02/07/11

Nembro: l'epurato Riparelli 10"26 - Derkach imperiosa a 6,55 - Abate 13"69 sui 110hs

Su una pista che non brilla per velocità, in una giornata in cui mediamente gli sprinter sono andati molto più lenti rispetto alle ultime loro prestazioni, si erge come un monumento alla situazione italiana, il 10"26 di Jacques Riparelli (e un 10"33 in finale), che, stando ai nudi dati, è il secondo tempo italiano dell'anno, a soli 4 centesimi dal 10"22 di Emanuele Di Gregorio di Hengelo. Peccato la macchia della finale dei campionati italiani assoluti, perchè altrimenti non ci sarebbe assolutamente nulla da eccepire sulle vituperate frazioni della 4x100. Per dar spessore alla prestazione di Riparelli, citiamo qualche dato: Nicola Trimboli ha corso in 10"82 e 10"89, cioè rispettivamente la 11^ e la 12^ prestazione personale stagionale (culminata con un 10"68). Fabio Squillace (secondo in finale) ha corso invece 10"70 e 10"79 cioè la terza e la quarta prestazione dell'anno (su 5) con un SB a 10"64. Galbieri addirittura 10"89, cioè la peggior prestazione dell'anno. Andiamo avanti o vi fidate? Tutto questo per dire che in altre condizioni (magari quelle che troveranno nella Donnas di Svizzera, quella Le Chaux de Fonds dove si è rintanato un manipolo di fuggitivi) il tempo sarebbe stato assai inferiore: quasi sicuramente sotto i 10"20. Ma non lo sapremo mai, lasciandomi però questa certezza personale. 
Altro risultato-copertina, è il 6,55 (con 1,6) nel salto in lungo di Darya Derkach, che rappresenta (vox Fidalis) la seconda prestazione mondiale di categoria. Peccato che un gioco di veti incrociati non possa permettere alla ragazzina di esibirsi nel consesso internazionale, nella speranza che possa vestire un giorno la maglia azzurra. Da amanti puri dell'atletica, sarebbe da consentire alla ragazza di gareggiare e divertirsi e dimostrare già adesso, anche da ucraina, quanto è forte. 14 centimetri in più del 6,41 di Tania Vicenzino, neo campionessa italiana... voglio dire, meglio di così? Il 6,55 pareggia la misura del record italiano junior di Maria Chiara Baccini, che seppe saltare quella misura ad Annesy nel 1998. Una meteora. Cosa ci vuole ancora per veder Darya italiana? Qualcuno lo sa?
Terza prestazione degna di nota il 13"69 di Emanuele Abate con 0,5 di vento contrario e ad un solo centesimo dal SB di 13"68 di Ginevra. Tra l'altro prestazione anticipata da un 13"73 in batteria a conferma di una gran forma cui manca probabilmente l'acuto. Stefano Tedesco continua invece il suo momento grigio: 14"00 in finale.
Nei 100 femminili prima (almeno, a mia conoscenza) sfida tra Gloria Hooper e alcune velociste di primo piano dello sprint italiano: batterie in chiaro-scuro, con Aurora Salvagno a trovare la pole (per le italiane) con 11"78, seguita da Alloh (11"85), Arcioni (11"87), Hooper (11"99) e Strati (12"00). Nella finalissima, corsa con quasi due metri contrari e vinta da Agnes Osazuwa in 11"72, Salvagno seconda con 11"94, e Hooper (11"99) davanti ad Arcioni e Alloh. Gerarchie fluidificate.
E poi c'è il 78,10 di Leonardo Gottardo nel giavellotto, con gli altri abituali competitors in recessione. Sfondata per la prima volta la barriera dei 78 metri, dopo un PB fissato a 77,77 a metà maggio. 
Isalbet Juarez domina i 400 con 46"57, dimostrando di essere granitico su quei tempi: servirebbeora avvicinarsi ai 46" per dare un mano a Vistalli a sostenere in maniera decisiva le aspirazione della 4x400, che da un oro europeo indoor è letteralmente crollata nel ranking internazionale. Marco Lorenzi secondo in 47"24 e stranissimo trend di risultati: solo a Bressanone, per ora, l'unico e super sub-47" (46"39) e poi tutte prestazioni sopra i 47". Negli 800 Mario Scapini (secondo dietro Wagne) precede Lukas Rifesser (1'48"05 contro 1'48"20), ma siamo ancora lontani da prestazioni utili e convincenti per i mondiali. 
Nicola Ciotti rimette la testa sopra i 2,20 (2,20 preciso), e Andrea Lemmi si porta a 2,17
Laura Bordignon lancia nel disco ancora con un periodico 55 davanti alla virgola (55,04). 800 femminili invece che vedono la vittoria di Annet Lukhuyi (2'05"75) e dove Daniela Reina si prende una piccola rivincita su Elisabetta Artuso dopo la sconfitta patita agli italiani, anche se su livelli ancora non internazionali. 2'06"16 e 2'06"48.

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