31/08/10

Il Duca: bordate su Di Mulo, coach della velocità della nazionale italiana

C'era una volta un sport oggettivo - Il Duca

Ho sempre considerato l’atletica il più bello sport del mondo per la perfetta fusione di due elementi, per me, fondamentali: l’armonia dei movimenti e l’oggettività delle prestazioni. Dalla corsa ai lanci per finire coi salti, ogni disciplina è contrassegnata da queste due caratteristiche essenziali ed è per questo, mi scuseranno gli appassionati, che ho sempre considerato la marcia una specialità al di fuori dell’atletica leggera, in quanto si è costretti a fare movimenti controllati e poco armoniosi, ma soprattutto perché si è soggetti alla valutazione di molteplici giudici, sparsi lungo il percorso, che giudicano lo stile di marcia, con occhi sempre totalmente diversi. Ma, a parte questa eccezione, per ogni altra disciplina vige la legge del cronometro, del metro o dell’asticella da saltare e non possono esserci alternative, non ci possono essere raccomandazioni, il più forte prevale e riceve le giuste gratificazioni in funzione dei risultati oggettivamente ottenuti, laddove per gratificazioni si intendono le medaglie, ma anche e soprattutto le convocazioni per le più importanti manifestazioni internazionali, l’onore di vestire la maglia azzurra e, per le specialità di corsa veloce, la possibilità di far parte delle staffette
E già, questa è la bellezza dell’atletica, ma nella federazione delle banane puo’ succedere di tutto..
Nello stracitato film di Woody Allen l’ormai famoso Castrado, nel suo primo discorso da nuovo dittatore dello stato libero delle bananas, immaginario staterello del centro america, dichiarò al popolo festante che da quel momento la lingua ufficiale sarebbe stato lo svedese…”.
Ma veniamo ai fatti ed andiamo con ordine per raccontare ed evidenziare questa ennesima buffonata all’italiana, questa solita mistificazione della realtà ed esaltazione di personaggi di dubbio valore umano. Noi di Webatletica, già alcuni mesi fa, avevamo subodorato che qualcosa di strano stava accadendo nell’ambito delle staffette italiane e, per primi, avevamo evidenziato una notizia riportata su un trafiletto, dalla Gazzetta, in merito all’esclusione di Fabio Cerutti dalla staffetta azzurra di velocità. In un primo momento, dopo una iniziale serie di informazioni raccolte, avevamo creduto che tale clamorosa esclusione di uno dei tre più forti velocisti italiani fosse dovuta, in qualche misura, a dissidi interni con qualche suo compagno di squadra. Successivamente, però, avevamo avuto modo di appurare come tale sensazione fosse inesatta e che Cerutti si fosse, di fatto, autoescluso perché con il suo allenatore aveva deciso di non partecipare ad una serie di raduni federali organizzati ad hoc per amalgamare la squadra e, di fatto, provare la scienza del cambio… Avevamo, quindi, archiviato la questione, convinti certamente della totale buona fede degli atleti coinvolti, ma con la consapevolezza che qualcosa di strano ci fosse comunque sotto.
Ed i fatti ci hanno puntualmente dato ragione.
Prima, una strana convocazione per la Coppa Europa di Manuela Grillo per la staffetta femminile. "Strana" perché in quel momento aveva il 19° tempo in Italia sui 100 mt, ma chissà, poteva essere interpretato come un premio alla carriera e poi, di fatto, non era stata titolare nella prova effettiva.
Ma ecco il delirio, il misfatto si compie nel corso degli Europei, un delitto quasi perfetto perché nessuno se ne accorge, a parte ovviamente i diretti interessati. La peggiore spedizione italiana ad un campionato europeo di atletica viene etichettata, da ogni parte, come un grandissimo risultato tecnico ed il fiore all’occhiello di questa mistificazione della realtà diventa l’argento della staffetta 4x100 maschile ottenuto grazie al profeta del cambio, lo scienziato del passaggio del testimone: il prof. Filippo Di Mulo da Catania.
Immagino che ormai Arese abbia appeso foto del prof. in ogni luogo che frequenta e pare che, persino nella sua macchina, abbia messo un’immaginetta del profeta con scritto “non correre pensa a me”. Che poi… professore di cosa? Sicuramente non di psicologia perchè quando insegnavano tale materia lui sicuramente sarà sempre stato assente, un po’ come devono aver fatto Tomasicchio e Riparelli che, pur non avendo saltato un raduno federale, come concordato, sono stati accantonati nella composizione della staffetta, per far posto a due atleti, a cui rivolgiamo tutta la nostra stima, ma che erano andati meno forti di loro, per tutto l’anno. Quindi l’unica spiegazione è che andavano ai raduni, ma non partecipavano alle lezioni e quindi non sono stati promossi o, forse, sono due capoccioni e non si sono applicati… chissà? Ed allora, se qualcuno ancora non avesse colto bene il senso, vediamo il vero autentico misfatto di cui nessuno ha parlato: la 4 x 100 femminile. Composizione squadra che ha fatto le semifinali:
Jessica Paoletta, Tiziana Maria Grasso, Giulia Arcioni, Audrey Alloh.
Tempo ottenuto in batteria 44”15, seste. Tempo utile per qualificarsi 43”90. Fuori.
Ma analizziamo le partecipanti
  • Jessica Paoletta, tempo dell’anno in Italia 11”52
  • Giulia Arcioni, tempo dell’anno 11”58
  • Audrey Alloh, tempo dell’anno 11”69
  • Tiziana Maria Grasso 34° tempo dell’anno 12”10 a Catania, con vento +1,9
Lo so, non ci si può credere ed è per questo che ho voluto riportare le classifiche ufficiali in modo tale che possano giustamente risentirsi tutte quelle atlete che il cronometro ha oggettivamente segnalato come più veloci della Grasso. Vorrei, tra tutte, citare subito la Giovanetti, la Draisci e la Salvagno che non hanno avuto il giusto premio per la loro ottima stagione, prima di arrivare all’apoteosi dell’obbrobrio, dell’insensibilità e dell’ arroganza più totale. Prof. Di Mulo, ci spieghi dunque, se ha coraggio, ma non è certo una dote di Castrado e dei suoi sgherri piu’ fidati, l’esclusione della Levorato. Sinceramente pensavo che Manuela si fosse fatta male durante la non brillante batteria ed invece... stava benissimo, salvo essere incappata in una prestazione non esaltante, figlia sicuramente della tensione, della voglia di strafare e di voler mettersi in mostra dopo anni atleticamente travagliati. Sappiamo per certo che la Levorato aveva aderito al programma federale e partecipato a tutti i raduni imposti dal guru dei cambi, con evidenti sacrifici considerato i suoi fondamentali doveri di mamma. La partecipazione alla staffetta, oltre ad essere un diritto per lei che è stata, oltre ad esserlo attualmente, la più forte velocista italiana di tutti i tempi, sarebbe stata una garanzia certa di finale e soprattutto il minimo premio per tutto quello che ci ha regalato negli anni, oltre che per l’impegno profuso da quando ha ripreso ad allenarsi.
Metterla da parte come un calzino bucato è stato un atto spregevole ed è per questo che la mia disistima per il Prof. Di Mulo è infinita, per non parlare del fatto, non facciamo finta di dimenticarlo che, grazie a lui, abbiamo perso un oro certo nella staffetta maschile e ci siamo fatti deridere pubblicamente per questo, da un certo sig. Le Maitre, sulle televisioni francesi.
Ma questa è la punta dell’iceberg dell’arroganza della federazione e dei suoi uomini; ci sono tantissime situazioni che potrei raccontare, ma non posso essere il solo a farlo. Ha ragione il mio amico Riccardo, la colpa non è solo di Arese, ma anche e soprattutto di quelli che potrebbero contestarlo e non lo fanno perché, in fin dei conti, va bene cosi’…. Se tante piccolissime voci come la nostra si levassero, allora veramente qualcosa potrebbe cambiare e la federazione delle banane tornare ad essere una vera federazione del piu’ bello sport oggettivo del mondo.

IL DUCA

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