10/06/11

Schegge di Bolt: 19"86 nella pioggia di Oslo

Dalla pioggia di Oslo un acuto, finalmente: sprazzi di Usain Bolt, nella fredda pioggia norvegese. Condizioni atmosferiche che influiranno sulle prestazioni di tutto il meeting tanto che il punteggio totale della manifestazione la collocherà al terzo posto dopo Eugene e il Golden Gala. A questo aggiungeteci un plateaux di atleti anestetizzato da quella parte di budget riservato a Usain Bolt. 
Un Bolt più rilassato in partenza: nessun avversario degno del suo nome, anche se qualche cosa in più da Ndure ce lo si sarebbe aspettato dopo la bella prova contro Walter Dix ad Eugene. Ma Bolt vuole stare esterno, in sesta corsia (perchè la corsia la stabilisce lui). Ndure gli è interno: gli avrebbe creato qualche pensierino sulla curva, visto che il norvegese di colore tende a strafare nei primi metri. Bolt, dopo il canonico show pre-partenza, tambureggia allo sparo. Picchia forte in curva, probabilmente alla ricerca di una forma attraverso le gare giocando su intensità elevate per più metri. Esce sul rettilineo del Bislett Stadium nettamente in testa e a quel punto gli occhi di tutti guardano il cronometro in una atipicamente rigida postura di Usain, che nel frattempo ha ormai stroncato la gara. 19"86 con 0,7 di vento ma nella pioggia e nel freddo scandinavo. Meglio del doppio 9"91 delle due uscite di Roma e Ostava, almeno visivamente. 
Ora, se avete ascoltato la telecronaca di Raisport con Attilio Monetti, l'esimio ne ha piazzata una davvero pazzesca. Sul momento la cosa mi aveva lasciato un pò perplesso, ma ho dovuto verificare. Probabilmente attingendo dalla banca dati di All-Athletics, Monetti nel descrivere Bolt ha sentenziato che il giamaicano ha corso "per 286 volte i 200 metri in carriera". Numero astronomico che non raggiungerebbe nemmeno a fine carriera, visto che Bolt corre i 200 6/7 volte per stagione. In realtà il solerte Monetti ha sommato una serie di dati che erano già "totali", toppando clamorosamente il dato propinato agli attoniti telespettatori. Le volte che Bolt ha corso i 200, ma sotto i 21"50, sono "solo" 89. Quello di ieri sera era il 21° 200 sotto i 20": il 64° tempo all-time. E già domani la risposta di Tyson Gay, ma sui 100, visto che sembrerebbe che i 200 siano al 90% preclusi per Daegu per supposti dolori all'anca. 
Nell'"altra gara" Ndure è arrivato secondo in 20"43. Il globetrotter  Kim Collins quarto con 20"56 (ma quando torna a casa a Saint Kitts 'sto ragazzo? Avrà già totalizzato una trentina di gare dall'inizio dell'anno in giro per il mondo). Solo sesto il fenomeno europeo della stagione indoor sui 200, Sebastian Ernst: 20"70.
Aries Merritt e Dwight Thomas vivacizzano i 110hs: Merritt appare molto più composto, il jamaicano Thomas invece, dotato di quadricipiti debordanti, sembra un pò acerbo (per quanto si possa definire acerbo uno che corre sotto i 13"20). Merritt finisce in 13"12 e Thomas in 13,15. La sapete no, la storia di Thomas? Velocista da 10"00 (nel 2005) e staffettista dello Shuttle-Jamaica (campione del mondo ad Osaka '07 e frazionista inserito nelle batterie nel 2008 a Pechino), che vista la situazione dello sprint si dette agli ostacoli. Il 13"15 è il suo PB proprio a Oslo. Merritt invece ottiene la propria terza prestazione di sempre, in un tessuto di prestazioni che risalivano tutte tra il 2006, 2007 e il 2009. 
La gara di salto in alto è la specialità che forse soffre di più la pioggia e il freddo. Dalla tormenta ne esce vincitore il cipriota Kyriacos Ioannou, con 2,28, stessa misura ma con qualche salto in meno della coppia Spank-Silnov che Eugene un paio di giorni fa avevano condotto la gara a 2,32.
Nel salto in lungo, che quest'anno sta vivendo una stagione davvero di involuzione (è l'anno pre-olimpico?), Mokoena arriva fino a 8,08: non certo memorabile. 
Lanci con le polveri bagnate (disco all'eterno monumento Gerd Kanter con 65,15 e giavellotto al più in forma del momento, il tedesco Matthias De Zordo con 83,94 e Tero Pitkamaki addirittura 5° con poco più di 80 metri). E ora i confronti diretti tra i due sono 5-4 per il finlandese. 
Nel mezzofondo, 1500 talmente tattici (ma in Italia sarebbero stati lo stesso fuori portata) che se quelli del miglio avessero corso insieme, li avrebbero presi. Il migliore al mondo, Asbel Kiprop si impone sui 1600 metri e spicci in 3'50"86. Paul Koech vince invece le siepi in 8'01"83, miglior tempo mondiale dell'anno.
Nei 100 femminili gran 11"01 (penalizzato dal vento appena superiore al consentito) di Ivet Lalova, tornata su grandissimi livelli: nel 2004 era stata in grado di correre in 10"77 a Plovdiv (25° tempo mondiale di sempre tra le donne, decima donna più veloce di ogni tempo). Poi un lungo periodo di oblio sportivo (solo nei precedenti due ultimi anni aveva corso come SB in 11"48 e 11"43): quest'anno già un 11"08 e questo risultato sulla borderline degli 11"00. Olesya Povh, dopo le cannonate nei 60 indoor, arriva a 11"14, sui 100 non aveva mantenuto le promesse, correndo solo in 11"32. A Oslo 11"14, inficiato dal vento.
Crescono vertiginosamente le azioni sui 400 di Amantle Monthso (del Botswana) dopo la vittoria al Prefontaine su Allyson Felix evidentemente prosciugata dal tour de force di gare cui si era sottoposta in questi ultime 5 settimane. Vittoria in 50"10, senza le americane più note, ma sulle russe che sono ancora un pò in ritardo di preparazione. Solo lei sotto i 51", mentre la seconda, la ceca Rosolova 51"04. Per la Monthso settimo tempo personale di sempre: tre tempi sui 49"8 e quattro sui 50"0.
Negli 800 femminili invece il Mondo sembra essersi svegliato: cominciano a piovere i risultati sotto gli 1'59": stavolta tocca alla marocchina Halima Hachlaf con 1'58"27. La russa Savinova 1'58"44 e Caster Semenya 1'58"61. Quarta la campionessa mondiale Jepkosgei (1'59"05), e poi la Meadows 1'59"27. In 8 sotto i 2'00".
5 etiopi dominano i 5000, con la vittoria alla chioccia Meseret Defar in 14'37"32.
La norvegese Christina Vukicevic vince nettamente i 100hs in 12"79 con 1,0 di vento mentre Zuzana Hejnova vince i 400hs in 54"38 (ma quest'anno aveva già corsa in 54"26). 
Nel salto triplo, quelle che potrebbero essere le avversarie di Simona La Mantia a Daegu, mostrano ottime cose, viste le condizioni. Yargeris Savigne 14,81 e l'ucraina Olha Saladuha 14,71
Valerie Adams (20,26) supera Nadzeya Ostapchuk (19,92) nel lancio del peso). 

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