24/03/12

Italiani Master: gli M50 - MVP ad Agosta

Il podio del salto in alto: Mastrolorenzi-Segatel-Manfredini
Con il 2012 si presentano nuove clamorose sfida, come quella nei 60 metri, tra Ferido Fornesi, reduce da un infortunio quasi invalidante e Massimo Clementoni, che dopo esser partito in sordina nelle prime gare indoor del 2012, sfodera una condizione che lascia ben sperare per i mondiali finlandesi che si svolgeranno la settimana prossima. Fornesi parte meglio, ma verso la fine della run la carrozzeria, all'altezza del polpaccio sinistro (mi sembra) inizia a sfaldarsi, costringendolo a gestire l'emergenza come meglio può. Ma non sta andando piano... da dietro rientra come un Tomahawk Max Clementoni, col quale irrompe sul traguardo in un singulto di quasi contemporaneità. 7"62 entrambi, ma titolo che vola in Toscana, e, che ci crediate o meno, è il primo scudetto di Ferido al coperto, nonostante il blasone che lo aveva portato, nel 2008, al titolo continentale dei 100 metri. Eravamo a Lubiana. All'aperto, stando al mio data-base (ancora da terminare) l'ultimo titolo conquistato risale al 2007 (100 metri) mentre in totale i titoli individuali salgono a 3 (due sui 100 e uno sui 60). Per essere tassonomici, quest'anno Fornesi aveva già corso in 7"59. Rimangono invece 6 i titoli individuali del novarese. Cambiamo pagina, passiamo ai 200, che hanno visto la vittoria del fuoriclasse triumplino Ettore Ruggeri, che, per chi non lo sapesse, nel 2005 a San Sebastian, all'età di 47 anni, era stato in grado di correre le semifinali sui 400 dei Mondiali Master in 52"02. Dovrebbe trattarsi del 17° titolo italiano per il bresciano, l'ottavo indoor, il terzo sui 200 al coperto. Inoltre Ettore risulta anche uno dei "veterani" tra i master (quasi un paradosso) attualmente in attività, in considerazione del fatto che il primo titolo vinto (i 400) risale addirittura al 1993, ovvero venti stagioni agonistiche fa, quando militava tra gli M35. 24"67 il suo tempo per cingersi la corona d'alloro, che addirittura è inferiore al tempo corso a Cosenza per vincere il titolo outdoor (24"83). C'è da dire che il titolo, poi, viene vinto nell'ultimo anno di categoria, che non è mai facile. Posto d'onore per Maurizio Ceola, unico a scendere con Ruggeri sotto i 25": 24"92
Nei 400 e negli 800 esplode un nuovo talento: e per fortuna che siamo a 50 anni! Spot per chi fa sempre fatica a rimettersi le chiodate. Si chiama Giovanni Agosta, ma probabilmente per i proprio avversari era già più dell'outsider. A Palermo, nel giugno dell'anno scorso (era M45), corse i 400 in 53"73; tempone! Stranamente a Cosenza si arenò in 1'03" e spicci, probabilmente vittima di un infortunio o qualche incidente di percorso, visto che il suo peggior tempo dell'anno era stato fino a quel momento un 54"84. Ad Ancona il favorito d'obbligo, Ettore Ruggeri, si vede così superare per un paio di dita, da Agosta: 55"70 a 55"73. Pensate che tra gli M50 italiani nella storia dei mondiali indoor e degli europei indoor, ci sono solo tre risultati migliori di quelle stabiliti da Agosta&Ruggeri ad Ancona: e tutti e tre appartengono a Vincenzo Felicetti. Marco Morigi, a Gand l'anno scorso, vinse il bronzo continentale al coperto con 56"08: insomma, una gran gara quella vista sulla pista marchigiana. La mattina successiva, Agosta dopo il primo titolo italiano di sempre, piazza pure il secondo: negli 800 infatti arriva davanti alla ciurma in 2'15"31, ma tra i sorpassati ci sono pure pezzi da 90 come Luigi Ferrari (4°). Il passaggio a 1'11" ha infatti mescolato tutti i valori in campo, aumentando vorticosamente le variabili indipendente a favore degli atleti più elastici e con una velocità di base più elevata. Insomma, la gara di Agosta, che da quando ci sono di lui rilevamenti statistici (dal 2009) nei 10 800 corsi, ha sempre fatto meglio del 2'15"3 di Ancona. Era insomma uno spauracchio da tener in considerazione.
I 1500 hanno visto la vittoria di Pierangelo Avigo, nel giorno del trittico-Avigo sui 1500. Penso che sia di dominio comune, no? I tre fratelli Avigo, infatti, hanno vinto nello stesso giorno i 1500 in tre categorie diverse e per due anni consecutivi, visto che la stesse accadde l'anno scorso. 33° titolo di famiglia, e per Pierangelo dovrebbe trattarsi del quarto scudetto personale (il primo lo vinse del 2000). 4'37"29 il crono, per una gara che è diventata trafficata sul finale, con il secondo (Matteo Picco) appiccicato ad Avigo in 4'37"79 e il terzo (Marco Moracas) a 4'38"93. Avigo verrà però battuto sui 3000 da Marco Cacciamani, al primo scudetto indoor: 9'24"26 a 9'26"84. Gara velocissima, tanto che il record italiano non è rimasto nemmeno tanto lontano: è il 9'18"80 di Pier Mariano Penone, stabilito nel 2007.
Il bergamasco Massimo Birolini conquista i 60hs con 9"05: primo titolo italiano nel proprio carnet.
Gara mastodontica nell'alto: due degli hall-of-famer di sempre del masterismo italiano... contro. Marco Segatel, probabilmente il miglior altista italiano master di sempre (secondo il mio data-base 14 trionfi internazionali su 14 partecipazioni, tra mondiali, europei, indoor ed outdoor), ed Emmanuel Manfredini, che invece ha iniziato ad avere un spessore internazionale da qualche stagione (4 ori, di cui 3 continentali e uno agli EMG dal 2009 in poi). Non so francamente se siano mai confrontati prima nella medesima categoria. E la gara chiaramente non tradisce le aspettative: a 1,72 il possibile outsider (Marco Mastrolorenzi) lascia la compagnia, ed inizia il duello. Segatel al primo e Manfredini al secondo. A quel punto Segatel passa l'1,75, che rischia di essere la misura finale dell'emiliano, che però riesce a superare al terzo: è a questo punto in testa. Si passa a 1,78. Manfredini lo passa al secondo e... match point. Ma il lombardo passa la misura alla terza e si passa a 1,81. Entrambi alla prima! 1,84, ovvero, si sale nell'attico del record italiano. Ma qui finisce la gara... e vittoria per numero di errori a Segatel. 16° titolo italiano per Segatel (ma probabilmente sono di più), e praticamente almeno un titolo italiano vinto consecutivamente dal 2000 ad oggi, fatta eccezione per il 2010.
Nell'asta Stefano Peli con tre soli salti uccide la gara: 3,20, 3,30 e 3,40 alla prima. Sette titoli tricolore nel proprio pedigree. Franco Menotti si conquista il 14 scudetto (almeno, ma la stima è per difetto) nel salto in lungo: 5,73. Secondo Gianfranco Ciceri (5,48), che si rifarà col titolo nel triplo: 12,61 e quindi più di un metro oltre al posto d'onore di Mauro Cavallaro (11,46). Anche qui siamo di fronte al 16° titolo, con le solite lacune statistiche. Edmund Lanziner insacca il 4° titolo indoor consecutivo nel peso con 12,78, e nella marcia il bresciano Andrea Naso raggiunge il 5° scudetto con 13'48"84.
MVP a Giovanni Agosta.

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