31/08/11

Daegu '11: riflessioni di metà mondiale: è ora di sperare nelle medaglie

So di per certo che qualcuno gode nel vedere l'Italia affondare. Da una parte è anche comprensibile, anche se non condivisibile, no? Questa cricca Fidal degli ultimi anni ci ha portato ad un tale livello di indignazione e malumore, che si pensa sempre che alla successiva figuraccia mondiale, finalmente si possa vedere crollare l'attuale gerontocrazia dirigenziale. Nulla di tutto questo. In realtà le figuracce si continuano a sommare semestre dopo semestre e il Rais e i suoi satrapi son sempre lì: inamovibili, granitici, fissi, statuari, come del resto è tradizione radicatissima in Italia. Un tempo di fronte ai disastri sportivi il CONI decapitava le federazioni (lo ha appena fatto con la Federsci, che vince pure le medaglie che contano) e metteva un bello & paffuto Commissario che traghettava l'organizzazione ad un nuovo assetto più vincente, o quanto meno più conveniente. Ora il CONI ha un pò le mani legate con l'atletica... e come non potrebbe? Pensate solo a quante federazioni sportive (atletica esclusa) sono sponsorizzate Asics. Solo così vi farete l'idea precisa perchè il CONI (chiaramente il rapporto è tacito, non ci sono minacce da parte di nessuno, ma molte riflessioni) probabilmente non muova in dito ieratico e accusatore contro la Fidal nonostante la caduta libera degli ultimi anni. E ripeto: sarà mai questo il motivo filosofico per il quale si cerca di arginare chi potrebbe avere interessi privati nella cosa pubblica? 

Se ci sarà pure il terzo mandato, potremo davvero assimilare il pontificato di Arese a quello ventennale di Paolo Galgani, presidente della Federtennis, che riuscì negli anni '90 ad azzerare il tennis nostrano ad un livello così imo che gli effetti nefasti se ne percepiscono a tutt'oggi, a oltre 15 anni di distanza. Anche allora lo sdegno fu pressochè totale: tutti incazzati neri, fino a Rino Tommasi, il Bragagna ante-litteram... tranne coloro che alla fine avevano diritto di censo, naturalmente, cioè quei pochi che potevano votare, esattamente come accade oggi nell'atletica. 170.000 tesserati ma di fatto una 20ina di persone che  concentrano con le loro società tutto il peso elettorale su... Arese. Ora, qualcuno di questa Fidal fa pure carriera internazionale, e questo è davvero incredibile. Siamo di fronte ad un gruppo di persone (onesto, rispettabile, genuino) ma che purtroppo non è stato in grado di dare il meglio di sè... ma nemmeno il medio... e nemmeno il minimo indispensabile. Disastrosi. 

Per poter tifare a cuore libero per i nostri colori, dobbiamo così avere però un quadro di lettura diverso: penso che anche se tutti gli italiani ancora presenti a Daegu vincessero una medaglia, nulla cambierebbe sul fallimento storico di Arese e sulle responsabilità di tutti quelli che non hanno avuto il coraggio di alzare un dito, pur avendone l'opportunità e la facoltà. Se ne facciano una ragione. Guardate dov'è riuscito a portare molti appassionati... a far odiare a tal punto il "sistema", da fargli sperare che non si vincano medaglie e così poterli finalmente vedere andar via con tutte le macerie lasciate sulla piazza. E' come sperare nel default economico del Sistema Italia, nella speranza annessa che il premier se ne vada. Un labirinto.

Vedete, questo è il peccato peggiore di Arese: l'odio verso questa atletica che ha instillato in moltissimi  appassionati. Basterebbe che comunicasse che alla fine del mondiale non ci sarà più un Arese III e saremmo tutti più sollevati dandoci la possibilità di tifare col cuore leggero i nostri atleti azzurri: al momento, non nascondiamocelo, ogni medaglia che dovesse arrivare dalla Corea avrebbe purtroppo un retrogusto aresifero, perchè volenti o nolenti, lo utilizzerebbe pro domo sua. E' anche naturale. Non ce la farà proprio godere del tutto. Non posso fare a meno di pensare infatti che se vincessero una medaglia Antonietta Di Martino o Fabrizio Donato, avrebbe il coraggio di sostenere che il movimento atletico italiano è in qualche modo sano e in crescita. O che abbiamo fatto magari bella figura rispetto al mondiale di Berlino. Certo, a Berlino abbiamo toccato il fondo, e meglio di Berlino è impossibile fare. In realtà la squadra di Daegu poteva benissimo essere quella di Helsinki 2005 o addirittura quella di Parigi 2003. Atleti ultratrentenni che poco hanno a che fare con il proselitismo di Arese. 

Quindi io Mi invito a pensare ad Arese come un fallimento comunque vada (l'ha dimostrato costantemente da quando si è insidiato) per avere la possibilità di godermi gli atleti azzurri che mancano ancora all'appello senza dover pensare che da qualche parte ci sarà un tizio che si intrometterà nel mio eventuale momento di goduria, per riflettersene un pò addosso. Questo, mi dispiace, non me lo porta più via. 

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