23/01/11

Ma che succede a Daniele Greco? Brillano Greg Bianchi e Irene Pusterla... ma è ticinese

Irene Pusterla col suo 6,76 estivo: record svizzero e... ticinese
Le gare indoor in Italia seguono un canovaccio consolidato da qualche anno, data la scarsezza di impianti: ad Ancona ci si cimenta in tutte le specialità, mentre nel resto dei palazzetti di Italia, nei salti, nel solo lancio del peso, nei 60 piani e se va bene nei 60hs. I risultati migliori arrivano forse dall'inviolabile palazzetto di Saronno (per via della sacralità della pista, che è utilizzabile esclusivamente dopo una benedizione, la verifica dei chiodi, la pesatura e caratura dei coturni) dove nel salto in lungo sia maschile che femminile si sono avuti risultati di una certa consistenza. Tra le donne ha prevalso la ticinese Irene Pusterla, con 6,39, ma quest'anno ha sfiorato l'accesso alla finale degli Europei di Barcellona oltre che sfondare il trentennale record elvetico di 6,71 con un mostruoso 6,76. Superiore. Cenni di ripresa dalla stessa specialità all'italiana, visto che Tania Vicenzino è arrivata sino a 6,28, con una buona serie di salti. Gli ultimi due anni per il salto in lungo al femminile italiano sono stati una sorta di Caporetto senza precedenti: si spera che si torni ai fasti di un tempo nemmeno tanto lontano: non si chiede una seconda May, ma una Capriotti o un Uccheddu non sarebbe male. Tra gli uomini è sempre più da seguire l'estro italo-elvetico di Gregory Bianchi, che è planato a 7,49. Ma incredibile affollamento una ventina centimetri più sotto (tra l'altro tutte promesse), con Kevin Ojiaku 7,30, Lorenzo Crosio 7,29, Federico Chiusano 7,29, Simone Cairoli 7,28, Stefano Combi 7,26. Nel triplo Cecilia Pacchetti, astro nascente e grandissima promessa di nemmeno tanti anni fa, si avvicina ai 13 metri: 12,82. Dovrebbe saltare attorno ai 13,50 per diventare qualche cosa di più di una promessa, e per mantenere su quel nome e cognome le speranze di un futuro fulgido.
A Napoli la junior Dariya Derkach invece sfonda la barriera dei 13 (sempre nel triplo): 13,04. Lei il futuro se lo sta già scrivendo. Nei 60 Mario Longo non riesce ad avvicinare il suo record del mondo "chiamato" M45 di 6"97: 7"16 per ora.
Ad Ancona si vede un grande Michele Oberti (1987) che sugli 800 catechizza un tizio più alto in grado di lui e coi galloni più pesanti dei suoi, di innumerevoli sanguinose pugna come Livio Sciandra: 1'50"78 a 1'51"25 dell'aviere. Giorgio Berdini (1979) abbatte invece a spallate la barriera degli 8" sugli hs alti: 7"98 sufficiente a regolare l'astro emergente John Nalocca, 8"14. Nell'alto notevole il 2,11 dello junior Stefano Nadalini che poi prova inutilmente i 2,14. E poi c'è la questione Daniele Greco, che non riesce a raggiungere i 16 metri, fermandosi a 15,92 rischiando di essere battuto da un ottimo atleta come Michele Boni (15,85). Che dire? Siamo di fronte ad un talento impressionante, capace di essere veloce come non pochi, che potrebbe avere chance anche nella velocità, ma che nel triplo cerca una dimensione che per il momento non ha ancora trovato, se non saltuariamente. Raggi di sole di un talento cristallino, che probabilmente dovrebbe essere in qualche modo disciplinato in una specialità tra le più tecniche dell'atletica. Per ora nelle grandi manifestazioni internazionali cui è stato portato, dopo prestazioni da uomo-superiore durante la stagione, Greco ha deluso indubbiamente le aspettative, visto che è uno dei talenti italiani più promettenti per la seconda decade del XXI secolo. Nel lungo femminile, Valeria Canella non riesce a rispondere alla Vicenzino, fermandosi ad un dignitoso 6,14 (ma è pur sempre misura da podio ai campionati italiani assoluti), mentre negli 800 femminili si è vista all'opera la cantante Annalisa Minetti, che essendo del 1976 è pure F35: 2'32"90 per lei, record italiano per la sua categoria di ipovedenti, e tempo di tutto rispetto anche nell'ottica di un campionato italiano master. 

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