11/03/12

Anche Eaton fa il record del mondo! Di Martino d’argento, Pearson vicina al mondiale!


(di Sasuke) Tante buone prestazioni hanno caratterizzato la seconda (delle tre) giornate dei campionati mondiali indoor di Istanbul. Il risultato sovrano viene ancora una volta dalle prove multiple: l’americano Ashton Eaton cancella nuovamente se stesso e riscrive il primato mondiali portandolo a 6645 punti. I suoi parziali: 6”79 sui 60 metri (dove vale sicuramente meno ma, mi sono dimenticato di parlarne ieri, le partenze sono state uno dei grandi problemi di questi mondiali. Pare infatti che al primo sparo ne segua un altro (o un rimbombo del primo) troppo immediato per permettere agli atleti di capire ciò che succede), 8.16 nel salto in lungo (personale di oltre 10 cm e gran miglioramento rispetto al suo vecchio primato dove si era limitato a saltare intorno ai 7.70), 14.56 nel peso, 2.03 nell’alto, 7”68 nei 60hs, 5.20 nell’asta e un gran 2.32.77 nei 1000 metri. Un distacco di oltre 500 punti dato al secondo classificato, Oleksiy Kasyanov. Interessante notare come Eaton abbia vinto tutte le prove eccetto getto del peso e salto in alto.

L’altro risultato che ci interessa più da vicino è l’argento conquistato da Antonietta di Martino nel salto in alto. Gara stranissima, completamente ignorata dalle telecamere e dalla regia internazionale (peccato che per i mondiali indoor la Rai non abbia una regia sua, come quella eccellente dell’anno scorso a Daegu, che permetteva di scegliere dal sito della Rai cosa vedere… ma d’altronde qui abbiamo Franco Bragagna, lì non c’era). Quasi tutte le protagoniste arrivano a 1.95 senza problemi. Poi accade l’inspiegabile: la russa Anna Chicherova sbaglia tre volte ed è eliminata; lei, che sembrava così invincibile, ammetterà poi di aver avuto problemi ad una gamba recentemente. Fatto sta che sbagliano tutte, compresa la di Martino (della quale si dice che il primo tentativo, ovviamente non mostrato, fosse vicinissimo al successo), tranne l’americana Chaunte Lowe, capace di valicare 1.98 al primo tentativo (misura che dara poi la medaglia d’oro). Gara di contenuti quindi modestissima (io mi aspettavo il record mondiale dalla Chicherova!) nella quale la nostra Antonietta si è conquistata l’argento da condividere con la stessa Chicherova ed Ebba Jungmark.

Varie finali si sono poi susseguite nel pomeriggio:

·         Renaud Lavillenie ha vinto la gara di salto con l’asta con un gran balzo da 5.95; distaccati il secondo e il terzo, Otto Bjorn e Brad Walker (5.80). Il francese ha poi provato senza successo il record dei campionati a 6.02. Quarto Malte Mohr (5.75) e fermo a 5.50 il forte russo Dmitry Starodubtsev, colpevole di aver trovato la condizione troppo presto (5.90 a Dicembre!).

·         La britannica di origine cubana Yamile Aldama ha vinto il triplo con un gran balzo da 14.82, poi si è però fermata per un dolore provocatele dal primo balzo (l’hop) del terzo salto. Seconda una Olga Rypakova che, nel tentativo di inseguire l’Aldama, ha realizzato quattro nulli e due soli salti validi. Il secondo di questi, 14.45, staccando 47 cm prima del dovuto. Il miglior salto, il quinto, vale 14.63. Terza, con misure modeste, Mabel Gay 14.29, un solo cm meglio di Yargelis Savigne. Evidentemente la cubana, in grado di saltare 15 metri in carriera, non è in grandissima condizione.

·         I 1500 si sono svolti piuttosto tatticamente. La gara femminile ha visto lo strapotere della giovane Genzebe Dibaba, già scesa vicino al muro di 4 minuti quest’anno, capace di vincere in 4.05.78. Tra gli uomini, gara molto lenta vinta dal marocchino Abdalaati Iguider con un tempo superiore ai 3.45.

·         Il peso femminile è vissuto del solito grande duello tra Valerie Adams e Nadzeya Ostapchuck. Vittoria alla prima (20.54) sulla seconda (20.42) in una gara con, tutto sommato, misure piuttosto modeste.

·         Il lungo uomini è stato una gara a tre. Il russo Alexandr Menkov è stato in testa per gran parte della gara con 8.22, salvo venire superato all’ultimo turno da Mauro Vinicius de Silva (Brasile) e dall’australiano Henry Frayne. Entrambi capaci di saltare 8.23. A nulla vale l’ultimo tentativo di Menkov, piuttosto lungo ma nullo.

·         I 400 metri non hanno regalato lo spettacolo che promettevano. Sanya Richards-Ross è probabilmente tornata quella di una volta, ma i tre turni in due giorni la fiaccano, e non sembra avere quella freschezza con cui si era imposta in semifinale. Va comunque a vincere in 50”79, dando oltre un secondo dalla seconda classificata. Tra gli uomini delude il campione mondiale dei 400, Kirani James, solo ultimo (46”21) e penalizzatissimo dalla prima corsia nella gara vinta da Nery Brenes con un buon 45”11 che è anche record dei campionati.


Si parlava prima di come le gare di velocità siano state penalizzate da un impianto acustico non ottimale. Ieri, e chiedo perdono per la dimenticanza, Simone Collio aveva autorevolmente vinto la sua batteria con un discreto 6”68. Fuori, invece Lerone Clarke (oltre i 7”) insieme a tanti altri penalizzati da una grossa incomprensione di fondo. Ho notato con grande stupore, comunque, la presenza di tantissimi atleti di interesse poco più che regionale (sono stati tantissimi i tempi sopra i 7 secondi nella prova maschile, così come quelli sopra 7”60 in quella femminile, con punte oltre i 9!)… ha davvero senso non permettere ad Asafa Powell (6”50 quest’anno!) per permettere di competere a gente imbarazzante da vedere? Ha senso la formula dei 2 atleti per nazione? Non sarebbe invece meglio mettere dei minimi più selettivi e permettere di partecipare a tutti quelli che li raggiungono? Comunque, tornando alle gare, Simone Collio esce in semifinale non destando una grande impressione. Un modesto 6”71 la dove con 6”68 si accedeva alla finale. Finale che poi a visto solamente un gran tempo, il 6”46 del ex-dopato Justin Gatlin, vincente davanti a Nesta Carter (6”54) e Dwain Chambers (6”60)… dico solo che l’anno scorso, ai campionati europei, il nostro Emanuele di Gregorio era giunto quarto correndo in 6”59! Qualcosa non va…

Altro risultato di grande spessore il 7”73 con cui Sally Pearson è andata a stravincere i 60hs mancando per mezzo decimo il record del mondo della scomparsa (per lei troppi infortuni) Susanna Kallur. Niente da fare per Marzia Caravelli, prima delle escluse (8”12) e per Veronica Borsi, comunque brava ad eguagliare il personale confermando il minimo iridato (8”18). In mattinata erano stati promossi i due triplisti, Fabrizio Donato e Daniele Greco, rispettivamente secondo (17.07) e quinto (16.94) dove a destare un po’ di interesse è stato il solo americano Christian Taylor (17.39). Promossi allo stesso modo i due ostacolisti Emanuele Abate (7”71 e primo della sua batteria) e Paolo Dal Molin (7”78, penalizzato però dall’aver corso per intero la sua serie non essendosi accorto della partenza di un altro considerata poi falsa) mentre bocciato l’altista Silvano Chesani, fermatosi ad un modesto 2.22, di certo inferiore alle sue potenzialità.

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