29/03/12

Italiani Paralimpici indoor: piovuti record a grappoli!

Chiedo scusa a marco, ma per fare questo articolo bisognava avere un minimo di cognizione di causa. Avrei dovuto infatti già scrivere qualcosa sui primi (smentitemi!) campionati italiani paralimpici indoor (qui tutti i risultati), che si sono tenuti, guarda un pò, ad Ancona. Contemporaneamente, nell'attigua pista outdoor, invece, si sono tenuti i campionati nazionali di lanci invernali. Bella scorpacciata di risultati, quindi, che vanno interpretati per categoria di disabilità. A tal proposito, guardate cosa vi regalo: le categorie di questi sport, individuate su wikipedia. Clikkate qui, riducete le pagine, e affiancatele durante la lettura, cosa capirete che razza di prestazioni hanno fatto questi ragazzi. Mi sembra necessario, preliminarmente, sottolineare come l'atletica paralimpica sia in una fase di letterale esplosione, spinta da una ragnatela di persone che ne hanno fatto un gioiosa macchina da guerra, ricca di entusiasmo. E' in questo clima che di solito le organizzazioni di persone hanno successo. Non so se ne usciranno campioni olimpici, ma di sicuro l'ambiente di serenità che sono riusciti a creare glielo invidio. 
Bando alle ciance, e sotto con i risultati, che iniziano con la prestazione di Davide Della Palma, categoria T46 (vi rimando alla spiegazione delle categorie), che ha stampato un clamoroso 4'13"26 sui 1500, tempo che ha un suo spessore a livello atletico assoluto. Ora, avrebbe dell'incredibile il tempo del secondo, del quale non conosco la nazionalità. Si chiama Ahmed Ennammouri, della categoria T37. Comunque sia, 'sto ragazzo dalle chiari origini magrebine, ha corso i 1500 in 4'49"32, cioè oltre due minuti in meno del precedente (o attuale... è da verificare appunto la nazionalità) record italiano. Pazzesco. Un attimo... nella distinta dei risultati, il record italiano viene attribuito a Fabrizio Minerba, stessa categoria, che ha concluso la stessa gara in 6'11"89, comunque 40" in meno del record attualmente tabellato. 
Sfiora invece il suo stesso record, il T54 (dovrebbe essere sulle wheels!) Giorgio Lugarà: 4'58"27 contro il 4'55"32 stabilito l'anno scorso sempre sulla medesima pista di Ancona.
Clamoroso triplete per Elisabetta Stefanini (T12): 60, 200, 400 con annessi record italiani: tre su tre. Nei 60 metri 8"31 e 11 centesimi in meno rispetto al suo record. Sui 200 esibizione clamorosa : 27"36 e miglioramento del suo stesso record italiano ottenuto nel 2009 (27"52). Tempone! Punta della nazionale italiana paralimpica, anche se ammetto che non so come il risultato o le potenzialità di un risultato del genere possano essere in un ranking... olimpico. Presumo molto in alto... ergo, ricordate il suo nome. Di lei, poi, bisogna ricordare anche l'ennesimo record nazionale, ma stavolta sui 400: 1'03"55 (era 1'03"97), sintomo di uno stato di grazia clamoroso. Me tapino che non conosco le liste mondiali dell'anno...
Sui 200 T11, altro record italiano martellato: Alessio Carosi scende, primo della categoria, sotto i 30" e sigla un 28"87, che è 3"5 secondi inferiore al precedente primato. Record italico anche sui 200 T37, ad opera di Cristian Bonaccina: il miglioramento è su sè stesso: dal 32"56 del 2011 al 31"50 dell'edizione attuale. Un secondo piallato come burro. Il T36 Biagio Carrubba, non è da meno e migliora anch'esso il giù proprio record italiano dei 200, spostandolo da 41"68 a 40"70. Ad adesso siamo già a 4 record nazionali, ma naturalmente non è finita qui, era giusto per fare un inventario. 
Altro triplete di titoli con annessi record per Oxana CorsoT37. Il miglioramento sui 200 è abissale: 1"2. Un'eternità sprintisticamente parlando: da 35"29 a 34"09. Sui 60 il miglioramento è di 20 centesimi: 10"07 contro i 10"27. Ma la cosa pazzesca è sui 400: 1'21"57. Soffermiamoci un attimo... 13" in meno!!! Due anni fa sulla stessa pista corse in 1'34"65!!
Dal punto di vista "assoluto", desta una certa impressione il 24"73 (indoor) sui 200 di Riccardo Scendoni, il cui peso specifico prestativo è dato dal precedente detentore: Roberto La Barbera, che nel 2004 era stato in grado di correre a Genova in 24"83. Sarà poi in grado di correre in 7"75 i 60, ovvero soli 3 centesimi in più del primato nazionale. Ancor meglio cronometricamente parlando, il tempo sempre sui 200 di Samuele Gobbi, che è comunque un atleta da 52" sui 400 e da meno di 23"5 sui 200 all'aperto: in questa circostanza 24"53 (ma il suo stesso record indoor è 23"79...).
Dovrebbe essere record anche per il già citato Cristian Bonaccina: 400 corsi in 1'14"46, con il precedente record di Christian Mazzolari collocato a 1'14"57. Stranamente il Sigma non ha segnalato la cosa... pensavo fosse automatico (a questo link trovate i risultati dei 400). 54"63 per il solido Samuele Gobbi (T46). 57"03 per Ousmane Ndong (T46) e 1'06"16 per Emanuele Muratorio (T38): record italiano, dovrebbe essere, visto che lo stesso atleta aveva 1'07"42. A questo punto ho perso il conteggio dei record italiani, ma già adesso si può fare una riflessione: i record a pioggia, sono solitamente il sintomo di grandissima vitalità di un movimento: un pò come è avvenuto tra i master negli ultimi 3/4 anni, dal dopo Riccione '07 (mondiali) in poi, dove c'è stata probabilmente una rivoluzione culturale nel considerare il mondo master.
Sugli 800 show di Annalisa Minetti (T11): 2'26"56 e una spalata di secondi in meno rispetto al suo precedente record italiano di 2'32"46. La cantante, nata nel '76, sarebbe anche F35 nelle categorie master, e sarebbe arrivata seconda ai recenti campionati italiani di categoria... dico solo questo. Ora, non vorrei essere il selezionatore della nazionale paralimpica per Londra, che dovrà scegliere un numero limitatissimo di atleti rispetto a coloro che hanno il minimo (c'è infatti una sorta di numero chiuso). Regolamento che va assolutamente cambiato: al limite si alzino i minimi, ma chi lo ottenga, possa parteciparvi senza limitazioni. 2'30"94 per Michele Di Cosimo nei T11 maschili, e anche questo è record italiano. A livello cronometrico, pazzesco 2'03"60 per Davide Della Palma (classe 1990 e T46).  Nel lungo bellissimo duello tra Lorenzo Fabio Ricci e Alessio Carosi, concluso 5,02 a 4,78 per il primo che equivale anche al nuovo record italiano F11.

Lanci... finita in pista? Macchè... inizia la raffica di risultati sulle pedane. Purtroppo non conosco i limiti olimpici (ignoranza orizzontale e verticale quindi). Maurino Perrone (F32) vince di esperienza la clavetta con 16,77 (ma, dicono, sottotono rispetto ai clamorosi risultati ottenuti in allenamento). Carmen Acunto (F55) è sui propri livelli "estivi", visto che raggiunge la distanza di 18,10 nel disco. Nella stessa gara sfiorano le M.P.I. anche Aurora Noè (10,38), e Giovanna Distefano (5,75). Ermelinda Rosso, F56, sempre nel disco sfiora la sua migliore prestazione italiana: 15,00 contro il 15,28 lanciato solo un mese fa a Ragusa. Gara tiratissima nel giavellotto F34: in 4 nello spazio di 53 centimetri, e alloro al capo di Fabrizio Basili con 10,90.
Nel peso F11 e F12, altri record... sfiorati. Lorella Berardo 5,41 (e primato a soli 39 cm), mentre Elena Favaretto 6,99 (vs 7,13). Soli 10 cm per Francesco D'anna (F34) dal primato (ma con titolo nazionale!): 5,85. Il titolo italiano di Maria Criscione (F34) giunge a soli 9 cm dal record italiano (3,61 a 3,70). 

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