11/06/11

Torino: nel meeting triste, svettano Donato, La Mantia e Milani - record italiano promesse per la Martinelli

Un'ombra ha percosso tutto il meeting Primo Nebiolo di Torino, all'annuncio della morte di Cosimo Caliandro, avvenuta ad inizio riunione. Ed è comprensibile, umano, come ognuno degli atleti, molti dei quali della sua società (le Fiamme Gialle), abbia reagito a proprio modo. Probabilmente qualcuno non avrebbe nemmeno voluto gareggiare, ma il mondo va avanti così: non è solo l'atletica. Non ci si ferma più a riflettere su sè stessi (partendo da chi non c'è più) perdendo una delle occasioni che ci viene data dalla vita per dare il giusto peso alle cose. Con questo non critico nessuno, ci mancherebbe. E' solo un'amara riflessione di come vanno le cose.
Così è andato in scena un meeting un pò sottotono, funestato dalla notizia e probabilmente condizionato dall'umidità, tanto che le prestazioni di una certa caratura si sono contate sulle dita di una mano. Da dove iniziamo quindi? Dai nostri migliori interpreti internazionali nel salto triplo, ovvero Fabrizio Donato e Simona La Mantia
Donato, dopo il fuoco e le fiamme fatte durante la stagione indoor, è chiaramente partito con il freno a mano tirato nella stagione all'aperto. Probabilmente dopo il sensazionale 17,73 indoor, l'idea di fondo (ipotizzo) è quella di potersi giocare con Thamgo e Idowu il titolo mondiale a Daegu. Perchè no? Voi non lo fareste dopo una prestazione del genere? Così la preparazione avrà avuto una lunga gittata, per arrivare ad ottenere i picchi a fine agosto, periodo in cui si svolgeranno i mondiali. Così dopo le due prime uscite a 16,77 e 16,85, in lenta crescita, arriva il primo over-17 dell'anno a Torino: 17,01. Notizia a margine: è anche il record italiano M35, che supera i citati precedenti suoi record... non penso interessi ai più, ma è giusto dare la notizia. 29^ volta sopra i 17 metri per Donato (18 outdoor e 11 indoor), e 15° rango mondiale ad oggi. Fabrizio Schembri, nella stessa gara è invece arrivato fino a 16,88, in una serie che non è data di sapere (purtroppo il sito del Meeting non è stato molto funzionale). Si conferma quindi ad alti livelli: avere trend prestativi sempre vicini ai 16,90 dà la possibilità di veleggiare a ridosso dei migliori e guadagnarsi le finali ai grandi appuntamenti internazionali. Quest'anno 17,08 per Schembri, che deve raggiungere i 17,20 per ottenere il limite "A" per Daegu, già in tasca a Donato. Ma la regola prevede la possibilità di avere un atleta con il limite "B" (fissato a 16,85) oltre al'unico o ai due atleti con il limite "A": quindi, o Schembri o Greco, sperando che uno dei due oltrepassi i 17,20 per avere tre atleti a Daegu.
L'altra triplista di grido, la campionessa europea Simona La Mantia, arriva a 14,39, miglior prestazione dell'anno per la siciliana. Anche lei con la gittata lunga nella preparazione? In questo momento la La Mantia è quarta nel ranking mondiale a punti anche se obiettivamente al momento la Savigne e la Rypakova sembrano fuori portata. Bisognerà arrivare a saltare sopra i 14,70 per poter ambire ad una medaglia mondiale. Il personale della La Mantia è attualmente 14,69 stabilito nel lontano 2005. Dargli una limatina? Il resto delle competitors non ha superato i 14 metri. Quindi obiettivi su Darya Derkach, fermatasi a 13,49: è junior, è un grande risultato (anche se quest'anno è arrivata due volte a 13,56). Vistala all'opera, il problema che si starà curando, I suppose, sembra essere la grande velocità d'entrata di cui è dotata. Oh... magari era solo il fatto di essere per la prima volta in diretta, chi lo sa? Comunque, in un paio di salti è arrivata talmente veloce, che sull'hop si è ritrovata con il baricentro avanzato, fallendo la geometria di tutto l'impianto del salto. Si sa, il triplo è equilibrio tra la velocità e i tempi d'appoggio in cui la forza elastica si sprigiona. Il rebus da sciogliere è tutto lì. 13,46 invece per Eleonora D'Elicio sempre vicinissima ai suoi massimi storici in questa stagione.
Nei 100 maschili domina abbastanza nettamente il marocchino Aziz Ouhadi, con 10"25, che nelle condizioni di umidità di ieri sera, sembra essere un gran tempo. Ouhadi ha corso quest'anno in 10"09 a Dakar, mica cactus. Fabio Cerutti è partito molto forte, appaiando il marocchino fino ai 60, e perdendosi negli ultimi metri, ma lo stesso regolando Simone Collio di due centesimi: 10"38 a 10"40, e di tre Jacques Riparelli (10"41). Quest'ultimo veniva dato in gran forma, ma è finito risucchiato nel marasma della gara. Nelle azioni della 4x100, salgono quelle di Cerutti, invariate quelle di Collio (che non perderà certo il posto), e da rivedere quelle di Riparelli, che quanto meno è... lì. Se Howe c'è, come da lui affermato, non ritenendo che la follia di Di Mulo a quel punto arrivi a preferire uno tra Checcucci e Donati (quest'anno assai lenti, almeno ad oggi, ma che vengono puntualmente convocati ai raduni per le staffette, con la Grasso), la prima frazione se la giocheranno Tumi, Cerutti e Riparelli. Nelle fiamme gialle a Firenze si è già provato il modulo Cerutti-Collio e Tumi, sempre a Firenze, è partito in prima frazione per l'Aeronautica. Riparelli e Cerutti, inoltre, potrebbero alla bisogna coprire l'ultima frazione nel caso Howe fosse indisponibile. Vedremo, le staffette non le faccio io.
La miglior prestazione tecnica del meeting è arrivata dai 1500 con il 3'31"92 del marocchino Amine Laalou, un signore che ha come personale un tempo sotto i 3'30". In realtà la gara era spezzata in due: quella degli africani, e quella degli italiani, naturalmente tutti in coda, a causa dell'aumento del gap tra Italia e Mondo nel mezzofondo. Presumo anche in questo caso che si trattasse di una sorta di trials per la Coppa Europa della settimana prossima, vista l'opinabilità delle forze in campo. Presenti infatti i primi 4 delle graduatorie italiane dell'anno più l'800ista Lukas Rifesser, reduce da un 1'47"17 tedesco. Proprio Rifesser si aggiudica la sfida fratricida, anche nettamente: 3'41"02 (primato personale) contro il 3'42"38 di Marco Salami, che fino a ieri era il miglior interprete della specialità in Italia. A questo punto, non so se bisogna prendersela o meno con Christian Obrist (fermo per grossi problemi ai tendini), che con le sue prestazioni ha di fatto nascosto per diversi anni la crisi di un settore che non riesce più a produrre atleti sotto i 3'40". Piccola delusione per Michele Fontana che ha Firenze pareva dotato di un bel killing instinct. 
Nei 5000 buone prestazioni di Stefano La Rosa (13'33"42) ad un secondino dal personale risalente a Huelva-2010 e Ahmed El Mazoury (13'34"20) che invece al personale c'è arrivato. E' del 1990, volendo uno spicchio di futuro nel martoriato mezzofondo nazionale, che se non sarà infarcito di ragazzi stranieri di seconda generazione, sarà destinato a morire.
La stella del meeting, Dayron Robles, si limita ad un 13"26 di routine, per il quale alla fine della gara non era molto soddisfatto. La sfida nazionale tra Emanuele Abate e Stefano Tedesco, si è risolta a favore del poliziotto ligure: 13"82 a 13"93, e posto per la Coppa Europa guadagnato, anche se i risultati del 2011 fino ad oggi, era tutti a lui favorevoli. 
Gara mediocre di salto in alto, in cui i tre italiani presenti (Nicola Ciotti, Andrea Bettinelli e Andrea Lemmi) si sono tutti arenati a 2,15, 10 centimetri sotto il vincitore, il russo Aleksey Dmitrik
Ottimi invece Nicola Vizzoni e Marco Lingua nel martello: con una pedana umida, 77,83 a 75,45, regolati dal fuoriclasse russo Aleksey Zagorniy: 81,49
Bel 400, orfano della Milani (dirottata sugli 800), vinto dall'ucraina Antonina Yefremova in 51"43. Presenti spicchi di staffetta azzurra. Prima sfida dell'anno tra Chiara Bazzoni, autrice di un sensazionale 52"72 un paio di settimane fa, e Maria Enrica Spacca, di fatto la terza in grado nella geometria della stessa staffetta, insidiata nella gerarchia proprio dalla Bazzoni. Nella sfida diretta, ha la meglio la Spacca, con 53"12 (primato stagionale), contro il 53"27 dell'avversaria-compagna. Saltata invece Eleonora Sirtoli, che sarebbe la 5^ in Italia (ma si gioca il posto con la Bonfanti), e di questi periodi, con l'enigmatica Grenot assente, vuol dire far parte della staffa. Il 54"47 ne fa crollare le azioni. Speriamo sia stato solo un caso. 
Negli 800 incredibile Marta Milani: quarta in 2'01"50, 13° italiana all-time, 4" in meno di PB, poco meglio della leggendaria Paola Pigni. La vittoria è andata alla cubana Santiusti (al personale) a 1'59"00. Ora, stando alle sue dichiarazioni, sarà titolare nei 400 in Coppa Europa, e ci si domanda chi coprirà gli 800 e i 1500. Ancora Elisa Cusma, probabilmente, inserita tra gli iscritti, ma non vista al via. Come è noto, il panorama del mezzofondo veloce italiano femminile è molto più che tragico, visto che non ci sono nemmeno quei ragazzini stranieri di seconda generazione presenti negli uomini. E alcune di quelle poche "alternative", finiscono invischiate in vicende torbide. 
Nei 100hs Giulia Pennella arriva a 13"44, una manciata di centesimi in più rispetto all'uscita di Firenze, battuta dall'americana Yvette Lewis in 13"04
Dai 3000 siepi arriva il grande risultato della promessa classe '91 Giulia Martinelli: 9'52"51, ovvero nuovo record italiano promesse abbassato di oltre 10". Il precedente era detenuto dalla stessa atleta con poco più di 10'05", anche se dopo Firenze vi era stato un abbaglio generalizzato (non mio) che gli attribuiva il record col 10'16" lì stabilito. 3^ prestazione italiana all-time a soli 2 secondi dal limite "B" per i mondiali. 5^ italiana a scendere sotto i 10' nei 3000 siepi. 

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