18/06/11

L'Italia traballa paurosamente in Coppa Europa - "Apoteosi" nelle staffette

Il vascello sta traballando paurosamente, tra i vigorosi flutti del Mar Baltico. Ondate anomale da tribordo e babordo, e la nave, ad un giorno di viaggio dall'arrivo, beccheggia in maniera orripilante. Ma davvero quella è la nazionale italiana? Se dovessimo stare all'entusiasmo post-Barcellona, il 17° posto nel medagliere dipendeva solo da una sfortunata serie di eventi negativi che non avevano portato l'oro. Eravamo comunque la prima nazionale in Europa tra quelle senza ori: primi da qualche parte lo eravamo insomma. Partiamo così dal fondo, cioè i pasticci con le staffette. La 4x100 femminile (4) finisce addirittura con 44"55, tempo che la colloca al 10° posto su 12 nel consesso europeo. Ora davvero non mi viene nemmeno più di essere ironico su questa staffetta, perchè poi si sottopongono persone a figuracce in tv, e questo non è un torto a noi che guardiamo, ma a quelle stesse ragazze. Ma che v'avevo detto poi io? 
Troppo facile. Ma la frittata l'ha fatta purtroppo quella maschile (2), con l'inopinabile che avviene al primo cambio: Simone Collio parte leggermente prima (non ha senso dire che Jacques Riparelli sia arrivato un attimo dopo...) e si apre quel baratro incolmabile che getta la nazionale tutta in fondo alla classifica, sull'orlo della retrocessione. L'Urlo di Munch ci si strozza in gola. I due dichiareranno in seguito che in allenamento era andato tutto bene. Ma quanto avranno provato? Io rimango granitico della mia idea: Cerutti avrebbe dovuto correre la prima, Riparelli l'ultima. E siccome non viviamo in Sliding Doors, avevo ragione e non avrete la prova del contrario. E ora il Mourinho delle staffette come l'avrà presa? In una leggendaria conferenza stampa, il CT dei blancos ha pronunciato i famosi "porque?". Sarebbe il caso di ripeterli, perchè sulla gestione di queste due staffette sono tanti. I fallimenti si accumulano e non può una sola staffetta su diverse stagioni cancellarli tutti. 
La Russia nel frattempo scollina in decisa fuga: ci ha quasi doppiati nel compound e ora bisogna davvero gettare il cuore dietro ogni ostacolo che si presenterà e portare a casa la salvezza. Non ci batterà mica il Portogallo, vero? Facciano per quella maglia azzurra, dai!
Ci salvano per il momento un paio di podi: un secondo e un terzo posto. L'argento alla Campionessa d'Europa indoor, Simona La Mantia (6,5) in una gara però che a parte la vincitrice, non presentava certo un parterre de roi. 14,29 contro l'abissale 14,85 dell'ucraina Olha Saladuha. Se si vuole vincere una medaglia a Daegu bisognerà arrivare a quelle misure, mi sa. Bene, ma non mi sarei aspettato di peggio, Marco Vistalli (7) terzo con 45"99. 8^ volta sotto i 46", tutte nel biennio 2010-2011. Serve ora un 45"70 per andare a Daegu quanto meno col minimo "B". Non conosco i limiti Fidal, ma Vistalli è uno di quelli che se lo meriterebbe a prescindere dal limite e dall'alta qualità dei risultati. 
Nei 100 Chistophe Lemaitre (9) disegna una gara incredibile: 9"95, con 1,0 di vento, nuovo record di Francia, quinta volta sotto i 10" (più un 10"00). Irriconoscibile invece Emanuele Di Gregorio (5): 10"35,  in una gara anonima in cui visto il contesto (Obikwelu e Chambers oltre a Lemaitre) si sperava che si aggregasse agli inseguitori del galletto, regalandosi qualche cosa di... importante. Non è stato così.
Brava invece Audrey Alloh, (6+) che nell'appuntamento più importante della stagione (difficile pensare che vi sia una staffetta a Daegu), nel ruolo più importante della carriera (titolare dei 100 metri in una competizione per Nazioni), ottiene un 11"63 con 0,5 di vento contrario. Terzo tempo di sempre per la fiorentina. I primi due risalgono al "lontano" 2008 con un PB di 11"51 a Ginevra. 
Probabilmente ci si aspettava qualcosa in più da Marta Milani (5,5). 52"64 è forse un pò sopra il preventivato. Non di tanto, eh. Si sperava, vista l'ultima uscita di Firenze (52"24) e l'800 da urlo di Torino, qualche cosa attorno ai 52"2/52"3. Stona soprattutto l'ottavo posto in una riunione dove Francia, Russia, GBR dovevano presentare necessariamente una sola atleta. Le russe quest'anno sembrano fino ad oggi rattrappite. Nemmeno una sotto i 51" ad oggi, quando negli anni passati sgomitavano a ridosso dei 50" per ottenere il 4° posto nella staffetta. 
Negli 800 femminili si tira un sospiro di sollievo con Elisa Cusma (6,5) dopo tutte le vicessitudini invernali. Non ci fosse stata si sarebbe dovuti ricorrere probabilmente alla Milani, coinvolgendo o la Bazzoni o la Spacca sul giro. Quinto posto con 2'01"04, miglior crono nazionale. Sarebbe il minimo "B" per Daegu. Ma si spera che ottenga a breve quello "A", 1'59"80. Là davanti la russa Savinova impressiona dall'alto del suo 1'58"75
La Cusma sta agli 800 femminili azzurri, come Christian Obrist sta ai 1500 maschili. Con l'annessa postilla che se dovessero mai mancare, ci troveremmo in braghe di tela. Per l'occasione l'Italia, priva di specialisti che corrano sotto i 3'40", presenta un ottocentista. Infatti, dopo la sfida fratricida di Torino, una settimana fa (convocati e presenti tutti i pretendenti al posto) era uscito vincente Lukas Rifesser. Peccato che all'atto pratico la gara l'abbia tradito. 3'44"45 e nono posto (5). Ahmed El Mazoury (6) invece, impiegato sui 5000, corre in 13'45"89, cioè secondo tempo della carriera (fonte All-Athletics). Peccato che ormai il mondo intero nel mezzofondo si sia già allontanato, e questo tempo ci valga solo l'ottava piazza. Mentre dò un bel 7 a Silvia Weissteiner. Quinto posto con 8'58"10, e una professionalità senza tempo dopo tutte le vicissitudini che l'hanno colpita quest'anno. Mentre 7,5 a Giulia Martinelli, 20 anni e all'esordio nella nazionale assoluta. 9'52"78 sui 3000 siepi (7° posto)  cioè pochi centesimi dal proprio record italiano promesse appena stabilito. Grande affidabilità. 
6,5 a Giacomo Panizza anch'esso all'esordio in una manifestazione tanto importante sui 400hs. 50"60 è il secondo tempo personale di sempre (50"34 l'anno scorso a Grosseto) e probabilmente non fa rimpiangere Bencosme (50"48 quest'anno), che ha un compitino da portare a termine a Bressanone. Al femminile 56"85 di Manuela Gentili, che le vale il quinto posto (non buttiamoli via: i quinti posti sono i migliori risultati dopo i due podi di La Mantia e Vistalli). 6,5 e settimo tempo personale di sempre. Il minimo "B" è 56"55, ma penso lo sappia. Ma poi la Fidal ha già stabilito i suoi standard per Daegu?
6,5 anche a Silvano Chesani nel salto in alto con il suo 2,24, quarto salto più elevato personale nella propria giovane carriera. Decisamente sottotono invece Emanuele Formichetti (4,5) nel salto in lungo: a livello internazionale non penso possa bastare un 7,52 (premiato da un 10° posto). Quest'anno (anche se ventoso) aveva pure superato gli 8 metri. Ma aveva anche ottenuto un 7,83 e un paio di 7,78. Far coincidere la peggior gara della stagione con l'appuntamento più importante, purtroppo, non è una buona cosa. Elena Scarpellini (6) arriva nell'asta 9^ con i suoi canonici 4,25. Svolto il compitino. Divagazione: perchè queste ragazze italiane dell'asta hanno iniziato a stallare sulla soglia dei 4,30? Chi ha la risposta? 
Dai lanci clamorose debacle. Certo non si poteva chiedere a Marco Di Maggio (5,5) di diventare di punto in bianco Ulf Timmermann e cannoneggiare la palla di piombo oltre i 20 metri. Oggi il peso maschile italiano (come gli 800 e i 1500 femminili e, in senso lato, il mezzofondo maschile, è una specie protetta dal WWF. Non è tanto il povero Di Maggio ad essere andato male (11° con 17,51), ma il fatto che con 18,09 sia stato convocato. Le liste nazionali riportano come miglior prestazione dell'anno in Italia il 19,25 di  Marco Dodoni stabilito a Brazzaville in Congo una settimana fa. Ma che ci faceva lì? Stava facendo un safari e ha trovato una pedana? Al secondo posto delle medesime graduatorie un 18,43 di Eugenio Mannucci stabilito a... Honolulu, alle Hawaii. Anche lui in ferie-forzate?? Capponi 18,30, Secci 18,27, ma alla fine in Svezia ci va Di Maggio che aveva poco più di 18 metri. Strana decisione. Peggio ha però fatto Silvia Salis (4,5), che doveva essere uno dei punti di forza della formazione al femminile. Ottava con 66,55 dopo che quest'anno era arrivata a lambire i 72 metri. Otto gare nel 2011 e a Stoccolma stabilisce proprio l'ottava dell'anno. Chissà cosa le è successo. 6+ per Roberto Bertolini nel giavellotto per il suo 72,07. Quanto meno ha stabilito il suo miglior lancio dell'anno per un solo centimetro, ma almeno ha dato il meglio di sè quando contava. Anche qui: Bertolini ha stabilito il 9° risultato italiano dell'anno, ma è stato portato. 
La prima giornata si conclude così a 118,5 punti, vale a dire 5,64 punti a gara, cioè posizione che variano mediamente tra il 7° e l'8° posto su 12. La Russia sembra che pratichi un altro sport. Noi ci dobbiamo invece clamorosamente guardare alle spalle da Nazioni dove l'atletica sta al nostro badminton. Adesso ragazzi, domani tirateci fuori dalle sabbie mobili. Certo che bisognerebbe anche conoscere chi è stato il Genio che ha piazzato i Campionati Junior-Promesse in concomitanza con la Coppa Europa. Se non son queste le occasioni per inserire i giovani e dargli un palcoscenico internazionale... quando???

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