Visualizzazione post con etichetta sasuke. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta sasuke. Mostra tutti i post

06/05/12

Riparelli vola già a 10.29


(di Sasuke) Torno a scrivere vista anche la mia presenza alla gara che si è svolta nella mattina di domenica 6 Maggio a Rovereto, durante lo storico (44 edizioni) Quercia d'Oro, ottagonale ad invito. La tiepida mattinata, risparmiata dal tempo e dalla pioggia, ha visto protagonista specialmente l'azzurro Jacques Riparelli, 'abituè' della pista di Rovereto, andare a vincere i 100 con un notevole 10"29; tempo ad un solo centesimo dal minimo per gli europei di Helsinki, corso così, alla prima gara, in condizioni non ottimali e con un vento di 0.7 metri contrario. L'impressione personale è che il potenziale di Jacques sia tuttora in espresso; sono pronto a scommettere che in condizioni ottimali, con un po' di vento a favore, un 10"15 sia possibilissimo. Speriamo che il ragazzo abbia la bella stagione che merita. Dietro di lui si fa vedere anche un buon Giovanni Galbieri (ottimo 10"62) in rimonta (con superamento finale) sull'atleta della quercia Davide Deimichei (10"69 ma anche 21"50 sui 200 un'ora dopo). Evidente, purtroppo e come al solito, la crisi del mezzofondo azzurro ma, per fortuna, legata solo al settore assoluto. Nella gara allestita per loro, Mario Scapini e Giordano Benedetti, alla fine a spuntarla è il keniano Matum, davanti proprio a Scapini (1.48.48) e ad un discreto Christian Obrist al rientro (1.49.00). Ritirato Benedetti, pare a causa di una collisione con la scarpa chiodata di un altro atleta. Rimane sempre il parere che un atleta di talento come Giordano dovrebbe migliorare la velocità di base sul giro di pista per poter ambire a tempi al di sotto del 1.46 che sicuramente vale. I migliori 800isti internazionali devono avere personali al di sotto i 47" per poter reggere un primo giro in 49"50. Come scusante per i tempi pesanti un lepraggio non ottimale (54.2 ai 400 è tempo troppo lento). Nella gara si fanno però vedere i due giovani junior Jacopo Lahbi ed Emilio Perco, che staccano entrambi il biglietto per i mondiali juniores di Barcellona (con 1.49.42 e 1.50.82). Discorso analogo nella prova femminile, vinta dalla veterana Eleonora Berlanda (4.19.34) davanti ad una ottima Federica Del Buono, promettente atleta dell'Atletica Vicentina capace di sfiorare i 4.30 (4.30.28); notevole il suo miglioramento continuo in questa prima parte di stagione.


Tra gli altri risultati, 8.15.03 di Yuri Floriani nei 3000 metri, 3.90 in una bella gara di Asta per Miriam Galli, 49"06 nei 400 per un Abdoulaye Wagne un po' fuori condizione, un ottimo 56"37 per la junior Valentina Reginato nei 400, 52"41 nei 400hs per Giacomo Panizza  e 59"54 per Elisa Scardanzan nella prova femminile.

11/03/12

Anche Eaton fa il record del mondo! Di Martino d’argento, Pearson vicina al mondiale!


(di Sasuke) Tante buone prestazioni hanno caratterizzato la seconda (delle tre) giornate dei campionati mondiali indoor di Istanbul. Il risultato sovrano viene ancora una volta dalle prove multiple: l’americano Ashton Eaton cancella nuovamente se stesso e riscrive il primato mondiali portandolo a 6645 punti. I suoi parziali: 6”79 sui 60 metri (dove vale sicuramente meno ma, mi sono dimenticato di parlarne ieri, le partenze sono state uno dei grandi problemi di questi mondiali. Pare infatti che al primo sparo ne segua un altro (o un rimbombo del primo) troppo immediato per permettere agli atleti di capire ciò che succede), 8.16 nel salto in lungo (personale di oltre 10 cm e gran miglioramento rispetto al suo vecchio primato dove si era limitato a saltare intorno ai 7.70), 14.56 nel peso, 2.03 nell’alto, 7”68 nei 60hs, 5.20 nell’asta e un gran 2.32.77 nei 1000 metri. Un distacco di oltre 500 punti dato al secondo classificato, Oleksiy Kasyanov. Interessante notare come Eaton abbia vinto tutte le prove eccetto getto del peso e salto in alto.

L’altro risultato che ci interessa più da vicino è l’argento conquistato da Antonietta di Martino nel salto in alto. Gara stranissima, completamente ignorata dalle telecamere e dalla regia internazionale (peccato che per i mondiali indoor la Rai non abbia una regia sua, come quella eccellente dell’anno scorso a Daegu, che permetteva di scegliere dal sito della Rai cosa vedere… ma d’altronde qui abbiamo Franco Bragagna, lì non c’era). Quasi tutte le protagoniste arrivano a 1.95 senza problemi. Poi accade l’inspiegabile: la russa Anna Chicherova sbaglia tre volte ed è eliminata; lei, che sembrava così invincibile, ammetterà poi di aver avuto problemi ad una gamba recentemente. Fatto sta che sbagliano tutte, compresa la di Martino (della quale si dice che il primo tentativo, ovviamente non mostrato, fosse vicinissimo al successo), tranne l’americana Chaunte Lowe, capace di valicare 1.98 al primo tentativo (misura che dara poi la medaglia d’oro). Gara di contenuti quindi modestissima (io mi aspettavo il record mondiale dalla Chicherova!) nella quale la nostra Antonietta si è conquistata l’argento da condividere con la stessa Chicherova ed Ebba Jungmark.

Varie finali si sono poi susseguite nel pomeriggio:

·         Renaud Lavillenie ha vinto la gara di salto con l’asta con un gran balzo da 5.95; distaccati il secondo e il terzo, Otto Bjorn e Brad Walker (5.80). Il francese ha poi provato senza successo il record dei campionati a 6.02. Quarto Malte Mohr (5.75) e fermo a 5.50 il forte russo Dmitry Starodubtsev, colpevole di aver trovato la condizione troppo presto (5.90 a Dicembre!).

·         La britannica di origine cubana Yamile Aldama ha vinto il triplo con un gran balzo da 14.82, poi si è però fermata per un dolore provocatele dal primo balzo (l’hop) del terzo salto. Seconda una Olga Rypakova che, nel tentativo di inseguire l’Aldama, ha realizzato quattro nulli e due soli salti validi. Il secondo di questi, 14.45, staccando 47 cm prima del dovuto. Il miglior salto, il quinto, vale 14.63. Terza, con misure modeste, Mabel Gay 14.29, un solo cm meglio di Yargelis Savigne. Evidentemente la cubana, in grado di saltare 15 metri in carriera, non è in grandissima condizione.

·         I 1500 si sono svolti piuttosto tatticamente. La gara femminile ha visto lo strapotere della giovane Genzebe Dibaba, già scesa vicino al muro di 4 minuti quest’anno, capace di vincere in 4.05.78. Tra gli uomini, gara molto lenta vinta dal marocchino Abdalaati Iguider con un tempo superiore ai 3.45.

·         Il peso femminile è vissuto del solito grande duello tra Valerie Adams e Nadzeya Ostapchuck. Vittoria alla prima (20.54) sulla seconda (20.42) in una gara con, tutto sommato, misure piuttosto modeste.

·         Il lungo uomini è stato una gara a tre. Il russo Alexandr Menkov è stato in testa per gran parte della gara con 8.22, salvo venire superato all’ultimo turno da Mauro Vinicius de Silva (Brasile) e dall’australiano Henry Frayne. Entrambi capaci di saltare 8.23. A nulla vale l’ultimo tentativo di Menkov, piuttosto lungo ma nullo.

·         I 400 metri non hanno regalato lo spettacolo che promettevano. Sanya Richards-Ross è probabilmente tornata quella di una volta, ma i tre turni in due giorni la fiaccano, e non sembra avere quella freschezza con cui si era imposta in semifinale. Va comunque a vincere in 50”79, dando oltre un secondo dalla seconda classificata. Tra gli uomini delude il campione mondiale dei 400, Kirani James, solo ultimo (46”21) e penalizzatissimo dalla prima corsia nella gara vinta da Nery Brenes con un buon 45”11 che è anche record dei campionati.


Si parlava prima di come le gare di velocità siano state penalizzate da un impianto acustico non ottimale. Ieri, e chiedo perdono per la dimenticanza, Simone Collio aveva autorevolmente vinto la sua batteria con un discreto 6”68. Fuori, invece Lerone Clarke (oltre i 7”) insieme a tanti altri penalizzati da una grossa incomprensione di fondo. Ho notato con grande stupore, comunque, la presenza di tantissimi atleti di interesse poco più che regionale (sono stati tantissimi i tempi sopra i 7 secondi nella prova maschile, così come quelli sopra 7”60 in quella femminile, con punte oltre i 9!)… ha davvero senso non permettere ad Asafa Powell (6”50 quest’anno!) per permettere di competere a gente imbarazzante da vedere? Ha senso la formula dei 2 atleti per nazione? Non sarebbe invece meglio mettere dei minimi più selettivi e permettere di partecipare a tutti quelli che li raggiungono? Comunque, tornando alle gare, Simone Collio esce in semifinale non destando una grande impressione. Un modesto 6”71 la dove con 6”68 si accedeva alla finale. Finale che poi a visto solamente un gran tempo, il 6”46 del ex-dopato Justin Gatlin, vincente davanti a Nesta Carter (6”54) e Dwain Chambers (6”60)… dico solo che l’anno scorso, ai campionati europei, il nostro Emanuele di Gregorio era giunto quarto correndo in 6”59! Qualcosa non va…

Altro risultato di grande spessore il 7”73 con cui Sally Pearson è andata a stravincere i 60hs mancando per mezzo decimo il record del mondo della scomparsa (per lei troppi infortuni) Susanna Kallur. Niente da fare per Marzia Caravelli, prima delle escluse (8”12) e per Veronica Borsi, comunque brava ad eguagliare il personale confermando il minimo iridato (8”18). In mattinata erano stati promossi i due triplisti, Fabrizio Donato e Daniele Greco, rispettivamente secondo (17.07) e quinto (16.94) dove a destare un po’ di interesse è stato il solo americano Christian Taylor (17.39). Promossi allo stesso modo i due ostacolisti Emanuele Abate (7”71 e primo della sua batteria) e Paolo Dal Molin (7”78, penalizzato però dall’aver corso per intero la sua serie non essendosi accorto della partenza di un altro considerata poi falsa) mentre bocciato l’altista Silvano Chesani, fermatosi ad un modesto 2.22, di certo inferiore alle sue potenzialità.

10/03/12

Dobrynska Record del Mondo! I mondiali Indoor iniziano con il botto


(di Sasuke) La prima giornata dei campionati mondiali di atletica al coperto, quest’anno in svolgimento a Istanbul (Turchia), là dove si dice metaforicamente che l’Europa si divide dall’Asia, è cominciata con il botto. La gara più interessante, e una delle due finali della giornata, il pentathlon femminile, ha visto la ucraina Natallia Dobrynska battere un record che era lì da decenni e superare la barriera dei 5000 punti (oltre mille per prova!) nella storia per la prima volta. Solo quarta la campionessa mondiale Tatyana Chernova (con 4725 punti) a pari merito con Karolina Tymisnka. Terza Austra Skuijite e seconda quella Jessica Ennis che si credeva avrebbe battuto il record; Ennis che, peraltro, con 4965 punti riscrive il suo primato e si istaura al terzo posto nelle liste all-time di specialità. La Ennis, che aveva cominciato la giornata nel migliore dei modi (7”91 nei 60hs, che sarebbe stato il secondo tempo assoluto nella prova individuale), cedendo però qualcosa sia nell’alto (1.87) che nel lungo (6.19) per poi dare il tutto per tutto battendo i suoi personali nel peso (14.79) e negli 800 (2.08.09). La Dobrynska, con un grande 16.51 nel peso e una media eccezionale ha totalizzato comunque 5013 punti, guadagnandosi così i 90.000 dollari del premio (40.000 per il piazzamento e 50.000 per il record).
La seconda finale di giornata, combattutissima, è stata quella del getto del peso. Il campione mondiale David Storl, uno che si esalta nelle competizioni importanti, prova ad ammazzare la gara cannoneggiando il peso da oltre 7 kg a 21.88 (personale assoluto e world leading). Fino al terzo turno non si muove da lì, con Ryan Whiting, Tomasz Majewski e Reesa Hoffa ad inseguire. Hoffa sarà poi quarto (con 21.55, ma diversi nulli forse anche oltre i 22 metri), Majewski terzo (grande 21.72 al quinto round) e Whiting… primo. Il possente americano raggiunge i 22 metri esatti al quinto turno (avvicinandoli poi al sesto, 21.98). A nulla possono gli ultimi tentativi del tedesco Storl, giovanissimo, che finiscono nulli.

Tra gli altri risultati, notevolissimo 8.16 nel lungo di Ashton Eaton, che si candida a battere il suo stesso record del mondo.

Per quanto riguarda gli azzurri in gara, promossa immediatamente Antonietta di Martino, capace di valicare il decisivo 1.95 alla seconda prova (come l’americana Chaunte Lowe), e di piazzarsi terza dietro alla sola Chicherova, oltre che alla sorprendente Ebba Jungmark. Fuori, tra le altre, Venelina Veneva e Emma Green. Passano il turno eliminatorio tanto Maria Enrica Spacca (53”74) che Lorenzo Valentini (per lui un modesto 48”54); entrambi si incaglieranno però in semifinale con tempi fotocopia di quelli delle batterie. Grande impressione destata da Sanya Richards che ‘’passeggia la batteria’’ poco sotto i 53” e corre la semifinale sul filo dei 51”. Promosse a pieni voti le due ostacoliste, Marzia Caravelli (che va a vincere la sua batteria in 8”13 con un tempo di reazione di oltre 0.23) e Veronica Borsi (terza nella sua con 8”20 e ripescata) nella prova che ha visto la favoritissima Sally Pearson andare decisamente sotto il suo personale al coperto (7”97) corso qualche anno fa (una sola volta) e unica sotto gli 8 secondi (7”85).

Promossa con riserva Silvia Weissteiner, reduce da due belle prove (agli italiani di Ancona e la settimana scorsa a Correggio, ai societari di cross) che prova a fare il ritmo ma finisce poi staccata e lontana dai tempi utili per l’accesso alla finale. Speriamo di vederla quest’estate sui livelli di qualche anno fa. Ha comunque chiuso la sua prova in 9.16.59. Bocciata, personalmente, Elisa Cusma, che si è ritirata nella sua batteria a poco meno di un giro dal traguardo. L’impressione che mi ha dato è stata quella di rinunciare perché le altre ormai ne avevano di più ed era impossibile passare il turno. Ma come ha detto il nostro Franco Bragagna, un conto è rinunciare se si è infortunati e si rischia di farsi male, un altro finire la propria prova come chiunque altro. Piccolo appunto personale, se la Cusma vuole ritrovare una dimensione internazionale sugli 800 deve (ed ormai temo sia tardi) velocizzarsi. Il suo personale sul giro di pista, di poco inferiore ai 55”, è troppo lento rispetto alle atlete russe, capaci di correre 2/3 secondi più veloci di lei. Se non ci riesce, meglio che, come le hanno spesso consigliato, sia dia ai 1500.

16/02/12

Spacca al minimo mondiale

(di Sasuke) Dopo oltre due settimane di chiusura il ''Banca Marche Palace'' riapre con l'organizzazione di un pomeriggio di gare. Non troppi i protagonisti (probabilmente un impegno infrasettimanale non è cosa per tutti) ma quei pochi atleti che si sono visti hanno ottenuto risultati davvero soddisfacenti.

La miglior prestazione di giornata va sicuramente a Maria Enrica Spacca, capace di scendere quel tanto (aveva 53"35 dell'anno scorso) da permetterle una gita ad Istambul. Ottimo il suo 53"19, che la porta ad essere la 8° italiana di sempre al coperto. Che la Spacca fosse un'atleta tosta lo si era già visto più volte, specialmente nelle staffette, dove da sempre il meglio di se. Il 2009 era stato l'anno di Daniela Reina (quinta agli europei indoor, dove sarà finita ora?), il 2011 quello di Marta Milani (che dovrebbe gareggiare agli assoluti), quest'anno potrebbe essere il suo. Con una Grenot in forma e la Reina di un paio di anni fa il primato italiano potrebbe avere vita breve.
Progredisce comunque anche Chiara Bazzoni (al personale qualche settimana fa) mentre Giulia Arcioni è lontana dal 53"82 dell'anno scorso. Buoni i progressi di Maria Benedict Chigbolu, che avvicina nettamente il personale all'aperto (54"73). Tra gli uomini grande prestazione di Lorenzo Valentini, capace di scendere fino a 47"36, tempo nemmeno lontanissimo dal minimo (46"90) per la rassegna iridata. Grande progresso cronometrico che all'aperto potrebbe valere un tempo sull'ordine dei 46"50 se non meno.

Da segnalare, infine, il primato italiano juniores di Moh Abdikadar (2.24.24), davvero niente male.

Sale, quindi, il numero di atleti italiani ad aver ottenuto il minimo per i mondiali indoor.
Nel dettaglio:

60 metri: Simone Collio (6"62), Michael Tumi (6"67)
Salto Triplo: Daniele Greco (17.24), Fabrizio Donato (17.24)
60 metri hs: Emanuele Abate (7"57)

60 metri: Audrey Alloh (7"33)
60 metri hs: Marzia Caravelli (8"06)
400 metri: Maria Enrica Spacca (53"19)
800 metri: Elisa Cusma (2.01.53)
Salto in Alto: Antonietta di Martino (1.94)
Getto del peso: Chiara Rosa (17.92)

Ma altri sono molto vicini, come le ostacoliste Veronica Borsi e Micol Cattaneo.

29/01/12

Asafa al ritorno indoor - Sconfitto nuovamente Oliver

(di Sasuke) Ormai siamo alla fine di Gennaio e mi sento di dire che il resto del mondo è ancora, atleticamente parlando, un passo indietro. I nostri non hanno fatto risultati eclatanti (Caravelli a parte) ma comunque parecchi atleti si stanno comportando piuttosto bene. Durante la giornata di ieri, sabato, si sono tenuti almeno due meeting di primissimo livello internazionale. L'Aviva International Match di Glasgow (curiosa manifestazione a squadre, dove si può schierare un'atleta per disciplina, che ha visto la vittoria dell'Inghilterra sulla Russia, con gli stati uniti in ultima posizione) il Meeting USA Open Indoor con, tra gli altri, l'esordio al coperto dopo parecchi anni di Asafa Powell.

A Glasgow si è visto molto poco. Il risultato più interessante è stata la vittoria sui 1500 di Mohammed Farah (che, secondo il suo allenatore, ha bisogno di migliorare la sua 'volata' nei 5000/10000 e che quindi gareggierà per un po' nei 1500) davanti ad Augustine Choge di qualche centesimo (3.39.03 contro 3.39.14).
Bella prova nel lungo di Darya Klishina (capace di saltare oltre i 7 metri l'anno scorso) che vince con 6.75 ma dando, con i suoi numerosi nulli, l'impressione di poter andare molto più in la. Deludente Funmi Jimoh, ultima con 6.24. Niente da fare nell'asta per il fenomeno del momento, Dmitry Starodubtsev (5.60) battuto dal tedesco Karsten Dilla (5.72). Discorso analogo nell'alto per Robbie Graparz (giunto incredibilmente fino a 2.34 qualche tempo fa) battuto dal russo Alexandr Shustov (2.29). Nella velocità maschile da segnalare la doppia sconfitta del veterano Kim Collins, ad opera prima di Danny Talbot nei 200 metri (21"17 contro 21"39) e poi nei 60 contro Mark Lewis Francis (6"65 contro 6"66)... davvero niente di che.
Poco da segnalare dalla velocità femminile, se non il buon 7"26 di Jeanette Kwakye, nome poco conosciuto, che vince di oltre due decimi. Nei 400 bella affermazione del russo Pavel Trenikhin, capace anche di battere Yurij Borzakowskij sui 500 un paio di settimane fa, che vince con 46"68, imitato poi dalla connazionale Julia Terekhova (53"51). Tempi davvero deludenti, alla piena portata del nostro duo Spacca/Bazzoni che, malgrado l'indisponibilità di piste e posti per allenarsi in Italia, ha dato la prova di essere in forma migliore di gente accreditata 2 secondi in meno. Concludono la rassegna i 60 hs, con un (per una volta) discreto 7"54 di Kostantin Shabanov (ultimo il campione europeo Andy Turner, leggermente infortunato, in 7"74) mentre al femminile fatica la campionessa Danielle Carruthers (8"09). Brutta prova del keniano Boaz Lalang negli 800 (1.49.97) ad oltre due secondi dal formidabile britannico Joe Thomas (1.47.35) con al femminile un discreto 2.02.86 di Jessica Moore. Bel 3000, vinto dalla keniana Helen Obiri, davanti ad una buona Helen Clitheroe (8.42.59 contro 8.45.59).

Discorso simile in America, con qualche risultato in più. Il meeting, che ha preso il posto del tradizionale Millrose Games (pare che la pista sia in ristrutturazioni), ha messo in scena vari atleti di livello internazionale. I migliori risultati sono venuti dalla velocità pura, i 50 metri, vinti rispettivamente dal 'nostro' Asafa Powell e da Veronica Campbell-Brown. Quando Asafa gareggia, e per di più in una distanza così breve, si pensa sempre a qualcosa di grande. La vittoria è arrivata, il record del mondo (5"56) purtroppo è ancora lì. Asafa si è imposto in 5"64 (dicendo, poi, di essere in forma ma ancora sotto carichi pesanti di allenamento) davanti a Nesta Carter (5"67) e Trell Kimmons (5"68). Tra le donne, invece, Veronica Campbell ha vinto con un distacco abissale: 6"08 con la migliore a 6"20. Il tempo la colloca ottava sulle liste di sempre. Negli ostacoli, bel ritorno di Lolo Jones (6"78) mentre mi sarei aspettato qualcosina in più da Kellie Wells, visti i recenti risultati sui 55hs (terza con 6"84). Sconfitto ancora, invece, il colosso americano David Oliver. Battuto 6"45 contro 6"50 da Terrence Trammel. Lontanissimo il record del mondo (6"25). Se Oliver si mette in moto è impossibile fermarlo: ma lì sta il problema, non sembra proprio in grado di partire decentemente. In un video dei suoi 55 metri, vinti agilmente, si nota come è vistosamente indietro in partenza. Deludenti i risultati dai salti: Jessie Williams, campione mondiale in carica, vince con 2.29 mentre Jennifer Suhr esce con tre x a quota 4.52. Il getto del peso va a Ryan Whiting (21.16) su Christian Cantwell (20.72) e Adam Nelson (20.68).

Sconfitta di Bershawn Jackson, in versione lunghe distanze, sulle 600 yarde (ha già gareggiato sia in un 600 che in un 800, perdendoli entrambi) e di Bernard Lagat, battuto in volata da Silas Kiplagat nel miglio (4.00.65 contro 4.00.92).

02/01/12

I primi botti arrivano dall'asta


(di Sasuke) Dopo alcuni mesi ricchi di cross, corse su strada e maratone, di indubbio interesse per molta gente, ma che a me lasciano davvero poco (non leggo nemmeno le notizie pubblicate sulla Iaaf) si avvicina finalmente la stagione al coperto, che quest'anno promette numerose scintille visti i molti nomi illustri (uno su tutti: Asafa Powell, dove viene già da chiedersi se riuscirà ad insidiare il favoloso 6.39 di Maurice Green e se riuscirà a vincere il suo primo titolo di caratura internazionale, quello dei mondiali di Istanbul) coinvolti nelle varie gare. Tanta è la mia curiosità (ebbene sì, anche in campo nazionale, con alcuni cadetti di indubbio interesse che passano finalmente tra le categorie assolute, salvandosi anche così dalla norma totalmente senza senso del limite a 7, e a 4 per i ragazzi, gare annuali) nel vedere un po' di atletica al coperto.


Natale è appena passato e la stagione deve ancora cominciare (almeno in italia) ma nel resto del mondo si è già visto qualche risultato di discreto interesse. Caso vuole che nel salto con l'asta siano già arrivati prestazioni di altissimo livello. A livello femminile, il 10 di dicembre, in un meeting francese, la giovane Holly Bleasdale (1991) è riuscita a migliorare nuovamente il primato inglese assoluto salendo fino a 4.71, misura quasi da podio ad un campionato mondiale. Per curiosità di stampo statistico, credo che nessuna atleta sia mai arrivata più in alto a quell'età. La segue sulle liste mondiali, con 4.51, una Vanessa Boslack in fase di recupero.

Tra gli uomini i fuochi d'artificio sono scoppiati un paio di giorni in anticipo. Ieri, il russo Dmitry Starodubtsev, già capolista mondiale con 5.70, è giunto addirittura fino a 5.90 (misura da possibile vittoria ai mondiali) migliorando di quindici centimetri il proprio primato personale. Il ragazzo ha dichiarato di aver cambiato marca di aste (purtroppo è stato vittima di uno degli sfortunati incidenti visti al mondiale di Daegu, con due aste rotte nella stessa gara... forse della stessa marca) ed è pronto a battersi per il titolo mondiale a Istambul (sempre se riuscirà a passare le forche dei trials/campionati nazionali). Secondo al mondo è Malte Mohr con 5.65.

Purtroppo, non sempre ci sono solo notizie positive. Durante il mese di dicembre si sono infortunati sia il pluricampione Renaud Lavillenie (asta rotta in allenamento) che il neo-campione mondiale di Daegu  Paweł Wojciechowski (a cui pare si sia rotto uno zigomo).

Parlando sempre di giovani, un altro atleta classe 1991, Erik Kynard, è salito a 2.31 nell'alto.

Chiudo questa veloce rassegna spendendo due parole sul caso che ha coinvolto Teddy Tamgho. Inizialmente le informazioni erano poche, ma adesso si sa quasi tutto. Il primatista francese (e mondiale indoor) è stato sospeso per 12 (poi ridotti a 6 per fargli fare le olimpiadi) mesi e condannato anche ad ore di servizi sociali. Pare che abbia pestato una ragazza che, a detta sua, si era spacciata per la sua fidanzata. Il tutto è avvenuto dopo un'allenamento. Immediata la sospensione, insoddisfatta la ragazza che parla di ingiustizia dicendo che un tale personaggio non dovrebbe rappresentare la Francia. Aggiunge anche che un campione non lo è solo di fisico, ma anche di testa. A tal proposito, per non essendo un esperto, mi ricorda un certo calciatore italiano che gli assomiglia anche fisicamente. Non mi esprimo invece sulla punizione, avendo sentito solo l'opinione di lei.

10/10/11

La terza giornata del Criterium di Jesolo

Eleonora Vandi (dalle foto pubblicat sul sito FIDAL)
(di Sasuke) Interessantissima la terza (ed ultima) delle tre giornate dedicate ai campionati italiani per la categoria cadetti. Sono arrivati gli unici due record della rassegna, entrambi nel campo delle prove multiple. Settore che in Italia è messo più che male (in campo internazionale si difende solo Francesca Doveri, azzurra a Daegu) e che ultimamente produce molti record nelle categorie giovanili. Al maschile, in realtà, non c'è stato grande cambiamento. Il lombardo Simone Fassina ha migliorato di oltre cento punti il già suo record (14"09 nei 100hs, 1.93 nel salto in alto, 6.02 nel lungo, 45.39 nel giavellotto e 3.01.85 nei 1000 metri) arrivando a sfiorare il muro dei 4000 punti (3991). A dirla tutta, con i suoi risultati, il ragazzo avrebbe potuto vincere (!) il salto in alto, piazzarsi undicesimo nel lungo, decimo nel giavellotto, ventesimo nei 1000, e quinto negli ostacoli. Un bel talento, da seguire. Dietro di lui vicino al precedente limite (3820 contro 3850) anche il toscano Stefano Mistretta.
Discorso analogo tra le cadette. Giulia Sportoletti arriva a del veneto a 4522 punti strappa il primato ad una allieva di talento come Ottavia Cestonaro. Record che, tralaltro, risaliva ad appena l'anno scorso. I suoi risultati: 12.12 negli 80hs (le valevano il secondo posto!), 1.72 nel salto in alto (primo posto anche per lei come per Fassina), 32.96 nel giavellotto (quindicesima), 5.50 nel lungo (vittoria anche in questo caso!) e 1.44.96 nei 600 metri.
Da notare come entrambi gli atleti avrebbero potuto vincere anche in altre specialità. Seconda, ma lontana, l'altoatesina Lisa Seppi (4131).
Tra le altre gare sicuramente la finale del salto con l'asta, vinta con un notevole 3.50 dalla pugliese Francesca Semeraro, che ha poi tentato di prendersi il limite nazionale di Amalia Cinini posto a 3.55. Due le cose da notare: la prima è che la gara di asta è durata 3 ore e 10 minuti (comprensibile quindi una certa stanchezza) nella giornata di sabato, la seconda è che la ragazza è solo al primo anno di categoria. Sicuramente un talento da tenere d'occhio. Seconda, come altre due con più errori, Helen Falda a 3 metri.
Nei 1000 metri femminili vittoria di Eleonora Vandi, della quale personalmente aspetto con grande interesse l'entrata nella categoria allieve, che va a vincere creando un enorme distacco con un tempo, 2.59.03, non eccezionale. Al maschile affermazione del trentino Lorenzo Pilati, anche valido trecentista, che vince portando il personale a 2.35.67 con un rettilineo finale ancora in piena spinta. Buona la sua tattica di gara (niente strappi nella prima parte) che gli ha permesso di battere il capolista stagionale Marco Scantamburlo (2.36.01). Tra gli altri risultati, 16.75 di Sebastiano Bianchetti nel peso, 1.88 di Filippo Lari nell'alto e 42.04 di Sara Corradin nel giavellotto. Chiudono le staffette, 43"98 (stessi tempi al centesimo) per i cadetti di Lazio e Veneto e gran 48"07 per le ragazze della lombardia (non lontane dal limite nazionale).

08/10/11

Italiani Cadetti - gli ''highlight'' delle prime due giornate


La neo-campionessa dei 2000 e primatista italiana Nicole Reina
(di Sasuke) L'anno scorso circolava la voce che i campionati italiani cadetti (o criterium) rischiassero la chiusura. Pareva, infatti, che organizzarli fosse molto oneroso e che facesse perdere ai ragazzi ''preziosi'' giorni di scuola. Da quello che mi sembra di aver capito in altri stati, come gli USA, organizzano addirittura campionati nazionali per le categorie ragazzi ed esordienti. E qui si pensava di poter eliminare i nazionali per i cadetti. Per fortuna non è accaduto; la massima rassegna cadetti funziona comunque, prima che come campionato individuale, come 'campionato italiano per regioni'. I minimi di partecipazione, il massimo del non-sense (avremo il minimo di lungo cadette a 5.25 mentre il minimo allieve a... 5.20), sono pazzescamente proibitivi (per non dire impossibili) ma questo non impedisce di avere una partecipazione numerosa grazie a alle rappresentative. Come funziona? ogni regione deve formare una squadra che comprenda un atleta per ogni disciplina. Risultato? atleti iscritti con prestazioni come un metro nell'alto femminile o 15 metri nel disco. Va bene far fare esperienza a questi ragazzi, però portare ad una rassegna italiana atleti di livello così basso non mi sembra vincente come soluzione. Qualche ragazzo risulta comunque iscritto come individuale, ma sono una minoranza. Vediamo comunque i risultati più interessanti; è bene cominciare con il dire che nessun primato italiano è stato ancora battuto (alla fine della seconda giornata).

Cominciando dalla velocità. Al maschile, gli attesi protagonisti di 80 e 300 metri, rispettivamente l'umbro Filippo Pecchioli (capace di correre, da cadetto, i 150 in 16"65, i 100 in 11"11, i 200 in 22"68, gli 80 in 9"02 e i 60 in 7"25) e il lombardo Mattia Venza (35"32 il suo accredito sui 300), si sono presentati entrambi reduci da più o meno gravi infortuni. Il primo si è difeso negli 80 (terzo con 9"40, vittoria a Gabriele Gargano in 9"32 con forte vento contrario, -1.8) mentre il secondo è giunto decimo nei 300 (37"74 per poi rinunciare alla finale vinta da Marco Ribotta con un ottimo 35"88, unico atleta a scendere sotto i 36). Gli ostacoli incoronano Leonardo Bizzoni (13"67) che la spunta di poco su Guglielmo Tadini (13"72) sempre con forte vento contrario. I 300hs vedono un ragazzo siciliano, Giuseppe Biondo, scendere sotto il muro dei 39 (sempre difficile per un cadetto) che va a vincere in 38"83. Bravo anche Matteo Beria (39"27). La velocità femminile si comporta in maniera a quella maschile; sia la favorita degli 80 (Chiara Rollini, unica accreditata con meno di 10") che quella dei 300 (Denisa Rega, unica sotto i 40") si sono dovute arrendere di fronte alla bolzanina Julia Calliari (10"22 contro 10"31) e ad Anna Schena (40"33 contro 40"61). Negli ostacoli vincono Daisy Osakue (12"03) su Lisa Proserpio (12"22) mentre nei 300hs gran tempo di Miriam Martini (44"33) su Ayomide Folorunso (44"95).

Nel mezzofondo, dove fino ad ora si sono disputati solo i 2000 metri, belle le affermazioni di Nicole Reina (fortissima cadetta che ha dominato i 1000 e i 2000 questa stagione) che come al solito stacca notevolmente le avversarie andando a vincere in solitaria in 6.14.99 e di Yemaneberhan Crippa. Il trentino, che mirava al record italiano di Cosimo Caliandro, vince con il personale portato a 5.34.15; gara su ritmi molto veloci che ha portato i primi 7 al personale.

Continuando con i salti. L'asta maschile è andata a Gabriele Spotafora con 3.90 mentre il combattutissimo (e ventosissimo) salto in lungo (pochissimi i salti validi) la vittoria va ad Alessandro Li Veli con 6.66. Non in grandissima condizione il forte triplista toscano Donatello Dallai (comunque 13.71 contro un personale di 14.25). Al femminile, bella prova di Erika Furlani nel salto in alto (1.68 senza errori) mentre un po' più modesto il lungo (vittoria a Sarah Sellerori con 5.44 sulla campionessa uscente Francesca Bianco, 5.36). Non male neanche il triplo, vinto da Benedetta Cuneo che arriva fino a 12 metri esatti.

Concludendo con i lanci e la marcia, il disco cadetti va a Giulio Anesa (ottimo 47.37) con quattro atleti oltre i 40 metri mentre davvero notevole l'ultimo lancio del cadetto, primo anno di categoria, Tiziano di Blasio (64.97) staccando il secondo di dieci metri. Tra le donne buono il 13.59 di Claudia Bertoletti nel peso e discorso analogo per il notevole 51.93 di Lucia Prinetti nel martello. Non male il 33.77 di Wendy Baonga nel disco. Nella marcia non male il 18.57.45 del pugliese Gregorio Angelini (stranamente non un prodotto dell'atletica Don Milani) mentre al femminile i 3 km vanno alla primatista italiana Noemi Stella (14.00.29).

Da notare come, purtroppo, di molti dei detentori dei record cadetti molti non siano riusciti ad esprimersi a livello più alti nelle categorie successive. Speriamo che questi atleti riescano a confermarsi da assoluti.

10/09/11

Risultati dai Meeting: Tumi 10"36, Giovanetti 11"54

(di Sasuke) Seconda tornata di risultati dai vari meeting che occupano la prima parte di Settembre. A Vicenza, nel corso della seconda giornata dei campionati regionali assoluti, 10"36 di Michael Tumi (+0.2) iscritto come fuori gara. Interessanti comunque anche i risultati della finale regolare vinta dalla promessa, maglia azzurra agli europei under23, Alex Da Canal (10"77) davanti a Diego Marani (10"86, ma è atleta da 10"49, corso ormai già due anni fa), ad un Giovanni Galbieri non in grande spolvero (10"88), ad un Alessandro Pino in buon recupero (10"99) e al quattrocentista Jacopo Marin (11"03 ma 10"94 in batteria). 400 maschili con un solo risultato da segnalare, 48"50 di Domenico Fontana in prima serie. Altro atleta che dopo i fuochi d'artificio iniziali (personale a Maggio sulla distanza) è andato via via spegnendosi: speriamo di trovarlo recuperato l'anno prossimo.  Nella seconda serie buon 50"36 di Andrea Longo, regolato solo da uno Jacopo Lahbi in crescita (50"34). Infine, 56"19 di Aida Valente nei 400 femminili.

Qualche risultato di interesse anche dal V Memorial Giorgio Guarnelli ad Ostia Lido di Roma, manifestazione interamente dedicata ai lanci. Nel peso maschile Daniele Secci centra il personale all'aperto (per un centimetro) arrivando a 18.28, va comunque detto che l'hanno scorso giunse fino a 18"38 durante la stagione all'aperto. Un insolita giornata, quella di Daniele, che si cimenta poi anche nel disco giungendo terzo con un più che discreto 48.80; la gara viene poi vinta dalla promessa Eduardo Albertazzi (57.56 e PB) capace di regolare Giovanni Faloci (57.15). Modesto 69.52 di Marco Lingua nel martello (probabilmente un po' affaticato dalla gara del giorno prima), e discreto 52.92 di Valentina Aniballi nel disco. Infine, 61.95 di Laura Gibilisco nel martello.

A Modena, al Trofeo Scianti, il risultato più interessante è senza dubbio l' 11"54 di Martina Giovanetti nei 100 metri, di gran lunga miglior prestazione italiana stagionale; dietro di lei delude Judy Ekeh, solo 12"09. Non granchè neanche il ritorno alle gare per Benedetta Ceccarelli (59"42 nella prima serie dei 400hs). Dall'alto maschile, 2.16 di Nicola Ciotti e 2.07 di Giulio, a parimerito con il sanmarinese Eugenio Rossi e con la promessa Ferrante Grasselli. Infine, insolito 6.11 nel salto in lungo di... Nicola Ciotti.

03/09/11

Meeting Italiani: Vicenzino 6.54, Vistalli 46"11

(di Sasuke) Mentre gli occhi del mondo (atletico si intende) sono tutti puntati sui campionati mondiali che si stanno svolgendo a Daegu, in Corea, l'atletica italiana inizia lentamente a riprendersi dopo un mese di doveroso (negli altri stati non succede, chissà come mai qui sì) stop. E inizia ad arrivare anche qualche buon risultato. Al Primo Memorial Marco Rotta a Cernusco sul Naviglio il poliziotto Marco Vistalli che per pochi centesimi aveva mancato il minimo per la rassegna iridata di Daegu piazza un discreto 46"11 che ne conferma più o meno l'andamento stagionale; peccato che sia mancata quella crescita che talvolta ci si aspetta da atleti ancora giovani come lui. Dietro di lui si piazza il senegalese Mamadou Gueye in 47"26; atleta quantomeno particolare perchè specialista di 400 e 800 (e fin qui ok) che non disdegna di fare anche lungo e triplo.

Oggi al meeting Internazionale di Brugnera ha sorprendere maggiormente è Tania Vicenzino; la campionessa italiana di salto in lungo che con 6.54 eguaglia il suo primato personale all'aperto risalente al 2009. Tra i risultati più interessanti, dalla velocità Giovanni Tomasicchio non riesce a migliorarsi in una stagione da dimenticare (10"73 in batteria e 10"62 in finale) mentre Martina Giovanetti piazza un interessante 11"68 con -0.2 di vento contrario (in una gara che ha visto tempi pesanti). Opaca la promessa Gloria Hooper (12"26 e 12"02) e non granchè neanche l'ostacolista Veronica Borsi (12"14 e 12"07) che vince agevolmente negli ostacoli con 13"67 (ma vento -1.7). Deludente nel salto in lungo Alessia Trost (5.41) mentre calano ancora le quotazioni attuali di Eleonora Sirtoli (55"61). Buon 60.83 nel lancio del disco per il Hannes Kirchler mentre si ferma a 14"19 (-1.9) Stefano Tedesco, sempre davanti ad Hassane Fofana (14"83). Discreto mezzofondo con la vittoria di Yusneysi Santiusti nei 1500 (4.17.84) davanti a Giulia Viola (4.20.87) mentre la gara maschile va al già citato Mamodou Gueye in 1.48.26.

27/08/11

Meeting di Cles - Dal Soglio 18.59

(di Sasuke) Come ormai è ben noto in Agosto l'atletica italiana si ferma completamente. Verso la fine del mese inizia a riaffiorare qualche meeting che, proprio per la sua rarità, capita spesso di attirare vari atleti dalle province limitrofe. Il meeting Melinda, organizzato sulla nuova pista ad otto corsie di Cles, ha visto qualche risultato di discreto livello data la partecipazione di qualche azzurro non presente a Daegu.

Al maschile, la gara a mio avviso più interessante è stata quella del getto del peso. Un vero confronto generazionale: Paolo dal Soglio (40 anni) centra il primato stagionale a 18.59 ma è incalzato dal promettente junior Daniele Secci, quest'anno confermatosi su buon livello, spintosi a 18.21 malgrado una tecnica non perfetta. Peggior risultato stagionale per Marco Dodoni, solo 16.62, sempre più lontano dall'assurdo 19.25 lanciato in Congo. Discorso analogo per Paolo Capponi, solo 15.62, lontanissimo dal 18.30 congolese... quel meeting deve aver avuto qualcosa di strano nelle misurazioni.
Poco interessanti i 100 metri, tanto al maschile che al femminile. Alex da Canal (10"83) vince davanti a Davide Deimichei (10"91) in condizioni evidentemente non ottimali. Entrambi finiscono lontani dai propri personali, specialmente il secondo che rientra da un infortunio. Nei 400 non impressiona l'azzurro Isalbet Juarez (47"32) battuto dal senegalese Mamadou Gueye (47"30). Per Juarez è il peggior risultato stagionale; meglio invece l'ottocentista Giordano Benedetti, che arriva a 48"32 e migliora il personale nel giro di pista. Troppo poco per essere competitivo sugli 800; c'è da lavorare molto sulla velocità. Da segnalare il 7.30 dello junior Giuseppe d'Agostino nel lungo in una gara opaca e il 13"93 di uno Stefano Tedesco in ripresa nei 110 ostacoli. Nella stessa gara (su Queenatletica il filmato) 14"64 dello junior Hassane Fofana.

Al femminile, miglior risultato tecnico il tempo di Martina Giovanetti nei 100 metri, 11"76, che sta lentamente entrando in condizione. Sui 400 metri discreto 55"60 di Francesca Endrizzi mentre delude un po' la migliore tra le accreditate, Serena Monachino, seconda in 57"41. La gara più interessante dal punto di vista delle partenti, i 1500 metri, ha visto in pista quasi tutte le migliori mezzofondiste italiane del momento. Messe tutte in finale dalla keniana di turno, Annette Lukhuki, abbiamo Agnes Tschurtschenthaler (4.20.94), Giulia Viola (4.21.38), Eleonora Berlanda (4.22.81), Judit Varga (4.23.11) e Silvia Weissteiner (4.26.48). Evidente la crisi del mezzofondo azzurro, incapace di produrre atlete da meno di 4.20.

17/08/11

Daegu rischia di perdere un pezzo da novanta: Blanka Vlasic

(di Sasuke) Avvicinandosi ai mondiali iniziano ad arrivare implacabili anche le rinuncie, più o meno sofferte, per un motivo o per l'altro. Dopo quelle di ieri di Debbie Dunn (la quattrocentista americana, quest'anno mai in grande condizione) e di una marciatrice americana arriva la notizia che non ti aspetti: la saltatrice croata Blanka Vlasic, da anni leader della specialità, dopo una stagione molto modesta (solo una volta a quota due metri e varie sconfitte) fa sapere tramite il suo sito che la sua partecipazione ai mondiali è addirittura a rischio a causa della rottura parziale di un muscolo semimembranoso della gamba sinistra... il controllo avverà venerdì e dopo sapremo. Mai come quest'anno la concorrenza nel salto in alto sarà così poco qualificata a Daegu: solamente Anna Chicerova dall'alto del suo 2.07 può mettere timore alla nostra Antonietta Di Martino, che rischia di aggiungere un metallo, il più prezioso, a quello già vinto al coperto a Parigi.

Perso un protagonista se ne trova però subito un altro: molto probabilmente il pluriprimatista mondiale Kenenisa Bekele sarà al via nei suoi 10.000 metri, opposto al forte britannico di origine africana Mo Farah.

11/08/11

Due settimane scarse a Daegu - Concretamente le possibilità azzurre

(di Sasuke) Si avvicina sempre di più il momento clou di questa lunga stagione di atletica, cominciata ai primi di Maggio, che si concluderà poi comodamente nel mese di settembre con gli ultimi appuntamenti della Diamond League (le finali di Zurico, il Weltklasse, e Bruxelles, il memorial Van Damme), ovvero i mondiali di Daegu. Come si è ripetuto più volte la spedizione italiana è la meno numerosa di sempre (su cui pesa la mancanza di alcune punte di diamante degli ultimi anni, come la Grenot, la Cusma o Gibilisco) ma il risultato con cui ci si dovrà confrontare, le 0 medaglie di Berlino, ci conforta visto che difficilmente si riuscirà a fare peggio. Riguardo agli ultimi giorni, la stagione atletica si sta lentamente fermando nel resto d'Europa mentre da noi nulla si muove dalla fine di Luglio. In un certo senso la deadline imposta dalla FIDAL il suo significato lo aveva: impossibile trovare gare in Italia tra la fine di Luglio e la fine di Agosto. La squadra potrà contare su alcune punte di diamante che possono (e devono!) fare bene, anche se in un mondiale (che non è un relativamente semplice europeo) è tutto molto più difficile.

Punto forte del gruppo è di certo la saltatrice di Cava dei Tirreni Antonietta di Martino, capace di superare la soglia che separa i comuni mortali dagli dei della specialità (almeno quest'anno, con un alto in declino pauroso, solo tre salti sopra i 2 metri), e che, toccando ferro, potrebbe giocarsela quantomeno per l'argento. Meglio di lei la russa Anna Chicherova tornata la dove solo altre due atlete si erano spinte all'aperto (a quota 2.07); unica sua gara sopra i 2.00 metri nella stagione. Non è detto che riesca a ripetersi. Personalmente mi è piaciuta molto poco Blanka Vlasic, capace di valicare la quota solo una volta quest'anno, in pesante declino questa stagione. Ha saltato le indoor dopo un anno, il 2010, dove era stata capace di superare 2.05, e pare che la scelta non sia stata granchè. Manca Ariane Friedrich, ancora infortunata, manca Chaunte Lowe, che ha provato senza successo a tornare subito in pedana dopo una maternità, Emma Green-Tregaro è ferma a 1.94 e le altre sono a debita distanza.  Le possibilità di ripetere il miracolo invernale ci sono. Nell'alto sono iscritte anche Raffaella Lamera, al femminile, e Silvano Chesani, al maschile. Entrambi si erano ben comportati in occasione degli assoluti di Torino perdendo qualche colpo nelle uscite successive. Per entrambi il traguardo è la finale.

Altri su cui si può fare solido affidamento sono i triplisti, Simona La Mantia, Fabrizio Donato e Fabrizio Schembri. I primi due hanno dimostrato di saper tirare fuori i salti giusti nei momenti che contano (specialmente Donato, con i grandiosi 17.70 e 17.73 delle indoor) mentre il terzo, a cui è stata chiesta una prova di efficienza (se ne è saputo più nulla?), ha dimostrato di meritare la convocazione con la bella vittoria in coppa europa a Stoccolma. Simona si troverà di fronte il meglio della specialità: i primi due posti sembrano prenotati  da Olha Saladuha e Yargelis Savigne, capaci di saltare oltre 14.80 in quasi tutte le occasioni. Per il terzo posto si potrà lottare, anche se Olga Rypakova è una da 15.25 in carriera. Diversa la situazione dei due Fabrizio, che si trovano a competere in un panorama indebolito dall'assenza del primatista mondiale indoor Teddy Tamgho. Idowu sembra in retrocessione, mentre gente come Crystian Taylor deve ancora consolidarsi su certe misure. È tutto ancora da vedere.

Diverso è il discorso riguardante le gare in pista. Al maschile vedremo al via il solo Daniele Meucci, forse sia sui 5000 che sui 10000. Obiettivamente, le sue possibilità sono poche. A differenza del campionato europeo di Barcellona, dove fu bronzo, qui dovrà vedersela contro numerosi atleti africani in grado di correre in meno di 27 minuti. Il pur bravo Daniele ha portato il personale a 27.44 quest'anno: insufficiente per ambire ad un piazzamento di rilievo. Tra le donne spazio a Marta Milani, sui 400 metri, con l'obiettivo di una semifinale magari togliendo qualcosina al personale dell'anno scorso, a Manuela Gentili (obiettivo: scendere sotto i 56 e magari fare il personale) e Marzia Caravelli, tra le migliori atlete italiane in assoluto quest'anno, alla quale auguro di fare finalmente suoi il record italiano di Carla Tuzzi.

4 sono gli atleti (un uomo e tre donne) schierati nei lanci. Al maschile Nicola Vizzoni, dopo l'infortunio del leader stagionale e autore dei 4 migliori lanci stagionali Alexsey Zagornyi, è ormai terzo nel ranking mondiale stagionale. Questo dato dice tutto o niente, perchè solo in un'occasione Nicola è stato in grado di superare i 78 metri quest'anno, misura alla portata di vari atleti. Ma Vizzoni è un grande agonista e da lui ci si può aspettare di tutto. Al femminile un trio che è da anni al comando delle rispettive specialità ma che in campo internazionale dice poco: Silvia Salis è 13esima al mondo quest'anno, mentre sono più indietro tanto Zahra Bani che Chiara Rosa. L'obiettivo, poco probabile, deve essere la finale. Peccato che Chiara, dopo aver raggiunto qualche volta i 19 metri, sia spesso sospesa tra misure più modeste. Purtroppo, anche se questa volta riuscisse ad azzeccare un buon lancio (cosa non riuscita nelle ultime grandi manifestazioni) potrebbe non bastare. Per un posto sul podio bisognerà lanciare oltre 20 metri. Discorso analogo per Zahra: un 60 metri per lei sarebbe già un gran lancio, ma l'oro potrebbe essere a 10 metri di più.

Nel salto con l'asta è iscritta Anna Giordano Bruno, capace di salire a 4.50 quest'anno, che però ha al suo attivo anche un modesto 4.00 saltato in Slovenia qualche giorno fa. Speriamo sia stata una giornata no: per la finale potrebbe essere necessario avvicinare il primato italiano di 4.60.
Tanti i marciatori iscritti, capeggiati da Alex Schwazer, al via nella 20 km assieme a Giorgio Rubino. Al femminile ci sarà Elisa Riguardo, mentre i 50 km, orfani di Schwazer, saranno terreno di battaglia per Jean-Jacques Nkouloukidi e Marco De Luca. Nella maratona al via il solo Ruggero Pertile. Torna in una gara di altissimo livello anche l'heptathleta Francesca Doveri: sarebbe un gran traguardo il miglioramento del primato italiano.

Concludono la squadra gli staffettisti della 4x100, orfana di Roberto Donati e Maurizio Checcucci, quest'anno mai in condizione, che potrà avvalersi di Jacques Riparelli, Fabio Cerutti, Emanuele di Gregorio, Michael Tumi, Simone Collio e Matteo Galvan. Niente Andrew Howe, purtroppo, a causa del grave infortunio subito al tendine già operato. La mia previsione personale è Cerutti/Tumi-Collio-Di Gregorio-Riparelli; vediamo poi cosa combineranno. Le possibilità di fare bene ci sarebbero (magari battendo anche il record dell'anno scorso), ma i cambi saranno un'incognita.
Al femminile presente la 4x400 dell'anno scorso (Marta Milani, Chiara Bazzoni, Maria Enrica Spacca e Libania Grenot) più le riserve Manuela Gentili e Elena Maria Bonfanti. La Milani è ai livelli dell'anno scorso, la Bazzoni e la Spacca sono in crescita e la Grenot vale due secondi meno che l'anno scorso. Difficile puntare troppo in alto.

Io in qualche atleta me la sento di crederci. Prima su tutti Antonietta Di Martino.




24/07/11

Pergine: Caravelli 13"01, Howe 20"47

(di Sasuke) Una bella edizione la quindicesima del Meeting internazionale città di Pergine. Manifestazione che ha beneficiato della presenza di molti degli atleti di maggiore interesse del piano nazionale italiano alla ricerca dei minimi imposti dalla federazione mondiale. Varie le gare di buon livello in una giornata purtroppo tutto furchè estiva in cui il freddo ha fatto da padrone e infastidita prima da un forte vento contrario e poi da pioggia intensa. Nei 100 metri uomini sono al via nelle batterie vari atleti di livello. Jacques Riparelli sciabola un 10"39 (con vittoria quasi imbarazzante sul secondo, capace di 11"61) che desta interesse visto il muro di vento (-2.1!) contro il quale è stato corso. Purtroppo l'atleta, come un po' da sua caratteristica, in finale riesce a migliorarsi poco (10"37, ma con vento nullo) e quindi manca ancora una volta il minimo A richiesto dalla Fidal. Minimo che, personalmente, ritengo che Jacques valesse anche ieri ma che la sfortuna gli ha finora negato. Meriterebbe sicuramente di andare a Daegu: 13 volte i 100 metri quest'anno, di cui 9 sotto 10"40 e 4 volte sotto i 10"30; Cerutti non è costante (solo 10"61 l'ultima uscita e mai tempi sotto i 10"30 se non a Le Chaux-de-Fonds) e Di Gregorio lo è ancora meno visto che fatica a scendere sotto i 10"40 e non ha più confermato il 10"22 di Hengelo. Ma si sa, l'ultima parola la ha la federazione. Poco convincente Michael Tumi, che corre solo la batteria (10"80 dopo aver preso parte il giorno precedente al meeting di Barcellona dove aveva chiuso terzo in 10"61; comprensibilmente il ragazzo non ha ancora recuperato i numerosi turni degli europei Under-23). Discorso analogo per Francesco Basciani (10"78 in batteria e niente finale). Va ricordato comunque che tutti i tempi sono appesantiti da vento contrario. Rosario La Mastra, che quest'anno ha corso in 10"37 (a Misterbianco) fa 10"80 in batteria e 10"59 in finale; iscritti e non partiti tanto Delmas Obou che Maurizio Checcucci. Vittoria all'atleta delle Barbados, Andrew Hinds (10"23). Gara che al femminile non ha destato molto interesse: vittoria alla giamaicana di turno, Aleen Bailey (11"40) seguita da Judy Ekeh (11.88) a pari merito con la prima italiana Giorgia Candiani.

Ottimi risultati arrivano poi dal giro di pista. Grande prima serie (non ad invito) che vede la lotta tra Elena Maria Bonfanti e Clelia Calcagno. Vittoria della prima sulla seconda che ricompensa entrambe con un nuovo primato personale. 53"61 per la Bonfanti (eguagliato) contro il 53"90 per la Calcagno, atleta di carattere in grande crescità. Dietro di loro molto bene Chiara Natali, anche lei al personale, capace di 54"14;  nelle due serie ad invito primato personale e terza piazza per Manuela Gentili (53"70) chiamata ad un ennesimo test dalla Fidal in vista mondiali di Daegu (l'atleta è in possesso del minimo B, corso varie volte, ed è 25esima al mondo). Primato personale per Manuela (che ha corso anche a Barcellona ieri, in un ottimo 56"72: merita il mondiale). Meno bene Eleonora Sirtoli, ferma a 54"50. Al maschile bella gara del campione italiano Marco Vistalli, capace di abbassare lo stagionale fino a 45"76; bene anche Luca Galletti (46"66), un po' meno Isalbet Juarez (46"70) mentre migliora leggermente Claudio Licciardello, comunque non ancora in grande condizione (47"16). Negli 800 metri ad invito ci sono praticamente tutti i migliori specialisti italiani del doppio giro di pista. Al femminile ancora lontana da tempi degli anni passati Daniela Reina (2'05"24) mentre dietro di lei si comportano bene le due master Elisabetta Artuso (2'05"71, e stagionale) e Maria Vittoria Fontanesi (2'06"51) in una gara in cui si sono comportate discretamente anche Serena Monachino, Cristina Grange ed Eleonora Berlanda. Al maschile vittoria all'africano di turno (Amine el Manaaoui, 1'46"63). Abbastanza bene Mario Scapini, miglior italiano vicino ai suoi limiti (1'47"34) su Lukas Rifesser (1'47"81) ed un meno brillante Giordano Benedetti (1'48"62). Innegabile crisi del mezzofondo italiano, incapace di produrre atleti da meno di 1'47 o 3'40 nei 1500. Poco entusiasmanti i 5000 metri uomini; dominio keniano (i primi 5) e pochissima Italia. Indietro sia il campione italiano Stefano La Rosa (13'49"91) che il giovane medagliato sui 10000 europei, Ahmed El Mazoury (13'56"41). Test richiesto dallo stesso La Rosa, evidentemente non in grande condizione. Va detto che la gara è stata corsa sotto una forte pioggia.

Bravissima Marzia Caravelli: l'atleta del Cus Cagliari riscrive ancora una volta il suo personale (13"01) guadagnando una posizione nelle liste italiane all-time ed avvicinando il record nazionale. Altra atleta che merita senza dubbio di esserci a Daegu. Bravo (e un po' sfortunato, vento -0.7) anche Emanuele Abate. Ennesimo sub 13"70 (13"69) che gli da la vittoria della gara. Solo quarto (14"14) Stefano Tedesco. Da segnalare anche il 14"36 di Hassane Fofana in seconda batteria, che fatica con gli ostacoli dei grandi ma che si difende benissimo. Due atleti di talento, che hanno gareggiato moltissimo (Marzia ha persino vinto due titoli, 100hs e 200, onorando al massimo i campionati italiani, sdegnati da taluni) che, lo ripeto, vanno portati ai mondiali. Getto del peso all'insegna dello spagnolo Borja Jimenez (20.01) che centra il personale davanti, tra gli altri, all'eterno Paolo del Soglio (18.54 per un ragazzone classe 1970!), a Orazio Cremona (18.07) e a due opachi Marco Dodoni (17.20) e Andrea Ricci (15.59). La stranezza è che Dodoni è accreditato di uno strano 19.25 (unico lancio sopra i 18 metri tralaltro!) fatto in Congo a Brezzaville... non si offende nessuno se permetto di dubitare su tale risultato?
Bel 7.99 nel salto in lungo per Jaroslav Dobrovodsky con il primo italiano in terza posizione, Alessio Guarini (7.47). In gara anche James Beckford, il fenomeno giamaicano, fermatosi a 7.41; al femminile bel 6.34 della campionessa in carica Tania Vicenzino, davanti ad Elisa Zanei (6.22) ma dietro a Brianna Glenn. L'americana vince con 6.54. Male Dariya Derkach (solo 6.08) mentre Elisa Demaria non è quella dell'anno scorso (5.75 contro un personale di 6.45). Bella prova quella di Alex Schwazer, che si impone con grinta in una 10 km corsa in solitaria (squalificato, prima di essere doppiato, Matteo Giupponi) vinta a suon di mondiale stagionale e personale, 38'50"28. Bene anche Andrew Howe che con 20"47 (vento +0.7) batte Paul Hession (20"67). A livello mondiale è un tempo che dice poco, ma questo lo si stabilirà al mondiale.

21/07/11

Mondiali Militari - La seconda giornata, Capotosti bronzo nei 400h

(di Sasuke) Seconda giornata con alti e bassi per gli atleti italiani impegnati ai Giochi Mondiali Militari di Rio de Janeiro in Brasile. I primi a scendere in pista sono i lunghisti Stefano Dacastello e Stefano Tremigliozzi. Per passare il turno era necessario un miglior salto di 7.60 o essere tra i primi dodici. Dacastello alla fine dei conti è decimo con un miglior salto di 7.41 (quest'anno era arrivato a 7.82) mentre niente da fare per Tremigliozzi che non riesce a ritrovare la forma dell'anno scorso e che si ferma ad appena 7.09 (peggior prestazione in una stagione in cui, con 7 gare, era arrivato a 7.66) ed è fuori dai giochi. Emanuele di Gregorio vince ancora una volta la sua serie (semifinale) senza dannarsi troppo correndo e controllando in 10"45; il più veloce del turno è il marocchino Ouhadi Aziz (10"29). La prima medaglia italiana per l'atletica arriva da Leonardo Capotosti nei 400 ostacoli; l'azzurro giunge terzo con il secondo tempo dell'anno (50"86) dietro solo al 50"49 corso il 10 luglio a Teramo. Per vincere occorreva 50"50. Facile passaggio di turno per il primatista italiano del giro di pista Andrea Barberi; terzo nella prima batteria in 48"13.
Non bene Leonardo Gottardo in una gara che ha visto ben 6 atleti uscire con 3 nulli consecutivi. Il veneto si ferma a 72.18 nella gara dominata dal forte finlandese Ari Mannio (82.84), unico ad avventurarsi oltre i 77 metri.  Per Gottardo è l'ottava (su undici) prestazione stagionale. Condizioni probabilmente non ottimali nel salto in alto. Nicola Ciotti è quinto (2.20) mentre Andrea Bettinelli nono (2.14). Vittoria al forte Mutaz Barshim (2.29) in una gara che ha visto avversari del calibro di Dymitro Dem'ianiuk fermarsi a 2.20 (2.35 in stagione, a Stoccolma).

20/07/11

Mondiali Militari - La prima giornata

(di Sasuke) Facile prima giornata con nessun problema nel qualificarsi alla fase successiva per tutti e quattro i nostri atleti che hanno partecipato. Nessun problema nel salto in alto per Andrea Bettinelli (2.11) e Nicola Ciotti (2.08) che potranno dire la loro in finale. Passaggio facile del turno anche per Leonardo Capotosti, vincitore della sua batteria nei 400 ostacoli con 51"17 e miglior tempo del turno per Emanuele di Gregorio nei 100 metri (10"47). Assente (come previsto) e non sostituito Simone Collio.

Lignano: Pistorius vicino ai 45 - Mullings 9.98

(Di Sasuke) Un edizione a dir poco grandiosa la ventiduesima del meeting ''Sport e Solidarietà'' di Lignano Sabbiadoro. Una manifestazione che, insieme a grandi campioni, inserisce anche gare per atleti disabili (come i 1500 Cicloni) e che ha regalato (agli eletti che hanno potuto gustarsela) una grandiosa serata di atletica. Parlo di eletti perchè inspiegabilmente il meeting non è stato trasmesso in diretta (perchè? abbiamo una gara di qualità in Italia e NON la mostriamo?) e verrà trasmesso in differita chissà quando. Tantissimi gli atleti statunitensi in gara sia nelle staffette (dove hanno provato due formazioni a testa) che nelle prove individuali con grandi risultati di conseguenza; di contro, pochissimi gli atleti italiani che si sono messi in gioco contro questi fenomeni di livello mondiale. Molti hanno scelto Pergine come ultima spiaggia per tentare i minimi (quest'anno rischiamo di non portare nessun centometrista a Daegu, contro i 3 del 2009) oppure Barcellona (come Elisa Cusma, ma che bisogno c'era di recarsi la con una gara di qualità come questa? bah!) o Giuseppe Gibilisco che, non contento dopo tre (!!) manifestazioni concluse con tre nulli alla quota di entrata (una volta persino al coperto, a Stoccolma, dove non c'era la scusa del vento o del freddo) che partecipa al meeting della Diamond League di Montecarlo. Mi chiedo: com'è che viene invitato/gli è permesso di prendere parte a questi prestigiosi meeting visti i recenti  non risultati? Perchè non cercarsi una garetta, magari con buone condizioni, in un meeting di secondo piano in Italia invece che collezionare figuracce all'estero? Non me ne voglia Giuseppe, da anni miglior astista italiano, ma quest'anno l'ho visto molto opaco e dubito sarà in grado di valicare 5.72 che è il minimo A richiesto dalla IAAF.

Tornando al meeting di Lignano, a dare spettacolo sono state subito le staffette. Al maschile ottimo 37"90 della squadra americana (Kimmons, Rodgers, Gatlin, Dix) davanti ad un quartetto all-stars misto (Ndure, Mitchell, Dodson, Thompson) 38"20 e ad una giamaica C (38"66) oltre che ad una nazionale olandese (con Churandy Martina) ferma a 39"09. Non giunta al traguardo la seconda squadra americana (Williams-Padgett-Patton-Demps, alla faccia della seconda scelta!). Niente Italia; adesso io mi chiedo: passi che molti atleti al momento non siano disponibili, ma chissà perchè non vengono mai organizzati incontri di questo tipo in questo paese. Si invita qualche nazione (Svizzera? Austria? Francia?) e si organizza una staffetta proponendo magari due formazioni (la solita collaudata, e magari qualcosa come Cerutti-Tumi-Riparelli-Howe, chissà chi farebbe il miglior tempo, no?). Tornando sul reale, visti i recenti insuccessi mi chiedo se vedremo una staffetta a Daegu, boh.
Al femminile tre squadre al via, con entrambe quelle americane date come ritirate. Cosa sarà successo? Non ci è dato al momento saperlo. Vittoria quindi ad un altro quartetto misto (Knight, Young, Williams, Pierre) con un buon 42"45; ritirate, quindi sia Barber-Myers-Felix-Jeter che Tarmoh-Moore-Solomon-Anderson; peccato, si sarebbero visti (specialmente con le prime) tempi strepitosi. La squadra femminile italiana, orfana di Manuela Levorato al momento comunque non disponibile (non che se lo fosse importerebbe molto, visto il passato) è mediamente più scarsa delle Under 23 che hanno ottenuto il quinto posto ad Ostrava. Forse era imbarazzante vederle arrivare oltre 2 secondi dopo le americane.

Nei 100 maschili si è assistito (impersonale, io no, per esempio) ad un numero eccezionale di atleti mondiali. Quasi tutti quelli schierati nelle staffette hanno preso parte alla prova individuale. Non pervenuti nè Michael FraterNesta Carter. Prevedibile, visto che (almeno il secondo) dovrà confrontarsi Venerdì con Usain Bolt a Montecarlo. Sarebbe stato troppo accumulare due gare nella settimana prima dell'incontro. Con vento leggermente favorevole il migliore è stato, ancora una volta, Steve Mullings che, purtroppo, non può correre nelle Diamond League perchè in quanto ex-dopato la sua presenza (come quella di Chambers e Gatlin) non è gradita. Ma forse qualcosa sta cambiando.
Mullins unico a scendere la dove pochissimi europei si sono spinti, a 9"98; dietro di lui Darvis Patton (10"07) dimostra di essere tornato a buon livello mentre si ripresenta Michael Rodgers che, dopo lo stop forzato di Birmingham a causa di dolori riscontrati prima della gara, chiude in un buon 10"09.
In buona forma anche Richard Thompson, che batte con autorità Jeff Demps (che pare si sia dedicato all'atletica quest'anno o, almeno, sembrerebbe così). 10"06 contro 10"14 ma vento -0,7.
Tra le donne risultati meno eclatanti. Le migliori americane non hanno partecipato e da segnalare c'è il discreto rientro di Shelly-Ann Fraser Price, che vince i 100 con un normale 11"11 con vento quasi nullo. Gli italiani al via erano atleti di interesse regionale. Sui 100 ostacoli discreto 12"81 di Kellie Wells (vento -1 m/s) che comunque non aveva fatto niente di speciale alle ultime uscite.

Nei 400 maschili non pervenuto Marco Vistalli (punterà tutto su Pergine, da quello che ho capito) e vittoria, e con un gran tempo (quindicesimo dell'anno) per Oscar Pistorius. Il sudafricano, aiutato o penalizzato dalle protesi in titanio, corre in un ottimo 45"07 che è... meglio del record italiano. Minimo A per mondiali e olimpiadi, e forse anche qualcosa in più. Grandi le gare di mezzofondo veloce: negli 800 femminili (con nessun'italiana, chissà perchè la Cusma non ha partecipato e chissà perchè la Reina, abbandonati i 400, finisce sempre in gare con ritmi lenti) con 5 atlete sotto la barriera dei 2 minuti. Vittoria e primato personale per Morgan Uceny (specialista dei 1500) con 1'58"37 davanti a Alice Schmidt (personale anche per lei) 1'58"65 e Molly Bechwith (1'59"12, primato anche per lei). Al maschile grande vittoria del veterano Khadevis Robinson 1'44"45 (ed è classe 1976!) mentre solo ottavo l'unico italiano in gara, Lukas Rifesser (1'47"11, primato stagionale ma lontano tanto dal suo personale stabilito due anni fa che dal minimo). Nei 1500 maschili, vinti con 3'36, ritirati sia Marco Salami che Luca Leone. Probabilmente i due non erano in grado di tenere i ritmi del gruppo, passato ai 1000 in 2'24. Modesti i 5000 femminili.

Concorsi di discreto spessore tecnico. Almeno nel salto con l'asta erano presenti le nostre due migliori specialiste. Più brava e vicina ai suoi limiti Elena Scarpellini (4.30 alla terza prova) mentre Anna Giordano-Bruno perde qualche punto rispetto all'ultima uscita (solo 4.30, poi tre errori a 4.40). Clamorosa la gara di Yelena Isinbayeva, conclusasi con tre nulli a 4.60; chissà cosa passa per la testa a Yelena, che non è nuova a prestazioni di questo tipo (come ai mondiali di Berlino)...
Nell'alto donne da segnalare in chiave italiana 1.73 per Desiree Rossit (allieva, in netto calo rispetto al 1.86 saltato quest'inverno) e al maschile il 2.13 di Lorenzo Biaggi. Nel lungo, con sia Funmi Jimoh che Dana Veldakova a 6.50, si difende bene la campionessa italiana Tania Vicenzino, costante oltre i 6.30 con un miglior balzo di 6.35. Disco uomini di nessuna importanza (vittoria con 61) mentre tra le donne stupisce, e non poco, Tamara Apostolico. 4 lanci (su 5 validi) migliori di quelli fatti agli Europei Under 23 con i primi due che le sarebbero valsi la medaglia di bronzo. 55.11 al terzo turno confermato da 54.88 al quarto; brava a superare per due volte il primato personale.