11/07/11

Birmingham: Asafa 9"91 - la Pearson 12"48 sui 100hs - brutte prove per Schembri e Lamera

Periodo della stagione dei meeting che procede come un rullo di tamburo. Quasi impossibile seguire tutti gli appuntamenti con puntiglio. In pochi giorni infatti si è assistito ai meeting di Parigi, Madrid e ora quello inglese, che presentava un cachet di atleti decisamente straripante. Naturalmente l'occhio di bue se lo conquista Asafa Powell, che in assenza (al momento) di un vero e proprio titolo da poter esibire ai posteri, si accontenta di rimpinzare le statistiche delle volte che è sceso sotto i 10": a Birmingham si è arrivati alla volta n° 73 e 74 (ma datemi il beneficio di inventario per favore) regolari, più 6 volte col vento sopra la norma: in pratica è già a quota 80. Qualche tempo fa con una piccola statistica indicavo come Asafa, da solo, avesse corso il 15% delle volte totali in cui l'Uomo è sceso sotto i 10". Nella terra di Albione, il conto aumento di due unità, e se non altro, in assenza di medaglioni con un certo peso internazionale, potrà entrare in una sorta di Hall Of Fame come il primo atleta a toccare quota 100. Gli basteranno un paio di stagioni a questi ritmi.  
Appunto: probabilmente succedeva anche prima: certo che è singolare che da quando ho iniziato a pubblicare i numeri delle volte sotto i 10" diversi media abbiano fatto altrettanto.
Comunque... 9"91 (in finale) e 9"95 i suoi nuovi canestri da 3. In finale addirittura in rimonta su Nesta Carter, e Michael Frater, entrambi esclusi eccellenti dei trials giallo-verdi. Un "gioco" fin'ora sconosciuto ad Asafa, che ha sempre costruito le proprie gare sui micidiali drive. Che sia la volta buona per Daegu e con un Bolt che non sembra il venusiano che ci aveva smascellato nel 2008 e nel 2009? Comunque (bis)... che Nesta stesse bene negli ultimi giorni si era pure visto in giro per le Track europee. E così è stato che Carter stampa per gli Annales un 9"93. 10"01 invece Carter. Se non fosse per la mia stupida e castrata connessione internet degli ultimi giorni, potrei dirvi anche quante sono le volte in cui Powell e Carter sono scesi sotto i 10". Sarà per la prossima. 
Vi sottopongo all'attenzione anche il 10"09 e 10"22 in finale di Keston Bledman, per un motivo: si allena nel gruppo di Tyson Gay (operato in questi giorni ad un'anca). Dopo le controprestazioni dell'altro compagno di ventura Ashmaede ai trials giamaicani (dopo una prima parte di stagione scoppiettante), c'è forse da porsi il dubbio che qualcosa non abbia funzionato come avrebbe dovuto da quelle parti. 
Nei 100, e scusate se mi dilungo, si rivede il "master" Marlon Devonish (classe 1976): 10"19 e 10"25 in finale. Meglio dei più quotati connazionali Harry Aikines-Aryeetey. Craig Pickering, Christian Malcolm, Mark Lewis Francis: la velocità inglese al momento è in un periodo di "crisi" (avessimo noi quella crisi). A tener il vessillo della Union Jack issata a prua per ora c'è il solo Dwain Chambers, mentre il resto del movimento o è troppo "maturo" o troppo "acerbo". Era proprio l'anno in cui approfittarne in chiave staffetta. 
Negli 800 metri la lunga sfida Rudisha-Kaki, aggiunge un altro capitolo. Nel viaggio che porta a Daegu, Abubaker Kaki prende qualche altro punto dalla vittoria a Birmingham con 1'44"54, staccando la concorrenza guidata dal polacco Marcin Lewandoswki (1'45"47). Rudisha nel frattempo cerca di migliorare i suoi standard. 
Singolare nel dolicos, ovvero i 5000, come faccia decisamente paura al mondo africano il britannico Moh Farah (13'06"14): non c'erano keniani a Birmingham, ok. Ma c'era qualche etiope come Imane Merga, solo terzo con 13'07"63. Sorprendono sempre più gli americani, e in particolar modo Galen Rupp, giunto secondo e al personale con 13'06"86.
Aumentano anche le azioni in vista di Daegu per l'inglese David Greene, che ha battuto Bershawn Jackson di 2 centesimi. Prima gara (o seconda, non ricordo) di Jackson ad un certo livello, in una stagione dove ha sfiorato anche i 50". Evidentemente sta preparando solo un appuntamento, e certo non era quello di Birmingham. 48"20 a 48"22 il risultato. Felix Sanchez arriva al SB con 49"59, ma è troppo lontano dal resto del mondo che "conta" per vincere una medaglia in Corea. 
Nel triplo avviene l'imponderabile. Teddy Thamgo si prende una strigliata senza precedenti: solo 16,74, che per lui è come lo sprint per prendere il pullman la mattina. Motivi, francamente, non li conosco. Lontanissimo l'inglese Phillips Idowu, capace di vincere la gara ed arrivare a 17,54, davanti al cubano Alexis Copello, 17,12. Che la gara abbia avuto qualche cosa di "strano" lo dimostra il 16,40 di Fabrizio Schembri, molto al di sotto dei suoi standard delle ultime esibizioni. Ma ancor di più il 16,11 di Marian Oprea
Nel giavellotto miglior prestazione mondiale annuale per Andreas Thorkildsen: 88,30
Tra le donne, 200 metri ancora in cerca d'autore. Carmelita Jeter, dopo la sconfitta dei Trials Usa, si prende una scoppola anche a Birmingham. Terza con 22"62. Prima Bianca Knight che proprio ai Trials aveva dato la giornata libera alle proprie gambe, rimanendo fuori dal novero delle tre. Qui 22"59, come Marshevet Myers, che invece a Daegu ci andrà. La 35enne Debbie Ferguson McKenzie scende ancora sotto i 23": 22"93, mentre Ivet Lalova si arena a 23"00
Nei 400 la più in forma del momento, e lo dimostra, è Amantle Monthso. 50"20 per la millesima volta. Come detto, la mia connessione internet fa le bizze, ma la Monthso ha un PB attorno ai 49"8 e ha corso una quindicina di volte tra quel tempo e 50"30. Afflitta come da Vistalli dal morbo periodizzante. Sanya Richards (51"11) è l'ombra di sè stessa, ma a questo punto è quasi probabile che sia il suo annus sabbaticum, in vista di Londra 2012. In generale, sia tra gli uomini che tra le donne, il livello è molto calato. Ad esempio le russe sui 400 sono letteralmente sparite dalla circolazione, quando l'anno scorso erano in 6 sotto i 51", di cui un paio sotto i 50". Le americane, a partire da Allyson Felix, decisamente sottotono. Ok, i mondiali sono a fine agosto, ma lo stesso è il primo anno che in tutta la stagione si va così piano.
Tempo pazzesco di Sally Pearson sui 100hs: 12"48, miglior tempo mondiale dell'anno e record dell'Oceania. Ora l'australiana scatterà in pole a Daegu, ma mai come quest'anno i rapporti di forza son cambiati ad ogni gara. Sulla scia della Pearson, l'americana Danielle Carrutthers sigla il PB con 12"52. La numero uno al mondo per All-Athletics, Kellie Wells, arriva addirittura quarta con 12"80
Nell'alto Blanka Vlasic vince con 1,99, ma insomma, eravamo abituati a prestazioni con un due-virgola fino all'anno scorso. Vado a memoria: quest'anno la croata probabilmente non ha mai oltrepassato i 2 metri. Stessa misura per Anna Chicherova, tornata in auge proprio in questa stagione. Male Raffaella Lamera, ultima con 1,79. Probabilmente il sogno mondiale si interrompe qui.  

Nessun commento:

Posta un commento