17/01/11

Schembri 16,93 a Saronno - Flavia Borgonovo (F35) 5,53

Flavia Borgonovo
Purtroppo, come mi spiegavano in regia, il sito della Fidal Lombardia è in piena tempesta da travasamento su server: un vero sturm und drang. Peccato che si siano dimenticati di mettere al vecchio indirizzo un'informazione del tipo: "sito in rifacimento" completato da un "torneremo al più presto". Così per i risultati non tabellati sul sito nazionale della Fidal bisogna ricorrere a vecchi espedienti, come il vecchio sistema del tam-tam tra le conoscenze. Così solo oggi mi è venuto in mano il pdf dei risultati di Saronno, dove si è svolto un meeting evidentemente provinciale. Ringrazio pubblicamente Giuliana Cassani per le informazioni e Alessio Giovannini per il contatto. Come segnalato nel titolo, l'avvenimento clou di giornata è stato il salto monstre del carabiniere lombardo Maurizio Schembri, capace di planare a 16,93 nel triplo. Il minimo-Fidal era fissato a 16,80, quindi un altro posto sul volo per Parigi è stato di fatto conquistato, se non che... già, pensate che furrrrrbi alla Fidasics: nella lettera di "presentazione" dei minimi per Parigi 2011 (che tradizionalmente sono più alti rispetto a quelli Ufficiali rilasciati dalla EAA) i convenuti, in maniera molto italianesca (nell'accezione negativa, chiaramente, del termine), hanno deciso di inserire la pre-stilla (postilla quando è "dopo"...) che il conseguimento dei minimi è condizione indispensabile per l'iscrizione alle gare, ma non requisito unico per la partecipazione alla manifestazione, che resta subordinata, in ogni caso, ad una valutazione preventiva dell'efficienza individuale degli atleti di stretta pertinenza del settore tecnico. A me una cosa del genere farebbe rabbrividire: l'atletica nell'epoca di Rams-Arese II è un'opinione. E l'opinione la mettono, purtroppo in questo periodo, un consiglio di satrapi poco inclini all'oggettività che negli ultimi anni è sembrato dare il peggio di sè. Ma pensate che aberrazione: nonostante si riesca ad ottenere un minimo superiore a quello richiesto, costoro si arrogano urbi et orbi il potere assoluto sul futuro di atleti che devono superare diverse prove di fedeltà. Hai fatto il minimo? Bene, adesso devi vincere gli italiani! Hai vinto gli italiani? Ora devi saltare, o correre ancor più forte. Di fatto, questo gruppo di persone autoproclamatesi Settore Tecnico, chiederà agli atleti prestazioni per le quali gli atleti stessi dovranno spremersi ancor di più. Risultato? Chi riuscirà a superare le 12 fatiche di Eracle, arriverà a Parigi con la lingua a penzoloni. Poi tutti a chiedersi come mai gli italiani toppano sempre l'avvenimento clou: semplice, non c'è pianificazione. Non parlo naturalmente per sentito dire, ma per sentito-leggere, visto quello che scriveva Jacques Riparelli l'anno scorso nel post-Doha. L'atleta più sbeffeggiato della storia della Nazionale: aveva superato tutte le prove: il minimo, il titolo italiano, il tempo confermato... mancava solo che gli chiedessero di correre all'indietro negli stessi tempi con cui correva in avanti. Ebbene: non l'hanno portato ai Mondiali. Scandoloso... un'altra ragione in più per buttare dalla finestra l'acqua sporca e il bambino.
Tornando sulla gara di Saronno, nella gara di salto in lungo femminile vinta da Federica Basani con un normale 5,83 (ha solo 18 anni: ha davanti un futuro fulgido), segnalo il sesto posto di Flavia Borgonovo, classe 1973, che ha balzato fino a 5,53: assolutamente incredula la stessa atleta, che non credeva ai propri piedi dopo aver saltato tanto lontano. Per i più smemorati, Flavia è la bi-campionessa mondiale indoor F35 a Kamloops 2010. Poi nel corso della stagione è arrivato il bronzo agli europei di Nyiregyhaza, ma in una gara in cui le prime due erano da campionati europei assoluti (due ucraine da 6,40... per chi pensa che le gare master siano delle passeggiate). Evidentemente quando Flavia sente odore di indoor si trasforma. 
Altra riflessione in chiusura, che è poi una di quelle che ricorre più spesso. I giovani. Al terzo posto della gara di Saronno è arrivata Maria Moro, classe 1991, con 5,71: certo, è una triplista, ma nelle categorie giovanissime era un talento stellare, dai superpiedi dorati. I risultati delle ultime due stagioni sembrano un gradino sotto l'enorme talento. Come mai il campione statistico di campioncini in erba che si affaccia alle categorie superiori e che riesce ad aver successo è tanto infinitesimale? Cosa succede nella stagione successiva all'exploit? Non è che i sogni spesso si accompagnano a idee forse non troppo esatte sulla gestione e sugli allenamenti dei talenti? Non è che gli allenatori utilizzano procedimenti mentali troppo semplicistici (se allenandosi 10 ha ottenuto 10, allenandosi 20 otterrà di sicuro 20... e invece quasi sempre tornano a 5). Non so se il caso della Moro, probabilmente no. Ma la cosa mette tanti dubbi.

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