21/07/11

Pistorius ai raggi X da... Queenatletica

Oggi è una giornata abbastanza tranquilla (fino a questo momento) dal lato minacce di querela. Quindi abbiamo un pò più di tempo per dedicarci all'atletica atleticata. L'impresa dell'anno, prima che inizino i campionati mondiali di Daegu, l'ha fatta di sicuro l'altra sera a Lignano Sabbiadoro Oscar Pistorius, un tizio che è arrivato nel mondo dell'atletica mondiale come fenomeno accolto con quel misto di pietismo e curiosità tipico del nostro modo di pensare e che ora è temuto dai migliori quartermiler del mondo. Noi di Oscar ce ne eravamo già occupati qualche mese fa grazie ad un'intervista ad un tecnico che segue l'atletica paralimpica, Marco La Rosa, all'indomani di quello che già allora sembrava un tempo clamoroso: 45"61. Si era disvelato un mondo molto più complesso di quello che si crederebbe, fatto solo di un paio di blade d'acciaio che fischiano ritmicamente sulla pista. 
Ciò che mi colpì e sulla quale non si fa molto caso, era la questione della monoamputazione e bi-amputazione. Qui il passaggio di Marco (a questo link l'articolo integrale di allora):

"Come ci eravamo già detti tempo fa, ti avevo evidenziato l'enorme differenza di atleti con amputazioni mono o bilaterali e quanto queste due "storie" debbano essere vagliate attentamente per fare delle considerazioni oggettive sulle prestazioni di un atleta con protesi. La monoamputazione determina la ricerca di un piede con pari-risposta elastica da parte della gamba amputata. Significa un'altezza paritetica tra i due arti. Vuol dire ricercare la regolazione di risposte tra un arto meccanico e uno biologico e questo impegna moltissimo del tempo da destinare agli allenamenti. Senza poi dimenticare le variabili legate al peso dei due arti: insomma la monoamputazione, nel campo dello sport Paralimpico, è paradossalmente peggio della bi-amputazione. Insomma...una bella guerra! Incredibilmente nella bi-amputazione questi limiti vengono addirittura valicati. Ti faccio questa domanda, ammetto un pizzico provocatoria: quanto è alto Oscar Pistorius? Paradossalmente... quanto vuole! Certo che un assetto di corsa con un baricentro molto alto nei 400 mt determina una splendida ampiezza di passo e conseguente mantenimento di alta velocità. E' fisica. Mi domando perchè queste cose non siano state vagliate in tutti i vari test e chiacchiere degli ultimi anni".

Il fenomeno-Pistorius ha avuto un'incredibile effetto trascinamento su moltissimi ragazzi che hanno avuto nella vita la sfortuna di essere amputati. E' stato un vero e proprio sdoganatore di un modo di pensare anche l'invalidità: con lui è proprio il caso di parlare di "diversamente abile", nel senso che ha raggiunto (e superato!) le abilità fisiche dei normodotati, con un'altra forma di abilità. Solo 15 atleti normodotati al mondo quest'anno hanno fatto meglio di lui: il Jeremy Wariner visto nelle ultime uscite, probabilmente farebbe molta fatica a battere Pistorius. Oggi i blade runners nella concezione comune (nella mia!) si vanno definendo come veri e propri superatleti, che potrebbero arrivare chissà dove. Paradossalmente, come sostiene Marco, i loro miglioramenti sono ipoteticamente esponenziali rispetto a quelli umani. Negli States, si diceva nella citata intervista a Marco La Rosa, stanno emergendo ragazzi biamputati che dopo 6 mesi di atletica corrono i 200 già in 23"5.
Marco ha portato domenica i suoi ragazzi al meeting di Lignano Sabbiadoro e ha avuto modo di incorare Pistorius: piccola divagazione: pensate, nel'assenza pneumatica di atleti italiani per un meeting che si è rivelato essere uno dei più riusciti e partecipati in Italia, la sua compagine paralimpica era il contingente tricolore più corposo (grazie alla bellissima iniziativa degli organizzatori: 10+). Ecco quello che ha scritto Marco della superba prova del sudafricano: 

"Ieri Oscar ha realmente corso la sua miglior gara della vita. Riscaldamento assolutamente serio, mi ha salutato in maniera rapida e via, concentrazione massima. In gara è partito comunque forte e controllato rispetto ai suoi standard; ben lanciato sul primo rettilineo, ginocchia molto alte; in curva poi l'effetto ottico-rimonta della terza corsia, l'ha già ributtato a ridosso dei primi prima che la stessa terminasse, e per la prima volta, Oscar è realmente entrato in rettilineo già in testa di un paio di metri! Gran tenuta fino in fondo ad incrementare fino a 7/8 metri il distacco dal secondo. Finale con uno stadio in piedi e lui letteralmente spinto e trasportato dal pubblico! Oscar ha fatto una gran gara, dietro la quale vi è più di un anno di allenamenti fondamentali. Dopo l'incidente stradale di due anni fa, l'atleta Oscar era comunque appesantito fisicamente, forse lo stop o carichi di lavoro non equilibrati. Ora ha perso peso inutile per i 400mt e chiaramente..,vola! A Grosseto con l'amico Andrea Giannini, è stato fatto quel lavoro strutturale e posturale, che ha riportato Oscar "in linea" dopo anni forse di allenamenti... un pò incolore. Ora è un atleta, proporzionato nelle spinte e nella tenuta del bacino e di quei muscoli stabilizzatori fondamentali per controllare le risposte elastiche dei suoi piedi in carbonio. Paradossalmente non è migliorato nei 100mt, ma questo non importa: ora corre più sciolto e questo gli permette di mantenere da subito alte velocità. E' chiaro che nei primi metri, subirà sempre il confronto contro gli altri atleti normodotati, ma ora già dopo 80/90mt la sua corsa è finalmente funzionale, non deve aspettare quando la gara è già delineata. Bè, e ora? Ora ci sarà da ridere! Il 45"07 dovrebbe essere fra le prime 15 prestazioni mondiali dell'anno, senza considerare la validità come minimo per i Mondiali e le Olimpiadi Londinesi: parliamo di una possibile finale mondiale! Folle il solo pensarlo un paio di anni fa. Sottolineo quanto da sempre "gli Oscar " siano due: il primo è il ragazzo, splendido e gentile con tutti: ieri sera ha regalato al nostro Maurino, un ragazzo con un grave handicap, il suo numero gara con autografo e tempo: gesto meraviglioso! L'altro è il "Pistorius azienda" che muove milioni di dollari, con tante persone che gli stanno accanto. Mi domando se tutto questo non rischi poi di dar fastidio a qualcuno... e allora si tornerà ad approfondire meglio il valore dei piedi in carbonio per le biamputazioni. Come sempre è successo. L'altezza dell'atleta e le risposte elastiche per il peso proporzionato; valori tutti da "bloccare" e vagliare e capire... qualche dubbio qualcuno se lo porrà inevitabilmente. Intanto godiamoci lo spettacolo di questo ragazzo che sta muovendo il mondo spalancando una grande finestra sullo sport disabili. Per questo tutto il mondo paralimpico gli sarà eternamente grato. Forza Oscar!".

Certo che, chi potrà dire più e meglio di Oscar Pistorius, non può che essere Andrea Giannini, che ha prodotto anche una pubblicazione sulla sua esperienza personale di coach di Oscar. Qui il link al suo sito

Nessun commento:

Posta un commento