13/01/11

Elezioni gattopardesche alla Fidal Piemonte

Il Damilano che mi piacerebbe ricordare...
"Cambiare tutto affinché non cambi nulla" scriveva Giuseppe Tomasi di Lampedusa nel Gattopardo, dando forma ad un pensiero sempre attuale: il potere logora sì che non ce l'ha (parafrasando un altro insigne personaggio della recente storia nazionale) ma è anche vero che logora chi un domani non potrebbe più avercelo. Possederlo, brandirlo, dispensarlo, imporlo... è come alimentare un animale feroce giorno dopo giorno, finchè purtroppo, un giorno ci si sveglierà e questa fiera vivrà di vita propria. Ciò che succede a tutti i livelli nell'organizzazione dell'atletica italiana ha spesso (non sempre, per carità) gli stessi connotati deviati di personaggi che fanno fatica a mettersi da parte. Ma del resto siamo il Paese per antonomasia che rifugge ogni forma di dimissione o allontanamento volontario da cariche, scranni, cadreghe (anche in lumbard), neanche fosse stato marchiato a fuoco all'articolo 1 della Costituzione. Questo breve preambolo per introdurre quella che è l'ennesima elezione-farsa nell'universo Fidal del Regno II della prima dinastia di Francesco Arese (che peccato cancellare il trinomio nome - ricordo - onirica atletica del passato, con questa indimenticabile gestione della res athleticae). Sto parlando delle elezioni per la Presidenza della Fidal Piemonte, dove si presenterà un solo candidato, il decaduto Maurizio Damilano (che sembra voler ripercorrere la strada dell'oblio legata al nome già intrapresa dal suo amico Arese, mettendosi a far politica gestionale in un'organizzazione quanto meno problematica). A tutto questo si arriva a causa delle dimissioni di una serie di consiglieri che ne costituivano il piccolo parlamento alle dipendenze (o meglio: a supporto) dell'azione gestionale di Damilano. Sulla rete si leggono molteplici strali contro Damilano: consiglieri anche dall'integrità morale comprovata, che lo attaccano su alcune decisioni; Consiglieri che accusano pubblicamente; Damilano che risponde mandando mail a tutte le società spiegando le proprie ragioni; Certo se fosse vero tutto quello che scrivono i transfughi (ragion per la quale ritengo si sia arrivati a nuove elezioni) e cioè stringi-stringi che non c'è nessuno che può controllare il padrone su un aspetto non certo secondario come i conti "pubblici" (per i quali si sarebbe creato uno scudo burocratico, aggirato il quale ci si sarebbe trovati davanti un castello di scuse utilizzate al fine di non far accedere a chi di dovere, alla stanza del tesoro). Ad ogni buon conto qui la lettera scritta ad Atleticanet da alcuni reietti al Governo Damilano.
Un altro articolo di Atleticanet di un mesetto fa segnalava le anomalie invece connesse al voto di sabato: elezioni indette con una circolare riscritta con il medesimo protocollo ma che cambiava radicalmente nella sostanza; tempi minimi di pubblicazione delle elezioni giuridicamente non molto confacenti alle disposizioni in vigore; In un panorama del precedente mandato che vedeva 4 consiglieri sotto impeachment dalla giustizia sportiva e addirittura 8 dimissionari.
Ora: cosa spinge un presidente federale che si è trovato a gestire una situazione simile a ricandidarsi?
E cosa spinge (cosa ancora più grave) all'assoluta assenza di avversari politici (così come in moltissime elezioni marchiate Fidal)?
E poi pensate che razza di regole sono state scritte (sembrano incredibilmente stupide, ma in fondo in fondo qualcuno le ha studiate bene): si vota per un Presidente e per i consiglieri che saranno il suo governo. Per assurdo si potrebbe votare un presidente che la pensa all'opposto di tutti i suoi consiglieri (com'è successo per Damilano, che evidentemente non ha gli stessi argomenti persuasivi di Arese) portando un'intera organizzazione al blocco gestionale. Ora si rivota con un solo candidato (Damilano) che verrà eletto. E c'è da giurarsi che si troverà nel suo governo più oppositori che compagni di partito. Ma ve lo vedete se B. dovesse aver a che fare nel proprio governo con il guardasigilli Di Pietro? Esilarante. 

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