"97 in semifinale, sua prima volta sotto i 7" nel suo primo anno nella categoria Allievi. Grazie al pazzesco lavoro di Raul Leoni sulle liste all-time giovanili, il suo tempo si colloca all'11° rango di sempre assieme al mio amico Massimo Clementoni, che nel proseguo della carriera si fregiò di scambiare il testimone con the living legend Pietro Mennea. Un attimo però: gli allievi sono i ragazzi di 16 e 17 anni: solo Giovanni Galbieri nel 2009 all'età di 16 anni ha corso più veloce di Federici nel primo anno di categoria: il veneto corse infatti 6"90 nel 2009.
  • Altra citazione per Federica Del Buono, in forma sfavillante. Record italiano e titolo il giorno prima sui 1500. Oro sugli 800 il giorno dopo col 6° crono di sempre per una junior: 2'09"78.
  • Ormai Roberta P!nk Bruni non fa quasi più notizia, nel senso che dalla piccola Bubkina si aspetta ormai la prestazione monstre ad ogni uscita. E la prestazione monstre ha nome e cognome, ovvero 4,64, cioè il record mondiale junior. Quello stesso record tentato dopo aver vinto il titolo italiano junior con 4,40, che è sempre la sua terza prestazione di sempre. Peccato che Sonia Malavisi si sia fermata "solo" a 3,90 (contro il 4,20 della settimana scorsa). 
  • 8^ prestazione di sempre indoor sui 1000 metri allievi per il reggiano Yassin Bouih2'32"30. Nella sua scia arriva secondo e si colloca all'11° rango di sempre Jacopo Peron con 2'32"71 e 12° il terzo, Lorenzo Pilati con 2'32"75
  • Leonardo Vanzo si fregia del titolo allievi con il 12° crono di sempre per un Allievo in Italia: 49"97. E 12 sono gli allievi che sono scesi sotto i 50" nella storia della specialità a livello indoor. 13° di sempre invece è il secondo della gara di gara, ovvero Emanuele Grossi: 50"01 per lui. Una gara al millimetro finale. 
  • La sfida tra titane dei 400 junior si risolve nettamente a favore di Lucia Pasquale (vs Irene Morelli) già protagonista agli italiani assoluti (fu infatti finalista). Del resto con 54"83 in batteria proprio una settimana fa, aveva ottenuto il 5° tempo italiano di sempre tra le junior (a due soli decimi dall'ormai ultradecennale record di Alexia Oberstolz). In finale per la Pasquale 55"24, mentre Irene Morelli dopo una batteria a 55"93 (20° performer di sempre), torna sopra i 56": 56"15
  • Nei 60 junior vince il super-favorito della vigilia, Eseosa Desalu con 6"88. Ma quest'anno aveva già impressionato per il suo 6"78 di Modena di fine gennaio che lo collocava al 7° rango di sempre nelle liste all-time junior. 
  • 4x200 Studentesca Ca.ri.ri.- Prestazione gigantesca nella 4x200, considerato che con 1'28"30 la media fa poco meno di 22"10 a testa. Record italiano junior per una società, che abbassa il tempo ottenuto dalla stessa società che l'aveva già ottenuto nella stessa configurazione agli italiani assoluti una settimana fa: 1'29"02. Quello stesso record batteva un tempo ottenuto nel lontano 1985 dall'Arena Bentegodi di Verona. Considerando anche le rappresentative nazionali, il crono si colloca al 4° posto di sempre, in una classifica capeggiata dall'1'27"67 proprio della Nazionale junior. 
  • Record italiano di società nella 4x200 allieve da parte del Cus Parma: 1'43"86 contro il 1'43"99 della Sefatletica. 
  • Nella sfida tra le Troiani-twins e il resto del mondo, la vince quest'ultimo piazzando Elena Bellò al primo posto con 57"12 (20° crono all-time della categoria), davanti a Saskia Battistoni lasciata a quasi un secondo (58"09). Unica Troiani medagliata è stata così Virginia con 58"31
  • Dopo esser state protagoniste la settimana scorsa ai campionati assoluti, riecco una sfida clamorosa nel triplo junior tra Francesca Lanciano e Ottavia Cestonaro. Solo una settimana fa la Cestonaro era arrivata a 13,47 issandosi al secondo posto sul territorio nazionale come assoluta e stabilendo nella circostanza il record italiano junior, battendo il record di una certa Simona La Mantia (13,42). La Lanciano invece era giunta 4^ con 13,32, suo PB e terza performer di sempre tra le junior. Nella sfida per il titolo di categoria però, si ribaltano le gerarchie, con la vittoria della Lanciano con 13,34 (suo nuovo PB) saltato all'ultimo salto, davanti alla Cestonaro con 13,30. Gara agonisticamente sublime. La prima delle umane è arriva a 80 centimetri... il triplo italiano è davvero una... scuola.

24/02/13

Dal Molition irrompe nel mondo del subumano: 7"59

Tra tutte le cose che son successe oggi, e per le quali al momento non ho ancora messo mano essendomi preso un giorno sabbatico, non potevo esimermi dal Dal Molition Tribute, avendo lo stesso finalmente varcato la Porta di Dite dei 7"60 sui 60hs ed essendo così entrato a due piedi negli inferi di questa specialità dove c'è stato un solo unico ed imitabile Demone: Colin The Devil Jackson, che sui 60hs era una specie di iradiddio avanti 20 anni rispetto alle vittime sacrificali di cui si sfamò per un decennio, avvolgendo gli ostacoli come cellophane. Senza voler necessariamente finire nel XXXIV canto dell'Inferno, dove risiede il Colin luciferino, Paolo Dal Molition entra accompagnato da Virgilio Abate (presente alla gara) un paio di gironi più in alto, tra il 7"60 e il 7"50.  Il suo tempo ottenuto a Metz questa sera è clamoroso fino ad un certo punto, viste le premesse delle ultime settimane, ovvero un 7"59 che è secondo nella storia dell'atletismo italiano al solo 7"57 di Emanuele Abate ottenuto a Magglingen l'anno scorso (di cui sono stato pure testimone). 7"59 l'aveva corso ancora Abate a Karlsruhe, quindi i tempi azzurri sotto i 7"60 sono ormai 3. Battuto in finale da parte di Paolone il polacco Bochenek (13"44 di personale outdoor), Emanuele Abate (7"74 e 7"75). Quarto il francese Martinot Lagarde (il fratello debole di Pascal, 7"53 quest'anno). E ora gli europei, dove Paolo parte dalla sesta posizione ma dove Shubenkov a parte, sembrano davvero tutti a portata. 

23/02/13

Manu Levorato pareggia il suo record agli Assoluti: 7"41

Nella semifinale (vinta) dei Campionati Italiani Assoluti di una settimana fa, Manuela Levorato pareggia il suo stesso record italiano F35 dei 60 metri, correndo per la seconda volta in poco tempo in 7"41, che aveva corso a Padova una sola settimana prima, ovvero il 9 di febbraio. La Levorato aveva corso in 7"45 la batteria, riuscendo poi appunto a correre in 7"41 la semifinale e concedendosi quindi senza dubbio delle chance per la finale, visto che nell'altra "semi" Draisci ed Amidei avevano corso in 7"40, e solo la Alloh era riuscita a correre sotto i 7"40: 7"38. 3 centesimi dalla migliore insomma, e 1 solo dal podio nella grid-line della finale. Poi in finale, qualche cosa si è inceppato, e amen... è andata così. Tre turni di sprint a tuono rimangono nelle gambe di tutti, ma soprattutto in quegli atleti che hanno passato molta della passata stagione a digiuno di gare. Che poi, ho "sindacato" sul fatto che non sono normali tre gare di sprint in una giornata sola. E' una pazzia... e chissà cosa avrebbe fatto Tumi se ne avesse corse solo due. I record europei e mondiali di "longevità" sono fissati a rispettivamente a 7"17 da parte della russa Irina Khabarova per il Vecchio continente, e addirittura 7"01 per quanto riguarda il Record Mondiale, da parte di Sua Altezza Marlene Ottey. Marlene Ottey che ha stabilito anche quello W40 con 7"17 (inferiore a quello italiano assoluto di 2 centesimi, non dimentichiamocelo) e 7"30 da W45. Incredibile fenomeno di longevità sportiva. 

Italiani Junior e Allievi in pillole: 2 record le 10 perle di giornata (mie, eh! Non insultatemi)

Sono mortificato dal non avere le liste all-time junior e allievi, perchè francamente, senza, è difficile soppesare le prestazioni dei singoli atleti. Quindi qui sotto, e so che con questo mi tirerò addosso non poche critiche, ho individuato le dieci "perle" di giornata, valutando esclusivamente il risultato in termini assoluti. 
  1. Lamont Marcel Jacobs, classe '94 della Virtus Lucca, supera il record italiano che aveva ben 37 anni, ovvero il 7,74 di Roberto Veglia stabilito appunto nel lontano 1976. 7,75 per lui, ma anche un 7,63 e un 7,53 nella serie dorata. Miglioramento mostruoso per lui, che stando al sito Fidal aveva "solo" 7,29 di Pb ottenuto l'anno scorso, mentre quest'anno, indoor, aveva saltato 7,09
  2. Federica Del Buono nella gara dei 1500 junior supera il record decennale di Eleonora Riga, risalente appunto al 2003: 4'23"91 contro il 4'24"07. Record italiano, chiaramente. Il mezzofondo femminile azzurro trova finalmente delle prospettive in quota rosa. 
  3. Filippo Lari, dell'Atletica Livorno, arriva sino a 2,08 nell'alto ed è nato nel 1997 vincendo la gara di salto in alto allievi. Il record italiano è quello di Giuseppe Carollo, ovvero il 2,13 del 2008. E' il suo personale assoluto, visto che aveva un 2,07 ottenuto a Jesolo l'anno scorso.
  4. Benedetta Cuneo, dell'Atletica Firenze Marathon, avrebbe invece vinto nettamente i Campionati Italiani Junior, dall'alto del 6,16 ottenuto oggi per fregiarsi del titolo allieve.
  5. Giuseppe Biondo (Cus Palermo) sfiora il record italiano dei 60hs allievi di Ivan Mach Di Palmstein: in finale il siciliano corre in 7"94, contro il 7"91 risalente al 2009 di Ivan.
  6. Andrea Aldeghi, classe '96, Atl. Lecco Colombo Costruzioni, salta invece 7,24 nella gara di lungo allievi, ovvero (sembra) la terza prestazione allievi di sempre. Aveva un personale di 7,09 indoor stabilito proprio quest'anno a Saronno. Peccato che sia "saltata" la sfida con Andrea Federici, allievo al primo anno già da 7,08.
  7. Eugenio Meloni, Cus Cagliari, classe 1994, arriva sino a 2,15 nell'alto junior maschile. Aveva saltato 2,16 l'anno scorso a Bressanone. 
  8. Ottavia Cestonaro, dell'Atl. Vicentina, invece, migliora la prestazione ottenuta proprio agli Assoluti, e torna a 6,14. La si vorrebbe vedere adesso molto più lontana, vista la classe.
  9. Lorenzo Perini, Osa Saronno, si porta a casa l'ennesimo titolo italiano: tempo di 7"90. Aveva però corso (stando al sito della Fidal) 7"81 nel 2010, tre anni fa. 
  10. Le gemelle Troiani: fatto più unico che raro. Domani, nella finale dei 400, ben tre sorelle, per di più gemelle, si giocheranno il titolo italiano. Sono Alexandra, Virginia e Serena Troiani. Sarà adesso interessante capire se predisporranno una strategia, visto che la metà delle finaliste saranno loro. 

Doping: due medaglie di fango agli Europei Master di Zittau

Parafrasando le parole del Duca: "il master che si dopa è un ...", non mi ricordo la parola finale, ma non era sicuramente elogiativa. Ebbene, dai controlli effettuati ai Campionati Europei di Zittau ci è finito dentro un polacco, ovvero l'M45 Wieslaw Pietka (qui di fianco nella foto segnaletica). Classe 1965, da M45 è riuscito a correre (secondo all-athletics) in 1'59"81 gli 800, 4'09"82 i 1500 e soprattutto 14'53"44 i 5000. Non si sa quali sostanze o a quali violazioni abbia incorso nella circostanza, fatto sta che l'atleta è stato squalificato per due anni. Molto stringati i comunicati comparsi sui siti dell'EVAA e della World Masters Athletics, nei quali si parla solo della positività della persona. Possibile che non mettano quello che ha vinto? Infatti dietro a quel nome che sembra non dire nulla, in realtà si cela la medaglia d'oro dei 5000 M45, vinti a 47 anni in 15'12"78. Ma il buon Wieslaw non si è fermato qui, perchè al suo attivo c'è stata anche la medaglia d'oro nei 3000 siepi in 9'37"09. Insomma due ori agli Europei Master in cambio di una firma sul contratto in cui ha venduto l'anima al diavolo. Qui sotto i nuovi podi della gara. 

5000 m – M45
1       540   FONTANEDA Francisco Jav     1964 M45   ESP SPAIN          15:14.49
2       3298 POBLOCKI Piotr                     1965 M45   POL POLAND       15:31.88
3       3308 RYBARCZYK Jan                     1967 M45   POL POLAND       15:35.12
3000 steeplechase – M45
1       918   PELLETIER Gilles            1962 M45   FRA FRAN          9:57.69
2       444   GRENAA Poul                 1966 M45   DEN DENMARK  10:27.80
3       3612 RADISIC Ljubisa             1967 M45   SRB SERBIA       10:39.25

22/02/13

Assoluti: Eleonora Berlanda prima donna over-35 sotto i 4'20" nei 1500

Nel suo 37° anno di vita, la poliziotta Eleonora Berlanda si regala l'ennesima soddisfazione, concludendo una straordinaria gara di 1500 agli assoluti di Ancona col medaglione di bronzo. Naturalmente dal mio punto di vista, oltre all'ammirazione per le prestazioni ad altissimo livello, osservo l'aspetto legato all'età, che è naturalmente connaturato alle categorie master. La Berlanda già l'anno scorso, era il 31 di gennaio, aveva spostato il segno della migliore prestazione di una over-35 sino sui 1500 a 4'20"34, migliorando un record che durava da 14 anni, ovvero quello stabilito da Jocelyn Farruggia (4'24"81). Questa volta l'impresa, non solo le regala il 3° posto assoluto in Italia dietro alle due "nuove" vedette della specialità (Margherita Magnani e Giulia Alessandra Viola), ma anche il primo sub 4'20" di una "master" della storia italiana a livello indoor. Corrispettivo in AGC 92,34%, ovvero un 4'11"80 se parametrato. Per avere un metro di paragone, poi, il record Europeo F35 appartiene alla rumena Violeta Szekely che nel 2001 corse l'incredibile crono di 4'03"61. Il record mondiale è addirittura il 4'03"08 di Mary Slaney, ottenuto nel 1997. A proposito, ve la ricordate Mary Decker Slaney? Il suo sogno olimpico di Los Angeles '84, il contatto con la sudafricana Zola Budd, la caduta, le lacrime, i fischi per Zola? 17 record mondiali tra gare ufficiali e non-olimpiche? 36 record americani e un solo neo? Ecco, quel campione di urine positivo al testosterone durante i trials per Atlanta '96 (cui partecipò e dove uscì in batteria). I propri legali sostennero che i valori di testosterone eccedevano i valori consentiti in quanto la Decker al tempo prendeva la pillola anticoncezionale. Lo stesso fu squalificata dal 1997 al 1999, perdendo anche l'argento mondiale indoor conquistato a Parigi proprio nel 1997. Sapete chi era il suo coach al tempo della squalifica? Alberto Salazar, l'attuale allenatore di Galen Rupp e Moh Farah. Ma con questo non voglio fare assolutamente dietrologia. La questione dei livelli di testosterone (sui quali nessuno ha mai smentito l'esistenza) è stata sottoposta a più procedimenti con più organi coinvolti.

La Gentili toglie il record dei 400 F35... al suo Coach

M. Gentili - Foto Fidal
Durante i Campionati Italiani Assoluti Indoor di Ancona, si è potuti assistere ad un singolare avvicendamento nella cronologia del record italiano dei 400 metri F35. Il record tabellato risultava infatti appartenere a Carla Barbarino, (53"83 di Pb all'aperto e 11 convocazioni azzurre) che il 16 di febbraio del 2002, nel suo 35 anno d'età, correva sull'oval di Genova in 54"88. Esattamente 11 anni dopo, il 17 febbraio del 2013, nella finale B del Campionato Italiano Assoluto, Manuela Gentili, sua allieva che è riuscita a portare nell'eccellenza continentale dei 400hs, le ha sottratto questo piccolo primato abbassandoglielo di 2 centesimi. Ad Ancona infatti, la Gentili, arrivando dietro a Yadisley Pedroso Gonzalez, ha interrotto le fotocellule a 54"86, interrompendo il regno della Barbarino dopo 4019 giorni, quando nel frattempo davvero poche italiane over 35 si erano mai avvicinate a quel tempo. 90,57% il corrispettivo in AGC, ovvero un 52"58 parametrato. La Gentili, come già scritto in precedenza, si lancia sempre più nella riscrittura dei record di categoria: era già successo con quello dei 200 pochi giorni fa (24"55 sempre ad Ancona il 9 febbraio). E ora nella stagione all'aperto, attenzione ai record di 200, 400 e 400hs... Curiosità: il record mondiale ed europeo appartiene alla ceca Helena Fuchsova, che nel 2001 sulla pista di casa a Praga, corse i 400 in 51"99.

20/02/13

La Bazzoni fa la Spacca: quando i 400 indoor sono spettacolo

Avendo la risorsa scarsa "tempo", devo necessariamente limitare le mie uscite soprattutto su un argomento come gli assoluti, nonostante vi fossero tanti spunti di "cronaca". Dovrei lasciare il lavoro, probabilmente. Ad esempio, i 400  femminili, ne vogliamo parlare? Lasciamo da parte per un momento l'assurda formula di un turno preliminare kamikaze su 7 batterie con il passaggio in finale dei migliori 6 tempi, paradossale rispetto all'assegnazione di un titolo nazionale. Basti pensare che due possibili protagoniste, ovvero Yadilsey Pedroso Gonzalez e Manuela Gentili si sono dovute accontentare della finale B. La Pedroso, solo per dire, ha ottenuto nella finalina 54"14, ovvero che avrebbe poi ottenuto la Spacca in finale. Magari con le semifinali non sarebbe cambiato nulla, ma insomma... lasciatemi un piccolo dubbio di natura sportiva: preferirei che fosse lo scontro diretto a determinare i "passaggi", piuttosto che i tempi. Onore a tutte le finaliste che si sono guadagnate la finale con questa formula, ma chiaramente mi è rimasta questa sensazione di amaro. Ma di questo ho già ampiamente parlato sabato (mi sembra).

La finale presenta in pole Maria Enrica Spacca, favorita della vigilia e dalla migliore corsia (la 5^), con la sempre più sorprendente Benedicta Chigbolu in sesta e la sorniona Chiara Bazzoni in quarta. Elena Bonfanti è appena sotto, in terza. I 400 sono naturalmente una delle gare più spettacolari del panorama indoor, soprattutto per  gli X files che si osservano quasi al termine del primo giro, allorquando le particelle, al termine di un giro dell'anello del Cern di Ginevra, si scontrano causando esplosioni di energia. Si fanno migliaia di statistiche, ma chissà che percentuale di vittoria ha chi ai 200 metri passa in testa rispetto ai 400. Fatto sta che Chiara Bazzoni si gioca la sua carta: studia la Spacca che ha davanti, ed esce dalla seconda curva con qualche centimetro di vantaggio. La Chigbolu, dopo l'entusiasmante batteria, passa nel palinsesto della finale da attore protagonista a attore non-protagonista nel breve giro di 100 metri. Peccato, ogni volta che l'avevo vista prima della finale, aveva creato scompiglio sulla no-fly-zone del rientro alla corda. Brava la Bazzoni a quel punto a resistere al ritorno della Spacca, che scendendo dall'alto ha subito cercato di riconquistare la Kamchachta della corda. Battaglia! Spartani e Ateniesi, sportellate, il bello dello sport. Bazzoni tiene esterna la Spacca sulla terza curva, poi la laziale compie forse l'errore tattico che le comprometterà la gara. Cerca di sorpassare (e sorpassa) la Bazzoni sul penultimo rettilineo, che a mie spese in un paio di circostanze, ho provato essere un suicidio assistito. Ma io sono io, naturalmente, e la Spacca è la Spacca.

La Spacca, infatti, argutamente dopo aver messo il naso davanti alla Bazzoni per qualche millimetro (dopo aver percorso ormai 100 metri all'esterno), chiude alla corda proprio a 100 metri dalla fine, all'ingresso del rettilineo. La Bazzoni è visibilmente costretta a interrompere l'azione per una frazione di secondo per non intercettare i piedi della compagna di maglia azzurra, e chissà mai che nell'enorme enigma che avvolge le risposte del fisico agli input lattacidi, quella frazione le abbia consegnato una piccola dote di energie... fatto sta che arriva l'ultimo rettilineo, e parte l'incredibile rimonta della Bazzoni, che ha ricordato per molti aspetti proprio la cattiveria agonistica della Spacca, della quale ho iniziato a comprenderne la forza nella 4x400 di Barcellona 2010. La rimonta c'è, cattiva, e la Bazzoni per la prima volta in carriera si porta a casa il titolo dei 400 assoluto con 53"78, togliendolo proprio alla Spacca che l'anno scorso fece doppietta di titoli: sia indoor con 53"00 che quello outdoor con 52"53. I tempi della finale, diciamoglielo, non contano nulla. Conta il petto su quel fascio di fotoni... Che dire, ancora? Grande gara: gli Dei di Olimpia saranno sicuramente stati contenti di questa battaglia. 

Murielle Ahoure: che stagione indoor dietro a quel 6"99

La "personaggia" mondiale di questa stagione indoor sembra indubbiamente la sprinter ivoriana Murielle Ahoure, che nel giro di un mesetto ha riscritto la storia della velocità femminile africana (quanto meno a livello indoor), sino a frantumare il barriera del suono dei 7"00 sui 60 piani. Della Ahoure avevo già parlato qualche giorno fa, raccontando come la stessa viva in realtà a Houston, negli States, e come i galletti francesi, appena messo fuori il nasino nelle liste mondiali di un paio di stagioni fa, avessero tentato immediatamente di francesizzarla e così trovare una degna sostituta di Christine Arron, visto che la Soumarè pare andare a stagioni alterne. Il record africano della Ahoure in realtà è però caduto il 26 gennaio proprio a Houston, quando corse nel fenomenale crono di 7"00, superando il 7"02 della nigeriana Christy Opara Thompson che fu stabilito sulla pista di Gent il 12 febbraio del 1997, ovvero 16 anni fa. Quello stesso record fu pareggiato solo l'anno successivo dalla connazionale Chioma Ajunwa a Lievin, che così si assise sul trono africano della specialità. Molto più di recente è esploso il talento della più nota Gloria Asumnu, altra nigeriana, che l'anno scorso a Birmingham era scesa sino a 7"07. Interessante notare che la Ahoure fino ad oggi è l'unica non-nigeriana che si sia riuscita ad intromettere nelle graduatorie all-time dei 60 in maniera massiccia: Ahoure vs Nigeria, in pratica. 7 delle prime 8 atlete africane delle liste all-time sono infatti nigeriane. La 9° è un'atleta che bazzica tutt'ora nei sobborghi della notorietà sprintistica, ovvero la Gabonese Ruddy Zang Milama, 7"12 proprio quest'anno a Mosca. 

Facciamo un pò il punto della situazione sulle vecchie primatiste. La Opara Thompson vanta al suo attivo un bronzo alle olimpiadi di Barcellona '92, quando dalla Nigeria ogni anno spuntavano come funghi atleti X-men e X-woman, ovvero esseri superiori. Grezzi, magari smussati nei college americani, ma dannatamente veloci. Non stiamo qui a sindacare i metodi, perchè è inutile: prendiamo atto che dell'invasione nigeriana di fine anni '80, anni '90, ci si è ricondotti ad una più "naturale" fenomenologia demograficamente compatibile con il materiale umano a disposizione. Chioma Ajunwa, se non lo ricordate, è invece la campionessa olimpica del salto in lungo di Atlanta '96, dove vinse con 7,12. Proprio in quella edizione di Giochi Olimpici giunse alle porte della finale dei 100. Ai mondiali indoor di Parigi '97 vinse l'argento nel lungo, e fu 4^ nei 60. 

La Ahoure solo in questa stagione ha piazzato 4 risultati nei primi 6 di sempre delle liste all-time africane, con il plus di aver messo non solo il record, ma anche il secondo risultato di sempre, ovvero il già citato 7"00 di Houston. Se prendiamo in considerazione i primi 14, ovvero fino a 7"06 prima della 4^ atleta del seeding, la Ahoure ha 5 risultati, 4 per la Thomspon e 5 per la Ajunwa. Se estendiamo l'analisi ai tempi sino a 7"10 (38 prestazioni), la Asumnu ne ha 8, la Thompson 8, e ben 11 la Ahoure. In 3 atlete hanno così 27 risultati su 38 prestazioni, ovvero il 71% del totale. 

Quest'anno la Ahoure ha collezionato una serie impressionante di risultati: qui sotto tutte le gare disputare quest'anno, la cui media fa 7"066. Per capire il suo spessore, basti riflettere sul fatto che il suo peggior risultato, 7"17, è migliore di due centesimi rispetto al 7"19 del record italiano della Masullo. 

26.01.2013Houston Howie Ryan InvitationalUSAFH21.7.091189
26.01.2013Houston Howie Ryan InvitationalUSAFF1.7.001215
02.02.2013Boston New Balance Indoor Grand PrixUSABF1.7.071194
08.02.2013Düsseldorf International PSD Bank MeetingGERCH11.7.171166
08.02.2013Düsseldorf International PSD Bank MeetingGERCF1.7.081192
12.02.2013Val-de-Reuil Meeting NationalFRAEH11.7.111183
12.02.2013Val-de-Reuil Meeting NationalFRAEF11.7.061197
16.02.2013Birmingham Aviva Indoor Grand PrixGBRBH11.7.031206
16.02.2013Birmingham Aviva Indoor Grand PrixGBRBF1.6.991217

Nel XXI secolo (dal 2000 in poi) solo la Ahoure l'altro giorno e la LaVerne Jones-Ferrette nel 2010 sono scese sotto i 7"00. L'ultima ad esserci riuscita nel secolo passato fu la discussa greca Ekaterini Thanou, che ai mondiali di Maebashi del 1999 corse ben due volte sotto i 7"00 (6"96 in finale e 6"99 in semifinale). Come già scritto, Murielle sale al 7° posto di sempre, a 7 centesimi dal mondiale... riuscirà anche outdoor a confermare le sue straordinarie capacità di sprinter breve?

18/02/13

... e il terzo record di Chesani

Chesani e Ciotti - G. Colombo/Fidal
Tre record italiani in un giorno. Quante volte è successo? Non è dato di sapere, e questa cosa mi manda in bestia. Non esistono cronologie dei record italiani indoor in circolazione da poter sviscerare come gli aruspici facevano con le interiora degli animali sacrificali e così dire: non è mai successo! Ma c'è davvero qualcuno che può ricostruire altre evidenze statistiche del genere, anche all'aperto? Mi sa di no, temo. L'ultimo record di cui non ho ancora parlato è così il clamoroso 2,33 di Silvano Chesani, poliziotto trentino che ha cancellato dalla lista dei record (non dalla cronologia, perchè sembra non esistere) Alessandro Talotti, che aveva il famoso 2,32 di Glasgow del 2005 e nel frattempo diventato consigliere federale. Purtroppo il fatto di ottenere 3 records-in-a-row nel giro di pochi minuti, ha tolto ad ognuno di essi il giusto lustro che la singolarità avrebbe consegnato. La grandezza del gesto di Chesani sta in un dato: in Italia solo Marcello Benvenuti a Verona il 12 settembre del 1989 saltò così in alto. Chesani, stranamente, all'aperto non ha ancora totalizzato un risultato superiore ai 2,30, essendosi fermato a 2,28 ad Orvieto e Torino nel 2011. C'è da dire che quest'anno quello stesso 2,28 era stato raggiunto anche a Banska Bystrica l'8 febbraio. Naturalmente Chesani è passato alla storia attraverso la cronaca, ovvero dopo il clamoroso 2,31 dell'anno scorso (minimo olimpico) e la successiva mancata convocazione per Londra. Dopo quel risultato, è giusto ammetterlo, Chesani subì una clamorosa flessione, probabilmente data da una preparazione estrema in vista dell'Olimpiade, tanto che il suo miglior risultato all'aperto della scorsa stagione fu il 2,22 di Bressanone. Ad Ancona, questa domenica, Chesani non solo ha ottenuto il primato italiano (con un sontuoso 2,33) ma anche il suo terzo salto di sempre, ovvero quel 2,29 necessario per battere un Fassinotti davvero da grande manifestazione. Stessa misura prodromica al 2,31 dell'anno scorso, quasi che fosse la porta d'accesso ai salti oltre i 2,30. Ricapitolando, compresi i salti ancillari, questa è la classifica dei migliori salti di Chesani in carriera:
  • 2,33 - Ancona - 17/02/2013 (indoor)
  • 2,31 - Ancona - 26/02/2012 (indoor)
  • 2,29 - Ancona - 17/02/2013 (indoor-ancillare)
  • 2,29 - Ancona - 26/02/2013 (indoor-ancillare)
  • 2,28 - Orvieto - 22/05/2011 (outdoor)
  • 2,28 - Torino - 26/06/2011 (outdoor)
  • 2,28 - Banska - 06702/2013 (indoor)
Il salto di Chesani ha rappresentato il 17° risultato oltre i 2,30 da parte di un azzurro al coperto (non penso che esistano salti ancillari da parte di nessun italiano sopra i 2,30). Sono 22 le prove sopra la medesima misura, per un totale di 39 gare di italiani sopra la soglia di eccellenza. Questa la classifica delle gare oltre i 2,30 (sia all'apeto che indoor) da parte degli italiani:
  1. 9 volte - Andrea Bettinelli
  2. 8 volte - Nicola Ciotti
  3. 6 volte - Alessandro Talotti
  4. 4 volte - Giulio Ciotti
  5. 3 volte - Filippo Campioli
  6. 2 volte - Silvano Chesani - Gianmarco Tamberi
  7. 1 volta - Marcello Benvenuti - Luca Toso - Massimo Di Giorgio - Roberto Ferrari - Fabrizio Borellini
Sarebbe stato bello sapere la progressione del record di Marcello Benvenuti, visto che, volenti o nolenti, più alto di lui ancora nessuno è arrivato. E sono passati quasi 24 anni. Tornanto a Chesani, nelle graduatorie mondiali risulta attualmente al 5° posto in una classifica colonizzata da Moutaz Essa Barshim e dal russo Aleksey Dmitrik