01/07/11

Il giovedì da leoni di Asafa e Teddy - Vlasic in crisi nera

E aggiorniamo ancora una volta il tabellino di Asafa Powell dopo il meeting di Losanna di ieri sera. Siamo ormai a 74 volte sotto i 10"00 secondo All-Athletics. Cioè il 14% di tutte le volte che l'uomo, nella storia, è sceso sotto questa barriera si chiamava, appunto, Asafa Powell. E la pista di Losanna deve portargli fortuna, visto che su quello stesso manto ottenne il proprio attuale PB di 9"72 nel 2008. Ieri sera si è invece "limitato" a 9"78 con 1,0 di vento a favore, 16^ prestazione mondiale di sempre e 8 ^volta per il Jam sotto i 9"80: Bolt in questa classifica degli uomini impossibili è a 6, mentre Tyson Gay gli era pari fino ad un centimetro dalla conclusione della gara: 7. Delle 23 volte che un uomo è sceso sotto i 9"80 nella storia dell'atletica, i big three ne hanno totalizzate 21: le bricioline se le sono prese Mo Greene (9"79) e Nesta Carter (9"78). L'aspetto di cronaca di riflesso alla prestazione-monstre (ma per lui è assoluta normalità) è ancora una volta uno: Asafa potrà contrastare Usain a Daegu, visto che Tyson si è tirato fuori? O anche nell'anno in cui l'ET è tornato sulla terra, sarà vittima di sè stesso e della patologia cronica del "gambino" che lo colpisce all'acme delle manifestazioni che contano? La storia dice che è l'uomo più veloce della terra di sempre... in media. Ma le medie non attribuiscono medaglie, al più oscar alla carriera.
Nelle sue scie succedono sempre cose interessanti, come il 9"88 dell'altro Jam Michael Frater, uccellato a Kingston ai trials dallo stesso Asafa, dal jam d'annata, Steve Mullings, e dal nuovo Yohan Blake. 9"88 è il nuovo personale, 6 centesimi in meno del 9"94 di Eugene. E dire che visivamente non sembrava il miglior Frater di carriera, che risaliva al 2008 e al sesto posto olimpico. Chi fa sempre più paura, è il francesino Christophe Lemaitre: 9"95 e 6^ volta sotto i 10", 3 nel 2011 e nel 2010 ma quando mancano ancora da correre le "cose che contano". A livello europeo il vero avversario non è più Dwain Chambers (che non è quello del pre-Barcellona), ma Jaysuma Saidy Ndure, naturalizzato norvegese e 9"99: nuovo personale anche per lui. Anche Nesta Carter, che con Frater ai trials si era dovuto accomodare in sala d'aspetto, corre a Losanna in 9"99. 10° tempo personale di sempre per lui e 10 volte sotto i 10".
L'altro mostro nella serata svizzera è stato Teddy Thamgo, che è entrato in quella sequenza di prestazioni che potrei definire "il valzer del record". Intanto ha iniziato con un flirt a 17,91, cioè la 13^ prestazione mondiale di sempre, a 7 centimetri dal personale, a 9 dalla barriera che separa l'umanità dall'ultraterreno, fin'ora superata solo dal divino Jonathan Edwards (3 volte) e dal funambolico Kenny Harrison (una). Dietro di lui Philipps Idowu, quello che dovrebbe essere il suo competitors principe per la Corea si spinge fino a 17,52, decima prestazione personale di sempre all'aperto. Troppo lontano per il momento, anche se nel salto triplo avvengono particolari giornate di grazia (la storia ne è piena) dove basta che un meccanismo fisico entri in armonia nel sistema complesso dei tre balzi, che si può assistere a veri e propri miracoli. Triplo che esibiscono non in maniera fulgida anche Marian Oprea (17,00 ventoso) e Alexis Copello (17,06 con 2,0); ma anche Olsson, l'altro cubano Girat: cioè il meglio del triplismo mondiale con esclusione di Donato. Il fatto che Oprea e Copello abbiano saltato così "poco" rispetto a Thamgo e Idowu ci dicono due cose: il francese e l'inglese sono davvero superiori; il cubano e il rumeno sono alla portata. Sms inviato. 
I 400 maschili si incanalano in tutto quello che si è visto quest'anno: il 45"27 di Jermaine Gonzales, che però ai trials giamaicani è arrivato solo 4°. Gianni Merlo sosteneva che forse per Howe i 400 erano la distanza adatta. Visto il panorama in grande recessione della specialità (ma LeShawn Merritt forse lo vediamo a Daegu, essendo finito il suo ban per la brutta storia di doping), gli spazi per tutti sono aumentati. Non è da escludere che si possa vincere una medaglia sopra i 45" quest'anno, dopo 4 turni di 400. Kevin Borlee 45"37, e il solito trend che lo fa uno dei più solidi 400isti europei.
Si rivede anche David Rudisha, ma è evidente come il motore sia un pò "grippato" benchè correre in 1'44"15 non è certo professione di "criticità". Ha ancora un paio di mesi per tornare ad essere il miglior atleta mondiale dell'anno, non solo per eredità del 2010, ma per successi sul campo. Prima posizione che mantiene da ben 42 settimane nei rankling All-Athletics. Sorprendente secondo posto per il polacco Marcin Lewandowski: 1'45"01, davanti ai più quotati Kiplagat, Yego, Laalou, Mulaudzi... 
Dayron Robles manda un messaggio a David Oliver: 13"12, che non impensierirà certo O'Animal, ma gli farà far di sicuro far di conto. Impressiona anche il jam Dwight Thomas, velocista riconvertito all'ostacolismo dopo l'avvento dei vari Asafa, Usain e compagnia cantante. Quest'anno sta tenendo un gran numero di risultati "significativi": 13"15 a Oslo, 13"16 ieri sera a Losanna ma anche un 13"18 a Hengelo. Dietro all'americano Jason Richardson (13"17 che a Eugene ha strappato un pass per Daegu) si piazza il britannico Andrew Turner: 13"22 e nuovo record personale. 
L'altro britannico David Greene si impone nei 400hs: 48"41. LJ Van Zyl si è probabilmente rintanato in Sud Africa per ricaricare le pile dopo le cannonate a 47" dei primi mesi e il crollo delle ultime gare. Del resto la sua stagione australe è iniziata a gennaio. Spazio agli altri. Strane le prestazioni di Kerron Clement, visto ai Trials in tutte le specialità che non fossero gli ostacoli (tanto il By per Daegu ce l'aveva già): 49"79 che non è certo all'altezza del suo blasone.
Renaud Lavillenie domina l'asta: 5,83. Normale amministrazione. Giuseppe Gibilisco, unico italiano presente, tre nulli alla misura di entrata. Normale amministrazione. Dicono che sia in cerca del minimo per Daegu: dicono. Ma le azioni sono decisamente in picchiata. Tre nulli nell'occasione della Coppa Europa, tre nulli ieri sera, nemmeno presentatosi agli italiani così come non si era presentato agli italiani indoor di Ancona quest'anno per gareggiare al contemporaneo meeting di Birmingham. Una mia opinione? Mah... 
Nel peso solito festival americano con Christian Cantwell a 21,83, Ryan Whiting 21,76, Reese Hoffa 21,19, e tra loro il polacco Majewski 21,55. L'Italia resta a guardare: del resto a queste latitudini non si vedono nemmeno più misure oltre i 19 metri.
Andreas Thorkildsen spara il dardo a 88,19, miglior prestazione mondiale dell'anno. Il russo Sergej Makarov 87,12. Il tedesco De Zordo, protagonista degli ultimi meeting, 83,65. Si avvicinano i mondiali, e i big iniziano a tirar fuori le unghie.
Tra le donne l'ucraina Maryia Ryemyen intasca i 200 con 22"85 (0,2), mettendosi alle spalle la "master" Debbie Ferguson Mcenzie (1976) capace di correre in 22"93. Continuano a crescere le azioni di Amantle Monthso: 50"23, mentre delle russe, ad oggi, non se ne sa ancora nulla. Usciranno al momento adatto?
Nei 100hs femminili continua la fluidità di risultati che non riescono ad individuare una dominatrice assoluta. Le dominatrici sono tante e nei confronti diretti nessuna è rimasta col ruolino di marcia intonso. A Losanna vince l'australiana Sally Pearson con 12"47 ma con 3,3 di vento. Dietro Danielle Carrutthers, Virginia Powell e soprattutto Kellie Wells, addirittura sesta con 12"76
Se passiamo al salto in alto femminile, mai come quest'anno la specialità è in pauroso regresso. E in questo regresso fa rumore la crisi nera di Blanka Vlasic: 1,90 e sesto posto. Riesumata Anna Chicherova, che vince la gara con 1,95. Tutte le altre a 1,90. Stai a vedere che anche quest'anno vince la Hellebeaut... Britney Reese a 6,85 nel salto in lungo dopo il 7,19 dei trials. 

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