23/01/11

Riparelli batte Donati per corrispondenza - Milani 53"61 - Trost 1,86

Il palazzetto di Udine
Jacques Riparelli è uomo soprattutto da indoor, tanto da rischiare di andare ai mondiali indoor di Doha lo scorso anno. Rischiato perchè in realtà nonostante il minimo, il titolo italiano, la conferma del tempo, non fu gratificato di una dovuta convocazione. La storia è nota. A Udine nel pomeriggio il padovano ha corso in 6"74 e poi 6"72, un centesimo in meno rispetto ai risultati della settimana scorsa, ma al momento sempre il miglior interprete nazionale, prima che il trio Collio, Di Gregorio e Cerutti (Co-Di-Ce) abbia fatto il proprio esordio. Lo sapete, più volte abbiamo espresso l'opinione che a Barcellona per umana invidia o bassa ripicca, l'Italia abbia perso un oro sicuro e non sia riuscita a conquistare un posto nell'olimpo dei quartetti mondiali sotto i 38". Allora corsero per ragioni che tutt'ora rimangono incomprensibili quelli che erano il 6° e il 7° velocista italiano dell'anno, considerando più forti di costoro, in ordine, oltre a Collio e Di Gregorio, Cerutti, Riparelli e Tomasicchio. Un'altra controprova l'abbiamo avuta oggi, dove Roberto Donati, medagliato di Barcellona, ha ottenuto ad Ancona solo 6"81 (dopo un 6"86 in batteria), che non sembra essere tempo sufficiente per entrare nel gotha della velocità, pagando a distanza quasi un decimo sul veneto: tempo che sicuramente lo pone già al 5° posto sulla carta, e siamo ancora in attesa di vedere cosa potrà fare Tomasicchio. Ora, per carità, Donati non è un'atleta finito ed è uno dei duecentisti italiani più forti degli ultimi anni (ci mancherebbe, i risultati parlano per lui), ma l'elité continentale sembra essere su un altro piano, e altri interpreti nazionali sembrano più in palla. 
Rimaniamo ad Ancona, dove ben 125 persone hanno preso parte alle batterie dei 60, mentre 122 si sono presentati sui blocchi di partenza delle gare maschili (come dire: c'è domanda ma non c'è offerta da parte del regno di Rams-Arese II: le strutture non contano, contano le medaglie). Risultato di spessore anche dai 1500 dove un ritrovato Najibe Marco Salami (1985) ha concluso in 3'44"94, che è tempo di tutto rispetto (3'42"10 il minimo richiesto dalla Fidasics per volare a Parigi). Nel lungo zampatona di Stefano Tremigliozzi (1985) che tira una sciabolata a 7,75, ma il minimo per andare in Francia è 7,95, giusto per scoraggiare tutti tranne-uno
Tra le donne, l'azzurra Doris Tomasini (1984) viene sorpresa dalla più giovane Francesca Ramini (1988) in finale: 7"61 vs 7"64: lesa maestà! Chiaramente appuntamento clou riservato ai 400, dove in pista sono scese alcune tra le più forti quarter-miler italiche (esclusa Grenot e la solida Bazzoli). Marta Milani (1987) domina la gara con 53"61, cioè 6 decimi sopra il passpartout per Paris. Seconda un'atleta per nulla appariscente, ma che al momento giusto, prima o poi, tirerà giù il jolly: Maria Enrica Spacca, che a causa della contemporanea presenza nella sua specialità di una italo-cubana e di una bergamasca, non ha ancora avuto lo spazio dovuto: per ora 54"34.
Tornando ad Udine: Nicola Comencini si attesta nel decimo sopra gli 8" nei 60hs (dopo le prestazioni simili della settimana passata): 8"07. Matteo Rubbiani non ancora al top della condizione: 5,20 nel salto con l'asta con tre errori a 5,35. Infine Alessia Trost 1,86. 

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