05/06/11

Eugene - Oliver devastante in 12"94 - Liu 13"00 - la crisi di Jeremy Wariner

Torniamo al Prefontaine Classic di Eugene. Ieri avevo parlato dei fuochi d'artificio fatti esplodere da Mullings&Jeter e dei loro 9"80 e 10"70, pezzi di storia atletica mondiale. Bisogna parlare necessariamente di tutto il resto delle gare con una precisazione necessaria: il Pref al momento è la miglior manifestazione mondiale del 2011 (di un giorno, anche se il Pref ha avuto un prologo da far tremare i polsi nel mezzofondo prolungato). Sopravanzato il Golden Gala e il meeting di Doha. Ma vediamo che razza di riunione si è assistito ad Eugene.
  • 200 metri U: Walter Dix ha sofferto per 190 metri Jaysuma Saidy Ndure, quando probabilmente pensava di farsi una bella tirata facile con tempone annesso all'arrivo. Invece Ndure pennella una curva da antologia, col suo fisico slanciato e Dix (che più che muscoloso al momento sembra obeso) si vede costretto ad arrancare sbracciando come non lo si era mai visto. Il risultato è un modesto 20"19 con 1,1, per uno che ha corso 7 volte sotto i 20" con un 19"69 di PB e due bronzi a Pechino 2008 su 100 e 200. Sembra più degno di attenzione il 20"26 di Ndure e il 20"39 di Churandy Martina. Xavier Carter solo 20"55: anche lui sulla strada del tramonto, dopo l'apice del 2006 con un clamoroso 19"63 a Losanna. 
  • 400 metri U: ma siamo sicuri che Jeremy Wariner non sia sulla strada del tramonto? 67 volte sotto i 45", e ora la radicata fatica ad avvicinarsi a quella barriera. Nove le volte sotto i 44", che per lui in questo momento sono pura fantascienza. Ok, mancano tre mesi ai mondiali, ma un avvio così lento non lo conosceva di certo. La media delle sue 4 gare del 2011 fa 45"27, con un solo sub-45" (il 44"88 in Guadalupa). Al Pref 45"43 dietro al 33enne (anche ostacolista) Angelo Taylor che si è tolto una soddisfazione mica da ridere, vincendo in 45"16. L'unica vittoria di Taylor su Wariner risaliva al "lontano" 2007, meeting di Sheffield: allora però Wariner fu costretto al ritiro. E a momenti il colpaccio riesce a Kevin Borlee, che arriva a 8 centesimi dal "mito" secondo solo a MJ. Oscar Pistorius invece il leggero declino: 46"33.
  • 800 metri U: il mondo orfano di Rudisha si nutre della sua ombra, ovvero di Abubaker Kaki, che appare davvero di un altro pianeta rispetto al resto del mondo. 1'43"68 per il sudanese, con il vincitore del Golden Gala Khadevis Robinson secondo in 1'45"40. Per Kaki miglior prestazione mondiale dell'anno, nona prestazione di sempre per lui sugli 800, alla 12^ volta sotto l'1'44". 255^ prestazione all-time per il 5° uomo di sempre negli 800 (dietro David Rudisha, Wilson Kipketer, Seb Coe e Joaquim Cruz).
  • 10000 U - meraviglioso il britannico Mohammed Mo Farah. 26'46"57, cioè nuovo record europeo, che abbassa il record del belga Mourhit che risaliva al 1999. Era 26'52"30. Per ora solo questi due atleti europei sono riusciti a scendere sotto i 27": ovvero due risultati su 77 tempi totali sotto la predetta barriera. Nella lista all-time europea è ancora al 6° posto un certo Salvatore Antibo. Che ci crediate o meno, tra i primi 15 atleti all-time in Europa sui 10000, solo due hanno ottenuto i loro tempi dopo il 2000: uno proprio nel 2000 (lo spagnolo Rios) e l'altra quella di Farah. 
  • miglio U - Haron Keitany (solito keniano) vince il miglio in 3'49"09 davanti al connazionale Silas Kiplagat (3'49"39). 66° tempo di sempre per Keitany e 80° per Kiplagat.
  • 110hs U - una delle grandi sfide di Eugene. L'armadio vivente David Oliver contro il rinato Liu Xiang. Dayron Robles alla finestra da qualche parte. Allo sparo, Liu che è sceso a 7 passi fino al primo ostacolo, attacca per primo e prende una 30ina di centimetri di vantaggio. Vantaggio che mantiene solo per uno split. Al terzo David Oliver O'Animale l'ha già braccato, ma non se ne va. Liu lo tiene lì, a pochi centimetri, continuano così fino al decimo, dove David impatta la traversa di legno ma è tale la vettorialità orizzontale che probabilmente non l'avrà nemmeno sentito. 12"94 con 1,8 di vento a favore. 21° tempo mondiale dell'anno, uno dei 43 tempi che un manipolo di uomini è riuscito a correre sotto i 13" nella storia dell'atletica leggera. Fuori da questo conteggio rimane per un centesimo Liu, che sotto quella barriera c'è sceso 5 volte. Aries Merritt arriva a 13"18 (6° tempo personale di sempre). Chi sorprende è sicuramente anche Ashton Eaton, il decathleta primatista mondiale indoor: 13"35: personale.
  • alto U: stavolta Raul Spank si aggiudica la gara, dopo il pareggio-perdente di Ostrava con la stessa misura 2,32 contro Ukhov. Alla stessa misura sono arrivati il russo che non ti aspetti, Andrei Silnov e l'americano Jesse Williams. Solo sesto il citato Ukhov con 2.29. Dopo 10 vittorie internazionali consecutive, arriva la prima sconfitta.
  • lungo U: lungo ampiamente aiutato dal lungo e vinto dal britannico Greg Rutherford con 8,32. Ma a parte Mitchell Watt che sembra fuori portata, il mondo del salto in lungo sembra non ingranare. Tutta manna dal cielo per Andrew Howe. Lapierre non arriva agli 8 metri, Saladino rimandato alla prossima (tutti nulli), Sebastian Bayer sta cercando la forma di Torino da oltre due anni. Nei salti ancillari regolari Godfrey Khotso Mokoena 8,19
  • peso U - gara con 7 atleti nel seeding, 6 dei quali finiscono addirittura sopra i 21 metri. Mai visto negli ultimi anni. Gara a Hoffa con 21,65, poi Armstrong 21,60, Cantwell 21,59.
  • 400 D:  gara al di sotto delle aspettative, con Allyson Felix ormai prosciugata come un limone spremuto di ogni energia dopo il tour de force di meeting in giro per il mondo. Alla fine la gara non mostra grandi cose se non la sorpresa di vedere la Felix naufragare all'inizio dell'ultimo rettilineo. 50"59 per la vincitrice, Amantle Monthso del Botswana, che vanta tre sub-50" nel suo pedigree. Poi Debbie Dunn 51"37 e quindi Allyson 51"41
  • 800 D: arrivano jamaicane anche nel mezzofondo? Bè dai, questa è ormai nota e consolidata: Kenia Sinclair (che paradossalmente si chiama come il paese più forte nel mezzofondo), ottiene il miglior tempo mondiale dell'anno con 1'58"29. Miglior tempo mondiale dell'anno. La controversa Caster Semenya tiene una tattica "suicida", alla Borzakovski. Si tiene lontana dalla penultima, per poi risalire dai 500 in poi. E la Sinclair a quel punto se n'era già andata. 1'58"88 per lei. L'ex campionessa mondiale Janeth Jepkosgei 1'59"15
  • 400hs D: una delle specialità in cui si è visto uno dei risultati più clamorosi. Il 53"31 di Lashinda Demus, che in pratica in Italia varrebbe un posto nella 4x400 femminile. Ma notevoli anche i 53"45 e 53"56 delle jamaicane Kaliese Spencer e Melanie Walker. 71° tempo di sempre quello della Demus, e miglior tempo mondiale dell'anno. 
  • triplo D: grandissimo balzo dell'ucraina Olha Saladukha: 14,98. Miglior prestazione mondiale dell'anno e record personale. Pure questa sulla strada di Simona La Mantia verso Daegu o... a Daegu.
  • peso D: altro miglior risultato mondiale dell'anno. La bielorussa Nadezhda Ostapchuk spara il peso a 20,59, cioè esattamente due metri in più di Chiara Rosa e del risultato di Firenze. 

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