22/08/11

L'universiade degli italiani: la medaglie di Povegliano e La Rosa, ma anche Martinelli e Abate

L'apice della spedizione italiana alle 26ime Universiadi di Shenzen l'hanno raggiunta naturalmente i medagliati azzurri: Lorenzo Povegliano e Stefano La Rosa. Il bronzo nel lancio del martello è stata la prima medaglia azzurra, raggiunta appunta da Povegliano con un discreto 73,39, ad una quarantina di centimetri dalla sua miglior prestazione stagionale di 73,78 ottenuto a Gorizia e di fatto tornato ai livelli del 2007, in cui ottenne il suo personale a 75,03 oltre che ottenere il secondo posto ai campionati italiani di Padova con 74,67. Nemmeno tanto lontano il secondo posto, quello conquistato dallo slovacco Marcel Lomnicky (73,90). Fuori portata il polacco Pawel Fajdek, arrivato addirittura a misura che ai mondiali di Daegu potrebbe avvicinare molto alla zona-medaglie: 78,14.

Bronzo anche per Stefano La Rosa, a coronamento di una dedizione e un'abnegazione, che lo fa uno dei pochi mezzofondisti su 5000-10000 italiani che abbiano una dimensione che va oltre le Alpi, insieme a Meucci e Lalli. La gara è ad eliminazione progressiva, dopo che il gruppo era rimasto compatto sin quasi ai 3000 metri. A poco a poco, i vari moduli della gara si sono staccati, sino all'ultimo giro, in cui si sono presentati al campanella-Omega in 5. I primi due, l'inglese Vernon e il russo Rybakov, se ne vanno. L'estone Nurme sembra averne di più rispetto a La Rosa, ma ai 300 finali il siciliano gli è ancora attaccato. Poi le immagini staccano sui primi due (come in tutte le gare di mezzofondo... la regia non ci capiva un "acca" di atletica) e si è aspettato un paio di secondi dopo l'argento del russo, per vedere spuntare la maglia azzurra. Bronzo, seconda medaglia della spedizione universitaria italiana. Bravo La Rosa. Tempo per lui: 14'02"95

Meravigliosa le prove di Giulia Martinelli sulle siepi femminili. Ecco, forse davvero lei è una delle poche mezzofondiste italiane dell'immediato futuro, in un panorama che grida di dolore. In batteria Giulia sfiora il record personale che sarebbe equivalso al contemporaneo record italiano promesse: 9'52"92, cioè il suo terzo tempo di sempre (9'52"51 al meeting di Torino e 9'52"78 in Coppa Europa a Stoccolma). E che diamine, che prova! Ma in finale si produce in una meravigliosa volata che termina in 9'46"07, cioè il suo nuovo record personale, il nuovo record italiano promesse e... il minimo B per Daegu, fissato a 9'50" (qui il video). Che peccato, chissà quanto sarebbe potuta migliorare ancora ai mondiali. Gara vinta dalla turca Binnaz Uslu in una particolare tendenza registrata alle Universiadi: il dominio delle euroasiatiche nelle gare di mezzofondo femminile. Rimanendo sulla Martinelli, il suo tempo la mette anche al secondo posto di sempre tra le atlete italiane, sopravanzata solo da Elena Romagnolo: è anche la 12^ prestazione italiana di sempre (le prime 11 sono della stessa Romagnolo, naturalmente). Superata nel ranking italiano di sempre Emma Quaglia, che ha come personale 9'48"33. Non male nemmeno Valentina Costanza, anche se si è fermata in qualificazione: 10'05"34, che fotografa il suo attuale livello. Servirebbero una decina di secondi in meno, per lei che in carriera è scesa due volte sotto i 10' (una nel 2010 e una nel 2011). 

Nei 110hs Emanuele Abate si è dimostrato davvero un drake. Quinto in finale, dopo tre turni di alto livello, culminati con la finalissima in 13"63 con -0,3, che qualitativamente rappresenta la sua seconda miglior gara di sempre. Primo perchè ottenuta in una finale; Secondo perchè ottenuta dopo tre turni; Terzo perchè (legata alla ragione n° 1) ottenuta in una manifestazione importante e non in un meeting dove i tempi si cercano insieme alle migliori condizioni. La migliore? Il 4° posto ancora alle Universiadi, ma di Bangkok nel 2007: 13"62. Praticamente uguale. In batteria a Shenzen aveva corso in 13"78 e 13"75 in semifinale. E ora non ci resta che vedere se riuscirà a migliorare ancora a Daegu. La vittoria è andata al jamaicano Hansle Parchment: un clamoroso 13"20 che la dice lunga di come in jamaica l'effetto-Bolt (esploso nel 2008) stia invadendo tutte le specialità: e a Shenzen si sono viste molte specialità con molti nuovi jamaicani in odore di futura notorietà.

Patrick Nasti nei 3000 siepi, che, un pò come la Martinelli, rappresenta uno dei pochi raggi di sole del mezzofondo italiano, lato-siepi. 8'45"06 nella finalissima, sua quinta prestazione di sempre ma ottenuta in condizioni meteo non certo favorevoli. Il suo PB 2011 è l'8'40"30 ottenuto in Coppa Europa a Stoccolma, ma ricordo anche il 5° posto agli Europei Under 23 di Ostrava con 8'42"37

7° nei 10000 Giovanna Epis, con il tempo di 35'46"28. Sì, tempo un paio di minuti superiore ai suoi standard-2011 (33'44"01 di Rieti ad Aprile e un altro sub-34' a Torino, ai Campionati Italiani dove giunse quarta), ma sembra ormai cosa certa che le condizioni di Shenzen fossero quanto mai proibitive per imbastire delle gare decenti di mezzofondo. Con umidità superiori all'80%, era già tanto avere una dimensione agonistica. Settimo posto, quindi, nella gara vinta dalla turca d'occasione: Fadime Suna

7^ anche Elena Scarpellini nel salto con l'asta, ottenuto con 4,25 dopo la facile qualificazione a 4,15. Anche qui, misura che rientra nelle sue possibilità del 2011, che aveva avuto un SB di 4,30. Il minimo B per Daegu era 4,40, cioè una misura mai raggiunta dalla bergamasca all'aperto (ma ottenuta a livello indoor), mentre quello A 4,50, è stato raggiunto dalla Giordano-Bruno.

7° anche Giovanni Faloci nel lancio del disco, che nell'atto finale ha perso Federico Apolloni, spiaggiatosi in qualificazione con 55,45. Faloci più solido: dopo il 57,99 della qualificazione, arriva il 60,27 della finale, che gli consente appunto di giungere in settima posizione. Nell'edizione dell'Universiade del 2007 in Thailandia, Faloci non si qualificò per la finale. Diciamo che questo risultato in Cina, rappresenta per questo atleta il suo massimo risultato di carriera, migliore anche del 7° posto agli Europei Under 23 sempre del 2007.

I settimi posti si sono sprecati per la compagine azzurra: l'ennesimo l'ha raggiunto la marciatrice Federica Ferraro sui 20 km di marcia. 1h40'40" in cui il cronometro era davvero marginale in quella che è stata una gara ad eliminazione-fisica, considerate le condizioni. Pensare che ha quasi 6 minuti in meno di personale. Ai campionati mondiali junior di Pechino nel 2006 era giunta 7^ nei 10 km. 

Si piazza 10^ Elisa Palmieri nel lancio del martello con 63,06 dopo il 65,70 ottenuto in qualificazione, che si ripiazzato non ne avrebbe comunque migliorato il piazzamento sensibilmente. Quest'anno era arrivata al personale con 67,33 ai campionati italiani di Torino, dove giunse seconda. Peccato che abbia poi ottenuto in finale uno dei suoi peggiori risultati dell'anno nell'atto finale dell'Universiade.

Decimo anche Federico Tontodonati nei 20 km di marcia con 1h27'32".

Solo 12° Marco Fassinotti nella gara di salto in alto. Risultato: 2,18, contro il 2,20 ottenuto in qualificazione. 12° in coda al gruppo dei finalisti. Sicuramente sotto le aspettative, considerato il talento; e forse una stagione che sarebbe dovuta essere della consacrazione (leggi: Mondiali) dopo i fuochi d'artificio agli Europei indoor a Parigi e il 6° posto conquistato con 2,29. Invece nella stagione all'aperto si può registrare un solo vero acuto (il 2,25 agli italiani di Torino, secondo rango); poi la sfortunata finale di Ostrava agli Europei Under23 (5° con 2,21 e il pari merito con il bronzo, mi sembra) e la maggior parte delle prestazioni attorno al 2,20. Non resta che aspettare che il suo talento esploda.

Nei 400hs non riescono ad accedere alla finalissima Giacomo Panizza e Leonardo Capotosti, in leggerissima flessione rispetto alle loro apparizioni degli ultimi mesi. Entrambi si fermano in semifinale, con 51"19 Capotosti e 51"47 per Panizza. L'ingresso in finale era francamente ostico: serviva infatti 50"07. Delude forse Veronica Borsi, che però ha dalla sua uno sballottamento da una parte all'altra del globo: in Brasile, ai mondiali militari arrivò un grande argento con allegato record personale spostato fino a 13"08. Migliaia di km di distanza, a Shenzen, 13"47 in batteria e poi 13"56 in semifinale, che non le ha dato la possibilità di affrontare la finalissima. Troppo alto il tempo, lontanissimo dal suo repertorio-2011. Stagione lunghissima e massacrante: ogni tanto qualche colpo a vuoto ci sta. E' stato costretto al ritiro Francesco Bona nella mezza maratona, corsa in condizioni meteo proibitive, tanto che il vincitore ha concluso in tempi da gara regionale (quasi 1h07'). Eleonora D'Elicio non passa le forche caudine delle qualificazioni nel salto triplo, planando ad un non esaltante 13,10 che per lei è non è certo misura di valore, considerato anche il 13,57 ottenuto nella finale dei campionati europei Under23 di Ostrava, dove è giunta 6^. All'Universiade di Belgrado del 2009, Eleonora giunse 7^ con 13,52. Proprio una giornata no. Altra giornata "no", per Marco Di Maggio nelle qualificazione del lancio del peso: "solo" 17,40, ma a Torino, ai campionati italiani assoluti si era spinto fino a 18,33. E a Teramo, ad inizio luglio, addirittura 18,74. Di fatto la peggior prestazione dell'anno, se si fa eccezione della gara di Coppa Europa di Lanci a Sofia a marzo (17,16). Rosario La Mastra, nei 100, si comporta degnamente, ottenendo probabilmente le prestazioni migliori dell'anno: 10"54 e 10"58 rispettivamente in batteria e nei quarti di finale. Leonardo Gottardo, nel giavellotto incappa in una delle sue gare peggiori dell'anno (se non la peggiore): 65,00, cioè più di 13 metri in meno di quello che è il suo PB di 78,10 ottenuto a luglio. Inspiegabile guardando i risultati solo al pc, e non avendo visto la gara. 

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