11/08/11

Due settimane scarse a Daegu - Concretamente le possibilità azzurre

(di Sasuke) Si avvicina sempre di più il momento clou di questa lunga stagione di atletica, cominciata ai primi di Maggio, che si concluderà poi comodamente nel mese di settembre con gli ultimi appuntamenti della Diamond League (le finali di Zurico, il Weltklasse, e Bruxelles, il memorial Van Damme), ovvero i mondiali di Daegu. Come si è ripetuto più volte la spedizione italiana è la meno numerosa di sempre (su cui pesa la mancanza di alcune punte di diamante degli ultimi anni, come la Grenot, la Cusma o Gibilisco) ma il risultato con cui ci si dovrà confrontare, le 0 medaglie di Berlino, ci conforta visto che difficilmente si riuscirà a fare peggio. Riguardo agli ultimi giorni, la stagione atletica si sta lentamente fermando nel resto d'Europa mentre da noi nulla si muove dalla fine di Luglio. In un certo senso la deadline imposta dalla FIDAL il suo significato lo aveva: impossibile trovare gare in Italia tra la fine di Luglio e la fine di Agosto. La squadra potrà contare su alcune punte di diamante che possono (e devono!) fare bene, anche se in un mondiale (che non è un relativamente semplice europeo) è tutto molto più difficile.

Punto forte del gruppo è di certo la saltatrice di Cava dei Tirreni Antonietta di Martino, capace di superare la soglia che separa i comuni mortali dagli dei della specialità (almeno quest'anno, con un alto in declino pauroso, solo tre salti sopra i 2 metri), e che, toccando ferro, potrebbe giocarsela quantomeno per l'argento. Meglio di lei la russa Anna Chicherova tornata la dove solo altre due atlete si erano spinte all'aperto (a quota 2.07); unica sua gara sopra i 2.00 metri nella stagione. Non è detto che riesca a ripetersi. Personalmente mi è piaciuta molto poco Blanka Vlasic, capace di valicare la quota solo una volta quest'anno, in pesante declino questa stagione. Ha saltato le indoor dopo un anno, il 2010, dove era stata capace di superare 2.05, e pare che la scelta non sia stata granchè. Manca Ariane Friedrich, ancora infortunata, manca Chaunte Lowe, che ha provato senza successo a tornare subito in pedana dopo una maternità, Emma Green-Tregaro è ferma a 1.94 e le altre sono a debita distanza.  Le possibilità di ripetere il miracolo invernale ci sono. Nell'alto sono iscritte anche Raffaella Lamera, al femminile, e Silvano Chesani, al maschile. Entrambi si erano ben comportati in occasione degli assoluti di Torino perdendo qualche colpo nelle uscite successive. Per entrambi il traguardo è la finale.

Altri su cui si può fare solido affidamento sono i triplisti, Simona La Mantia, Fabrizio Donato e Fabrizio Schembri. I primi due hanno dimostrato di saper tirare fuori i salti giusti nei momenti che contano (specialmente Donato, con i grandiosi 17.70 e 17.73 delle indoor) mentre il terzo, a cui è stata chiesta una prova di efficienza (se ne è saputo più nulla?), ha dimostrato di meritare la convocazione con la bella vittoria in coppa europa a Stoccolma. Simona si troverà di fronte il meglio della specialità: i primi due posti sembrano prenotati  da Olha Saladuha e Yargelis Savigne, capaci di saltare oltre 14.80 in quasi tutte le occasioni. Per il terzo posto si potrà lottare, anche se Olga Rypakova è una da 15.25 in carriera. Diversa la situazione dei due Fabrizio, che si trovano a competere in un panorama indebolito dall'assenza del primatista mondiale indoor Teddy Tamgho. Idowu sembra in retrocessione, mentre gente come Crystian Taylor deve ancora consolidarsi su certe misure. È tutto ancora da vedere.

Diverso è il discorso riguardante le gare in pista. Al maschile vedremo al via il solo Daniele Meucci, forse sia sui 5000 che sui 10000. Obiettivamente, le sue possibilità sono poche. A differenza del campionato europeo di Barcellona, dove fu bronzo, qui dovrà vedersela contro numerosi atleti africani in grado di correre in meno di 27 minuti. Il pur bravo Daniele ha portato il personale a 27.44 quest'anno: insufficiente per ambire ad un piazzamento di rilievo. Tra le donne spazio a Marta Milani, sui 400 metri, con l'obiettivo di una semifinale magari togliendo qualcosina al personale dell'anno scorso, a Manuela Gentili (obiettivo: scendere sotto i 56 e magari fare il personale) e Marzia Caravelli, tra le migliori atlete italiane in assoluto quest'anno, alla quale auguro di fare finalmente suoi il record italiano di Carla Tuzzi.

4 sono gli atleti (un uomo e tre donne) schierati nei lanci. Al maschile Nicola Vizzoni, dopo l'infortunio del leader stagionale e autore dei 4 migliori lanci stagionali Alexsey Zagornyi, è ormai terzo nel ranking mondiale stagionale. Questo dato dice tutto o niente, perchè solo in un'occasione Nicola è stato in grado di superare i 78 metri quest'anno, misura alla portata di vari atleti. Ma Vizzoni è un grande agonista e da lui ci si può aspettare di tutto. Al femminile un trio che è da anni al comando delle rispettive specialità ma che in campo internazionale dice poco: Silvia Salis è 13esima al mondo quest'anno, mentre sono più indietro tanto Zahra Bani che Chiara Rosa. L'obiettivo, poco probabile, deve essere la finale. Peccato che Chiara, dopo aver raggiunto qualche volta i 19 metri, sia spesso sospesa tra misure più modeste. Purtroppo, anche se questa volta riuscisse ad azzeccare un buon lancio (cosa non riuscita nelle ultime grandi manifestazioni) potrebbe non bastare. Per un posto sul podio bisognerà lanciare oltre 20 metri. Discorso analogo per Zahra: un 60 metri per lei sarebbe già un gran lancio, ma l'oro potrebbe essere a 10 metri di più.

Nel salto con l'asta è iscritta Anna Giordano Bruno, capace di salire a 4.50 quest'anno, che però ha al suo attivo anche un modesto 4.00 saltato in Slovenia qualche giorno fa. Speriamo sia stata una giornata no: per la finale potrebbe essere necessario avvicinare il primato italiano di 4.60.
Tanti i marciatori iscritti, capeggiati da Alex Schwazer, al via nella 20 km assieme a Giorgio Rubino. Al femminile ci sarà Elisa Riguardo, mentre i 50 km, orfani di Schwazer, saranno terreno di battaglia per Jean-Jacques Nkouloukidi e Marco De Luca. Nella maratona al via il solo Ruggero Pertile. Torna in una gara di altissimo livello anche l'heptathleta Francesca Doveri: sarebbe un gran traguardo il miglioramento del primato italiano.

Concludono la squadra gli staffettisti della 4x100, orfana di Roberto Donati e Maurizio Checcucci, quest'anno mai in condizione, che potrà avvalersi di Jacques Riparelli, Fabio Cerutti, Emanuele di Gregorio, Michael Tumi, Simone Collio e Matteo Galvan. Niente Andrew Howe, purtroppo, a causa del grave infortunio subito al tendine già operato. La mia previsione personale è Cerutti/Tumi-Collio-Di Gregorio-Riparelli; vediamo poi cosa combineranno. Le possibilità di fare bene ci sarebbero (magari battendo anche il record dell'anno scorso), ma i cambi saranno un'incognita.
Al femminile presente la 4x400 dell'anno scorso (Marta Milani, Chiara Bazzoni, Maria Enrica Spacca e Libania Grenot) più le riserve Manuela Gentili e Elena Maria Bonfanti. La Milani è ai livelli dell'anno scorso, la Bazzoni e la Spacca sono in crescita e la Grenot vale due secondi meno che l'anno scorso. Difficile puntare troppo in alto.

Io in qualche atleta me la sento di crederci. Prima su tutti Antonietta Di Martino.




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