31/07/11

Terra Sarda: Caravelli bussa ancora ai 13" (che non aprono)... Mullings "coreano": 9"93

Marzia Caravelli è davvero una delle atlete italiane dell'anno. Se dalla Di Martino e dalla La Mantia ce lo si poteva anche aspettare (le imprese al coperto), una Caravelli così non era certo preventivabile. Una delle atlete italiane (migliori) di sempre nei 100hs: anzi, probabilmente per spessore di risultati nel mio personalissimo ranking la seconda di ogni tempo dietro solo alla leggendaria Carla Tuzzi, che per il momento rimane la più brava, anche per la longevità della sua carriera (10 anni sulla breccia con 19 titoli italiani: a questo link la sua carriera in un click). Marzia per superarla, oltre al record italiano, probabilmente dovrebbe aggiungere una medaglia continentale. L'ultimo piccolo pezzo di storia l'ha scritto ieri pomeriggio nel teatro naturale di Arzana in Sardegna, a 800 metri sul livello del mare. 13"01, con vento nulla e lista all-time nazionale ancora scardinata. Peccato, davvero, per il tempo di reazione allo sparo: le immagine mostrano quell'attimo di ritardo in più rispetto alle altre: visivamente sembrerebbe superiore agli 0"200: bastava quell'attimo in meno, e avevamo la terza donna italiana sotto i 13". Per tornare alla Caravelli-storica, qui sotto tutti i risultati italiani fino a 13"05. 

  1. 12.97 1.1 (1) Carla Tuzzi - 67 - Cises Frascati - Valencia - 12 Giu 94
  2. 12.97 -0.2 (1)r1 Tuzzi - Trento - 16 Giu 94
  3. 12.98 -1.3 (5) Micol Cattaneo - 82 - Carabinieri - Annecy - 22 Giu 08
  4. 13.01 0.7 (1) Marzia Caravelli - 81 - Cus Cagliari - Pergine - 23 lug 11
  5. 13.01 0.0 (1) Marzia Caravelli - Arzana - 30 lug 11
  6. 13.03 0.2 (2)b4 Tuzzi - Helsinki - 8 Ago 94
  7. 13.03 1.6 (3) Margaret Macchiut 74 - Fondiaria Sai - Valencia - 28 Mag 06
  8. 13.03 0.9 (1)r1 Cattaneo - Lugano - 12 Giu 09
  9. 13.04 0.0 (8) Tuzzi - Montecarlo - 2 Ago 94
  10. 13.04 0.0 (1) Tuzzi - Caserta - 27 Mag 95
  11. 13.05 -0.4 (6)sf1 Tuzzi - Helsinki - 9 Ago 94
  12. 13.05 0.9 (1) Tuzzi - Valencia - 31 Mag 97
  13. 13.05 -0,3 (1) Marzia Caravelli - Torino - 25 giu 11
  14. 13.05 0.5 (3) Marzia Caravelli - Le Chaux - 3 lug 11
Peccato anche per un secondo motivo, che mi è sovvenuto solo in seguito: se Marzia Caravelli avesse fulminato il record italiano, si sarebbero spalancate le porte per i mondiali anche per Veronica Borsi, che quest'anno ha corso anche lei il limite "B" per Daegu. La politica federale sembra essere scesa a più miti consigli, di fronte agli attacchi incrociati della Gazzetta e alcuni siti internet specialistici sullo spessore numerico del movimento. Comunque sia, la Borsi ad Arzana ha corso in 13"15 che passa quasi inosservato, ma che rappresenta sempre un crono che in Italia ha la sua visibilità storica. Da profano sembra armonica nella tecnica. Se la crescita non si ferma qui, l'anno prossimo si potrebbero vedere grandi sfide a... tre, se non quattro. Già perchè, per 5 ostacoli non solo Caravell-Borsi, ma anche Micol Cattaneo, che ha via via perso terreno: 13"34. Indizi sulla scena del crimine che indicano come la Cattaneo stia ritornando quella della stagione 2008-2009. E senza dimenticare la giovanissima Pennella, che quest'anno ha fatto un gran balzo di qualità. I 100hs sono in questo momento la specialità femminile con il più alto tasso tecnico (statisticamente) insieme al salto in alto, anche se non produce ancora il "faro" internazionale. Le altre producono eventualmente grandi punte, ma senza quel sottobosco di atlete che possono contribuire ad una crescita generalizzata.

Di sicuro il risultato con più visibilità mondiale è stato il 9"93 dell'iguana giamaicana Steve Mullings, che nel 2011 è entrato nel palazzo della notorietà dello sprint mondiale (ma chiaramente prima non era Carneade). 1,4 il vento a favore e 7^ volta sotto i 10 nel 2011 e... nella carriera con il celeberrimo 9"80 di Eugene (gara stellare, con 6 sotto i 10") come PB. Un bel record per il meeting di Arzana. Peccato che sia mancata la sfida con Travis Padgett, suo compagno di allenamento, bannato dalla gara per falsa partenza. Sarà ancora Steve-iguana-Mullings a impressionare sui 200, gara in cui si è imposto ai trials giamaicani con 20"11 e che lo vedrà quindi nel novero della muta anti-Bolt (io lo dico: occhio a Walter il mago Dix). 20"22 con 0,2 per Mullings. Alle sue spalle, dopo circa un secondino, Diego Marani con 21"16 in leggera crescita, opposto al 21"28 di Davide Manenti il leggera flessione. Comunque: hanno centrifugato questi tempi per tutta la stagione, senza particolari svarioni, ma senza nemmeno le punte degli anni scorsi sotto i 21". Condotte stagionali e prestative praticamente speculari: peccato che non si riescano mai a vedere sui 100 o sui 400, per migliorare qualche tips che potrebbe aiutarli nel mezzo giro, come del resto i più grandi sprinter mondiali ci hanno abituato a vedere. 

400 un pò sottotono: Spence Lanforde, giamaicano pure lui, finisce il lap in 46"36, visibilmente contrariato. Del resto è un tizio che quest'anno ha corso in 45"46 e ha un 44"77 di PB. Terzo ai trials jams... sapete quale dovrebbe essere il problema? Che nessuno dei 3 jamaicani al traguardo a Kingston ha ottenuto il minimo "A" per Daegu: ergo ne va solo uno col "B", cioè il primo di quella gara, ovvero Riker Hylton. Paradossalmente l'unico ad avere il minimo "A" è Jermaine Gonzales, 44"69 quest'anno, ma che è arrivato solo 4° a Kingston. Domanda: portano lui e il vincitore Hylton? Lo scopriremo solo vivendo. Alle spalle di Lanforde, lontani qualche decimi di secondo, il duo Juarez-Galletti, al traguardo praticamente appaiati con 46"89 e 46"90. Diciamo... tutta esperienza, anche se non ce ne sarebbe bisogno, visto che traguardi a breve gittata per i 400isti italiani non ce ne sono, a meno di sviolinare un limite "B", anche se francamente ancora un pò lontano attualmente dalle loro corde. Comunque: qui bisogna darsi da fare perchè Tricca-Lorenzi sono invasati e viaggiano sulle ali dell'entusiasmo. L'anno prossimo (se non quest'anno, perchè no?), potrebbero già scendere sotto i 46". Sarebbe bello rinverdire i fasti dell'ultima vera ondata di 400isti: Nuti, Vaccari, Grossi, Aimar, Petrella... 

Sugli 800 maschili si impone il marocchino Amine El Manaaoui. Tempo? 1'46"48. Gara leprata a 51"2 sui 400, e poi spazio al duello finale tra l'ennesimo Kiplagat keniano e il magrebino, più killer nel momento topico. Terzo il "milanese-senegalese" Mor Seck, con 1'47"81, mentre quarto con un "normale" (per lui) 1'48"53 Giordano Benedetti. Giordano che visivamente sembrava già entrato in fase calante ai 550, sul rettilineo opposto a quello di arrivo e un pò remissivo nel rettilineo finale. Del resto questi sono i suoi tempi di quest'anno. Quanto davvero mancano un paio di secondi per iniziare davvero a ragionare in grande. Il fisico alla Steve Cram già lo aiuta parecchio, adesso deve aiutarsi da solo, no?

Detto che nei 3000 c'è stato un Kemboi che ha battuto un Tanui (ma è come se in Italia ci fossero solo Rossi, Bianchi e Verdi!!) sul piede dei 7'49"95, e che nell'alto si è imposto l'americano Jamie Nieto con 2,20, nel lungo si è vista la vittoria del lunghista cubano Wilfredo Martinez: 7,93. Stefano Dacastello anche in recessione: solo 7,24. Oh, non dimentichiamoci che a Torino aveva vinto i campionati italiani con 7,82. Che è successo nelle ultime settimane, visto che si annovera anche la debacle dei campionati mondiali militari di Rio (7,41 in qualificazione e 7,35 in finale)?

Tra le donne, sui 100 si impone Alexandria Anderson con 11"12 (0,6 di vento contro), quasi sconosciuta al duo Tilli-Mori (commentatori d'eccezione per la tv locale Videolina, che ha trasmesso in diretta sul canale 519 di Sky tutto il meeting... mi son reso conto perchè c'è comunque sempre bisogno di un professionista delle telecronache, anche se non ci capisce un "h" di atletica). Ma la Anderson ha fatto una gran stagione indoor, oltrechè 5^ ai trials americani e capace di un 10"91 ventoso (11"01 regolare). Battuta la jam 4 volte finalista olimpica (nonchè oro) Sheron Simpson, 10"82 di PB e 11"32 ad Arzana. Sempre troppo pericolosamente vicine ai 12" le italiane: 11"88 Giulia Arcioni, e 11"93 Aurora Salvagno, in quello che per la velocità femminile azzurra non può non essere considerato l'anno zero, ma con tante speranze per il futuro, perchè no? Nei 200 delle tre americane sotto i 23" (Tiffany Townsend 22"88, la nostra amica Alexandria Anderson 22"90 e Charonda Williams 22"97), Marzia Caravelli dimostra di essere l'attuale migliore interprete della specialità: 23"59 con 0,4 davanti alla Arcioni, 23"74. Anche qui: non sarebbe forse il caso di prendere in maniera "nazionale" i 200 come specialità "target"? Troppa gente sui 100 per emergere: sarebbe il caso di farci un pensierino.

Sugli 800 Marta Milani ingaggia un corpo-a-corpo con la russa Anastasiya Vosmerikova: entrambe lasciano la lepre al suo passaggio in 58"9 e passano in 1', dandosi battaglia di lama sul rettilineo finale. Alla fine per la Milani 2'02"91 contro il 2'03"07 della sovietica. Al quarto posto Elisabetta Artuso, classe '74, infrange ancora una volta la barriera dei 2'04": 2'03"74. Judith Varga, classe '76 2'06"45 mentre Emanuela Baggiolini, classe '72 2'09"65. Sembra che manchi davvero un ricambio generazionale sugli 800 italiani al femminile, che molto misteriosamente ha visto la scomparsa di almeno due generazioni di atlete. Che fine hanno fatto? 

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