31/03/12

Italiani Master, M55 nel nome di Hubert Hulk Indra: 5 record italiani

Hubert Indra - foto Fidal
Gran gara nei 60 M55, vinta per un solo centesimo da Giovanni Mocchi su Gabriele Carniato: 7"92 a 7"93 ma anche 7"96 per Giorgio Tiberi. In 3 sotto gli 8" e soli 13 centesimi dal record italiano di Antonio Rossi. Secondo titolo consecutivo nella categoria sui 60 per Mocchi. Clamorosa vittoria invece per Angelo Mauri sui 200, al primo titolo italiano personale, figlia di una grande evoluzione tecnica avvenuta quest'inverno, in seguito al passaggio sotto la guida della Barbara Martinelli versione-tecnico. Ancora una volta, gara vinta per pochi centimetri, ma purtroppo persa ancora per pochissimo da Carniato: 26"07 a 26"11, che si ritrova così con due argenti, ma due ori lontani... 5 centesimi complessivi. Nota statistica: solo in 4 circostanze questo titolo in questa categoria è stato vinto correndo sotto i 26", e in tutte quelle circostanze il vincitore è stato Vincenzo Felicetti. Quello di Mauri è stato il 7° tempo necessario per vincere nella categoria M55 (su 28 edizioni). Sui 400 torna protagonista Mauri (anche se cronologicamente la gara si è svolta il giorno precedente) che stavolta di centesimo perisce, dopo aver di centesimo colpito. Diciamo qualche cosa in più di qualche centesimo (58"14 a 58"88), ma la gara è stato un grande duello fino all'ultimo rettilineo tra lui stesso e Pietro Ligorio, che si ritrova così con il secondo titolo italiano indoor di carriera, dopo quello vinto nel 2007 da M50. Ma allora vinse con 58"28, stavolta, a 5 anni di distanza, è andato pure più forte. Ma le gare M55 hanno avuto la caratteristica di esser state tutte estremamente combattute: negli 800 Vincenzo Andreoli è riuscito a sorpassare Rinaldo Gadaldi per soli 17 centesimi. 2'19"74 per il primo e 2'19"91 per il secondo, che probabilmente partiva come favorito, dopo aver vinto gli 800 da M55 nelle ultime due stagioni, sia all'aperto che al chiuso. Andreoli, per parte sua, conquista il proprio 6° titolo italiano (4° indoor) al primo anno di categoria, ma l'ultimo risaliva al 2008. Andreoli non potrà far nulla (giungerà secondo) invece contro Giovanni Pedrini, che nel vincere il titolo sui 1500 accarezzerà anche il record italiano di Konrad Geiser, risalente al 2006. 4'37"37 il tempo necessario per scudettarsi, mentre il record sui 1500 M55 rimane traballante a 4'36"25. La doppietta per Pedrini giunge con i 3000, corsi sul piede del 9'52"13 (8° titolo italiano, ma il primo vinto addirittura nel 1993, 20 stagioni fa). Renzo Capecchi si intasca invece sia i 60hs (10"33) che il salto in lungo con 5,17 e 3° titolo italiano vinto in sole due stagioni. Dalla pedana dell'alto arriva il clamorissimo record italiano di Hubert Indra, sintomo di una forma debordante. 1,75, che supera il record ottenuto... da lui stesso il giorno prima nelle prove multiple (1,66). Il miglioramento rispetto ai precedenti record è quasi imbarazzante: 15 centimetri! 92,48% in termini di AGC, ovvero una prestazione parificabile ad un 2,27. Qui la cronologia recente del record:
  • 1,57 - Giuseppe Di Natale - 15/02/2003
  • 1,57 - Prampolini Natale - 26/02/2005
  • 1,57 - Molinaris Piercarlo - 03/03/2007
  • 1,57 - Paolo Marconi - 19/02/2010
  • 1,60 - Claudio Gallana - 05/03/2011
  • 1,66 - Hubert Indra - 09/03/2012
  • 1,75 - Hubert Indra - 10/03/2012
E che gara quella dell'alto! Anche il secondo, Paolo Gaetani, ottiene un grandissimo 1,69 (con il quale avrebbe vinto tutte le gare M55 sul territorio italiano da quando esistono i master, tranne... questa) e terzo posto con Claudio Gallana, che migliora il suo vecchio risultato che gli era allora valso il record italiano (1,63). Lo strapotere di Indra invade come uno tsunami anche il salto con l'asta: 3,80 e record italiano migliorato di 35 centimetri: cancellato Galdino Rossi ed un record che risaliva al 1997, vecchio quindi di 15 anni. Impresa nell'impresa: il record di Rossi era il più vecchio record dell'asta indoor ancora in vigore tra tutte le categorie ed il secondo considerando anche le gare all'aperto, cioè il 3,55 sempre suo stabilito sempre nel 1997 e sempre come M55. Ovvero, death-measure-walking, misura-morta-che-cammina: se Indra infatti sarà in queste condizioni di forma anche alla prima gara all'aperto, anche il più vecchio record dell'asta ogni-categoria cadrà sotto i propri salti. Naturalmente il triplete di Hulk Indra, avverrà con le prove multiple, suo ambiente naturale, dove spazzerà via il suo terzo record italiano: 3901 a 3436 del record ottenuto da Ercole Sesini nel 2010. E... sfiorato il record europeo dell'olandese Glenn Gentle (3936 punti del 2007). Durante le 5 prove, Indra si prende lo sfizio di battere, già che c'era, anche il record dei 60hs: 9"49 contro il 9"73 di Tullio Hrovatin del 2007 (oltre al già citato record nel salto in alto). Devastante. Il conteggio dei titoli italiani di Indra si perde a questo punto nella storia: di sicuro quelli indoor sono (dovrebbero essere) 26... Il salto triplo se ne va anch'esso in Alto Adige, dopo il 10,73 di Alexander Ebner (7° scudetto indoor). Il vulcanico Michelangelo Bellantoni fa suo il lancio del peso con 12,18 (3° titolo indoor) ed infine nella marcia, il migliore risulta Giovanni Pettorino: 15'15"19, primo titolo italiano master in carriera. Sull'MVP penso non ci siano molti dubbi... Hubert.

Nessun commento:

Posta un commento