24/07/11

Eurojunior: Tamberi Bronzo, delusione per Abdikadar

Finali:
  • alto maschile: gran bella medaglia di bronzo per Marco Tamberi, che pareggia il proprio personale a 2,25 (valicato alla terza prova) e arriva a due centimetri dall'oro del russo Nikita Anishchenkov, un ragazzone già arrivato a 2,30 quest'anno e discepolo di quella scuola russa che a Tallin ha portato tre atleti tra i primi 5. Peccato per Tamberi che si sia imbattuto nel danese Janick Klausen in giornata di grazia: personale spostato più avanti di 4 centimetri e 2,25 esattamente come Tamberi ma fatto al primo tentativo. Tamberi certifica ancora una volta tutto quanto di buono si è detto di lui, e conferma, se ancora ce ne fosse stato bisogno, l'esistenza in questo particolare momento storico-sportivo, di una tradizione italica di saltatori in alto di grande spessore. Come detto altrove il problema è che una base così vasta di saltatori talentuosi, non produca l'occasione di salti sopra i 2,30. Tra l'altro con l'involuzione della specialità subita negli ultimi 10 anni, tra i 2,30 e 2,32 ci si giocano le medaglie alle grandi manifestazioni internazionali. Sarà Tamberi la variabile impazzita del nostro sistema? 
  • 200 maschili: due italiani in finale. Bel vedere. Le batterie avevano messo in evidenza lo Shaun Stonerook dell'atletica giovanile italiana (per la capigliatura), Giacomo Tortu: 21"48, personale abbassato ulteriormente dopo il 21"51 di Le Chaux De Fonds, dietro al francese Jeffrey John che in batteria piazzava un 21"11 che lasciava intendere chissà quali deflagrazioni in finale. Vedemo che non sarà così. Terzo tempo e terza corsia per la finale. Lorenzo Angelini vinceva invece la propria batteria con 21"61 (dopo la squalifica del vincitore de facto, il polacco Zalewski... una brutta bestia per la finale). Quinta corsia per la finale. Show italiano nella presentazione: Tortu fa il fenicottero mentre Angelini si presenta con una bandana rossa e il porta Ipod sul braccio sinistro (si, ok, non è un porta Ipod, ma ci assomiglia). Sparo. Il compatto colored inglese David Bolarinwa (medagliato dietro al prodigioso francese Jimmy Vicault nei 100), nel sandwich italiano, guadagna subito su Angelini e si presenta sulla passerella finale in testa. Netto. I due italiani procedono praticamente appaiati col resto del gruppo, dal quale escono con prepotenza i due francesi impegnati nekla caccia alla volpe inglese. Bolarinwa piomba sul traguardo. Netta vittoria in 21"07. Il grande sconfitto è il francese John: 21"24 e addirittura terzo, superato dall'altro galletto Pierre Vincent. Poi arriva l'allegra brigata Kluczynski-Angelini-German-Tortu, tutti sulla stessa linea sul piede del 21"50. L'occhio elettronico li piazzerà in questo ordine, con Angelini 21"54 e Tortu 21"55. Grande prova comunque per i due azzurri. Per concludere: male Luca Valbonesi, uscito in batteria con un tempo che proprio non gli appartiene: 22"15.
  • 200 femminili: settima Gloria Hooper, con 23"95, ma che quest'anno nelle super condizioni di Bressanone era arrivata anche a 23"61. Strano non averla vista anche sui 100, dove magari avrebbe ottenuto qualche cosa di decente. In finale Gloria Hooper si rende autrice di una partenza da allucinazione nel pieno del Deserto del Sahara. Ottava corsia (in batteria aveva ottenuto 24"00 escludendo per un solo centesimino Irene Siragusa). Sparo e... Tempo di Reazione tipico di una maratona in montagna: 0"328 (in pratica cede già quasi due decimi a tutte le altre concorrenti). Poi, chissà cosa avrà pensato, nei primi due appoggi non si mette proprio in moto e dopo cinque metri è già risucchiata dalla competitor in settima corsia. Gara andata, irrimediabilmente. Poi il talento, enorme, la porta a tirar fuori dal cilindro un 23"95 nemmeno tanto male. I due decimi persi l'avrebbero fatta sicuramente essere più nel vivo della gara, e il bronzo era issato a "solo" 23"55. In batteria fuori le altre due italiane: la già citata Irene Siragusa, che ha sciabolato un pazzesco 24"01 per lei, visto che aveva 24"33 di personale (dati Fidal)! Non bene invece Anna Bongiorni, che di fatto ha invertito il ruolo con la Siragusa: 24"33 quando aveva poco meno di 24" quest'anno. 
  • 1500 maschili: delusione per Mohad Abdikadar che consideravo come l'arma segreta della spedizione italiana. La freccia argentata che si sfodera solo per le grandi occasioni. Certo, sono ragazzi, ma la speranza è che atleti come Mohad, che dominano la stagione in Italia, poi siano fenomenali anche a livello europeo. Alla fine giunge al traguardo ottavo con 3'49"32, in una gara "strana". Parte e va in testa, e sembra apparentemente voler imporre una gara tattica, tanto che il passaggio ai 200 risulta più o meno attorno ai 31", ma rompe gli indugi il tedesco Marcel Fehr, che si si mette a fare la lepre a tutto il gruppo a ritmi da 3'40" sul 1500. Mohad sembra essere sulla gara fino a circa i 700/800 metri, poi si scompone, si cominciano a vedere "buchi" che non riesce a chiudere con i tre o i quattro di testa. Quindi comincia inesorabilmente ad essere fagocitato dal gruppo, piombando nell'anonimato e iniziando a ciondolare vistosamente la testa. Crisi? Ritmi troppo elevati? Non lo so. Rimane il piazzamento e il tempo. Sarà per la prossima: l'insegnamento delle gare internazionali e soprattutto delle sconfitte è quello di diventare consapevoli che c'è tanto lavoro e fatica per primeggiare e che, soprattutto, gli altri non ci stanno a guardare.
  • marcia maschile: Qualche sprazzo di sole dalla marcia maschile, disputata sui 10 km. 5°, 7° e 17° gli azzurrini, anche se naturalmente fino a qualche anno fa ci eravamo abituati a portarci a casa la medaglietta. 5° Massimo Stano con 43'24"52. Anche correndo sul piede del personale, non sarebbe cambiata la posizione. Quindi, sufficienza piena. Leonardo Dei Tos, come tempi equivale a Stano, e giunge al traguardo con 43'50"31. Ci sta il tempo e la posizione, visto che sotto questo tempo ha marciato solo due volte (una molto vicina a 43"42"). Insufficiente invece Filippo Girardi, che ha peggiorato di oltre due minuti i suoi standard giungendo in fondo al gruppo in 46'00"41. Probabilmente qualche malessere. 
  • martello femminile: nono posto per Francesca Massobrio con 58,02 e prova non certo esaltante: contando anche le qualificazioni, è la nona prestazione della Massobrio nel 2011 che in due circostanze in questa stagione aveva superato i 60 metri. 
  • peso femminile: dopo aver raggiunto la finale Francesca Stevanato con 14,34 e 11^ posizione nelle qualificazioni, in finale la ragazza continua con l'apatia e termina 11^ con 14,28. Quest'anno la Stevanato vantava anche un 15,08, che l'avrebbe portata molto a ridosso delle otto migliori. 
Qualificazioni:
  • 400hs maschili: nella seconda semifinale Jose Bencosme De Leon, rischia moltissimo: 4° con 50"84, comunque vicinissimo ai suoi massimi livelli del 2011. Nella prima serie, quella in cui Lorenzo Veroli ormai soddisfatto per il suo europeo (personale in batteria) ha fatto presenza in 53"20,  avevano chiuso forte il tedesco Kongsmark e l'estone Magi, sotto i 50"70. Nonostante tutto, Bencosme si presenta in finale col sesto tempo, a soli 23 centesimi dal migliore, con la piccola fortuna di avere comunque guadagnato la seconda corsia.
  • triplo maschile: 15,08 e per 5 centimetri addio finale. E' la storia dell'Europeo junior di Daniele Cavazzani, che quest'anno aveva saltato (possibile? Una sola gara?) a 15,68. Sfortunato. 
  • disco maschile: una vera e propria Caporetto. Tre atleti, tre usciti direttamente dalla porta di servizio delle qualificazioni. Antonio Laudante uscito con 3 nulli, ultimo e penultimo del seeding Stefano Petrei e Giacomo Grotti rispettivamente con 47,15 e 44,52. Petri di fatto raggiunge quasi il suo personale (è 47,16): quindi, diciamo che il livello tecnico era troppo al momento per lui. Grotti quest'anno aveva 47,02. Comunque, l'idea è che forse in questa specialità, anche i migliori atleti italiani sono molto lontani anche dalla sola finale, che si raggiungeva a quasi 54 metri. Ma c'è gente che in qualificazione ha superato anche i 60... 

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