28/08/11

Daegu '11: Bolt fatto fuori dalle regole di Diack - il migliore è Yohan Blake

Tutto si ferma per qualche attimo. Silenzio generale... tutti a sfogliare e risfogliare il copione, ma quella parte dell'atto finale proprio non appare in nessuna pagina. Il protagonista che esce di scena sul più bello, lasciando tutti attoniti a cercare di capire cosa stia succedendo. Questo sì che è un colpo di scena! Nulla, una semplice, piccola stupida regola. Eppure nel copione ci doveva pur essere scritta da qualche parte che sarebbe potuta pur finire così... quella piccola scenetta, l'ha scritta di proprio pugno il Presidente rieletto della IAAF Lamine Diack, come offerta al Dio Mammona. IAAF che sembra funzionare ormai come la Fidal quanto a ricambio di dirigenti e loro credibilità. Ma gli Dei sono imprevedibili, così come le cose umane, e così quella stessa regola introdotta da qualche anno, di fatto affossa la gara e il personaggio più atteso di questi mondiali. 

Ma doveva succedere prima o poi, no? In precedenza era successo a personaggi sì importanti, ma non così importanti. Frase estirpata dal vocabolario di Bragagna, la cui mancanza è ormai asfissiante. Ma pensate se tutto questo fosse successo alle Olimpiadi di Londra. Per fortuna è successo ai Mondiali di Daegu, che hanno un peso "storico" decisamente inferiore (basti pensare all'impegno biennale) dove vengono ammessi tutti, dai figliuol prodighi beccati coi sorci in bocca, a personaggi che, insomma, sono un pò naif e poco c'entrano con l'atletica. Alcuni un affronto a chi corre in 10"2 e deve allenarsi e fare sacrifici per 365 giorni all'anno e poi costretto a vedersi i mondiali dal divano. Il tutto sempre e naturalmente come offerta al Dio Mammona. 

Oggi possiamo dire che quelle offerte sacrificali si sono ritorte contro lo stesso Diack, che si è ritrovato con la gara più importante dell'anno, i 100 metri maschili dei mondiali, con una voragine in mezzo alla pista, causata dalla squalifica di Bolt. E adesso ci posso scommettere qualche cosa che la regola verrà rivista: il Dio Mammona chiederà durante le preghiere serali di Diack come mai così tante persone se ne sono andate dai televisori dopo la squalifica di Bolt. 

In una gara che aveva perso per diversi motivi Tyson Gay, Asafa Powell, Steve Mullings, Michael Rodgers è venuto meno anche il più forte. 5 tra possibili finalisti o medagliabili assenti. Per fortuna c'era Bolt, si pensava. Macchè, la regole sono regole e così Bolt si fa uccellare ("finta di spalla") da un movimento di Yohan Blake alla sua destra e parte come un'ossesso, per tre/quattro appoggi, poi capisce il dramma e si dispera. Con somma soddisfazione di chi l'atletica la vive come un culto votato al rispetto e alla morigerazione dei gesti e con scoramento di chi invece vuole che l'atletica sia goliardia... gioia. Ebbene, chi ha fatto un 100, sa bene che quando si è sui blocchi i 5 sensi vengono moltiplicati per cento e si parte al primo stimolo esterno che viene percepito. Nel silenzio pneumatico di quel momento, in quella posizione innaturale, Blake ha fatto il movimento con le spalle e Bolt l'ha percepito con la coda dell'occhio ed è... partito. Istinto naturale. Perchè? Perchè Bolt era concentrato su Blake, che era il suo unico avversario; quindi lo "percepiva". Perchè si allenava insieme e lo temeva. Altrimenti avrebbe pensato a sè stesso, come a Pechino e Berlino. Non era tranquillo. Amen. 

La finale dei 100 si è trasformata così in una gara che, puntandoci sopra fino a 4/5 mesi fa, si sarebbe fatto 6 al Superenalotto. Dei preventivati di fatto solo Bolt, Blake, Dix (e un pò meno Lemaitre) avevano raggiunto la finale. Nesta Carter... è nesta Carter e non si era qualificato ai trials. Non pronosticabili Daniel Bailey, Jimmy Vicault e Kim Collins. Blake si era comunque dimostrato il più in palla in semifinale, Bolt a parte, e lo dimostra poi in finale vincendo nettamente in 9"92 con -1,7 di vento nuotando in un'umidità da piscina olimpica. Secondo arriva Walter Il Mago Dix con "solo" 10"08, un solo centesimo meglio della vera sorpresa dei 100 metri mondiali, Kim Collins, che a 35 anni arriva al bronzo dopo aver fatto di una partenza incredibile la propria arma segreta (del resto nella stagione indoor aveva piazzato diversi tempi vicino ai 6"50). Lemaitre, che dopo le esclusioni altisonanti, sembrava essere un possibile medagliabile, si squaglia in finale, giungendo quarto in 10"19. Evidentemente i consigli di Di Mulo sulla partenza del francese non sono serviti (deliranti gli articoli che hanno parlato di questo aspetto... ovvero, più che deliranti gli articoli, deliranti le affermazioni): e se così fosse, in partenza Lemaitre ha avuto pure un'involuzione rispetto al 2010. Di sicuro la peggior finale dei 100 metri a memoria d'uomo ad un campionato internazionale. 

Chi ne esce sconfitto è così sicuramente l'atletica "pallonara" di Lamine Diack, cui bisogna addebitare anche il non senso delle tre semifinali che ha di fatto tolto molto spettacolo ai primi turni, ridicolizzandoli (il turno preliminare dei 100 ce lo si poteva risparmiare...), e rendendo le semifinali qualche cosa di molto più impegnativo delle semifinali così come erano state pensate in precedenza e inficiando il prodotto finale.

Se Lamine, che vorrebbe essere Nebiolo ed invece sembra molto più un Arese, fosse interessato davvero il Dio Mammona, con una semplice elucubrazione avrebbe capito che ci sono momenti che più durano, più portano denaro per la loro esposizione mediatica. E il regime di Diack continuerà purtroppo per tutti per altri 4 anni.

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