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16/02/13

Assoluti, ostacoli: una meteora degli Urali sui 60hs: 8"00 per Borsi - Dal Molishon si abbatte sugli ostacoli

V. Borsi - foto Colombo/Fidal
Il primo appunto naturalmente è legato alla formula alquanto discutibile di far gareggiare due categorie insieme con minimi diversi, e così con due gare a due velocità... in una. E' sicuramente necessario entrare nel merito di questa forma di organizzazione della gara: deve esserci un unico metro ed un unico cronometro di giudizio, non due, perchè entrambi condizionano la gara. A parte questo, la prima giornata degli Assoluti brilla di uno dei meteoriti caduti sugli Urali che si è materializzato nella 4^ corsia della pista di Ancona ed è terminato contro i sacconi a fondo pista. Rimasti bruciati? Vabbè, Veronica Borsi, ce l'aveva ormai nella camera di combustione questo proiettile, mancava solo il cane che si abbattesse sul percussore, e che il proiettile partisse. A dire il vero, in finale la percussione di Micol Cattaneo è sembrata più bi-filare e penetrante, tanto che sul primo ostacolo c'era proprio lei. Invece... invece Veronica è uscita in un trionfo di forza ed eleganza piombato a 8"00 sul traguardo. 8"00? What's?? Sentivo dire in Tv (telecronache ormai fuori controllo) che quel tempo era il 2° di sempre. No, non è vero, bisognerebbe essere precisi. La Borsi diventa la seconda performer di sempre, per l'ormai arcinoto record di Carla Tuzzi di 7"97. In realtà la stessa Tuzzi ha corso 3 volte sotto gli 8"00, ovvero il 7"97 del primato che è doppio, perchè nello stesso giorno dei campionati europei di Parigi '94, la Tuzzi corse quel tempo sia in semifinale che in finale, dove giunse 5^. Poi c'è un terzo tempo corso al Pireo di Atene l'anno successivo: 7"98. La Borsi naturalmente fa un balzo di 6 centesimi dal precedente Pb, scavalcando nelle liste all-time la grande assente della gara, ovvero Marzia Caravelli, 8"04, che Micol Cattaneo, 8"02 nel 2008. E in Europa, adesso? Nel 2013 la Borsi risulta 5^, visto che prima di oggi le classifiche europee erano così strutturate:

7.931.1.Yuliya KONDAKOVA81RUSF1.Moskva (RUS)03.021176
7.942.2.Alina TALAY89BLRF11.Val-de-Reuil (FRA)12.021173
7.953.3.Eline BERINGS86BELF1.Gent (BEL)02.021171
7.95-3.Yuliya KONDAKOVA81RUSF1.Moskva (RUS)12.021171
7.994.5.Tiffany PORTER87GBRF2.Boston (USA)02.021162
Come dicevo, seconda Micol Cattaneo 8"18 (ma 8"16 in semifinale), mentre Giulia Pennella, a poco a poco, ima ima, sta tornando sui livelli di un paio di anni fa (corse in 8"13!), con un 8"22 in semi e un 8"25 in finale. Alessandra Arienti si guadagna il posto appena fuori dal podio, 8"38, che pareggia il suo miglior tempo corso proprio quest'anno a padova. 

Dal Molishon, che disastro in finale! - Paolo Dal Molin, altrimenti detto "Dal Molishon" quando gli entrano 3 ostacoli su 5, diventa in realtà The Carpenter, il falegname, quando le percentuali scendono sotto il 50% di ostacoli imbroccati, diventando un vero e proprio piallatore di legno. In batteria passeggia in 7"83, tempo che gli avrebbe consentito di vincere la finale con dei balzi successivi. Propellente alla gara l'aveva sicuramente messa la presenza di Manuelcop Abate, che nonostante fosse all'esordio ha piazzato in batteria un 7"82 per niente male. Sms con ricevuta di ritorno per quella che sembrava dover essere una sfida stellare. Si passa al secondo turno e Dal Molishon sciabola un 7"67 da urlo che subito fa intendere mirabilie per la scena finale, quella dove ne rimane uno solo in piedi. A 3 cent dal personale e 3^ prestazione personale di sempre. Dall'altra parte, Abate, trotterella a 7"75, e insomma, qui ci sarebbe stato da rimanere attaccati al divano se... Abate non ci avesse fatto lo scherzetto finale, abbandonando prima di varcare l'androne che immetteva al centro dell'Arena, in mezzo ai leoni. Rimane da solo, così, Dal Molishon: brutta cosa essere da "soli" nel senso agonistico, con gli altri competitors con parecchia luce tra le imbarcazioni. Cosa passerà nella mente di chi deve solo fare il compitino al meglio? Magari un pensierino al record? Fatto sta che Paolone parte come se dovesse correre un 60 piani, ovvero tuonando una partenza che lascia già tutti ad un metro. Sul primo ostacolo la gara sembra già archiviata, ma l'impatto col primo ostacolo è da sturm und drang, tanto che ancora si sente l'eco nel palazzetto di Ancona. Lo iato tra particelle di materia e antimateria. L'accelerazione viene compromessa, i serbatoi iniziano a dispensare propellente in maniera randomizzante, e Tedesco, con la sua gara regolarissima, inanella ostacolo su ostacolo. Dal Molin, si affossa, si rialza, riaccelera, rifrena come un toro ferito e poi, boom, altra botta sul 5° ostacolo e il volo planare verso il traguardo. Il titolo torna nelle mani di Stefano Tedesco, 7"87, con Michele Calvi a 7"95 e Andrea Cocchi 7"96. Quarto Dal Molin a 7"97, che per quello che è successo, sembra quasi un record mondiale... adesso, come per la Champions League, agli Europei andranno in 3: i già qualificati Dal Molin e Abate, e il vincitore dello scudetto, Tedesco. 

23/01/12

I migliori italiani del weekend indoor

Emanuele Abate a Daegu
Allora, vediamo un pò di mettere nero su bianco le prestazioni dell'ultimo weekend da mandare ai posteri e che hanno coinvolto atleti italiani. 
  • Filippo Campioli, si apprende dal sito della Fidal, zompa fino a 2,27 nel meeting francese di Hirson, arrivando a due soli centimetri (oddio, soli: a quelle altezza anche un millimetro diventa un'impresa), dal minimo per i mondiali di Istanbul. Piccola consolazione, il fatto che si issa fino al 5° posto mondiale dell'anno ad oggi. Se teniamo conto delle liste prodotte dal portale delle statistiche Fidal, si tratta anche della sua 6^ prestazione all-time e l'8^ volta in carriera che salta 2,27. L'anno scorso si era "fermato" a 2,23. Già 4 centimetri in più rispetto a sè stesso. Nella stessa gara, 2,13 del decano Andrea Bettinelli
  • Rimanendo al salto in alto, Andrea Lemmi ad Ancona, sale fino a 2,21, che tradotto in soldoni significa il personale indoor pareggiato per... la 7^ volta. 4 centimetri più su c'è il personale di sempre ogni-luogo: 2,25 ottenuto a Livorno nel 2010. 
  • Kuldiga, Lettonia. In una location molto particolare, in piena Curlandia (fonte Wikipedia... mica l'avevo mai sentita sta città) si presenta Emanuele Abate dopo le 1643 gare del 2011 (e una grande annata). Ebbene, ciò che sorprende non il tempo dei 60hs (7"87 che pareggia il crono di Paolo Dal Molin ottenuto la settimana scorsa in Germania e si piazza al 13° all-time della propria carriera), ma il 6"77 sui 60 piani, che volenti o nolenti lo fa il più veloce sprinter italiano del momento. Come personale aveva addirittura un 7"06 risalente al 2006.  
  • Chiara Rosa, ha invece esordito in Germania, a Nordhausen e non poteva esserci situazione peggiore. Minimo e infortunio dopo il secondo lancio. 17,92 e quarto posto di gara, ottava al mondo. Il limite era 17,50. Ora si aspetta il responso degli specialisti che valutino la gravità dell'infortunio 
  • Anna Giordano Bruno salta 4,40 in una gara regionale a Udine, che sarebbe il limite "B" per Londra sperando che la gara regionale rientri nell'elegibility system. Meglio migliorare, va, per togliersi eventuali dubbi. Sarebbe pure meglio ottenere il limite "A", visto che l'attuale Fidal ha "calcizzato" l'atletica, rendendo tutto opinabile, persino i tempi e le misure degli atleti. 
  • Daniele Secci (1992) ottiene un promettente 18,71 nel peso. Personale ogniluogo, che supera il 18,55 cannoneggiato a Tangeri lo scorso settembre. Una rondine nell'inverno della specialità, che vive ancora quasi esclusivamente su un manipolo di praticamente-master. Certo, fa un pò specie sapere che il resto del mondo sta evolvendo a velocità curvatura, con ragazzini anche di 16 anni che bombardano palle di oltre 7 kg quasi a 21 metri. E poi... il campione del mondo di Daegu non era un 20enne anche lui? 
  • Abdellah Haidane, in attesa come molti di cenni italici, ne combina un'altra delle proprie dopo il 3000 della settimana scorsa (miglior prestazione mondiale del 2012 a tutt'oggi, con 4 secondi sotto il par del secondo). 3'42"13 sui 1500, davanti a Mor Seck (3'42"29), Merihun Crespi (3'42"80) e il serbo-italiano Goran Nava: 3'43"34. Per Haidane terza prestazione mondiale dell'anno, in un panorama dove ancora nessuno ha abbattuto la barriera del 3'40". Crespi, primo italiano della lista, è attualmente 7° al mondo. 
  • Gran gara nel lungo ad Ancona: Stefano Tremigliozzi battezza il 7,80, 4^ prestazione personale all-time al coperto e 8^ di sempre ogniluogo. E' da meno, ma solo per un centimetro, Emanuele Formichetti: 7,79, sesta prestazione all-time (più una ventosa) e a soli 5 centimetri dal personale indoor. 
  • Valeria Canella si accontenta alla prima uscita di un 6 netto. Non nel senso di voto, ma di misura nel salto in lungo, figlio di una serie non ancora leggendaria. Ma siamo solo all'esordio. A Modena, nel frattempo, Giada Palezza (1993) si è portata fino a 5,97, ovvero quasi un decimetro in più del suo precedente personale. In crescita.
  • Perchè parlare sempre dei primi? Nel salto triplo passato alla storia per l'impresa di Daniele Greco, si dimostra ancora un atleta di assoluta solidità Michele Boni (classe 1981), che plana a 16,05. Un tempo, nel dopo-Badinelli, a metà degli anni '90, prima dell'avvento del duo Camossi-Donato, andare oltre i 16 era manifestazione di superiorità. Giusto quindi dare il giusto spazio anche a Boni. 
  • Eleonora D'Elicio è la prima over-13 italiana della stagione: 13,26 a Udine. 4^ prestazione all-time personale indoor. 
  • Sui 400 anconetani, Anna Laura Marone non disputa una gara malvagia: 55"49, e settimana prestazione all-time personale, 3^ indoor. 
  • Pareggio a 1,84 tra Elena Meuti e Enrica Cipolloni ad Ancona. Per la seconda è record personale indoor. 
  • Ad Ancona, sabato, Giorgio Berdini infilza i compagni di squadra Andrea Cocchi e Giovanni Mantovani nelle batterie dei 60hs: : 8"03, 8"07 e 8"08. In finale Mantovani ribalta il risultato: lui 8"03 (nettamente PB), Berdini 8"07 e Cocchi 8"14. In generale sembra che l'ostacolismo italiano, versione ostacoli alti, abbia aumentato i valori medi, situazione che di solito può generare l'ambiente  dove esplodono i campioni. Tant'è che a Udine, Jacopo Scotti Ferro che tempo ottiene in batteria? 8"03... anche lui. Assembramento ai confini dell'8". 
  • A Modena, rifa capolino Giorgia Benecchi, proprio in corrispondenza della stagione indoor. 4,00 metri secchi, come Sara Bruzzese arrivata anche lei alla stessa misura. Proprio la stagione indoor del 2011 la portò sul palcoscenico nazionale e internazionale, salvo poi incappare in una misteriosa sparizione sulle misure oltre i 4 metri. Altro mistero di Kazzenger, ma ora è il tempo di tornare sulle vecchie misure. 

24/07/11

Pergine: Caravelli 13"01, Howe 20"47

(di Sasuke) Una bella edizione la quindicesima del Meeting internazionale città di Pergine. Manifestazione che ha beneficiato della presenza di molti degli atleti di maggiore interesse del piano nazionale italiano alla ricerca dei minimi imposti dalla federazione mondiale. Varie le gare di buon livello in una giornata purtroppo tutto furchè estiva in cui il freddo ha fatto da padrone e infastidita prima da un forte vento contrario e poi da pioggia intensa. Nei 100 metri uomini sono al via nelle batterie vari atleti di livello. Jacques Riparelli sciabola un 10"39 (con vittoria quasi imbarazzante sul secondo, capace di 11"61) che desta interesse visto il muro di vento (-2.1!) contro il quale è stato corso. Purtroppo l'atleta, come un po' da sua caratteristica, in finale riesce a migliorarsi poco (10"37, ma con vento nullo) e quindi manca ancora una volta il minimo A richiesto dalla Fidal. Minimo che, personalmente, ritengo che Jacques valesse anche ieri ma che la sfortuna gli ha finora negato. Meriterebbe sicuramente di andare a Daegu: 13 volte i 100 metri quest'anno, di cui 9 sotto 10"40 e 4 volte sotto i 10"30; Cerutti non è costante (solo 10"61 l'ultima uscita e mai tempi sotto i 10"30 se non a Le Chaux-de-Fonds) e Di Gregorio lo è ancora meno visto che fatica a scendere sotto i 10"40 e non ha più confermato il 10"22 di Hengelo. Ma si sa, l'ultima parola la ha la federazione. Poco convincente Michael Tumi, che corre solo la batteria (10"80 dopo aver preso parte il giorno precedente al meeting di Barcellona dove aveva chiuso terzo in 10"61; comprensibilmente il ragazzo non ha ancora recuperato i numerosi turni degli europei Under-23). Discorso analogo per Francesco Basciani (10"78 in batteria e niente finale). Va ricordato comunque che tutti i tempi sono appesantiti da vento contrario. Rosario La Mastra, che quest'anno ha corso in 10"37 (a Misterbianco) fa 10"80 in batteria e 10"59 in finale; iscritti e non partiti tanto Delmas Obou che Maurizio Checcucci. Vittoria all'atleta delle Barbados, Andrew Hinds (10"23). Gara che al femminile non ha destato molto interesse: vittoria alla giamaicana di turno, Aleen Bailey (11"40) seguita da Judy Ekeh (11.88) a pari merito con la prima italiana Giorgia Candiani.

Ottimi risultati arrivano poi dal giro di pista. Grande prima serie (non ad invito) che vede la lotta tra Elena Maria Bonfanti e Clelia Calcagno. Vittoria della prima sulla seconda che ricompensa entrambe con un nuovo primato personale. 53"61 per la Bonfanti (eguagliato) contro il 53"90 per la Calcagno, atleta di carattere in grande crescità. Dietro di loro molto bene Chiara Natali, anche lei al personale, capace di 54"14;  nelle due serie ad invito primato personale e terza piazza per Manuela Gentili (53"70) chiamata ad un ennesimo test dalla Fidal in vista mondiali di Daegu (l'atleta è in possesso del minimo B, corso varie volte, ed è 25esima al mondo). Primato personale per Manuela (che ha corso anche a Barcellona ieri, in un ottimo 56"72: merita il mondiale). Meno bene Eleonora Sirtoli, ferma a 54"50. Al maschile bella gara del campione italiano Marco Vistalli, capace di abbassare lo stagionale fino a 45"76; bene anche Luca Galletti (46"66), un po' meno Isalbet Juarez (46"70) mentre migliora leggermente Claudio Licciardello, comunque non ancora in grande condizione (47"16). Negli 800 metri ad invito ci sono praticamente tutti i migliori specialisti italiani del doppio giro di pista. Al femminile ancora lontana da tempi degli anni passati Daniela Reina (2'05"24) mentre dietro di lei si comportano bene le due master Elisabetta Artuso (2'05"71, e stagionale) e Maria Vittoria Fontanesi (2'06"51) in una gara in cui si sono comportate discretamente anche Serena Monachino, Cristina Grange ed Eleonora Berlanda. Al maschile vittoria all'africano di turno (Amine el Manaaoui, 1'46"63). Abbastanza bene Mario Scapini, miglior italiano vicino ai suoi limiti (1'47"34) su Lukas Rifesser (1'47"81) ed un meno brillante Giordano Benedetti (1'48"62). Innegabile crisi del mezzofondo italiano, incapace di produrre atleti da meno di 1'47 o 3'40 nei 1500. Poco entusiasmanti i 5000 metri uomini; dominio keniano (i primi 5) e pochissima Italia. Indietro sia il campione italiano Stefano La Rosa (13'49"91) che il giovane medagliato sui 10000 europei, Ahmed El Mazoury (13'56"41). Test richiesto dallo stesso La Rosa, evidentemente non in grande condizione. Va detto che la gara è stata corsa sotto una forte pioggia.

Bravissima Marzia Caravelli: l'atleta del Cus Cagliari riscrive ancora una volta il suo personale (13"01) guadagnando una posizione nelle liste italiane all-time ed avvicinando il record nazionale. Altra atleta che merita senza dubbio di esserci a Daegu. Bravo (e un po' sfortunato, vento -0.7) anche Emanuele Abate. Ennesimo sub 13"70 (13"69) che gli da la vittoria della gara. Solo quarto (14"14) Stefano Tedesco. Da segnalare anche il 14"36 di Hassane Fofana in seconda batteria, che fatica con gli ostacoli dei grandi ma che si difende benissimo. Due atleti di talento, che hanno gareggiato moltissimo (Marzia ha persino vinto due titoli, 100hs e 200, onorando al massimo i campionati italiani, sdegnati da taluni) che, lo ripeto, vanno portati ai mondiali. Getto del peso all'insegna dello spagnolo Borja Jimenez (20.01) che centra il personale davanti, tra gli altri, all'eterno Paolo del Soglio (18.54 per un ragazzone classe 1970!), a Orazio Cremona (18.07) e a due opachi Marco Dodoni (17.20) e Andrea Ricci (15.59). La stranezza è che Dodoni è accreditato di uno strano 19.25 (unico lancio sopra i 18 metri tralaltro!) fatto in Congo a Brezzaville... non si offende nessuno se permetto di dubitare su tale risultato?
Bel 7.99 nel salto in lungo per Jaroslav Dobrovodsky con il primo italiano in terza posizione, Alessio Guarini (7.47). In gara anche James Beckford, il fenomeno giamaicano, fermatosi a 7.41; al femminile bel 6.34 della campionessa in carica Tania Vicenzino, davanti ad Elisa Zanei (6.22) ma dietro a Brianna Glenn. L'americana vince con 6.54. Male Dariya Derkach (solo 6.08) mentre Elisa Demaria non è quella dell'anno scorso (5.75 contro un personale di 6.45). Bella prova quella di Alex Schwazer, che si impone con grinta in una 10 km corsa in solitaria (squalificato, prima di essere doppiato, Matteo Giupponi) vinta a suon di mondiale stagionale e personale, 38'50"28. Bene anche Andrew Howe che con 20"47 (vento +0.7) batte Paul Hession (20"67). A livello mondiale è un tempo che dice poco, ma questo lo si stabilirà al mondiale.

10/02/11

L'atleta della V settimana: Emanuele Abate

Dopo aver dato avvio alla rubrica con l'attribuzione del premio la settimana scorsa a Giulia Pennella, per le imprese nei 60hs (record promesse portato a 8"23, superando un primato "storico" come quello di Carla Tuzzi), anche questa settimana scelgo come atleta italiano della settimana (la V) un altro ostacolista: Emanuele Abate. Naturalmente la scelta poteva cadere anche su Fabrizio Donato (autore di un ottimo 17,03 nel triplo, anch'esso valevole come lasciapassare per Parigi), o Anna Giordano-Bruno (4,35 e minimo per gli Euroindoor), ma ho ritenuto che delle tre prestazioni degne di nota, la più importante sia stata il 7"72 del poliziotto genovese a Magglingen, in Svizzera. Innanzi tutto perché è il suo primato personale, poi perché il limite sembrava davvero fatto apposto per non consentire a chichessia in maglia azzurra di presentarsi a Parigi. Poi Abate ha convalidato quella prestazione con un altro 7"73 e un 7"75. Insomma, la qualificazione se l'è proprio meritata sul campo, anche se adesso bisognerà vedere la conferma degli Assoluti. Seguono gli Atleti della Settimana (per ora solo due...).

07/02/11

Il video del 7"72 di Abate a Magglingen

Altri 3 biglietti per Parigi: Abate nei 60hs, Donato nel triplo e Giordano-Bruno nell'asta

Emanuele Abate a Torino '09
A Magglingen (testimone!) finalmente anche il poliziotto Emanuele Abate stacca il biglietto per Parigi 2011 nella specialità dei 60 ostacoli: 7"72, al centesimo, così come chiesto dalla Fidasics. Record personale e 11° tempo europeo del 2011. Meritato, visto che il giorno precedente sul linoleum della pista in località End Der Welt ("fine del mondo") di Biel nel cantone Berna, aveva corso in 7"73 e 7"75. E ho pure il video! Prossimamente on-line il video (anche se non era lui l'obiettivo della ripresa, lo confesso, ma atleti più "contenuti" della medesima batteria). Se dovesse essere convocato per Parigi dalla Fidal, sarebbe per lui la seconda partecipazione ad un Euroindoor dopo quella fugace di Torino '09, dove uscì però mestamente in batteria con un anonimo 7"94
Naturalmente oblitera il ticket to Paris anche Fabrizio Donato a primo tentativo, nella gara di salto triplo che è avvenuto ad Ancona: 17,03 che supera il 16,93 di Fabrizio Schembri, che è la quinta prestazione mondiale dell'anno: peccato che i primi 4 siano tutti europei... naturalmente a Parigi Fabrizio avrà il non facile compito di difendere un titolo europeo dall'astro (non nascente, ormai) il ventenne Teddy Thamgo, che quest'anno ha sparato un 17,59 (la stessa misura di Donato ottenuta a Torino per vincere l'oro) giusto per mettere tra sé e il resto del mondo una trentina di centimetri... e poi salterà in casa, particolare di non poco conto, anche se il triplo vive di equilibri diversi rispetto alle altre specialità... 
Infine nono lasciapassare per Anna Giordano-Bruno nel salto con l'asta, che a Udine ha saltato la stessa misura passata dalla Benecchi la settimana scorsa: 4,35. La Giordano-Bruno è nella breve storia della specialità, l'unica italiana ad essere riuscita a superare le qualificazioni di un Euroindoor (a Torino 2009, con 4,40). Peccato che poi in finale incappò in tre nulli. Le finaliste invece agli Europei Indoor furono 2, con Maria Carla Bresciani che a Stoccolma '96 giunse 15^ (ma senza le forche delle qualificazioni). 

06/02/11

Fra poco torno... flash

Sono attualmente a Magglingen, al meeting internazionale (non certo per meriti, intendiamoci...). Domani aggiorno il blog con il 6"62 di Emanuele Di Gregorio in Germania (battuti Lemaitre, che non passa però per essere un fulmine nei primi metri, e il britannico Lewis-Francis). Nel frattempo apprendo dal sito Fidal che si è aggiunto il settimo sigillo per Parigi 2011, che è quello (quasi scontato) di Fabrizio Donato: su 7 che andranno in Francia, per ora 3 sono triplisti. Qui in Svizzera, nella prima giornata Emanuele Abate corre ad un solo centesimo dal minimo sui 60hs (7"73 contro 7"72), poi in finale forza i tempi e peggiora lievemente: 7"76. Micol Cattaneo eliminata per falsa partenza, ma oggi si replica con tutte le gare di ieri. Una minuta svizzera, di cognome Sigg, ha corso i 60 piani in 7"53. La notizia? Ha solo 15 anni... un fenomeno precoce. Da Ancona sembra che Annalisa Gambelli (F45) forse ha migliorato nuovamente un record italiano master: quello dei 200 indoor. Da domani tutti gli aggiornamenti.