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23/01/12

I migliori italiani del weekend indoor

Emanuele Abate a Daegu
Allora, vediamo un pò di mettere nero su bianco le prestazioni dell'ultimo weekend da mandare ai posteri e che hanno coinvolto atleti italiani. 
  • Filippo Campioli, si apprende dal sito della Fidal, zompa fino a 2,27 nel meeting francese di Hirson, arrivando a due soli centimetri (oddio, soli: a quelle altezza anche un millimetro diventa un'impresa), dal minimo per i mondiali di Istanbul. Piccola consolazione, il fatto che si issa fino al 5° posto mondiale dell'anno ad oggi. Se teniamo conto delle liste prodotte dal portale delle statistiche Fidal, si tratta anche della sua 6^ prestazione all-time e l'8^ volta in carriera che salta 2,27. L'anno scorso si era "fermato" a 2,23. Già 4 centimetri in più rispetto a sè stesso. Nella stessa gara, 2,13 del decano Andrea Bettinelli
  • Rimanendo al salto in alto, Andrea Lemmi ad Ancona, sale fino a 2,21, che tradotto in soldoni significa il personale indoor pareggiato per... la 7^ volta. 4 centimetri più su c'è il personale di sempre ogni-luogo: 2,25 ottenuto a Livorno nel 2010. 
  • Kuldiga, Lettonia. In una location molto particolare, in piena Curlandia (fonte Wikipedia... mica l'avevo mai sentita sta città) si presenta Emanuele Abate dopo le 1643 gare del 2011 (e una grande annata). Ebbene, ciò che sorprende non il tempo dei 60hs (7"87 che pareggia il crono di Paolo Dal Molin ottenuto la settimana scorsa in Germania e si piazza al 13° all-time della propria carriera), ma il 6"77 sui 60 piani, che volenti o nolenti lo fa il più veloce sprinter italiano del momento. Come personale aveva addirittura un 7"06 risalente al 2006.  
  • Chiara Rosa, ha invece esordito in Germania, a Nordhausen e non poteva esserci situazione peggiore. Minimo e infortunio dopo il secondo lancio. 17,92 e quarto posto di gara, ottava al mondo. Il limite era 17,50. Ora si aspetta il responso degli specialisti che valutino la gravità dell'infortunio 
  • Anna Giordano Bruno salta 4,40 in una gara regionale a Udine, che sarebbe il limite "B" per Londra sperando che la gara regionale rientri nell'elegibility system. Meglio migliorare, va, per togliersi eventuali dubbi. Sarebbe pure meglio ottenere il limite "A", visto che l'attuale Fidal ha "calcizzato" l'atletica, rendendo tutto opinabile, persino i tempi e le misure degli atleti. 
  • Daniele Secci (1992) ottiene un promettente 18,71 nel peso. Personale ogniluogo, che supera il 18,55 cannoneggiato a Tangeri lo scorso settembre. Una rondine nell'inverno della specialità, che vive ancora quasi esclusivamente su un manipolo di praticamente-master. Certo, fa un pò specie sapere che il resto del mondo sta evolvendo a velocità curvatura, con ragazzini anche di 16 anni che bombardano palle di oltre 7 kg quasi a 21 metri. E poi... il campione del mondo di Daegu non era un 20enne anche lui? 
  • Abdellah Haidane, in attesa come molti di cenni italici, ne combina un'altra delle proprie dopo il 3000 della settimana scorsa (miglior prestazione mondiale del 2012 a tutt'oggi, con 4 secondi sotto il par del secondo). 3'42"13 sui 1500, davanti a Mor Seck (3'42"29), Merihun Crespi (3'42"80) e il serbo-italiano Goran Nava: 3'43"34. Per Haidane terza prestazione mondiale dell'anno, in un panorama dove ancora nessuno ha abbattuto la barriera del 3'40". Crespi, primo italiano della lista, è attualmente 7° al mondo. 
  • Gran gara nel lungo ad Ancona: Stefano Tremigliozzi battezza il 7,80, 4^ prestazione personale all-time al coperto e 8^ di sempre ogniluogo. E' da meno, ma solo per un centimetro, Emanuele Formichetti: 7,79, sesta prestazione all-time (più una ventosa) e a soli 5 centimetri dal personale indoor. 
  • Valeria Canella si accontenta alla prima uscita di un 6 netto. Non nel senso di voto, ma di misura nel salto in lungo, figlio di una serie non ancora leggendaria. Ma siamo solo all'esordio. A Modena, nel frattempo, Giada Palezza (1993) si è portata fino a 5,97, ovvero quasi un decimetro in più del suo precedente personale. In crescita.
  • Perchè parlare sempre dei primi? Nel salto triplo passato alla storia per l'impresa di Daniele Greco, si dimostra ancora un atleta di assoluta solidità Michele Boni (classe 1981), che plana a 16,05. Un tempo, nel dopo-Badinelli, a metà degli anni '90, prima dell'avvento del duo Camossi-Donato, andare oltre i 16 era manifestazione di superiorità. Giusto quindi dare il giusto spazio anche a Boni. 
  • Eleonora D'Elicio è la prima over-13 italiana della stagione: 13,26 a Udine. 4^ prestazione all-time personale indoor. 
  • Sui 400 anconetani, Anna Laura Marone non disputa una gara malvagia: 55"49, e settimana prestazione all-time personale, 3^ indoor. 
  • Pareggio a 1,84 tra Elena Meuti e Enrica Cipolloni ad Ancona. Per la seconda è record personale indoor. 
  • Ad Ancona, sabato, Giorgio Berdini infilza i compagni di squadra Andrea Cocchi e Giovanni Mantovani nelle batterie dei 60hs: : 8"03, 8"07 e 8"08. In finale Mantovani ribalta il risultato: lui 8"03 (nettamente PB), Berdini 8"07 e Cocchi 8"14. In generale sembra che l'ostacolismo italiano, versione ostacoli alti, abbia aumentato i valori medi, situazione che di solito può generare l'ambiente  dove esplodono i campioni. Tant'è che a Udine, Jacopo Scotti Ferro che tempo ottiene in batteria? 8"03... anche lui. Assembramento ai confini dell'8". 
  • A Modena, rifa capolino Giorgia Benecchi, proprio in corrispondenza della stagione indoor. 4,00 metri secchi, come Sara Bruzzese arrivata anche lei alla stessa misura. Proprio la stagione indoor del 2011 la portò sul palcoscenico nazionale e internazionale, salvo poi incappare in una misteriosa sparizione sulle misure oltre i 4 metri. Altro mistero di Kazzenger, ma ora è il tempo di tornare sulle vecchie misure. 

23/01/11

Ma che succede a Daniele Greco? Brillano Greg Bianchi e Irene Pusterla... ma è ticinese

Irene Pusterla col suo 6,76 estivo: record svizzero e... ticinese
Le gare indoor in Italia seguono un canovaccio consolidato da qualche anno, data la scarsezza di impianti: ad Ancona ci si cimenta in tutte le specialità, mentre nel resto dei palazzetti di Italia, nei salti, nel solo lancio del peso, nei 60 piani e se va bene nei 60hs. I risultati migliori arrivano forse dall'inviolabile palazzetto di Saronno (per via della sacralità della pista, che è utilizzabile esclusivamente dopo una benedizione, la verifica dei chiodi, la pesatura e caratura dei coturni) dove nel salto in lungo sia maschile che femminile si sono avuti risultati di una certa consistenza. Tra le donne ha prevalso la ticinese Irene Pusterla, con 6,39, ma quest'anno ha sfiorato l'accesso alla finale degli Europei di Barcellona oltre che sfondare il trentennale record elvetico di 6,71 con un mostruoso 6,76. Superiore. Cenni di ripresa dalla stessa specialità all'italiana, visto che Tania Vicenzino è arrivata sino a 6,28, con una buona serie di salti. Gli ultimi due anni per il salto in lungo al femminile italiano sono stati una sorta di Caporetto senza precedenti: si spera che si torni ai fasti di un tempo nemmeno tanto lontano: non si chiede una seconda May, ma una Capriotti o un Uccheddu non sarebbe male. Tra gli uomini è sempre più da seguire l'estro italo-elvetico di Gregory Bianchi, che è planato a 7,49. Ma incredibile affollamento una ventina centimetri più sotto (tra l'altro tutte promesse), con Kevin Ojiaku 7,30, Lorenzo Crosio 7,29, Federico Chiusano 7,29, Simone Cairoli 7,28, Stefano Combi 7,26. Nel triplo Cecilia Pacchetti, astro nascente e grandissima promessa di nemmeno tanti anni fa, si avvicina ai 13 metri: 12,82. Dovrebbe saltare attorno ai 13,50 per diventare qualche cosa di più di una promessa, e per mantenere su quel nome e cognome le speranze di un futuro fulgido.
A Napoli la junior Dariya Derkach invece sfonda la barriera dei 13 (sempre nel triplo): 13,04. Lei il futuro se lo sta già scrivendo. Nei 60 Mario Longo non riesce ad avvicinare il suo record del mondo "chiamato" M45 di 6"97: 7"16 per ora.
Ad Ancona si vede un grande Michele Oberti (1987) che sugli 800 catechizza un tizio più alto in grado di lui e coi galloni più pesanti dei suoi, di innumerevoli sanguinose pugna come Livio Sciandra: 1'50"78 a 1'51"25 dell'aviere. Giorgio Berdini (1979) abbatte invece a spallate la barriera degli 8" sugli hs alti: 7"98 sufficiente a regolare l'astro emergente John Nalocca, 8"14. Nell'alto notevole il 2,11 dello junior Stefano Nadalini che poi prova inutilmente i 2,14. E poi c'è la questione Daniele Greco, che non riesce a raggiungere i 16 metri, fermandosi a 15,92 rischiando di essere battuto da un ottimo atleta come Michele Boni (15,85). Che dire? Siamo di fronte ad un talento impressionante, capace di essere veloce come non pochi, che potrebbe avere chance anche nella velocità, ma che nel triplo cerca una dimensione che per il momento non ha ancora trovato, se non saltuariamente. Raggi di sole di un talento cristallino, che probabilmente dovrebbe essere in qualche modo disciplinato in una specialità tra le più tecniche dell'atletica. Per ora nelle grandi manifestazioni internazionali cui è stato portato, dopo prestazioni da uomo-superiore durante la stagione, Greco ha deluso indubbiamente le aspettative, visto che è uno dei talenti italiani più promettenti per la seconda decade del XXI secolo. Nel lungo femminile, Valeria Canella non riesce a rispondere alla Vicenzino, fermandosi ad un dignitoso 6,14 (ma è pur sempre misura da podio ai campionati italiani assoluti), mentre negli 800 femminili si è vista all'opera la cantante Annalisa Minetti, che essendo del 1976 è pure F35: 2'32"90 per lei, record italiano per la sua categoria di ipovedenti, e tempo di tutto rispetto anche nell'ottica di un campionato italiano master.