01/07/11

Gazzetta, altro giorno, altra batosta per l'atletica: tocca a Fausto Narducci

Non passa ormai giorno che la nostra vituperata atletica si becchi un bel colpetto dalla Gazzetta dello Sport. Bè, diciamocelo sottovoce: è come sparare sulla Croce Rossa, non è che ci voglia così tanto. Dopo l'anatema di un paio di giorni fa da parte di Andrea Buongiovanni sui soli 8 atleti azzurri col minimo, col contemporaneo minimo storico di atleti "mondialabili" (22), quindi le incredibili notizie di ieri nel "taccuino" della rosea dove si dava atto di come   Filippo Di Mulo sia completamente fuori controllo (dopo una notte di riflessione sono giunto alla conclusione che il Prof Uguagliati non sia così incolpevole nel lasciarlo fare) ecco oggi che la Gazzetta mefistofelicamente pubblica nello spazio di Fausto Narducci qualche lettera di atletici appassionati letteralmente inviperiti (penso sia la punta dell'iceberg) per come si sia ridotta l'atletica de noiarti
Basta clikkare sull'immagine per leggersele. Mi scuso se pubblico un'altro spezzone della Gazzetta e se non avessi tale consenso (non ho letto la solita dicitura "riproduzione riservata" e mi sono preso questa libertà) mi si mandi serenamente una mail a gigaben@yahoo.it, che la si rimuove immediatamente. Naturalmente come sia l'andazzo lo dimostra senza dubbio alcuno il modo in cui Di Mulo abbia libertà di umiliare gli atleti che si conquistano le coccarde nelle trincee, imponendo un metodo "strano", dove vengono premiati quelli che si nascondono nelle retrovie e che quando c'è la "carica" stanno a guardare intimoriti ed infognati nelle buche quanti morti e feriti farà il nemico sul campo di battaglia per sbucare a battaglia finita. 
Il Metodo Di Mulo, appunto, che nel passato tante vittime (ragazzi) ha fatto nel settore velocità, tanto da portarmi a chiedere: possibile che questo personaggio ci debba traghettare fino alle Olimpiadi? 
Come dicevo qui sopra, scopriamo le carte, dai: secondo voi il CT della Nazionale di Calcio, Cesare Prandelli, lascerebbe che il portiere titolare in una ipotetica Finale di Coppa del Mondo venisse scelto dall'allenatore dei portieri?
No, perchè è proprio questo che sta succedendo nell'atletica italiana: il responsabile della velocità (ed incredibile ma vero, sembrerebbe pure degli ostacoli) impone le scelte al CT della Nazionale. Ma fossero scelte oculate, per carità, non ci pioverebbe: ma qui si parla di atleti fuori forma, che non si presentano ai campionati italiani (che dovrebbero invece essere obbligatori), che non sono nemmeno tra i primi 30 delle liste italiane dell'anno, che appartengono alle scuderia o entrano nella rete di influenze di qualcuno, che fanno i tempi in allenamento e per questi "valere".
Ragazzi: c'è una certa Tiziana Grasso (adesso basta difendere la sua ingenuità... l'ho fatto per troppo tempo) che fa parte della nazionale azzurra e ad oggi nessuno ha ancora capito con quali titoli sia stata selezionata, stante le continue prestazioni non certo inseribili tra le prime 4, o 5, o 10 dello sprint italiano. Si diceva perchè era una brava 200ista (che di solito indica una buona fase lanciata... caratteristica che in qualche modo ha, visto che il suo barcamenarsi tra 200 e 400) e invece la si è vista addirittura schiaffata in prima frazione della 4x100, sintomo di un delirio generale che invade ormai il settore tecnico, che è in mano sì ad una persona, ma che Bontà dei Santi, è sostenuto e perorato dal CT! 
Chi l'ha voluto il Mourinho di Catania? Non certo noi. 
Ma poi... Uguagliati cosa fa durante queste scelte? E' solo il notaio delle scelte di Di Mulo che mette la firma in calce alle sue "operazioni"? Ma noi ci possiamo permettere ancora un metodo Di Mulo l'anno prossimo, anno olimpico, quando proprio questo era l'anno in cui far crescere i talenti nella e per la 4x100? Chi portiamo a Londra? E non fatemi fare nomi perchè dovrei citare gente che è riuscita a correre in 10"80 a Firenze in Coppa Italia! Ma ci rendiamo conto che la Giamaica non porta a Daegu gente come Frater che corre in 9"88 (proprio ieri sera), e noi ci permettiamo di trasportarne uno che corre un secondo in più?
Possibile che una medaglia d'argento affogata nelle decine di catastrofi sparse in questi ultimi anni, valga più di un progetto in cui far crescere i giovani in vista delle olimpiadi? 
Comunque, tornando alle lettere: la base è inferocita. I tecnici sono inferociti (in quanti mi hanno contattato...) anche perchè non c'è più nulla di sicuro con questa gestione. Sono stati spazzati via i punti di riferimento di un'attività che in teoria dovrebbe basarsi sui cronometri e sui metri. Con l'attuale gestione non contano più: anzi, meglio non farli vedere o peggio ancora spacciare come significativi i tempi fatti in allenamento. Davvero a questo punto mi metto in competizione anche io per la staffetta olimpica: cosa bisogna fare? Che politico devo muovere per arrivarci? Sembra davvero che l'atletica italiana abbia fatto un bagno nella peggior politica che ha prodotto il Paese in questi anni 
Non c'è stato un solo provvedimento che sia andato a favore in questi anni della diffusione dell'atletica: solo provvedimenti a favore di qualche società (civile) che in questo periodo ci stanno marciando fin troppo alle spalle dello Stato (che gli presta i propri atleti, pagati dai contribuenti... dopo che lo Stato glieli ha rubati: ma di questo perverso meccanismo partorito dalla Fidasics ne ho già parlato diffusamente). 
I campionati italiani di Torino sono l'epitaffio ai tragici e fatali mandati di Arese, all'immobilismo di idee che ha portato a puntare tutto (disinvestendo sul resto) solo su 5/6 punte (Schwazer, Di Martino, l'eterno Howe, Gibilisco, Donato, Vizzoni) che se per una inopinata serie di sfortunati eventi avesse fallito (puntualmente accaduta) avrebbe gettato l'immagine dell'Italia nel fango mettendo a nudo il nulla di un movimento fatto per il 55% da Master, il 35% da esordienti tesserati come tutti sappiamo e il restante dalle categorie che dovrebbero "fare" l'atletica italiana.
Si passa infine all'immobilismo consapevole del CT Uguagliati che ha dato modo ad un soggetto ormai privo di ogni controllo di adottare i propri metodi utilizzando una maglia che ci rappresenta tutti, e che forse non ha ancora capito, non è sua. 
Quella azzurra. 

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