04/07/11

Stecca la 4x100 in altura: e adesso chi se ne va?

Lo sapete tutti, ormai, penso. Il progetto ben architettato e studiato nei minimi particolari per tre settimane è fallito. Naufragato. Kapputt. La 4x100 italiana pupilla del Mourinho dell'atletica italiana ha perso per la seconda volta consecutiva in 20 giorni il testimone a Le Chaux de Fonds, in Svizzera, e se tanto mi dà tanto, ora l'escluso di turno dovrebbe essere Simone Collio che portava il testimone a Emanuele Di Gregorio, per la nuova regola inaugurata a Stoccolma per la quale la colpa ricade sempre su chi porta e non su chi parte, rivoluzionando anni di credenze e detti popolari. 
La nostra staffetta, una delle poche "speranzucce" (quanto meno di finale) a Daegu, si sta squagliando inesorabilmente, dilaniata da contrasti interni, obnubilamento generalizzato, condizioni fisiche ondivaghe dei protagonisti, assoluta assenza di serenità ma quel che più conta, dalla gestione iniqua e priva di costrutto (contro chi quest'anno ha corso più forte e contro quindi il senso stesso dello Sport) di Filippo Di Mulo e di chi lo ha tutelato fino ad oggi. Perchè se Di Mulo ha dettato legge fino ad oggi, nonostante il ruolo secondario nella struttura federale, vuol dire che glielo si è lasciato fare. Di chi è colpa quindi?
Speriamo davvero che questa sia la pagina finale del mandato del catanese, che come vuole la Legge dello Sport, dovrebbe avere la decenza di dimettersi come qualsiasi allenatore dovrebbe fare di fronte ai continui disastri sportivi, per permettere a chi lo sostituirà di avere il tempo di creare un gruppo nuovo per le Olimpiadi di Londra l'anno prossimo, che sia convinto, basato su regole certe e trasparenti. Mi rendo conto che un pizzico di pressione gliela si sia messa addosso anche noi, squarciando il velo di silenzio che aleggiava da anni sulla gestione tecnica della velocità italiana. Ma era necessario che almeno chi casualmente accedesse a questo sito avesse consapevolezza di quello che stava succedendo sotto gli occhi di tutti.
Ma torniamo un attimo con la mente a Stoccolma per ricordare quel risibile attacco a Bragagna "reo" di aver detto che "Collio aveva sbagliato". Un'intera centuria con livrea Fidasics schierata a testuggine contro Don Chichotte e Sancho Panza, ovvero Bragagna e Monetti, rei di avere additato un intoccabile, o meglio, di aver messo il dito nei meccanismi delicatissimi creati ad hoc per un gruppo di persone che non si sarebbe dovuto sfaldare. Le ragioni non le conosco, ma loro evidentemente la pensavano e la pensano tuttora così. Un suicidio in diretta per chi si è esposto contro la Rai, che forse poteva/doveva semplicemente infischiarsi di un evento che sta nell'ordine delle cose (quante staffette si sbagliano?) ma che per salvaguardare il gruppo aveva dovuto sacrificare davanti al mondo un atleta forse troppo onesto. 
Siccome Franco Bragagna è solito dire ciò che gli passa per la mente e quindi fare anche un pò di salotto (altrimenti le cronache le farebbe il solo Monetti, a ricordarci i passaggi ai 400 col suo cronometro e ricordandoci che il risultato o l'atleta è "sicuramente importante") le sue affermazioni destabilizzarono l'establishment, che maldestramente corse ad accusare e... scagionare. Ma non vestivano tutti la maglia azzurra quei ragazzi? O qualcuno aveva la maglia più azzurra degli altri?
La prima vittima sacrificale è stato quindi Jacques Riparelli, espulso con ignominia dai quartetti veloci urbi et orbi. La cosa strana è che proprio questo sabato il padovano corre in 10"26 e non a Le Chaux De Fonds (ove era iscritto) o a Donnas, ma a Nembro, che è una pista normalissima, dove un 10"26 è tempo che probabilmente ad altre altitudini e latitudini avrebbe avuto altro spessore. 
Si è passati poi per lo sconcerto (mio soprattutto) per i campionati italiani assoluti, che dovrebbero essere condizione necessaria per partecipare alle grandi manifestazioni internazionali dei nostri atleti (a meno di infortuni, naturalmente). Alcune menti fini hanno congetturato che la contemporanea e sospetta assenza di Roberto Donati e Maurizio Checcucci fosse stata "studiata" a tavolino, per non permettere ai due di prendersi bastonate da chi poi avrebbe potuto pretendere (a ragione) un posto nella 4x100. Togliamo pure la formula dubitativa sull'eventualità che quei qualcuno (Riparelli, Cerutti e lo spauracchio Tumi) avrebbero potuto batterli. Li avrebbero battuti e non solo loro. 
I tempi ottenuti ieri nel meeting Svizzero in altura in condizioni super-favorevoli (10"40 per Checcucci e 20"93 per Donati) ci dicono due cose: la prima è che non erano infortunati una settimana fa a Torino; la seconda è che, sempre a Torino, non erano "fuori condizione" almeno per i loro standard e non si capisce quindi se persone stipendiate dallo Stato e pagate da noi contribuenti possano bellamente infischiarsene di "venire a lavorare", visto che correre è il loro lavoro e gli italiani assoluti sono il lavoro per eccellenza per uno sportivo militare; la terza è che, se le prime due condizioni sono soddisfatte (qualcuno le smentisca), i suddetti hanno davvero focalizzato la preparazione per Le Chaux de Fonds, che è risaputo essere pista veloce, col vento generalmente a favore, e posta a 1000 metri di altitudine. Ad ognuno le proprie valutazioni.
Tutto ciò non mi impedisce quindi di vedere in tutto quello che è successo nelle ultime tre settimane un gigantesco disegno ben studiato, figlio delle circostanze (ovvero la scarsa forma degli uni, e la ottima forma degli altri come Tumi, Riparelli a corrente alternata e ora... Cerutti) e che per essere portato a termine aveva bisogno di certe contromosse ed un percorso ben definito che si sarebbe concluso con un super-tempo nella 4x100 di ieri. Quello sarebbe stato il trampolino di lancio che avrebbe proiettato il gruppo a Daegu.
Disegno che ha un'impronta digitale ben evidente sulla scena del crimine, perchè è un modo di considerare l'atletica in maniera avulsa rispetto ai cronometri e alle leggi non scritte dell'atletica. L'amicizia che a noi ingenui ci insegnavano di rispettare fuori dalle piste, perchè sulle corsie rosse vige sempre e comunque la Legge della Giungla, mors tua vita mea, in Italia, per la 4x100 italiana è stata riabilitata: lì, come nella peggior politica odierna, vige il Currit Amicos, non hostes. Spazio agli amici. 
Ma il diavolo fa le pentole e non i coperchi e questo sarebbe dovuto essere noto come il fatto di non contrariare i giornalisti della Rai se non si vuole che questi ti sputtanino davanti al mondo intero. E quando non c'è serenità, trasparenza e i principi imprescindibili di questo sport vengono stuprati, il Dio Onnipotente dell'Atletica sacrifica in maniera plateale le proprie vittime. E mai come questa volta chi tutto questo ha architettato, tessendo la propria ragnatela giorno per giorno, ora si ritrova con un misero pugno di mosche tra le mani e un paio di atleti che adesso non potranno più essere presentati in una staffetta (a meno che si rimettano a fare gavetta come tutti gli altri ottenendo i propri tempi al cospetto degli altri) per ovvi motivi. Ma voi ditemi come sarà adesso possibile schierare un Checcucci di fronte ad un Cerutti (in qualsiasi posizione della staffetta), che a Le Chaux ha corso due volte in 10"22, (battendo due volte Di Gregorio e una Collio) tempo che il fiorentino non ha mai corso, avendo un unico 10"26 nella propria carriera corso poi nel 2009, due anni fa? Ma a chi potrebbe venire in mente questa perversa staffetta? Chi si vuole prendere in giro? 
Volete ridere? Andate allora a leggere la nota della Fidal sulla gara. Ora, per la prima volta Di Mulo commenta una gara catastrofica dicendo che fino a metà "erano davanti agli inglesi" che a loro volta sono stati squalificati. Si continua cioè la creazione e la legittimazione di un mondo atletico fatto di parole e non di fatti, dove contano i tempi in allenamento e non quelli in gara (come il 46"76 di Licciardello sbandierato sulla Gazzetta... e chi glielo avrà detto ai giornalisti? E a noi che ce ne importa se il siciliano corre in meno di 47" sui 400... in allenamento?), dove le sensazioni di Di Mulo contano più dei cronometri e degli errori; e ora assistiamo all'ultimo disperato tentativo di difendere il "gruppo" sostenendo l'insostenibile. Tradotto nel gergo Di Muliano significa che Donati e Collio sono andati fortissimi... quindi ripresentabili. Baggianate. 
In realtà è il momento che qualcuno alla Fidal prenda una decisione (quelle che mancano da 7 anni) in un panorama generale di abbandono, dove non c'è una sola idea che possa aiutare a risollevare le sorti di questo sport. Lo sprint non è ai livelli dell'anno scorso, e se anche si sono visti là in cima tempi sotto i 10"30 (Cerutti due volte 10"22 e il 10"26, 10"27 di Di Gregorio), in realtà non sembra che il gruppo sia molto performante, considerato proprio l'ambiente in cui quei tempi sono stati ottenuti. Le condizioni di Daegu sono più assimilabili a quelle di Torino, non certo di Le Chaux. 
Alla fine probabilmente si sta perdendo tempo su un'opportunità (la 4x100 azzurra) che non è nemmeno più tale, ma che proprio per questo dovrebbe essere rifondata su basi diverse già in ottica 2012, con persone diverse, giovani, e soprattutto con metodi più trasparenti.
Naturalmente per farlo mi sembra giunto il momento che il Signor Di Mulo se ne vada e che si torni a parlare di sport in maniera dignitosa e conveniente. Naturalmente sarebbe opportuno che se ne andassero altri con lui, ma sarebbe di sicuro un buon inizio. 

3 commenti:

  1. Salve, non entro nel merito del post perche' condivido ogni riga, ma da semplice apassionato mi chiedo: Cerutti, per esempio, che dice? come la prende? Quanto possono lamentarsi gli atleti di queste decisioni?

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  2. Ciao, vorrei chiedere, e adesso? quali sono i prossimi appuntamenti per la 4x100 ? il minimo/qualificazione per i mondiali ce l'abbiamo?

    ho paura che non correranno piu'...e ai mondiali, nel caso, correranno i 4 del record.....

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  3. e se il motivo fosse, come successo in passato, che certe esclusioni sono dovute al fatto che il gruppo attuale è più fedele a certe pratiche poco lecite nello sport ?
    E' solo una mia idea che prende spunto da episodi passati , nell'atletica e in altri sport.

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