15/03/12

Italiani Master: gli M40 - MVP: Stefano Avigo

I 1500 M40 - foto di R. Baraldi
Gli M40, sono tradizionalmente la categoria più "popolata" unitamente agli M45. Un esercito di atleti, che raggiunge l'apice con gli iscritti sui 60, che quest'anno hanno toccato i 62. Peccato che, a differenza degli altri paesi Europei, in Italia non siano previste le finali: guai a fornire un "di più" al mondo master. L'unica esperienza rimangono così i Campionati Italiani outdoor di Roma, dove con infinito piacere di molti, ma soprattutto delle regole dello sport, si tennero le finali delle gare brevi. Per com'è strutturato il mondo master, in molte categorie, soprattutto nelle sessioni indoor, si assiste a vittorie che arrivano da-dietro, dalle serie "più deboli", togliendo quello che è il senso stesso di uno sport come l'atletica, ovvero la sfida uomo-vs-uomo o donna-vs-donna. Il Sigma non "sana" la questione, anzi, la peggiora, pescando tra i risultati dei singoli esclusivamente il migliore di un determinato intervallo di tempo (anche quelli ventosi!!) e di fatto rendendo poco malleabile alla realtà fattuale. L'unica soluzione equa sono... le finali. Nello specifico, Paolo Chiapperini vince i 60 metri con 7"29, nonostante sia stato reduce da un brutto infortunio a Cosenza, dove cadde rovinosamente sulla pista alla fine del 200. 6° titolo italiano indoor per lui, il 3° sui 60, che non vinceva dal 2009, 2° titolo come M40. Nei 400 il titolo se lo intasca Edgardo Barcella, in una gara cronometricamente avara a causa della centrifugazione reciproca dei protagonisti e che ha fatto vedere letteralmente i fuochi d'artificio. La partenza vede Acciaccaferri passare davanti ai 200 affiancato da Cicchetti (qui il video). A quel punto marcamenti a uomo, pressing, sorpassi, spinte, finchè si arriva sul rettilineo finale. Acciaccaferri, nel frattempo risalito fino in vetta e Grandisolli, si piantano a 50 metri dalla fine. Dietro, Cicchetti interno e Barcella esterno alla corsia. I due battistrada vengono improvvisamente investiti da una secchiata di lattato, ricordando nell'incedere slow-motion il miglior Armstrong quando si spostava dal modulo lunare LEM alla bandierina degli USA ficcata sul suolo del nostro satellite. Barcella si allarga per sorpassarli in tromba, mentre Cicchetti, che ne ha, aspetta che i Aldrin&Armstrong aprano la porta per infilarsi in mezzo di forza. Barcella vince netto: 53"42. Cicchetti secondo, Acciaccaferri terzo e Grandisolli terzo. Gran gara. Arrivano i risultati e Cicchetti risulta squalificato per quello che nel calcio è chiamato "fallo di confusione". Il filmato fornito da Giuseppe Romeo non fuga i dubbi, anzi... i contatti ci sono stati (guardatevi il video) ma trovare responsabilità o punire qualcuno su una gara che nasce per essere scontro fisico, è come fischiare un fallo ad un giocatore di rugby che fa una carezza ad un avversario. Amen. Ne parleremo in separata sede. Per Barcella terzo titolo italiano master, tutti sui 400: due indoor ed uno outdoor. A sorpresa il secondo viene da un'altra serie: è Michele Donnarumma, 53"78, che per poco non fa il colpaccio sfruttando le fissioni nucleari della serie più forte. 
Garona anche negli 800 (qui il video) scritta, diretta ed interpretata per 770 metri da Ugo Piccioli, che sembrava aver portato la gara ad una sfida solitaria con Gian Carlo Bonfiglioli. I due si presentano da soli sul rettilineo finale per darsi gli ultimi colpi di gladio. Piccioli sbiella letteralmente a 30 metri dalla fine, Bonfiglioli passa e sembra lanciato alla vittoria ma da dietro arriva come un assatanato Giovanni Telesca, che porta a casa la corona dei massimi M40 degli 800. 2'03"87, dopo un passaggio ai 400 1'03" e spicci. Secondo titolo italiano per Telesca dopo il titolo di Cosenza di pochi mesi fa. Nei 1500 Stefano Avigo dimostra che a certi ritmi non ce n'è (4'11"40): del resto le statistiche parlano chiaro: nonostante sia noto più per i tempi sugli 800, la sua riserva di caccia grosso sono i 1500: dei 10 titoli italiani complessivi vinti tra i master, 8 sono stati conquistati proprio sui 1500. A proposito: sarà già noto, ma nella giornata di sabato, tripletta di titoli italiani dei fratelli Avigo, come nel 2011. Secondo ancora una volta Gian Carlo Bonfiglioli. Rimanendo nel mezzofondo, primo titolo indoor (dopo 2 outdoor) per Riccardo Baraldi sui 3000: 9'17"28.
Gabriele Garini, passato all'Atl. Lecco, vince il suo secondo titolo italiano sui 60hs (sempre indoor): 9"25. Prima vittoria tra i master con un gran salto per Stefano Salso nell'alto (1,87). Prima vittoria tra i master anche per l'astista Daniele Caporale (4,00). Nel lungo Stefano Tarì ammazza la gara al primo salto: 6,40 e "mamma butta la pasta". titolo italiano di Tarì, il 3° consecutivo indoor. Terzo titolo consecutivo indoor anche per Simone Sbaragli nel triplo: 13,19, ovvero il salto più lungo delle proprie 3 edizioni. Nel peso vittoria di "misura" in tutti i sensi: al secondo lancio Ivano Del Grosso si alza sui pedali e finisce a 12,29, mentre tra gli avversari il solo Nicola Piga mette il naso oltre i 12 metri al 5° con 12,02. Finita qui? Macchè, lo stesso Piga all'ultimo lancio cannoneggia a 12,31, e vince il 7° titolino italiano. Marcia sui 3 km a Bernardo Cartoni con 14'12"55 (6° titolo, 4 da M35, 2 da M40, 3 indoor e 3 outdoor). Infine titolo della staffetta che finisce a Firenze, sponda Marathon: 1'39"20
E ora? A chi dare l'MVP? Mi sbilancio su Stefano Avigo, visto che vista la concorrenza della categoria, nessun atleta è riuscito a doppiare i titoli e non si son visti risultati eclatanti: diciamo che è stato esaltato l'aspetto agonistico rispetto a quello tecnico. Difficile scegliere, quindi palma al titolo confermato con autorità. 

1 commento:

  1. Avigo ha corso i Regionali di cross 15 giorni prima, per quelli che dicono che il cross fa male.

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