11/06/11

Il vento e Mullings matano Tyson

E ora? Ora che l'incredibile è successo, come cambiano i rapporti di forza tra i maggiori sprinter mondiali? Si applica la proprietà transitiva? Se Bolt batte Mullings a Ostrava... e Mullings batte Tyson Gay a New York vuol dire Bolt è più forte di Gay? Un attimo, non facciamoci prendere dalla frenesia, perchè quella di ieri sera a New York tappa americana della Diamond League, è stata una gara troppo "strana" per fare delle valutazioni, anche se nello sprint una vittoria anche al  centesimo rompe gli equilibri mentali e proietta il vincitore a condizioni super e il perdente inizia a mettersi in dubbio. Iniziamo con condizioni non certo confacenti allo sprint: 3,4 di metro contrario, su pista bagnata, umidità atroce... newyorkese, direi. Aggiungiamoci uno starter preso probabilmente dalla Fidal e il quadro è completo. Già perchè prima che il via sia quello giusto, si deve aspettare la quarta partenza, con 3 atleti squalificati a raffica, quando l'umana intelligenza dovrebbe portare chi spara, per non falsare la competizione, e dopo una squalifica, ad anticipare i tempi dopo il pronti. Macchè: una roulette russa e tre squalificati, in pieno disaccordo con il mito dello showtime americano. Tyson appare decisamente innervosito, si muove a scatti dietro ai blocchi, finchè nella volta decisiva impatta con la peggior partenza degli ultimi anni. Nella transizione ha qualche cosa come un metro e mezzo da Mullings, veleggiando in 4° posizione. Poi inizia il suo incedere dinoccolato e frenetico per cercare di braccare il giamaicano di cui fino a quel punto ne aveva contato i chiodi sulle suole delle scarpe. Troppo tardi: Mullings si butta sul traguardo con una 20 di centimetri e Gay is defeated, battuto. Sconfitto. 10"26 pari, ma fino ad un certo punto. Tutto troppo brutto per essere vero... per Gay. Tutto molto bello, invece, nonostante la giornata, per Mullings. Gay, viene sconfitto sui 100 dopo un anno e mezzo: correva il settembre del 2009, Meeting Van Damme di Bruxelles, battuto da Asafa Powell. E dopo aver terminato imbattuto il 2010 sui 100 (uniche sconfitte dell'anno scorso sui 200 ad Eugene, ma con 19"76 battuto da Walter Dix, e sui 400 chiusi in 44"89), ed essere diventato, obiettivamente, il numero uno al mondo, sfruttando anche il mal-momento di Bolt. 
400 metri a Jeremy Wariner, in 45"13, che viste le condizioni di cui sopra, non sembra un cattivo tempo: ma insomma, eravamo comunque abituati ad un altro Wariner. Vittoria anche qui "al pelo", col giamaicano Gonzalez a un centesimo e granadino Rondell Bartholomew (quest'anno 44"65 e miglior tempo mondiale dell'anno) a due. Impressione l'ha però fatta Oscar Pistorius: 45"69, a soli 8 centesimi dal suo PB di Marzo a Pretoria. Tra le vittime delle sue lame personaggi illustri come il belga Kevin Borlee e l'americano Renny Quow
Sugli 800 la maledizione di David Rudisha (infortunato) si abbatte sulla sua ombra, Abubaker Kaki, che nel freddo del New Jersey si infortuna a sua volta al flessore della coscia. 800 in cerca di autore, e gare scivolata nelle mani del keniano Alfred Kirwa Yego con un modesto 1'46"57.
Nei 400hs, come avevo ipotizzato qualche giorno fa, Bershawn Jackson sta tornando il Bershawn Jackson che conoscevamo, in evidente progettazione a lunga gittata dei mondiali della forma, dopo aver esplorato in lungo e largo il mondo dei 49": 48"55 e secondo posto dietro al portoricano Javier Culson (48"50). Sempre come avevo ipotizzato, primo campanello d'allarme per LY Van Zyl, che invece dopo aver esplorato in 4 circostanze il mondo dei 47", si è trovato di botto in quello dei 49": 49"09
La gara di triplo era una sorta di campionato del mondo ante-litteram: presenti sulla stessa pedana falcidiata dagli elementi in serie Thamgo, Idowu, Olsson, Oprea, Sands, cioè il primo, il secondo, il terzo, il quinto e il sesto del ranking mondiale: assente solo il cubano Copello, quarto. Ebbene: Thamgo addirittura 15,55 con più di 4 metri di vento contrario. Vittoria a Idowu con 16,67 e poi tutti gli altri a superare (o meno) i 16 metri. Gara invernale. 
Allyson Felix, alle centesima gara della stagione (in realtà sono "solo" dieci a metà stagione), vince i 200 con un 22"92 con oltre tre metri di vento contrario che sa quasi di miracoloso. 
La gara di 100hs femminili sembra la finale del campionato italiano (stando ai tempi di quest'anno): vince Danielle Carruthers con 13"04, la Wells 13"06, Lolo Jones quarta in 13"22.
Nell'alto Blanka Vlasic si prende una sonora bastonata dalla rinata svedese Emma Green: 1,94 a 1,90. E almeno ad oggi, il salto in alto femminile mondiale ha subito un rallentamento generalizzato che darà modo all'outsider di turno di combattere per una medaglia o la vittoria a Daegu.

1 commento:

  1. Tyson Gay è serio e a parer mio vincerà i 100 a Daegu. Per i 200 vedo ancora Bolt leggermente favorito. L'americano è un professionista che credo abbia dentro tanta rabbia per l'Olimpiade di Pechino. Se non si fosse infortunato ai Trials almeno all'argento sui 100 ci sarebbe arrivato. E non è detto che Bolt avrebbe vinto. A New York non ha forzato e ha corso quansi senza spingere "accelerando" solo dai 60 a i 90

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