09/07/11

Oliver battuto - Bolt non impressiona - La Mantia 14.33

(di Sasuke) Sembra che quest'anno non possano esserci dei chiari favoriti, degli atleti che quando lì vedi dici ''ah, c'è x, vincerà lui'' via per la condizione ancora inspiegabilmente scarsa di taluni (chi ha detto Jeremy Wariner? L'americano sembra essere solo il fantasma di quello degli anni passati) via per le condizioni climatiche mai troppo favorevoli ma anche per problemi durante le gare, che possono sempre accadere.
Personaggio copertina del meeting Areva di Parigi, ottava tappa del circuito della Diamond League (su cui mi piacerebbe spendere qualche parolina: perchè ridurre tutto in due ore di diretta facendo vedere praticamente solo la corsa/pista spostando i concorsi, personalmente la cosa più interessante con la velocità, prima della diretta internazionale per poi proporne un mero riassunto? perchè devo vedermi 15 minuti di fondo e accontentarmi di tre salti in differita in una gara come il lungo di ieri? Boh, fatto sta che io preferivo, e di gran lunga, la Golden League, anche per la formula, azzeccata, del Jackpot da un milione di dollari).

Uomo copertina della manifestazione era, ancora una volta, lui, Usain Bolt. Il lampo giamaicano che fece miracoli nel 2008 e nel 2009 che tenta, lentamente, di tornare se stesso dopo un periodo di mediocrità (secondo me, dopo la fama, si è montato troppo la testa e non è riuscito ad impegnarsi seriamente come prima, uscendone anche con dichiarazioni di voler giocare a calcio che personalmente ritengo inutili). Bolt, che qualche giorno fa dichiarava di stare tornando in forma, pare aver sofferto di una leggera forma di influenza. Il giamaicano ha comunque vinto (dopo aver dovuto attendere 10 minuti fermi intorno ai blocchi a causa di problemi tecnici) correndo fino ai 150 metri e rallentando vistosamente alla fine per non sforzarsi. Il cronometro si ferma a 20.03, tempo che Bolt non riusciva (in negativo) a correre dal 2007. Dietro di lui un Christophe Lemaitre meno ispirato del solito (comunque bravo, 20.21) e tutti gli altri naufragati su tempi pesanti. 20.59 per Darvis Patton, 20.61 per Mario Forshythe e gli altri peggio. Il vento, per la cronaca, era -0.6.
Altra gara molto aspettata era quella che vedeva il confronto tra il gigantesco americano David Oliver e il primatista del mondo Dayron Robles. Il verdetto finale segna 13.09 per entrambi con Robles che la spunta per qualche millesimo. L'impressione è comunque che sia stata una brutta gara per Oliver (alla seconda sconfitta dell'anno, dopo Shangai dove perse contro Liu Xiang che sconfisse poi ad Eugene con un gran 12.94) tutta in rimonta; se non avesse abbattuto uno degli ultimi ostacoli perdendo la ritmica forse sarebbe andata diversamente. Bravo anche Dwight Thomas, ancora a 13.18 mentre perde terreno il campione europeo Andrew Turner (13.43).
Arriva anche la prima sconfitta sull'anello di Saint Denis per Jeremy Wariner, che chiude quarto con un modesto 45.50. Meglio di lui il bahamense Chris Brown (unico sotto i 45, 44.94) , il belga Jonathan Borleè (45.05, l'europeo più in forma del momento) e il primatista giamaicano Jermaine Gonzales, un po' acciaccato, che chiude in 45.43. Quattrocento metri veramente in declino questa stagione; la miglior prestazione mondiale rimane quella di Rondell Bartholomew (44.65 corso ad Aprile!) con nessun atleta in grado di scendere di forza sotto i 45. Peccato che anche il nostro Marco Vistalli non sia ai suoi massimi livelli, perchè con 45.38 si potrebbe dire abbastanza.

Altra gara, altro shock. Veronica Campbell-Brown, data in gran condizione, perde contro Kelly-Ann Baptiste capace di imporsi in 10.91 contro il 10.95 della giamaicana. Vento anche qui a favore (+0.6) che non giustifica i tempi appesantiti tanto della Campbell quanto di Kerron Stewart (terza a 11.04, che fatica nel cercare di tornare quella di due stagioni fa) e della prima delle europee, la rediviva Ivet Lalova (11.18). Interessanti anche i 400 ostacoli al femminile, con Zuzana Heynova davanti a tutte. L'atleta della repubblica Ceca riesce sia a vincere, che a battere la miglior prestazione mondiale stagionale e a fare il record nazionale. Gran gara la sua, in rimonta su Kaliese Spencer (in gran forma ma stranamente sparita tanto dalla finale dei campionati giamaicani che dal meeting di Losanna dove era attesa al via) comunque ai suoi livelli stagionali. 53.29 contro 53.45. Terza la campionessa europea Natalya Antyuck (54.41) mentre naufragano sia la campionessa mondiale Melaine Walker (55.06) che Vania Stambolova (55.51). Negativa, infine, la prima uscita assoluta di Ristananna Tracey (56.32).
Era preannunciato anche un grande 800 metri femminile, che purtroppo alla fine si è rivelato molto modesto. La favorita, Kenia Sinclair, è penalizzata a metà del primo giro dalla caduta rovinosa di Yusneysi Santiusti (la cubana che corre per l'Assindustria Sport Padova) brava comunque a rialzarsi e a chiudere sul piede dei 2.02; vittoria a Caster Semenya, più pimpante che nelle ultime uscite (2.00.18) che batte la forte marocchina Halima Haschlaf (che aveva vinto a Oslo, qui 2.00.60) e Jennifer Meadows (2.00.74). Solo quarta la campionessa americana Alysia Johnson-Montano, 2.00.78, conosciuta per essere in grado di correre il primo giro in 56 netti, qui mai completamente in gara.
Concludono le gare di corsa del meeting delle buone prove nel mezzofondo. Nei 1500 metri Amine Laloou conferma la sua grande condizione vincendo in 3.32.15 battendo Asbel Kiprop (in rimonta, 3.33.04) e l'eterno Bernard Lagat (3.33.11) in una gara che ha visto tanti atleti (8!) scendere sotto i 3.34; nei 3000 siepe bella prova del francese naturalizzato Mahiedine Mekhissi-Benabbad capace di battere niente poco di meno che il campione mondiale Ezekiel Kemboi e Benjamin Kiplagat. I tempi dei tre sono rispettivamente 8.02.09, 8.07.14, 8.08.43. Assenti molti keniani perchè in preparazione per i vicini trials per i mondiali. La gara più lunga della giornata, i 5000 donne, è andata a Meseret Defar in 14.29.52 davanti a Sentayehu Ejigu (14.31.66) e Mercy Cherono (14.35.13).
Buoni anche i risultati dai vari concorsi. Il salto in alto si risolve alla quota di 2.32 senza ricorrere al cosiddetto Jump Off. Vittoria a pari merito per Jaroslav Baba (capace di saltare tante misure al terzo tentativo) e Alexsey Dmitrick. Fermo a 2.30 Ivan Uhkov che chiude davanti, per minor numero di errori, al nome nuovo Dmytro Dem'yanyuk.
Unico risultato degno di nota nell'asta è il 5.73 di Renaud Lavillenie, sempre il migliore anche se meno costante che gli anni precedenti. Fermo a 5.53 Malte Mohr mentre esce con tre errori alla stessa misura Brad Walker, il forte americano, che dimostra che la sconfitta ai trials non è stata una coincidenza. Grande gara di salto in lungo vinta da Irving Saladino (8.40 al terzo salto) che tiene a bada una doppietta esplosiva di britannici: Christopher Tomlison (capace di batter il record nazionale e arrivare a 8.35) e Greg Rutherford (8.27). Bene anche Godfrey Mokoena (8.25) mentre più indietro sia il campione europeo Christian Reiff (7.99) che l'australiano Fabrice Lapierre (7.97). In chiave italiana, in questa manifestazione avrebbe certamente fatto più fatica Andrew Howe (o Ove, come lo si voglia chiamare) che nei 200 metri dove sembra più facile trovarsi uno spiraglio.
Ultimo concorso al maschile il disco, con Robert Harting (67.32), il campione d'Europa Piotr Malachowski (67.26) e Gerd Kanter (67.24) nel giro di otto centimetri.

Grandi tutti e tre i concorsi al femminile. Nel giavellotto vince Christina Obergfoll (68.01) su una sempre più vicina alla condizione ideale Barbora Spotakova (67.57) e Maria Abakumova (65.12). Nel peso Valerie Adams tiene a bada e sconfigge Nadzeya Ostapchuck (20.78 contro 20.49) ma occhio anche all'america Jillian Camarena-Williams, capace di pareggiare il record nazionale e superare per la prima volta in carriera la soglia d'eccellenza dei 20 metri (20.18). Un atleta sicuramente in crescita. In ottima forma Yargelis Savigne, che va a vincere una gara di salto triplo che vede in pedana tutte le migliori. 14.99 per lei davanti a Olha Saladuha (14.81, in gran condizione anche lei) e Olga Rypakova, e l'anno scorso planò fino a 15.25 che migliora gradualmente fino a 14.48; dietro i tre fenomeni si piazza l'unica italiana in gara, la campionessa d'Europa al coperto Simona La Mantia con un miglior salto di 14.33; la siciliana è brava a confermarsi sulle sue misure, sembra però che manchi quel pizzico in più che le permetterebbe una medaglia a livello mondiale.

Nessun commento:

Posta un commento